Harry Potter non sa cosa aspettarsi mentre
Silente prepara l’occorrente per mostrargli i ricordi di James del 31 ottobre
del 1981. Harry ha provato a farsi raccontare la verità durante le due ore e
mezzo in cui è rimasto seduto accanto al suo letto, ma non c’è stato verso di
fargli aprire bocca. Così, ha deciso di rivolgersi a Silente, che non ha
esitato a farsi dare un ampolla con i ricordi di quella notte.
-Non poteva semplicemente parlarmene?- ringhia infastidito.
Silente non risponde, anche se Harry ha la sensazione che gli abbia scoccato un
occhiata di biasimo. Lo guarda rovesciare il ricordo di quella notte nel
Pensatoio, che non è altro che una sorta di bacinella in cui è possibile rivivere
i ricordi di qualcuno , e poi voltarsi verso di lui.
-Sei sicuro di volerlo vedere, Harry?- gli chiede dolcemente.
Una parte di Harry vorrebbe dire di no, un’altra, invece, sa che quella è
l’unica cosa da fare. Afferra i bordi del Pensatoio, e osserva l’acqua
che ristagna sul fondo. Sembra acqua, ma chissà che diavolo è in realtà.
Sospira e dopo un momento passato con gli occhi chiusi, si tuffa nel passato.
-Lily prendi Harry e scappa!-
James Potter sa che queste saranno le sue ultime parole, e nonostante
tutto riesce a sorridere a Lily che lo guarda dalle scale. Deve sembrare sicuro
di sé. Tranquillo. O lei non gli volterà mai le spalle. Morirà lì, con
lui, e per Harry sarà la fine.
Lily tentenna con una mano sul corrimano, non vuole lasciarlo, e James
sente il cuore traboccare di gratitudine verso il Cielo per avergli concesso di
avere una moglie così devota. Le sorride nella maniera più spavalda che
conosce, nonostante le labbra che tremano e gli occhi lucidi, e Lily gli
sorride a sua volta, nonostante le lacrime che le rigano le guancie.
Sale le scale a due a due mentre la porta si apre lentamente, James si volta e Voldemort appare. Indossa un lungo mantello nero, una
falda del cappuccio gli copre il viso, tanto che James riesce solo a
scorgerne le labbra pallide tirate in un sorriso.
-Sei disarmato James Potter.- mormora l’Oscuro Signore e James sa che è
l’inizio della fine.
Il primo incantesimo lo sorprende, e lo abbatte al suolo. Non è un Avadakedavra, ma un incanto tagliente così potente da
avergli fatto quasi esplodere la gamba destra. Quasi urla per il dolore, ma
qualcosa gli impedisce di farlo. L’orgoglio forse.
Stringe le mani a pugno, e si tira su lentamente, appoggiandosi al muro
per avere un sostegno.
-Non…- ansima -…Mi
hai fatto…- sorride -…Nulla.-
Un espressione sorpresa passa sul volto dell’Oscuro Signore mentre lo guarda
fronteggiarlo con la sola forza della disperazione a reggerlo in piedi.
Alza di nuovo la bacchetta e James non può fare nulla per ripararsi. Cade di
nuovo a terra, il viso per metà scarnificato, l’occhio esploso come un
acino d’uva. Il sangue è ovunque, nelle narici, nella bocca, ma ancora si
alza, e per quel poco che riesce a vedere, l’Oscuro Signore, è
davvero sorpreso. Non è una sua impressione.
Di nuovo lo colpisce, senza dargli il tempo di respirare, il braccio si spezza,
la carne si apre in decine di punti, James non ha la forza di alzarsi stavolta,
ma cerca di farlo. Rotola sulla pancia, cerca di aggrapparsi al corrimano, i
passi di Voldemort si fanno più vicini, sta per
dargli il colpo di grazia.
E invece no. Gli ricostruisce l’occhio, e con la punta della bacchetta, lo
costringe ad alzarsi il viso su di lui. Lo guarda a lungo, prima di allargarsi
in un sorriso.
