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Autore: Claire Penny    27/12/2016    1 recensioni
[REVISIONATA]
C'era una volta una principessa.
Ora non più.
A sostituire la dolce, graziosa e bellissima fanciulla di sangue blu, adesso c'è un'anonima, goffa ed ingenua adolescente, con un'incredibile propensione a ficcarsi nei guai e desiderosa di darsi alla ribellione tipica della gioventù.
C'era una volta il principe azzurro.
Un nobile rampollo, alto, gnocco e affascinante, sempre pronto a salvare la vita alla bella di turno in sella al fedele destriero? Seh, una volta, forse.
Al suo posto ora c'è un misterioso, solitario ed asociale studente dal fascino tenebroso, circondato da un'aura che emana pericolo.
Ah, dimenticavo di aggiungere che è perennemente assetato di sangue, preferibilmente quello della sopracitata giovane donna. Contemporaneamente però, scopre di esserne innamorato.
Ora, chi di voi ragazze non ha mai sognato di vivere in una "fiaba moderna" con questi presupposti? Sembra tutto incredibilmente romantico, non è vero? Bene, vi posso assicurare che di romantico qui c'è ben poco.
Come lo so? Beh, perchè io, Serena Dale, e le mie amiche, ci siamo passate.
E credetemi, le nostre storie vi faranno sicuramente cambiare idea sui moderni principi azzurri.
Genere: Satirico, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L’accusa lanciata da Xavier agì come l’innesco che portò ad una serie di eventi in successione talmente rapida da impedire alle ragazze di riuscire a comprendere ciò che avevano davanti fino a quando i suddetti eventi non furono conclusi.
Tra il momento in Cameron fu additato come la temuta spia la cui esistenza sembrava ormai scongiurata ed il momento in cui Violet reagì lanciandosi contro di lui ed immobilizzandolo, Clare calcolò che non dovessero essere trascorsi più di cinque o sei secondi.
Quando tutto finì, le ragazze stavano ancora cercando di realizzare quanto appena rivelato da Xavier.
O meglio, le ragazze e Max.
Contrariamente ad Em, Aly e Serena, il primo volto su cui subito dopo si posò lo sguardo di Clare non fu quello di Cameron che, come avrebbe notato in seguito, era sdraiato, con la faccia premuta contro l’asfalto con Violet a tenergli le braccia bloccate ed un ginocchio premuto contro la schiena nonostante non avesse nemmeno accennato a muoversi dopo essere stato tirato in ballo. Il primo volto la cui reazione attirò prima di ogni altro lo sguardo della ragazza fu quello di Max, il quale, a sua volta, fissava il licantropo tramite un’espressione sconvolta. Clare osservò attentamente la reazione del suo ex, riuscendo a cogliere l’esatto istante in cui l’incredulità si trasformò in consapevolezza, poi in disperazione e, successivamente, in ira. Tutte emozioni che il vampiro si costrinse a controllare, a reprimere quasi completamente, ma che Clare identificò comunque per due ragioni: lo conosceva fin troppo bene e si era trovata nei suoi panni solo pochi giorni prima.
Nel frattempo Violet, che non si era concessa nemmeno mezzo secondo per mostrare stupore o una qualsiasi altra emozione di fronte a quell’inaspettato colpo di scena, mentre continuava a tenere ferme le braccia del nuovo sospettato con una mano sola, si frugò nella tasca segreta del vestito con quella libera, estraendone una fialetta identica per forma e contenuto a quelle che aveva somministrato a Xavier, Max, Tristan ed Evelyn. La sola differenza stava nella quantità di siero: una dose molto più esigua. Paragonando la durata dell’effetto del siero con la quantità assunta poco prima dai vampiri  pochi minuti, Clare dedusse che probabilmente quello che si poteva ottenere dal poco liquido dorato rimasto erano non più di sessanta secondi di verità allo stato più puro.
Violet imprecò a bassa voce, probabilmente dopo essere giunta alla medesima conclusione, dopodiché tolse alla fiala il tappo con i denti e si alzò, dando allo stesso tempo uno strattone alle braccia di Cameron per costringerlo a mettersi in ginocchio. Infine posò il piccolo contenitore sulle labbra del ragazzo per costringerlo a bere le poche gocce di siero rimaste. Lui non oppose la minima resistenza ed assecondò ogni mossa della Guardiana.
-Dimmi chi sei e come ti chiami- intimò lei, risoluta.
