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Autore: Sel Dolce    29/11/2016    2 recensioni
[Fem!Stiles | Season 3 | Leggermente OOC | Rating Arancione | Sterek ]
Tutto inizia in una notte tranquilla, con due giovani che si addentrano nel bosco.
Tra licantropi e pericoli vari - un pericoloso Kanima - i protagonisti della storia non sembrano trovare pace in quanto sembra che un branco di Alpha si sia piazzato in città con intenzioni non proprio pacifiche.
Una Stiles ragazza, un Derek meno scorbutico e un Isaac tenero.
Dal capitolo 11:
Poteva definirsi un koala stretto contro l'albero d'eucalipto, le gambe e le braccia strette attorno al corpo del suo Compagno come se avesse paura che potesse scappare se non l'avesse tenuto per bene al guinzaglio. La prima cosa che fece dopo essergli saltato addosso fu di morderlo sul collo, proprio dove si era formato il Marchio, e fu solamente per puro istinto che lo fece, lei non era tipo da mordere i colli. Ricevette lo stesso trattamento e un brivido di piacere le percorse la schiena quando sentì le mani di Derek sulle sue cosce nude per sorreggerla evitandole una rovinosa caduta.
« Mi sei mancato. »
Genere: Romantico, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Derek Hale, Derek/Stiles, Il branco, Lydia Martin, Stiles Stilinski
Note: What if? | Avvertimenti: Gender Bender
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Raccolta fanfiction Fem!Stiles'
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Capitolo Quattordici


Love is like a shot gun



Stiles vide suo padre entrare nel loft con passo cauto e avrebbe tanto voluto urlargli di andarsene, di mettersi in salvo, ma il Nogitsune aveva il completo controllo sul suo corpo, lei poteva solamente essere una spettatrice di quell'oribile scena.

« Vuoi ammanettarmi? » chiese il Nogitsune fermo sopra il rialzamento davanti alla grande vetrata. Lo sceriffo si stava avvicinando lentamente, le manette in una mano e l'altra vicina alla pistola.

« Se mia figlia c'è ancora, se c'è ancora una parte di lei qui davanti a me, si lascerà mettere queste di sua spontanea volontà. Perché lei sa che sono qui per proteggerla. Da se stessa e da gli altri. » disse fino a trovarsi ad un passo da lei. Stiles si sarebbe fatta rinchiudere in una stanza con una camicia di forza in quel momento, ma non aveva alcun controllo. Il Nogitsune alzò i polsi mettendoli bene in vista e quando lo sceriffo gliele mise capì subito che « Tu non sei mia figlia. » lo sguardo del signor Stilinski era addolorato e Stiles voleva solamente abbracciarlo e dirgli che sarebbe andato tutto bene, ma era bloccata nella sua stessa testa.

Il Nogitsune ruppe le manette con un semplice movimento e in quel momento arrivarono gli Argent insieme a Derek. Sorrise passandosi la lingua sulle labbra, quella era un'occasine da non perdere.

Derek guardò il corpo della sua Compagna e non sentì il solito aumentare del battito cardiaco, l'espressione cupa e maligna sul volto di Stiles gli faceva sentire tutto meno che amore.

L'attaccò sfoderando le zanne, pronto a placcare il Nogitsune, ma quest'ultimo lo scaraventò prima contro il tavolo alla sua sinistra e poi contro una colonna del loft. Rimase senza fiato, non avrebbe mai pensato che il corpo esile di Stiles sarebbe riuscito a sollevarlo.

Chris Argent stava puntando la pistola contro Stiles ed un silenzio surreale cadde nella stanza. Derek per primo tratenne il respiro preoccupato oltre ogni limite per il corpo della sua Compagna, così come lo sceriffo che alzò una mano nel tentativo di far tornare del buonsenso nell'uomo « Argent ascoltami: non farlo. ».

Stiles, dal suo punto di vista, stava letteralmente dando di matto. Se Argent le sparava, il suo bambino sarebbe morto così come lei. Dovevano aver trovato un modo per salvarla se stavano tentando di acciuffarla e Argent voleva ucciderla a sangue freddo, lui che per mesi l'aveva istruita facendola diventare un'ottima tiratrice con l'arco.

