Serie TV > Once Upon a Time
Segui la storia  |       
Autore: ale_lu_maguire    28/12/2016    0 recensioni
la giovane Regina, orfana sin da bambina, si ritrova a crescere con lo zio Henry, un uomo che lavora in una galleria di moda, dove lei incontrerà l'uomo della sua vita e dove troverà l'amore per la moda.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Regina Mills, Robin Hood
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Captiolo II: Seconda parte.

 

 

[Robin]

Ero dentro l’ufficio che fino alla sera prima era quello di mio padre. Adesso è il mio. Davanti a me ho l’uomo più fidato che mio padre abbia mai avuto al suo fianco oltre il signor Henry.
-Il registro parla chiaro, la galleria è sull’orlo della rovina- mi disse facendomi scattare in piedi per poi dirigermi verso di lui e afferrare il registro.
-Impossibile- dissi per poi leggere le righe. Lo chiusi e lo tirai sul tavolo.
-Come può essere finita così?- chiesi all’uomo.
-Suo padre lo sapeva, voleva alzare i prezi, nuove finanziarie e tutto il resto- rispose lui.
-E come aveva intenzione di pagare!?- pace all’anima sua sì, ma era stato leggermente idiota su questo campo.
-Con il ricavo della vendita dell’ultima collezione e se me lo permette signor Locksley, è stata una pessima idea- beh si era già capito non c’era bisogno della tua parola.
-Che mi consiglia di fare?- chiesi guardando il registro dei conti.
-O trovate un nuovo finanziatore che vi aiuti a risollevare l’intera azienda e un nuovo stilista. Oppure, come ho detto a vostro padre, vedere la galleria- in pratica quello che mi stava dicendo era o trovi i soldi o chiudi baracca. Ero letteralmente in mezzo al casino. Ma per adesso non volevo pensarci, dovevo andare a seppellire mio padre.

 

[Regina]

Avevo chiamato Mary Margaret da un bel pezzo e stavo aspettando che arrivasse con quello che le avevo chiesto. Lo zio Henry non era in camera con me, e non era nemmeno in ospedale. Si era preparato anche lui per andare al funerale del signor Locksley, ma non sapeva nulla del mio piano, ovvero andare al funerale senza che lo sappia. Se lo zio lo avesse saputo con largo anticipo che avrei partecipato anche io al funerale mi avrebbe legata a letto con un sacco di corde pur d qui. Sono testarda lo ammetto. Sentì bussare mentre ero seduta nel letto, la porta si aprì ed era la mia migliore amica.
-Regina!- disse avvicinandosi per poi stritolarmi in un abbraccio, ammetto di essermi fatta un pò male ma non le feci notare nulla. Era cosi felice di vedermi.
-Mary, tutto bene alla galleria?- le chiesi stringendola a mia volta.
-Più o meno, sono andati tutti al funerale. Ho portato ciò che mi hai chiesto- mi disse porgendomi il sacco dopo essersi staccata da me.
-Sei sicura? Dovresti riposare Regina- mi disse seriamente per poi esaminarmi dalla testa ai piedi.
-Ce la faccio, devi solo tenermi altrimenti ti cado come un palo- dissi ridendo. Afferrai la busta per poi, in modo molto veloce, darmi una lavata e vestirmi.
-Andiamo- dissi cercando di rimanere in piedi.
-Regina sei bianca come la cera sul serio non ti fa bene- disse lei guardandomi per poi tenermi sotto braccio.
-Andiamo Mary o arriviamo in ritardo- lei annuì e in modo silenzioso uscimmo per non farci notare. Ero pronta a stare vicino a Robin.

 

[Robin]

Arrivai al funerale inisme a mia madre e mia sorella. Dovevo qualcosa a mio padre, anche se mi aveva separato da Regina per un sacco di tempo, lo volevo bene. Portavo la sua bara, ero il primo di tutti insieme al mio migliore amico. Killian non mi aveva abbandonato. Era come un fratello per me. C’erano un sacco di persone e io ne conoscevo solo la metà. Tutte vestite di nero. le lacrime iniziarono a solcare il mio viso. Piansi. Piansi silenziosamente mentre portavo la bara di mio padre. Tutti vestiti di nero e io in una circostanza davvero orribile, mi sono ritrovato fra di loro, anch’io vestito dello stesso colore.

