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Autore: Arvati77    06/12/2016    3 recensioni
...sarebbe bastata una domanda, alla quale Victor avrebbe risposto con la schiettezza che lo contraddistingueva. Una domanda... così semplice e così difficile da pronunciare...
(One shot ambientata dopo la nona puntata)
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Victor Nikiforov, Yuuri Katsuki
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Frammenti di noi'
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Loving you

 

 

"E da allora sono perché tu sei,
e da allora sei, sono e siamo,
e per amore sarò, sarai, saremo."
(Pablo Neruda)

 

 

 

Yuri se ne stava nella sua stanza, disteso sul letto con gli occhi persi nel vuoto, puntati sul soffitto, le braccia dietro la testa ed una gamba leggermente piegata. Un lungo sospiro uscì dalle sue labbra mentre le palpebre si abbassavano stancamente, per poi riaprirsi in una fessura. Mancava poco alla finale del Gran Prix, e stavolta si sarebbe fatto onore, per se stesso, per la sua famiglia ed i suoi amici, e soprattutto per Victor...
Già, Victor...
Un altro sospiro, malinconico e preoccupato.
Victor...
Yuri ripensò a quando lo vide all'aeroporto, dopo la gara in Russia. Ripensò a quando corsero, fianco a fianco, guardandosi l'un l'altro al di là della parete di vetro che li separava. Pensò a quando le porte scorrevoli gli si aprirono davanti e gli permisero di rifugiarsi tra le braccia di Victor, protese verso di lui e pronte ad accoglierlo... come sempre. Nessun abbraccio era come quello di Victor, forse perché nessuno era né mai avrebbe potuto essere come Victor...
Yuri si alzò e si diresse alla porta. Doveva vederlo. Doveva parlargli. Si rendeva conto di essere stato un grande egoista a chiedergli di continuare ad essere il suo coach anche dopo il Gran Prix. Dopotutto, Victor era uno straordinario pattinatore, e magari avrebbe voluto tornare sulla pista a gareggiare, mentre lui gli aveva chiesto di non lasciarlo, di rimanere il suo allenatore finchè non si fosse ritirato. Cosa l'aveva spinto a farlo? Insicurezza? Paura? O solo il desiderio di restare insieme ad una persona che gli era diventata indispensabile come l'aria? Victor aveva paragonato la sua richiesta ad una proposta di matrimonio, e forse non ci era andato tanto lontano.
"Vorrei che non ti ritirassi mai." gli aveva confessato poi, tenendolo stretto a sé.
Ma Yuri sapeva che la sua carriera sportiva sarebbe comunque finita, presto o tardi che fosse. E allora Victor, che avrebbe fatto? Ecco di nuovo quell'apprensione farsi largo in lui, e con essa il fastidioso senso di colpa per il proprio egoismo...
Yuri fece un bel respiro, dopodiché uscì dalla propria stanza per andare a bussare a quella di Victor, e lui senza alcuna esitazione lo invitò ad entrare, accogliendolo con un affabile sorriso. Yuri rimase ad osservarlo in silenzio per alcuni interminabili minuti. I capelli lisci e sottili, così chiari che sembravano d'argento. I magnetici occhi azzurri incastonati sul viso dai tratti aristocratici. La pelle chiarissima. Il fisico asciutto dalla muscolatura ben delineata che si scorgeva sotto la corta vestaglia da camera, legata in vita, la cui morbida stoffa rimaneva leggermente aperta sul petto, lasciando intravedere il preciso disegno dei pettorali. Era così dannatamente bello, e affascinante...
"Dimmi tutto." esordì il russo, sorridendo come il suo solito, con quell'aria scanzonata e divertita che rendeva difficile a Yuri comprendere cosa realmente gli passasse per la testa.
"Io non voglio!" esclamò il ragazzo, con la testa china, le palpebre saldamente serrate ed i pugni stretti, come gli costasse uno sforzo immane pronunciare quelle parole.
Victor lo fissò senza dire nulla, assottigliando lo sguardo nell'atteggiamento tipico di chi sta analizzando una situazione che non gli è del tutto chiara.
Yuri si sentiva terribilmente nervoso e teso, ma ormai non poteva tornare indietro. Doveva andare fino in fondo.
"Non voglio..." ribadì, in tono più calmo, posando gli occhi lucidi sul suo interlocutore "Non voglio che quando smetterò di pattinare tu te ne vada. Ma non posso nemmeno costringerti ad abbandonare la tua carriera per me.".
La voce di Yuri e la sua crucciata espressione lasciavano trapelare diverse emozioni: consapevolezza, rassegnazione, tristezza, e, nascosta tra le righe, una sottile trattenuta speranza, così lieve e timorosa che nemmeno lui si accorse di provarla. Ma Victor se ne accorse benissimo, tanto sapeva leggergli dentro.
