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Autore: WibblyVale    10/12/2016    3 recensioni
Una neonata nell'ospedale di Konoha viene sottoposta ad un esperimento genetico e strappata alla sua innocenza. Crescendo diventerà un abile ninja solitaria, finchè un giorno non verrà inserita in un nuovo team. Il capitano della squadra è Kakashi Atake, un ninja con un passato triste alle spalle che fatica ad affezionarsi agli altri esseri umani. La giovane ninja sarà in grado di affrontare questa nuova sfida?
Genere: Azione, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kakashi Hatake, Nuovo Personaggio, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Shiori aprì gli occhi, ma attorno a sé vedeva tutto annebbiato. Sentiva un dolore lancinante provenire dal suo fianco e percepì che il polso era avvolto da una fasciatura rigida. Le preoccupazioni degli occupanti della casetta di fortuna la invasero. Cercò di concentrarsi su quelle dell’uomo più vicino a lei.
Sbatté gli occhi un paio di volte e girò la testa di lato. Il Copia-ninja era accanto a lei, i suoi occhi rivelavano la sua stanchezza e la sua agitazione. Non appena la vide muoversi le si avvicinò.
“Kakashi…” La voce le uscì bassa e roca.
L’uomo le sorrise. “Sei al sicuro ora.” Prese un bicchiere d’acqua e le alzò la testa per aiutarla a bere.
“Chiedimelo!” ordinò lei.
Kakashi abbassò la testa. “Tenzo, crede che tu possa essere un clone ben costruito, mandato per ingannarci.”
La kunoichi sospirò. “Non lo sono.”
“Dimmi qualcosa che lo dimostri.”
“Ci siamo incontrati in sogno.” Le parole facevano fatica ad uscire, si sentiva stanca e provata.
Il jonin chiuse gli occhi e sospirò soddisfatto, poi prese la mano di Shiori tra le sue e se la portò al petto.
“Ti ho cercata tanto.”
“Lo so. Kakashi io…” Sakura fece irruzione nella stanza, interrompendoli.
“Ora basta! Devo visitarla!” ordinò. “Non è possibile che si sia perso tempo con questa cosa. Rischiare la vita di una paziente per un dubbio così stupido!” borbottò.
“Scusa, Sakura.” Il Copia-ninja fece qualche passo indietro e lasciò fare alla ragazza.
“Sarebbe meglio se uscissi, sensei.”
Shiori scosse la testa. “No, ti prego.”
“Ma devo…”
Kakashi fece un passo avanti e strinse la mano della donna. “Non mi scandalizzo.”
Sakura sospirò esasperata e scostò la coperta che ricopriva il corpo di Shiori. Un leggero brivido la prese, quando l’aria fredda della stanza colpì la sua pelle. Kakashi rimase scioccato dai numerosi lividi presenti sul suo corpo. Sakura, dal canto suo, cominciò a medicare la ferita più grave.
“Allora, avevo perso molto sangue, come avete fatto?”
“Naruto si è rivelato compatibile, abbiamo fatto una trasfusione. Ho mandato i ragazzi a prendere del cibo. Ha bisogno di riguadagnare forze” spiegò la rosa.
“Dovrò ringraziarlo.”
“Avrai tempo di vedere tutti più tardi, ora ti devi riposare.” Sakura aveva quasi perso la paziente, durante l’operazione, non voleva rischiare.
“Avete ricontrollato il covo?”
“Tenzo e Sai se ne stanno occupando” spiegò Kakashi.
“Un amico mi ha salvato.” Gli occhi dei due jonin si incrociarono, Sakura cercò di ignorare lo stato di imbarazzo che si era creato.
“Come te le sei fatta?” chiese il Copia-ninja indicando le varie escoriazioni e tagli che solo in quel momento cominciavano a guarire.
“Non impor…”
“Hai finito, Sakura?” la interruppe lui.
“Sì, sensei.”
“Allora lasciaci!” La ragazza lo guardò storto, ma se ne andò.
“Falla riposare!” ordinò il medico uscendo.
“Kakashi, non credo di avere le forze per…”
“Taci. Discuteremo quando ti sentirai meglio.”
