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Autore: WibblyVale    17/12/2016    3 recensioni
Una neonata nell'ospedale di Konoha viene sottoposta ad un esperimento genetico e strappata alla sua innocenza. Crescendo diventerà un abile ninja solitaria, finchè un giorno non verrà inserita in un nuovo team. Il capitano della squadra è Kakashi Atake, un ninja con un passato triste alle spalle che fatica ad affezionarsi agli altri esseri umani. La giovane ninja sarà in grado di affrontare questa nuova sfida?
Genere: Azione, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kakashi Hatake, Nuovo Personaggio, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
Capitoli:
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Hikaru e Amaya erano nella cucina della residenza dei Nara, mentre Yoshino risistemava le proviste nella credenza. Era felice di aver finalmente lasciato la piccola casetta nella riserva. Amava quel posto, lì aveva trascorso i primi mesi del suo matrimonio e non aveva altro che bei ricordi, e un giorno, quando suo figlio avesse preso le redini del clan e si fosse costruito una famiglia sua, sperava di tornarci con Shikaku a costruirsene altri. Ciò non toglieva che quella casetta fosse troppo piccola per tutta la famiglia.
La donna si voltò a guardare i bambini e sorrise. Era bello averli attorno e sentire le loro calde risate. Ad un tratto Hikaru si fece serio e cominciò a voltare la testa da ogni lato. Poi, saltò giù dalla sedia e corse verso la porta.
“Hikaru!” Yoshino gli corse dietro cercando di fermarlo, ma il bambino le sfuggiva. Amaya li seguiva a pochi metri di distanza, non capendo che cosa fosse preso all’altro bambino. “Hikaru! Fermati!” La donna lo fermò davanti alla porta di ingresso. “Dove credi di andare?” chiese severa, poi si zittì vedendo le lacrime negli occhi del bambino.
“Mamma” si limitò a dire. Yoshino sbarrò gli occhi, quella era la prima parola che diceva da giorni.
 
Il gruppo si era separato alle porte, ora Shiori camminava sola al fianco di Kakashi, Tenzo e Naruto. Era bello poter attraversare il villaggio, ma ora i suoi passi cominciavano a rallentare. Mancavano un paio di isolati prima di raggiungere casa e, per quanto non vedesse l’ora di riabbracciare i bambini, aveva paura che fossero arrabbiati con lei.
Ad un tratto percepì qualcuno avvicinarsi, così si fermò in mezzo alla strada.
“Shiori, che fai?” chiese Kakashi preoccupato. Presto anche lui alzò la testa, nel sentire avvicinarsi dei passi di corsa.
Hikaru apparve sulla strada, Yoshino e Amaya dietro di lui ansimavano. Il bambino rallentò e, senza mai distogliere lo sguardo da sua madre, le si avvicinò. Shiori fu incapace di trattenere le lacrime, e cadde a terra in ginocchio. Sentiva il vorticare di sentimenti dentro suo figlio: era spaventato, era felice, ma era anche un po’ arrabbiato.
Il bambino si fermò a pochi centimetri da lei, e la madre inviò le sue scuse. Hikaru si passò una mano tra i capelli, per un attimo Shiori pensò che si sarebbe voltato per andare via. Poi senza dire una parola le si fiondò tra le braccia. Shiori lo strinse a sé, affondando il volto nei suoi capelli neri e rossi.
“Ho avuto tanta paura, mamma” disse lui in lacrime. “Tanta tanta paura.”
“Lo so, amore mio. Mi dispiace tanto. Ora ci sono qui io.”
“Erano tutti preoccupati e lo zio Shisui era troppo triste. Vogliono cercare di aiutarmi e tenere lontani i loro sentimenti, ma non ce la fanno sempre e io… io volevo solo la mamma!” esclamò, infine, scoppiando in altri singhiozzi.
Shiori allontanò il piccolo da sé e gli posò un bacio sulla fronte. “Sei stato forte, Hikaru. Ora ci sono qui io!”
