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Autore: FlameWolf    09/12/2016    7 recensioni
Mi volto verso mio nipote, che ormai sta piangendo a squarciagola. Ripenso alla prima volta che l'ho visto, al suono della sua risata, a quella gioia sempre presente nei suoi occhi. Immagino i miei vicini, la gente del villaggio venire qui per strapparmelo via, per ucciderlo.
Sospetto, rabbia, ira.
Dopo questa edizione non avremo veramente nient'altro.
Genere: Angst, Azione, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Shoujo-ai | Personaggi: Altri, Presidente Snow, Tributi di Fanfiction Interattive
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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Giorno 7, poche ore prima dell'alba

 

Dominique Vaertek, gioielleria, distretto 1

 

Casa mia è irriconoscibile, non riesco assolutamente a sentirla come mia. Tutto mi sembra nuovo e minaccioso, perfino questo vaso qua davanti che appartiene alla mia famiglia da sempre. Sento dovunque conversazioni, risate, brindisi in onore di mio figlio, così vicino alla vittoria. Molti di loro li conosco da una vita, eppure è come se mi rendessi conto per prima volta di chi mi trovi davanti.Darren ha sempre riso così a sproposito? La signora Black ha sempre fatto uscite così inopportune? Mio marito invece? L'ha mai avuto un cuore? Come ho potuto essere così cieca? Mi sento schiacciare, mi manca l'aria.
“Dominique!” esclama Finn sedendosi rumorosamente accanto a me, e guardandomi con occhi sognanti. “Che invidia! Beata te che hai un figlio in arena!” aggiunge. Il disgusto mi parte dallo stomaco e si ferma proprio in mezzo alla gola. Non so dove trovo l'autocontrollo per non vomitargli addosso il mio odio. Come può congratularsi per una cosa del genere? Mio figlio è in mezzo ad un massacro, ferito, e con le mani sporche di sangue. Come si può essere felici per una cosa del genere? Come ho fatto a vivere con questa gente fino adesso? Sono sempre stata contraria ai giochi, ma ho sempre tollerato facilmente l'entusiasmo dei miei concittadini. Ora mi sembra impossibile. I loro sorrisi appaiono come ghigni, le loro congratulazioni sembrano maledizioni. Come possono essere così tranquilli? Come non possono sentire il fuoco e il ghiaccio nello stesso momento? Davvero sono l'unica sana qui?

