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Autore: Elizabeth_3rd    28/12/2016    2 recensioni
Che dire, quando un'aspirante scrittrice di fanfiction vuole scrivere di più fandom diversi e non riesce a decidersi questo è il risultato: un Hunger Games parodico, a tratti anche molto profondo e che alterna momenti comici a momenti di grande angst e romanticismo.
E dove i lettori sono gli sponsor: l'ago della bilancia.
Si accettano scommesse, anzi, si chiedono a gran voce.
Secondo voi chi vincerà?
(Fandom: Frozen, Dexter, Mystic Messenger, Percy Jackson, Undertale, Lost, Death Note, Black Butler, Once Upon a Time, The Last of Us, Gravity Falls, Mirai Nikki. #NoSpoiler(si spera); #Non bisogna conoscerli per forza per leggere)
Genere: Avventura, Comico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Altri
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
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The Big Crossover Games
Prologo


In un tempo non definito, in un paese che non esiste, c’era una volta… un’aspirante scrittrice annoiata… ma molto annoiata.
Non sapeva che fare della sua triste e miserabile vita così decise di utilizzare i suoi poteri illimitati da scrittrice di fanfiction per creare un enorme Hunger Games crossover tra opere da lei apprezzate e quasi da nessun altro seguite.
Perciò si teletrasportò a Capitol City, dove il presidente Snow stava per annunciare qualcosa a caso, e si elesse dittatorialmente nuovo sindaco, tra lo sgomento generale.
-Evvai, organizziamo Hunger Games vari!- esclamò tutta contenta, osservando i dodici distretti e riscrivendoli completamente per abbinarne ognuno ad un fandom di cui le andava di scrivere.
-Che i Big Crossover Games abbiano inizio!- esclamò, mentre con i suoi poteri magici onnipotenti teletrasportava i protagonisti di ogni fandom sul treno che li avrebbe portati a Capitol City.

Distretto 1 (Frozen)
-ELSAAAAAAAAAAAAAAA!!!!- un urlo eccitato fece svegliare di scatto la regina di Arendelle, che per la sorpresa e la paura congelò per sbaglio il letto.
-Anna?!- chiese, correndo in direzione della voce, talmente preoccupata da non accorgersi di essere in un luogo che non aveva mai visto prima e che non credeva potesse esistere.
-Anna! Cosa c’è? Va tutto bene?- chiese non appena raggiunse la sorella, che con i soliti capelli incredibilmente spettinati del risveglio stava guardando ancora in pigiama il panorama che si poteva osservare dai finestrini della macchina in metallo che le stava trasportando a tutta velocità in un luogo non ben definito.
-Elsa! Che gran figata non trovi?!- chiese la fulva, con un sorriso tutto denti, indicando il paesaggio
Fu solo in quel momento che la bionda si accorse di dove fossero finite.
Spalancò gli occhi e strinse nervosamente i pugni, mentre una grande lastra di ghiaccio si espandeva sotto i suoi piedi per tutto il vagone.
-Ehi ehi ehi!! Non congelarmi il vagone prima che siate arrivate! Non ci metto nulla a scrivere che si scongela subito ma vorrei che non ci fossero intoppi alla mia storia- una voce proveniente da uno schermo attaccato al muro fece sobbalzare entrambe le sorelle.
-Oh, salve! Potrebbe dirci dove ci troviamo?- chiese Anna, riprendendosi quasi subito, e rivolgendosi pacatamente alla voce della scrittrice, che Elsa guardava semplicemente orripilata.
-Siete finite nella mia storia, questo è un treno che vi porterà in una città futuristica dove vi verranno spiegate le regole. Vi assicuro che sarà un vero spasso- si spiegò la scrittrice con un occhiolino, prima di sparire.
Anna guardò la sorella, ancora sconvolta, e tentò di tirarla su.

