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Autore: crazy lion    03/12/2016    5 recensioni
Attenzione! Spoiler per la presenza nella storia di fatti raccontati nel libro di Dianna De La Garza "Falling With Wings: A Mother's Story", non ancora tradotto in italiano.
Mancano diversi mesi alla pubblicazione dell’album “Confident” e Demi dovrebbe concentrarsi per dare il meglio di sé, ma sono altri i pensieri che le riempiono la mente: vuole avere un bambino. Scopre, però, di non poter avere figli. Disperata, sgomenta, prende tempo per accettare la sua infertilità e decidere cosa fare. Mesi dopo, l'amica Selena Gomez le ricorda che ci sono altri modi per avere un figlio. Demi intraprenderà così la difficile e lunga strada dell'adozione, supportata dalla famiglia e in particolare da Andrew, amico d'infanzia. Dopo molto tempo, le cose per lei sembrano andare per il verso giusto. Riuscirà a fare la mamma? Che succederà quando le cose si complicheranno e la vita sarà crudele con lei e con coloro che ama? Demi lotterà o si arrenderà?
Disclaimer: con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera del carattere di questa persona, né offenderla in alcun modo. Saranno presenti familiari e amici di Demi. Anche per loro vale questo avviso.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Demi Lovato, Joe Jonas, Nuovo personaggio, Selena Gomez
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Spoiler!, Tematiche delicate
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Ciao a tutti!
La professoressa ci ha dato un'altra settimana per fare il saggio, così ho deciso di aggiornare con un altro capitolo, dato che ho tempo.
Sarà lunghetto. D'altronde è un capitolo importante, che parlerà del passato ma anche del presente (leggendo capirete in che senso) e quindi era giusto dargli un certo spazio.
Purtroppo alcune parole durante la telefonata con Andrew e il dialogo con i genitori di Demi non sono venute in corsivo, nemmeno utilizzando l'HTML. Non so come mai. Scusatemi per questa mancanza, ho provato a risolvere mettendo il tag del corsivo ma non è cambiato nulla, anzi quelle parti si cancellavano proprio, quindi ho preferito lasciarle così.
Spero di essere stata abbastanza accurata con le informazioni burocratiche che troverete. Le ho lette sul sito della Corte Suprema della California e mi sono servite per scrivere meglio sia questo, che il prossimo capitolo.
Buona lettura!
 
 
 
 
 
 
59. NOTIZIE POSITIVE
 
Il giorno seguente, purtroppo, la gita al lago Tahoe dovette concludersi. Comunque era stata bella per tutti e aveva aiutato due persone a capire di amarsi.
Andrew non venne più molto spesso a trovare Demi e le bambine nei giorni che seguirono, ma telefonò alla ragazza qualche volta, la sera, in un orario in cui sapeva che le piccole erano a dormire.
"Ti amo" le sussurrava spesso.
"Ti amo anch'io, da morire, ma mi manchi un sacco! Vorrei vederti."
"Lo so, anch'io lo desidererei. Se potessi correrei lì da te all'istante."
"Non vieni perché tua sorella sta male?" gli domandò una sera, allarmata.
"No, non si tratta di lei, è stabile."
Le spiegò che quello era un brutto periodo allo studio legale. C'era moltissimo lavoro da fare. Demi sapeva che era sincero.
"Sei arrabbiata?"
"No, solo che non ti vedo da quasi una settimana e ne soffro."
Le bambine crescevano e diventavano sempre più belle ogni giorno che
passava.
"Andrew?" gli chiese Demi una sera, al telefono.
"Sì?"
"Non credi che dovremmo dire alla mia famiglia e a Selena e Joe che stiamo insieme? So che è passata solo una settimana, ma io mi sento pronta a rivelarlo loro, sempre che lo sia anche tu, ovviamente."
