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Autore: Ino chan    30/11/2016    6 recensioni
* Tutto ha inizio con un nuvo Professore di Cura delle Creature Magiche, e la sua voce, che ad Harry ricorda qualcuno ...*
Quando Harry spalanca la porta dell’unico vagone rimasto libero, sta ancora masticando una serie di colorite imprecazioni ai danni di Malfoy e compagni. Più passa il tempo, più il loro senso dello humor cala, e se in passato, visti da fuori, i loro scherzi potevano sembrare anche divertenti, ora sono solo infantili e stupidi.
Alle spalle di Harry, Hermione mormora parole di conforto al protagonista all’ultima sparata da maschio alpha di Draco, il povero Grattastinchi, passato dall’avere una pelliccia rosso fuoco, ad una meno virile rosa confetto.
L’unico che sembra divertirsi è Ron.
Da che Draco ha deciso di far diventare femmina il gatto di Hermione non smette di ridacchiare sotto i baffi. Non sono i servite occhiatacce e una gomitata ben assestata a un fianco per farlo smettere. Da una parte, Harry può comprenderlo, visto che, in quelle condizioni, Grattastinchi è ar dir poco ridicolo, dall’altra si chiede come diavolo potrebbe fare a sedare una rissa, se Hermione dovesse decidere di lavare l’onore del suo famiglio con il sangue.
Genere: Avventura, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: I Malandrini, Il trio protagonista, Nuova generazione di streghe e maghi | Coppie: Harry/Ginny, James/Lily, Remus/Ninfadora
Note: Lime, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7, Nuova generazione
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Harry Potter non sa cosa aspettarsi mentre Silente prepara l’occorrente per mostrargli i ricordi di James del 31 ottobre del 1981. Harry ha provato a farsi raccontare la verità durante le due ore e mezzo in cui è rimasto seduto accanto al suo letto, ma non c’è stato verso di fargli aprire bocca.  Così, ha deciso di rivolgersi a Silente, che non ha esitato a farsi dare un ampolla con i ricordi di quella notte.
-Non poteva semplicemente parlarmene?- ringhia infastidito.
Silente non risponde, anche se Harry ha la sensazione che gli abbia scoccato un occhiata di biasimo. Lo guarda rovesciare il ricordo di quella notte nel Pensatoio, che non è altro che una sorta di bacinella in cui è possibile rivivere i ricordi di qualcuno , e poi voltarsi verso di lui.
-Sei sicuro di volerlo vedere, Harry?- gli chiede dolcemente.
Una parte di Harry vorrebbe dire di no, un’altra, invece, sa che quella è l’unica cosa da fare. Afferra  i bordi del Pensatoio, e osserva l’acqua che ristagna  sul fondo. Sembra acqua, ma chissà che diavolo è in realtà.
Sospira e dopo un momento passato con gli occhi chiusi, si tuffa nel passato.

-Lily prendi Harry e scappa!-
James Potter sa che queste saranno le sue ultime parole, e nonostante  tutto riesce a sorridere a Lily che lo guarda dalle scale. Deve sembrare sicuro di sé. Tranquillo.  O lei non gli volterà mai le spalle. Morirà lì, con lui, e per Harry sarà la fine.
Lily tentenna con una mano sul corrimano,  non vuole lasciarlo, e James sente il cuore traboccare di gratitudine verso il Cielo per avergli concesso di avere una moglie così devota. Le sorride nella maniera più spavalda che conosce, nonostante le labbra che tremano e gli occhi lucidi, e Lily gli sorride a sua volta, nonostante le lacrime che le rigano le guancie.
Sale le scale a due a due mentre la porta si apre lentamente, James si volta e Voldemort appare. Indossa un lungo mantello nero,  una falda del cappuccio gli copre il viso, tanto che James  riesce solo a scorgerne le labbra pallide tirate in un sorriso.
-Sei disarmato James Potter.-  mormora l’Oscuro Signore e James sa che è l’inizio della fine.