« Perché no? L'ho già fatto in passato. » rispose l'uomo elencando le creature che aveva ucciso negli anni, aggiungendo che un Nogitsune poteva rientrare benissimo nella sua lista e lo sceriffo non esitò ad estrarre la propria pistola, mentre Derek rialzatosi si fece avanti mettendosi tra il corpo di Stiles e l'arma, ma Argent si spostò finendo con il puntare nuovamente contro Stiles.

« Non sparerai a mia figlia. » disse lo Stilinski iniziando a credere che forse chiedere ad Argent non era stata l'idea migliore. Il Nogitsune sorrise notando che l'aria si era fatta piena di conflitto e caos e per rendere la situazione ancora più interessante pensò bene di far scendere qualche lacrima dagli occhi color wiskey della ragazza che aveva posseduto.

« Papà, mi vuole sparare. » piagnucolò guardando il padre con occhi spaventati « Mi ucciderà, papà. » disse guadagnandosi uno sguardo preoccupato dallo sceriffo nonostante Chris gli dicesse di non ascoltarla, non abbassò la pistola e il Nogitsune pensò bene di approffitarne ancora un po'. Si girò verso Derek, le punte delle dita che toccavano il Marchio sul collo « Derek, ti prego, non voglio morire, voglio stare per sempre con te. » gli disse sbattendo più volte le ciglia e l'uomo si trovò quasi in difficoltà, sapeva benissimo che quella non era la sua Stiles, ma quelle parole lo colpirono e se non fosse stato per Argent che lo richiamava si sarebbe lasciato ingannare.

Dierto di loro il Sole calò mentre il Nogitsune incitava Chris a sparare e lo sceriffo continuava ad urlargli di mettere giù l'arma. Allison capì il suo gioco e provò a far smettere i due uomini di litigare, il Nogitsune sorrise « Non siete qui per uccidermi, ma per proteggermi. » disse girandosi verso la grande vetrata del loft dove comparvero gli Oni.

Lei rimase indietro, lasciandosi proteggere, non avrebbe alzato nemmeno un dito.


Stiles si guardò le mani, annoiata, sapeva di essere nella sua testa che in quel momento aveva la forma della stanza da letto di Derek.

Non riusciva più a vedere cosa stesse succedendo, era completamente esternata dal mondo. Non sapeva se suo padre stesse bene, se Derek fosse ancora in vita, infondo gli Oni con quelle spade non sembravano per niente amichevoli.

Scattò in piedi quando sentì la porta aprirsi per rivelare il Nogitsune, il passo storto e le numerose bende la inquietavano, la sua voce poi non era tra le migliori e anche se le parlava raramente poteva ricordarsi perfettamente com'era.

Le prese una mano guidandola al centro della stanza e lei lo lasciò fare, incapace di opporre resistenza.

Le passò la mano bendata sugli occhi facendoglieli chiudere e quando li riaprì non erano più nella stanza di Derek, ma nella grande sala bianca dove si era ritrovata durante il suo sacrificio. Si guardò introno e vide il Nogitsune seduto sul tronco del Nemeton, davanti la tavola da Go e le ciotole con le pedine.

Si avvicinò fino a trovarsi seduta davanti alla tavola, le gambe incrociate e la mano che affondava nella ciotola di pedine bianche sentendone la liscezza sulle dita. Alzò lo sguardo verso il demone e si morse il labbro, il suo gioco erano gli scacchi, non aveva mai giocato a Go e non aveva intenzione di perdere.

« Una partita Stiles, se vinci lascerò il tuo corpo. » le disse alzando l'indice, come a sottolineare che aveva solo una possibilità per liberarsi e lei se la sarebbe giocata al meglio, voleva tornare a vivere la sua vita, aveva affrontato un Alpha impazzito e un branco di Alpha, una volpe non l'avrebbe certamente fermata.

Mise la prima pedina sulla tavola, il gioco iniziò.