-Ti auguro di vivere a lungo, James Potter. -
Il resto è confuso.
James sente Lily cadere, e le lacrime lo accecano mentre cerca di
strisciare su per le scale. La chiama, chiama Harry, spera che anche con lei, Voldemort si sia divertito e basta, ma sa che non è così.
Il pianto di Harry si spegne in un gorgoglio, così come la forza di James, che
perde conoscenza a metà della rampa di scale.
Severus che gli cammina letteralmente sopra pur di
andare da Lily, James lo ricorda come una figura confusa a cui cerca di
chiedere aiuto, ma non riesce a parlare. Alza solo una mano verso di lui, prima
che tutto si spenga di nuovo, fino al nuovo sprazzo di lucidità. Accade quando
si ritrova a guardare da vicino il volto di Malocchio Moody,
che lo sta medicando.
-…Lily…- geme appendendosi alle braccia del
mago. Alastor scrolla la testa, e James sa, non ha
bisogno di chiedere . Le lacrime scendono copiose, il loro sale corrode la
carne ferita, ma non gli importa. Lily è morta. Harry piange fra le braccia di Kingsley Shacklebolt, così
giovane da sembrare fuori posto. James tira su con il naso mentre guarda suo
figlio gemere e lamentarsi.
Si sta toccando la bocca, ha fame, pensa, prima di vedere Kingsley voltarsi perplesso, e una luce bianca
avvolgerlo completamente. James alza la testa sconvolto, la stessa sorte tocca
a Malocchio, il resto dei presenti rimane immobile, sconvolto, mentre il
prossimo Ministro della Magia, Cornelius Caramell, si fa avanti. James lo guarda prendere Harry
dalle mani di un immobile Kingsley e
cullarlo.
-Non ti preoccupare, James.-
sorride al bambino - Verrà trattato come un Salvatore, da tutta la
comunità magica.-
Harry
cade a sedere all’indietro e subito alza gli occhi su Silente che lo osserva
serio in viso. Non può credere a quanto a visto. Caramell,
quel maledetto bastardo, ha deciso di renderlo un orfano per dare alla comunità
magica un salvatore a cui aggrapparsi! Ha giocato con la sua vita, l’ha riscritta
come se fosse un personaggio di un libro. Si
porta la testa fra le mani, accecato dall’odio. Vuole ucciderlo,
maledizione!
Silente annuisce mestamente, e ad Harry basta per capire che le sue deduzioni sono
esatte. Si alza senza dire una parola,
e lascia l’ufficio del preside sbattendo
la porta dietro di sé. Silente raccoglie
di nuovo il ricordo di James nell’ampolla e si volta verso la persona che ha
assistito nell’ombra la scena.
-James non lo ricorda.- lo informa.
-Capisco...- il volto di Severus è scuro mentre
fronteggia Silente - Ho bisogno del suo aiuto Preside.-
Quando Harry entra in infermeria, James è girato su un fianco verso la
finestra. Harry non si da’ tempo di pensare, e dopo aver fatto il giro del
letto, sale su di esso, e si stende accanto a lui rubandogli un pezzo di cuscino.
-Perché volevi che vedessi?- gli chiede.
James non apre gli occhi, ma Harry sa che è sveglio.
-Papà.- sussurra poggiando la fronte contro la
sua. Se ne stanno lì, così, per un tempo
indefinito, nonostante le lacrime di Harry che bagnano il cucino, e il suo
respiro affaticato , James non fa nulla per consolarlo. Lo lascia sfogare, toccargli il viso e il collo, prendere
familiarità con quello che è successo.
-Mi avresti creduto sulla parola?-
Harry scrolla la testa. No, Non lo avrebbe creduto. Nonostante tutto, avrebbe
pensato a una balla. Avrebbe cercato di
odiarlo, piuttosto che scoprire il fianco e lasciarsi andare. Anche con Sirius è stato la stessa cosa, nonostante le sue
spiegazioni, ha desiderato di ucciderlo
fino a quando Peter Minus non è apparso fra loro.