La kunoichi annuì. Lui prese una camicia da notte su di una sedia e con delicatezza l’aiutò a rivestirsi.
“Hikaru mi ha sentito morire. Ha sentito morire il villaggio. Ha smesso di parlare.” Le raccontò.
Shiori sentì le lacrime fare capolino ai suoi occhi, avrebbe dovuto essergli accanto per aiutarlo a superare quella situazione.
“Mi odierà.”
“Non credo. Quel bambino non ne sembra capace. È migliore di te e di me” spiegò il Copia-ninja.
“Amaya e Shisui?”
“Se la cavano, ma Shisui è distrutto. Credo che abbia bisogno di te. A proposito, mi dispiace per la morte di Itachi.”
Ora le lacrime cominciarono a scendere dagli occhi della kunoichi. “Avevo trovato il modo per salvarlo.”
“Lui non voleva essere salvato.”  Il jonin asciugò gli occhi della kunoichi con un fazzoletto e le sfiorò un taglio che aveva lungo il collo. “Cosa ti ha fatto?”
“Non…”
“Shiori!”
Lei chiuse gli occhi. Non avrebbe voluto ricordare. “Yoharu… lui mi odiava e Kabuto, dato che non lo temevo, gli ha lasciato il via libera. Tutto è cominciato con delle torture. Usava…. Usava i suoi poteri per privarmi delle mie forze, mi feriva. Gli piaceva provocarmi dolore. Poi…” Con la mano sana si aggrappò alle coperte. “Poi… Cominciai a percepirlo. Gli piaceva quella posizione di potere, vedermi inerme ai suoi piedi, alla sua mercé… Ha sempre ammirato Tanoshiji. Avrebbe voluto avere tutto quello che aveva lui. Io ero una di quelle cose. Certo, lui voleva fare meglio. Credeva che il suo amato capo si fosse fatto mettere i piedi in testa da me, lui invece mi… dominava in tutti i sensi. Non mi ha distrutto solo come ninja. Mi ha distrutto come essere umano, come donna… Mi sento un nulla, e l’unica cosa che mi porta avanti sono i bambini. Io… l’ho affrontato, ho preso coraggio, ma so che sono una bomba a orologeria, sto trattenendo quel trauma, perché ho paura di quanto faccia male affrontarlo a livello psicologico.”
Kakashi era sconvolto, ma era anche impressionato dalla pacatezza che Shiori stava usando nel raccontargli quella storia. Non voleva farlo preoccupare, nonostante fosse lei quella che stava soffrendo. Le accarezzò il volto. “Lo ucciderò.”
“No, io lo ucciderò” disse con tutto l’odio che aveva in corpo. “Lo ucciderò e poi sarò libera.”
“Ti aiuterò ad affrontarla, Shiori. Lo sai questo?”
Lei annuì. “Prima dobbiamo risolvere un po’ di cose tra di noi.”
Lui si piegò verso di lei e si tolse la maschera, posandole un dolce bacio sulla fronte.
“Arriveremo anche a quello. Ora riposati.”
“Tu te ne vai?”
“No, sarò ancora qui quando ti sveglierai.”
Shiori ridacchiò. “Il mio principe argentato…” sussurrò, mentre cadeva nel mondo dei sogni.
 
Mentre Shiori dormiva, Kakashi la guardava non capendo il genere di emozioni che si stavano agitando in lui. Si sentiva sollevato, addirittura felice: Shiori era salva, finalmente. Poteva stringerla tra le sue braccia, poteva riportarla a casa dai suoi figli. Un’altra parte di sé però non vedeva l’ora di urlarle contro, di dirle quanto lei l’avesse fatto soffrire.
Averla vista in quelle condizioni e averla sentita raccontare quella storia, gli aveva spezzato il cuore. Lei era riuscita a raccontarla in modo calmo, ma la sua sofferenza era enorme. Avrebbe voluto uccidere Yoharu con le sue mani, e non poteva escludere che l’avrebbe fatto, se mai l’avesse incontrato.
Kakashi allungò una mano verso Shiori e le accarezzò i capelli, in particolare quel ciuffo che tanto aveva amato. Calde lacrime cominciarono a scendere lungo le sue guance. Erano lacrime di gioia e di sollievo. Sapeva che presto avrebbero parlato e che si sarebbero detti cose dolorose, ma in quel momento voleva solo godersi la vista di lei che dormiva.