Forse non era la giocatrice più brava, ma per essere la sua prima volta se la stava cavando egregiamente. Certo, il Nogitsune era in vantaggio, la tavola maggiormente coperta dalle pedine nere, ma sapeva di poter tenergli testa ancora per un bel po'.

Non pensava a nulla se non al gioco, scordandosi che forse in quel momento il suo corpo stesse facendo cose orribili, che i suoi amici le stavano dando la caccia per bloccarla.

Fu molto dopo quando sentì un ruggito – le pedine che iniziarono a tremare – e girandosi alla sua destra li vide, era Scott e Lydia. Lì, per salvarla dalla sua stessa mente. Guardò il Nogitsune comprendendo che lui non aveva realmente così tanto potere, lei poteva salvarsi senza giocare la partita a Go.

I palmi delle mani entrarono in contatto con le numerose pedine facendole volare via dalla tavola, la volpe per niente felice iniziò ad urlare facendo tremare tutto intorno a loro.

Non vedeva niente, tantomeno riusciva a respirare. Si tirò su fino a stare in piedi e cercò di portarsi le mani al viso per togliere qualsiasi cosa le stesse evitando di respirare. Provò a fare un passo avanti, alla ricerca di un appoggio, si sentiva così stanca e bisognosa di riposo.

Prima che potesse realmente realizzare cosa stesse succedendo venne spinta con violenza da quattro mani su quella che sembrava essere una poltrona, ma Stiles non sapeva dirlo con certezza.

Provò a liberarsi, a parlare per spiegare a chiunque fosse che aveva bisogno di aiuto e non di essere maltrattata, ma riusciva solamente a far uscire suoni incomprensibili attuttiti da quelle che dovevano essere bende.

« Fermo, fermo, fermo! » la voce di Scott, l'avrebbe riconosciuta tra mille « Ho sentito qualcosa di strano. » spiegò il giovane, aveva sentito una alquanto strana protuberanza sul petto per essere quello di un uomo e lentamente Stiles riuscì a vedere, davanti a lei Scott e Peter. Erano confusi quanto lei, la ragazza tremava e cercava con gli occhi il suo Compagno e il padre, desiderosa di sentirsi dire che andava tutto bene, finalmente libera dalla Volpe.

Purtroppo i guai non erano al termine e il Nogitsune non era stato sconfitto, anzi, aveva rapito Lydia, la sua migliore amica!

Si lasciò aiutare da Melissa a mettersi in piedi, la giovane senza dare troppo nell'occhio portò una mano sul ventre, come per accertarsi che il bambino stesse bene. Salirono le scale con l'aiuto di Scott, era talmente priva di forze che il ragazzo dovette prenderla tra le braccia fino alla sua stanza.

« Vai di sotto con Peter e Deaton, Scott. » ordinò Melissa dopo che il figlio ebbe posato l'amica sul letto. Una volta rimaste sole le si avvicinò e con gentilezza le tolse la pesante giacca e districò il resto delle bende. Stiles rimese sdraiata immobile lasciando la donna prendersi cura di lei, spogliandola dagli abiti del demone e pulirla con un panno bagnato la maggior parte del corpo.

Si lasciò infilare uno dei pigiami di Scott e guardò il soffitto chiedendosi dove fosse Lydia, sperando di rimettersi in tempo per aiutare il branco a cercarla.

Melissa era stranamente silenziosa e Stiles non poteva biasimarla, sicuramente temeva fosse un altro inganno. Sospirò chiudendo gli occhi, era così stanca. L'ultima cosa che vide fu la signora McCall guardarla preoccupata.


Controllo medico, okay, poteva sopportarlo. Melissa era certamente la migliore infermiera di Beacon Hills e per questo sperò vivamente che non scoprisse della gravidanza grazie a quei controlli, magari toccandole il ventre avrebbe sentito il leggero rigonfiamento.

Avevano chiamato Derek, ma non aveva risposto e Stiles si era sentita momentaneamente triste. Una volta avuta la certezza che lei fosse veramente lei sarebbe potuta andare da suo padre, Melissa glielo aveva promesso.