James lo spinge contro di sé, e poggia la guancia sana contro la sua e Harry
chiude gli occhi mentre inspira ed espira il suo odore. Ora comprende
l’espressione beata di Dudders quando, da bambino, si
addormentava sul pancione di zio Vermont.
-Mi dispiace di essere vivo al posto di Lily.- Harry
scrolla la testa mentre lo abbraccia da sopra le coperte. Non deve scusarsi di
nulla -Mi dispiace così tanto.-
-Sei un testaturbante[*]? Davvero?-
Remus Lupin annuisce distrattamente mentre aiuta
Molly a preparare la tavola. Durante la
cerimonia di smistamento, ha litigato
per più di cinque minuti con il Capello,
perché lui voleva a tutti i costi
venire smistato a Corvonero, mentre il cappello era
più che deciso a mandarlo fra i Grifondoro. Sorride
al ricordo di come il Cappello tentava
di tirare la ragione dalla sua parte, facendogli girare la testa a destra e a
sinistra, quasi lo stesse scrollando.
-Perché volevi essere smistato a Corvonero?- gli
chiede Tonks interessata. Sirius pizzica il fianco di Andrea, e quando questa
si gira verso di lui, le fa cenno di guardare.
La ragazza ridacchia. Tonks è così palese nei suoi
sentimenti, che pure i sassi, ormai, si sono resi conto che si è presa una
bella cotta per Remus.
Remus si chiude nelle spalle: - Fra i Grifondoro c’era qualcuno che avevo paura di incontrare.-
-Tu invece sei stato smistato subito a Grifondoro?-
-Sì.- Sirius non riesce a trattenere una risata al ricordo - Non
potrò mai dimenticare la faccia di tua madre e di Narcissa
mentre mi guardavano.-
Un Black
smistato a Grifondoro non si era mai visto
prima. Le due sorelle lo fissavano come se fosse stato un alieno, mentre lui,
lui se la rideva ed era così felice che si sarebbe strappato il Cappello dalla
testa per riempirlo di baci. Entrare a Serpeverde,
avrebbe significato compiere il primo passo verso il luminoso avvenire da Mangiamorte che Walburga e Orion avevano preparato per lui.
-Tu invece?-
Andrea alza gli occhi dal suo piatto, e bofonchia la sua risposta. Quasi testaturbante. Tonks si sistema
sulla seggiola , pronta ad ascoltare, ma la ragazza non sembra volerne parlare.-Qual’era l’altra casa?- la punzecchia allora.
-Tassorosso.-bofonchia.
-TASSOSPORCO?- Sirius
scoppia a ridere, incurante dello sguardo assassino di Tonks,
Tassorosso non solo nella casata, ma anche nel cuore.
Batte le mani sul tavolino, ridendo , mentre le guancie di Andrea cambiano
svariate tonalità di rosso.
Non si direbbe, ma ha un carattere migliore di quanto la sua fama di
attaccabrighe lasci passare, non avrebbe poi stonato così tanto fra i Tassorosso. Sbuffa
dalle narici mentre Sirius continua a ridere a
crepapelle, e gli scocca un occhiata da sotto in su.
-Perché ridi? Infondo non ti ricordi di me ai tempi della scuola.- Sirius si zittisce di botto, lo stesso vale per Tonks che gli stava urlando contro - Se sono diventata
così, è anche per colpa tua.-
Sirius guarda Andrea alzarsi da tavola e uscire dalla
stanza senza dire una parola, e con un verso infastidito, si lascia cadere contro la spalliera della seggiola. Azkaban, i Dissennatori, gli hanno
tolto un sacco di ricordi felici, non ricorda più la faccia di Remus e James da ragazzi, né quella di Lily, e purtroppo
non ricorda Andrea.
