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Autore: WibblyVale    04/12/2016    3 recensioni
Una neonata nell'ospedale di Konoha viene sottoposta ad un esperimento genetico e strappata alla sua innocenza. Crescendo diventerà un abile ninja solitaria, finchè un giorno non verrà inserita in un nuovo team. Il capitano della squadra è Kakashi Atake, un ninja con un passato triste alle spalle che fatica ad affezionarsi agli altri esseri umani. La giovane ninja sarà in grado di affrontare questa nuova sfida?
Genere: Azione, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kakashi Hatake, Nuovo Personaggio, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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“Voglio vedere il mondo esterno!” aveva gridato Juu con tutta la forza che aveva.
Shiori posò il nuovo clone sul suo lettino e lo fece trasportare fuori dalla stanza. Quando si voltò verso di lui, lo guardò come un bambino che faceva i capricci.
“Vorrei che tu lo vedessi, Juu. Con tutto il cuore. Ma ora come ora è troppo pericoloso.” Gli si avvicinò e gli accarezzò la guancia. “Ci tengo a proteggerti, lo capisci questo?”
Il clone chinò la testa. Non riusciva ad accettarlo, ma annuì. Shiori gli sorrise. “Grazie.”
Quella notte però, Juu non resistette. Era troppo il desiderio di vedere quel mondo che non aveva mai visto. Voleva, per una volta, provare a vivere come gli altri. In modo normale. Scambiò sé stesso con una sua creazione d’argilla. Sapeva che Shiori se ne sarebbe accorta, ma non avrebbe potuto fare niente. Per quanto riguardava lui, sarebbe stato via solo un paio di giorni, nulla di più.
Sgattaiolò inosservato per il covo e uscì all’aria aperta. Era così bello sentire la fresca brezza della notte sulla sua pelle. Lo faceva sentire così… così… VIVO.
Prese a vagare, coprendosi il volto con un cappuccio. Sapeva di avere un viso che avrebbe potuto spaventare le persone. La mattina successiva arrivò in una piccola cittadina piena di persone. I commercianti gli sorridevano e tutti chiacchieravano allegramente per la strada.
Si accorse di non potersi permettere il cibo, quindi uscì nei boschi per procurarsi ciò che gli serviva per il suo sostentamento. Sembrava tutto così bello fino a che, percepì che la sua creatura era stata distrutta! Qualcuno aveva pensato di ucciderlo!
Era forse stata Shiori? Forse si era arrabbiata con lui e questo era il suo modo per dirgli di non tornare? Forse l’aveva sostituito con uno degli altri cloni scartati da Orochimaru. Era furioso con lei, ma allo stesso tempo ce l’aveva anche con sé stesso per averla delusa. Si stabilì in quella cittadina per le successive due settimane. Se Shiori non lo voleva più intorno, si sarebbe costruito una vita per conto suo.
Cominciò a lavorare come fattorino per un fruttivendolo e gli sembrò davvero di vivere come una persona normale. C’era solo un problema… Aveva un brutto presentimento che ogni tanto tornava a tormentarlo. Era come una persistente emicrania che non lo abbandonava mai veramente.
Shiori era una persona buona e gli voleva bene, perché mai avrebbe dovuto rinunciare a lui per una piccola disobbedienza? Forse era successo qualcosa! Forse lei stava male! Doveva tornare!
Chiese congedo per qualche giorno e corse verso il covo di Orochimaru. Sembrava quasi che lo stessero inseguendo. Continuava a chiedersi come potesse essere stato così stupido da dubitare di Shiori. Lei gli aveva sempre detto che ci teneva a lui.
Quando arrivò davanti al covo di Orochimaru vide un uomo, solo, seduto a terra con la schiena contro la parete della casetta, che nascondeva l’entrata segreta. L’uomo aveva la testa nascosta dalle ginocchia, ma scattò in piedi al sentirlo avvicinare.
“Chi c’è?” gridò, i suoi occhi divennero rossi come il sangue. “Ti vedo tra quegli alberi. Esci!” ordinò.