“Che palle! Vogliamo Adrian! Smettete di riprendere questo vigliacco!” urla Kate, ottenendo grida e versi d'approvazione. Mi volto verso la nostra televisione: la scena è ancora incentrata su Richard, il tributo del distretto 8. Da queste parti è abbastanza odiato perché ha sempre evitato i conflitti. Si è beccato molti insulti, ma non riesco davvero a capire il perché. Per me è solo un bravo ragazzo con dei principi molto chiari. Lo trovo molto coraggioso in quanto ha deciso di rimanere fedele a se stesso nonostante le pressioni esterne. Non so cosa si aspettino da lui di preciso: non è un attore, il suo dolore e le sue paure sono reali. È solo un ragazzino. Quanti anni avrà? Quindici? Sedici? In ogni caso è più piccolo di mio figlio.
Richard sta cambiando albero, forse non sente più quella zona come sicura. Dal nuovo rifugio tira fuori dallo zaino le sue ultime provviste e le mangia. Accanto a sé ha la spada di Autumn, ma non si è minimamente alleato per tirare qualche fendente. Da quel che ho capito di lui, potrebbe benissimo averla portata allo scopo di restituirla al padre di lei.
“Il tributo dell'otto dovrebbe muoversi se vuole raggiungere la cornucopia in tempo” afferma Sextus, uno dei commentatori.
“Non credo che ci andrà” replica Antius, il suo collega “Richard ha sempre dimostrato un'indole molto pacifica”.
“Ovvio, perché è un codardo” commenta mio marito, scatenando qualche risata, ma non la mia. Sento i suoi occhi addosso, deve essersene accorto.
“Vediamo ora che combina invece Adrian, dato come uno dei più palpabili vincitori insieme a Jasmine ed Angelie”. La scena cambia, concentrandosi adesso su mio figlio.
Adrian è dentro un sacco a pelo e sta tremando a causa del freddo. È di nuovo sveglio, forse a breve si preparerà per andare verso la cornucopia, anche se spero vivamente di no. Non solo è pericoloso, ma lui è anche ferito. Con il piede conciato in quel modo riesce solamente a zoppicare. Le probabilità che riescano a freddarlo sono altissime.
“Cosa credi che ci sia per lui al festino?” domanda la vecchia Margareth.
“Un set di coltelli pesanti da lancio, sicuro sicuro. Roba seria, eh!” risponde un altro senza neanche pensarci.
Era divertente vedere Adrian colpire i bersagli senza mai sbagliare, lui era felice, e dunque lo ero anch'io. Quelli nell'arena però non sono bersagli, sono persone con la loro famiglia, i loro amici, i loro sogni e i loro progetti per il futuro. Adrian però li ha uccisi, l'uno dopo l'altro. Sono consapevole che là dentro ci si fa strada in quel modo, ma... vederlo con quell'espressione fredda tutte le volte... Non può essere lui. Il mio Adrian era un tipo a cui piaceva scherzare, andava d'accordo con tutti. Sta solo fingendo di non provare nulla, ne sono certa. Sta solo mettendo le sue emozioni da parte.
“È il caso che tuo figlio si alzi se vuole andare! Con il piedi ridotto in quel modo ci metterà una vita a raggiungere la meta” osserva la signora Black.
“Lo so, lo so. Forza ragazzo, alzati e muoviti! Devi anche vendicare Judith” borbotta mio marito. Già, l'altra ragazza del distretto. Adrian sembrava così sconvolto alla sua dipartita. Spero non stia soffrendo molto.
Mio figlio guarda il cielo, per poi rannicchiarsi nuovamente dentro il sacco a pelo.
“Che fa!? Dai, Adrian, devi andare”
“È ferito” esordisco all'improvviso, lasciando tutti a bocca aperta.
“E allora?” replica mio marito freddo.
Sgrano gli occhi. Davvero l'ha detto? “Potrebbe morire!” rispondo con enfasi, come se la cosa non fosse abbastanza ovvia.
“Lo farebbe in nome dei suoi ideali”
“I suoi, o i tuoi?” Lo accuso venefica, generando un profondo disagio fra tutti i nostri ospiti. “Hai idea di che razza di lavaggio del cervello gli hai fatto? Se non fosse per te, a quest'ora sarebbe qui accanto a noi”. Adrian era un bambino timido una volta, aveva paura dei giochi, ora è un assassino.
“Che c'è? Non hai fiducia in nostro figlio?” mi domanda. Ci lanciamo sguardi di puro rancore, mentre gli altri sparlano a bassa voce di noi. Perché? Perché mi sono sposata!
“Forse è il caso che ce ne andiamo” sentenzia Jun. Tutti annuisco e lentamente la casa si spopola, lasciandoci da soli.
“Come hai potuto farmi fare una figura del genere!?” si lamenta lui, ma non ho intenzione di ascoltarlo. Mi dirigo verso lo sgabuzzino e prendo la valigia, per poi andare in camera verso l'armadio “È così che la vuoi risolvere?” mi grida addosso.
“Non voglio risolvere un bel niente, fra noi è finita. Non posso più condividere niente con te. Vado da mia madre” dichiaro lasciandolo completamente a bocca aperta.
Mi dirigo verso la porta d'ingresso, guardando per un'ultima volta la televisione. Adrian è ancora dentro il suo sacco a pelo. “Rimani là dentro, tesoro, non ti preoccupare su cosa ne penseranno”.


 

Giorno 7, alba

 

Liam “Felino” Evans, tributo del distretto 9, arena

 

Sono stanco, non credo di potercela ancora fare. Ho perso il conto dei giorni trascorsi qua dentro, ma mi sembrano infiniti. Sono stato scelto, trascinato lontano da casa, posto sotto gli occhi famelici di tutti i capitolini, fuggito dal bagno di sangue; ho anche affrontato la morte non so quante volte, e ho visto morire due amiche, che erano come sorelle per me. Uno dopo l'altro sono tutti caduti, finché non siamo rimasti solo noi sei. Se penso che il peggio deve ancora venire mi si stringe lo stomaco.
Quanto ho corso? Quante volte mi sono sentito solamente un peso? A quante persone ho detto addio? Il mio cuore si è frantumato troppe volte, credo di essermi rotto. Quando è morta Dalissa ero a pezzi. Non facevo altro che piangere, ero arrabbiato con il mondo, e avevo finito per prendermela con Jenny, l'unica che mi era rimasta accanto. Ma ora che neanche lei c'è più, non provo nulla. Non riesco a piangere, non riesco a gridare, non riesco nemmeno a sospirare. Sono rimasto ore dentro il mio nascondiglio, ma non sentivo niente, ero completamente vuoto.

