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Autore: Persefone3    10/12/2016    3 recensioni
Spoiler per chi non segue la messa in onda americana. Questa storia è una rivisitazione della puntata 6x06 Dark Water.
Emma ed Hook hanno da poco iniziato la loro convivenza. Tutto sembra rosa e fiori ma cosa succede quando i delicati equilibri tra i potenziali membri di questa famiglia vengono messi in crisi dalla Regina Cattiva? La storia riprende l'impianto della puntata e si inserisce in tutto e per tutto nell'arco narrativo della 6 stagione, mi sono semplicemente divertita nel cercare di arricchirne un po' la trama.
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Henry Mills, Killian Jones/Capitan Uncino
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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II. An Evil Spider Web

- Allora, capitano, abbiamo un accordo?

La figura si prese un momento per pensare. Sapeva che la Regina Cattiva non faceva mai niente per niente e la sua reputazione era conosciuta in ogni reame così come in ogni oceano. Era una donna interessata solo al proprio tornaconto personale e basta. In fin dei conti, però, sei solo una pedina se non sei consapevole di essere usato. Se avesse ottenuto la sua vendetta, tutto il resto sarebbe passato in secondo piano.
 
- Abbiamo un accordo di massima, Vostra Maestà. Ma dobbiamo discutere dei particolari.
- In tal caso avremmo bisogno di un posto più appartato.
- Posso permettermi di suggerire il mio sottomarino?
- Con molto piacere
 
La figura estrasse dalla sua uniforme un sottile e lungo fischietto di osso di balena. Vi soffiò dentro e in pochi secondi la superficie del mare fu increspata da qualcosa. Delle strane luci sembravano provenire dal fondale e, dopo pochi istanti, emerse un sottomarino accanto alla banchina.
 
- Vostra Maestà mi permetta di darle il benvenuto sul Nautilus
- La ringrazio Capitano, accetto il suo invito molto volentieri.
 

Era bello svegliarsi con Emma vicino. Dormivano ancora stretti l’una all’altro come se avessero paura di non ritrovarsi insieme al loro risveglio. Hook si girò immediatamente verso di lei e lentamente la fece scivolare dalla sua spalla e la adagiò sul letto. Poi si alzò e si vestì in fretta. Aveva poco tempo per fare quello che aveva in mente senza destare sospetti. Si infilò la giacca e, con i suoi stivaletti in mano, si diresse al piano di sotto. Uscì dalla porta e iniziò a guardarsi intorno. Proprio poco fuori dal patio, nel giardino, c’era il garage. Vi entrò e iniziò a cercare un buon posto per nascondere quelle cesoie. Aveva quasi rinunciato, quando i suoi occhi si posarono sulla cassetta degli attrezzi. Era sul tavolo. La aprì e vi nascose dentro l’astuccio con le cesoie. Per essere ancora più sicuro che non rimanesse in giro, aprì l’armadio a muro lì accanto e, facendo posto in uno dei ripiani, vi nascose dentro la cassetta. Non era il massimo come nascondiglio, ma per il momento poteva andare. Dalla finestrella vide la luce del bagno della loro stanza accendersi, segno che Emma era già sveglia. Doveva assolutamente rientrare se non voleva destare troppi sospetti e inventare assolutamente una scusa per quella fuga mattutina dal loro letto. Ci avrebbe pensato mentre rientrava in casa.
Era ormai alla porta del garage, quando si voltò un’ultima volta: sapeva perché lo stava facendo e non ne era minimamente pentito. Sapeva anche però che si stava cacciando in un maledetto guaio.
 
A bordo del Nautilus, il Capitano era immerso nei suoi pensieri. Solo alla sua scrivania, non poté fare a meno di rivivere ancora la sua tragedia. Si rivide in quella capanna, nel suo lettino, con suo padre accanto, come aveva fatto sempre, anche quando la mamma era viva.
 
- Ho paura padre, non voglio andarmene via domani mattina.
- Lo so, ma andrà tutto bene. Troveremo un’altra casa. Quel che conta è restare insieme. Perché è così che affronteremo ogni cosa. È tardi ora, chiudi gli occhi e ricorda: quando hai paura non devi fare altro che guardarti dentro. Siamo più coraggiosi di quanto pensiamo, basta guardare in fondo a noi stessi. Sogni d’oro. A domani mattina, Liam.
 