Juu si fece avanti, leggermente spaventato. Notò solo in quel momento che gli occhi mortali di quell’uomo erano lucidi.
“Chi sei?” ripeté.
“Io… cercavo un’amica” disse il clone, tremando per la paura.
“Che amica?” Juu chinò il capo. Si sarebbe fatto uccidere piuttosto che rispondere. “GUARDAMI!!!” Tornò a guardarlo terrorizzato da quell’urlo. Gli occhi rossi lo penetrarono, mentre lo shinobi gli sondava la mente.  Juu non vide più nulla del mondo esterno, si sentì sopraffare.
Quando tornò in sé, l’uomo davanti a lui sorrideva.
 “Anche io sono un amico di Shiori” gli disse.
Juu sgranò gli occhi per la sorpresa. “Sul serio? Sai dove si trova?”
Lo shinobi scosse la testa disperato. “Sono arrivato tardi. Troppo tardi e il mio tempo sta per scadere.” Rimase in silenzio per qualche minuto, solo con i suoi pensieri. Poi, tornò a guardare il clone con rinnovata speranza. “Tu… Tu però puoi fare molto. Sei in grado di individuare i vari covi di Orochimaru?”
Juu annuì. “Ne conosco abbastanza, sì.”
“Bene. Cercala lì. Trovala e riportala a casa sua.”
“Ma… ma io… non so se da solo ne sono in grado.”
Lo shinobi gli si avvicinò e gli pose una mano sulla spalla. “Certo che lo sei. Lei si fida di te.” Detto ciò, prese a camminare per la sua strada. “Dille che le voglio bene” gli chiese, fermandosi un istante.
Juu si voltò verso di lui.
“Certo. Ma… ma chi sei?”
Lo shinobi moro si girò e lo guardò un’altra volta negli occhi. Ora i suoi occhi non erano più rossi, ma neri.
“Itachi Uchiha” rispose e sparì nel nulla.

 
Juu si era infiltrato tra i ranghi dei cloni ufficiali, prendendo il posto di uno di loro. Aveva, in questo modo, cominciato a sostituire il calmante di Shiori con degli integratori e delle vitamine. Di certo la donna non avrebbe potuto tornare in piene forze, ma era già qualcosa.
Yoharu gli si avvicinò. Quell’uomo era puro odio, Juu avrebbe voluto ucciderlo all’istante per qualunque cosa avesse fatto passare alla kunoichi, ma non poteva.
“Stasera porti tu la cena alla prigioniera. Mi raccomando che sia fredda. Niente sale. Niente condimenti.”
Il clone annuì. “Sissignore.”
Il mercenario fece qualche passo avanti, ma poi si fermò. Si volto verso il clone e tornò indietro. Juu temette di essere stato scoperto, ma cercò di rimanere impassibile. I cloni non provavano paura. Gli mise tra le mani un coltello e gli sorrise malvagio.
“Falle sapere quanto mi mancano i nostri incontri” gli ordinò.
“Sissignore!” esclamò in tono incolore.
 
Shiori accarezzava la testa di Squitty, mentre scandagliava il piano superiore.
“Pare che sia arrivato il momento, amico mio. Non sono abbastanza forte per affrontare nessuno, ma… Juu mi aiuterà.”
Quando sentì il clone avvicinarsi, scattò in piedi. Non le era mai sembrato che la porta si aprisse così lentamente. Il clone entrò e se la richiuse alle spalle.
“Mi dispiace tanto” le disse non appena le fu di fronte e riprese le sue sembianze.
Shiori gli gettò le braccia al collo, cercando di trattenere le lacrime.
“Sono così felice che tu sia qui. Così felice che tu mi abbia disubbidito.” Lui le cinse i fianchi e si lasciò andare ad un pianto liberatorio.
“Yoharu vuole che ti faccia del male. Mi ha dato un coltello” disse con un sorrisetto furbo, dopo essersi separato da lei.
Shiori sorrise di rimando. “Liberami da questa catena. Sai dov’è Kabuto?”
“A quanto pare ad un incontro con l’uomo mascherato. I cinque Kage hanno appena finito la loro riunione.”