Scott era passato per casa sua per prenderle dei vestiti, quindi ora si trovava ad indossare dei jeans e una maglietta verde. Gli aveva chiesto di chiamare la madre di Kira, così da porre fine a qualsiasi dubbio.

Quando però entrò nella stanza al suo seguito c'era Isaac che senza alcuna esitazione si fiondò su di lei affondando il naso nell'incavo del suo collo mormorando un flebile « Mamma. » e il cuore di Stiles prese a battere più velocemente perché quella era la prima volta che veniva chiamata in quel modo e tra meno di nove mesi avrebbe avuto un figlio tutto suo che l'avrebbe chiamata sempre "mamma".

Gli carezzò lentamente i capelli e sorrise baciandogli una tempia. I McCall guardavano dubbiosi quella scena e Isaac riuscì a sentire la loro inquitudine nell'aria « Sono sicuro sia lei, ha il vero odore di Stiles, non quello più acre di quando era... era posseduta. » spiegò facendo corrucciare Scott, lui non aveva mai notato nessun cambiamento di odore nella ragazza, così come Derek.

« Grazie Isaac, ma c'è solo un modo per esserne sicuri al 100%. » Stiles si sollevò in piedi con non poche difficoltà. Sentiva tutte le forze lasciarla e si aggrappò a Melissa. Scott scosse la testa prima di fare la cosa più saggia: la prese con un braccio dietro le spalle e l'altra sotto le ginocchia. Fu molto attento a scendere le scale, fermandosi ad ogni sibilio di dolore da parte della ragazza.

Una volta arrivati in salotto la signora Yukimura era già lì con sguardo battagliero e Stiles barcollò fino a trovarsi davanti a lei « Ti prego, è troppo pericoloso. » disse Isaac timoroso di vedere uno degli Oni uccidere la Pack Mom. La ragazza sorrise debolmente ignorando tutte le persone che stavano cercando di fermare lei e la Kitsune, le uniche a capire che quel controllo fosse veramente necessario.

Quando gli uomini vestiti in nero apparvero davanti a suoi occhi per un attimo ebbe paura di morire, di lasciare tutti quelli che amava di più e desiderò tanto avere Derek lì con lei in quel momento, ma da quando era tornata in lei nessuno le aveva dato informazioni, credendola ancora posseduta dal Nogitsune.

Il tocco dell'Oni dietro l'orecchio la fece stramazzare a terra, tutti furono su di lei in un secondo e le controllarono il segno che confermò a tutti che sì, lei era la unica e sola Stiles Stilinski.

Ormai era quasi l'alba e gli Oni non potevano andare a caccia del Nogitsune, ma in meno di ventiquattr'ore si sarebbero liberati di lui e salvato Lydia. Dovevano solamente aspettare.


« Se solo trovassi le chiavi. » sentì suo padre dal suo ufficio e non potè fare a meno di sorridere, era sempre la stessa storia con lui. Non si sarebbe mai scordata quella volta che erano rimasti chiusi fuori di casa perché l'uomo aveva dimenticato le chiavi in centrare ed erano carichi di spesa, così da obbligarlo a lasciare una Stiles di soli nove anni sul portico con venti buste della spesa e il cane aggressivo dei vicini che abbaiava nella sua direzione.

« Nella tazza del caffè. » disse quando ormai lei e Scott erano sulla porta, ben visibili all'uomo « Le metti sempre nella tazza vuota. » aggiunse indicando la tazza che le aveva regalato lei stessa per i suoi dieci anni da sceriffo di Beacon Hills, non era niente di particolare, ma era forse stato il regalo più utile che gli avesse fatto in tutta la vita, perché i calzini erano indubbiamente la cosa peggiore da donare.

L'uomo lasciò cadere la giacca a terra e spostando qualsiasi cosa trovasse sul suo cammino per poter abbracciare sua figlia. La prese tra le braccia stringendola talmente forte che Stiles credette di poter smettere di respirare da un momento all'altro.

« Ciao papà. » lo salutò sentendo le lacrime spingere per uscire, mentre lo sceriffo non si stava più contenendo e Stiles sentì chiaramente le piccole goccie scivolarle lungo la guancia.