Distretto 2 (Dexter)
Dexter si svegliò di scatto, nel momento esatto in cui il suo corpo si rese conto di non trovarsi più nel suo letto a Miami ma sulla superficie di un altro su un treno in movimento.
Aveva un sonno parecchio leggero il serial killer.
Ma ovviamente nessuno doveva saperlo.
Si alzò di scatto, e iniziò a muoversi titubante nel vagone.
Qualche suo rivale doveva averlo drogato e portato lì, che si trattasse del killer del camion frigo, o forse Trinity, o forse il killer dell’apocalisse.
Chiunque fosse Dexter l’avrebbe ucciso per primo.
Non avendo la scrittrice preso il personaggio in un momento preciso della serie ovviamente poteva essere chiunque la minaccia a cui Dexter pensava di essere sottoposto.
L’ematologo prese un coltello affilato dalla cucina e si avviò verso l’unica stanza dal quale sembravano provenire rumori.
Entrò di scatto, sollevò il coltello… e lo nascose immediatamente dietro la schiena non appena si accorse che la persona che aveva appena svegliato altri non era che sua sorella Debra.
-Deb… ma che ci fai qui?- chiese, quando la domanda era anche per se stesso.
-Dexter, ma che ca…- la parolaccia assonnata della detective venne interrotta da una figura in uno schermo (che poi che ci faceva uno schermo così grande in una camera da letto, mah) che fece la sua comparsa seduta stante.
-Eh no no no! Io non scrivo parolacce, quindi Debra, nonostante sia OOC, tu non dirai parolacce, capito?- dettò le sue condizioni la scrittrice, guadagnandosi due occhiate assassine.
-Chi caspiterina è questa capoccia tonda?- chiese Debra, venendo prontamente modificata dalla scrittrice.
-Sono la scrittrice della fanfiction in cui vi trovate. State venendo portati a Capitol City dove verranno illustrate le regole del gioco- li informò la scrittrice, entusiasta.
I due fratelli si guardarono, allertati.
A Dexter la cosa non piaceva per nulla, ma cercò di mantenere un’espressione di controllata tranquillità.
Nascose il coltello con la massima discrezione. Era convinto che gli sarebbe tornato utile.
Ma con Deb lì non poteva rischiare di essere scoperto, doveva essere più attento del solito.

Distretto 3 (Mystic Messenger)
Per il grande 707 svegliarsi in un treno completamente a caso e diretto non si sapeva dove non era un fattore poi così preoccupante.
Era più sorpreso del fatto che stesse dormendo che altro.
Non si ricordava nemmeno l’ultima volta che avesse dormito.
Si rigirò nel letto deciso a riaddormentarsi, ma una voce preoccupata e confusa provenire dall’ingresso della sua camera lo fece svegliare di scatto e mettere a sedere.
-Seven, dove siamo?- chiese MC, entrando e sedendosi nel letto accanto a lui, che si ritirò coprendosi come a mettere la massima distanza tra di loro.
-MC, che ci fai qui?!- chiese, sorpreso, rendendosi conto pienamente solo in quel momento di dove si trovava. -Anzi, cosa ci facciamo entrambi qui?- si corresse, guardandosi intorno.
-Siamo su un treno in movimento- lo informò MC.
-Ahah, diretti a Capitoli City per partecipare agli Hangar Games magari- scherzò 707, che trovava la situazione surreale e fin troppo simile alla saga distopica.
-In realtà Capitol City e Hunger Games, ma si, praticamente si- lo corresse una voce provenire da uno schermo anche in questo caso posizionato in camera da letto per qualche strana ragione.
I due ragazzi sobbalzarono, e in meno di mezzo secondo Seven stava già proteggendo con il suo corpo la ragazza.
-Tu chi sei?- chiese alla figura.
-La scrittrice che sta scrivendo la fanfiction nella quale siete finiti, vi spiegherò le regole arrivati a destinazione- li informò lei, prima di sparire.
Eliminato il pericolo 707 si allontanò bruscamente da MC, che lo guardò con un sorrisino appena accennato.
-Speriamo che non ci siano anche tutti gli altri membri dell’RFA- commentò Seven, prima di uscire dalla camera per cercare qualsiasi cosa che risolvesse i suoi dubbi.
MC lo seguì, silenziosa.