Era questa l’ultima immagine che aveva di suo padre. Quando si era svegliato la mattina dopo, lo aveva ritrovato fuori della porta, riverso a terra, accoltellato a morte. Quel coltello era stato il suo migliore amico dal quel momento perché si era improvvisamente ritrovato solo e con il cuore gonfio d’odio. Questo finché non era stato accolto sul Nautilus, sotto l’ala protettiva del Capitano Nemo, il suo predecessore. Era stato il periodo più bello della sua vita prima che quel pirata rovinasse tutto. Ma non c’era tempo ora per rivangare il passato, aveva una missione da portare a termine. Da quando erano approdati in quella strana terra dalla Terra delle Storie mai Raccontate, avevano esplorato quei fondali palmo a palmo. Gli accordi con la Regina Cattiva erano chiari: doveva farsi trovare al molo. Sarebbe stata lei ad attirare lì Henry per dare inizio al piano. E proprio su quel tavolo, la sera precedente era stato definito tutto sin nei minimi dettagli.
 
- Allora Maestà, parliamo di cose serie?
- Hook si è da poco trasferito da Emma Swan.
- La cosiddetta Salvatrice?
- Proprio lei. I due hanno una storia.
- E questo me lo hai già detto. Passiamo a qualcosa che non so.
- Emma ha un figlio, Henry.
- Ma non era tuo figlio?
- Emma è la madre biologica, io quella adottiva. La storia è complessa e non ti interessa. Hook sa che se vuole far procedere la sua storia con Emma, deve stare attento con Henry.
- E quindi?
- Metteremo tutti contro tutti. Hook ha rovinato la tua famiglia, prima tuo padre e poi Nemo. Ora tocca a te ripagarlo con la stessa moneta.
- E tu cosa ci guadagni?
- L’amore esclusivo di mio figlio.
- Cosa facciamo allora?
- Fai in modo di trovarti al molo domani.
- Perché?
- Perché avrai il primo ospite. E poi nasconditi nelle profondità marine. Sarò io stessa a portarti il secondo. E poi non dovremo fare altro che aspettare le mosse del pirata.
 
Quando qualcuno bussò alla porta della sua cabina, erano ormai in prossimità del molo di Storybrooke.
 
- Avanti – disse il capitano Liam Jones.
- È tutto pronto. Aspettiamo solo un suo ordine.
- Bene. Vi raggiungo subito in plancia di comando.
- Agli ordini
 
Era davvero tutto pronto per andare in scena.
 
Hook si affrettò a tornare in casa o sarebbe stato davvero difficile trovare una scusa plausibile per la sua prolungata assenza. Quando mise piede in cucina, Emma e Henry erano intenti a fare colazione. Sul tavolo, oltre al succo del ragazzo e alla tazza di Emma, c’era anche un’altra con una grossa ancora disegnata sopra. Era la sua, l’ennesimo piccolo regalo di benvenuto.
 
- Ehi – disse Emma come lo vide – sei scappato presto stamattina, cosa ci facevi nel garage?
 
La donna si alzò per porgergli la tazza piena di caffè.
 
- Facevo solo un po’ di giardinaggio.
- Davvero? non pensavo avessi l’uncino verde.
 
Si scambiarono un intenso sguardo complice proprio sotto gli attenti occhi di Henry, che si sentì al quanto in imbarazzo.
 
- Sarà meglio che vada a buttare la mondezza – disse Henry piuttosto infastidito.
 
A quelle parole, Hook abbassò lo sguardo mentre quello di Emma si posò subito su suo figlio.
 
- Che succede Henry?
- Niente di particolare – rispose frettolosamente mentre afferrava il sacco della spazzatura.
 
Emma non ebbe il tempo di insistere che il ragazzo si avviò verso la porta d’ingresso lasciandola perplessa. Killian le fu subito vicino per rassicurarla.
 
- Mi dispiace, Killian, non capisco davvero cosa abbia Henry.
- Non preoccuparti, credo sia normale. Le novità, la mia presenza in casa, con voi, avrà bisogno di tempo.
- Lo spero, perché voglio davvero che le cose funzionino.
 
Killian la abbracciò ed Emma si perse ancora una volta nella sua sconfinata e avvolgente premura.

