Corro per raggiungere gli altri, non voglio rimanere troppo indietro.

Stringo tra le mani i fiorellini gialli che ho raccolto in un enorme campo colorato, forse uno dei più belli che io abbia mai visto in tutta la mia vita.

È tardi, e noi dobbiamo tornare al villaggio prima che si faccia troppo buio: ormai non vi è più il rischio di incontrare qualche strano demone ma, come si suol dire, non si sa mai.

Gli altri bambini si erano già avviati verso casa, mentre io ero rimasta ancora qualche minuto in quel campo, forse nella speranza di raccogliere ancora qualche bel fiore, o di avere un piccolo momento di silenzio solo per me.

• Rin! Dai, sbrigati! - sento dire da alcune voci in lontananza.

Continuo a correre e comincio a riconoscere le sagome degli altri bambini: si sono fermati per aspettarmi.

Con lui non succedeva.

Con lui, per ogni volta che mi fermavo, dovevo spendere altrettanto tempo a correre per raggiungerlo: camminava lentamente per permettermi di ritornargli vicino, ma comunque non si fermava. Non si voltava per controllare che ci fossi, ma immagino che gli bastasse il semplice rumore dei miei passi a fargli capire la mia presenza.

Inizio a pensare alla sua voce che mi chiamava: ricordo quel suo tono sempre freddo e quasi severo, che però trapelava un po' di preoccupazione nei miei confronti: probabilmente ero solamente io a notarlo, ma quella sfumatura dolce c'era sempre, ed era ciò che mi faceva rimanere accanto a lui.

Da quando vivo al villaggio della somma Kaede, non ho più avuto tante occasioni di incontrarlo: la sera, prima di andare a dormire, mi affaccio sempre alla finestra nella speranza di vederlo volare nel cielo, ma niente. Stupidamente lascio sempre anche un fiore sul davanzale della finestra nella speranza che lo possa prendere come un piccolo regalo da parte mia, ma il signor Sesshomaru non è tipo da queste cose così sdolcinate: ne sono consapevole, eppure rimango sempre un po' delusa quando, la mattina, mi sveglio e noto il fiore dove l'ho lasciato la sera prima.

Si sarà dimenticato di me?

Non voglio pensarci.

Sono finalmente arrivata al villaggio, appoggio i miei fiori su un tavolino e vado a cenare: non ho molta voglia di parlare, quindi scelgo di rimanere in silenzio fino alla fine del pasto.

Come di consuetudine, prima di dormire mi affaccio alla finestra ed osservo il cielo: è pieno di stelle luminose e la luna splende di una luce chiarissima. Noto qualcosa muoversi: un uccello forse? No, è troppo grande per essere un semplice volatile.

Un demone forse? Si, ma non è un demone qualunque.

È lui.

Vedo i suoi capelli lunghi ed il loro color argento che si illumina alla luce della luna: vedo il suo vestito bianco e la sua lunga pelliccia. Quasi riesco a vedere anche i suoi occhi color ambra.

Non mi sembra ancora vero: non contengo la gioia. Rimango ad osservarlo per tutto il tempo in cui mi è possibile farlo, prima che sparisca di nuovo: che si tratti anche solo di una coincidenza, sapere che sia passato sopra questo villaggio mi ha in qualche modo confortata.

Posso andare a dormire più serena, più leggera.

La mattina mi sveglia con il suo sole caldo. Mi alzo e mi sistemo, e qualcosa cattura la mia attenzione: vedo come una macchia rossa verso la finestra. Mi avvicino per guardare meglio: uno splendido fiore rosso è stato posato sul davanzale. È uno dei miei fiori preferiti: eppure io non ricordo di averlo appoggiato qui ieri.

Poi capisco: è stato lui.

Prendo quel fiore e lo stringo forte tra le braccia: quel gesto che aspettavo da così tanto tempo finalmente era davanti ai miei occhi, quel gesto che mi ha fatto capire di non essere stata dimenticata dal signor Sesshomaru.

Non mi importa di ciò che possono dire gli altri: io so che c'è del buono anche in lui e questo basta.

Aspetterò il giorno in cui verrà a riprendermi.