« È finita. » disse il signor Stilinski guardando Scott. Aveva la sua bambina tra le braccia e voleva dire solamente una cosa e non poteva che esserne felice.

« Non ancora. » rispose Scott facendo nascere un cipiglio dubbioso sul viso dello sceriffo. Stiles gli strinse la mano tra la propria e con un solo sguardo fece capire al padre il desiderio di tornare a casa e dormire, per il suo bene e quello del bambino, ma poi si ricordò di una cosa ancora più importante: Lydia.

Quando il padre fece per portarla fuori dalla porta la ragazza si impuntò « Papà! Il Nogitsune ha preso Lydia! » disse guardandosi intorno rendendosi conto di aver alzato troppo la voce e che qualcuno avrebbe potuto sentirla. Lo sceriffo guardò Scott preoccupato e nonostante volesse fare qualcosa per la giovane Martin sentiva prima la necessità di portare a casa sua figlia e farla riposare.

« Ci penseremo noi, ora ti accompagno a casa. » rispose l'uomo posando un bacio sulla fronte di Stiles e stringendole le spalle. Scott le sorrise cercando di tranquillizzarla « Sei debole, ci penseremo noi a cercarla. » le disse e Stiles non trovò nemmeno le forze per discutere e si fece guidare fuori dalla centrale.


Si era addormentata in macchina e quandò sentì lo sportello aprirsi alzò una mano per fermare il padre che sicuramente aveva intenzione di prenderla in braccio fino alla sua stanza « Evita di romperti la schiena, ora salgo da sola. » biascicò ancora per metà nel mondo dei sogni, ma a quanto pare le sue parole vennero completamente ignorate e si ritrovò tra due braccia che sicuramente non appartenevano nè a suo padre nè a Scott.

Era Derek, il suo compagno e istintivamente strinse tra le mani la sua giacca, come a non volerlo più lasciar andare.

« Mi sei mancato. » sussurrò inalando a pieni polmoni l'odore di muschio bianco del suo uomo. Lo sentì aprire la porta di casa con le chiavi che sicuramente gli aveva dato lo sceriffo e farsi strada fino alla stanza della ragazza per poi lasciarla delicatamente sul letto.

« Der, voglio fare l'amore con te. » sussurrò talmente piano che l'uomo fece fatica a sentirla. Stiles voleva avere la sua seconda volta, voleva provare di nuovo quelle forti emozioni e rimanere sdraiata tra le braccia di Derek per tutta la notte con l'odore di loro due nell'aria.

« Sei stanca, devi riposare. » la voce del Beta era stranamente dolce e la mano che le carezzava lentamente la schiena per poco non la fece ricadere nel mondo dei sogni. Stiles, con tutte le forze che aveva, si mise seduta e prendendo il viso di Derek tra le mani si fiondò in un bacio passionale « Ti prego. » bisbigliò prima di morderlo sul Marchio, come durante la loro prima volta, aveva capito che era stato proprio quel gesto a farlo cedere e non voleva negarsi la possibilità di giocare le sue carte.

Derek sapeva di doversi fermare, di tenere le mani al loro posto e aspettare pazientemente il ritorno dello sceriffo vegliando silenziosamente sulla sua Compagna. Però era impossibile resisterle, non quando lo pregava con quella voce dolce e faceva scorrere le mani sui posti giusti.

La baciò guidandola lentamente contro il letto in modo da parla sdraiare e perse tempo tra baci e carezze « Derek, sono pronta, ti prego. » Stiles invece sembrava essere presa da un'insolita fretta e il licantropo la spogliò ritrovandosi lo stesso spettacolo di mesi fa, la sua Compagna vestita solamente dal suo anello.


Derek guardò il viso di Stiles illuminato dalla Luna, le spalle nude lattee costellate da nei, sembrava talmente tranquilla che l'uomo desiderò poter avere un'espressione simile. Scese con lo sguardo a guardare il resto del corpo della sua Compagna e si sentì in torto a farlo, sapeva quanto la ragazza si vergognasse e tentasse costantemente di coprirlo e fu per questo che prese un lenzuolo posandolo sopra, coprendola.