“E…?”
“Un disastro. L’Uchiha ha attaccato la riunione. Credo che sia stato un fallimento.”
“Famiglia di testardi idioti quella!” ringhiò.
Mentre ancora cercava di liberarle la caviglia, Juu alzò la testa. “Itachi Uchiha mi ha chiesto di dirti che ti voleva bene.”
Il labbro inferiore di Shiori tremò impercettibilmente. “L’hai visto?” chiese.
La catena cedette e lei fu di nuovo libera.
“Sì, prima che morisse. Mi dispiace tanto.”
Il clone la aiutò a stare in piedi. Squitty si arrampicò sulla spalla della donna.
“Va tutto bene. Non posso pensarci ora.”
Juu annuì e si tolse il giaccone che aveva addosso. “C’è freddo là fuori” spiegò porgendoglielo.
“Grazie” gli sorrise lei.
“Pronta per la fuga?”
“Non aspettavo altro!”
Shiori cominciò a camminare da sola con Juu accanto. I due percorsero i primi metri in totale tranquillità. Presto però il primo clone si fece avanti.
“Che stai facendo, feccia?” chiese.
Juu lo attaccò con una pallottola di terra, dando inizio alla battaglia. Ben presto tutti i cloni presenti nel nascondiglio furono davanti a loro pronti per impedire la fuga. Juu si mise ad affrontare buona parte dei nemici, mentre Shiori lo copriva usando delle palle di fuoco. La kunoichi temeva che gettandosi nella mischia avrebbe creato più problemi che altro, in fondo non era molto in forma.
Una parte di lei, però, le ricordò che si era ripromessa di fare di tutto. Lei aveva sempre combattuto per sé stessa, non era il momento di lasciare fare agli altri. Si gettò in mezzo ai nemici senza pensarci troppo e cominciò a combattere. I suoi muscoli erano induriti a causa dei lunghi mesi di reclusione, i suoi movimenti faticavano a riprendere la fluidità di un tempo, ma lei avrebbe fatto di tutto pur di uscire di lì o sarebbe morta provandoci.
Colpì un nemico con un pugno dritto allo stomaco, mentre riversava sensazioni di dolore verso un altro, che la stava attaccando da dietro. Juu, dal canto suo, aveva creato un paio di ninja d’argilla che, allo stesso modo di Squitty, sembravano molto reali. Shiori non aveva mai visto combattere il clone e faticava a capire come Orochiamaru avesse messo quell’uomo tra gli scarti: era davvero un fenomeno!
Ad un tratto i loro avversari si fermarono, la kunoichi e il suo compagno fecero un paio di passi indietro, mentre i nemici si spostavano verso i muri per lasciar passare il loro capo. Yoharu camminava attraverso quel varco, ergendosi imponente sopra ciascuno di loro.
Shiori ebbe un tremito, sentì il naso di Squitty accarezzarle dolcemente il collo. Era Juu che cercava di farle coraggio.
“Lascialo a me!” disse il clone.
“Assolutamente no, lui è mio!”
“Sei debole…”
Il mercenario scoppiò in una risata gutturale, piuttosto inquietante.
“Kasumi-sama, hai deciso di morire?”
Il braccio della donna prese fuoco, ma non fece in tempo a muoversi che Juu attaccò Yoharu. L’ex membro della Kumori però fu più veloce e bloccò il suo pugno e gli torse il braccio. Il clone cadde in ginocchio, urlando. Shiori sentì il chakra venire risucchiato dal suo corpo.
La kunoichi non si trattenne e corse verso il mercenario, che lasciò cadere a terra Juu e si concentrò su di lei. Yoharu cercò di parare il colpo diretto al suo volto, ma Shiori scartò a destra giusto in tempo e lo colpì ad un fianco.
Purtroppo era ancora troppo lenta, e il mercenario, nonostante la stazza, era sempre stato estremamente veloce. Dalla sua manica fece scivolare un piccolo pugnale e, con una mossa rapida e incisiva, le lacerò il fianco in profondità. Mentre Shiori cadeva a terra, Yoharu estrasse il pugnale facendola urlare di dolore. La sua risata riecheggiò per il lungo corridoio.