-Cameron Joshua King, licantropo discendente e capobranco- rispose l’interrogato, con fermezza.
-Cosa significa licantropo discendente?- chiese sottovoce Clare a Serena.
-Non sono molto informata sull’argomento, ma credo significhi diventare licantropo per predisposizione genetica, anziché tramite morso. Probabilmente i suoi genitori sono a loro volta lupi mannari- spiegò l’altra.
-Quando hai capito di essere omosessuale?- domandò a bruciapelo Violet.
L’istante successivo, sul gruppo calò il gelo più assoluto.
L’attenzione generale si soffermò per alcuni interminabili secondi su colei che dirigeva l’interrogatorio. Le ragazze erano a dir poco sbigottite dalla nonchalance con cui aveva formulato il quesito posto per testare l’efficacia del siero e che aveva in questo modo messo in luce davanti a tutti il più importante e delicato segreto che il licantropo custodiva. Successivamente il loro sguardo prese ad oscillare istintivamente tra Max che, nonostante continuasse a cercare di celare ciò che provava, doveva essere comprensibilmente allarmato da ciò che sarebbe potuto conseguire a quella domanda, e Violet, la quale ignorava completamente qualsiasi occhiata a lei rivolta, concentrata com’era a fissare Cameron come se in quel momento non esistesse nient’altro e nessuno intorno a loro.
-Circa tre anni fa- fu la risposta, data con tono più incerto e a malapena udibile.
Clare sentì qualcuno ridacchiare, poco distante da lei. Nonostante la semi oscurità, riconobbe in Tristan l’autore di quel gesto tanto disgustoso quanto inappropriato, che mise in luce il disprezzo del vampiro verso tutto ciò che Cameron rappresentava.
La ragazza sapeva bene di non poter pretendere comprensione o empatia da uno come l’ex di Serena. Ricordava bene le conversazioni avute con lui all’epoca in cui frequentava Max e, nonostante non fossero mai state discussioni particolarmente lunghe ed esaurienti, era comunque certa di non potersi aspettare da lui un atteggiamento maturo e consono alla situazione o per lo meno un’apertura mentale che superasse quella di un cetriolino sottaceto.
Successivamente, Violet andò dritta al cuore della questione. I secondi scorrevano inesorabili e non le rimaneva molto tempo per ottenere le informazioni di cui aveva disperatamente bisogno.
-Hai mai frequentato Eli? Hai mai subito tentativi di soggiogazione da parte sua?- chiese la Guardiana.
-Sì- ammise semplicemente il licantropo.
A quella confessione seguì un lungo istante di silenzio e Clare si accorse di stare trattenendo involontariamente il respiro.
-Per quale ragione? Cosa ti ha costretto a fare?- incalzò l’altra.
Clare capì che la calma che aveva contraddistinto Violet fino a quel momento stava iniziando ad esaurirsi grazie al tono di voce dell’ibrido, che si faceva meno controllato e più impaziente ad ogni secondo che passava.
-Mi ha avvicinato ed ha tentato di soggiogarmi circa un paio di settimane fa- rispose meccanicamente Cameron. –Ma, anche se con grandissima difficoltà, sono riuscito a resistergli e ad oppormi, liberandomi così dalla sua influenza. Questo tuttavia non l’ha scoraggiato ed ha trovato comunque il modo per manipolarmi, tramite il ricatto. Ha detto che sapeva molte più cose di me di quante non ci tenessi far sapere, informazioni che riguardavano non solo la mia vita ma anche quella di…alcune persone a me molto vicine. Prima che aggiungesse altro avevo già capito di cosa stava parlando e dove sarebbe andato a parare. Infatti mi disse che se non avessi fatto alcune cose per lui, avrebbe rivelato a tutti che…-
Il giovane s’interruppe ed il suo sguardo si spostò per un istante su Max, che lo ascoltava cercando a sua volta di controllare le proprie emozioni grazie ad uno sforzo che Clare poteva solo immaginare.
Per chiunque fosse a conoscenza del reale rapporto tra il vampiro ed il licantropo, la minaccia dietro cui Cameron aveva accettato di eseguire gli ordini di Elijah era già chiara: obbedisci o tutti verranno a sapere della vostra relazione.
Anche Violet ovviamente afferrò al volo il sottinteso nell’occhiata di Cameron.
-…avrebbe rivelato a tutti che eri omosessuale- rispose la Guardiana al posto del ragazzo, omettendo parte della verità per evitare di coinvolgere Max.
