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Autore: crazy lion    26/11/2016    5 recensioni
Attenzione! Spoiler per la presenza nella storia di fatti raccontati nel libro di Dianna De La Garza "Falling With Wings: A Mother's Story", non ancora tradotto in italiano.
Mancano diversi mesi alla pubblicazione dell’album “Confident” e Demi dovrebbe concentrarsi per dare il meglio di sé, ma sono altri i pensieri che le riempiono la mente: vuole avere un bambino. Scopre, però, di non poter avere figli. Disperata, sgomenta, prende tempo per accettare la sua infertilità e decidere cosa fare. Mesi dopo, l'amica Selena Gomez le ricorda che ci sono altri modi per avere un figlio. Demi intraprenderà così la difficile e lunga strada dell'adozione, supportata dalla famiglia e in particolare da Andrew, amico d'infanzia. Dopo molto tempo, le cose per lei sembrano andare per il verso giusto. Riuscirà a fare la mamma? Che succederà quando le cose si complicheranno e la vita sarà crudele con lei e con coloro che ama? Demi lotterà o si arrenderà?
Disclaimer: con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera del carattere di questa persona, né offenderla in alcun modo. Saranno presenti familiari e amici di Demi. Anche per loro vale questo avviso.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Demi Lovato, Joe Jonas, Nuovo personaggio, Selena Gomez
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Spoiler!, Tematiche delicate
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Eccomi qui, alla fine mi è venuta voglia di postare oggi, nonostante il carico di studio che ho e i miei problemi di salute. Anzi, vi farò un regalo: due capitoli anziché uno. Siete contenti?
In questo ho lasciato che il mio lato fluff e coccolone venisse fuori all'ennesima potenza! Spero vi piacerà. Preparatevi: nel prossimo succederà qualcosa che, lo so, tutti voi state aspettando con trepidazione.
Ah, una cosa importante: ho postato altre due storie, di genere introspettivo. Una è una poesia, si intitola "Poesia sul dolore" e l'altra una One Shot dal titolo "La mente nel dolore e nella nebbia". Riguardano certe cose che sento in questo momento. Andreste a dare loro un'occhiata e a dirmi cosa ne pensate, se vi va? A me farebbe davvero tanto piacere. Inoltre ho ripostato una mia vecchia OS, dal titolo Rajni, in quanto quella precedente aveva problemi di html, che tempo fa non sapevo ancora usare. Ora è a posto, per cui leggetela, se ne avete voglia.
Grazie a chi lo farà. :)
 
 
 
 
56. IL COMPLEANNO DI HOPE
                  
Lisa e Holly vennero a trovare Demi e le bambine alla fine di dicembre. Le piccole mostrarono alle assistenti sociali i loro regali di Natale e le due donne, dopo aver parlato un po' con Demi, se ne andarono con il sorriso sulle labbra dicendo che tutto andava bene.
La ragazza passò anche il Capodanno con la sua famiglia. Andrew non venne; disse che non se la sentiva. Lei e i familiari non fecero niente di speciale: rimasero a casa a mangiare e chiacchierare e, a mezzanotte, uscirono a guardare i fuochi d'artificio. Mackenzie e Hope si divertirono molto ad ascoltarne gli scoppi e a vedere tutte quelle luci di colori diversi. Andarono   a letto tardissimo, verso le 2:00 e Demi si stupì che Hope fosse stata capace di rimanere sveglia fino a quell'ora.
 
 
 
Il primo gennaio Andrew si svegliò molto presto. Erano solo le 7:00 e pensò che era la prima volta che si alzava a quell'ora il giorno dopo l'ultimo dell'anno. Del resto, era anche la prima nella quale non lo festeggiava. Aprì i balconi e le finestre facendo entrare la luce del mattino. Inspirò l'aria fresca e rimase ad ascoltare. Non si sentiva nessun rumore intorno: né una macchina, né una voce, niente. Tutto era silenzioso, come se non solo le persone, ma anche gli animali e la Terra stessa fossero crollati in un sonno profondo dal quale non si erano ancora svegliati. Quella fu la prima volta nella sua vita nella quale Andrew assaporò davvero il piacere di ascoltare il silenzio; e fu allora che pensò a Demi. L'aveva vista solo qualche giorno prima, a Natale, eppure gli mancava da morire.