Juu fu subito accanto a lei e le tamponò la ferita.
“Devi fuggire!” le ordinò, mentre dalle sue mani faceva uscire l’argilla per rattoppare alla bell’e meglio la lacerazione.
Shiori respirava a malapena, perciò si limitò a guardarlo confusa. Yoharu nel frattempo ordinava ai suoi uomini di stare indietro e di lasciarlo procedere da solo.
“Ho altri ninja d’argilla” sussurrò il clone. “Ti daremo il tempo di fuggire. Avevo previsto che questo potesse succedere.”
Gli occhi di Shiori cominciarono a riempirsi di lacrime. “Ti… ti uccideranno.”
“No, non loro…” La strinse forte a sé. “Grazie per avermi dato la vita. Grazie di tutto. Ma, in fondo, non sono una persona come le altre, ora lo so per certo.”
“Juu che stai…”
Il clone le diede un bacio sulle labbra. “Volevo sapere cosa si provava” le disse quando si furono separati. “Al mio via, Shiori… Al mio via, torna a vivere per me.”
La donna annuì.
Yoharu si stava avvicinando di nuovo a loro. Juu si alzò in piedi e aiutò una barcollante Shiori a fare lo stesso. Doveva ammettere di essere spaventato a morte, ma era pronto a tutto. La donna accanto a lui doveva averlo percepito, sapeva che non gli avrebbe disobbedito, che avrebbe rispettato la sua volontà.
“Ti voglio bene, Juu” gli disse.
Il clone sorrise. Yoharu era sempre più vicino. Juu estrasse il coltello che il mercenario gli aveva consegnato prima per fare del male alla kunoichi e lo scagliò contro di lui. L’arma si conficcò nella spalla dell’uomo, che lanciò un urlo di dolore.
“VIA!” Shiori scattò verso la porta, ma Yoharu la bloccò per il polso. Ignorandolo, lei continuò a tirare. Sentiva il polso torcersi, ma strattonò più forte, mentre Juu colpiva il mercenario al fianco. La stretta sul braccio della kunoichi si allentò e lei riuscì a fuggire. Il tintinnio del suo braccialetto che cadeva a terra fu coperto dall’urlo di rabbia del suo carceriere.
Dall’inizio del corridoio apparvero una ventina di ninja d’argilla, che si scagliarono contro i cloni, mentre Juu stesso teneva occupato Yoharu. Il clone seguì Shiori con la coda dell’occhio e la vide arrancare tra gli scontri con entrambe le braccia infuocate per poter tenere i nemici lontano da sé. La vide prendere le scale e risalirle, mentre lui e i suoi ninja d’argilla tenevano occupati gli avversari.
Sapeva che il suo piano avrebbe fatto solo qualche graffio ai nemici, ma doveva essere sufficiente a Shiori per fuggire, per trovare qualcuno e chiedere aiuto. Sapeva che a pochi chilometri di distanza i cinque Kage si erano riuniti, sicuramente avrebbe potuto trovare degli alleati.
Quando fu sicuro che Shiori fosse abbastanza lontana, Juu si fece coraggio e urlò.
“ORA!!!”
Come un sol uomo lui e i suoi cloni cominciarono a fare i segni con le mani che avrebbero attivato le carte bomba che avevano cosparso per il corridoio e sui loro corpi. Era il sacrificio finale che avrebbe fatto per salvare la vita di quella donna, che era sicuro avrebbe salvato il mondo.
Vide i suoi ninja d’argilla saltare in aria e decise di attivare lui stesso la tecnica. Fece l’ultimo segno necessario, si sentiva in pace con il mondo, perché sapeva che la sua vita era stata utile a qualcosa. L’ultima cosa che Juu sentì fu un forte calore e il rumore di una carta bomba che scoppiava.
 
A pochi chilometri di distanza Naruto e Kakashi stavano tranquilli attorno ad un fuoco, mentre Sai, Sakura, Lee, Kiba e Akamaru dormivano. Tenzo era rimasto indietro per occuparsi di alcune cose, ma li avrebbe raggiunti presto.