"Sì!" esclamò lui, felice. "In realtà avrei voluto proportelo io, magari tra qualche tempo. Pensavo non fossi pronta o non volessi, per questo non ti avevo ancora detto niente."
"Lo voglio" mormorò Demi, emozionata.
Quando entrambi si furono tranquillizzati ragionarono sul fatto che, forse, era prematuro dirlo alla famiglia. Una settimana era pochissimo, in fondo. Di solito chi si fidanza aspetta qualche mese prima di dirlo a chi gli vuole bene, ma Andrew e Demi si conoscevano da una vita, speravano che sarebbero stati insieme per sempre e, dato che si sentivano assolutamente sicuri dell'amore che provavano l'uno verso l'altra e viceversa, non trovarono un motivo valido per non dare ai familiari quella meravigliosa notizia. Ne parlarono per qualche altro minuto e decisero di non dire niente alla stampa, almeno per il momento. Avrebbero aspettato un po' di mesi perché, prima di dare la notizia ai giornali e ai fan di Demi, desideravano vedere il loro amore crescere e consolidarsi giorno dopo
giorno.
Fu così che, con le bambine, i due fidanzati andarono dai genitori di Demi. Erano tutti in salotto e Dianna invitò Demi ed Andrew ad accomodarsi. Lei ed Eddie erano seduti sul divano, con Madison e Dallas accanto.
"Grazie, ma preferiamo rimanere in piedi" disse Andrew, poi diede la mano alla sua ragazza.
"Dovete dirci qualcosa, vero?" domandò loro Eddie, guarandoli interrogativo.
"Proprio così" rispose Demi, poi sorrise per ar intendere che non si trattava di nulla di grave.
Lasciò la mano di Andrew e dondolò un po' Hope, che dormiva tranquilla nel passeggino.
"Oddio, se non parlate dev'essere qualcosa di serio!" esclamò Dianna, improvvisamente agitata. "Mac, tesoro, tu sai qualcosa?"
La bambina sorrise. Sì, certo, lei era al corrente di tutto, ma pensava di non dover dire niente. In fondo erano Andrew e la mamma che si amavano e quindi sarebbe stato compito loro dare a tutti la notizia.
Sì nonna, ma non voglio dirvi nulla. Comunque tranquilla, è una cosa bella scrisse.
La donna si rilassò pensando che, in effetti, se avevano portato conloro le bambine, non avrebbero certo comunicato qualcosa di terribile.
Andrew e Demi sorrisero, poi fu lei a parlare:
"Stiamo insieme da una settimana!"
L'aveva detto senza girarci intorno e con il sorriso sulle labbra. Non aveva voluto tenere troppo i suoi sulle spine, anche se ammetteva che farlo per un po' le era piaciuto.
Per un momento sui volti dei quattro si dipinse un'espressione stupita, che subito dopo si trasformò in un sorriso enorme. Madison e Dallas corsero ad abbracciare Andrew e la sorella, poi fu la volta di Dianna e Eddie che commentò:
"Speravo che prima o poi questo momento sarebbe arrivato!"
"Era una speranza che avevamo tutti" aggiunse Dianna. "Siamo felicissimi per voi, ragazzi!"
"Grazie" rispose Andrew; poi, guardando i genitori della fidanzata, disse: "Farò di tutto per renderla felice."
Quando, il giorno successivo, Demi chiamò Selena e Joe, i due ebbero reazioni positive, ma differenti. La ragazza si mise ad urlare, come faceva spesso quando Demi le dava una bella notizia, poi ci tenne a precisare:
"Io ho sempre saputo che tra voi ci sarebbe stato qualcosa di più, prima o poi." Joe, invece, disse: "Sono sicuro che Andrew ti renderà molto felice, Demi: è un uomo meraviglioso." Ti amerà più di quanto ho fatto io, che con te mi sono comportato da stronzo, coglione e insensibile pensò. Avrebbe voluto esprimere quel pensiero a parole, ma preferì non farlo. Da anni considerava Demi solo ed esclusivamente un'amica e non voleva riaprire in lei vecchie ferite che ci avevano messo moltissimo tempo a rimarginarsi e che lui stesso le aveva provocato.