E’ stato Remus a dirgli che, durante il suo ultimo
anno, aveva preso in simpatia una primina di Grifondoro, è che quella era proprio l’auror da
cui era scappato per mesi, Andrea Moody, l’unica
figlia di Malocchio. Sirius, non l’aveva assolutamente riconosciuta, anche
se, il suo odore, gli era sembrato familiare.
-L’hai offesa.- Remus scrolla la testa e Tonks fa altrettanto. Sono inquietanti. Sirius
aggrotta la fronte mentre li guarda.
-Stavo scherzando!- prova a difendersi.
Stava scherzando, maledizione!
Sirius sbuffa davanti al divano dove Andrea sta
schiacciando un pisolino e alza gli occhi al soffitto. Scusarsi non è mai stato
il suo forte, se poi non capisce perché dovrebbe farlo, peggio ancora. Perché diavolo dovrebbe essere colpa sua se è
diventata una stronza, scorbutica e manesca? Si gratta la testa mentre la guarda e alla fine, opta per l’unica
soluzione che gli viene in mente. Far tornare la pace con Pagnottella, come la chiama Alastor,
facendola arrabbiare per qualcosa di futile.
-Così mi insulterà, scaricherà i nervi, e io potrò evitare di scusarmi.-
Muta in cane, e sale sul divano con lei.
L’urlo di Andrea desta Walburga, che a sua volta,
inizia ad urlare così forte da far tremare i vetri. Remus
piomba in salotto assieme a Molly e gli altri,
e come gli altri si ferma a
guardare la scena scioccato. Andrea ha sollevato il tavolinetto da tea sopra la
testa, e sta per abbatterlo su un Sirius seduto ai
suoi piedi .
-Andrea che diavolo?- Remus
si risveglia dalla sorpresa, e va ad afferrare la ragazza per le braccia per
farle mettere giù il tavolo. Questa sta ringhiando insulti e imprecazioni a
bassa voce quando Remus l’acchiappa: -Bastardo!
Maledetto!Vergogna della nazione!-
-Sirius, si può sapere che diavolo le hai fatto?- Sirius sposta lentamente le mani che si era portato alla
testa e guarda Remus irritato. Non le ha fatto
niente, per Merlino! Le ha solo leccato la faccia da cane, e ha reagito come se avesse cercato
di infilarle le mani nelle mutande. Remus rimane
serio per qualche istante, prima di iniziare a ridere.
-E’ cinofoba, ha paura dei cani!-
-Sai Moony,
l’odore di Andrea...-
Remus alza un sopracciglio senza scostare lo sguardo
dal libro che sta leggendo. C’è voluta la mano del Cielo per calmare Andrea, e
ancor di più, per calmare Alastor, deciso a vendicare
la figlia facendosi un manicotto di pelliccia di cane.
-…Somiglia a quello del miele.- inspira profondamente
- E’ un odore che mi piace.-
Le labbra di Remus si piegano in un sorriso, memore
di aver già sentito dire una cosa del genere al Sirius
Black di diciotto anni, mentre costringeva una
minuscola bimba bionda ad accompagnarlo agli allenamenti di Quidditch.
-Perché non…- le parole di Remus
vengono coperte dal crepitare delle fiamme nel camino, i due Malandrini si
voltano assieme, giusto in tempo per vedere Severus Piton uscire spazzolandosi la palandrana nera.
-Piton.- come al solito, Sirius
non può fare a meno di mostrare la sua ostilità. Remus
invece, è molto più educato. Si alza, mettendo di lato il libro che stava
leggendo. È a lui che Severus si rivolge.
-Lily è viva, dovete aiutarmi a riportarla a casa.-
Fine
capitolo:
Un grazie a chiunque avrà la bontà di lasciarmi le sue impressioni, belle o brutte che siano.
Ino chan.
[*]Testurbante è un termine arcaico di Hogwarts
che definisce uno studente il cui Smistamento sia durato più di cinque minuti. [fonte: Harry Potter Wiki]
[*] Remus, testa turbante, è un mio headcanon