La vide sorridere nel sonno e sperò che stesse facendo un bel sogno, se lo meritava dopo tutto quello che aveva passato. Si rivestì e fu allora che notò l'odore di Stiles essere leggermente diverso, non ne aveva mai sentito uno del genere anche se aveva una strana sensazione.

Si piegò per lasciarle un bacio sulla guancia prima di scendere in salotto e sedersi sul divano per aspettare lo sceriffo pretendendo che non aveva appena fatto l'amore con sua figlia proprio sotto il suo tetto.

Derek era concentrato con tutti i sensi su Stiles e forse fu per quello che non sentì lo sceriffo entrare « Oh, sei ancora qui. » disse l'uomo togliendosi la giacca « Vado a controllare Stiles e poi vado a letto. Tu... tu se vuoi puoi rimanere qui. » aggiunse e Derek iniziò a sudare freddo perché Stiles nella sua stanza era ancora nuda se non per il lenzuolo e lui non aveva minimamente calcolato la possibilità che il signor Stilinski volesse vederla. Quasi non si strozzò con la sua stessa saliva e fece la prima cosa che gli venne in mente: mise K.O. lo sceriffo.

« Dio, che cosa ho appena fatto? ».


Il calore del Sole sulla spalla la svegliò dolcemente, guardando l'orologio capì immediatamente di essere rimasta sola in casa in quanto il turno di suo padre era iniziato da un pezzo essendo pomeriggio inoltrato. Si guardò al lato notando la mancanza di Derek, ma questo non le impedì di sorridere un po'.

Si mise a sedere tenendosi il lenzuolo contro il petto, diversamente dalla prima volta non sentì alcun dolore lancinante, giusto un lieve fastidio. Andò in bagno per farsi una doccia, cercando di lavarsi via la stanchezza che sentiva. L'acqua era bollente, il vapore riempì in poco tempo la piccola stanza, ma Stiles sentiva ancora freddo, quasi da tremare come una foglia.

« Stiles? » la voce di Derek le fece battere più velocemente il cuore, non si aspettava di sentirlo, credeva di essere rimasta sola. Cercò subito di calmarsi e di non far scattare nel licantropo qualsiasi allarme « Posso entrare? » insisté l'uomo non ricevendo alcuna risposta e Stiles si girò a guardare la porta con uno scatto che finì con lo sbattere il gomito contro le piastrelle causandosi ulteriore dolore.

« No, sono nuda! » rispose per poi darsi della stupida perché ormai non aveva più nulla da nascondere, almeno non a Derek. Uscì dalla doccia e indossò l'accapattoio in spugna, lo chiuse per bene e con il cappuccio iniziò a strofinarsi i capelli per asciugali, doveva andare da Scott e cercare Lydia.

« Devo andare, ma questa sera finirà tutto, te lo prometto. » la salutò Derek baciandola sulle labbra per poi saltare fuori dalla finestra di tutta fretta facendola sorridere, il suo Compagno doveva assolutamente perdere il vizio e iniziare ad usare la porta come una qualsiasi altra persona normale.

Era pronta ad uscire quando si fermò a guardare la sua scrivania dove erano posati i guanti da lacrosse. Li prese tra le mani guardandoli attentamente e in modo autonomo prese un pennarello indelebile nero firmandoli.

Rimase nella sua stanza per minimo un'altra mezz'ora e quando vi uscì dedicò un'ultimo sguardo, aveva un brutto presentimento. Scendendo le scale osservò tutte le foto appese alla parete godendosi il viso sorridente dei suoi genitori, dalla foto del matrimonio fino a quella del suo settimo compleanno.

Si chiuse la porta alle spalle e corse fuori, salì in fretta nella Jeep anche se non si sentiva un granché bene per mettersi a guidare.

Dovevano trovare Lydia.


Stiles rimase piacevolmente colpita quando scoprì che Scott e Isaac senza il suo aiuto erano riusciti a trovare il posto in cui il Nogitsune teneva Lydia. Fortunatamente era arrivata in tempo per portarli ad Oak Creek, non erano per niente contenti, pensavano che dovesse rimanere a casa a riposare, ma Stiles non poteva lasciare una dei suoi migliori amici in pericolo. Cavolo, sarebbe andata a cercare anche Allison nonostanse le stesse antipatica.