Lo strinse di nuovo a sé, ne aveva passate di tutti i colori, però aveva fatto in modo di non far preoccupare gli altri. Nessuno di loro aveva idea di quanto avesse sentito quel bambino e quanto avesse lottato per tenerlo fuori. Poi, Hikaru andò ad abbracciare il padre e Shiori tese una mano verso Amaya. La bambina era contenta, ma in quel momento la rabbia predominava.
“Fiorellino…” cominciò Shiori.
“Lo zio Itachi è morto!”
La madre si morse il labbro, tentando di non mostrare tutto il suo dolore.
“Lo zio Shisui è triste! Hikaru non parlava! Tu avevi promesso di tornare!” Ora la piccola cominciava a singhiozzare. “Io… io dicevo… sempre… che tu tornavi… ma… ma… avevo paura di dire una bugia…” Si sfregò gli occhi con la manica della maglia.
Shiori, ancora in ginocchio, allungò una mano verso di lei.
“Amaya, grazie per averli protetti per me. Scusami tanto se ti ho spaventata.”
La bambina osservò la donna indecisa se tenerle il broncio o se accettare il conforto che aveva tanto aspettato.
“Non devi per forza smettere di essere arrabbiata, Yaya, ma io ho il dovere di stringerti a me per farti smettere di piangere.”
“MAMMA!” gridò, fiondandosi tra le sue braccia e nascondendo il volto nel suo petto.
Shiori le accarezzò i lunghi capelli viola. “Il mio Fiorellino, il mio coraggioso Fiorellino… Mi dispiace tanto.”
A quel punto, aiutata da Tenzo e Naruto, la kunoichi si alzò in piedi. Davanti a lei Yoshino teneva le braccia strette al petto, ma Shiori poteva sentire che era felice. Dopotutto era Yoshino, lei non ti faceva passare liscio nulla.
Shiori si trattenne il fianco dolorante e le sorrise. “Sono a casa.”
“Sei in ritardo!” esclamò l’altra.
“Ehi, sei tu che hai sposato mio fratello. Sapevi che ti andavi a cacciare in una famiglia di persone che prendono le cose con calma.”
Le lacrime cominciarono a scendere dagli occhi della donna più grande, ma ancora non si muoveva.
“Yoshino… Avrei avuto bisogno di te così tante volte… Non credo di saper fare la madre come te. Ma tu… tu sei sempre stata il mio esempio!”
La donna corse verso di lei e l’abbracciò. “Non farmi mai più una cosa del genere!”
Dopo un altro po’ di abbracci e pianti, la famiglia si diresse verso casa. Per Shiori era così bello poter percorrere quelle strade tenendo per mano i suoi bambini, che avevano cominciato a parlare e a raccontarle ogni cosa che era loro successa in quei giorni. Per lei non c’era suono più bello di quelle due voci e sorrise. Per un attimo il suo sguardo incrociò quello di Kakashi, anche lui sorrideva, poi i loro sguardi si allontanarono di nuovo.
Varcare la porta della villa fece sentire la kunoichi di nuovo al sicuro.
“Cara, dove eravate?” chiese Shikaku dalla cucina. Il cuore di Shiori ebbe un sussulto. “Sono tornato dal Palazzo del Fuoco e non c’eravate.” I suoi passi si stavano avvicinando sempre di più e la ninja solitaria si sentì tremare per la felicità. Yoshino le pose una mano sulla spalla per confortarla. “Stiamo facendo i preparativi per il nuovo Hokage. Certo se Kakashi si degnasse di arrivare in orario una volta tanto sarebbe…” Ora il capoclan si trovava di fronte a loro e guardava la sorella come se fosse un fantasma. “… meglio,” terminò.
Il Nara fece qualche passo avanti, avvicinandosi a Shiori, che gli andò in contro. “P… Peste…”
“Fratellone…” Shikaku la strinse tra le braccia.