Distretto 4 (Percy Jackson)
Percy Jackson era abituato a dormire in luoghi scomodi e in movimento, gli era capitato numerose volte durante le sue avventure, quindi non si accorse nemmeno di essere sul treno quando si svegliò lentamente sul letto molto diverso da quello su cui stava prima che si addormentasse.
Quando si stiracchiò e si ritrovò in una stanza che non aveva mai visto iniziò a fare due più due.
Ma prima che la certezza che quella non era la sua camera raggiungesse il suo cervello ci pensò Annabeth, entrando in camera sua di prepotenza, ad informarlo.
-Testa d’alghe, svegliati! Svegliati immediatamente, siamo su un treno diretto non si sa dove!- lo salutò con modi bruschi.
-Buongiorno anche a te sapientona- le sorrise lui, sbadigliando.
-Ma ti vuoi muovere, dobbiamo capire cosa sta succedendo e tornare al Campo Mezzosangue!- lo incoraggiò lei prima di uscire dalla stanza.
Percy si alzò dal letto e la seguì.
-Calmati Annabeth, non credo sia il caso di agitarsi tanto- cercò di tranquillizzarla, quando uno schermo si accese mostrando una ragazza in vena di ship.
-Awww, che carini che siete- commentò.
Istintivamente, Percy si mise a protezione di Annabeth, guardando storto la figura appena comparsa.
Annabeth portò d’istinto la mano alla vota dove solitamente si sarebbe trovato il suo coltello, ma non aveva armi addosso.
-Tranquilli, sono solo venuta ad informarvi che sono la scrittrice della fanfiction dove siete finiti, che siete diretti a Capitol City e che lì verranno spiegate le regole. Buon viaggio. Ci sono persino dolci blu per Percy- e detto questo la scrittrice se ne andò, lasciando basiti i due semidei.
Percy aprì la bocca per commentare, ma Annabeth lo interruppe.
-Tu non mangerai quei dolci blu, sono senz’altro avvelenati- gli ordinò, lui aprì la bocca per ribattere, ma poi scosse la testa e decise di dare retta alla sua ragazza.

Distretto 5 (Undertale)
-Sans!- una voce spaventata destò un giovane (forse) scheletro dal suo sonno.
-Frisk, hai avuto un incubo?- chiese lui, senza aprire gli occhi, rigirandosi nel letto assonnato.
-No, no, Sans!! Svegliati!- lo incoraggiò la bambina scuotendolo animatamente.
-Conta gli annoying dog per riaddormentarti, funziona sempre- le consigliò lui, seppellendo il volto nel cuscino.
-No, Sans! Siamo in un treno diretto non si sa dove! Dobbiamo tornare a casa!- gli spiegò lei, e lui si decise ad aprire un occhio e guardarsi intorno.
-Ah- commentò, facendo arrivare l’informazione al cervello.
Frisk emise un sospiro di sollievo, finalmente si era deciso ad ascoltarla.
-Svegliami quando siamo arrivati- disse poi lo scheletro, e lei sbuffò.
-Sans! Dobbiamo capire che sta succedendo!- lo incoraggiò lei, cercando di buttarlo giù dal letto senza troppi risultati.
-Ve lo dico io- la solita voce della scrittrice arrivò da un ennesimo schermo posizionato stupidamente nella camera da letto.
Sans era del tutto sveglio in meno di due secondi e pronto a proteggere la bambina, con l’occhio sinistro fiammeggiante.
Fu talmente rapido che non solo sobbalzò Frisk, ma anche la scrittrice che aveva scritto la scena e che quindi era al corrente già di tutto.
-Sans, tranquillo, molla l’osso, non sono qui per uccidervi- cercò di raffreddare la situazione la scrittrice.
Sans si tranquillizzò subito, o almeno finse di tranquillizzarsi.
-Ah, beh, se lo dici tu. Ma sputa l’osso, perché siamo qui?- le chiese, con tono sornione.
Frisk si prese la testa tra le mani per il triste scambio di battute.
-Non è il momento- commentò seccata.
-Mi sembra di sentire Papyrus- ridacchiò Sans.
-Scherzi a parte, sono la scrittrice della fanfiction dove siete finiti, e siete diretti a Capitol City.
Vi verranno spiegate le regole non appena arrivati in città. Per adesso divertitevi, rilassatevi, e iniziate a pensare a strategie di combattimento. Fidatevi ne avrete bisogno. E Sans, mangia qualcosa. Sei tutto pelle e ossa- con l’ultima battuta la scrittrice svanì, e Sans e Frisk si guardarono, confusi.