Il primo incantesimo lo sorprende, e lo abbatte al suolo. Non è un Avadakedavra, ma un incanto tagliente così potente da avergli fatto quasi esplodere la gamba destra. Quasi urla per il dolore, ma qualcosa gli impedisce di farlo.  L’orgoglio forse.
Stringe le mani a pugno, e si tira su  lentamente, appoggiandosi al muro per avere un sostegno.
-Non…-  ansima -…Mi hai fatto…-  sorride -…Nulla.-
Un espressione sorpresa passa sul volto dell’Oscuro Signore mentre lo guarda fronteggiarlo con la sola forza della disperazione a reggerlo in piedi.  Alza di nuovo la bacchetta e James non può fare nulla per ripararsi. Cade di nuovo a terra, il viso  per metà scarnificato, l’occhio esploso come un acino d’uva. Il sangue è ovunque, nelle narici, nella bocca, ma ancora si alza,  e  per quel poco che riesce a vedere, l’Oscuro Signore, è davvero sorpreso. Non è una sua impressione.
Di nuovo lo colpisce, senza dargli il tempo di respirare, il braccio si spezza, la carne si apre in decine di punti, James non ha la forza di alzarsi stavolta, ma cerca di farlo. Rotola sulla pancia, cerca di aggrapparsi al corrimano, i passi di Voldemort si fanno più vicini, sta per dargli il colpo di grazia.
E invece no. Gli ricostruisce l’occhio, e con la punta della bacchetta, lo costringe ad alzarsi il viso su di lui. Lo guarda a lungo, prima di allargarsi in un sorriso.
-Ti auguro di vivere a lungo, James Potter. -

Il resto è confuso.
James  sente Lily cadere,  e le lacrime lo accecano mentre cerca di strisciare su per le scale. La chiama, chiama Harry, spera che anche con lei, Voldemort si sia divertito e basta, ma sa che non è così. Il pianto di Harry si spegne in un gorgoglio, così come la forza di James, che perde conoscenza  a metà della rampa di scale.
Severus che gli cammina letteralmente sopra pur di andare da Lily,  James lo ricorda come una figura confusa a cui cerca di chiedere aiuto, ma non riesce a parlare. Alza solo una mano verso di lui, prima che tutto si spenga di nuovo, fino al nuovo sprazzo di lucidità. Accade quando si ritrova a guardare da vicino il volto di Malocchio Moody, che  lo sta medicando.
-…Lily…-  geme appendendosi alle braccia del mago. Alastor scrolla la testa, e James sa, non ha bisogno di chiedere . Le lacrime scendono copiose, il loro sale corrode la carne ferita, ma non gli importa. Lily è morta. Harry piange fra le braccia di
Kingsley Shacklebolt, così giovane da sembrare fuori posto. James tira su con il naso mentre guarda suo figlio  gemere e lamentarsi.
Si sta toccando la bocca, ha fame, pensa,  prima di vedere Kingsley voltarsi perplesso, e una luce bianca avvolgerlo completamente. James alza la testa sconvolto, la stessa sorte tocca a Malocchio, il resto dei presenti rimane immobile, sconvolto, mentre il  prossimo Ministro della Magia, Cornelius Caramell, si fa avanti. James lo guarda prendere Harry dalle mani di un immobile Kingsley   e cullarlo.
-Non ti preoccupare, James.- sorride al bambino -  Verrà trattato  come un Salvatore, da tutta la comunità magica.-
 

Harry cade a sedere all’indietro e subito alza gli occhi su Silente che lo osserva serio in viso. Non può credere a quanto a visto. Caramell, quel maledetto bastardo, ha deciso di renderlo un orfano per dare alla comunità magica un salvatore a cui aggrapparsi! Ha giocato con la sua vita, l’ha riscritta come se fosse un personaggio di un libro.  Si  porta la testa fra le mani, accecato dall’odio. Vuole ucciderlo, maledizione!
Silente annuisce mestamente, e ad Harry  basta per capire che le sue deduzioni sono esatte. Si  alza senza dire una parola, e  lascia l’ufficio del preside sbattendo la porta dietro di sé.  Silente raccoglie di nuovo il ricordo di James nell’ampolla e si volta verso la persona che ha assistito nell’ombra la scena.
-James non lo ricorda.- lo informa.
-Capisco...- il volto di Severus è scuro mentre fronteggia Silente - Ho bisogno del suo aiuto Preside.-