“Shiori.” La allontanò da sé e le accarezzò il volto. “Sei tu.”
La donna annuì, incapace di dire altro. Il fratello la strinse ancora a sé e Shiori nascose il volto sulla sua spalla. Rimasero lì forse per qualche secondo, forse per delle ore senza dirsi nulla, solo stringendosi l’uno all’altra. Shiori sentiva il peso che c’era nel cuore di suo fratello sollevarsi. Quando si separarono lui le sorrise.
“Bentornata a casa, sorellina.”
 
Shikamaru si trovava a villa Hyuga con Shisui. Neji e Hinata erano di fronte a lui intenti a spiegare la tecnica che avrebbe dovuto imparare. Ora che Kakashi era Hokage, forse non si sarebbe potuto occupare di tutto.
Neji l’aveva appena spedito con il sedere per terra per l’ennesima volta.
“Ma è necessario?” chiese il chunin, mentre Hinata gli si avvicinava per aiutarlo ad alzarsi.
“Devi imparare a controllare tanto chakra, Shikamaru” ribatté lo Hyuga.
“Ha ragione” gli sussurrò Hinata, mentre gli bendava una ferita sula polso. “Ma potresti andarci un po’ più piano. Direi che per oggi basta” disse a voce più alta.
Neji sbuffò. “Devi tenere conto di quello che vogliamo fare. Se sbagli più di una vita sarà persa.”
“Lo so” ammise Shikamaru abbattuto.
Hinata gli sorrise confortante. “Domani andrà meglio, e il giorno dopo meglio ancora. È fantastico l’impegno che ci stai mettendo.”
“Grazie, ragazzi. Shisui andiamo?” chiese poi.
L’Uchiha, che stava leggendo le traduzioni delle pergamene della squadra di Shiori, annuì e si trasformò in un vecchietto. I due shinobi procedettero fianco a fianco per il villaggio.
“Tu credi che io stia sbagliando?” chiese il ninja più giovane.
“Al posto tuo farei lo stesso. Ma qualcuno di noi doveva pur fare l’avvocato del diavolo. E come ha detto Neji, più di una vita verrà persa se sbagli. Io… odio andare contro uno degli ultimi desideri di Itachi, anche perché vorrei la stessa cosa, ma il mondo ha un suo equilibrio, voi vi proponete di distruggerlo per…”
“Per salvare il mondo! L’ha detto anche Itachi.”
“Itachi sapeva essere melodrammatico” esclamò Shisui scuotendo la testa.
Ormai avevano raggiunto la villa e si sentiva un chiacchiericcio provenire dalla sala. Sentì la risata di Choza e Inochi e la voce di Gai. A quanto pare c’erano proprio tutti. Shikamaru sospirò. Era stanco morto e aveva anche ospiti. Si affacciò nel salone e notò subito Ino che piangeva, mentre Choji le dava colpetti sulla spalla. Che stava succedendo?
Quando le persone nel salone si accorsero di lui, si zittirono e si voltarono verso il divano. Su di esso c’erano Amaya e Hikaru che ridevano, mentre stavano in braccio alla loro madre. Il chunin sentì il respiro venirgli meno.
Shiori lasciò i suoi figli e gli si avvicinò. Zoppicava un po’, doveva essere ferita. Non sapeva perché si stava concentrando su cose così stupide, ma era sotto shock.
“Sei riuscita a trovare una via di fuga?” chiese, dandosi dello stupido, ma concentrarsi su quel genere di argomento gli impediva di perdere il controllo e mettersi a piangere come un bambino per la felicità.
Shiori si bloccò poco lontano da lui e sorrise. “Ho inventato un piano.”
“Non hai intenzione di andare via di nuovo, vero?”
“No.”
“Niente più Kasumi? Niente più Shikachi?”
“No, solo Shiori Nara. Solo tua zia. E tua zia vorrebbe un abbraccio.” Shikamaru le si fiondò tra le braccia e lei lo strinse a sé.