Qualche giorno dopo Hope cominciò a muovere i primi passi.
Accadde una sera nella quale c'era anche Andrew. Stavano giocando tutti e quattro insieme sul tappeto, quando Hope, mettendo da parte il suo peluche, si sollevò sulle ginocchia e disse:
"Mamma."
Il volto di Demi si illuminò di una luce che Andrew non le aveva mai visto prima.
"Angioletto mio!" esclamò, abbracciandola e dandole un bacio.
Quando si sciolsero, la bambina si alzò in piedi da sola e, per la prima volta, mosse un passo, poi un altro e un altro ancora, fino ad arrivare al divano.
"Hai camminato!" esultarono i due, stringendola ancora più forte, mentre lei rideva.
Lo vedeva come un gioco ed era ancora troppo piccola per capire l'importanza del suo gesto e la gioia che infondeva nei cuori di chi le voleva bene. Mackenzie batté le mani e sorrise.
"Stai crescendo, cucciola" le disse poi la mamma, prendendola in braccio e sorridendole.
Demi ed Andrew non avrebbero mai immaginato che si sarebbero emozionati così tanto nel vedere la bambina camminare, ma quel giorno capirono che tale evento era davvero
speciale.
In quel periodo Mackenzie, purtroppo, non aveva più provato a parlare, né fatto sentire la sua risata dall'ultima volta nella quale si era sforzata di farlo. Demi le aveva chiesto più volte di fare uno sforzo, di riprovare, ma la bambina aveva scosso la testa e si era allontanata. Demi pensava che forse era ancora presto, che era qualcosa di troppo grande da
chiederle.
Il giorno seguente le tre ricevettero la visita di Lisa e Holly. Demi raccontò alle due i progressi di Hope e, sottovoce, parlò loro anche del comportamento di Mackenzie.
"Hai provato a chiederle se c'è qualcos'altro che non va?" le domandò Lisa.
"Sì, certo, ma mi ha detto che non c'è nulla, ovviamente" rispose, con un sospiro.
"In che senso "ovviamente"? Che cosa intendi?" le chiese Holly.
Entrambe le assistenti sociali volevano capire quale fosse il problema per riportare la serenità in quella casa, che in quel momento era stata incrinata da qualcosa.
"Credo che lei sia una bambina un po' chiusa. Fa fatica ad aprirsi. Non mi ha parlato molto spesso dei suoi genitori. Forse è solo molto riservata, o più probabilmente le fa male parlarne."
"Quindi pensi che il suo comportamento sia dovuto alla morte dei genitori?"
Holly le aveva dato, molto tempo addietro, tutti i documenti che riguardavano la storia delle bambine. L'aveva fatto il giorno nel quale lei aveva accettato di incontrarle. Demi conservava quei fogli in una cartellina, assieme a tutte le copie degli altri documenti per l'adozione. Ogni mese, quando Holly e Lisa erano venute a far loro visita, le avevano sempre detto che avrebbero scritto una relazione su come stavano andando le cose. Holly l'aveva fatto anche durante tutte le visite a casa di Demi,durante l'iter adottivo, così come ogni volta in cui aveva incontrato le piccole. Come stabilito dalla legge, ne dava sempre una copia ai genitori adottivi, mentre teneva l'originale in agenzia.
Demi ricordava benissimo che i genitori di Mackenzie erano morti quasi un anno prima.
"Mancano due giorni all'anniversario della loro scomparsa, o sbaglio?"
"No, non sbagli. Sarà il 21 febbraio" le confermò Lisa.
"Dunque converrete con me che Mackenzie potrebbe star soffrendo per questo."
"Sì" dissero entrambe, poi Holly le fece un'altra domanda: "Perché non hai provato a chiederglielo?"
