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Autore: _Trixie_    16/12/2016    5 recensioni
Un capitolo al giorno, dal primo al venticinque dicembre, su Emma e Regina alle prese con il Natale. Anzi, con un doppio Natale: quello presente, nei giorni dispari, e quello passato, nei giorni pari.
(I capitoli saranno molto, molto brevi).
Buona lettura e buon Natale.
Genere: Angst, Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Emma Swan, Regina Mills
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dicembre, 16
- un anno prima -
 
 
 
 
 
Gone away is the bluebird
Here to stay is a new bird
He sings a love song
As we go along
Walking in a winter wonderland
- Winter Wonderland
 
 
 

«Mi sembri dimagrito, tesoro. Sei sicuro di mangiare abbastanza?»
«Sì, mamma» rispose Henry, con un sospiro sconsolato, mentre il sindaco lo squadrava da capo a piedi.
Era appena entrato in casa, dopo essere stato lontano mesi per frequentare il college. Regina aveva aperto la porta d’ingresso prima ancora che Emma spegnesse il motore del Maggiolino. E, solo a causa di una dannatissima riunione cittadina che Regina era stata sul punto di annullare, il sindaco non era riuscito ad accompagnare Emma.
«Non iniziare, Regina. Henry sta bene» intervenne Emma, raggiungendo la donna e il figlio sul portico di casa.
«Oh, il mio bambino. Quanto mi sei mancato» disse Regina, ignorando completamente lo sceriffo mentre stringeva Henry, che ormai la superava di molti centimetri ed era costretto a piegare le ginocchia per assecondare l’abbraccio di sua madre, per la terza volta in circa centoventi secondi.
Emma si avvicinò a Regina e le mise una mano sul fianco per allontanarla dolcemente da Henry, che chiedeva silenziosamente di poter respirare.
«Non mi abbracci mai così» disse lo sceriffo, fingendosi offesa.
«Perché non lo meriti» rispose secca Regina, senza nemmeno voltarsi verso Emma, sistemando la sciarpa di Henry perché gli coprisse meglio il collo.
«Perché siamo qui fuori? Non possiamo entrare?» domandò il ragazzo, intuendo l’arrivo di uno dei tipici battibecchi tra le sue madri.
«Non me lo merito?! Regina!» urlò Emma, scandalizzata.
«Henry, tesoro, ricordi chi dimentica sempre di portare fuori la spazzatura, la mattina, prima di andare al lavoro?»
«Emma» rispose Henry, rassegnato.
«Esatto. Ora, prova a immaginare chi mai potrebbe aver dimenticato di portare fuori la spazzatura questa mattina?»
«Sempre Em-»
Il ragazzino non poté finire la frase, colpito in pieno volto da una manciata di neve.
«Non vendere tua madre al nemico, Henry» disse lo sceriffo, in tono serio. «Non è gentile».
Regina fulminò Emma con lo sguardo. «Emma, che cosa diavolo ti salta in mente? Henry potrebbe prendersi un accidente a causa tu-»
Lo sceriffo afferrò Regina per i fianchi, spostandola repentinamente di fronte a sé.
La palla di neve che Henry aveva destinato a Emma finì con il colpire gloriosamente il naso di Regina.
«Oh» fece il ragazzo, grattandosi la testa incerto. «Scusa, ma’. Era per la mamma».
Emma sghignazzò.
Ma la risata morì sul viso dello sceriffo quando Regina si voltò verso di lei, lo sguardo duro e il sopracciglio sollevato.
Oh.
Emma si era appena cacciata in un gran bel guaio, a giudicare dal modo in cui le labbra di Regina si piegarono verso l’alto, assaporando già la vendetta.
Il sindaco fece un passo verso Emma e la ragazza retrocedette all’istante, facendo i gradini del portico all’indietro.
«Regina, tesoro, scusa. Davvero» disse Emma, le mani alzate in segno di resa. «Mi dispiace tanto, è stato un gesto avventato. Non volevo che la palla di neve ti colpisse».
Emma continuò a retrocedere.
Un passo indietro per ogni passo che Regina faceva verso di lei.
«Regina, ehi».
E il sindaco si fermò.
Emma la studiò.
Quello era un brutto segno.
Regina non era solita abbandonare i propri propositi di vendetta.
Emma deglutì.
Il sindaco sollevò una mano e, prima che lo sceriffo potesse dire qualcosa, Emma si ritrovò coperta di neve da capo a piedi.
Neve che Regina aveva fatto cadere dal ramo sotto il quale Emma aveva finito con il ritrovarsi e che ora svettava altero, vuoto, non più appesantito dalla neve che aveva sommerso lo sceriffo.
Emma imprecò.
E Regina sorrise, soddisfatta, prima di tornare da Henry e condurlo in casa.
Doveva essere stato un viaggio lungo, dopotutto, e lui aveva bisogno di scaldarsi.
Quel tempo era davvero freddo.
E l’umidità ti entrava dritta dritta nelle ossa.
E la mamma?
Oh, potevano tranquillamente ignorare le promesse di vendetta di Emma, che si stava liberando del cumolo di neve con tenacia, elencando tutti i modi in cui l’avrebbe fatta pagare a Regina Dannazione Mills.
Entrambe sapevano che un solo sorriso del sindaco avrebbe fatto andare in fumo ogni proposito.  




NdA 
Ehi! 
E così alla fine Emma è riuscita a convincere Regina a giocare a palle di neve. Più o meno. 
Grazie ad Isarainbow per la pessima, pessima persona che è, in modo che io non sia pessima da sola. 
Grazie a tutte voi, per le vostre opinioni, per l'entusiasmo con cui avete preso questo piccolo gioco. Quasi mi dispiace che manchino solo nove giorni/capitoli! 
A domani, 
T. 💚

 
   
 
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