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Autore: WibblyVale    22/12/2016    2 recensioni
Una neonata nell'ospedale di Konoha viene sottoposta ad un esperimento genetico e strappata alla sua innocenza. Crescendo diventerà un abile ninja solitaria, finchè un giorno non verrà inserita in un nuovo team. Il capitano della squadra è Kakashi Atake, un ninja con un passato triste alle spalle che fatica ad affezionarsi agli altri esseri umani. La giovane ninja sarà in grado di affrontare questa nuova sfida?
Genere: Azione, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kakashi Hatake, Nuovo Personaggio, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Kakashi si alzò in silenzio e lasciò i suoi compagni di stanza ancora addormentati. Doveva andare ad accordarsi con il consiglio, poi sarebbe diventato Hokage. Sospirò, quella cosa lo terrorizzava. Ad aumentare la sua ansia poi c’era la sua situazione con Shiori. Poteva dire che si erano chiariti, ma non bastava urlarsi e accordarsi su futuro per cancellare tutto il dolore che si erano procurati a vicenda. Avrebbero dovuto adattarsi alla nuova situazione, dovevano cercare di continuare a sostenersi a vicenda nonostante tutto.
Aprì la porta del bagno e fu sorpreso di trovare Shiori davanti allo specchio avvolta in un asciugamano.
“Scusa. Non…” cominciò.
“Entra pure” disse lei. “Abbiamo tutti e due degli impegni e non è il caso di mettersi a fare i timidi. L’altro bagno è già occupato da Kurenai, quindi è meglio se stai qui.” Manteneva una calma surreale.
“Credi sia consigliabile?” domandò lui, leggermente meno tranquillo. Vederla così, solo con l’asciugamano e con i capelli bagnati che le ricadevano sulle spalle, aveva risvegliato in lui i ricordi del loro primo bacio, insieme a tanti altri di vita quotidiana.
“Abbiamo detto di comportarci da adulti, no?”
Lui sospirò e si chiuse la porta dietro le spalle. Si sfilò il pigiama e notò che la donna faceva di tutto per non guardarlo, poi si infilò sotto la doccia e si tolse anche i boxer e li fece ricadere all’esterno. Shiori seguiva i suoi movimenti dallo specchio. Anche se nel riflesso vi era solo la sagoma nera del Copia-ninja, lei poteva benissimo immaginare l’uomo dietro la tenda. L’acqua comincio a scendere e la kunoichi cominciò a pettinarsi i capelli.
Kakashi sotto la doccia non riusciva a rilassarsi. C’era una parte di lui che avrebbe voluto essere sola, o per lo meno lontano da lei, mentre l’altra si aspettava che la donna lo raggiungesse da un momento all’altro.
“Hai detto che sai quando Hikaru insomma… è stato concepito?” chiese, accorgendosi solo dopo che era la domanda peggiore da fare in quel momento.
Shiori si mordicchiò il labbro. Sentiva la confusione interiore di Kakashi, e questo le assicurava di aver fatto la cosa giusta, ma allo stesso tempo avrebbe voluto ancora risolverla in un altro modo.
“Vuoi parlarne ora?” chiese lei.
“Fammi contento.”
“Ti ricordi quando abbiamo salvato Tsunade, Jiraiya, Naruto e Shizune? Dopo siamo andati in quell’alberghetto e loro se ne sono andati. Noi saremmo dovuti tornare a casa subito dopo, ma…”
“Le terme” ricordò il jonin.
“Le terme” confermò la ninja solitaria.
 
“Dobbiamo ripartire” disse Shiori, mentre risistemava la sacca in camera.
“E se ci prendessimo un po’ di tempo. Ho visto che ci sono le terme qui. Potremmo rilassarci, poi ci ritroviamo per una cenetta noi due soli.” Si avvicinò a lei e le scostò i capelli blu dal viso, accarezzandole dolcemente una guancia.
“D’accordo” accettò lei, incapace di dirgli di no.
Così, una mezzoretta dopo, quando il cielo cominciava a tingersi di arancione, si ritrovò immersa nella calda acqua delle terme, con la testa appoggiata contro il muretto. Aveva richiesto di stare sola, così da potersi togliere la parrucca che in quell’occasione le avrebbe dato fastidio. Perciò rimase sorpresa quando sentì dei passi avvicinarsi. Fu ancora più sorpresa quando sul limitare della piscina vide Kakashi con solo un asciugamano avvolto in vita.