Distretto 6 (Lost)
Jack era già sveglio da qualche minuto, e osservava pensieroso il soffitto, quando Kate entrò di scatto in camera sua.
-Jack! Oddio, finalmente ho trovato qualcuno! Dove siamo?- chiese la donna, preoccupata e confusa.
Jack sollevò lo sguardo su di lei.
-Mi stavo facendo la stessa domanda. Sembra in una specie di treno- osservò il dottore, incredibilmente confuso ma ormai per nulla sorpreso dalle stranezze che lo circondavano da quando quel maledetto aereo si era schiantato sull’isola che forse aveva lasciato?
Kate si guardò intorno lentamente, non vedeva un posto del genere da fin troppo tempo.
Uscì, per continuare ad esplorare, e Jack decise di seguirla.
-Secondo te come siamo finiti qui?- chiese Kate, mentre controllava l’acqua corrente in bagno e guardava il lavandino sgorgare come se lo vedesse per la prima volta.
Prima che Jack potesse rispondere lo specchio divenne uno schermo (questa poi, peggio degli schermi giganti in camere da letto che nessuno utilizzerà mai più), e i due sobbalzarono, mentre la nostra cara scrittrice si presentava davanti ai suoi occhi, sorridendo amabilmente.
-Ve lo dico io. Siete in una fanfiction scritta da me stessa medesima diretti a Capitol City per partecipare a un gioco dove mettere a frutto tutto quello che avete imparato sull’Isola. I dettagli si discuteranno non appena arriverete a destinazione e incontrerete gli altri- si spiegò la scrittrice.
Jack e Kate si misero subito all’erta.
-Gli Altri?- chiesero insieme.
-Non quegli Altri, altri altri- cercò di tranquillizzarli la scrittrice, fallendo miseramente.
Jack e Kate si guardarono ancora più preoccupati.
-Vabbè, ci vediamo dopo o nel prossimo capitolo- li salutò lei, prima di sparire.
I due si lanciarono uno sguardo sconvolto.

Distretto 7 (Death Note)
Light si rese conto di essere in un luogo molto strano prima ancora di aprire gli occhi.
Lui era un genio, era ovvio che se ne sarebbe accorto.
Il problema era capire perché era lì.
Forse c’erano telecamere posizionate per osservare il suo comportamento.
Come Dexter prima di sé anche lui da bravo Serial Killer era sull’attenti per eventuali nemici, ma se la prese comoda, e tentò di apparire il più normale possibile.
La sua calma venne un po’ meno quando pensò al Death Note.
Non ce l’aveva addosso, e se qualcuno l’aveva preso?! E se avessero scoperto il suo funzionamento?!
Si impose di restare calmo.
Si stiracchiò ed uscì dalla sua stanza per esplorare un po’ il luogo.
-Ben svegliato Light- lo accolse una voce tranquilla e profonda dal salotto, il cui proprietario beveva senza tanti complimenti una tazza di zucchero con un po’ di tè e leggeva una rivista tenendola come se fosse putrida, ovviamente nella sua solita posizione strana.
-Ryuzaki, ci hai portati tu qui? Dove siamo?- chiese Light, incrociando le braccia e osservando L, che lo guardò con espressione indecifrabile.
-A dire il vero non ho la più pallida idea di dove siamo. Il cibo è buono però- commentò, con la massima tranquillità.
-Mi stupisco di come tu riesca a stare così tranquillo in una situazione così tragica- commentò Light, scuotendo la testa e cercando di non tradire l’irritazione e il disgusto.
-Sembrate una vecchia coppia di sposi- commentò la scrittrice apparendo nel solito schermo perfettamente posizionato.
Entrambi la guardarono con la massima impassibilità, ma lei si accorse comunque delle tracce d’odio.
-Tranquilli, niente coppie fanon, solo coppie canon… forse… dipende dalle richieste- guardò un punto imprecisato all’orizzonte, come a fare un cenno ai lettori della sua storia, e Light guardò L confuso, come a chiedergli la sua opinione sulla totale pazzia del personaggio appena spuntato.
La scrittrice continuò.
-Allora, siete in una fanfiction scritta da me, maggiori dettagli arrivati a destinazione, baci e abbracci, alla prossima- si spiegò brevemente lei, per poi sparire.
Light sospirò, irritato nel profondo ma senza poterlo esternare più di tanto.