Non si sentiva per niente bene e appena Scott la toccò le sue vene divennero nere mentre un lieve sollievo si irradiava per la giovane. I due ragazzi la guardarono preoccupata, ma finse di non notarlo.

Quando arrivarono trovarono già Allison e Kira sul posto, eccolo lì il branco, anche se mancavano degli elementi. Stiles fissò l'arco di Allison chiedendosi perché non avesse portato il suo.

« Tu vai con Scott, io lo rallenterei solamente, dammi arco e frecce. » disse tendendo la mano verso l'Argent che non sembrava molto convinta, ma dopo un piccolo cenno di testa da parte di Isaac che sembrava dire « Tranquilla, a lei ci penso io. » cedette le armi e si affrettò a raggiungere il McCall.

Si separarono subito, lei insieme al biondo e Kira andarono avanti rimamendo nella zona scoperta, ma la loro avanzata venne subito bloccata dalla madre della Kitsune. Sbuffò stanca, era mai possibile che doveva trovare sempre qualcuno a sbarrare loro la strada?

Ci fu un'imbarazzante discussione mamma/figlia in cui la donna sembrava molto propensa ad ucciderla lì sul momento pur di liberarsi del Nogitsune, ma Isaac le si parò davanti facendole da scudo. Alzò gli occhi al cielo, non era una bambina, sapeva difendersi e poi era lei la Pack Mom, doveva prendersi cura dei suoi cuccioli, non metterli in pericolo.

Tese l'arco pronta a colpirla, non le avrebbe permesso di fare del male al suo bambino nè ai membri del branco. Ovviamente, però, doveva esserci un colpo di scena ed eccola lì, la sua copia che sorrideva beffarda.

« C'è stato un cambio di proprietà. » disse e Stiles vide gli Oni dietro di lui capendo subito una cosa: erano stati fregati alla grande.

Iniziare a scoccare frecce fu istintivo, sentì tutto il dolore scivolare via per lasciar spazio all'adrenalina. La sua mira era perfetta, ma gli Oni troppo veloci per essere colpiti. Salì su una pedana per avere una traiettoria maggiore, le mani che si muovevano automaticamente, il freddo della notte che non sembrava nemmeno sfiorarla per quanto caldo stava sentendo sopraffatta da mille emozioni.

Vide Isaac cadere a terra dopo un colpo dritto nello stomaco e prima che l'Oni potesse affondare la spada nella sua carne corse andando a bloccarlo usando l'arco e usò la frizione per restituirgli il colpo prendendolo sul viso. Kira poco pi ù in là stava facendo la sua parte, ma nessuno dei tre sembrava essere in grado di neutralizzarli.

Due Oni stavano colpendo ripetutamente Isaac, era quasi allo stremo e se Stiles non si sarebbe mossa in tempo sarebbe morto. Prese l'ultima delle freccie dalle punte d'argento e tese l'arco, tutto sembrava andare a rallentatore, Isaac a terra e la freccia che viaggiava con velocità contro l'Oni.

L'aveva preso, ce l'aveva fatta, ne aveva netraulizzato uno. Tutto tremò e il Nogitsune sembrò furioso. Ebbe il tempo di distendere le labbra in un piccolo sorriso, aveva capito come fermarlo, ma quando si girò per guardare nella direzione di Kira vide appena la maschera minacciosa dell'Oni avvicinarsi e sentì chiaramente qualcosa attraversarla da parte a parte.

Fu come se il tempo si fermasse, tutto intorno a lei divenne come una nuvola scura che non le permetteva di vedere chiaramente quello che stava succedendo.

Intrecciò le dita premendosi le mani sulla ferita che le aveva inferto l'Oni cercando di fermare la fuoriscita di sangue. Si ritrovò a barcollare fino a cadere a terra, lo sforzo per riuscire a vedere il suo branco la distoglieva dal pensare alla ferita. Vide Isaac correrle incontro, ma prima che potesse arrivare due mani grandi che avrebbe sempre riconosciuto l'afferrarono e la sua schiena non posò più sul freddo asfalto, ma sulle gambe del suo migliore amico. Chiuse gli occhi, beandosi di quel contatto sentendo perfettamente Allison arrivare con Lydia.