-Gli ordini erano semplici: sorvegliare te, Clare, Serena ed Alyssa. Studiare le vostre abitudini e ferirgli qualunque dettaglio mi sembrasse insolito o in qualche modo degno di nota. Ed è quello che ho fatto- disse, con una semplicità disarmante. –Inizialmente ho provato a mentirgli, ma lui ha un talento innato per distinguere le menzogne dalla realtà e questo l’ho imparato a mie spese. Così ho semplicemente assecondato la sua richiesta e vi ho tradito. Credetemi, vorrei che ci fosse un modo per rendere le mie parole meno spietate, ma so perfettamente che questo non alleggerirebbe le mie colpe. Ho fatto il doppio gioco e me ne assumo tutta la responsabilità-.
-Quindi Elijah era a conoscenza di ogni dettaglio riguardante il piano?- domandò Violet, sospirando.
La risposta era ormai ovvia per tutti. Clare per un attimo si chiese per quale ragione la Guardiana stesse sprecando tempo prezioso con un quesito banale come quello. Quasi subito però si rese conto che probabilmente l’effetto del siero era ormai sul punto di esaurirsi, se non era già terminato.
-Sì, Elijah sapeva- confermò Cameron, in tono mortificato. –E mi sento un verme per quello che ho fatto. So che può sembrare una giustificazione fin troppo banale, ma posso giurarvi che stavo per rivelarvi tutto. Lo avrei fatto anche senza quella roba che estorce la verità-
-Wow, un tempismo invidiabile- commentò caustica Serena.
Cameron si rivolse allora direttamente a lei.
-Lo so…so che è difficile da credere, mi rendo conto che fidarvi di me è quanto di più assurdo possa chiedere. La verità è che ho avuto paura. Sono stato un codardo, ma l’ho fatto perché temevo di perdere tutto quello che ho, tutta la mia vita. Da quando ho capito di essere…ciò che sono, il mio solo ed unico terrore è stato quello che si venisse a sapere. Avevo paura di perdere il rispetto dei miei familiari, dei miei amici e degli altri membri del branco, temevo di rimanere solo. Poi però, quando poco fa mi sono reso conto che Eli era scomparso e Kelly con lui, è come scattato qualcosa nella mia testa. Ho finalmente realizzato la gravità e l’assurdità di ciò che stavo facendo e, soprattutto, quanto poco valesse il mio segreto in confronto a tutto quello che stava succedendo. Sono arrivato a cedere ai ricatti di un vampiro bastardo, a disonorare tutto ciò che sono e che rappresento, a tradire coloro che amo e che avrei dovuto proteggere. E per cosa? Per qualcosa che non avrei comunque potuto nascondere ancora a lungo? Il fatto di non averlo capito prima è solo uno dei tanti sensi di colpa nati da questa situazione che probabilmente mi tormenteranno per tutta la vita, cosa che credo di meritare ampiamente-.
Il licantropo pronunciò le ultime parole guardando Max dritto negli occhi con decisione, abbandonando per un qualche momento la stessa discrezione che si era impegnato a mantenere ad ogni costo durante l’interrogatorio. E fu proprio quello sguardo intenso ed eloquente a far capire a Clare che, nonostante questo non sminuisse in alcun modo il tradimento di cui si era reso responsabile, Cameron stava dicendo la verità, siero o meno.
-Si fotta ciò che penseranno gli altri- continuò, continuando a fissare Max. –A causa delle mie paure ho messo in pericolo fin troppe persone, non solo Kelly, e questa è solo l’ennesima prova di quanto possa essere distruttivo vivere nella menzogna -.
L’espressione del vampiro si fece meno furiosa e più insicura. Le parole del suo ragazzo lo stavano chiaramente invitando ad uscire allo scoperto e, per una frazione di secondo, l’intensità con cui Max rispose allo sguardo del licantropo diede a Clare la sensazione che il vampiro fosse sul punto di assecondare le parole del suo ragazzo e cedere a sua volta, che stesse per succedere qualcosa di improvviso ed inaspettato ad opera di uno dei due. L’aria era satura di elettricità solo grazie ai loro sguardi eloquenti.
Invece non successe nulla. Rimasero entrambi al proprio posto, mentre una nuova folata di vento sferzava le rade chiome degli alberi.
Nello stesso momento, la ragazza avvertì impotente l’ennesimo nodo allo stomaco, davanti ad una nuova prova che dimostrava quanto il sentimento che legava i due ragazzi tra cui si trovava andasse ben oltre l’affetto superficiale che aveva percepito inizialmente. Un nuovo monito del fatto che lei in quella storia era sempre contava meno di nulla.