Distretto 8 (Black Butler/Kuroshitsuji)
-Sebastian, che diavolo significa questo? Dove siamo?!- la voce irritata del suo padroncino che lo chiamava dalla camera affianco svegliò Sebastian, che nella fretta di raggiungerlo non si chiese nemmeno perché stesse dormendo. Lui non ne aveva mica bisogno.
-Si, My Lord? Ha bisogno di qualcosa?- chiese entrando nella stanza e inchinandosi.
Ciel era a braccia incrociate, irritato all’ennesima potenza.
-Portami subito alla villa, te lo ordino!- esclamò il ragazzino.
-Si, My…- prima che Sebastian potesse prenderlo in braccio e riportarlo a casa, una voce con il fiatone lo interruppe.
-No *uff uff* non te lo permetto!- esclamò la scrittrice, appena apparsa nel solito schermo-
-E lei chi diavolo è?!- chiese Ciel irritandosi se possibile ancora di più.
-La scrittrice della fanfiction dove siete, e vi dico già che è impossibile scappare, e che Sebastian è mortale, quindi meglio *pant* che ci vada cauto- rispose lei con voce rotta -Scusate ma dovevo venire qui dal treno di Death Note e per poco arrivavo troppo tardi- si giustificò, respirando lentamente per recuperare il fiato.
Sebastian si permise il lusso di essere confuso, Ciel guardò il suo maggiordomo con lo sguardo di chi gli avrebbe presto ordinato di uccidere la ragazza nello schermo.
-Ora voi calmi e tranquilli arriverete a Capitol City e lì vi spiegherò tutto, ok? Ora perdonatemi ma devo andare nel prossimo distretto, scusate- lo schermo si spense, e Sebastian posò lo sguardo sul suo padroncino.
-Credo che i piani siano cambiati, My Lord- commentò con un leggero sorrisino.
Ciel sbuffò.
-Aiutami a vestirmi, Sebastian- gli ordinò lui, prendendo la benda dal comodino e mettendosela nell’occhio.

Distretto 9 (Once upon a Time)
-Wow, questa volta sono arrivata persino in anticipo- commentò allegramente la scrittrice, comparendo nello schermo in salotto.
Mezzo secondo dopo lo schermo era distrutto in mille pezzi.
-Regina, non credo che sia il modo di risolvere la situazione- commentò Emma, prendendo il braccio dell’amica, che aveva agito d’impulso, e che si scansò subito.
-Credo che sia arrivato proprio il momento di perdere la calma, Emma. Non riesco nemmeno a teletrasportarmi via- commentò Regina innervosita.
-Ma distruggendo le cose non si risolve nulla, anzi rischiamo di creare ancora più problemi- tentò di farla ragionare Emma.
-E cosa propone la salvatrice allora?- chiese Regina, in tono tutt’altro che accondiscendente.
-Io sono d’accordo con lei- commentò la scrittrice comparendo su un altro schermo, che venne prontamente incenerito da un’altra palla di fuoco.
-Regina smettila- la fermò Emma.
-Già, smettila, ti prego- le diede man forte la scrittrice, comparendo in un altro schermo dalla cucina.
Regina strinse i pugni, guardandola storto.
-Chi sei tu?- chiese Emma, cercando di non apparire aggressiva.
-La scrittrice che vi ha messo in questa fanfiction- a sentire questa risposta Regina evocò un’altra palla di fuoco.
-Se vuoi rivedere Henry meglio che non tieni questo atteggiamento, o non avrai sponsor!- la minacciò la scrittrice, ottenendo l’effetto sperato.
Entrambe le donne la guardarono quasi spaventate.
-Maggiori dettagli all’arrivo, non distruggete nulla! Non pago il set ma scriverlo costa un sacco di tempo- concluse la scrittrice prima di andarsene.
Le due madri si guardarono, preoccupate.