"Quando parla dei suoi genitori molto spesso si rattrista, oppure piange. Il che è assolutamente normale, ma non volevo farla soffrire ancor di più,  ecco tutto. Ho sbagliato, vero? Forse avrei dovuto parlargliene io direttamente anziché chiedere consiglio a voi."
Per tutti quei giorni Demi si era sentita convinta di stare facendo la cosa giusta, ma ora aveva dei dubbi.
"Molte di queste incertezze vengono anche ad altri genitori adottivi i cui figli hanno perso quelli naturali" le spiegò Holly, parlando con calma. "Non ti devi sentire in colpa. Se vuoi posso provare a parlare io con Mackenzie, per capire se il motivo è veramente quello e, nel caso di risposta affermativa, cercare di convincerla a dirlo anche a te."
Demi acconsentì.
Mackenzie e Hope, intanto, stavano giocando insieme sul tappeto con le costruzioni e non si erano nemmeno accorte di ciò che stava accadendo.
"Mackenzie, ti va se andiamo un po' in camera tua a parlare?"
La bambina smise di giocare e la guardò stupita. Di solito le aveva sempre fatto domande anche in presenza della mamma e si chiese, con una punta di paura, se ci fosse qualcosa che non andava. Holly notò quella sensazione semplicemente guardandola negli occhi e la tranquillizzò subito:
"Va tutto bene, piccola. Devo solo chiederti un po' di cose."
La bambina si alzò e le fece strada.
Poco dopo, sedute entrambe sul letto, le due cominciarono a parlare.
"Come stai?" le domandò l'assistente sociale, non smettendo di guardarla nemmeno finché scriveva, ma a Mackenzie non dava fastidio.
Bene rispose.
Holly si aspettava che le avrebbe detto una cosa del genere, così ci riprovò.
"Intendo dire: come stai, davvero? Con me puoi parlarne, Mackenzie. Puoi dirmi tutto, lo sai; e se vuoi possiamo chiamare Lisa e farlo anche con lei."
La bambina fece cenno di no.
"Va bene. Quando vuoi, ti ascolto."
Mackenzie rimase immobile per qualche minuto, con un foglio sulle gambe e la penna a mezz'aria, poi iniziò a scrivere.
Tra due giorni sarà un anno che i miei genitori naturali sono morti.
"Questo come ti fa sentire?"
Era una domanda stupida, Holly conosceva già la risposta, ma aveva bisogno di comprendere in profondità le emozioni della bambina per aiutarla al meglio.
Sono triste, arrabbiata e vorrei solo piangere.
"Quindi, è perché sei triste che non vuoi più ridere, né provare a parlare?"
La mamma te l'ha detto, eh? chiese, facendosi ancora più seria.
"Sì, ne ha parlato anche a Lisa e, credimi, è molto preoccupata per te. Non capisce cosa c'è che non va. Rispondi alla mia domanda, ora."
Sì, è per questo.
"Come mai non vuoi parlarne con Demi? Pensi che non sarebbe capace di capirti o di ascoltarti?"
No! Lei è sempre molto buona e dolce con me e quando ho bisogno di parlare mi ascolta e mi aiuta, ma ho paura che se le parlassi di quello che sento per la morte dei miei genitori, se le dicessi che mi mancano, lei ci starebbe male. Temo che penserebbe che voglio più bene a loro che a lei e che soffrirebbe. Io, invece, voglio bene a tutti e tre nello stesso modo.
"Sai, non credo proprio che la tua mamma reagirebbe così" le disse Holly, convinta.
Perché?
"La conosco da molto più tempo di te e, anche se il nostro rapporto è stato esclusivamente, come dire, professionale, ho imparato a capire anche il suo lato umano, cioè le sue emozioni, la sua dolcezza, la sensibilità che ha; e credimi, se gliene parlassi lei si sentirebbe molto meglio, perché saprebbe cosa ti fa star male. Mi prometti, almeno, che ci proverai?"