Sarà ancora a letto a quest'ora, pensò.
Andò in bagno, si lavò il viso e si pettinò, poi tornò in camera a vestirsi. Sceso in salotto, coccolò i suoi gatti e aprì la porta che accedeva al terrazzo per farli uscire un po'. Erano bravi: camminavano un po' e poi tornavano in casa. Andrew li faceva uscire più volte al giorno, ma sia a Chloe che a Jack piaceva molto di più stare dentro, soprattutto d'inverno. Non avevano mai miagolato per fargli capire che avrebbero voluto stare fuori di più e scendere in giardino. Erano sempre stati gatti molto tranquilli e casalinghi e di questo Andrew era felice. Almeno sapeva che sarebbero stati sempre al sicuro. Diede loro acqua e cibo, poi andò in cucina a fare colazione. Si disse che avrebbe fatto una sorpresa a Demi presentandosi a casa sua qualche giorno dopo.
Uscì a fare un po' di spesa e a comprarsi un vestito nuovo, non perché ne avesse realmente bisogno, ma più che altro per stare un po' fuori casa, distrarsi e pensare ad altro. Forse avrebbe dovuto cominciare a tenersi attivo per pensare di meno e cercare di sentire il dolore in maniera minore. Non era andato a festeggiare il Capodanno perché quell'anno farlo senza sua sorella gli era sembrato insopportabile. A Natale ce l'aveva fatta e anche piuttosto bene, ma aveva preferito non sforzarsi più di così. Non era stato facile festeggiare senza Carlie, benché alla fine si fosse divertito molto. Eppure non riusciva aapacitarsene. Prima aveva sempre faesteggiato il Capodanno quasi senza problemi, solo a Natale non ce l'aveva fatta, gli anni precedenti.
"A volte la mente è strana" si disse.
In ogni caso Demi aveva ragione: doveva fare qualcosa per stare meglio e quello era un inizio.
 
 
 
Demi non aveva organizzato nessuna festa per il compleanno di Hope. Dopo Capodanno, infatti, la ragazza si era ammalata e aveva passato a letto i tre giorni seguenti. Dianna era venuta ad occuparsi delle bambine mentre lei aveva la febbre. Ora era il 5 gennaio e lei si sentiva ancora un po' debole, per cui aveva deciso di non festeggiare quel giorno. Quando Mackenzie avrebbe compiuto sei anni, il 21 maggio, avrebbe invitato la sua famiglia, così si sarebbero fatte due feste di compleanno in una. Il giorno prima, comunque, pur avendo la febbre, era uscita per comprare a Hope un regalo e la sera, mentre le piccole dormivano, aveva preparato una torta.
Pur sentendosi ancora molto stanca, si alzò e andò a svegliare Mackenzie. La trovò già sveglia, seduta sul suo letto.
"Amore, oggi è il compleanno di Hope. Ti va di farle una sorpresa?"
La bambina fece segno di sì con la testa.
Poco dopo Mackenzie e la mamma andarono a svegliare Hope. Demi teneva in mano una videocamera, che accese e poi disse:
"Hope, amore, svegliati!"
la bambina aprì gli occhi.
"Buon compleanno piccola!" esclamò la ragazza. "Qui con me c'è anche Mackenzie."
Si chinò a darle un bacio e la sorellina fece lo stesso, poi Demi cantò:
"Tanti auguri a te, tanti auguri a te, tanti auguri a Hope, tanti auguri a te!"
Lei e Mackenzie batterono le mani e Hope rise.
