Epilogo: Un futuro di gioia
Il
Natale fu strano, malgrado la loro felicità non si sentirono di poterne godere
appieno, James fingeva che tutto andasse bene, ma era evidente che soffriva e Kara non desiderava infliggergli una pena che non meritava,
così, malgrado gli sguardi e qualche bacio rubato, rimase lontana da Lena.
Wallace fu felice di averli tutti e quattro al pranzo e poi insistette perché
cantassero assieme qualche canzone natalizia e giocassero a carte.
Quando
la giornata era finita vi era stato un certo imbarazzo su dove avrebbe dovuto
dormire Kara, ma alla fine su suggerimento di Lena
era stata preparata una terza camera degli ospiti.
Ora
Kara si girava nel letto, incapace di dormire. Non
era il letto, non era neppure il maniero antico o il silenzio, come aveva
suggerito Lena la prima notte che aveva dormito lì, no era il desiderio di
andare da lei e la consapevolezza di non poterlo fare, oltre ai timori di
quello che sarebbe successo tra loro se Lena l’avesse raggiunta nella sua
stanza. Arrossì nascondendo il volto tra le lenzuola. Avrebbe dovuto parlarne
con sua sorella, parlarne più approfonditamente.
Un
leggero bussare la fece sobbalzare nel letto, il cuore che le rombava nelle
orecchie. Si alzò e raggiunse la porta, la aprì e si ritrovò davanti una delle
cameriere. Era stata così sicura che alla porta ci fosse Lena che la testa le
girò nel capire che non si trattava di lei.
“Perdonatemi,
Miss, ma c’è una chiamata per voi, dice che è urgente.” Kara
ci mise qualche secondo a capire poi annuì e seguì la donna fino al telefono
fisso. Rispose e si ritrovò a parlare con un’Alex agitatissima. Si morse le
labbra rendendosi conto che si era completamente dimenticata di chiamarla. La
ragazza fu sollevata nello scoprire che stava bene e si scusò quando si rese
conto che era tarda serata per loro e non pieno pomeriggio come a casa.
Kara si scusò a sua nome anche con la
cameriera poi tornò verso la propria stanza, ma quando si trovò sul
pianerottolo indugiò, indecisa. Poi arrossendo e sorridendo nello stesso
momento fece di corsa le scale fino alla torre e bussò delicatamente alla
porta.
Attese,
ma nessuno aprì, così bussò di nuovo, ma ancora una volta non ci furono
risposte. Lena doveva essere già addormentata. Con una smorfia di disappunto si
voltò e quasi gridò nel trovarsi davanti la donna che a sua volta sobbalzò
spaventata.
“Kara! Cosa ci fai qui?”
“Perché
non sei nella tua stanza?” Chiese invece lei. Le due donne si guardarono e poi
scoppiarono sommessamente a ridere. Lena aprì la porta, entrò nella stanza
rotonda facendo cenno a Kara di seguirla e si sedette
sul letto sorridendo. Indossava un’ampia vestaglia verde e negli occhi le
brillava qualcosa di nuovo.
“Sono
scesa per cercarti.” Ammise senza distogliere lo sguardo da lei. “Ma tu non
c’eri.”
“Cer…cercarmi?” Chiese lei, balbettando. “Ero al telefono…
mia sorella era preoccupata.”
“E
poi ti sei persa? Perché eri davanti alla mia
porta.” Kara arrossì e Lena sorrise poi si alzò
raggiungendola, negli occhi la stessa luce di prima.
“Io…
volevo vederti…” Spiegò l’evidenza, Kara, mentre
osservava le labbra di Lena avvicinarsi pericolosamente alle sue.