"Riesci sempre a sorprendermi." ammise il russo, accennando un enigmatico sorriso "Sulla pista di pattinaggio e anche fuori.".
"E allora, fallo anche tu." intervenne Yuri, con una determinazione tale da cogliere alla sprovvista Victor "Cerca di stupirmi, di nuovo... come quella volta, durante la Coppa di Cina.".
Il riferimento era evidente. Il riferimento all'inatteso bacio con cui Victor aveva sorpreso Yuri, dopo la sua esibizione. Quel bacio nascosto agli occhi altrui dietro ad un abbraccio, quasi a volerlo preservare, custodire come un tesoro prezioso.
Victor restò in silenzio. Impossibile capire cosa stesse provando. Il suo indecifrabile sguardo poteva significare tutto e niente. Yuri si voltò, dandogli le spalle, e pentendosi di quanto appena detto si scusò:
"Mi dispiace. Sono solo un egoista. Un bambino capriccioso che pretende che gli altri si comportino come vuole lui. Non devi fare qualcosa che non desideri soltanto per accontentarmi. Io...".
"Stai facendo tutto da solo, Yuri." lo interruppe Victor, posandogli le mani sui fianchi ed accostando la bocca al suo orecchio "Perché non mi chiedi semplicemente quello che vuoi sapere?".
Yuri si sentì improvvisamente un grandissimo stupido. E' vero, sarebbe bastata una domanda, alla quale Victor avrebbe risposto con la schiettezza che lo contraddistingueva. Una domanda... così semplice e così difficile da pronunciare.
Yuri deglutì rumorosamente e lentamente girò la testa fino a lambire con il proprio volto quello di Victor.
"Cosa sono io per te?" gli domandò in un respiro, e lui gli sorrise, rubando alla sua bocca un dolce bacio.
Il ragazzo si trovò prigioniero in un abbraccio che mai come in quel momento aveva desiderato. Ruotò piano su se stesso, muovendosi tra le braccia che lo cingevano, fermandosi quando i suoi occhi incontrarono quelli di Victor. In un attimo la distanza tra i loro corpi si annullò ed un altro bacio, ben più appassionato e audace di quello che l'aveva preceduto, unì le loro labbra, alimentando in entrambi l'impellente esigenza di rendere quel contatto ancora più intimo e profondo. Ma un subdolo timore insinuò il dubbio nel cuore di Yuri, che con un gesto improvviso allontanò da sé Victor posandogli le mani sul petto, e serio come non mai gli disse:
"Non prenderti gioco di me.".
"Non lo sto facendo." affermò l'altro, lievemente contrariato.
"E allora rispondi alla mia domanda. Cosa sono per te?"
Victor strinse le mani del ragazzo nelle proprie, le baciò ed in un sussurro confessò:
"Tu sei il mio Yuri. E non ti lascerò mai a nessun altro.".
Nell'udire quelle parole, Yuri si sentì avvampare. Il viso in fiamme. Il cuore che batteva all'impazzata nel petto. Sapeva che Victor era sincero. Non lo stava prendendo in giro. Victor desiderava ciò che desiderava anche lui.
Il russo di nuovo catturò Yuri in un caldo abbraccio. Sapientemente mosse le proprie mani sul suo corpo, insinuandosi fin dentro ai suoi vestiti e facendolo fremere di piacere. Lentamente, senza fretta, lo aiutò a spogliarsi, continuando ad elargirgli sensuali carezze e godendo dei suoi soffocati gemiti. Quindi si sfilò la vestaglia e la lasciò cadere a terra. I loro corpi nudi si strinsero. I muscoli tesi. Le labbra assetate di baci che non riuscivano a staccarsi. Le mani che seguendo un naturale istinto si muovevano ardite come avventurieri in una terra inesplorata. L'indomani sarebbero tornati ad essere Victor e Yuri, allenatore e discepolo, vestendo i panni ed i ruoli che competevano loro, almeno davanti agli altri, almeno fino al termine del Grand Prix. Ma in quel momento erano soltanto due creature anelanti un amore unico e vero, un amore totalizzante in grado di rapire anima e corpo. Tra sudore e gemiti, sospiri e baci, si unirono per sentirsi completamente l'uno parte dell'altro. Ed era così intenso da far male. Così forte da essere dolore e gioia insieme, come le due facce della stessa medaglia. Una commistione inscindibile di emozioni e sensazioni. Ghiaccio e fuoco che danzavano all'unisono sulle note di una segreta alchimia. E quando la passione, raggiunto il suo culmine, cedette il passo alla stanchezza, Yuri e Victor si addormentarono vicini, stretti in un abbraccio che, prima dei loro corpi, aveva unito le loro anime.

 

 

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Questi personaggi non mi appartengono ma sono di proprietà di Mitsurō Kubo, Sayo Yamamoto. Questa storia è stata scritta senza scopo di lucro.

   
 
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