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Autore: Rosette_Carillon    19/11/2016    2 recensioni
Avrebbe voluto prenderlo lì, contro quello scaffale: Albus, gliel’avrebbe permesso, lui gli permetteva tutto, era come creta nelle sue mani, e a Gellert piaceva fargli perdere il controllo, vederlo implorante, possederlo completamente.
Genere: Erotico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Albus Silente, Gellert Grindelwald | Coppie: Albus/Gellert
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra
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                                                                                                                 Indifeso









Il muro contro la sua schiena era piacevolmente tiepido: il camino era rimasto acceso tutta la giornata per tenere la casa calda.

Gellert reclinò la testa premendola contro la parete e sorridendo compiaciuto mentre affondava le lunghe dita nella chioma rossa di Albus inginocchiato fra le sue gambe, sulla pietra dura del pavimento.

La bocca del suo amante era calda, umida, si muoveva lenta sulla sua carne dandogli alla testa.

Gellert attorcigliò le dita ai suoi capelli e tirò con poca delicatezza per allontanarlo: voleva vedere il desiderio nei suoi occhi azzurri, liquidi per l’eccitazione non filtrata dalle lenti degli occhiali; liberò i capelli dalla sua presa, afferrò il suo amante per la camicia già sbottonata e lo spinse col suo peso contro il vicino scaffale incassato nel muro, si strusciò voluttuoso contro il suo corpo godendo nel sentirlo ansimare. Si avventò famelico sulla sua spalla, alla base del collo, e morse mentre le mani di Albus gli afferravano i fianchi alla disperata ricerca di un appiglio.

Avrebbe voluto prenderlo lì, contro quello scaffale: Albus, gliel’avrebbe permesso, lui gli permetteva tutto, era come creta nelle sue mani, e a Gellert piaceva fargli perdere il controllo, vederlo implorante, possederlo completamente.

Attorcigliò nuovamente le dita della mano sinistra alle lunghe ciocche rosse dell’amante, tirò, facendogli scoprire il collo e premette le labbra sulla giugulare sentendo il battito del cuore impazzito.

<< Impaziente, mh? >> gli sussurrò all’orecchio. L’altro non rispose, incapace anche di pensare, gli occhi chiusi e le labbra strette; si limitò a strusciarsi contro il corpo dell’amato, il volto arrossato, stordito dal desiderio di un contatto più intimo.

Gellert rise, premette le sue labbra contro la pelle calda e sensibile del collo in baci lenti, poi morse, e Albus inarcò la schiena reclinando, per quando possibile, la testa.

<< Basta giocare, non sei d’accordo? >> lo trascinò indietro, verso il centro della stanza, dove c’era il piccolo divano, vi si sedette scompostamente, le gambe larghe, e invitò l’altro, spogliatosi in tutta fretta, a raggiungerlo e sedersi sopra di lui.

La mano calda del biondo si fermò alla base della schiena di Albus, poi si mosse in un delicato movimento circolare << Ce la fai, vero? Non è troppo? >> chiese << No, bravo. >>

Albus, abituatosi alla familiare intrusione, si mosse piano, abbracciato all’altro mago per reggersi a lui, e il sentire la carne dell’amato scorrere contro la sua gli causò un incontrollato tremore che lo scosse da capo a piedi. I suoi movimenti diventavano più frenetici, incontrollati e incontrollabili.

La stanza si riempì degli ansiti dei due amanti sembrando essere diventata ancora più piccola, come se la passione dei due fosse stata tanto grande da riempirla fisicamente.

Gellert si riversò in lui con un gemito basso simile a un ringhio, lasciandolo accasciarglisi addosso mentre riprendeva fiato.

 



  
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