“Che ci fai qui?”
“È orribile stare soli di là” lasciò ricadere l’asciugamano a terra e si immerse nell’acqua.
Shiori sentì la gola farsi secca e il battito cardiaco accelerare.
“Va contro le regole.”
“Pazienza” rispose lui mettendosi accanto a lei. Nel giro di pochi secondi l’acqua era diventata ancora più calda. “Vuoi sapere veramente perché sono qui?” chiese il jonin ad un tratto.
Shiori fece di sì con la testa.
“Non riuscivo a stare di là da solo, sapendo che tu eri di qui, altrettanto sola, con solo l’acqua come copertura” sussurrò avvolgente al suo orecchio.
La mano di lui risalì dai suoi fianchi, fino a sfiorare delicatamente il seno. Shiori si morse il labbro per non emettere suoni. Poi, prese a baciarle il collo, mordicchiandolo e marcandolo come suo. La donna immerse una mano nei suoi capelli, mentre con l’altra percorse i muscoli del petto, scendendo sempre più in giù, costringendo Kakashi a trattenere il respiro.
Acceso dal desiderio, il Copia-ninja spinse Shiori contro il limitare della piscina e si unì a lei. La donna avvolse le gambe attorno ai suoi fianchi stringendolo il più possibile a sé. Lui la reggeva con un braccio, mentre con l’altro si tratteneva ai bordi per rimanere in piedi.
Si amarono con movimenti lenti senza alcuna fretta, scordando la paura di essere scoperti. Il mondo attorno a loro poteva avere pretese, poteva volerli tenere lontani, quindi si presero il loro tempo. Quando sentirono di essere al culmine cominciarono ad accelerare, mentre i loro movimenti si facevano meno armoniosi, più sconnessi.
“Ti… amo…” disse Shiori prima di affondare le unghie nella sua schiena, presa com’era dal piacere.
Kakashi, sul momento non rispose, cercando al culmine le sue labbra. Poi, appoggiò la fronte contro quella di lei e la guardò con dolcezza. Lei aveva gli occhi chiusi e le labbra leggermente aperte per riguadagnare aria.
“Ti… amo anche io” le sussurrò lui ansimante all’orecchio.

 
Il ricordo di quel momento era vivido nella mente di entrambi. Immagini di quella sera popolavano la mente di Kakashi, rendendogli impossibile pensare a qualsiasi altra cosa. Shiori sentendo le sensazioni di lui si sentì avvampare.
“Gira la manopola della doccia sul freddo!” consigliò.
Il Copia-ninja non se lo fece ripetere due volte. “Tu potresti chiudere le porte!”
“Non riesco ancora con efficacia. Mi devo riprendere.” Appoggiò le mani sul lavandino e inspirò.
“È stata una sera magnifica” disse Kakashi ad un tratto, uscendo dalla doccia con un asciugamano stretto in vita. “Il fatto che abbiamo creato qualcosa di così meraviglioso è solo il coronamento.”
Shiori teneva la testa bassa e cercava di nascondere le lacrime che scendevano lungo il suo volto, ma il jonin le notò.
“Che succede?” chiese posando una mano sulla sua spalla.
“Niente. È solo che… ho perso il braccialetto di tua madre nella colluttazione con Yoharu. È un segno del destino. Quella sera, quando abbiamo concepito Hikaru, mi ero convinta che niente avrebbe potuto separarci. Ma in realtà ogni cosa è contro di noi. La perdita del braccialetto ne è una dimostrazione. Forse sarebbe stato meno doloroso accorgersene prima di…”
Kakashi le pose una mano sotto il mento e le impose di guardarlo.
“Ascolta. Quello è solo un oggetto, Shiori. Noi… noi non stiamo più insieme per sbagli che abbiamo commesso. Però dobbiamo provare a guardare il alto positivo: abbiamo creato qualcosa di assolutamente buono e perfetto. Shiori… questa forse è l’occasione per noi per… per… per essere persone migliori. Per rimediare ai nostri errori.”
“Volevi dire ai miei errori.”