Erano successe molte cose a quella riunione.  Sasuke aveva attaccato tutti e alla fine aveva ucciso Danzo, poi Obito era apparso tentando di catturare Naruto e Kakashi, non sapeva come, aveva trovato la forza per affrontarlo come se non fosse stato veramente il suo vecchio amico.
“Sensei… Quel falco stamattina…”
Il Copia-ninja sorrise. “Mi è stato appena chiesto di diventare Hokage.”
“È fantastico!”
“Non lo so… Non credo di essere adatto.”
“No, sensei, tu sei perfetto! Il vecchio pervertito lo diceva spesso che avresti preso il posto della nonnina! Poi, hai fatto un buon lavoro con noi. Be’… con la maggior parte” aggiunse alla fine incupendosi.
Il jonin si passò una mano tra i capelli.
“Lo riporteremo a casa. Te lo prometto.” Rimase in silenzio per qualche secondo, poi aggiunse: “Come ti sei comportato con Sakura prima… Naruto… Lei è stata forte, ma tu…”
Il ragazzo alzò le spalle. “È stato strano sentirla dire quelle cose. Mi ha ricordato che ho sempre aspettato che le dicesse, l’ho sempre voluto. Mi ha persino dato fastidio che stesse mentendo. Forse mi avrebbe fatto piacere che fosse vero, ma… Sono stato contento che non lo fosse, alla fine. Quanto è strano, vero?”
Kakashi rise. “Mi ricordo che cercavi sempre di attirare la sua attenzione! Sei maturato molto da allora.”
“Già. Forse dovevo andare via per un po’ per capire. Insomma…”
Uno scoppio provenne da lontano. I due shinobi scattarono in piedi e svegliarono gli altri.
“Che succede?” bofonchiò Kiba.
“Credo che arrivino guai!” esclamò Naruto.
 
Shiori era appena uscita da quello che una volta era stato il covo di Orochimaru, quando sentì lo scoppio. Le ci volle tutta la sua forza di volontà per non correre indietro ad aiutare Juu. Sapeva però che era tutto inutile. Persino Squitty sulla sua spalla, era tornato ad essere un semplice topo d’argilla.
Prese a correre il più lontano possibile da quel luogo. I suoi piedi scalzi affondavano nella gelida neve e i suoi occhi erano velati dalle lacrime. La ferita sul suo fianco si era riaperta ed il polso, rotto per l’ennesima volta le faceva male. Camminava zoppicando e sentì dall’interno del covo i cloni rimasti vivi e Yoharu, armarsi per andarla a cercare.
Fu in quel momento che i suoi sensi percepirono qualcosa di nuovo. Percepiva i chakra di un gruppo di persone, provenire da est. Uno fra tutti riluceva: era quello della Volpe, era Naruto! Accanto a lui, ora lo sentiva, c’era il chakra di Kakashi. Cambiò leggermente direzione e procedette verso est. Avrebbe voluto urlare, ma non aveva forze, così inviò tutta sé stessa all’unica persona che avrebbe potuto salvarla.
 
“Si stanno dirigendo verso di noi?” chiese Rock Lee.
Tutti i ninja di Konoha erano in posizione di difesa. Akamaru stava ringhiando. L’istinto di Kakashi gli diceva che il pericolo era molto grande.
“Kakashi-sensei, che facc…” Sakura si bloccò in mezzo alla frase.
Una forte sensazione di dolore pervase il gruppo. Il Copia-ninja si voltò a guardare la propria squadra e li vide tutti piegati in due dal dolore. Solo Naruto era ancora in piedi, per quanto il suo volto avesse assunto un colore piuttosto pallido. Kakashi per un momento non capì, e si toccò il fianco per provare a calmare quella fitta lancinante. Poi, una sensazione calda e dolce, accompagnata dal sapore del cioccolato lo avvolse. Fu allora che capì e sentì le forze tornare in lui. Scattò in piedi, combattendo contro la sofferenza.