“E
io volevo darti il mio regalo di Natale.” Le mormorò sulle labbra la donna, per
poi catturarle in un bacio. Ma non era il bacio dolce dell’aeroporto e neppure
uno dei baci fugaci che si erano scambiate durante la giornata, no, quello era
un bacio sensuale, caldo, pieno di passione. Prima che potesse pensare, Kara, si ritrovò a cadere sul letto di Lena, cercando di
scioglierle il nodo della vestaglia, ma era difficile fare qualcosa di così
complesso quando il cervello andava in pausa ogni volta che le labbra di Lena
la sfioravano e non smettevano di farlo, riempiendo le sue labbra e poi il suo
collo e le sue orecchie di baci, lasciando una scia di fuoco sulla sua pelle.
“Aspetta,
aspetta…” Mormorò, cercando di riprendere fiato. Lena si separò da lei
mordendosi il labbro, gli occhi che brillavano verdi, pieni di desiderio. “Io
non ho mai… potrei non essere… brava, ecco.” Cercò di dire, facendo ridere
dolcemente Lena.
“Credi
che mi importi? Io ti voglio Kara Danvers,
ti voglio perché mi hai fatto amare di nuovo il Natale, perché quando sorridi
credo che il mondo sia un posto migliore, ti voglio perché sei la persona più
bella e dolce che io abbia mai conosciuto, ti voglio perché tu sei la speranza
di un futuro migliore, ti voglio perché…” Si interruppe, ora nei suoi occhi vi
erano delle lacrime, lacrime di gioia, lacrime liberatorie. “Perché ti amo, Kara, ti amo.”
Kara sbatté gli occhi, sorpresa da
quella dichiarazione, sorpresa da quelle parole e dallo sguardo fragile di
Lena.
“Ti
amo.” Mormorò a sua volta, arrossendo. “Anche io ti amo, Lena.” Sapeva di voler
dire di più, di voler spiegare quanto amasse la complessità di Lena, la sua
forza, il suo coraggio, la sua intelligenza e il suo cuore buono, ma non ci
riuscì, perché Lena la attirò a sé baciandola.
Lentamente
si liberarono degli abiti, abbandonando la fretta e la foga di poco prima
assaporarono l’una il corpo dell’altra accarezzandosi, baciandosi, amandosi.
Non vi erano più barriere tra loro o paure, solo dolcezza e passione. Risero
assieme e scherzarono, giocarono e poi fecero ancora l’amore perché non bastava
mai, perché il desiderio non si spegneva mai.
Si
addormentarono una tra le braccia dell’altra quando ormai un chiarore diffuso
faceva supporre l’arrivo del mattino e, quando si svegliarono, nei loro occhi
brillava la gioia derivata dalla consapevolezza del futuro che le aspettava.
Assieme
non c’era nulla che non potessero affrontare. Lena sentì il cuore che esplodeva
di gioia e nascose il volto nella spalla di Kara che
la accolse abbracciandola e deponendole un bacio sulla fronte.
“Ti
amo.” Mormorarono assieme, i loro occhi si incontrarono e loro sorrisero,
felici. Kara si piegò per raggiungere le sue labbra e
la baciò. Il cuore di Lena fece un nuovo balzo, follemente felice di aver
trovato qualcuno da amare con tutta se stessa e che mai, mai l’avrebbe
abbandonata.
“Sei
il più bel regalo di Natale che potevo ricevere.” Mormorò e Kara
arrossì mentre lei catturava di nuovo le sue labbra approfondendo il bacio.
Lena
rise e poi attirò Kara sotto di sé, negli occhi il
desiderio di amarla ancora. Si fermò un istante e la guardò con serietà.
“Ti
amo.” Soffiò sulle sue labbra e poi la baciò.
Ora
la felicità aveva una nome.
Note: Spero che la storia vi sia piaciuta, quest’ultimo capitolo è un bonus, visto che normalmente le commedie natalizie finiscono con il fatidico primo bacio… ma insomma, noi possiamo concederci qualcosa di più! ;-)
Grazie mille a chi ha costantemente commentato (Ghen: grazie, grazi e grazie) a chi ha lasciato un’opinione e sì, anche a chi ha solo letto tenendosi per sé quello che pensava.
Spero di ritrovarvi in una prossima storia.
Ciao, ciao e buon capodanno!