Distretto 10 (The Last of Us)
Joel non riusciva a credere di essere in un treno, un treno in movimento e funzionante.
Probabilmente stava sognando, anche se non faceva sogni così da anni.
Quando si svegliò del tutto si rese conto che non poteva stare sognando, e si alzò di scatto, per controllare esattamente dove fosse.
La prima cosa che notò fu che non aveva con sé il suo indispensabile zaino, poi che Ellie… dov’era Ellie?!
Uscì dalla camera e la trovò in fretta vicino al finestrino, che osservava affascinata e a bocca aperta il paesaggio fiori dal finestrino.
Joel tirò un sospiro di sollievo.
-Hey, eccoti, mi stavo preoccupando- commentò, raggiungendola e sedendosi affianco a lei.
-Joel, sei sveglio. Cos’è questo posto?- chiese, aprendo leggermente il finestrino e affacciandosi leggermente per sentire il vento tra i capelli.
-Attenta- la mise in guardia Joel, preoccupato che potesse sporgersi troppo -Questo è un treno, porta molto velocemente da un luogo all’altro, non credevo che ce ne fossero alcuni in funzione ancora- commentò Joel, guardandosi intorno, e notando che sembrava tutto nuovo e perfettamente curato.
-Per favore non distruggete lo schermo vi prego!- una voce provenire da uno schermo per poco non fece cadere Ellie fuori bordo.
Per fortuna Joel la afferrò in tempo.
-Ca…- stava per imprecare la ragazzina, ma la scrittrice la interruppe.
-Niente parolacce, l’ho già detto a Debra, verranno censurate e cambiate- la informò.
Riley fece passare lo sguardo da Joel allo schermo sempre più affascinata e confusa. Ma dove diavolo erano finiti?
-Siete in una fanfiction che sto scrivendo in questo momento. Appena arriverete a Capitol City vi verrà spiegato tutto. In cucina c’è da mangiare, mettetevi a vostro agio, finché ancora siete vivi- commentò, prima di sparire.
Ellie corse in cucina, e subito iniziò ad abbuffarsi.
-Ellie, non credo sia il caso di cominciare già così, non sappiamo nemmeno se…- provò a metterla in guardia Joel, ma lei lo interruppe, mostrandogli un biscotto al cioccolato.
-Joel, devi assaggiarlo, è la cosa più buona del mondo!- esclamò, infilandosene cinque in bocca.
Joel scosse la testa, e la raggiunse in cucina.

Distretto 11 (Gravity Falls)
Dipper era parecchio sconvolto quando si svegliò con il mal di mare e non trovò la sorella.
Uscendo fuori dalla stanza per trovare un bagno si accorse che non era mal di mare ma mal di treno e che era in un posto strano e misterioso.
-Bill! Non è divertente!- gridò convinto di trovarsi ancora in un sogno, ma la voce della sorella dal salotto lo convinse che probabilmente non era tale.
-Dipper, perché gridi al soffitto il nome di Bill, c’è qualcosa che dovrei sapere?- lo guardò maliziosa, facendogli incrociare le braccia.
-Mabel, dove siamo? E’ opera tua e di Stan?- chiese, arrabbiato, lasciando cadere l’argomento Bill.
-In realtà non ho la più pallida idea di dove siamo, pensavo che lo sapessi tu. Ma in cucina c’è un fantastico buffet, e il vagone in generale è pieno di televisioni- come al solito la castana prendeva sempre il lato bello delle cose, senza neanche per un secondo preoccuparsi che fossero in un treno diretto verso l’ignoto e senza sapere come ci fossero arrivati.
-Non è il tempo di pensare a mangiare, dobbiamo uscire di qui- il fratello la prese per un braccio e cercò una stanza per fermare il treno o per fargli invertire la rotta, ma non trovò nulla.
-Non potete uscire- disse la voce della scrittrice da uno schermo.
-Kya!- Mabel, con riflessi degni di una cecchina professionista, prese di scatto il rampino che portava all’interno del maglione in chissà quale anfratto e colpì lo schermo, distruggendolo di scatto.
Meno di un secondo dopo il rampino sparì, e la scrittrice, ricomparendo in un altro schermo, commentò, con voce ancora spaventata dal colpo che Mabel le aveva fatto prendere: -Mi ero completamente dimenticata di togliertelo. Non pensavo nemmeno che lo avessi addosso-
Dipper si mise davanti a Mabel, ad occhi sgranati spaventato a morte.
-Chi sei? cosa vuoi da noi?- chiese, con voce tremante.
-Scusa per il rampino, mi hai spaventata ahah- Mabel non sembrava minimamente spaventata dalla figura.
-Non preoccuparti, Mabel. Sono qui per informarvi che siete in una fanfiction da me scritta, e che vi informerò delle regole del gioco che dovrete affrontare non appena arriverete a Capitol City. Ora riposatevi e tranquillizzatevi, perché secondo me sarete i primi a morire- l’ultima parte la disse tra sé e sé, ma bastò a terrorizzare Dipper per l’eternità.
-Cosa?!- esclamò con voce insolitamente acuta.
-Nulla, nulla, buon viaggio- li salutò lei prima di scomparire.
Dipper si girò verso la gemella spaventato.
-Suvvia, Dip Dip, ti preoccupi troppo- lo rassicurò lei, avviandosi in cucina per mangiare un po’ del buffet.