Sì.
Poco dopo, sia Holly che Lisa se ne andarono e Mackenzie si avvicinò alla mamma, che stava chiudendo la porta di casa.
"Va tutto bene?" le chiese Demi, accarezzandole la testolina.
No ammise.
"Devi dirmi qualcosa?"
Sì.
Si accomodarono sul divano, mentre Hope continuava a giocare tranquilla.
Tra due giorni sarà un anno da quando i miei genitori naturali non ci sono più cominciò la bambina; ed io mi sento malissimo. Sono triste e arrabbiata.
"Ti mancano, vero?"
Sì, moltissimo!
Alcune lacrime le rigarono il visetto. Demi gliele asciuugò con i palmi delle mani, con un tocco materno e dolce, poi la strinse, lasciando che piangesse ancora, che si sfogasse, che buttasse fuori tutto il suo dolore. Mackenzie non smise di piangere per circa venti minuti, mentre Demi la coccolava e la cullava, a volte canticchiando, altre sussurrandole parole dolci e dondolandola a destra e a sinistra.
Solo quando Mackenzie si fu calmata ricominciò a parlare.
"Comprendo la tristezza, ma con chi sei arrabbiata?"
Con l'uomo cattivo che li ha uccisi; e con me.
"Con te?" chiese Demi, stupita.
Non riusciva a capire.
La bambina annuì.
"Perché?"
Non lo so rispose. Non riesco a dire bene con le parole quali sono i miei pensieri. Ti dispiace se ne parliamo più avanti?
"No tesoro, come preferisci."
Prima ho parlato con Holly. Le ho detto che pensavo che tu ti saresti arrabbiata se io ti avessi detto tutto questo e che avresti pensato che io voglio più bene ai miei genitori che a te. Se non voglio più provare a parlare è perché in questo momento sto male.
L'aveva detto, finalmente! Mackenzie si sentì sollevata, come se qualcuno le avesse tolto un macigno che la stava soffocando.
"Perché avrei dovuto arrabbiarmi, Mackenzie? Non l'ho fatto, credimi; e so che mi vuoi bene e che ami allo stesso modo i tuoi genitori." Demi la abbracciò, le diede un baciosu una guancia e poi, tenendola stretta, continuò: "Non ti chiederei mai di volere più bene a me che a loro. Ti hanno messa al mondo e hanno fatto parte della tua vita, ti hanno fatta diventare la meravigliosa bambina che sei."
Sul serio pensi che io sia meravigliosa?
"Sia tu che Hope lo siete, amore mio! Devo ringraziare i vostri genitori per avervi fatte nascere. Alla fine la vita ci ha fatte incontrare; e sai una cosa? Voi due siete le bambine più belle e speciali che io abbia mai incontrato e quanto di più fantastico la vita mi abbia dato. Siete il più prezioso dei doni che ho ricevuto."
Demi lasciò Mackenzie e prese in braccio Hope, poi strinse tutte e due in un abbraccio ancora più forte. Commosse, lei e Mackenzie si guardavano con occhi pieni di quell'amore che solo una madre e una figlia sanno capire. Mac si sentiva meglio, ora. Perfino la tristezza si era affievolita e poteva godersi, senza più pensieri, le coccole della sua dolcissima
mamma.
Il giorno dopo Demi ricevette una telefonata.
"Pronto?" chiese, ancora un po' assonnata.
Erano appena le 7:00 di mattina e, anche se era molto stanca, la ragazza era già in piedi perché non riusciva a dormire, anche se non ne capiva il motivo."
"Pronto, Demi, sono Holly."
"Holly, ciao!"
Lei e Lisa erano venute ogni mese da settembre in poi e Demi sperava che non ci fossero stati problemi dopo la loro ultima visita, ma non le pareva che fossero andate via preoccupate.