“Finalmente possiamo guardare le nuvole insieme di nuovo” disse il ragazzo tra le lacrime, che gli era stato impossibile trattenere.
“Non aspettavo altro.”
Quando si separarono, lo sguardo di Shiori si posò su Shisui. La donna si asciugò gli occhi e guardò l’amico, il cui volto sembrava essersi leggermente disteso.
“Avevo trovato una cura. Pensavo di averla recapitata, ma… Yoharu non gliel’ha portata per vendicarsi su di me. Se l’avesse presa… Lui avrebbe saputo che il destino non era contro di lui. Te lo avrei riportato. Sareste stati felici. Io…”
Shisui la prese per mano. “Itachi sapeva che il destino non ce l’aveva con lui. Gli ha permesso di conoscere te, di giocare con i bambini, ci… Ha dato a me e a lui un’altra possibilità. Quale destino contrario farebbe questo? Se non c’è più, non è colpa tua. D’accordo?”
Shiori annuì. “Però mi dispiace, Shisui, mi dispiace immensamente.”
“Lo so, anche a me.” Ora anche lo shinobi cominciò a piangere. “Ora però mi potresti abbracciare?” chiese. La donna non se lo fece ripetere due volte. “Grazie per essere tornata.”
“Grazie per aver badato ai bambini.”
“È stato un piacere.”
 
Quella sera cenarono tutti insieme, festeggiando quel ritorno inaspettato e la promozione di Kakashi. Era una serata felice e tutti avevano voglia di festeggiare. A loro si era unita anche la squadra di Shiori. I tre ragazzi avevano fatto i salti di gioia nel vederla e nel sapere che stava bene.
La donna aveva percepito la tensione tra di loro, ma aveva fatto finta di niente perché sapeva che non volevano parlarne. Ci sarebbe stato tempo dopo. Finalmente ne avevano.
Kakashi stava al lato opposto del tavolo rispetto a Shiori e le lanciava occhiate di tanto in tanto per vedere che non sparisse. Ad un tratto, dopo che i bambini si erano addormentati sul divano tra le braccia della loro mamma, Shikaku guardò i due genitori con fare circospetto.
“Allora?” chiese.
“Allora cosa?” domandò Shiori.
“Chi dei due è stato così poco attento da finire per concepire un figlio?”
La kunoichi vide l’occhiata che il fratello lanciò a Tenzo e capì cosa stava succedendo. Volevano farli arrabbiare, volevano che quel rubinetto si aprisse.
“Non credo siano affari vostri” ribatté lei.
“C… Credi di sapere quando è stato?” domandò ad un tratto Kakashi, quasi in imbarazzo.
La donna sospirò. “Ne sono certa.” Il silenzio cadde nel gruppo.
“Seriamente voi due, che cosa vi prende?” sbottò il Nara.
“Hai fatto una domanda imbarazzante” lo redarguì Shiori.
“Sorellina, devi prenderti le tue responsabilità.”
“Oh, ma quelle se le è presa. Fin troppo” insinuò il Copia-ninja.
Il capoclan chiuse gli occhi soddisfatto. Aveva acceso la miccia. Il volto di Shiori si contorse.
“Ora?” chiese.
“No, quando vuoi tu. Si fa sempre come vuoi tu dopotutto.”
La donna si alzò in piedi. “Fuori di qui. Nella riserva. Proteggerò Hikaru dai sentimenti più che posso, ma ce ne andiamo lontano.”
Kakashi annuì. “Ce la fai a camminare?” chiese preoccupato.
“Sì. Ragazzi, grazie per l’accoglienza. Ci vediamo al più presto.” Detto ciò si indirizzò verso la porta sul retro con il Copia-ninja dietro che la seguiva.
Camminarono in silenzio per vari minuti, fino ad arrivare nel punto più centrale della riserva. A quel punto Shiori si voltò a guardare Kakashi, il suo volto era una maschera impassibile. Rimasero in silenzio per qualche minuto a guardarsi.
