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Autore: Alys12    16/11/2016    2 recensioni
In questa storia ho inserito una sorella per Harry, che avrà un ruolo fondamentale nella sua vita e nella sconfitta di Voldemort. A parte un piccolo capitolo per descrivere meglio il prequel, sarà ambientata dal 6 anno in poi. Ci saranno coppie inaspettate, poteri magici inusuali, tante avventure. Approfondirò i caratteri, i pensieri e i sentimenti che non sono evidenziati nella saga dato che è incentrata dal solo punto di vista di Harry. Come tutti sappiamo nella notte in cui Lily e James sono stati uccisi, il nostro eroe ha acquisito delle particolari abilità che l'hanno aiutato a cavarsela con l'Oscuro Signore, ma la presenza di una sorella gemella anche lei colpita (non direttamente) dalla maledizione cambierà molte cose, dalle solite coppie create dall'autrice, al rapporto con gli amici che circondano l'universo potteriano. Spero di avervi incuriosito, venite a leggere e fatemi sapere.
Genere: Avventura, Erotico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Il Secondo Trio (Neville, Ginny, Luna), Il trio protagonista, Nuovo personaggio, Sirius Black | Coppie: Ginny/Neville, Harry/Hermione, Luna/Ron
Note: Lemon, Missing Moments, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7, Dopo la II guerra magica/Pace
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Primo Capitolo: “Quella notte maledetta.”

“James andiamo a dormire è tardi.” esclamai strofinandomi gli occhi arrossati per la stanchezza.
“Tesoro, sali di sopra a dare la buonanotte ai bambini io ti raggiungo fra poco, devo finire questa lettera per Sirius.” Poi si girò e mi diede un lungo bacio denso di promesse. Gli regalai il mio sorriso migliore annegando con piacere in quel porto sicuro dei suoi occhi color nocciola.
“Va bene amore, a proposito domani verrà a cena Remus mi sono dimenticata di dirtelo.”
A James brillarono gli occhi al pensiero sicuro di poter vedere uno dei suoi migliori amici dopo tanto tempo e ammiccò con un sorriso afferrando la piuma per finire di scrivere.
Salendo le scale un brivido gelido mi percorse la schiena, mi voltai verso la porta d’ingresso pensando subito a qualche minaccia e dandomi della stupida per le mie paranoie; si è vero sono tempi molto pericolosi e anche se Tu-Sai-Chi sta dando la caccia a tutti i membri dell’Ordine io e la mia famiglia siamo al sicuro pensai, ricordando la sera in cui Silente aveva evocato in salotto l’Incanto Fidelus alla presenza di Peter e James designando come custode segreto proprio il migliore amico di mio marito.                                                                          
Entrando nella nursery, con un sospiro mi avvicinai alla culla dei miei piccolini che stranamente stavano giocando in silenzio. Li osservo notando con piacere quanto siano belli e quanto stanno crescendo in fretta, rido brevemente al pensiero che nonostante siano gemelli sono allo stesso tempo molto diversi; Harry ha i capelli neri che, ne sono certa diventeranno ribelli e scompigliati come quelli di James, mentre gli occhi sono identici ai miei, un limpido verde smeraldo. Invece la mia dolce Alys ha i capelli rossi e dei furbi occhi color miele. Rivolgendo ad entrambi un sorriso pieno d’amore li sistemo meglio nella culla allungando un bacio sulle loro guance profumate.
Sentendo un grido dal piano terra sobbalzo in allarme, la mia mano corre rapida alle tasche dei miei vecchi jeans sbiaditi alla disperata ricerca della mia bacchetta, trovandole vuote; con spaventosa consapevolezza mi ricordo disperata come l’avessi lasciata con noncuranza sulla mensola del camino in salotto. Dall’ingresso mi arrivano nettamente i rumori di una breve lotta e l’urlo agghiacciante di mio marito che mi grida di fuggire ignorando nell’ultimo istante della sua vita quanto sia sola e disarmata.
Sulla casa cade all’improvviso un silenzio di tomba, avvolgendo tutto come una nebbia minacciosa.                                                           

Stringendo convulsamente la copertina blu notte che avevo fra le mani lancio uno sguardo preoccupato ai miei dolci, piccoli bambini. Io, una coraggiosa Grifondoro, non mi sono mai sentita più inerme e spaventata in vita mia. Corro alla porta chiudendola a chiave in un bieco tentativo di salvezza e mi guardo attorno alla ricerca di qualcosa, qualsiasi cosa da usare come un arma per proteggere i miei figli da quel mostro oscuro che, me lo sento dentro, sta strisciando silenzioso nelle tenebre per uccidere il resto della mia famiglia.
Dando un calcio alla sedia di legno la rompo e ne afferro un pezzo con la speranza di riuscire ad avvicinarmi a lui e trapassargli il cuore, sempre se ce n’è uno dentro quel corpo corrotto dalla più oscura magia.

La porta si apre di colpo lasciandomi sgomenta, raddrizzo le spalle, nascondo quel sottile pezzo di legno dietro la schiena e mi preparo a combattere con tutte le mie forze.
Lord Voldemort mi guarda noncurante come se non avessi alcuna importanza e avanza calmo e inesorabile verso la culla dei bambini.
“Vattene da questa casa, non ce niente che tu voglia qui!” grido, sperando si fermi. Lui gira la testa verso di me, trapassandomi con uno sguardo gelido.
“Potter sta zitta, rimani dove sei e forse avrai salva la tua inutile e miserabile vita.” Afferma con un tono duro ed inespressivo, cosi capisco in un attimo di non avere ne tempo ne scelta e mi avvento contro di lui sperando di colpirlo, ma più veloce e più forte di me afferra con la mano libera la mia debole arma e la lancia dall’altra parte della stanza torcendomi il polso e spingendomi con forza sopra la culla.