"Ho delle buone notizie!" esordì la donna, facendo sorridere Demi.
"Davvero? Sono tutta orecchi!"  esclamò.
"Ti devo dare alcuni documenti da riempire. Le visite a casa tua da dopo l'adozione sono andate sempre bene e i documenti che ti devo dare servono a riassumere un po' la tua storia adottiva, a dire il tuo nome, quelli delle bambine, il tuo stato civile, cose semplici, insomma, ma che al Giudice saranno molto utili. Oggi potrai portarli al Tribunale dei Minori a Los Angeles e darli ad un giudice, assieme ai nostri vari rapporti scritti dopo ogni visita a casa tua, che come sai sono tutti positivi. Molto probabilmente ti verrà fissata la data per finalizzare l'adozione. Sarebbe meglio, però, che tu quel giorno ti facessi accompagnare da un avvocato di cui ti fidi, o uno che conoscono i tuoi genitori. Anche lui, oltre al Giudice, potrà farti delle domande."
"Stai… stai dicendo che va tutto bene? Insomma, è tutto a posto? Posso davvero finalizzare l'adozione?"
Demi aveva letto le relazioni delle assistenti sociali e quindi conosceva la loro opinione, ma sentirsi dire che finalmente avrebbe potuto fare, con le figlie, quell'ultimo passo era qualcosa di meraviglioso.
"Certo che sì! Tutto va a meraviglia!"
"Arrivo appena posso. Porto le bambine da mia mamma e…"
"Puoi portarle con te, se vuoi. In agenzia siamo sempre molto felici di vedere i bambini ai quali siamo riusciti a dare una famiglia" rispose Holly sorridendo.
Il tono della sua voce trasmetteva serenità e positività.
"Va bene, arriviamo allora!"
Dopo poco erano tutte e tre in agenzia. Vennero accolte da Holly e Lisa, che furono molto felici di vederle. Lisa chiese alle bambine se avrebbero voluto stare un po' con lei finché la mamma parlava con Holly e Mackenzie sorrise andandole incontro. Lisa prese Hope dalle braccia di Demi, la quale, subito dopo, seguì Holly nel suo ufficio.
La donna la fece sedere sulla solita sedia e tirò fuori da un cassetto della scrivania una pila di documenti.
"Dovrai compilarli e portarli appena puoi al Tribunale dei Minori. Chiedi del Direttore di quel posto; è un giudice abbastanza anziano, ora non mi ricordo come si chiama. Comunque dovrai consegnare a lui i documenti e poi saraai chiamata non appena verrà fissata una data per la finalizzazione dell'adozione. Nel frattempo, come ti dicevo, sarebbe meglio che tu ti trovassi un avvocato."
"Va bene, lo farò" disse la ragazza. "Sarà difficile quel giorno? Voglio dire, potrebbe succedere qualcosa di brutto?"
"Non a questo punto" la rassicurò Holly. "Tutte le visite che io e Lisa abbiamo fatto sono andate benissimo. In ogni caso, sarà il tuo avvocato a spiegarti come si svolgerà la finalizzazione dell'adozione."
"D'accordo. Holly, posso farti un'altra domanda?"
"Certo!"
"Tu e Lisa sarete presenti in aula quel giorno?"
"Non è necessario. La legge non lo richiede, quindi è una tua decisione. Io, però, credo che tu possa farcela con il sostegno dei tuoi familiari e l'aiuto dell'avvocato che troverai."
"Allora, se sei convinta che io ci possa riuscire, lo farò da sola" disse Demi sorridendo.
"Certo che ne sono convinta! Sei una ragazza forte, Demi!"
"Grazie."
Dopo aver salutato Holly con un abbraccio ed essersi fatta indicare l'ufficio di Lisa, Demi andò a prendere le bambine. Quando entrò, vide che Mackenzie stava disegnando.