“Sapevi quanto ci tenessi” cominciò il Copia-ninja con voce flebile. “Sapevi cos’avevo passato. Sapevi che non avrei mai voluto che mio figlio passasse una cosa del genere!” La voce si stava alzando. “Non hai permesso a lui di avere un padre! Non hai permesso a me di avere un figlio! E perché? Avevi paura! Cazzo Shiori, io ero qui apposta! Ti avrei protetto! Ma no! Tu preferivi giocare alla famiglia felice tra le montagne, vero? Hai pensato che Shisui fosse un padre migliore? Che Itachi lo fosse? Cosa diavolo ti ha fatto pensare che questa poteva essere la soluzione migliore?”
“Dovevo proteggere Hikaru! Tenerlo lontano dagli occhi indiscreti!”
“E non credevi che l’avrei amato abbastanza per venire con voi? Che non amassi te abbastanza?”
Le urla erano sempre più forti, ma i due ninja si tenevano a debita distanza l’uno dall’altro.
“Non è questo e lo sai. Io sapevo che mi avresti seguito. Ma…. Sapevo che c’era bisogno di te qui. Tu hai un des…”
“Che si fotta il dannato di destino, Shiori! Mio figlio! Mi hai portato via mio figlio!”
“È questo che pensi? Che volessi farti del male?” La kunoichi non voleva piangere, ma le lacrime cominciarono a scendere.
“Non lo so! Non so che genere di persona sei diventata. Di certo non il genere di persona di cui mi posso fidare. La Shiori che conoscevo io… quella che amavo, sapeva che questa cosa mi avrebbe spezzato il cuore.”
“E ho fatto la scelta consapevole di questo. Non mi sono divertita! Ti volevo accanto a me ogni momento. Ma ero spaventata, capisci? Volevo aiutare Itachi, volevo che mio figlio vivesse in un mondo in pace, volevo…”
“Tutto! Volevi tutto! Tranne quello che sarebbe stato giusto!”
“Quando ti ho cacciato tu te ne sei andato!” sbottò lei ad un tratto. Sapendo di essere ingiusta, ma anche ricordandosi quanto fosse stato facile mandarlo via.
“Ora è colpa mia? Pensi che volessi questo? Io credevo che tu amassi un altro! Tu mi hai detto che amavi un altro!” Kakashi prese fiato e si avvicinò a lei. “Itachi mi ha fatto vedere la sua nascita. Tutti erano lì, io no. È… stato gentile da parte sua, ma… ogni volta che sento le cose che mi sono perso sto male.” Una lacrima cominciò a scendere sul volto dell’uomo.
“Ho… ho preso tante decisioni sbagliate… e so che non rimedierò mai, ma… ma voglio provare a farlo. Ti giuro che Hikaru ha sempre saputo di te. Tu… tu sei il suo eroe. Lui sa perché non c’eri. E so che è solo un bambino e tutto questo non gli interessa, ma… lui è un bambino speciale. Dal momento che ti ha visto ha capito che quello che gli avevo raccontato era vero. Mi dispiace di averti privato di… di tutto, ma… ma… ti assicuro che quello che ho fatto l’ho fatto con le più buone intenzioni. Consapevole che… che mi avresti odiato.”
Kakashi si passò una mano tra i capelli, poi la attirò a sé e l’abbracciò. Shiori si strinse a lui e entrambi lasciarono che lacrime silenziose scendessero dai loro occhi.
“Ti va se ci sediamo un attimo?” chiese lui ad un certo punto.
Shiori si lasciò aiutare a mettersi per terra, poi lui la seguì.
“Non ti odio” le disse. “Io… credo di provare quello che provavo prima.”
“Non proprio.”
Lui sbuffò. “Non proprio, ma sai cosa intendo.”
“Sì.”
“Quindi… insomma… abbiamo dei figli e sarebbe giusto…” cominciò lui incerto.