Sono solamente due le sensazioni che provo. La prima è per l'appunto la stanchezza, che l'avverto ovunque. Mi schiaccia le gambe, le braccia, la testa, il petto. Non ho ricordo dell'ultima volta che ho dormito sereno. A volte credo di non aver mai dormito.
La seconda è la fame. Avverto il mio stomaco come ripiegato su se stesso, completamente vuoto. Reclama, lo fa sempre, e le sue proteste vanno su per l'esofago, la gola, fino ad arrivare alla bocca. È una sensazione che non mi abbandona mai, non riesco assolutamente a cancellarla dalla mia testa. Continuo a pensare al cibo, al pane cucinato da mio padre, alle torte di mia madre, alle prelibatezze capitoline. A volte mi sembra perfino di sentirne l'odore.
Anche la sete è un altro problema, anche se è un po' meno prepotente dato che ho bevuto relativamente da poco. Questa sensazione di gola secca non mi mancava per nulla.
Questa notte ho immaginato di trovarmi di fronte a un maialino arrosto. Masticavo l'aria, facendo finta di sentire il gusto della carne, mentre immaginavo il suo succo sporcarmi il viso. Da quell'esperienza ho capito una cosa: io quel maialino lo voglio mangiare davvero. Forse è l'unica cosa di cui mi importa ormai.
Sono venuto qui solamente per soddisfarmi alla fine. So che è pericoloso, ma a questo punto dei giochi non posso più nascondermi sperando che siano gli altri a fare il lavoro sporco. Non ho più nessuno a proteggermi, ci sono solo io, e non ho più nulla da perdere.

Mi affaccio fuori dal mio nascondiglio, non vedo nessuno. Saranno venuti tutti? Il festino è un'occasione troppo ghiotta, e sono sicuro di non essere l'unico che ha bisogno disperatamente di qualcosa. Forse non ci sarà Adrian, dato che è stato ferito da Jenny. Con un po' di fortuna avrò un avversario in meno a cui pensare. Non mi consola molto il pensiero però, c'è sempre Angelie, la ragazza del due. Rimangono poi i due ragazzi del tre e dell'otto che non sono assolutamente riuscito ad inquadrare. Chi altro rimane? Ah si, la ragazza del tre. Mi sembra che abbia preso un voto abbastanza alto agli allenamenti individuali, forse non devo sottovalutarla.
In ogni caso è meglio evitare qualsiasi scontro diretto. Sono il più piccolo qua dentro, mi schiaccerebbero tutti con facilità, anche se sono armato. Devo avvicinarmi con cautela, nascondendomi fra l'erica, per poi correre per l'ultima tratta. Sono sempre stato fra i più veloci a scuola, potrei anche farcela. Mi è sempre piaciuto correre, mi faceva sentire libero. Che strano... di solito ho sempre paura nelle occasioni come questa. Eppure... deve essermi davvero rotto. Riesco solo a sentire lo stomaco brontolare.