Demi spense la videocamera e la riportò al suo posto, in un cassetto di una scrivania che teneva in salotto, poi tornò nella sua camera, prese in braccio Hope e la portò in bagno. Le cambiò il pannolino e poi la portò in cucina, mentre Mackenzie le seguiva. Demi mise Hope nel seggiolone e preparò la colazione a Mackenzie: latte e cereali al cioccolato. Ormai la conosceva abbastanza bene per sapere che quella era la sua preferita. Per Hope preparò il latte e lo mise nel biberon, poi aggiunse i creali e li fece sciogliere, la prese in braccio e iniziò a darglielo. La piccola cominciò a succhiare avidamente. Dopo un po' alzò le manine in alto e cercò di prendere il biberon. Demi capì che avrebbe voluto mangiare da sola."
"Non puoi, amore, sei ancora troppo piccola" le disse sorridendo, "ma vedrai che pian piano imparerai."
La bimba staccò la boccuccia dalla tettarella e disse:
"Mmmm" come per far capire il suo disappunto riguardo ciò che la mamma le aveva appena detto.
Demi rise.
"Su, tesoro, finiamo di mangiare!" esclamò, accarezzandole una guancia.
"A che cosa giochiamo oggi?" chiese Demi alle piccole.
Erano sedute sul tappeto del salotto. Da qualche giorno Demi lasciava che Hope rimanesse seduta da sola quando era per terra. La circondava di cuscini e lasciava che stesse lì. La piccola giocava, oppure iniziava a fare i suoi discorsi dicendo parole ancora
incomprensibili.
In quel momento suonò il campanello. Demi si avvicinò allo spioncino e sorrise vedendo che davanti al cancello della villa c'era Andrew. Gli aprì e gli andò incontro.
"Andrew!" esclamò e lo abbracciò. Rimasero così, stretti l'uno all'altra, per un lungo momento. "Mi sei mancato."
Allora anche lei aveva sentito la sua mancanza. Tenendola stretta, l'uomo provò una sensazione di gioia che non aveva mai sentito prima d'allora.
"Anche tu. Sono venuto qui oggi per farti una doppia sorpresa. So che Hope compie gli anni e così ho pensato che vedermi qui proprio il 5 gennaio sarebbe stato ancora più bello, sia per te che per le bambine."
"Infatti, è bellissimo! Hai fatto una cosa molto dolce!"
"Non ho comprato nessun regalo per Hope, non perché non volessi, ma più che altro perché quando sono entrato, ieri, in un negozio di giocattoli, mi sono sentito un po' smarrito e non volevo fare la figura del deficiente che chiede alla commessa cosa regalare ad una bambina di un anno, mi vergognavo troppo!"
"Tu non sei deficiente!" esclamò Demi ridendo. "Comunque non ti preoccupare per il regalo, lo è già la tua presenza. In ogni caso avrei voluto vedere la scena e godermela."
"Quale scena?"
"Quella in cui tu che fai la figura del deficiente chiedendo alla commessa cosa regalare ad una bambina così piccola. Avrei voluto vedere la sua faccia!" esclamò, scoppiando a ridere.
"Ridi ridi. Magari prima o poi capiterà a te in un'altra situazione e allora vedremo."
"Certo che rido, è troppo divertente!"
"Posso vedere le bambine?" chiese lui, guardandola intensamente negli occhi.
"Sì, certo. Qualche giorno fa Hope ha cominciato ad alzarsi in piedi, sai? Non cammina ancora, ma sta facendo progressi."
"Fantastico!"
Lo faceva ancora in modo molto insicuro e Demi doveva tenerla per manina, ma la piccola sembrava determinata a riuscirci da sola.
Entrarono e, quando Mackenzie vide Andrew, gli corse incontro e gli gettò le braccia al collo.
"Ciao Mackenzie. Come sono contento di vederti!" esclamò l'uomo, prendendola in braccio.