“Qualunque cosa succederà”, sussurrò, “sappi che sono davvero felice che tu sia qui.”
 
Shiori aprì gli occhi con la sensazione di essere osservata. In effetti, era proprio così. Il primo sguardo che incrociò fu quello di Tenzo, che la guardava come se fosse impossibile che fosse lì davanti ai suoi occhi.
“Ten…” Si mise a fatica a sedere, mentre le lacrime cominciavano a scendere.
Il castano non riuscì a trattenersi e con un paio di passi fu accanto a lei. Senza dire una parola, la strinse tra le braccia. Shiori rispose immediatamente a quell’abbraccio così confortante.
“Capitano Yamato! Potrebbero riaprir…” cominciò Sakura, ma Shiori la bloccò con una mano.
“Sai che sono furioso! Hai mentito, hai fatto tutto di testa tua e ti sei messa nei guai. Cazzo, Shiori sai quanto ero spaventato?” le chiese, senza mai abbandonare quell’abbraccio.
“Scusa, Tenzo… Scusa” disse lei tra le lacrime.
Lo shinobi si separò quel tanto da lei per guardarla negli occhi e le sorrise.
“Credo che tu abbia pagato fin troppo. Sono solo felice di riaverti qui con me.” Le posò un bacio sulla guancia.
La donna gli sorrise grata, poi gli accarezzò la guancia. “Devo dirti molte cose. E tu devi dirmene altrettante.”
“Quando saremo soli.”
Shiori annuì, poi lasciò vagare il suo sguardo per la stanza. I suoi occhi incrociarono quelli di Naruto.
“È bello rivederti! Grazie per il tuo dono. Se non fosse stato per te…”
Il biondo si grattò la testa in imbarazzo. “No no, è tutto merito di Sakura-chan! Io ho solo offerto un braccio da pungere. E comunque anche per me è bello rivederti.”
La kunoichi guardò Sakura. “Grazie.”
La ragazza si limitò a sorridere.
“E voi altri? Lasciatemi indovinare… Kiba Inuzuka e Akamaru, mi ricordo che eravate in classe con Shika, poi tu…” indicò Sai, cercando di scandagliarlo per capire. “Sei parte del team di Kakashi.”
“Sì, mi chiamo Sai” rispose il ragazzo, facendo uno strano sorriso.
“Mentre tu…” Shiori sorrise quando il suo sguardo cadde sul ragazzo dalla tutina verde. “Sei Rock Lee, l’allievo di Gai.”
Il ragazzo sbarrò gli occhi sorpreso.
“Hai uno stile inconfondibile.” Poi, tornò a guardare il suo migliore amico. “Juu… L’avete…” Sperava di essersi sbagliata sulla sorte del clone, ma nel vedere il volto di Tenzo incupirsi, capì che non era così.
“Mi dispiace, Shiori.” La donna nascose il volto tra le mani. “Gli abbiamo dato degna sepoltura.”
La kunoichi cercò di riprendersi.
“Be’ ringrazio tutti voi per avermi salvato.”
“Qui nessuno ha fatto nulla! Ti sei salvata da sola, noi abbiamo solo sconfitto un paio di nemici” s’intromise Kakashi.
Shiori iniziò a scandagliarlo per capire cosa stava provando, ma lui la contrastò.
“Non ci provare, Shiori! Non ora!” sbottò lui nel sentirla frugare. “Quando possiamo partire?” chiese a Sakura.
“Penso domani in mattinata, però Shiori non può camminare.”
“Perfetto! La porteremo sulle spalle. Non c’è tempo da perdere!” Detto ciò uscì dalla stanza.
“Devi perdonarlo Shiori, ma…” cominciò Naruto.
“Tranquillo!” esclamò lei, forzando un sorriso. “Ha tutte le ragioni per essere arrabbiato.”
 
“Dovete litigare!” esclamò Tenzo quando rimasero da soli.
“Sai che questo è il consiglio più stupido che io abbia mai ricevuto!”
“Con voi ha sempre funzionato così!”