 

 

[Regina]

Non ho idea da dove abbia tirato fuori la forza per correre. Stavo correndo e Mary Margaret mi seguiva implorandomi di fermarmi solo per evitare che le morissi a cavolo.
-Fermati Regina!- mi disse lei correndo dietro di me.
-No Robin ha bisogno di me- correvo, correvo sempre più forte fino ad arrivare a destinazione. Tutti vestiti di nero, e chi non lo era, stava lì perche si trovava di passaggio.
-Finalmente Regina! Se svieni mi fa piacere- mi disse guardandomi negli occhi.
-Di certo il signor Locksley non scappava!- mi disse lei riferendosi al padre di Robin.
-Mary era una pessima battuta, perfettamente fuori luogo!- lasciai perdere il suo umorismo fuori campo e mi concentrai a cercare Robin tra la folla. Lo trovai. Portava la bara. Eravamo lontani un miglio ma almeno ero molto vicina lì che in ospedale. Non appena la bara fu messa nella tomba di famiglia, tutti andarono a fare le condoglianze a Robin e alla sua famiglia. Da lontano potevo vedere Marian che gli dava un bacio sulla guancia, non era mio solito essere gelosa ma diamine c’è bisogno? siete amici va bene ma giragli alla larga tesoro.
-Sta arrivando tuo zio Henry e sono nei guai Regina- mi disse guardando dietro di noi.
-Vai. Ce la faccio, non voglio che finisci nei guai a causa mia- le sorrisi e lei fece lo stesso per poi andarsi a mettere vicino sua sorella Emma.
-Che ci fai qui?- disse mio zio avvicinandosi a me.
-Devo starevicino a Robin, è morto suo padre ha bisogno di me- gli dissi guardando dritto aspettando il mio turno per fargli le condoglianze.
-Dovevi restare in ospedale Regina- lo so che dovevo rimanere la ma Robin ha bisogno di me, com’è che non riesce a metterselo in testa?
-Questa è la sua gente Regina. Suo padre è morto ma ciò non significa che tu possa stare con lui. Non fare altri errori- perchè non voleva che io e Robin stessimo insieme? Era ancora una domanda alla quale non trovavo una risposta. Le parole di mio zio furono delle coltellate profonde, non potevo fare a meno di pensarci. Mi avvicinai a fare le condoglianze, c’era la sorella di Robin, Zelena. Mi guardava sdegnata e schifata Arrivai a Robin. Lo guardai negli occhi e non appena mi vide nel suo visto triste e nei suoi occhi arrossati, si dipinse un debole ma sincero sorriso.
-Mi dispiace Robin- gli sussurrai, avrei voluto baciarlo ma non potevo farlo, non davanti ala sua matrigna che non poteva nemmeno vedermi. Mi avvicinai a sua madre, le porsi la mano in segno di condoglianze e lei esitò, poi la prese e infine mi fece una smorfia. Mi allontanai da loro. Le parole dello zio mi riepirono la testa, che a sua volta iniziò a girare. Non vidi più nulla qualche minuto dopo.

 

 

[Robin]