“Abbiamo sbagliato entrambi. Forse non smetterò mai di incolparti, ma sappi che sono consapevole che avrei dovuto fare di più io stesso. Magari non siamo più adatti a stare insieme, ma potremmo… potremmo provare ad essere amici.”
Le sorrise e lei, anche se dovette sforzarsi, gli sorrise di rimando. Kakashi l’attirò a sé e l’abbracciò. In quel momento entrò Shikaku.
“Oh! Non ditemi che si ricomincia! Almeno chiudente la dannatissima porta!” gridò, facendoli scoppiare a ridere.
 
Raggiunsero la cucina poco più tardi e tutta la famiglia li aspettava, pronta per la colazione.
“La vostra scelta non mi piace” cominciò Yoshino.
“Non davanti ai bambini” la pregò Shiori. “Poi, noi siamo soddisf…” Il campanello la interruppe e Shikamaru corse ad aprire.
Quando rientrò in cucina il suo volto mostrava puro terrore. Dietro di lui una donna dai capelli biondi e il viso cordiale si fece avanti. Nelle mani teneva un cabaret di dolci.
“Yuri!” esclamò il Copia-ninja. “Che ci fai qui?” Shiori notò come anche lui sembrasse preoccupato.
“Ho incontrato i bambini ieri e avevo promesso dolci a colazione” spiegò la pasticcera, che entrò in cucina e si guardò intorno. Quando il suo sguardo cadde sulla donna dai capelli neri con il ciuffo rosso rimase a bocca aperta. “Tu… tu sei…”
“Shiori Nara. E tu sei la figlia di Akira-san.”
“S… sì. Ti… ti ricordi di me?” La Nara non capiva perché fosse così sconvolta.
“Fai dei dolci buonissimi! Certo che mi ricordo!” esclamò avvicinandosi e prendendone uno. Il silenzio era caduto nella stanza.
“Che ne dite se li mangiamo in cortile!” propose Shisui con fin troppo entusiasmo. A quella proposta la cucina si svuotò.
Shiori mise in bocca il pasticcino e guardò Kakashi, che sembrava piuttosto inquieto.
“Che diavolo succede?” chiese a bocca piena.
“Shiori…”
“O dei! È perfetto!” esclamò dimentica di quello che era appena successo. “Sei consapevole di piacerle? È evidente” commentò, poiché aveva sentito i sentimenti della pasticcera.
“Shiori…”
“Dovresti chiederle di uscire!” Fingeva di essere indifferente anche se il solo pensiero la faceva soffrire.
“Cosa?”
“Be’ fa dolci buonissimi. Se non lo fai tu lo faccio io!”
“Sei seria?” Kakashi era confuso, quasi arrabbiato. Le importava così poco di lui da spingerlo nelle braccia di un’altra con così tanta tranquillità?
“Che c’è? Sto solo cercando di comportarmi da ami…” Scandagliò le sensazioni di Kakashi e all’improvviso comprese. “Ci sei già uscito.”
“Non direi proprio uscito. Più che altro ci sono andato a letto” ammise.
“Una volta?”
“Un po’ di più.”
“Ecco perché era così sconvolta!” La donna non sapeva come reagire a quella scoperta. Normalmente si sarebbe infuriata, avrebbe fatto la gelosa, ma ora… ne aveva perso ogni diritto.
“Ma non abbiamo una relazione.”
“Sei un imbecille.” Shiori corse in giardino e si mise di fronte a Yuri che stava chiacchierando con Kurenai. “Io e lui non stiamo insieme.”
“Cosa?” La bionda arrossì. “Credo tu abbia frainteso…”
“Io non fraintendo. Non so cosa c’è tra di voi, ma qualunque cosa sia, basta che siate felici!” commentò con un sorriso. Riuscì persino a fingere un sorriso naturale, anche se si stava per sentir male.
In quel momento sentì arrivare Tenzo, gli mandò un segnale di aiuto. Non sapeva quanto avrebbe retto con quella finta allegria. “Insomma dovrei avvertiti dei suoi enormi difetti! Non c’è niente che…”
Il ninja dell’Arte del Legno raggiunse il giardino. “Shiori è tardissimo! Ci aspettano!”
Lei finse di alzare gli occhi al cielo per la disperazione. “Devo andare! Spero di rivederti presto!” esclamò. Poi, si voltò verso i bambini e li abbracciò. “Tornerò il prima possibile.” Diede un bacio ad entrambi e si diresse velocemente verso la porta.