Sorrise perché erano tutti salvi e lei aveva scoperto come fermare gli Oni.

« Stiles, Stiles ti prego apri gli occhi. » le disse Scott carezzandole dolcemente il viso con mano tremante. La ragazza fece come chiesto e provò in tutti i modi di non piangere, nonostante sentisse gli occhi riempirsi di lacrime.

« Va–va tutto bene, S–Scott. » disse raggiungendo la mano del ragazzo con una delle sue, sporcandolo di sangue « N–non ti preoccupare. » aggiunse mentre calde lacrime iniziarono a rigare le sue guance che diventavano sempre più fredde.

Sentì Isaac cadere in ginocchio al suo fianco e prenderle l'altra mano portandole via del dolore che non era nemmeno lontanamente paragonabile a quello che stava provando emotivamente. Era la Pack Mom, non poteva lasciare i suoi cuccioli e il suo Compagno, non voleva.

« S–Scott. » chiamò con voce spezzata « Mio padre, promettimi che ti prenderai cura di lui. » singhiozzò ormai senza alcun ritegno.

« Shh, shh! » bisbigliò l'Alpha premendo le loro fronti « Adesso ti porteremo all'ospedale, Stiles, starai bene. » disse cercando lui stesso di non piangere, voleva essere forte per lui, Stiles e il branco che stava assitendo alla scena.

« E di Derek. » continuò invece la Stilinski « Non dovete lasciare che questo rovini le vostre vite, dovete andare avanti. S–Scott, t–tu sei il migliore amico che si possa desiderare, sono contenta di aver passato tutta la mia vita con te. » disse nonostante le parole le uscissero a fatica e vedere i due licantropi vicini a lei piangere le spezzò il cuore. Chiuse nuovamente gli occhi pensando al bambino che portava in grembo e prese un respiro profondo, aveva poco tempo e doveva usarlo come meglio poteva, senza lasciare nulla in sospeso.

« Le frecce » disse attirando l'attenzione di Allison « Le frecce rimangono negli Oni e li neutralizzano, usate le frecce. » spiegò e guardò la cacciatrice affidando silenziosamente a lei il compito di fare il necessario per salvare la loro città, la cara e vecchia Beacon Hills. Singhiozzò un'altra volta quando una lacrima di Isaac le colpì le labbra.

« Non gliel'ho mai detto, nonostante fosse il mio Compagno. » disse in ormai un sussurro, troppo stanca per azare la voce « Dite–dite a Derek che l'ho amato veramente e a mio padre che mi dispiace. ».

Isaac guaì come un cane ferito, non voleva credere che la sua Pack Mom, colei che si era presa cura di lui come suo padre non aveva mai fatto, stesse morendo pensando che lo sceriffo si sarebbe arrabbiato con lei.

Incurante delle mani insanguinate dedicò un'ultima carezza sui visi dei suoi due cuccioli prima di esalare l'ultimo respiro e chiudere gli occhi per l'eternità. Il Marchio si scurì passando da un tenue rosa a lunghe striate nere che arrivarono fino al cuore per poi scomparire lasciandone solo un alone nero.

Il lontananza un ululato colmo di dolore raggiunse le orecchie dei presenti.

Era Derek.






Angolo me:

Oh, uhm, ecco...

Volete uccidermi, vero? Tranquille, pure io ho voluto farmi fuori dopo aver riletto questo capitolo (sì, mi è anche scappata una lacrima, lo so, sono stupida).

Odiatemi, fucilatemi, ma ormai non posso più tornare indietro e sì, il prossimo sarà l'epilogo con una piccola parte scritta fresca fresca nel novembre 2016 perché infondo una piccola aggiunta doveva esserci.

Stay turned,

Sel



P.s: Oh, ora la storia è anche su Wattpad (che ancora non capisco molto bene come funziona)!


   
 
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