Sentì lo zio di Regina urlare il suo nome, mi voltai nella loro direzione e vidi Regina a terra.Lo sapevo, non doveva venire era ancora troppo debole per uscire dall’ospedale.
-Regina!- mi allontanai di corsa da mia madre e mia sorella.
-Regina!- dissi di nuovo non appena fui vicino a lei. La vidi in viso, era tornata pallida e i graffi che aveva in volto si evidenziarono ancora di più. La presi in braccio e quando lo feci sentì qualcuno parlare alle mie spalle.
-Ma che fa!?- disse mia sorella, era rivolto sia a Regina che a me.
-Vorrei saperlo anche io. Tuo fratello è un deficente e quella e una sgualdrina numero uno!- disse mia madre. Dovevano ringraziare Regina del perchè non tirai una sberla ad entrambe. Non lo feci perche avevo lei in braccio. Tutti mi guardarono e io rivolsi loro uno sguardo cagnesco, sdegnato dei loro sguardi sdegnati e sorpresi. Portai Regina a casa mia e feci chiamare un dottore. Stava ancora senza sensi quando il medico arrivò.
-Si è solo affaticata, dopo un incidente del genere doveva stare a riposo- disse lui mentre Regina si svegliava.
-Ne è sicuro dotoe?- gli chiesi ancora spaventato e preoccupato.
-Sì, deve stare a riposo- mi rispose.
-Bene non si preoccupi a questo ci penso io- guardai Regina che mi rivolse la sguardo di chi si sentiva in colpa, come se fosse stata colpa sua se aveva perso i sensi.
-Tu resterai qui Regina, mi occuperò di te- le dissi sorridendo.
-No. Voglio tornare alla galleria- mi rispose, notai che non mi stava guardando, ma guardava dietro di me.
-Robin ti posso parlare un momento? Da soli- disse Almira per poi uscire. Sorrisi a Regina e lei si rabbuiò, la guardai per un’istante e poi andai da mia madre.
-Per quanto dovremo vergognarci delle tue azioni?- mi chiese.
-A me non importa di quello che pensate! A me importa di Regina e lei rimane qui!- le risposi alzando un pò il tono della voce.
-Lei non resta qui Robin!- rispose anche lei a voce alta.
-Questo è amore non so se sai di cosa sto parlando, oh vero tu non lo provi nemmeno per il cane!- ero arrabbiato, tutti che mi dicevano cosa dovevo o non dovevo fare. Spostai lo sguardo verso il corridoio che portava nella stanza dove stava Regina e la vidi li, in piedi, pallida ad ascoltarci.
-Questa è una vergogna- disse mia madre per poi scnedere le scale, fui tentato dal buttarla di sotto, ma non lo feci.

[Regina]

Robin era rimasto in camera con me mentre donna Almira accompagnava mio zio alla porta. Era sopra di me che mi stava coccolando, o meglio mi stava baciando quando gli sorrisi e avvistai una foto alla mia destra.++-Chi è?- gli chiesi sorridendo per poi guardare la foto.
-E’ mia madre, è l’unica foto che ho di lei- mi rispose sorridendo per poi guardare anche lui la foto.
-E’ molto bella- sorrisi e gli diedi un bacio ma poi sentì qualcuno schiarisi la gola dietro di lui.
-La nostra casa è una casa per bene, e da ora in poi questa porta resterà aperta!- Almira non mi voleva tra i piedi e lo dava molto a vedere.
-Ti prego Almira non voglio discutere di nuovo potresti uscire?- le disse Robin alzandosi e guardandola truce.
-Non so come sia abituata Regina, ma si vede che fa la sgualdrina- non dissi nulla perchè non avevo ne le forze, e ne la voglia di picchiarla, anche se forse fare a botte con quella sottospecie di stronza mi avrebbe fatta stare meglio.
-Robin ha chiamato l’esecutore testamentario di tuo padre, ci aspettano alla Velvet per leggere il testamento vedi di muoverti- era così antipatica e arrogante, forse ero più educata io che i suoi modi brutali di parlare. Uscì pochi secondi dopo e Robin mi guardò negli occhi.
-Pultroppo devo andare amore, ma per qualsiasi cosa chiamami- gli sorrisi e feci di si con la testa, lui si alzò e si diresse alla porta.
-A dopo amore- sorrise e stava per uscire ma ritornò indietro e mi diede un bacio.
-Riposa- gli sorrisi di nuovo e lo lasciai andare.

