Dicembre, 15
I’ll be home for Christmas
if only in my dream.
- I’ll be home for Christmas
if only in my dream.
- I’ll be home for Christmas
Emma le aveva scritto.
E quando Emma le aveva scritto, Regina aveva pensato di stare ancora sognando.
Perché Emma le aveva scritto.
La sua Emma le aveva scritto.
E non appena il cuore di Regina riprese a pompare sangue nelle vene e non appena i polmoni di Regina ripreso a contrarsi e a espandersi, una lacrima cadde lungo la guancia di Regina.
Il sindaco guardò fuori dalla finestra della sua camera.
Nevicava.
Tenue e leggera, impalpabile e fine, quasi uno spettro di sé stessa, la neve cadeva tuttavia.
E Emma era tornata.
Regina si morse il labbro inferiore, lo sguardo di nuovo sullo schermo del telefono.
Aveva aspettato quel momento per quasi un anno intero. Giorni su giorni, istanti su istanti, ognuno poteva essere quello in cui Emma l’avrebbe chiamata o le avrebbe scritto.
Ed ecco, alla fine.
E Regina non aveva idea di come rispondere.
Il suo primo istinto era stato di telefonare a Emma, ma no, forse, tutto quanto considerato, non sarebbe stata una buona idea.
Proporle di vedersi per parlare, prima del giorno della festa?
No, anche questa possibilità aveva tutta l’aria di finire davvero, davvero male.
C’erano tante cose che Regina avrebbe voluto dire a Emma. Cose che tuttavia Regina non poteva dire a Emma. Non… così.
Non sarebbe stato giusto.
Regina sospirò profondamente.
“Ehi. Sì, Snow mi ha detto qualcosa a riguardo. Preferisco che tu ci sia alla festa. L’ha organizzata tua madre, se preferisci, sono io quella che può declinare l’invito. Grazie e buona giornata a te”.
Regina lesse il messaggio un paio di volte.
Non era molto.
Lei e Emma non avevano molto, non più.
Ma era abbastanza perché Regina potesse fingere che ci fosse ancora una speranza.
“Non declinare l’invito”.