Quando Harry entra in infermeria, James è girato su un fianco verso la finestra. Harry non si da’ tempo di pensare, e dopo aver fatto il giro del letto, sale su di esso, e si stende accanto a lui  rubandogli un pezzo di cuscino.
-Perché volevi che vedessi?- gli chiede.
James non apre gli occhi, ma Harry sa che è sveglio.
-Papà.- sussurra poggiando la fronte contro la sua.  Se ne stanno lì, così, per un tempo indefinito, nonostante le lacrime di Harry che bagnano il cucino, e il suo respiro affaticato , James non fa nulla per consolarlo. Lo lascia sfogare,  toccargli il viso e il collo, prendere familiarità con quello che è successo.
-Mi avresti creduto sulla parola?-
Harry scrolla la testa. No, Non lo avrebbe creduto. Nonostante tutto, avrebbe pensato a una balla.  Avrebbe cercato di odiarlo, piuttosto che scoprire il fianco e lasciarsi andare. Anche con Sirius è stato la stessa cosa, nonostante le sue spiegazioni, ha desiderato di ucciderlo  fino a quando Peter Minus  non è apparso fra loro.
James lo spinge contro di sé, e poggia la guancia sana contro la sua e Harry chiude gli occhi mentre inspira ed espira il suo odore. Ora comprende l’espressione beata di Dudders quando, da bambino, si addormentava sul pancione di zio Vermont.
-Mi dispiace di essere vivo al posto di Lily.- Harry scrolla la testa mentre lo abbraccia da sopra le coperte. Non deve scusarsi di nulla -Mi dispiace così tanto.-

-Sei un testaturbante[*]? Davvero?-
Remus Lupin annuisce distrattamente mentre aiuta Molly a preparare la tavola.   Durante la cerimonia di smistamento,  ha litigato per più di cinque minuti con il Capello,  perché  lui voleva a tutti i costi venire smistato a Corvonero, mentre il cappello era più che deciso a mandarlo fra i Grifondoro. Sorride al ricordo di come il  Cappello tentava di tirare la ragione dalla sua parte, facendogli girare la testa a destra e a sinistra, quasi lo stesse scrollando.
-Perché volevi essere smistato a Corvonero?- gli chiede Tonks interessata. Sirius  pizzica il fianco di Andrea, e quando questa si gira verso di lui,  le fa cenno di guardare. La ragazza ridacchia. Tonks è così palese nei suoi sentimenti, che pure i sassi, ormai, si sono resi conto che si è presa una bella cotta per Remus. 
Remus si chiude nelle spalle: - Fra i Grifondoro c’era qualcuno che avevo paura di incontrare.-

-Tu invece sei stato smistato subito a Grifondoro?-
-Sì.-  Sirius non riesce a trattenere una risata al ricordo - Non potrò mai dimenticare la faccia di tua madre e di Narcissa mentre mi guardavano.-
Un Black  smistato a Grifondoro non si era mai visto prima. Le due sorelle lo fissavano come se fosse stato un alieno, mentre lui, lui se la rideva ed era così felice che si sarebbe strappato il Cappello dalla testa per riempirlo di baci. Entrare a Serpeverde, avrebbe significato compiere il primo passo verso il luminoso avvenire da Mangiamorte che Walburga e Orion avevano preparato per lui.
-Tu invece?-
Andrea alza gli occhi dal suo piatto, e bofonchia la sua risposta. Quasi testaturbante. Tonks si sistema sulla seggiola , pronta ad ascoltare, ma la ragazza non sembra volerne parlare.-Qual’era l’altra casa?- la punzecchia allora.
-Tassorosso.-bofonchia.
-TASSOSPORCO?-  Sirius scoppia a ridere, incurante dello sguardo assassino di Tonks, Tassorosso non solo nella casata, ma anche nel cuore. Batte le mani sul tavolino, ridendo , mentre le guancie di Andrea cambiano svariate tonalità di rosso.
Non si direbbe, ma ha un carattere migliore di quanto la sua fama di attaccabrighe lasci passare, non avrebbe poi stonato così tanto fra i Tassorosso.  Sbuffa dalle narici mentre Sirius continua a ridere a crepapelle, e gli scocca un occhiata da sotto in su.
-Perché ridi? Infondo non ti ricordi di me ai tempi della scuola.- Sirius si zittisce di botto, lo stesso vale per Tonks che gli stava urlando contro - Se sono diventata così, è anche per colpa tua.-
Sirius guarda Andrea alzarsi da tavola e uscire dalla stanza senza dire una parola, e con un verso infastidito, si lascia cadere  contro la spalliera della seggiola. Azkaban, i Dissennatori, gli hanno tolto un sacco di ricordi felici, non ricorda più la faccia di Remus e James da ragazzi, né quella di Lily, e purtroppo non ricorda Andrea.
E’ stato Remus a dirgli che, durante il suo ultimo anno, aveva preso in simpatia una primina di Grifondoro, è che quella era proprio l’auror da cui era scappato per mesi, Andrea Moody, l’unica figlia di Malocchio.  Sirius,  non l’aveva assolutamente riconosciuta, anche se, il suo odore, gli era sembrato familiare.
-L’hai offesa.- Remus scrolla la testa e Tonks fa altrettanto. Sono inquietanti. Sirius aggrotta la fronte mentre li guarda.
-Stavo scherzando!- prova a difendersi.