"La stavo facendo colorare" disse la donna.
"Grazie per averle tenute!" esclamò Demi con un sorriso.
"L'ho fatto con piacere! Beh, non mi resta che augurarvi buona fortuna! Tra poco finalizzerete l'adozione."
"Sì esatto; spero che accada il più presto possibile. Ora andrò a casa, compilerò questi documenti e poi li porterò al tribunale dei minori."
Lisa salutò le bambine e disse loro di fare le brave con la mamma, poi ripeté adDemi che augurava il meglio a tutte e tre.
Uscite dall'agenzia, Demi e le piccole salirono in macchina. La ragazza chiamò sua madre chiedendole se avrebbe potuto tenerle le bambine per un po' e spiegandole ciò che lei avrebbe dovuto fare.
"Certo," le disse Dianna, "portale qui quando vuoi."
Dopo averle accompagnate dalla nonna, Demi tornò a casa ed iniziò a compilare i documenti. Erano molti e le ci volle un bel po' di tempo prima di finire tutto, ma quando ebbe terminato si sentì soddisfatta. Li infilò nella borsa ed uscì un'altra volta.
Il Tribunale dei Minori si trovava dall'altra parte della città rispetto a dove lei abitava. Se non ci fosse stato traffico non le ci sarebbe voluto moltissimo tempo per arrivarci. Quel giorno, pensò, sembrava che tutte le macchine del mondo si fossero messe d'accordo per creare una coda che non finiva più. Per venti minuti Demi procedette a passo d'uomo e fece, in tutto quel tempo, un tratto di strada che, in condizioni normali, avrebbe percorso in cinque. Più avanti trovò un incidente: a quanto pareva tre camion si erano scontrati. Una persona era distesa a terra, sicuramente uno dei conducenti di uno dei veicoli. C'erano la polizia e un'ambulanza. La polizia deviava il traffico verso un'altra strada, perché quella che Demi stava percorrendo era bloccata a causa dell'incidente. La ragazza dovette così seguire le indicazioni e andare in una strada che non conosceva. Lì il traffico era più scorrevole,   ma, dal momento in cui era partita, ci mise due ore e mezza ad arrivare in tribunale. Scese dalla macchina e si ravviò i capelli. Era stanchissima, non aveva quasi più forza fisica. Si sentiva le braccia distrutte e le gambe pesanti. Sbuffò. Se avesse avuto a disposizione uno specchio avrebbe notato il suo leggero pallore. Sospirò di sollievo e ringraziò Dio di essere arrivata
lì.
Entrata nell'edificio, non perse tempo a guardare chi o cosa la circondava. Vide subito un bancone dietro il quale si trovava una segretaria. Vi si diresse.
"Posso aiutarla?" le chiese la donna sorridendo.
"Sono Demi Lovato. Ho adottato due bambine in agosto e sono venuta qui per portare gli ultimi documenti. La mia assistente sociale mi ha detto di cercare il Direttore di questo posto. Dovrebbe essere un giudice abbastanza anziano…"
"Sì, il Signor Brown; ora lo chiamo. Dovrebbe avere appena finito una riunione, ma non ne sono sicura. Aspetti un momento. Si accomodi, intanto" disse e le indicò una fila di sedie a poca distanza dal bancone.
Demi si sedette e poco dopo la donna le spiegò che il giudice stava facendo una riunione con altri suoi colleghi e che avrebbe finito nel giro di venti minuti.
"Va bene" rispose Demi e si rassegnò ad aspettare.
Nell'attesa guardò se le erano arrivati messaggi o mail e fece un gioco sul cellulare. Non l'aveva mai fatto prima. Non le piaceva fare quei giochi stupidi che erano sul telefonino, ma dato che non sapeva cosa fare, giocò in modo che il tempo sembrasse scorrere più in fretta.
A un tratto un uomo con i capelli grigi e la barba tagliata si avvicinò a lei.
