Yuri on Ice, 'Il tuo ritorno.' di SaraLovex su EFP Fanfiction

Note dell'autore:

Eccomi qui con la mia prima Viktuuri^^
E' la prima di altre nove oneshot, che partecipano al contest natalizio, del puzzle Random^^
Spero sia gradita e grazie in anticipo a tutti coloro che leggeranno e lasceranno un commento o un semplice mi piace sulla mia pagina Facebook: @Saralovex8

[Questa storia partecipa al contest “Christmas Game – Puzzle Time” a cura di Fanwriter.it!]
Numero Parole: 1652
Traccia: 42. A ha perso la memoria da diverso tempo e B sta per arrendersi.

1) Il tuo ritorno.

Un dolce sorriso, il suono del clacson di una macchina, delle mani mi spingono e mentre cado, segue un rumore a me sconosciuto. Urla, dolore e sangue... Odore di disinfettante, dottori, giorni di lunga agonia in attesa del tuo risveglio e poi...

Quanto è bello svegliarsi accanto alla persona che ami e vederla in piedi che ti sorride come la prima volta che ti ha detto "Ti amo".
- Yuuriiii, sveglia su, la colazione è pronta - la voce calda di Viktor è così suadente e carica di amore.
Mi volto di scatto e lo tiro a me per rubarli un bacio dolce e senza pretese.
Viktor mi sorride con amore e inizia a baciarmi il collo e la spalla scoperta, mentre io inizio a ridere per il leggero solletico.
- Non mi tentare mio dolce amore, non voglio passare il nostro quinto anniversario a casa nel letto, a fare solo l'amore. - mi sussurra con voce rotta nell'orecchio, regalandomi mille scariche di puro piacere.
- E dove mi vuole portare mio unico amore? - amo tentarlo con il modo da Eros, sapendo di mandarlo in tilt.
Viktor freme appena e mi accarezza il viso - Un lungo e dolce appuntamento, tutto per noi, con finale a sorpresa -.
Stranamente mi sento felice, al pensiero di una bella sorpresa misteriosa, anche se una strana sensazione mi dice di voler rimanere a casa.
Alla fine usciamo e tutto l'appuntamento procede senza intoppi o che altro.
- Allora questa sorpresa? - gli chiedo impaziente. La curiosità mi sta facendo andare su giri e Viktor, come se non sapesse nulla, evita la risposta iniziando a ridere.
Mi sorride con amore e poi solo nero e tanta paura.
La macchina che sbanda e viene verso di noi... Viktor che tenta di salvarmi rimanendo investito.
Segue una settimana dove lui rimane in coma e più i giorni passano e più la paura prende il sopravvento.
Viktor si sveglia al decimo giorno e dagli esami risulta tutto apposto, ma allora non mi spiego una cosa...
Perché si ricorda di tutti e non di me? La prima volta che mi ha guardato come uno sconosciuto e mi ha chiesto chi sono, ho sentito il mondo crollarmi addosso.
Da mesi con l'aiuto di amici e dottori gli raccontiamo tutto. Ma come un reset ha dimenticato tutti i sei anni che ha passato con me... Anche il periodo che è stato il mio coach.
- Davvero non capisco. Vorrei che te ne andassi, non mi piace essere visto così da uno sconosciuto! - il suo tono e lo sguardo triste, insieme alla parola "sconosciuto", mi uccide definitivamente.
- Mi dispiace... Io non verrò più, pro... promesso. Addio Viktor e... Stammi bene... - la testa la sento pesante, il cuore batte veloce, mentre il fiato è rotto dal pianto che cerco di trattenere.
Mi alzo e vado alla porta di corsa, fermandomi a guardare la mano con cui volevo aprire la maniglia.
La fede lucida cattura un lieve riflesso del mio viso segnato dal dolore. Mi mordo il labbro inferiore, mentre la sfilo e mi giro per tornare dall'uomo che amo.
- Prima di andarmene per sempre dalla tua vita... Permettimi di restituirti questa. Ormai non serve più! - gliela porgo sulla mano aperta, mentre lui mi guarda confuso. Non gli do il tipo di chiedere che mi giro ed esco da quella stanza per sempre.
Corro senza sosta, fino a raggiungere il parco vicino all'ospedale e piangere tutto il mio dolore tra urla e lacrime: addio Viktor, ti amerò per sempre.