Shiori si rabbuiò. “Stavolta non credo che sarà così semplice.” Cercò di scuotere via quella tristezza. “Raccontami di te…”
“Cosa vuoi che ti dica? Sono… felice! Soprattutto ora che tu sei tornata.”
La Nara sorrise. “Lo vedo. E tutti ti chiamano capitano Yamato… Devi sentirti potente!”
Lui scoppiò a ridere. “Ho dovuto sostituire Kakashi per un po’, ed è finita che mi ci sono affezionato.”
“Difficile non farlo” commentò lei.
Tenzo la guardò per un attimo, poi le strinse forte la mano.
“Ma mi sei mancata ogni giorno. Tutte le volte che volevo sentirti raccontare qualcosa, che volevo parlarti non c’eri. Non riesco nemmeno ad immaginare quello che hai passato.”
Shiori strinse a sua volta la mano del suo più vecchio amico. “Di tutto, Ten… di tutto. Ma… Niente importa, ora che sono qui.”
“I tuoi figli sono fantastici.”
La donna sorrise. “Lo so. Mi sono mancati ogni secondo.”
“Sarà difficile tornare alla normalità.”
“No, quello che sarà difficile sarà dimenticare.”
 
“Non credo che il tuo comportamento sia stato corretto, sensei” disse Naruto, arrancando nella neve verso di lui.
“Tu non puoi capire” si limitò a dire il Copia-ninja.
“Non ti ha detto di tuo figlio e tu non hai avuto l’opportunità di vederlo crescere. Credo, che persino io posso capirlo. Ma credo che si incolpi già abbastanza da sola.”
Kakashi si voltò verso di lui. “Mi stai facendo una ramanzina?”
“Credo di sì.” Il biondo incrociò le braccia al petto. “Dovremmo festeggiare, invece, sembrate tutti più tristi di prima. Che cosa vi succede?”
Il jonin sospirò. “Quando la guardo provo sentimenti contrastanti. La amo e non sopporto la sua presenza, vorrei urlarle contro ogni insulto immaginabile e vorrei baciarla fino a rimanere senza fiato.”
Naruto arrossì. “Ma sensei che dici…”
Una risata triste uscì dalle labbra dell’uomo più grande. “Non lo so nemmeno io, credo…”
“Be’ forse è meglio che parliate, invece di tenervi il broncio.”
“Forse hai ragione, ma dopo… Se parlassimo adesso litigheremmo, e Sakura mi ucciderebbe se la facessi affaticare. Poi…”
“Poi?” chiese il Jinuchuriki.
“Non importa.” In realtà, al Copia-ninja questa situazione di incertezza non dispiaceva del tutto, perché forse chiarire avrebbe potuto fare più male.
 
Quella sera cenarono tutti insieme, poi fu Kakashi a riportare Shiori a letto. La strinse tra le braccia e risalì le scale della piccola casetta di legno, costruita da Tenzo. Shiori stringeva le braccia al suo collo, e lui cercava di ignorare quanto tutto ciò lo riportasse a momenti più felici. Arrivati nella stanza, l’aiutò a sdraiarsi sul letto e si sedette su di una sedia accanto a lei.
“Quindi riesci a starmi vicino solo quando non sono cosciente?” gli chiese.
Quell’atteggiamento lo mandava su tutte le furie, ma voleva trattenersi, doveva farlo. Sakura l’aveva minacciato di morte, se l’avesse fatta stancare.
“Non è il momento, Shiori.”
“So che…”
“Ti ho detto che non è il momento!” sbottò. “Non sono ancora pronto” continuò con più calma.
La donna si morse le labbra, ma annuì.
“Dimmi qualcosa di Hikaru quando era piccolo. Ho chiesto a Shisui, ma… Sei sempre stata più brava a raccontare storie.”
Shiori acconsentì.
“La prima volta che lo vidi camminare è stata fantastica. Ricordavo la crescita di Amaya e lui… lui sembrava tardare sulla tabella di marcia.” Ridacchiò. “Cavolo, Kakashi, è proprio nostro figlio. In fondo, penso che non ne avesse voglia. Ma io ero preoccupata all’inverosimile. Cercavo di dirmi che ognuno ha i suoi tempi, ma sai com’è… una mamma si preoccupa. Un giorno però, decidemmo tutti quanti di andare alla spiaggia vicino casa. Amaya e Shisui discesero insieme lo scoglio, mentre io portai Hikaru. Passammo una bellissima giornata, una di quelle in cui in fondo sembrava che stessimo conducendo una vita normale.