***
Mentre l’attenzione di tutti i presenti era concentrata sulla scena surreale scaturita in seguito all’accusa mossa da Xavier contro Cameron, Em se ne stava più in disparte possibile, ad osservare la situazione dall’esterno.
Il licantropo appariva davvero tormentato dal rimorso per ciò che aveva fatto. Se quanto diceva di provare si fosse rivelata solo una farsa, la ragazza avrebbe dovuto ammettere che Cameron era davvero un ottimo attore.
I sentimenti di Em verso di lui erano contrastanti. Era propensa a credere che ciò che stava dicendo fosse la verità, tuttavia non poteva ignorare il fatto che se Kelly in quel momento si trovava in balìa di Eli mentre rischiava inconsapevolmente la propria vita, era anche a causa del lupo mannaro inginocchiato poco distante da lei.
Ora che anche lei si trovava nel bel mezzo di un ricatto perpetrato dal suo ex, Em poteva capire cos’avesse provato Cameron all’idea che la vita che aveva costruito fino a quel momento ed il futuro che stava progettando potessero essere cancellati di punto in bianco. Era la stessa sensazione che lei provava al pensiero che la sorte di sua cugina dipendesse da una sua decisione, però tutto questo non era comunque sufficiente a permettere alla ragazza di assolvere completamente il licantropo dalle sue colpe, almeno ai suoi occhi.
Eppure c’era una persona che sentiva meritare la sua rabbia ed il suo rancore molto più di chiunque altro lì presente: sé stessa.
Em iniziò a giocherellare distrattamente con una ciocca sfuggita al suo chignon, un gesto che ripeteva spesso quando era nervosa, dopodiché lanciò un’occhiata al suo riflesso nel finestrino nell’automobile di Violet. Il trucco era leggermente sbavato sul contorno degli occhi e l’acconciatura per cui sua madre aveva lavorato quasi un’ora aveva iniziato un po’ a disfarsi a causa del vento e degli avvenimenti delle ultime ore.
Si chiese quale fosse stato il momento in cui aveva dimenticato che quella del ballo era solo una copertura, lasciandosi tentare dalla prospettiva di sentirsi bella e desiderata almeno per qualche ora e dimenticando quale fosse la vera ragione per cui lei e le altre si trovavano lì, quella sera. Forse era stato il momento in cui era scesa dalle scale di casa sua ed i presenti l’avevano guardata come non avrebbe mai creduto di poter essere guardata: come se fosse bella. O forse era stato il momento in cui David l’aveva invitata a ballare e le aveva confessato di provare un certo interesse nei suoi confronti. Em non avrebbe saputo dirlo con sicurezza ma, quello che sapeva per certo era che il biglietto lasciato da Eli l’aveva bruscamente riportata alla realtà, quella stessa realtà che aveva fatto l’errore di provare temporaneamente a dimenticare, quella in cui il suo ex giocava a fare il predatore e lei era la sua preda.
Ora però, dopo oltre un anno, Eli si era stancato di giocare. Aveva sempre ottenuto quello che voleva ed era giunto per lui il momento di prenderselo. Una volta per tutte.
Come ho fatto ad illudermi che mi avrebbe lasciato vivere? Che sarei riuscita a liberarmi di lui? Si domandò Em, prendendosi il viso tra le mani.
Quasi le sembrava di riuscire a sentirlo pronunciare con la sua voce profonda le parole riportate nel biglietto su cui aveva indicato le sue condizioni per il rilascio di Kelly. Aveva sempre amato la poesia. Solo un anno prima, i versi che il vampiro scriveva parlavano della bellezza che vedeva in Em, della grazia con cui sfogliava le pagine di un libro, della dolcezza con cui gli sorrideva.
A quel tempo la ragazza non avrebbe mai potuto immaginare che le poesie d’amore che le dedicava sarebbero un giorno diventate poesie di morte.
A mezzanotte sotto il salice” aveva scritto.
-Che ore sono?- chiese sottovoce Em.
-Le undici e venticinque- la informò Clare lanciando un’occhiata all’orologio d’argento che aveva al polso.
Che domanda inutile pensò Em subito dopo. Avessero avuto a disposizione anche tutta la notte, non sarebbe cambiato nulla. Avevano impiegato giorni ad elaborare un piano che Eli aveva mandato a monte in un secondo grazie ad un’idea semplice, quasi banale, come quella dello scambio degli ostaggi.