Distretto 12 (Mirai Nikki)
La cosa che più fece prendere un colpo a Yukiteru, quando si svegliò, non fu il fatto di non trovarsi nel proprio letto, né il fatto di stare su un treno in movimenti, ma la faccia di Yuno a mezzo centimetro dalla propria.
-AH! Yuno, ma che ci fai qui?!- chiese con voce più acuta del normale, allontanandosi il più possibile da lei.
-Yukki, sei sveglio. Mi sono accertata delle tue condizioni. Dovevo sapere se stavi bene- si giustificò la ragazza, con un sorriso innamorato, avvicinandosi a lui sempre di più, e facendolo allontanare.
A quel punto Yukki si accorse di dove fossero.
-AH! Yuno dove siamo?!- chiese spaventato, alzandosi in piedi e guardandosi attorno preoccupato.
-Tranquillo, Yukki, finché ci sono io qui con te va tutto bene- lo rassicurò lei, prendendogli una mano per confortarlo.
-Ma dove siamo?!- ripeté il ragazzo, iniziando a farsi prendere dal panico.
-E non c’è nessun altro su questo treno, siamo soli io e te- con tono da stalker, Yuno si avvicinò ulteriormente.
-Mi hai portato tu qui?!- chiese il ragazzo, preso ormai dal panico.
-Soli… io e te- Yuno era entusiasta.
-Mi dispiace dire che non manca molto all’arrivo, siete l’ultimo distretto che visito- li informò la scrittrice dallo schermo della camera.
Yuno si parò davanti a Yukki per proteggerlo, con sguardo assassino rivolto all’interlocutrice.
-Non toccare Yukki!!- esclamò, furiosa, e facendo sobbalzare più lui della scrittrice.
-Non devi temere me, quanto tutti quelli che vorranno ucciderlo durante i giochi ai quali state per partecipare, maggiori dettagli verranno dati all’arrivo a Capitol City- la informò la scrittrice.
-Yuno ho paura!- esclamò Yukki spaventato.
Yuno arrossì.
-Tranquillo, Yukki, ti proteggo io!- lo rassicurò lei, felice di poterlo proteggere.
-Questo è lo spirito. Buona fortuna per il resto del viaggio- li salutò la scrittrice prima di scomparire anche da quello schermo-




La scrittrice osserva il pubblico in attesa.
-Beh, che c’è? Il capitolo è finito- afferma alzando le spalle.
Si rende conto di quello che vogliono tutti.
-Ah, capisco, volete che vi dica le regole di questi Big Crossover Games. Beh, i tributi non sono ancora arrivati a destinazione, ma immagino che vi possa dare una piccola anticipazione. Dopotutto siete voi gli sponsor.
Eh già, sarete voi a decidere se dare cibo a qualcuno piuttosto che a un altro, se attivare l’”effetto speciale” di un determinato tributo in giorni specifici o permettergli di ricevere un “aiuto da casa”.
L’obiettivo è che rimanga un solo distretto e non un solo tributo, quindi il gioco di squadra tra i tributi dello stesso distretto è fondamentale.
Il vincitore potrà tornare alla vita di tutti i giorni… e cambiare qualcosa di questa vita: un rimpianto, un evento che è andato nel modo sbagliato…
I perdenti, non torneranno mai a casa.
Se non conoscete alcuni dei fandom trattati non disperate, cercherò di rendere i personaggi leggibili anche a sé e nel dubbio risponderò a qualsiasi vostra domanda.
Siete voi a decidere il futuro di questi personaggi meravigliosi, io mi limiterò solo a trascriverlo.
Che dite, vi ho incuriosito?
Ora non vi resta che giocare.
Felici Big Crossover Games, e possa la fortuna sempre essere a vostro favore-
   
 
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