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Autore: Yoko_kun    18/05/2009    1 recensioni
Questa fanfic è composta da diverse storie brevi dedicate a più coppie!!! Leggete per capire meglio e per vedere se c'è anche la vostra coppia preferita! ^^
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un pò tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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***
Sayonara

Il vento si alza lieve.
La sua mano stringe con forza il polso di lui. Il tempo sembrerebbe immobile, ma i loro capelli mossi dal vento, svelano il passare degli attimi e lo scorrere del tempo.
“Perchè?”
Ma non si concede di porgli quel quesito. Così rimane ferma immobile a fissarlo.
Non parla, non allenta la presa sul polso e neppure quella dell'elsa della spada.
Lui sembra aver percepito il suo pensiero. La sua domanda. Si volta piano verso di lei. Come sempre non apre gli occhi, ma quel suo solito sorriso è scomparso dal suo volto.
Dischiude lievemente le labbra, come se volesse parlare, ma dalla sua bocca non esce nessun suono.
Lei lo guarda. Sente lievemente le lacrime pizzicargli sotto le palpebre, ma si impone di non piangere. Di non dargli soddisfazione.
Ma sembra che lui intuisca anche questo suo pensiero e muove lievemente le labbra, sembra volerle dire “perdonami”, ma alla fine gli manca il coraggio, o forse la sfacciataggine di proferire quella parola, che in quel momento, come mai prima, sarebbe sembrata una pura e semplice presa in giro.
In un attimo la loro memoria, forse invitata dall'immobilità di quel momento, torna a ripercorrere antiche strade.
Il loro primo incontro. Quanti ricordi, riempiono il cuore e lo feriscono.
Se non ci fosse stato lui, lei sarebbe morta. Lui l'ha salvata e aiutata.
Ma allora perché dopo averla salvata ne dilania così il cuore?
Che vantaggio o sorta di perverso piacere ne ottiene? Nessuno. Semplicemente nessuno.
Lui solitamente non è tipo da preoccuparsi per i sentimenti degli altri.
Eppure lei non è gli altri. Non per lui.
È per questo che per tanto tempo le aveva mentito, e le aveva celato quel suo aspetto, l'altra faccia della sua medaglia.
Ma alla fine non era servito a nulla stare così nascosto, perché come sempre la verità era uscita alla luce del sole e come sempre lo aveva fatto ferendo qualcuno.
Che dea crudele è la sincerità, quasi quanto lui. Lui e il suo perverso sorriso, lui e i suoi dannati occhi sempre chiusi. Lui. Semplicemente e crudelmente lui.
Perché lei era stata pazza da legarsi a lui? Tanto pazza da fidarsi di lui?
Perché era stata tanto dannatamente pazza da innamorarsene? Una domanda a cui nessuno saprà e potrà mai dare risposta.
E intanto il tempo lento ed inesorabile scorre. Scorre imperterrito, indifferente alla gioa, alla tristezza, al dolore e all'amore. Scorre neutrale, ignorando tutto e ignorato da tutti.
E così anche loro hanno vissuto in breve sogno illudendosi che durasse da lì a per sempre. O forse solo lei aveva vissuto quel sogno come vero, come eterno.
In fondo adesso sente che di lui non ha mai saputo nulla.
Allora anche i loro baci erano tutta una bugia?
“Ti prego, dimmi che non è così...ti scongiuro...dì che sto sbagliando”
Lui abbassa il capo, sembra leggerle perfettamente negli occhi cosa sta pensando, ma non sembra capace di risponderle.
È sempre stato così.
Anche in passato, quando da piccola lei si svegliava la mattina e non vedeva i suoi sandali.
Ogni volta accennava a chiedergli dove andava ma lui le diceva di non preoccuparsi e così alla fine aveva smesso di chiederglielo.
“E ora? Se te lo chiedessi ora, mi diresti dove stai andando? Mi diresti ancora che non dovrei preoccuparmi? Troveresti il coraggio di proferire quelle parole?”
Ma lui ha smesso di guardarla e si è girato di nuovo. Si potrebbe pensare che l'ha fatto per vergogna, ma non è così.
Non per lei. Lei lo conosce e sa che non prova vergogna. Mai.
Sembra che il tempo abbia fatto evolvere le situazioni, lasciando indelebile una traccia delle radici.
E sembra che si diverta a far soffrire sempre lei.
Lo fissa immobile, e lui sente profondo il suo sguardo su di sé.
E sente il suo dolore.
Ma non si scompone. Non è conforme alla sua natura.
Ma allora neppure amare dovrebbe essere conferme alla sua natura. Allora, forse, e come crede Rangiku, lui non l'ha mai amata.
O forse no. E a quel punto sarebbe spontaneo chiedersi a cosa è conforme la sua natura. Ma sopratutto qual'è la sua natura?
Neppure Matsumoto che gli è sempre vicina, ha mai capito com'era fino in fondo. Ogni volta che era sicura di averlo compreso a fondo lui le riusciva sempre a dimostrare che non era così.
E questa era un'altra di quella volte. Solo che sta volta faceva più male.
Il tempo, che fino a quel momento sembrava scorrere a rilento, ora come un fiume che rompe la diga, riprende a scorrere con una velocità quasi violenta.
La negaciòn lo avvolge e lo porta in salvo. E lontano da lei.
Gin -peccato...mi sarebbe piaciuto rimanere prigioniero ancora un po'...sayonara-
E così se ne va, sparendo dalla sua vista.
“Il vizio di non dirmi dove vai, non l'hai ancora perso...”








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