-Vedrai che troveremo una soluzione- aggiunse Clare, notando l’espressione demoralizzata e rassegnata di Em. –Andrà tutto bene. Eli è da solo, noi siamo in sette e forse di più-
Eli.
Poteva anche essere uno solo, ma Em dubitava che la superiorità numerica costituisse un problema per lui. Da solo era stato in grado di fuggire per trent’anni alla giustizia del suo mondo. Da solo era riuscito a scombinarle completamente la vita, in ogni senso.
La ragazza rievocò i ricordi più importanti che lo riguardavano: Eli nella notte del loro primo incontro, Eli mentre la baciava per la prima volta, Eli mentre la consolava dopo l’ennesima lite con sua madre, Eli che sapeva sempre le ricordava ancora una volta che non doveva più avere paura di rimanere sola perché lui l’avrebbe amata per sempre come nessun’altro, Eli che, mentre camminava con lei lungo uno dei corridoi della scuola, le teneva il braccio intorno alle spalle con fare fin troppo protettivo; Eli la prima volta in cui aveva minacciato un ragazzo la cui sola colpa era stata quella di aver lanciato ad Em un’occhiata a parer suo troppo prolungata, Eli durante la loro prima discussione, dopo che lei era venuta a sapere delle sue aggressioni a David; Eli che la fissava costernato mentre lei le diceva di non voler più continuare quella relazione morbosa, Eli che, avendo giurato di non farle del male, riversava la sua rabbia su quanto gli stava intorno, in seguito al rifiuto di Em di farsi mordere. Eli che le rivolgeva un sadico sorriso mentre abbracciava Kelly.
Non credeva che sarebbe riuscita ad odiarlo più di quanto non avesse fatto fino ad allora. Quel vampiro l’aveva psicologicamente torturata così a lungo da riuscire quasi nel suo intento: portarla ad un’esasperazione tale da spingerla ad arrendersi e consegnarsi volontariamente a lui, come desiderava.
Almeno l’avrebbe uccisa e sarebbe finita una volta per tutte. Poi però Serena Clare ed Aly erano entrate nella sua vita. Un imprevisto, il migliore che le fosse mai accaduto in tutta la sua vita e che aveva contribuito in modo fondamentale a cambiare il destino al quale era ormai rassegnata. In loro, Em aveva visto inizialmente un buon diversivo per confondere Eli e prendere tempo, ma poi aveva scoperto qualcosa di meglio, qualcosa che non si sarebbe mai aspettata di trovare in un posto e in un momento senza speranza come quello: l’amicizia, quella più sincera.
Sarebbe sempre stata infinitamente grata a tutte loro per aver condiviso con lei un sentimento così grande, puro e meraviglioso come quello. Nonostante la diffidenza che aveva inizialmente mostrato nei loro confronti e gli errori di cui si era macchiata. Ma, per quanto quelle tre ragazze l’avessero aiutata e fatta sentire davvero importante per la prima volta nella sua vita, non avrebbero potuto fare nulla contro la sempre più evidente follia e la cattiveria del suo ex e, da parte sua, Em sentiva che c’era un solo modo per ringraziarle della fiducia che avevano posto in lei nonostante tutto e ripagarle almeno in parte per quanto avevano fatto per lei, anche se era certa che non avrebbero compreso subito le motivazioni di quanto stava per fare: avrebbe fatto sì che non dovessero più mettersi o trovarsi in qualche modo in pericolo a causa sua.
 
Un giorno capirete. Pensò Em tra sé, mentre sfruttava il momento in cui l’attenzione generale era focalizzata su Cameron e su quanto aveva da dire per arretrare di qualche passo. Voi avete fatto fin troppo per me. Di sicuro, molto di più di quanto meritassi. Ma è proprio per questo non posso stare a guardare mentre cercate l’ennesima soluzione a problemi che sono soltanto miei e che finirebbero solamente col mettere a repentaglio la vostra vita ancora una volta. Non avrei mai creduto che così tante persone sarebbero state disposte a mettersi in gioco e a rischiare così tanto solo per me e Dio solo sa quanto vi voglia bene e vi sia grata per questo, ma non posso trascinarvi in tutto questo. Sono certa che un giorno riuscirete a capirmi.



*N.d.A. sono ancora qui, nonostante tutto. I capitoli finali sono già stati progettati e aspettano solo di essere scritti. Buon Natale a tutti!*
   
 
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