I bambini mi guardano confusi mentre io, la loro mamma crollo per terra come una bambola di pezza; grazie alla paura che pulsa nelle vene anestetizzando il dolore alla schiena mi alzo in piedi e decido in quell’istante che anche se non posso fermarlo non mi arrenderò a vedere i miei figli, sangue del mio sangue uccisi davanti a me. Allargo le braccia facendogli da scudo con il mio corpo e li guardo per l’ultima volta con amore, alzo la testa e mi volto ad affrontare il mio destino.
E così colui che aveva appena ucciso mio marito a sangue freddo solleva più in alto quella bacchetta nera come la morte puntandomela al petto, lo guardo negli occhi con una calma innaturale, senza più paura e vedo che con un ghigno muove pigramente la mano e un lampo verde, abbagliante mi colpisce in pieno.


***

Lily Potter cadde a terra, come una marionetta a cui erano stati spezzati i fili; i lunghi boccoli rossi le circondavano il viso come un aurea sanguigna e stridevano in contrasto a quegli occhi verdi aperti verso il soffitto immobili nell’ultimo, muto, grido di dolore. La piccola mano bianca era distesa verso quelle piccole creature a cui aveva donato tutta se stessa.
Le stelle splendevano spietate a Godric’s Hollow in quella notte maledetta, fredde e lucenti incuranti del male e dell’ingiustizia che si erano appena scatenati sotto di loro.
Nella piccola casa bianca qualcosa esplose e le urla di due bambini lacerarono il silenzio.



***

So da settimane i piani dell’Oscuro Signore, lui ha promesso, ha dato la sua parola che la mia Lily sarebbe rimasta illesa. Ma con un oscuro presentimento esco da casa e mi smaterializzo in quel piccolo villaggio babbano dove lei, così ostinata ha deciso di andare a vivere con Potter. La casa ora è pienamente visibile dato che l’incantesimo che la proteggeva si è spezzato, vedo con paura che una parte del piano superiore è semidistrutta; superando il cancello ed entrando quasi inciampo sul cadavere ormai freddo del mio antico rivale, non mi soffermo a perlustrare il resto, devo trovarla. Salgo le scale quasi correndo e quell’oscuro presentimento diventa certezza quando la vedo, inerme sul pavimento della nursery, così minuta, così triste e indifesa. Il dolore esplode in tutto il corpo, fa male, così male che mi piega in due e sembra voglia distruggermi come un fuoco interno, bruciando ogni pezzo di carne che incontra nel suo cammino; so che appena arriverà al cuore morirò anche io, si, non posso vivere se lei non appartiene più a questo mondo. Oh Lily…hai attraversato la mia vita buia come una meteora portando la luce e la gioia e ora che non ci sei più non ho ragione di vivere. La mia vita non ha più senso penso, mentre la guardo ancora sotto shock. Alzo lo sguardo e noto i due bambini nella culla perfettamente illesi se non fosse che il maschio ha una cicatrice a forma di saetta sulla fronte e la bambina ha gli occhi diversi, ricordo dalle poche informazioni che lei li aveva come quel bastardo di suo padre, nocciola. E non capisco come sia possibile che ora siano di quell’inquietante color ghiaccio. Scuoto la testa e mi chiedo che fine abbia fatto il Signore Oscuro, non hai mai fallito, mai. Sembra assurdo pensare che due infanti l’abbiano ucciso. Ma ora non ho tempo di ragionare, no, perché la mia Lily è morta e io non l’ho salvata. Mi inginocchio e la prendo fra le braccia delicatamente come se avessi paura che si rompa in mille pezzi e la stringo a me piangendo tutte le lacrime che ho in corpo.                           
So che l’avrei potuto evitare, se solo lei avesse scelto me, se solo fossi intervenuto, se solo l’avessi messa in guardia se, se, se… Non mi rimangono che rimpianti e dolore per la morte dell’unica persona nella mia vita triste e solitaria che io abbia mai amato.
Sento delle voci in strada e il rombo di una motocicletta, alzo lo sguardo, non so quanto sia passato… Devo andarmene, subito. La stringo per l’ultima volta e le bacio le labbra delicatamente, mi alzo in piedi afferrando la bacchetta abbasso gli occhi sullo suo sguardo vitreo e le sussurro: “Lily ti ho amata fin da quando eravamo piccoli, ti ho amata anche se hai scelto un uomo che non ti amava neanche la metà di quanto ti amo io e ricorda ti amerò anche se non sei più qui. Sempre.”
***
Albus Silente e Minerva Mc Granitt si ritrovarono come promesso al numero 4 di Privet Drive, con un ultimo sguardo di dolorosa rassegnazione presero i bambini dalle forti braccia di Hagrid e li deposero dolcemente in una cesta davanti alla porta della famiglia Dursley, gli unici parenti rimasti in vita di quei piccoli sfortunati orfani. Silente prese una lettera dal suo mantello scritta di suo pugno e la mise accanto ai piccoli con le spiegazioni necessarie per la sorella di Lily Potter affinché se ne prendesse cura come se fossero figli suoi. Nonostante il dolore di tutti e tre di abbandonarli nelle mani inesperte di quei babbani, Silente li aveva convinti che quella fosse la scelta giusta per loro. Andandosene pensò rincuorato che fra 10 anni li avrebbe avuti entrambi ad Hogwarts, sorrise e se ne andò rimuginando sui catastrofici eventi di quella notte e fermamente convinto che Lord Voldemort prima o poi sarebbe tornato.

  
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