Tenzo salutò un po’ goffamente, poi la seguì. Camminarono fianco a fianco per un paio di isolati, in silenzio. Shiori sembrava una scheggia. Non si voleva fermare.
“Shiori, calmati! Siamo abbastanza lontani ora.”
La donna si appoggiò ad un muretto e riprese fiato, premendo con la mano contro la ferita che aveva sul fianco.
“Sei sconvolta” comprese l’amico.
“Sconvolta? Lui può fare quello che vuole. Non posso permettermi di… cazzo! Hai visto quanto è bella? E sa fare dei dolci divini!” esclamò Shiori, sentendo ancora il sapore della crema chantilly in bocca.
“A Kakashi i dolci non interessano!”
“Come avete potuto lasciare che si mettesse con lei?” gridò la donna contro il suo amico.
“Scusa? È colpa mia? Poi, non hai appena detto che è perfetta?” Tenzo si stava infuriando. Che colpa ne aveva lui?
“Non ho detto quello! Lei non… non è adatta a lui. Troppo remissiva. Si annullerebbe per lui! Credi che una persona del genere sia adatta?”
“Primo, non stanno insieme! Sono andati a letto qualche volta, non mi pare che questo la renda una cosa seria. Secondo, perché non le dici a lui queste cose? E terzo, io ho idea di chi sarebbe adatta, ma si comporta da emerita cretina!” Lo shinobi riprese fiato. “Era tanto che qualcuno non mi faceva saltare i nervi così!”
Shiori scoppiò a ridere, poi si fece seria. “Lei ci tiene molto a lui, e non si merita che lui la faccia soffrire e stare in questa specie di limbo. Non gliele dico io queste cose perché l’ho fatto soffrire, Ten. Non ne ho più il diritto. E questo dovrebbe anche rispondere al tuo terzo punto. Non sono più la persona adatta.”
Il suo amico scosse la testa. “Vieni qui” le disse, abbracciandola. “Quanto siete testardi!” borbottò.
A quel punto furono raggiunti da Shikaku e Shisui, trasformato in un giovane shinobi.
“Dovevamo venire anche noi dal consiglio, ve ne siete dimenticati?” chiese l’Uchiha.
“Scusate” disse Shiori, allontanandosi dal castano.
“Stai bene?” le chiese il fratello.
“Ne ho passate decisamente di peggiori, su andiamo!”
Quando raggiunsero il Palazzo del Fuoco, Mitokado li accolse. Era davvero sorpreso di vedere Shiori viva e vegeta.
“Mi puoi raccontare l’obiettivo della tua missione?”
“L’Hokage lo conosce” ribatté Shiori.
“L’Hokage è in coma” continuò lui.
“Anche il futuro Hokage lo conosce. Non posso dire molto senza mettere in pericolo l’intero villaggio. Posso solo dire che la missione si è conclusa.”
“Non posso acc…”
Shikaku si fece avanti. “Invece devi accettare. Il consiglio non può sapere. Siamo venuti per avvertire che Shiori verrà reinserita tra i jonin di Konoha, insieme a questo shinobi e ai tre ragazzi della sua squadra. Una guerra sta per cominciare e abbiamo bisogno di alleati.”
“Parlerò con l’Hokage quando si insedierà” terminò la donna.
“Hiruzen ha fatto un errore a non avvertirci.”
“Il Terzo Hokage ha fatto la scelta giusta, Mitokado-sama” spiegò Shiori. “Là fuori ho visto a cosa possono portare certi poteri, meno persone sapevano la verità, meglio sarebbe stato.”
Il vecchio saggio scosse la testa, ma accettò.
“D’accordo. Ora ho l’insediamento di un Hokage di cui occuparmi.” A quel punto uscì dalla stanza seguito a ruota da Shikaku, che prima di uscire, pose un bacio sulla guancia della sorella.
“Credo che sia arrivato il momento che tu ti faccia una chiacchierata con la tua squadra” la consigliò Shisui. “Io torno a casa.”
“E io devo assolutamente tornare ad organizzare gli Anbu. Un nuovo Hokage richiede maggiori controlli. E soprattutto quest’Hokage sarà difficile da gestire.”