 
[Robin]

Ero appena entrato  nel corridoio che portava nel mio ufficio, quando una delle dipendenti, molto benestante, si avvicinò a me e dal suo sguardo riuscì a capire che non era una bella notizia quella che doveva darmi.
-Signorino Robin, mi duole dirvelo ma io lascio la galleria- avevo intuito quello che voleva dirmi.
-Non posso biasimarti- le dissi guardandola.
-Non è per voi ma,- la interruppi e le sorrisi.
-Robin ti muovi?- mi disse Almira tirandomi via, per poi trascinarmi dentro il mio ufficio, dove c’era l’esecutore testamentario.
-Possiamo iniziare- disse lei non appena tutti fummo a sedere.
-Il signor Locksley ha lasciato tutto al figlio Robin. Ha diviso le azioni della galleria sia per Robin che per la signorna Zelena- disse lui. Ascoltavo ogni parola, oltre alla galleria avevo ereditato i debiti, che se non venivano saldati potevo chiudere i battenti.

 

 [Regina]

Scesi di sotto dopo circa due ore che Robin era uscito per andare alla galleria. Ero rimasta li solo perche lui aveva insistito altrimenti sarei tornata alla galleria. Avevo sete quindi iniziai a cercare la cucina, ma mi persi totalmente.
-Signorina ha bisogno di qualcosa?- mi chiese la cameriera.
-Oh no, io cercavo solo la cucina per un bicchiere d’acqua- dissi arrossendo non appena fui beccata.
-Il signorino Robin ha detto che dovete riposare, salite di sopra io vi porto l’acqua- sorrisi a quelle parole, e lei fece altrettando. Stavo per salire di sopra ma davanti mi ritrovai Donna Almira e la signorina Zelena.
-Vedo che già ti comproti come una padrona- disse donna Almira guardandomi storta.
-Vado a cambiarmi per la cena Zelina, tienile compagnia- alcuni secondi dopo svanì sulle scale.
-So cosa significa perdere i genitori signorina Zelena, io ho perso mia madre quando avevo otto anni- volevo solo confortarla un pò, ma a lei sembrava non importare delle mie parole tantomeno di suo padre.
-Non ho chiesto la tua amicizia- disse passandomi davanti per poi sedersi su una poltrona di pelle scura.
-Volevo solo- mi guardò truce e m iinterruppe con un gesto della mano.
-Non siamo come Robin, e nemmeno tu sei come noi. Quindi taci. Poveraccia- non avevo ne la voglia e ne la forza di insultarla, quindi rimasi in silenzio finchè non ebbe finito.
-Ah Gloria ci siamo solo io e mia madre- disse poco dopo alla cameriera che si era avvicinata solo per darle un bicchiere di wisky.
-Robin non torna?- le chiesi non appena la cameriera si fu allontanata.
-No èrimasto a lavorare, adesso ha un’azienda da dirigere. Non credo che abbia il tempo per occuparsi di te- era così odiosa. Lasciai perdere Zelena e tornari nella mia stanza per un semplice motivo, oltre alla stanchezza avevo anche crampi alla pancia quindi era meglio andare in camera. Mi sdraiai nel letto e chiusi gli occhi per qualche istante, sperando che il dolore calmasse. Mi addormentai in preda ai crampi.

 

[Robin]

Tornai a casa dopo aver preso un vestito alla galleria, un vestito per Regina, avevo passato la giornata tra fogli e timbri solo per sistemare le cose ma sembravano tutte uguali.
-Buona sera signorino Robin- mi disse la domestica non appena aprì la porta. Entrai in salotto e vidi Marian.
-Marian sei qui- le sorrisi appena, era ogunque. Lei si alzò interrompendo il suo discorso con Zelena, e si avvicinò a me.
-Scusa se non ti ho avverto, ma volevo vedere come stavi- disse lei mentre Zelena si alzava.
-Rimani Zelena- avrei voluto che restasse in modo da rimanerelei con Marian.
-No. Abbiamo parlato fino ad ora, tocca a voi- uscì dalla stanza pochi secondi dopo lasciandoci da soli.
-Volevo farti compagnia dopo il funerale, con quello che è successo alla tua amica, soero che stia bene- ma per favore a chi vuoi prendere in giro?
-Si sta bene- risposi di striscio.
-Io vado allora, volevo solo dirti che se hai bisogno di qualcosa, soldi o altro puoi contare sulla mia famiglia- disse lei prendendo la giacca per poi avvicinarsi ancora di più in cerca di un bacio da parte mia. Rimasi immobile.
-Grazie. Buona serata- le dissi sempre di striscio lasciandola andare via. Salì di sopra con tutte le buste in mano aprì la porta silenziosamente e lo spettacoo che mi si mostrò davanti era il più bello di questo mondo. Regin dormiva, aveva il viso pallido e un’espressione strana, come se avesse qualcosa.
-Ei amore- le sussurrai cercando di scoprire se stesse bene o meno mentre mi sdraiavo al suo fianco dopo aver posato le buste.
-Ei- sussurrò ei aprendo gli occhi.
-Stai bene?- le chiesi accarezzandole il viso.
-Sì, solo qualche crampo. Ma tutto bene- mi sorrise e si strinse a me.
-Te la senti di fare una cosa?- volevo farla stare meglio allora le presi il vestito e glielo misi vicino.
-Metti questo e ti aspetto di sotto fra dieci minuti- sorrisi e la baciai.
-Dove mi porti?- mi chiese.
-Lo vedrai dopo aver tolto la benda- risi e la lasciai vestire. Speravo che con questa sorpresa si sarebbe divertita e sarebbe stata meglio.

