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Autore: _Trixie_    12/12/2016    4 recensioni
Un capitolo al giorno, dal primo al venticinque dicembre, su Emma e Regina alle prese con il Natale. Anzi, con un doppio Natale: quello presente, nei giorni dispari, e quello passato, nei giorni pari.
(I capitoli saranno molto, molto brevi).
Buona lettura e buon Natale.
Genere: Angst, Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Emma Swan, Regina Mills
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dicembre, 12
- un anno prima - 
 
 


 
I’ve got to go away.
Baby, it’s cold outside.
- Baby, it’s cold outside


 
 
 
Emma si infilò la giacca e fece per alzare la zip, quando le mani di Regina l’afferrarono per il colletto.
Emma doveva andare a casa.
Davvero.
Non poteva fermarsi un’altra notte da Regina.
Aveva finito la biancheria pulita e quel giorno non era passata da casa a prenderne di nuove e certo non poteva chiedere a Regina di fare il bucato da lei, no?
Insomma.
Non era come se vivessero insieme.
No.
Emma passava molte notti da Regina, certo. Ma non vivevano insieme.
Il sindaco fece un passo avanti, costringendo Emma a retrocedere e appoggiare la schiena alla porta.
Le mani di Regina erano così dolci e i suoi baci sul collo era tanto delicati…
Emma reclinò la testa all’indietro, portando le proprie mani sulla bassa schiena e poi sul sedere di Regina, il bacino del sindaco premuto contro il proprio.
Oh, buon Dio.
Le mani di Regina si mossero per sfilarle la giacca e Emma, senza opporre la minima resistenza, l’aiutò a liberarsi delle maniche. 
Regina si alzò appena sulla punta dei piedi - perché era a piedi nudi, mentre Emma indossava gli stivali e superava adorabilmente l’altra di molti centimetri - e morse il labbro superiore di Emma, un basso gemito di piacere sfuggì alle labbra del sindaco.
Emma sorrise.
Dio, come poteva lasciare quella donna lì, da sola, senza nessuno che l’adorasse come andava adorata, per ogni sua perfezione e per ogni suo difetto?
Non poteva.
E tuttavia avrebbe dovuto perché, davvero, di mutande pulite proprio non ne aveva.
«Regina, devo and-»
Regina la interruppe, le mani sotto la maglietta dello sceriffo, sui fianchi nudi di Emma, ancora in punta di piedi per poter raggiunge l’orecchio di Emma e sussurrare: «Tesoro, fa freddo fuori».
Emma lasciò perdere.
Sollevò Regina di peso, un braccio intorno alle spalle e uno sotto le ginocchia della donna, strappando al sindaco un’esclamazione sorpresa e uno sguardo di ammirazione.
Dopotutto, poteva sempre passare da casa la mattina seguente.
Quella notte di biancheria non ne sarebbe proprio servita. 




 
   
 
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