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Autore: Angel2211    16/11/2016    1 recensioni
Questa è la mia prima storia attraverso la quale emerge un lato davvero nascosto di me... Questa non è una semplice storia, ma è più una favola, la favola di un amore proibito: Diana e Zaffiro scopriranno il vero significato dell'amore e del coraggio.
Dal primo capitolo:
-Si fermò perché vide un ragazzino più o meno della sua età creare fiammelle sulle dita, restó stupita dalla bellezza delle sue ali nere con sfumature rosse e si avvicinó. Lui la vide e non potè fare a meno di notare le sue regali ali candide a sfumature blu e dedusse che ella era un angelo bianco allora le domandó con coraggio: "Cosa ci fai qui straniera?"-
Spero che vi piaccia e che commentiate ma ovviamente si accettano anche critiche.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il terrestre ascoltò il racconto come affascinato e per niente spaventato fino alla fine, e fu in quel momento che si accorse di quanto fosse tardi. Allora i ragazzi presero i loro mantelli e si diressero tutti al cantiere dove il capo licenziò il ragazzo con una scenata.
"Ci dispiace sul serio" disse Zaffiro.
"Tranquillo, tanto probabilmente mi sarei licenziato da solo... Vedete, io sono diplomato in un liceo classico, ma come potete immaginare non sono potuto andare all'università... Il vostro racconto somiglia molto ai quelli epici e mitici che tanto mi piacciono, per questo mi farebbe piacere darvi una mano in quel che posso"
"Ti ringrazio e in effetti ci servirebbe un posto dove stare dato che, avrai notato, non abbiamo nè casa nè un lavoro e a quanto pare dovremmo restare sulla Terra fino a quando non capiremo come tornare si Electra"
"Vi ospito io! Tanto sono orfano, non ho parenti o amici e tantomeno una fidanzata, quindi potete stare da me... Ho una villetta isolata di famiglia! Ah, io sono Alex"
"Grazie molte Alex, accettiamo volentieri"
Si stabilirono in una villetta nella periferia del paese. Michael, che aveva l'abitudine di portare con se il suo libro di pozioni, che era riuscito casualmente a salvare dalla biblioteca prima che venisse incendiata, era riuscito a creare una pozione per rendere invisibili le ali. Da quel giorno tutti iniziarono a darsi da fare per trovare un lavoro che potesse permettergli di vivere mentre cercavano un modo per tornare nel loro mondo.
Passò qualche mese e i ragazzi iniziarono ad ambientarsi nel nuovo mondo. Michael trovò lavoro come insegnante di musica nella scuola media del paese e il suo sguardo super attraente riuscì a fare assumere anche Alex come supplente. Hendrick invece diventò il più amato ed efficiente professore di arte del liceo.
Alex, inoltre mise a disposizione dei suoi nuovi amici la villa in campagna, che i suoi genitori comprarono prima di morire. Di questa Kristian, Rayan e Zaffiro fecero la loro base lavorativa in quanto i primi due utilizzavano parte della casa e le stalle per dare lezioni private di equitazione, mentre Zaffiro usò l'altra parte per dare dei corsi privati di scherma. Fu Raphael a riarredare la casa a secondo delle varie esigenze e così, scopertosi incredibilmente bravo, diventò in poco tempo un richiestissimo arredatore d'interni. Ma mentre il giorno erano dei normali esseri umani, la sera tornavano il principe degli angeli neri e i Nereidi e si concentravano a trovare una soluzione per tornare a casa.