 

[Robin: Di sotto pochi minuti dopo]

-Pronta?- le chiesi prendendola per mano dopo averle messo la benda negli occhi.
-Sì- disse lei ridendo.
-Andiamo allora- la presi per mano e la guida ipasso dopo passo fino al giardino, o meglio fino alla piscina. La lasciai.
-Robin? Dove sei!?- mi chiese non sentendo più il mio calore.
-Sono qui- dissi apparendo dietro di lei per poi stringerla e darle un bacio. Mi misi davanti a lei dopo alcuni secondi.
-Non ti preoccupare non me ne andrò mai- le sorrisi anche se lei non potva vederlo, le diedi un’altro bacio e la strinsi di nuovo.  Le tolsi la benda poco dopo e lei sorrise in una maniera unica.
-E’ bellissimo amore- disse lei guardando la piscina piena di candele galleggianti.
-Sono stufo Regina. Stufo di scappare sempre. Stufo di fare quello che gli altri si aspettino che faccia- la guardai negli occhi e le sorrisi.
-Abbiamo passato la vita scappando e nascondendoci, adesso basta. Andiamo a Parigi, a Londra o ovunque tu voglia ma dobbiamo farlo per piacere, non perchè stiamo scappando- mi inginocchiai e tirai fuori dalla tasca una scatolina.
-Robin cosa stai facendo?- mi chiese ridendo non appena mi inginocchiai.
-Fammelo dire bene Regina- dissi ridendo.
-Voglio passare il resto della mia vita con te. Voglio avere cinque figli o tre, o quanti ne vuoi tu. Voglio vivere a Parigi o ovunque basta che ci sei tu. Vuoi essere mia moglie?- lei scoppiò quasi a piangere, o meglio rideva e piangeva allo stesso tempo. Ero lì, e attendevo solo la sua risposta.

 

[Regina]

Non potevo crederci, no npotevo credere alle sue parole. Voleva sposarmi. Non ci pensari due volte, mi inginocchiai come lui e lo baciai intensamente.-Sì. Sì e sì- dissi ridendo e baciandolo.
-Ti amo Regina- mi disse pochi secondi dopo togliendosi la giacca per poi mettersi in piedi e afferrandomi la mano dopo averm imesso l’anello.
-Farò pazzie con te amore mio- non poteva farlo, non poteva sul serio. Mi tirò a se sull’orlo della piscina e cademmo entrambi dentro.
-Che fai Robin no!- urlai ridendo prima di cadere insieme a lui.
-Ti amo amore mio- gli dissi baciandolo. Eravamo bagnati fradici ma a nessuno dei due importava. Eravamo solo noi ed era questo l’importante.