“Più di Tsunade-sama, la giocatrice d’azzardo a cui piace l’alcol?” ridacchiò Shiori.
“È di Kakashi Hatake che parliamo. Lui ci farà impazzire per proteggerlo.”
“Si… è proprio da lui…” commentò la donna.
 
Kakashi sapeva che, nonostante avesse fatto finta di niente, Shiori era sconvolta. Mentre riaccompagnava Yuri nella sua pasticceria in costruzione, era consapevole di cosa avesse provocato quella reazione. Non era stato tanto il fatto che lui ci fosse andato a letto, né il fatto che lei provasse qualcosa per lui, ma il fatto che il Copia-ninja non era stato in grado di rescindere quel legame, e che forse non voleva nemmeno farlo.
Era attratto da Yuri, ma non l’amava, però quella donna sapeva calmarlo, e non solo per il sesso, ma perché riusciva a comprenderlo e a consolarlo. Lei era l’esatto opposto di Shiori, e forse per dimostrare a sé stesso di poter fare a meno di lei, aveva mantenuto il rapporto con la bionda.
Quando raggiunsero la pasticceria, lei lo guardò triste.
“Sono felice per voi” gli disse.
“Non siamo una coppia” ribadì lui.
“Avete dei figli.”
“Yuri…”
“Tranquillo, sapevo che sarebbe arrivato il giorno in cui mi sarei dovuta fare da parte. Grazie di tutto, Kakashi.”
“Dovresti chiederle di uscire… Se non lo fai tu lo faccio io!” gli aveva detto Shiori pochi minuti prima, mandandolo su tutte le furie, ma evidentemente ignorando quel sentimento.
“Yuri! Devo capire la mia situazione, ma… insomma non è che ti ho dato molte possibilità per mostrarmi chi sei veramente.”
Lei sorrise. “Quando capirai cosa vuoi. Torna a cercarmi” gli disse e sparì dentro al negozio.
Kakashi sospirò e prese a camminare, pochi secondi dopo fu raggiunto da Gai.
“Allora avete fatto pace?” chiese il ninja verde.
“Ci siamo chiariti. Ora cercheremo di comportarci civilmente l’uno con l’altro.”
“Civilmente? Pensavo…”
Il Copia-ninja alzò gli occhi al cielo. “No. Io non riesco a perdonarla, figurati essere il suo compagno. Poi, ora, entrambi dobbiamo affrontare delle svolte personali piuttosto grosse. Sto diventando Hokage, mi sto abituando al mio ruolo di padre, e lei deve tornare a vivere. Non è il caso che ci mettiamo in mezzo anche il tipo di relazione che abbiamo sempre avuto. Shiori ha ragione, eravamo un casino. Litigavamo, ci contraddicevamo…”
“Era il vostro modo per confrontarvi. Eravate sempre d’accordo sulle cose importanti.”
“Si, ma… non possiamo… Ora è diverso.”
“Stai cercando di convincere me o te stesso?” chiese il moro.
“Gai!”
“No, perché io ho visto quanto ti è mancata. E ieri sera, ho visto come continuavi a guardarla, quasi spaventato che sparisse. Dimmi che non la ami?”
“La amo” ammise lui, era più facile dirlo davanti a Gai che a lei. “Ma non penso di poter stare con una persona che non riesco a perdonare. Farei soffrire lei e farei soffrire me. In questo ci rimetterebbero anche i bambini e loro non meritano di vivere nei nostri casini.”
Gai sospirò. “Se pensi che sia la cosa più giusta da fare…” Posò la mano sulla spalla dell’amico e gli sorrise. “Che mi dici di questa cosa dell’Hokage?”
“Sono terrorizzato! Tsunade deve assolutamente rimettersi!”
“Eddai! Sai di essere adatto.”
Kakashi si passò una mano tra i capelli nervoso. “Tu ci sarai?”
“Sarò il tuo primo sostenitore!” esclamò con il suo solito entusiasmo.
“Sai è strano anche solo pensarlo, ma… parlare con te mi aiuta. Avrei bisogno del tuo appoggio, dei tuoi consigli…”
Il moro fece una smorfia. “Mi stai chiedendo quello che credo tu mi stia chiedendo?”
“Se ti va” fece il ninja dai capelli argentati, alzando le spalle.