Stava scherzando, maledizione!
Sirius sbuffa davanti al divano dove Andrea sta schiacciando un pisolino e alza gli occhi al soffitto. Scusarsi non è mai stato il suo forte, se poi non capisce perché dovrebbe farlo, peggio ancora.  Perché diavolo dovrebbe essere colpa sua se è diventata una stronza, scorbutica e manesca? Si gratta la testa mentre  la guarda e alla fine, opta per l’unica soluzione che gli viene in mente. Far tornare la pace con Pagnottella, come la chiama Alastor, facendola arrabbiare per qualcosa di futile.
-Così mi insulterà, scaricherà i nervi, e io potrò evitare di scusarmi.-
Muta  in cane, e sale sul divano con lei.

L’urlo di Andrea desta Walburga, che a sua volta, inizia ad urlare così forte da far tremare i vetri. Remus piomba in salotto assieme a Molly e gli altri,  e  come gli altri si ferma a guardare la scena scioccato. Andrea ha sollevato il tavolinetto da tea sopra la testa, e sta per abbatterlo su un Sirius seduto ai suoi piedi . 
-Andrea che diavolo?- Remus si risveglia dalla sorpresa, e va ad afferrare la ragazza per le braccia per farle mettere giù il tavolo. Questa sta ringhiando insulti e imprecazioni a bassa voce quando Remus l’acchiappa: -Bastardo! Maledetto!Vergogna della nazione!-
-Sirius, si può sapere che diavolo le hai fatto?- Sirius sposta lentamente le mani che si era portato alla testa e guarda Remus irritato. Non le ha fatto niente, per Merlino! Le ha solo leccato la faccia  da cane, e ha reagito come se avesse cercato di infilarle le mani nelle mutande. Remus rimane serio per qualche istante, prima di iniziare a ridere.
-E’ cinofoba, ha paura dei cani!-

-Sai Moony, l’odore di Andrea...-
Remus alza un sopracciglio senza scostare lo sguardo dal libro che sta leggendo. C’è voluta la mano del Cielo per calmare Andrea, e ancor di più, per calmare Alastor, deciso a vendicare la figlia facendosi un manicotto di pelliccia di cane.
-…Somiglia a quello del miele.- inspira profondamente - E’ un odore che mi piace.-
Le labbra di Remus si piegano in un sorriso, memore di aver già sentito dire una cosa del genere al Sirius Black di diciotto anni, mentre costringeva una minuscola bimba bionda ad accompagnarlo agli allenamenti di Quidditch.
-Perché non…- le parole di Remus vengono coperte dal crepitare delle fiamme nel camino, i due Malandrini si voltano assieme, giusto in tempo per vedere Severus Piton uscire spazzolandosi la palandrana nera.
-Piton.- come al solito, Sirius non può fare a meno di mostrare la sua ostilità. Remus invece, è molto più educato. Si alza, mettendo di lato il libro che stava leggendo. È a lui che Severus si rivolge.
-Lily è viva, dovete aiutarmi a riportarla a casa.-

 

Fine capitolo:

Un grazie a chiunque avrà la bontà di lasciarmi le sue impressioni, belle o brutte che siano.
Ino chan.



[*]Testurbante è un termine arcaico di Hogwarts che definisce uno studente il cui Smistamento sia durato più di cinque minuti. [fonte: Harry Potter Wiki]

[*] Remus, testa turbante, è un mio headcanon

   
 
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