"Demi Lovato?" chiese.
"Sì, sono io."
"Sono il Signor Brown. La mia segretaria mi ha detto che mi stava cercando."
"Sì, esatto."
"Mi segua."
La accompagnò nel suo ufficio, una grande stanza ben arredata, con mobili antichi che colpirono molto Demi.
Il Giudice la fece accomodare e le chiese come avrebbe potuto aiutarla. Lei gli spiegò il motivo per il quale era venuta lì e gli diede i doicumenti che aveva compilato.
"La farò richiamare dalla segretaria per fissare un giorno nel quale finalizzare l'adozione, signorina Lovato" disse il signore, gentilmente e con un sorriso. "Potrei esserci io quel giorno, ma non è detto. In ogni caso, al telefono la segretaria le farà sapere chi giudice ci sarà in aula. Ricordi che può portare i suoi familiari, o chiunque ritenga importante per lei e per le bambine. Queste persone, come le sue figlie del resto, assisteranno alla finalizzazione dell'adozione. Inoltre, dovrebbe trovarsi un avvocato che la rappresenti in aula."
"Sì, la mia assistente sociale me l'ha già detto."
Demi gli chiese dove avrebbe dovuto lasciare i documenti.
"Li dia alla segretaria, lei li consegnerà al giudice. Stia tranquilla, è affidabile, l'ha già fatto centinaia di volte! Il giudice li leggerà prima del giorno nel quale l'adozione sarà finalizzata, per farsi un'idea del caso, anche se poi dovrà essere il suo avvocato a presentarlo in aula" le spiegò il Signor Brown, poi le disse che poteva andare.
La accompagnò alla porta e augurò a lei e alle sue figlie tutta la fortuna possibile.
"Grazie Signore, non solo per questo, ma anche per la sua disponibilità" gli rispose Demi.
"Si figuri, questo è il mio lavoro" concluse e poi la congedò.
Demi diede i documenti alla segretaria, che le assicurò la massima riservatezza e che li avrebbe consegnati a chi di dovere, poi la ragazza salì di nuovo in macchina e andò a prendere le
sue figlie.
Mamma, cosa vuol dire che dovrai finalizzare l'adozione? scrisse Mackenzie quando arrivarono a casa.
"Significa che dovremo andare in un posto dove un signore mi porrà delle domande su di voi e sulla vostra adozione, poi mi farà firmare dei documenti e diventeremo una vera famiglia. Lo siamo già, ma così lo diventeremo anche di fronte alla legge."
Mackenzie annuì, soddisfatta di quella risposta e abbracciò la mamma, felice. Anche Demi lo era, così tanto che avrebbe voluto urlare, ma si trattenne. L'avrebbe fatto dopo, forse, quando sarebbe stata sicura che ogni cosa fosse andata a buon fine.
Ora avrebbe solo dovuto aspettare quella fatidica telefonata da parte del Tribunale dei Minori e intanto continuare ad essere forte, come era sempre
stata.
Pubblicò su Facebook le ultime notizie sull'adozione, scrivendo:
 
Presto finalizzerò l'adozione e io, Mackenzie e Hope saremo una famiglia a tutti gli effetti. Non è meraviglioso?
Voglio ringraziare tutti i miei fan, dal primo all'ultimo: da coloro che sono venuti ai miei concerti, a quelli che ho incontrato tempo fa per strada e che hanno voluto conoscere le mie bambine, a tutti gli ascoltatori che quella sera mi hanno seguita mentre Helen Smith mi intervistava. Mi avete sostenuta per tutto questo tempo e continuate a farlo. So che non mi faccio vedere spesso in pubblico, ma, si sa, le donne sono molto occupate quando hanno dei bambini!
 
Dopo poco ci furono moltissime risposte. I fan di Demi esplosero facendole sentire tutta la loro gioia e partecipazione  per quell'imminente, meraviglioso evento.
   
 
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