“Se mi va cosa?” domandò, non volendo fargliela passare liscia. Se voleva chiederglielo doveva farlo per bene.
L’Hatake alzò gli occhi al cielo. “Se ti va di farmi da consigliere.”
“Sarebbe un onore!”
“Grazie, amico.”
I due camminarono fino al Palazzo del Fuoco. Gai batté una mano sulla spalla dell’amico, che entrò nella sala del Consiglio. Gli esponenti dei clan, che stavano seduti attorno al tavolo, alzarono la testa e lo guardarono. Shikaku gli fece l’occhiolino e lui gli sorrise. A quel punto Utatane si alzò in piedi.
“Kakashi Hatake. Giuri di difendere e proteggere il villaggio e i suoi abitanti contro ogni minaccia esterna o interna, di impegnarti con tutto te stesso per portare avanti questo compito, e di farti guidare dal buon senso e dall’onore?”
“Lo giuro” affermò lui.
“Accetti, dunque, l’incarico di Sesto Hokage di Konoha e tutto ciò che ne consegue?”
Lo shinobi sospirò e si preparò a ripetere la formula di rito: “Io Kakashi Hatake, jonin di Konoha, nel pieno delle mie capacità fisiche e mentali, acc…”
La porta della sala del Consiglio sbatté e Shizune entrò di corsa.
“Si è risvegliata! Tsunade-sama si è risvegliata!” gridò con le lacrime di felicità che le rigavano il volto.
 
Shiori aveva raggiunto la propria squadra vicino ad una tenda medica, si chiedeva che cosa stesse succedendo. I ragazzi, quando la videro, le sorrisero forzatamente, ma lei sapeva che c’era qualcosa che non andava. Sentì la presenza all’interno della tenda e capì di chi si trattava. Fu sorpresa nel sentirsi sollevata per il fatto che le sue condizioni fossero migliorate.
A quel punto si concentrò sui ragazzi, Aya sentiva un forte senso di colpa nei suoi confronti. La kunoichi le pose una mano sulla spalla.
“Che succede?”
“Io… io sapevo che Kenta aveva dei problemi. Sono un medico e l’ho capito. Mi ha assicurato che stava cercando di risolverli. Gli ho creduto!” La ragazza scoppiò a piangere. Shiori non ci pensò un secondo a stringerla a sé.
Mentre lasciava che la ragazza si sfogasse, alzò la testa sui due gemelli.
“Noi non sapevamo” disse Hisoka.
Takeo, invece, guardava in basso.
“Taki?” Shiori lo chiamò e lui alzò lo sguardo.
“Mi sono molto arrabbiato quando l’ho scoperto.”
Aya ebbe un sussulto e la donna più grande capì. Fece in modo di guardare la ragazza negli occhi.
“Io sto bene, Aya. E ti perdono, se è questo che vuoi sentirti dire, ma non ce né alcun bisogno.” A quel punto tornò a rivolgersi a Takeo. “Non combattere le mie battaglie. Vi amate, cercate di risolverla. Tempi duri ci aspettano. È meglio stare uniti.” Infine, guardò Hisoka. “Hai affrontato tutto con grande maturità. Da quando sei la roccia del gruppo?” scherzò.
“Da quando fanno gli idioti!”
Shiori scoppiò a ridere. “Venite qui!” esclamò, allargando le braccia. “Tutti quanti.” I tre ragazzi si lanciarono insieme tra le sue braccia e si strinsero forte a lei. “Siete la migliore famiglia che potessi trovare là fuori, lo sapete?” chiese retorica.
 “Vogliamo combattere ancora al tuo fianco” affermò Takeo.
“Vi ringrazio” disse lei con le lacrime agli occhi.
“Non ti abbandoneremo, Shiori” disse Hisoka.
“Mai” terminò Aya.
Quando si separarono, la donna guardò verso la tenda. “Potete lasciarci soli un momento?”
I ragazzi annuirono.
“Io resto qui fuori” la avvertì Aya.
“Noi, invece, ti aspettiamo dagli Hyuga.”
Shiori sospirò. “Quindi siete voi che avete scoperto qualcosa di segreto.”
I due gemelli annuirono. “Un’idea di Itachi.”
La kunoichi percepì i loro sentimenti e sospirò. “Perché qualcosa mi dice che non sarò d’accordo?”