“Quando riuscite a muovervi raggiungetemi! Sai, tu raggiungi il capitano Yamato in volo e portalo qui!” gridò, cominciando a correre.
“Ma sensei!” gli urlò dietro Naruto, ma lui non si fermò.
 
Shiori aveva percepito che Kakashi aveva recepito il messaggio, perciò smise di inviargli le sue sensazioni. Non appena si lasciò andare, cadde a terra nella neve. Sentiva il Copia-ninja avvicinarsi, mentre dall’altro lato i cloni facevano lo stesso. Yoharu, invece, si era preparato per la fuga. Sapeva che ormai il suo nascondiglio era stato compromesso e doveva rimanere in vita per la guerra che li attendeva.
Kakashi arrivò per primo, sentì la sua preoccupazione pervaderla. Le si inginocchiò accanto e la strinse tra le braccia. Shiori riuscì ad aprire a malapena gli occhi. Il volto di lui era sconvolto. Lo vide cercare di premere con le mani la sua ferita per impedire al sangue di uscire.
“Ne stanno arrivando… dieci… molto forti…” lo avvertì.
“Shiori…” Kakashi non credeva di essere in grado di dire altro. “Shiori…”
I cloni erano ormai a pochi metri da loro. Kakashi guardò prima lei, poi i suoi avversari. Non voleva lasciarla, credeva che se l’avesse fatto lei sarebbe sparita di nuovo.
“Starò bene.”
Il Copia-ninja la pose di nuovo delicatamente a terra. “Dici sempre cazzate.” Il suo braccio venne avvolto dai fulmini. “Fatevi avanti!” esclamò.
I cloni gli furono addosso, ma lui era pronto. Ne eliminò tre con un solo colpo, e proprio in quel momento fu raggiunto dalla sua squadra. Naruto gli fu subito accanto, seguito da Rock Lee, Kiba e Akamaru. Sakura, invece, si inginocchiò immediatamente accanto a Shiori e prese a curarla.
Ben presto la squadra si liberò dei cloni. Naruto guardava il suo sensei scioccato, non l’aveva mai visto così furioso, ma nessuno di loro ebbe tempo di ragionare sulla battaglia. Le loro attenzioni furono attirate dalla donna distesa a terra.
Kakashi si inginocchiò accanto a Sakura nel freddo terreno.
“Come sta?”
“Ha perso tanto sangue. Sensei è… è proprio lei?”
“Kakashi…” sussurrò Shiori interrompendoli. “Se morissi…”
“Stai zitta,” disse lui. “Non morirai! Hai capito bene?” Le accarezzò dolcemente il volto, poi le strinse la mano.
“Hikaru e Amaya?” chiese lei.
“Stanno bene” rispose lui, sorridendole confortante.
Shiori sospirò. “Molto bene.” E a quel punto chiuse gli occhi.
“SHIORI!” gridò il Copia-ninja.
“Ha solo perso conoscenza” lo informò Sakura. “Abbiamo bisogno di una trasfusione di sangue e di portarla in un luogo caldo.”
Naruto fece qualche passo avanti. “Per il sangue ci sono io. Siamo parenti, giusto?”
“A volte non basta” spiegò Sakura.
“Dobbiamo provare!” insistette lui.
“D’accordo.”
“Però dobbiamo spostarci da qui!” ordinò Kakashi, prendendo Shiori in braccio.
Cominciò a correre, seguito dal resto della squadra, dopo qualche minuto vide un enorme aquila sopra di loro, che cominciava a planare.
“Ci fermiamo qui!” ordinò. “Il capitano Yamato è qui, provvederà per il rifugio.” L’aquila si posò a terra, mentre i due shinobi sopra di essa saltavano giù.
Tenzo guardò Kakashi poi la donna tra le sue braccia, rimanendo senza parole.
“Costruisci un rifugio!” ordinò il Copia-ninja, tagliando corto: non era il momento per essere sorpresi. “Resisti, Shiori. Ci siamo qui noi. Sei a casa” sussurrò all’orecchio della donna priva di sensi.
  
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