Yaya, che stava giocando sugli scogli, ad un tratto inciampò e cadde in mare. Fu un attimo, scattai e corsi a prenderla, lasciando Hikaru sull’asciugamano e Shisui senza una spiegazione. La presi tra le braccia e la riportai a riva. Lei si stringeva a me leggermente spaventata, ma stavo cercando di calmarla. Poi, mi accorsi che qualcuno mi stava aiutando. Hikaru era lì a riva, che ci aspettava, a malapena reggendosi su quelle gambine. Tendeva le braccia verso di noi e chiamava sua sorella, mentre con i suoi poteri cercava, istintivamente, di farle sapere che andava tutto bene.” Shiori si passò una mano sugli occhi umidi. “In quel momento ho pensato che fosse così uguale a te. E sono stata felice che avesse il cuore di suo padre.”
Il Copia-ninja era commosso da quella storia, ma allo stesso tempo quella punta di rimorso non lo abbandonava: avrebbe voluto esserci. Sapeva che Shiori poteva sentirlo, ma sapeva anche che per ora non avrebbe detto nulla.
“Tenzo mi ha detto che sei stato nominato Hokage” disse lei cambiando argomento.
Kakashi annuì.
“Sapevo che avevi un grande destino.” Shiori fu invasa da una forte sensazione di rabbia.
“Dormi!” le ordinò lui burbero. Non era facile per lui evitare di dirle tutto quello che pensava delle sue opinioni sul suo destino.
Lei si sdraiò e il Copia-ninja l’aiutò, poi avvicinò la sedia al letto e allungò la propria mano verso quella di lei, stringendola.
“Buonanotte” le sussurrò.
“Buonanotte” rispose lei.
Kakashi sapeva di mandare segnali contrastanti, ma contrastanti erano anche i sentimenti che provava. La rabbia, il desiderio di proteggerla, il senso di biasimo che provava, l’affetto, il rimorso, la speranza, sapeva che lei li capiva e aspettava con trepidazione e con paura il momento in cui tutto quello sarebbe uscito da lui, perché non aveva idea di dove l’avrebbe portato.
 
La mattina successiva partirono per Konoha e camminarono a ritmo sostenuto. Kakashi guidava il gruppo da una certa distanza, mentre gli altri membri del team si passavano Shiori di spalla in spalla quasi contendendosi la sua compagnia.
La kunoichi passò dalla morbida groppa di Akamaru alle spalle del suo padrone, chiacchierando con lui di ogni cosa, lasciando che il ragazzo le raccontasse entusiasta i suoi interessi. Poi, passò sulle magre ma forti spalle di Sai. Il ragazzo era interessante da scandagliare, perché era come se vedesse il mondo per la prima volta. Le faceva domande su ogni cosa e Shiori era più che felice di rispondergli. Dopo pranzo, finì sulle spalle di Rock Lee. Il ragazzo sembrava non essere in grado di tenere un’andatura lenta, ma si impegnava per evitare i rimproveri di Sakura, che regolarmente arrivavano. Poi, passò sulle spalle di Tenzo con cui cercò di riaggiornarsi il più possibile, e infine fu il turno di Naruto.
Dopo qualche minuto di silenzio, il Jinchuriki prese coraggio e cominciò a parlare.
“Il sensei mi ha detto che tua madre era la zia di mia madre.”
Shiori appoggiò il mento sulla spalla del ragazzo e sorrise. “Sì, l’ho scoperto da poco anche io. Forse, è per questo che sentivo così forte il desiderio di proteggerti.”
“Quel giorno all’Accademia… Quello che hai fatto per me…”
“Non meritavi di essere trattato come ti hanno trattato. Io, se avessi potuto, ti avrei preso con me. Kakashi avrebbe fatto lo stesso. Volevamo bene ai tuoi genitori.”