“Perché non lo sei mai!” esclamarono i gemelli esasperati e alzando gli occhi al cielo.
La donna ridacchiò, poi si rivolse verso la tenda. Si mordicchiò il labbro nervosa e scostò l’entrata. Quando entrò, vide Kenta disteso sul letto con gli occhi chiusi. Prese la cartella appoggiata ai piedi del letto e la lesse.
L’uomo sentendo una presenza aprì gli occhi e li sbatté un paio di volte per essere sicuro che non fosse un’allucinazione.
“Mi avevano detto che eri tornata, ma non ti aspettavo.”
Shiori fece il giro del letto e si mise al suo fianco. Lo guardava dall’alto con le braccia incrociate sul petto.
“Dobbiamo parlare.”
L’uomo annuì. “Shiori mi dispiace molto. Stavo venendo a proteggerti perché sapevo che lui avrebbe…”
La donna si sedette all’estremità del letto e prese la mano di Kenta tra le sue. Calde lacrime cominciarono a scenderle lungo le guance.
“Sono così contenta che tu stia bene. Sono furiosa, certo, ma… Ken… mi dispiace per quello che hai dovuto passare. Ho creduto che potessi essere morto, quando mi hanno spostato e non… credevo di aver perso l’occasione di perdonarti. Hikaru mi ha detto che ha sentito il tuo dolore. Sa che hai fatto qualcosa di sbagliato, ma ha detto che non gli importa perché sei buono. Lui ti vuole ancora bene. Credo di dover imparare da lui dopotutto.”
Il falsario guardò la kunoichi sorpreso. Poi, anche lui si mise a piangere. “Sono stato un debole. Ho rischiato la tua vita e quella di Hikaru, ma quando ho cominciato ero pieno d’odio. Volevo vendetta su tua madre e tuo padre che avevano portato alla morte di mio fratello. Quando ti ho conosciuto, ho capito quanto ero stato stupido, ma ormai avevo bisogno della mia dose di protezione dai tuoi poteri, ero dipendente.”
Shiori si chinò su di lui e gli baciò la fronte. “Senti, basta recriminazioni. Ho saputo che ti stai disintossicando e con l’aiuto di Aya e le medicine di Tsunade stai riuscendo.”
“Sì, a volte è dura. Credo di dare del filo da torcere ad Aya alle volte, ma ci sto mettendo la più buona volontà.”
“Perché non ti sei fidato di me?” chiese Shiori.
“Tu non sapevi la verità su tua madre. Temevo che non mi credessi.”
La donna si morse il labbro. “Ken, ho bisogno di te. Yoharu e Kabuto hanno un esercito di cloni. Tu conosci Orochimaru molto bene, ti voglio al mio fianco o a fare le mie veci. Solo tu hai l’esperienza necessaria per guidare la squadra in battaglia. Si sincero, credi di farcela?”
L’ex mercenario si mise a sedere e la guardò dritto negli occhi con determinazione.
“Se ancora ti fidi, posso fare tutto.”
Shiori sorrise. “Bene, speravo lo dicessi.”
In quel momento, Naruto entrò correndo nella stanza.
“Shiori, la nonnina! Si è svegliata!” La donna scattò in piedi, sorpresa ma felice.  “Vuole assolutamente vederti.”
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Angolo dell’autrice
Salve a tutti!
Questo capitolo è sicuramente l’ultimo prima di Natale, quindi ne approfitto augurarvi buone feste!!! <3
Ora qualche informazione di servizio: il capitolo 114 non so quando verrà pubblicato, spero il prima possibile, ma contate che sicuramente perderò la cognizione del tempo. In ogni caso, dal 114 in poi riprenderemo in modo regolare. Ma non vi abbandono del tutto, mi è venuta in mente una piccola cosa zuccherosa ambientata nel primo periodo della relazione di Kakashi e Shiori e ci ho fatto una piccola one-shot, che pubblicherò molto presto con il nome “Why Feelings Hurt so Much: Let it Snow”. Spero che vogliate darle un’occhiata :) (Avevo pensato a qualcosina di simile anche per Itachi e Shisui. Tempo e serie principale permettendo, perché resta comunque la mia priorità, potrei aggiungere anche quella).
Un abbraccio e un bacio a tutti quanti!!! <3<3<3<3<3<3
Vale
  
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