“Fermati. Fermati, ti prego.”
Lui la guardò. “Shiori dobbiamo essere pratici.”
“Ti prego, no. Non facciamo i pragmatici. Non…” Si morse il labbro, cercando di non perdere la calma. “Non rendere la nostra relazione un fatto di convenienza.”
“Non è così. Io ti… io provo ancora sentimenti per te.”
“Vuoi stare con me, quindi? Vuoi dividere la stessa camera? Lo stesso letto? Vuoi dire che ti fidi? Che quella parte oscura che sento ogni volta che mi guardi è solo passeggera? Kakashi, posso sopportare quella parte oscura se tu resti Kakashi e io resto Shiori, ma se saremo una coppia… puoi promettermi che non verrà il giorno in cui tutto quello che ti ho fatto ci sarà di intralcio?”
Il Copia-ninja ci pensò per qualche minuto, poi abbassò la testa arrendendosi all’evidenza. “Non posso prometterlo. Dopotutto ci è già d’intralcio.” Sospirò. “Ma Shiori, io non voglio che vivano nei nostri litigi e nelle nostre recriminazioni.”
“E non dovranno. Se ti sta bene, ci stabiliremo nella riserva. Tutti quanti. Faremo la mamma e il papà, ma non la coppia.”
“Hikaru e Amaya ne soffriranno.”
“Soffrirebbero di più se un giorno finissimo per odiarci, perché bloccati in una relazione che non vogliamo.”
“Tu non la vuoi?”
“Non sono io quella che non riesce a dire quanto ti ama. Io ti amo Kakashi. E se c’è una cosa che ho sempre voluto era tornare a casa e tu che mi stringevi tra le braccia e mi baciavi, ma… Noi bruciamo, bruciamo tutto. Non voglio che finiamo per bruciare i nostri figli. Non se lo meritano.”
Lui le accarezzò il volto e la costrinse a guardarlo.
“Io vorrei… vorrei che non fosse colpa mia… ma… Shiori non ce la faccio.”
Lei si allungò verso di lui e gli pose un bacio sulla fronte. “Non è colpa tua. Nemmeno io sono più la stessa. Yoharu… Credo che non sarei una compagna ideale.”
Sentì un moto di rabbia muoversi nel Copia-ninja. “Guardami!” Lei si voltò verso di lui. “Quello che ti ha fatto, non ti deve bloccare. Non rinunciare a vivere per questo.”
“Chissà… un giorno… E ora cosa siamo?” chiese Shiori per cambiare argomento.
“I genitori di Hikaru e Amaya. Un team.”
“Un po’ freddo, non credi?”
“Che ne dici di ricominciare? Insomma… ricominciare a conoscerci come quando abbiamo iniziato a lavorare insieme” propose lui, sapendo che non sarebbe stato affatto facile.
“Posso farlo, ma… insomma l’altra volta abbiamo finito per…”
“Stavolta cercheremo di non… non bruciare.”
“Stai dicendo che ci comporteremo da adulti?”
“Ci possiamo provare almeno.”
“Ok.” La donna sospirò. “Mi dispiace, Kakashi. Ormai non so quante volte l’ho detto, ma… se potessi ti ridarei quei giorni.”
“Ho capito. Lo so. Permettimi solo di godere dei prossimi.”
“Assolutamente” disse lei sorridendo.
Il Copia-ninja si alzò in piedi. “Andiamo?” chiese, aiutandola ad alzarsi. Shiori lo seguì.
Sapeva che si erano chiariti, ma sentiva in lui quel buco nero quando la guardava. Aveva tanto sperato di poter tornare con lui e vivere per sempre felici e contenti, ma la realtà non era perfetta. Aveva imparato ad accontentarsi e vederlo felice accanto ai suoi figli, per lei era più che sufficiente.
 
Hikaru si svegliò senza la sua mamma accanto e si spaventò.