Lei si lasciò stringere senza alcun problema.
Mi sei mancato scrisse, quando lui la mise a terra.
Era la prima volta che Mackenzie gli diceva una cosa del genere.
"Anche tu!"
Ti va di giocare con me, Hope e la mamma?
"Certo che sì! A cosa stavate giocando?"
Dovevo ancora decidere, ma mi piacerebbe giocare ad un gioco dove io e Hope scappiamo e voi cercate di prenderci.
"Va bene" dissero Andrew e Demi sorridendo.
Mackenzie iniziò a correre piano in giro per la casa, mentre Andrew la inseguiva.
"Ora prenderò questa bambina!" esclamava, mentre lei, correndo, rideva.
Anche Demi provava a prenderla, ma più che altro guardava Hope, rimasta ferma tra i cuscini. Avrebbe potuto gattonare per scappare, ma evidentemente non ne aveva voglia. Demi ascoltava le risate di Mackenzie ed Andrew riempire la casa. Poco dopo i due tornarono. Andrew saltava con Mackenzie in braccio, finché andò troppo vicino al divano, ma non se ne rese conto e caddero entrambi con la faccia sul cuscino. Risero ancora di più quando si rialzarono.
"Ho il cuore che batte come un tamburo" disse Andrew cercando di riprendere fiato, "ma mi sono divertito un sacco. Mackenzie, sei molto brava a scappare, davvero!"
"Brava, Mac, così si fa" le disse la mamma.
Lei sorrise.
Hope stava giocando con un orsetto di peluche, ma lo lanciò improvvisamente lontano da lei.
"Hope, non si lanciano i giocattoli!" la rimproverò Demi, alzando un po' la voce. "Non so più quante volte te l'ho detto."
Voleva cominciare ad insegnarle che certe cose si potevano fare, altre invece no.
La bambina iniziò a gattonare e andò a riprendere l'orsetto, poi, sempre andando a carponi, lo mise in un cesto dove c'erano tanti altri giocattoli, come se avesse capito ciò che la mamma le aveva appena detto."
"Incredibile!" esclamò Andrew.
"Sì, non l'aveva mai fatto prima" aggiunse Demi. "Sei stata molto brava, Hope" le disse la mamma, poi si avvicinò a lei e la riempì di baci sulle guance piene e morbide.
Negli ultimi tempi la bambina era un po' aumentata di peso. Era sempre mingherlina, ma il suo visetto si era fatto più tondo. Demi allungò una mano verso di lei e iniziò a muovere un dito davanti al viso della bambina, la quale rise divertita.
"Ha una risata adorabile" commentò Andrew avvicinandosi, con Mackenzie che lo seguiva.
Mac si chinò sulla sorellina e iniziò a fare facce buffe per farla ridere. La cosa sembrò funzionare e anzi, contagiò anche Mackenzie. Le due bambine ridevano come matte e Demi ed Andrew le guardavano. Erano contenti di vederle giocare insieme. Quelle due sorelline avevano un rapporto molto speciale e questa era una cosa meravigliosa.
Dopo un po' Hope ricominciò a gattonare. Fece qualche metro e si avvicinò ad Andrew. Si aggrappò con forza ai suoi pantaloni e iniziò a tirarsi su. Quando fu in piedi, mollò la presa e rimase in quella posizione da sola.
"Hope!" esclamò Demi, emozionata. "Non l'avevi mai fatto!"
Il giorno del suo compleanno era fortunato, a quanto pareva, dato che la piccola faceva progressi.
Hope sorrise alla mamma e poi sollevò le braccia in alto, chiaro segno che voleva essere presa in braccio.
"Lalalalala" disse, per far capire meglio ad Andrew ciò che voleva.
"Lo so," le disse lui sorridendo, "vieni!"
"Fa spesso così quando vuole essere presa in braccio, come se volesse attirare di più l'attenzione" disse Demi con un sorriso.