"Oh no! Re Gabriel ci attaccano!"
"Presto! Radunate l'esercito e chiamare le Driadi e mia figlia al mio cospetto!" ringhiò il re.
Dopo pochi minuti la principessa e le Driadi arrivarono di fronte a lui che disse: "Figlia mia, rifugiati in camera tua e non ti allontanare, e voi Driadi, andate con lei e proteggetela!"
"Ma padre..." stava per parlare Diana.
"No! Ubbidisci! Pensa alla vita del tuo bambino prima di tutto!" disse il padre intuendo le intenzioni della figlia.
Alle parole del padre la principessa e le sue protettrici fecero come gli era stato detto senza fiatare.
Dalla stanza di Diana si vedeva tutto benissimo: un esercito nero, avvolto dalla nebbia e dal nero della notte, decimava le guardie che venivano trafitte e bruciate, questo attacco non era come gli altri, erano più forti e stavolta li avrebbero sopraffatti. 
Nei loro cuori le ragazze volevano solo scatenare i loro poteri e provare a salvare ciò che era rimasto, ma non avrebbero osato disobbedire agli ordini del re, e oltretutto Diana era agli ultimi mesi della gravidanza e non avrebbe retto. 
Tuttavia la principessa non riusciva a sopportare quel mostruoso spettacolo e l'idea che suo padre e sua madre fossero in pericolo le impediva di restare li ferma a guardare.
Lame di ghiaccio e fuoco iniziavano a penetrare i petti di quelle creature fantasma che stavano distruggendo il suo palazzo. 
Un muro di fuoco circondò il castello per impedire ai superstiti, di quelle ondate di ghiaccio e fuoco, di fuggire. Le Driadi guardavano con stupore gli effetti dei poteri che la gravidanza aveva conferito alla loro amica. Ci volle tempo, infatti, ma Diana finalmente riusciva a tenere sotto controllo tutti i poteri suoi e del suo bambino.
Il re entrò con foga nella stanza, e vide sua figlia come era sicuro di trovarla: con lo sguardo perso e sfinita.
"Bambina mia, ti avevo detto di non intervenire!" la rimproverò tenendo comunque un tono di pietà e di gratitudine. In fondo anche se era difficile da ammettere, erano i poteri di Diana che stavano proteggendo il castello e le città superstiti dagli ultimi, più violenti, attacchi della regina Zirconia. 
"Padre..." Diana stava per rispondere, ma una fitta di dolore al ventre le fece morire le parole in gola.
Iniziò a contrarsi su se stessa, mentre il pavimento sotto di lei era bagnato e sporco del suo sangue.
Tutti nella stanza erano spaventati, il re aveva chiamato Zein e tutti i medici del palazzo.
Sollevarono Diana per metterla sul letto, ma la sua pelle iniziava a farsi incandescente.
"Salvatela!" era la parola che usciva dalle bocche di tutti i presenti.
Diana si sentiva come sul rogo: tutti i tessuti del suo corpo sembravano andare a fuoco, la sua creatura stava spingendo per vedere la luce del sole, e sentendosi limitata iniziava a lottare contro la sua stessa madre. Era travolta da spasmi di dolore.
La schiena inarcata e la pelle ustionata erano testimoni del dolore che la principessa stava provando nel dare alla luce una creatura visibilmente più forte di lei. Ma nonostante tutto continuava ad amarla e mentre il re ordinava di uccidere la sua creatura lei la proteggeva con degli scudi di energia: nessuno doveva far del male al suo bambino. 

Zaffiro mentre parlava con gli altri e leggeva dei antichi libri di stregoneria terrestre, si sentì mancare il fiato. 
"Ragazzi zitti!" urlò in preda al panico. Aveva una bruttissima sensazione, come se qualcuno lo stesse chiamando. Il cuore batteva in maniera irregolare e la paura si impadronì di lui.
"Zaffiro, che hai?" gli chiese Alex posando una mano sulla sua spalla.
Tutti si avvicinarono preoccupati. 
"Mi sento mancare l'aria, c'è qualcosa che non va, ho una bruttissima sensazione.
"Ahh!" un urlo straziato risuonò nella stanza. 
"Ma cos'è?" chiese allarmato Raphael.
Zaffiro riconobbe subito quella voce, nonostante fosse percossa dal dolore.
"Diana!" disse allarmato il principe, se prima aveva l'impressione che qualcosa stesse andando storto, ora ne aveva la certezza.
All'improvviso una luce si accese dal petto del principe ed inghiottì tutta la stanza. Appena quella luce si affievolì, la stanza era vuota.

Diana respirava affannosamente, mentre i medici tentavano di tirar fuori quel bambino, e urlava che non gli avrebbe mai permesso di fargli del male e che faceva così solo perché tutti lo spaventavano. Dopo ore e ore di travaglio, la squillante voce di quella creatura risuonava in tutti gli angoli della stanza. Era vero: quel pargoletto era solo spaventato, poiché quando nessuno aveva più osato provare a fargli del male, aveva smesso di ustionare Diana. 
La principessa tese le esili braccia verso quella creatura che adesso era fra le braccia dell'ostetrica, la quale annunciava che quella era una bambina, una splendida e tenera bambina dalle ali bianche e rosse.
Quando finalmente la ebbe fra la braccia, si rese conto di quanto, nel suo piccolo visino dolce, somigliasse al suo amato Zaffiro. 
Dopo qualche minuto la portarono via per lavarla, mentre le Driadi aiutarono la loro principessa a cambiarsi e lavarsi. 
La bambina era sanissima e, a parte qualche ustione, anche Diana stava bene anche se sembrava a tutti molto strano che non avesse riportato lesioni interne, ma in fondo è molto meglio così.
"Diana" la chiamò Ida, portandole accanto la culla con dentro una piccola fagottina avvolta nelle sue piccole alette. 
"Sai è il momento di darle un nome, tutto il regno lo aspetta" le disse Lia con dolcezza, spostando la bambina su una nuvoletta di sabbia che Ida prontamente aveva riscaldato, per non svegliarla e poggiarla sul letto insieme alla madre.
"Quel poco che è rimasto del regno, lo aspetta" puntualizzò Diana in una nota di amara tristezza. 
Tutte le Driadi abbassarono il capo piene di tristezza e malinconia: quella notte era una notte felice perché era nata la figlia di Diana, ma anche una notte di sangue, il sangue di altri suoi sudditi.
Diana rivolse lo sguardo alla creaturina che dormiva beata avvolta in un piccolo pigiamino rosso accanto a lei, e, accarezzandole il viso e le ali, disse: "Serena... Il suo nome è Serena"
Appena sentì quel nome la bambina si svegliò felice e strinse fra le sue manine le dita della principessa. Aveva gli occhi talmente belli, azzurri come il cielo degli occhi della madre, e un ciuffetto di capelli neri come quelli di un particolare principe.
   
 
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