***

Guardo l'anello d'oro che quel ragazzo giapponese mi ha dato prima di andarsene in lacrime.
Non capisco perché uno sconosciuto debba stare così male per me: un fan? Spero non di quelli ossessionati che si creano storie inventate e.... Una scritta nella parte interna della fede, attira la mia attenzione: una scritta russa; o meglio la dedica d'amore nella mia lingua madre che avrei sempre voluto dedicare alla persona che avrei amato per sempre..."Yuri, moya vechnaya lyubov'*".
La testa inizia a farmi male, mentre mille immagini mi passano davanti come in film della mia vita con la presenza di quel ragazzo.
Baci, carezze, sussurri d'amore, sesso, promesse e tanto di tutto mi colpiscono come una lama tagliente.
Guardo la mano e l'anello bagnato dalle mie lacrime: come ho potuto dimenticare la persona più importante? Yuuri... Lui non c'è più.
Mi guardo intorno, il cuore batte veloce, ma il corpo pesa come un macigno. Con forza mi alzo da quel letto che non è il mio da quasi due mesi.
Corro, sussurrando l'unico nome che conta, ma la vista si appanna, il fiato viene meno e poi è solo buio e freddo.
Al mio risveglio intravedo una sagoma - Yuuriiii! - mi alzo di scatto scontrandomi con lui.
- Ahi, coach idiota. Stai bene? - il ragazzo biondo mi guarda di traverso, mentre io cerco il mio unico amore.
- Scemo sono qui, oppure cerchi l'altro Yuuri? Se è così, lo ricordi troppo tardi, se n'è andato, addio! - lo guardo con orrore e lui sbuffa sonoramente.
- Dato che hai tutta la memoria, non serve che rimani ancora in questo ospedale. - lo vedo alzarsi e uscire per cercare in medico.
Poche ore dopo sono fuori da quel freddo luogo e arrivo a casa mia.
Yurio mi aiuta a sistemarmi e mi accompagna in camera.
Nell'armadio mancano dei vestiti e una valigia: inconsciamente inizio a piangere e mi rendo conto di cosa è successo.
- È tornato a casa sua a Hasetsu - mi volto con lo sguardo furente, facendo indietreggiare Yurio - È questa casa sua ora, insieme a me -.
- Va da lui e diglielo allora. Torna a Kyushu, vai a Hasetsu e riportarlo qui in Russia. Mi serve la tua presenza coach... E mi manca il mio migliore amico che è scappato per colpa tua - lo sguardo furente di Yurio mi fa indietreggiare. Lo sento uscire a passo di carica, dopo aver sbattuto forte la porta d'ingresso.
Ha ragione... In questi mesi Yuuri ha lottato per farmi tornare da lui: si è arreso dopo il mio ennesimo rifiuto. Ora tocca a me.

***

Non mi sembra vero che sono passati cinque giorni da quel terribile addio. Ormai mi sento così vuoto: pattino per ore e ore al Ice Castle, poi torno a casa mezzo morto dalla stanchezza.
La mia famiglia e i miei amici non dicono nulla, loro sanno che devo smaltire la sofferenza, ma mi dispiace leggere la preoccupazione sui loro volti. Devo darmi una regolata, ma Viktor mi manca così tanto.
Esco dalla mia camera, sentendo mia sorella parlare con qualcuno.
- Perché lo cerchi? Non è uno sconosciuto? Non prenderti gioco di lui. Ora scusa ma devo portare questi fuori al cimitero - il suo tono di voce è freddo e diffidente.
- No... Non dirmi che Yuuri... Ah! Io... Mi dispiace! - sento la voce di Viktor e io mio cuore perde un battito.
- No... Asp... NON SONO PER... se n'è andato... - sento mia sorella cercare di fermarlo inutilmente.
Vorrei correre da lui e dirgli che sono vivo, ma la paura prende il sopravvento. Se fosse qui solo per portarmi il resto della roba?
Decido di uscire e torno a Ice Castle per pattinare e dimenticare.

***

Yuuri è morto... Com'è possibile. Corro senza sosta con la vista annebbiata dalle mie lacrime.
È colpa mia, solo colpa mia.
Arrivo al cimitero e cerco la sua tomba, ma non la trovo. Mi inginocchio e metto le mani tra i capelli per stringerli e scoppiare a piangere e urlare, ma una voce attira la mia attenzione - Viktor? Cosa fai qui? - mi volto, riconoscendo Yuuko, la migliore amica di Yuuri.
- Io... Io, mi dispi...ace... Ah! - il suo sguardo diventa scuro e la vedo tremare.
- Vai da lui prima che mi arrabbio, pattina come un pazzo per dimenticarti lo sai? Yuuri ha bisogno di te. Vai all'Ice Castle, ora! - mi guarda con il broncio, mentre io mi alzo e corro da lui.
È vivo, Yuuri è vivo.
Appena arrivo lo vedo pattinare con le lacrime e gli occhi spenti.
- Yuuriiii! - lo vedo voltarsi e guardarmi con stupore. Corro lungo il muro divisorio e lui fa lo stesso e appena raggiungo lo spazio dove posso accedere sulla pista di ghiaccio, mi getto tra le sue braccia e lo bacio, mentre cadiamo sul ghiaccio, come la prima volta di tanti anni fa, dopo la sua gara.
- Viktor... Tu... - lo interrompo - Ti amo Yuuri. Mi dispiace... Non merito il tuo perdono, ma non posso vivere senza di ... -.
Yuuri mi interrompe con un bacio caldo e carico di passione, poi mi stringe in un abbraccio.
- Viktor... Avevo perso ogni speranza. Non farmi più questo... - lo interrompo con un bacio - Non lasciarmi mai più Yuuri -.
- No! Mai più, promesso - mi stringe a sé e dopo torniamo a casa dei suoi e ci chiudiamo nella sua stanza a fare l'amore con passione e frustrazione.

Torniamo a casa nostra dopo una settimana, in Russia dove Yurio ci aspetta.
Non faccio in tempo ad uscire dall'aeroporto che un calcio alla schiena mi butta a terra - Coach da quattro soldi, vedi di tornare a lavorare e scordati la paga per tre mesi -.
- Yuriooooo, come siamo maneschi. Non sei contento di... Ah! - li vedo parlare tranquillamente con Yuuri è una strana sensazione di gelosia mi pervade per tutto il corpo, ma il sorriso della mia dolce metà, mi contagia e dopo essermi alzato da terra, li raggiungo per stringerli in un abbraccio. Yuuri inizia a ridere, mentre Yurio impreca ogni parola crudele che esiste contro di me.
Tutto può proseguire solo in meglio se ho il mio Yuuri al mio fianco, per sempre: moya vechnaya lyubov'.

Traduzione della frase russa: *Yuuri, mio eterno amore