Con la spazzatura in mano, Henry stava cercando di levarsi dalla testa quello che era appena accaduto. Non potevano fare così davanti a lui, non capivano che lo mettevano in imbarazzo?
 
- So cosa stai pensando - una voce alle sue spalle lo colse alla sprovvista – quanto ci vorrà prima che quel pirata rovini tutto?
 
Henry si voltò immediatamente e si ritrovò davanti la Regina Cattiva.
 
- Cosa ci fai qui?
- Mi prendo cura di mio figlio. Dimmi, il tuo paparino, ti da fastidio?
- Non è mio padre
- È solo questione di tempo.
- Lasciami stare.
- Sto solo cercando di aiutarti. So quanto sia difficile quando un nuovo membro si unisce alla famiglia.
- Come lo sai?
- Perché io sono stata quella persona una volta.
- Lui non è come te. Non farebbe mai del male a questa famiglia.
- Lo vuoi capire che non gli importa nulla di te? E sì, ora sembra così disponibile, ma ai suoi occhi non sei altro che un ostacolo tra lui ed Emma.
 
La Regina Cattiva indicò ad Henry la finestra della cucina e lo invitò ad osservare quello che stava accadendo dentro: Hook ed Emma si stavano sorridendo stretti in un abbraccio, come se lui non fosse fuori e potesse rientrare da un momento all’altro. La donna vide il volto di suo figlio contrarsi: aveva fatto centro.
 
- Lo vedi? – continuò – è chiaro che non ti vogliono.
 
Henry sapeva che la Regina aveva torto, anche se una piccola parte del suo cuore le stava dando ragione. Sua madre non lo avrebbe mai lasciato o trascurato.
 
- Non starò qui a sentirti! – gridò più a se stesso che a lei.
- Henry aspetta!
 
La Regina capì che non sarebbe mai riuscita a farlo dubitare di Emma, tanto valeva rincarare la dose su Hook. Sollevò il braccio e la porta del garage si spalancò. Dall’armadio a muro schizzò fuori una cassetta degli attrezzi, il cui contenuto si rovesciò sul pavimento. Henry, a quel punto, si avvicinò e trovò l’astuccio con le cesoie.
 
- Le ha tenute.
- L’unica cosa che può portare via ciò che rende Emma speciale.
- Non le prenderai.
- Ma io non le voglio. Voglio solo che tu sappia la verità sul tuo futuro paparino. Non gli importa nulla di te. Se le userà su Emma, la tua adorata mammina smetterà di essere la Salvatrice e lui l’avrà tutta per sé. La vuole già tutta per sé. È un pirata egoista. Come credi che cambieranno le cose tra te ed Emma quando decideranno, per esempio, di avere un altro bambino? Credi che lui si occuperà di te come del suo figlio naturale? No Henry, ora dovrai solo porti una semplice domanda: cosa hai intenzione di fare?
 
E con questo atroce tarlo, la Regina lasciò solo Henry nel cortile. Il ragazzo si sentì smarrito per un momento. Le parole di quella donna erano sbagliate, ma così dannatamente seducenti. Girò la testa ancora verso la finestra della cucina. Hook stava accarezzando dolcemente il viso di sua madre e improvvisamente si immaginò sulla soglia di una porta solo, mentre sua madre, nella stanza stringeva tra le braccia un altro bambino. Hook era accanto a loro e nessuno sembrava fare caso alla sua presenza lì. Essere la Salvatrice era il pretesto per cui si era messo a cercarla e per il quale si erano ricongiunti e questo non gli poteva essere portato via. Quell’uomo che diceva di amarla tanto, le aveva mentito. Non era degno di lei e della sua fiducia. Se Hook non voleva fare quello che Emma aveva chiesto, ci avrebbe pensato lui. Al diavolo quel piratucolo da strapazzo.
 

- Anche io spero che le cose funzionino – rispose Hook sfiorando la guancia di Emma – non riesco davvero a immaginarmi senza di voi. Avevo scordato quanto fosse avvolgente il calore di una famiglia.
 
Emma si tuffò nuovamente tra le sue braccia. E fu in quel momento che si accorse del sacco di spazzatura abbandonato accanto al bidone. Dove era Henry? Una strana inquietudine cominciò a farsi strada in lei. Hook sentì Emma irrigidirsi immediatamente e staccarsi da lui mentre lo sguardo della donna rimaneva fisso su qualcosa oltre la finestra.
 