 

[Regina: L’indomani mattina]

Sentivo qualcuno che mi baciava il viso, e non ebbi nessun dubbio che quello era Robin. Aprì leggermente gli occhi e non appena vidi che era davvero lui saltai già dal letto di corsa.
-Non fare quella faccia Regina, ho dormito nell’altra stanza- mi disse e io scoppiai a ridere.
-Vado a lavoro, ho una riunione- gli sorrisi e lui si avvicinò a me per poi baciarmi.
-Allora ci vediamo alla galleria, voglio vedere mio zio per dirglielo- indicai l’anello e sorrisi.
-Auguri- rise lui prendendomi in giro conoscendo il carattere di zio Henry.
-Ciao amore- gli dissi ridendo prima che uscisse dalla stanza. Mi vestì e scesi in giardino dove trovai donna Almira intenta a leggere il giornale. Sulla copertina del giornale c’era scritto qualcosa, La galleria Velvet in rovina. Robin non mi aveva detto nulla, forse per non farmi preoccupare. Non mi arrabbiai per questo, sinceramente anche se avrebbero chiuso mi avrebbe dispiaciuto per le mie amiche e per Robin. A me non importa dei soldi.

 

 [Robin: Riunione alla banca]

-Mi dispiace signor Robin ma stando alle ultime notizie, la banca non è disposta a farvi un prestito per rilanciare la galleria- avrei voluto picchiare quello stronzo che aveva diffuso la notizia.
-Robin andiamo- disse Killian prendendomi per il braccio.
-Dobbiamo trovare un altro modo Killian o la galleria sarà perduta, e con essa anche tutto il lavoro di mio padre- dissi guardandolo per poi lasciare la banca.

 

 [Regina: Alla galleria con zio Henry]

-Molti fornitori hanno iniziato a disdire i contratti, e se nessuno ci manda la mercie non avremo nulla da vendere- lo guardai mentre camminavamo, dovevo dirglielo adesso o mai più.
-Zio, io mi sposo con Robin- gli dissi mostrando l’anello.
-Me lo ha chiesto ieri- aggiunsi poco dopo guardandolo negli occhi. Ma lui non pronunciò nemmeno una parola.
-Zio non mi dici nulla?- chiesi rattristandomi.
-Sono felice per te- disse serio per poi allontanarsi da me senza dire una parola. Il mio cuore finì in mille pezzi.

 

 [Robin: Ufficio alla galleria]

-Signorino Robin, c’è la signorina Mills- non appena sentì quelle parole mi rallegrai, avevo bisogno di vederla dopo una mattinata del genere.
-Falla passare- dissi sedendomi davanti alla scrivania.
-Amore, ciao- mi disse entrando con un sorriso smagliante, ma entrambi sapevamo che era finto.
-Lo hai già saputo vero?- le chiesi facendole segno di sedersi sulle mie gambe.
-Sì. Ma perchè non mi hai detto nulla?- mi chiese pochi secondi dopo rifiutando di sedersi sulle mie gambe.
-Perchè non era grave- risposi alzando il tono della voce, ma non appena me ne accorsi mi alzai di corsa e mi avvicinai a lei.
-Scusami amore. Non volevo- cercai di scurarmi, le afferrai la vita e la baciai intensamente appoggiandola alla porta di vetro quasi trasparente dietro di lei.
-Ci vedono- disse lei scoppiando a ridere.
-Che ci importa- ridemmo entrambi poi lei si staccò dalle mie labbra tra una risata e l’altra.
-Ci vedono meglio che vada- rise per poi uscire. Ammetto che sul mio viso si dipinse un sorriso che nemmno con la notizia più terrificante sarebbe svanito.

 

[Robin: L’indomani, ufficio. Incontro con la zia Pilar organizzato da donna Almira]

-Non intendo firmare zia, non voglio i tuoi soldi se tu non lasci l’attuale personale- dissi gurdandola in cagnesco. Non volevo che venissero licenziate persone che mi erano sempre state fedeli, ma in particolar modo a mio padre. Soprattutto dopo quello che avevamo fatto io e Regina la sera prima all’interno della sartoria. Ci siamo messi a ballare inisme a Marty Margaret, David e Emma. Eravamo felici, ed eravamo tutti amici. Lasciai il contratto sul tavolo accompagnato dalla penna, un contratto che prevedeva il pagamento dei debiti della galleria in cambio delle mie azioni, e licenziamento del personale attuale. Uscì fuori dall’ufficio e a mia sorpresa trovai Regina.
-Hai firmato?- mi chiese.
-No. Vieni con me- le dissi afferrandole la mano per poi entrare nell’ascensore che si aprì al secondo piano, quello che dava al piano di sotto.
-Vedi tutto questo?- le chiesi non appena rrivammo alla ringhiera.
-Sì- rispose lei.
-Voleva cambiare tutto, e io non le ho permesso nulla- sorrisi e la baciai. I debiti rimanevano sempre, se non firmavo la galleria avrebbe chiuso e di conseguenza i dipendenti sarebbero rimasti senza lavoro comunque. Se invece firmavo avrebbero perso il posto di lavoro per mano di zia Pilar.