“Dov’è la mamma?” chiese allo zio Shikaku, spaventato che quello che aveva vissuto fino a quel momento fosse solo un sogno.
“Con tuo padre, torneranno presto” lo rassicurò il capoclan.
Il bambino sorrise e svegliò Amaya. “Yaya! La mamma e il papà stanno parlando.”
La piccola si stropicciò gli occhi e sorrise. “Il principe argentato e la principessa solitaria torneranno di nuovo insieme.”
 
Quando Kakashi e Shiori tornarono a casa presero i bambini e li portarono nella camera di Shikamaru per farli dormire. I due si infilarono nel letto.
“Per stasera staremo qui” spiegò Shiori. “Poi da domani, noi quattro e Shisui torneremo nella riserva.”
“Io non potrò sempre stare con voi. A volte mi tratterrò al Palazzo del Fuoco come Hokage, ma passeremo molto tempo insieme” continuò Kakashi.
“Quindi voi state di nuovo insieme?” chiese Amaya con gli occhi che brillavano.
Shiori e Kakashi si guardarono.
“No, piccola” rivelò sincera Shiori.
“Perché?” gridò Hikaru. “Voi vi volete tanto bene! Lo sento!”
“Io e la mamma ci vorremo sempre bene, ma…” Kakashi guardò Shiori in cerca di aiuto.
“Ma ne abbiamo passate tante. Ora siamo due persone diverse, rispetto a quelle che eravamo quando abbiamo avuto te. E… Non è giusto che quelle due persone stiano insieme.”
“Ma questo non vuol dire che vi vorremo meno bene, o che passeremo meno tempo insieme. Restiamo una famiglia” aggiunse in fretta il Copia-ninja.
“Una famiglia un po’ strana, ma pur sempre una famiglia” disse Shiori con un sorriso.
“Non è giusto! È tutta colpa della pas…” gridò Amaya, ma fu interrotta da Hikaru.
“No, Yaya!” Il volto del bambino era una maschera di tristezza. “Loro vogliono che siamo felici e vogliono essere felici. Solo…” Il piccolo si concentrò un po’ di più. “Solo che… come si chiama mamma?” chiese toccando quel sentimento strano che entrambi i due adulti provavano.
“Colpa” rispose lei.
“Colpa” comprese il piccolo.
“Che significa?” chiese Amaya.
“Oh non ve ne dovete preoccupare” disse il padre.
“No, non funziona così da noi, Kakashi. Dobbiamo capire cosa significano i sentimenti. Tutti senza esclusione.” La donna sospirò. “Io ho fatto una cosa molto brutta quando ho nascosto a vostro padre la verità sulla mia gravidanza. Sapevo che lui voleva curare i suoi figli e non gliel’ho permesso. Quindi questa è una colpa, che è difficile da perdonare sia da parte sua che da parte mia. Questo non è un rapporto sano. Perciò è meglio se…”
“Se siete solo mamma e papà?” chiese Hikaru
“Esatto.”
“Io non sono d’accordo!” sbottò Amaya.
“Yaya, neanche io, ma… Questo ora li rende… felici?”
“Direi più soddisfatti, tesoro mio” precisò la madre.
“C’è differenza, vero mamma?” domandò il piccolo.
“Un po’. Te lo spiegherò un’altra volta.”
Amaya alzò gli occhi al cielo, poi guardò Kakashi. “Fanno sempre così. A loro sembra sempre tutto chiaro.”
Il padre rise. “E allora ce lo faremo spiegare.”
 
Quando uscirono dalla stanza, Shiori si coprì il volto con le mani.
“È così difficile!”
“Passerà. Ce la caveremo. Ora basta recriminazioni.”
“Va bene. Dove dormi?”
“In una delle stanze degli ospiti con Naruto e Shikamaru. Kurenai ha l’altra tutta per sé. A quanto pare starà qui fino al parto.”
“Be’ mi sembra giusto.”
“Tu dormirai con Shisui?” chiese Kakashi con un tono enigmatico.