- Che succede amore? – le chiese voltandosi anche lui e notando il sacco della spazzatura.
- Perché il sacco è lì e Henry no?
- Non lo so
 
Emma si precipitò fuori, seguita subito da Hook.
 
- Vedrai che sarà qui in giro – provò a calmarla il pirata.
- Dici? Vado a vedere sul retro!
 
Killian rimase immobile. Aveva notato subito la porta del garage aperta. Come Emma si fu allontanata, vi entrò. Trovò la scatola degli attrezzi per terra. Aperta. Capì immediatamente che Henry in qualche modo doveva aver scoperto il suo segreto. Uscì dal garage e proprio in quel momento, una sempre più agitata Emma tornò dal retro della casa.
 
- Lo hai trovato? – chiese Hook sapendo già la risposta.
- No. Ho un brutto presentimento. Henry non si allontanerebbe mai senza dirmi niente. E se lo ha fatto, ci può essere una sola spiegazione: La Regina Cattiva.
 
Hook vide il panico crescere a dismisura sul volto di Emma. Provò a rassicurarla.
 
- Perché la Regina Cattiva? Vedrai che si sarà allontanato senza neanche pensarci.
- No Hook. Conosco mio figlio!
- Va bene. Facciamo così. Tu avverti gli altri e inizia a perlustrare la città. Io vedo di iniziare dal porto. Lo troveremo Emma, non preoccuparti.

Non appena iniziò a percorrere la banchina, Hook lo vide armeggiare con le cime di una piccola imbarcazione. La sua intuizione era risultata giusta e con un po’ di fortuna avrebbe risolto la faccenda senza coinvolgere Emma. Henry aveva completamente frainteso il suo gesto. Doveva parlargli, spiegarsi. Affrettò il passo per raggiungerlo prima che fosse troppo tardi.
 
- Henry, che stai facendo? Tua madre è quasi morta di paura quando non ti ha visto!
- E me lo chiedi anche? Sto facendo quello che mia madre ti aveva chiesto: sbarazzarti di queste!
 
Henry tirò fuori dalla tasca del giubbotto le cesoie e le mostrò al pirata con un gesto di accusa.
 
- Lasciami spiegare.
- Non serve, ho capito.
- Non credo proprio. Le ho tenute per proteggere Emma.
- Anche se lei non voleva? – rispose il ragazzo rabbioso.
- Henry ascoltami …
- No! Non prendi alcuna decisione per me e sicuramente non prendi nessuna decisione per mia madre. Doveva aspettarselo da uno come te!
- Uno come me? Che intendi? – chiese Hook stupito per quell’affermazione.
- Lo sai benissimo e ora ho da fare.
 
Henry mise un piede sulla barca ma Hook lo tirò ancora sul molo per non farlo uscire in mare.
 
- Devi starmi a sentire ragazzo …
 
E poi qualcuno colpì Hook alla testa. Si accasciò a terra e prima di perdere i sensi vide due uomini avvicinarsi a Henry e incappucciarlo. Sparirono tutti e tre in una nuvola di magia viola. L’ultimo lucido pensiero che il capitano riuscì a formulare fu che Emma aveva ragione: la Regina Cattiva ci aveva messo lo zampino in qualche modo.


ANGOLO DELL'AUTRICE:
Allora eccoci con il secondo capitolo!! Allora la scorsa settimana mi sono scordata di dire che vorrei postare settimanalmente la domenica, ma eccomi qui con la prima eccezione! XD
Allora il piano della Evil Queen prende mano mano forma e abbiamo scoperto che ha un alleato nella faccenda. Il caro capitano Liam Jones. Cosa ha in mente lo scopriremo molto presto. Nel frattempo il nostro caro Henry ha scoperto cosa ha combinato Hook e la cara Regina Cattiva ha fatto di tutto per metterlo ancora di più in crisi. Ora si ritrova in una brutta situazione cui i nostri eroi dovranno trovare una soluzione.
Grazie a tutti per l'entusiasmo e l'affetto per il primo capitolo, spero che anche la storia possa ripagare la vostra curiosità!
un bacione e alla prossima settimana
Persefone
  
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