Inizio a muovermi con la schiena china, nascondendomi fra l'erica. Il suo odore è prepotente, mi dà quasi alla testa. Per un momento mi chiedo se sia una pianta commestibile. Così rannicchiato sono perfettamente invisibile, e ringrazio il cielo di essere così minuto. L'ho sempre visto come un handicap, sempre preso in giro e scambiato per uno più piccolo, ma ora come ora mi sembra una gran fortuna essere così.
Davanti alla cornucopia si apre una fenditura, a da lì sale lentamente un espositore con sopra sei zaini. Riesco chiaramente a distinguere il mio.
Nell'area domina il silenzio, nessuno sembra farsi vivo. Ne approfitto per avanzare, cercando di spostare l'erica il meno possibile.
Sono a metà del mio percorso, quando intravedo il ragazzo del tre sfrecciare verso gli zaini.
Mi fermo in attesa del mio momento ed osservo i suoi movimenti. Chester (sempre che si chiami così) afferra il suo zaino, quando spunta dietro di lui Angelie, armata d'ascia. Il ragazzo del tre inizia a fuggire via, con la favorita alle calcagne, e so che è questo il mio momento.
Esco fuori dal mio nascondiglio ed inizio a correre. Il vento mi scompiglia i capelli, mentre le mie orecchie si riempiono di quel rumore tanto familiare ed amato. Ripenso alle ore di educazione fisica trascorse insieme agli altri bambini nel distretto 9, a quelle futili preoccupazioni di allora, al primo incontro con Dalissa, al nostro viaggio il treno, a Jenny, alle loro morti. Improvvisamente sento le mie guance bagnarsi. Sta per piovere?
Arrivo alla meta ad afferro lo zaino. Mi volto, Angelie è quasi riuscita a raggiungere Chester, devo muovermi.
Inizio a correre, anche se...

 

Jasmine Thompson, tributo del distretto 3, arena

 

Uno. Due. Tre.

Continuo a guardare da un lato all'altro della cornucopia attraverso il binocolo, ma c'è nessun altro. Dove sono gli altri due? Ho bisogno che siano qui. Il mio piano prevede la presenza di ogni dannato tributo entro quell'area. Non riesco neppure a capire chi manchi... sono troppo lontana per distinguere i volti. Perché non ci sono tutti? Pensavo che... dannazione! No... non può essere! No, devo calmarmi, sta ancora procedendo tutto secondo i piani, non c'è alcun motivo per farsi prendere dall'ansia. Calma Jasmine, deve respirare con calma. Devi concentrarti, devi assolutamente premere il bottone al momento giusto. Non posso farmi sfuggire questa occasione. Oggi tornerò a casa.

Un primo tributo ha preso il suo zaino, per poi fuggire inseguito da qualcun altro armato, forse Angelie non so. Il terzo sbuca fuori dal suo nascondiglio, ed approfitta del disordine per recuperare il suo bottino.
L'azione è molto più frenetica di quanto avessi immaginato, ho bisogno che gli altri due sbuchino fuori il più presto possibile. Dove siete? Andiamo! Non fate i vigliacchi, dovete morire! Vi prego, dovete farvi vedere immediatamente.
Il primo tributo è quasi fuori dall'area, e ben presto anche il suo inseguitore lo sarà. Degli altri due non c'è ancora traccia. Se non lo premo entro tre secondi avrò rovinato la mia unica occasione.

3... ne ucciderò solo tre.

...2... come farò con gli altri?

...1... non ho tempo per pensare.

...0.

Premo il bottone, scatenando così l'esplosivo inviatomi dagli sponsors una vita fa. L'intera area viene avvolta dal fumo e dal fuoco, distruggendo qualsiasi cosa con la quale entra in contatto.
Una ventata di zolfo raggiunge la mia postazione, costringendomi a voltarmi per sfuggire all'odore. Immediatamente seguono i colpi di cannone.

Uno. Due.

Dov'è il terzo? Che abbia schiacciato il bottone troppo tardi?
Dannazione! Quella bomba doveva ucciderli tutti! Doveva garantirmi la vittoria! Come ho potuto sbagliare così clamorosamente?

Frena. Sto perdendo la testa, lo stress mi sta giocando un brutto tiro. Dentro l'area erano in tre, è possibile che il terzo sia ferito, ma ancora lì. Per gli altri due troverò una strada. In fondo sono sempre riuscita a cavarmela. Voglio dire: sono fra i primi quattro, non è di certo per caso. Non è stato facile arrivare fino a qui, ma ce l'ho fatta, devo avere fiducia nelle mie capacità.
Prendo un enorme respiro e ritorno in me. Per prima cosa devo verificare dov'è finito il terzo, e in caso ucciderlo. Scendo giù dall'albero e tiro fuori il pugnale. I nemici potrebbero spuntare fuori da un momento all'altro, devo tenermi pronta.
Avanzo lentamente verso la cornucopia, cercando di tenere a mente i consigli che Adrian mi aveva dato quella volta. Devo evitare foglie e rametti, mentre devo cercare di appoggiarmi su radici o rocce. Le mie precauzioni sembrano inutili però, sembra non esserci assolutamente nessuno nei dintorni.