“Sì, ma non c’è niente. Lo sai?”
“Non è più affar mio” le ricordò. “E comunque lo so.”
“Bene.”
“Domani, dopo che abbiamo portato a termine i nostri compiti, verresti con me e Shikamaru dagli Hyuga?” Ora il Copia-ninja stava evidentemente cercando di nasconderle qualcosa.
“Che succede dagli Hyuga?”
“Una cosa che devi sapere. Non ci devono essere più segreti.”
“D’accordo.”
“A domani, allora.”
“Buonanotte, Kakashi.”
“Buonanotte, Shiori.”
La kunoichi entrò nella sua vecchia camera. Le sembrava così diversa, quasi più piccola. Probabilmente era lei ad essere cambiata, ma essere lì faceva un effetto strano: si sentiva in un posto quasi estraneo, ma anche a casa, al sicuro. Shisui era già a letto che l’aspettava, mentre Tora dormiva ai suoi piedi.
“Posso cambiarmi di fronte a te ora che ci vedi? Insomma…”
L’Uchiha scosse la testa. “Fa pure, non mi cambia molto.”
“Sicuro?” domandò lei maliziosa.
“Ma sì scherza pure!” fece lui, fingendosi offeso, ma stava ridendo.
“Scusa, mi serve per sdrammatizzare. Ho un po’ di difficoltà con il mio corpo in questo momento.”
“Non dovresti. Gliela daresti vinta.”
Shiori si svestì e si infilò il pigiama. Si avvicinò al letto, fece i grattini a Tora, che nel sonno fece le fusa, poi si infilò sotto le coperte. Shisui le passò un braccio sulle spalle e lei appoggiò la testa sul suo petto.
“Non mi va di parlare dei miei problemi” spiegò Shiori dopo un attimo di silenzio. “Quindi spara.”
“È stato difficile, sai?” cominciò l’Uchiha, che sapeva che finalmente poteva liberarsi. “Badare ai bambini. Yaya diventerà un peperino, quando sarà un adolescente non riusciremo a contenerla. Hika, invece, continuamente testa quello che senti e provi. Non è stato facile, Shiori. Poi, sono arrivati loro, ho visto una luce. Invece…” Si schiarì la gola. “È stato terribile. Non credo di poter vivere a lungo senza di lui. E dire che c’è stato un periodo in cui non ne sopportavo la presenza.”
Shiori strinse i lembi della maglietta del suo amico tra le mani. “Mi dispiace che tu abbia perso così tanto, ma devi andare avanti. Non ti permetterò di andartene.”
“Lo so.”
“Bene.”
“Ora sarebbe meglio se dormissimo però.”
“Una sola cosa, prima. Perché Kakashi vuole che vada dagli Hyuga?”
“Te lo spiegheranno domani.” Shisui provava un grande conflitto interiore a riguardo.
“Va bene. Sembra importante.”
“Lo è. È una delle ultime volontà di Itachi.”
Shiori capì il motivo di quel conflitto. “Allora vale la pena ascoltare.”
La donna si rilassò, sarebbe stato difficile addormentarsi, ma finalmente era al sicuro, circondata dalle persone che amava. Finalmente era a casa.
 
 
 
Angolo dell’autrice
Festeggiamenti!!!!!!! Shiori è a casa!!!! Bene ora posso riposarmi per un po’ e non pubblicare… No, scherzo! La prossima settimana tenterò di pubblicare un po’ prima di sabato, magari a metà settimana, comunque pubblico, nemmeno a Natale vi abbandono. Dovrete sopportarmi ahahah. Con questo capitolo direi che si apre la fase pre-guerra. Spero che vi sia piaciuto e che, nonostante l’ovvia delusione per il rapporto tra Kakashi e Shiori, non mi tiriate pomodori virtuali ;)
Ringrazio tutti quelli che continuano a seguire e chi recensisce.
Un abbraccio! A presto!
  
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