 

 [Robin: l’indomani sera a casa sua]

Se crede che sono talmente disperato da accettare una proposta del genere è un folle. La società come poteva essere così cattiva e senza cuore?
-Robin? Che hai?- mi chiese Regina non appena mi vide nervoso nel salone di casa mia.
-Quel folle del padre di Marian vuole pagare i debiti- le spiegai.
-E’ una bella notizia!- esclamò la mia amata.
-No! Perchè per farlo ha una condizione! Vuole che mi sposo con sua figlia Marian!- il suo viso divenne cupo e buio. Non avrei dovuto dirle nulla, ma dal tronde meglio che lo venga a sapere da me e non da altri.
-Se non pago i debiti sono costretto a vendere- le spiegai poco dopo facendola sedere al mio fianco.
-Robin non puoi fare questo al personale della galleria- mi disse non appena appoggiò la testa sulla mia spalla.
-Non ho altra scelta Regina- le risposi stringendola a me.
-Chi lavora lì, è come una famiglia per me amore- lo so amore mio, lo so. Ma non posso fare nulla.

 

 [Regina: Stessa sera nella sua stanza]

Mi sedetti davanti alla finestra con il viso bagnato dalle lacrime da quando avevo visto Robin affranto per la galleria, presi carta e penna e iniziai a scrivere una lettera che avrei lasciato a Robin non appena finita. La lasciai sulla scrivania insieme all’anello, e dopo aver fatto la valigia, nel cuore della notte mentre Robin dormiva nella camera accanto, me ne andai. Tornai al mio posto. Ovvero, alla galleria, nella mia stanza, nel mio letto e dalla mia migliore amica.

 

 [Robin: L’indomani mattina]

Entrai come era mio solito fare, nella camera di Regina per darle il buongiorno.
Non c’era.
Il letto era fatto, e non c’erano neppure le sue cose. Mi guardai intorno e l’unica cosa che vidi, era un foglio piegato a metà e l’anello che le avevo dato.
Presi quel foglio.
Lo aprì come se fosse la cosa più delicata al mondo.
L’avevo persa. L’avevo persa per sempre.

La lettera diceva:

 “Perdonami se affido a questa lettera le mie parole amore mio,
ma guardandoti negli occhi non sarei capace di separarmi da te.
Mio amato Robin, ho molto apprezzato i tuoi tentativi di salvare la galleria,
ma è giunto il momento di fare la mia parte.
Non posso sposarmi con te amore mio, non posso farlo.
Rinuncio al nostro amore vita mia, lo faccio per te, per tuo padre
per la galleria, per mio zio e per le mie amiche.
Siete tutto quello che ho e non posso accettare di essere la causa della vostra sventura.
Amore mio, vita mia, ti amo e ti amerò per sempre in segreto nel mio cuore.
Forse mio zio e la tua famiglia hanno ragione, siamo figli di due mondi diversi
che non possono e non devono confondersi,
Io sono solo una misera sarta, e forse non avrei dovuto finire di esserlo.
Adesso va da Marian e salva la galleria

Ti amo.
Regina.”




NDA: Spero di non ritrovarmi tutto il fandom OutlawQueen sotto casa ahahah. Spero vi sia piaciuto e che dire Stavolta la foto la vedrete solo su wattpad è un onore scrivere per voi miei tesoro u.u 

 

 

   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Once Upon a Time / Vai alla pagina dell'autore: ale_lu_maguire