Al mio arrivo mi trovo di fronte ad uno spettacolo devastante. Tutto è distrutto, c'è solo cenere e fumo. Solo la cornucopia rimane in piedi, anche se danneggiata. Mi avvicino alla struttura, dove trovo miracolosamente quattro zaini. Forse gli strateghi hanno innalzato una protezione apposta sapendo cosa stavo per fare. Una buona notizia finalmente, almeno quei contenuti saranno miei. Do un'occhiata veloce ai simboli: distretto 8, distretto 2, distretto 3, distretto 1. Il respiro mi si blocca a metà. Ho fallito, ho completamente fallito. O Adrian o Angelie sono vivi, forse tutte e due. Cosa faccio ora? Entrambi sono troppo tosti. Angelie è spietata, mentre Adrian non vede sicuramente l'ora di farmi fuori. Devo escogitare un piano e anche in fretta!

Sento dietro di me dei mugolii che mi ricordano vagamente una risata. Mi irrigidisco tutta, e stringo il pugnale con tutte le mie forze “Chi sei? Fatti vedere!” ordino guardandomi intorno.
La voce non replica, ma si limita brevemente a tossire, per poi tornare a ridere. Ora però riesco a capire da dove provenga quel suono. Oltrepassando il cadavere del bambino del nove. Era talmente vicino al punto di detonazione che probabilmente è morto senza accorgersene. Avanzo di qualche metro finché non raggiungo un corpo con gravissime ustioni. Mi fissa con i suoi occhi azzurri, ancora pieni di determinazione. Fra le ferite riesco a scorgere un sorriso beffardo. È incredibile che sia ancora viva.
“Sei stata tu, allora. I miei complimenti” bisbiglia Angelie.
Faccio cenno di sì con il capo, notando poco distante il corpo di Chester. Mi aveva chiesto di non coinvolgerlo nel mio “boom”, ma non sono riuscita a mantenere la parola. Mi dispiace, ma non potevamo uscirne tutti vivi.
“Sei stata tu ad uccidere Judith? Ho visto la sua foto ieri sera”. Annuisco nuovamente. Angelie riprende a ridacchiare nonostante l'evidente fatica che le comporta.
“Che hai da ridere?” le chiedo nervosa.
“Adrian è ancora vivo, ti vorrà sicuramente morta. Sei fottuta!” mi spiega incominciando a ridere più forte, istericamente.
Stringo forte il pugnale. Maledetta stronza. L'ho sempre trovata antipatica, ma non l'ho mai odiata come adesso. Cosa avrà da ridere? Non capisce che c'è la mia vita in ballo? “Stai zitta!” sobillo, mentre avverto il braccio tremare a causa della tensione.
“Fottuta, fottuta” ripete allegra.
“Smettila” le urlo addosso.
“Ci vediamo all'inferno” replica mostrandomi un sorriso folle “Sei bella che morta, puttana” aggiunge sputandomi addosso.
È l'ultima goccia. Mi avvento su di lei e la colpisco al collo, più e più volte, finché il suono della sua risata non sparisce dalle mie orecchie e dal mio cervello, finché la frustrazione non ha abbandonato nuovamente il mio corpo. Quando ho finito sono completamente sporca del suo sangue.

Mi volto verso il cielo e cerco di recuperare la calma, mentre il grigio e il freddo iniziano a scendere.

 

 

 

 

Morti:

6° Liam Evans, distretto 9, ucciso dalla una trappola di Jasmine, 5 pov

5° Chester Colin Herstone, distretto 3, ucciso da una trappola di Jasmine, 5 pov

4° Angelie Asimar, distretto 2, uccisa da Jasmine, 6 pov

 

 

 

 

Ne manca solo uno e poi ci siamo. Delusi? Mi dispiace. Ho riflettuto molto, avevo in mente tremila percorsi diversi, ma alla fine ho optato per questo. Sottolineo che Jasmine ha ricevuto quel dono una vita fa come Assassin può confermare, non c'è nessun baro dietro.

Ci vediamo il 16 con il primo di Battle per chi lo segue. A tal proposito: mi mancano delle schede (3 per la precisione), se non le ottengo entro Sabato pomeriggio i posto tornano liberi. Se volete più tempo basta che me lo dite, ma se entro Sabato non mi fate cenno di vita... beh.

Alla prossima!

  
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