“Non ha più importanza, io sono felice ora” disse il ragazzo sorridendo. Poi, con una leggera agitazione chiese: “Che tipo era mia madre?”
Shiori annuì.
“La persona più piena di vita che io abbia mai conosciuto… be’ se escludiamo te, ovviamente. Lei era imbranata e svampita, ma era anche una dei ninja più forti che abbia mai incontrato. Inoltre, mi ha insegnato molte cose: come controllare i miei poteri, le tradizioni del clan Uzumaki, è stata la prima amica che ho avuto… Credo che in fondo lei lo sapesse… Sapeva che ero figlia di Kishiko. Comunque so che ti amava tanto. Era così felice di averti.”
Naruto sorrise. “Grazie, Shiori.”
La donna gli arruffò i capelli sulla testa. “Ma ti pare una cosa da dire! Per il mio cuginetto questo e altro!”
 
Quella notte dovettero fermarsi ancora. Per Konoha mancava un giorno di cammino e Shiori non vedeva l’ora di raggiungere i propri figli. Le cure di Sakura stavano dando i loro frutti, era sicura che sarebbe almeno riuscita a stare in piedi senza barcollare.
La giovane ninja-medico, le cambiò con cura la medicazione, era talmente delicata che era quasi impossibile sentirla, così delicata che per Shiori fu facile concentrarsi sui suoi sentimenti.
“Sasuke non è malvagio” le disse.
“Cosa?” domandò la ragazza arrossendo.
“Scusa, non volevo sbirciare, ma mi viene naturale. Lui prova ancora affetto per te, per tutti voi, solo… è difficile quando la tua vita viene sconvolta più e più volte.”
“A volte credo che un giorno dovremo davvero occuparcene, e ho paura di quel momento.”
Shiori le prese una mano tra le sue. “Gli Uchiha sono testardi, lo so bene, ma hanno un gran cuore. Capirà che sta sbagliando. E se non lo farà, glielo faremo capire noi” concluse sorridendole.
“Grazie, Shiori.”
A quel punto, la giovane l’aiutò a rivestirsi e uscì dalla stanza. Pochi secondi dopo entrò Kakashi.
“Sono qui per il turno di notte.”
La kunoichi sorrise e si mise sotto le coperte.
“Non ce la fai proprio a stare con me durante il giorno, eh?”
“No… cioè… io…”
“Va bene, Kakashi.”
“Per ora posso proteggerti dai tuoi demoni durante la notte.”
“Tenzo dice che dobbiamo litigare” rivelò la donna.
“Tenzo pensa che così risolveremo” capì il ninja dai capelli argentati.
“Tu a cosa pensi?”
“Cerco di non pensarci, se devo essere sincero.”
Shiori sospirò. “Capisco.”
Il silenzio cadde tra di loro. La kunoichi però non voleva ancora dormire.
“Sai ho cominciato ad allenare Hikaru con i poteri abbastanza presto, proprio come Kushina faceva con me.”
Kakashi si passò una mano tra i capelli. “Raccontami ti prego.”
 
Il giorno dopo ripartirono. La mattinata passò esattamente come la precedente. Fu solo nel primo pomeriggio che il gruppo raggiunse i cancelli di Konoha. Shiori che era sulle spalle di Naruto non poteva credere ai suoi occhi.
Con i suoi poteri assorbì tutte quelle sensazioni che venivano dagli abitanti del suo villaggio. Assorbì quelle essenze che lo abitavano, assorbì casa. Con molta calma scese dalle spalle di Naruto. Sakura corse verso di lei, ma la fermò con un sorriso.
“Sto bene.”
Fece qualche passo barcollando. Kakashi e Tenzo le furono accanto e la presero per mano, sorreggendola. Camminarono insieme, e insieme varcarono la soglia del villaggio. Fu a quel punto che Shiori si guardò indietro, cercando un paio di occhi che non ci sarebbero mai più stati. “… Ti accompagnerò personalmente fino alle porte di Konoha e non me ne andrò finché non le avrai oltrepassate” le aveva detto Itachi l’ultima volta che si erano visti.
“Hai vinto” sussurrò. “Sono tornata.” Una calda lacrima scese lungo la sua guancia.
  
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