La piccola, soddisfatta, si aggrappò a lui.
"Piaci molto a tutte e due" osservò Demi.
"Sì, ho notato da molto tempo che le tue figlie mi vogliono bene, ma questa mattina è stata una delle prime volte nelle quali Mackenzie mi ha abbracciato ed è stato veramente emozionante!"
Mamma, tagliamo la torta che hai preparato per Hope?
"Sì tesoro. Come fai a sapere che l'avevo fatta?"
Ti ho vista ieri sera mentre la mettevi in frigo e preparavi il regalo per Hope. Ho fatto finta di andare a letto, ma in realtà guardavo ciò che facevi dalle scale. Tu non ti sei mai accorta che ero ancora sveglia! esclamò, sorridendo.
"Sei stata proprio brava allora, perché io non mi sono accorta di niente! Sì, ora vado a tirare fuori la torta e anche il regalo. Preparerò un tè. Lo volete?"
Andrew e Mackenzie dissero di sì. Lui chiese a Demi se le serviva una mano in cucina, ma lei rispose di no.
Poco dopo erano seduti tutti intorno al tavolo a mangiare una torta al cioccolato. Hope, seduta nel seggiolone, mangiava la torta con le mani e la prendeva da un piattino che la mamma le aveva messo davanti. Si stava pasticciando le manine e il viso, ma sembrava soddisfatta.
Andrew e Mackenzie si complimentarono con Demi per la perfetta riuscita della torta, che anche a lei piacque moltissimo. Quando finirono di mangiare bevvero il tè e Demi lo diede a Hope nel biberon. All'inizio la bambina fece una faccia un po' strana a causa del gusto diverso che aveva quella bevanda, arricciò le labbra per la sorpresa, ma poco dopo iniziò a berla tranquillamente.
Finita la merenda, Demi diede a Hope il suo regalo: un leopardo di peluche. Era morbido e piuttosto grande, tanto che la bambina provò a mettercisi sopra a cavalcioni, ma il peluche non sostenne il suo peso ovviamente, così la piccola cadde sul tappeto. Non si fece male, anzi, iniziò a ridere di cuore.
"Tra quanto sarà finalizzata l'adozione?" chiese Andrew a Demi.
"Se tutto va bene, quindi non a rilento, probabilmente a febbraio."
"Stavo pensando… non so se la tua assistente sociale te ne ha già parlato, ma potresti aver bisogno di un avvocato che ti rappresenti in aula quel giorno. Ti piacerebbe se fossi io?"
"Potresti farlo davvero?" chiese Demi sorridendo.
"Certo che sì, la legge me lo consente!"
"Non so… tu sei mio amico, conosci la mia famiglia da una vita! Il giudice potrebbe crearti dei problemi, pensare che essendo coinvolto nella mia storia e il mio iter adottivo potresti dire che per te l'adozione deve essere finalizzata solo perché mi conosci e vuoi, diciamo, volgere la questione a mio favore…"
"Sì, forse mi farà questa domanda, ma io gli dirò che ti tratterò come farei con qualsiasi altro mio cliente, perché è questo che farò, Demi."
"Mi sembra giusto."
"Allora, accetti?"
"Sì, accetto!"
"Sono felice che tu mi abbia detto di sì. Quando la data dell'udienza verrà fissata, riparleremo della questione, d'accordo?"
"Va bene. Grazie di tutto"
"Figurati, lo faccio più che volentieri."
Poco dopo Andrew disse che doveva andare perché aveva del lavoro da finire. Salutò Demi e le bambine, ringraziandole per avergli fatto passare dei momenti di serenità.
"Siamo noi che ringraziamo te per essere venuto a trovarci" disse Demi.
"Ci vediamo presto, cara!"
"Sì certo. Andrew?""
"Sì?"
"Ti voglio bene!" esclamò, con sentimento.
"Anch'io!"
   
 
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