Anime & Manga > Naruto
Segui la storia  |       
Autore: WibblyVale    05/01/2017    3 recensioni
Una neonata nell'ospedale di Konoha viene sottoposta ad un esperimento genetico e strappata alla sua innocenza. Crescendo diventerà un abile ninja solitaria, finchè un giorno non verrà inserita in un nuovo team. Il capitano della squadra è Kakashi Atake, un ninja con un passato triste alle spalle che fatica ad affezionarsi agli altri esseri umani. La giovane ninja sarà in grado di affrontare questa nuova sfida?
Genere: Azione, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kakashi Hatake, Nuovo Personaggio, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Lady Tsunade fortunatamente era sana e salva. Shiori l’aveva trovata bene, pronta a tornare in azione, e con numerosi progetti per i giorni successivi. Voleva proteggere Naruto, così aveva deciso di mandarlo a nascondersi insieme al Jinchuriki dell’Ottacoda. A quanto pare un’alleanza per la guerra era stata guadagnata. Ora si dovevano fare solo i preparativi e soprattutto mentire a Naruto per convincerlo a lasciare il villaggio in un momento così delicato.
Shiori e Kakashi aspettavano a qualche passo dall’entrata della tenda. L’uomo aveva tirato un sospiro di sollievo, non si sentiva ancora pronto a diventare Hokage, guardò la donna dal ciuffo rosso e sospirò.
“Non mi guardare così. Lei è molto meglio di me!” le disse.
“Certo, ha più esperienza, ma tu saresti stato grande” commentò lei facendogli l’occhiolino.
Il Copia-ninja scosse la testa, poi guardò in direzione dell’entrata dove Tenzo e Shizune stavano discutendo.
“Dobbiamo stare proprio qui?” chiese.
“Ehi lui si è sopportato le nostre di litigate. Poi, anche lui deve venire con noi dagli Hyuga, no?”
Rimasero in silenzio e la voce della donna li raggiunse.
“Lady Tsunade si è sbagliata. Tu devi proteggere il villaggio!”
“Io devo proteggere Naruto! Sono l’unico che può controllare la Volpe!” gridò lui di rimando.
Shizune si coprì il viso. “È pericoloso… io…”
Tenzo fece qualche passo avanti e la strinse a sé. “Ci ritroviamo dal Raikage, amore mio. Combatteremo questa guerra insieme.”
Lei alzò lo sguardo verso di lui e gli posò un leggero bacio sulle labbra. “Ti vedrò prima che tu parta?”
“E lo chiedi?” Tenzo fece sfregare i loro nasi. “Sbrigo questa cosa e sono da te.” La baciò con più passione, portandola più contro di sé.
“Uh!” esclamò Shiori. “Forse avremmo dovuto precederlo.”
Kakashi ridacchiò e in quel momento il castano li raggiunse. Fecero qualche passo assieme, poi la donna guardò l’amico con un sorrisetto divertito.
“Quindi? Le cose vanno bene tra te e Shizune direi.”
Lo shinobi divenne porpora. “Sì… molto…”
“Io e Kakashi ci chiedevamo quali sono le tue intenzioni?”
“Ehi non mettermi in mezzo!” esclamò l’altro ridendo.
“Voi due siete odiosi, lo sapete questo, vero?” Vedendo che i due non rispondevano decise di continuare. “La amo. Tantissimo e vorrei passare con lei il resto della mia vita. Anche se… date le premesse sarà molto breve.”
“Tenzo! Non pensavo fosse così tanto seria!” esclamò il Copia-ninja.
“Certo che lo è” ribatté Shiori. “E vedrai avrete ancora tutta la vita davanti” affermò sicura dandogli un leggero buffetto sulla guancia.
In quel momento raggiunsero villa Hyuga, dove Shikamaru e Shisui li stavano già aspettando assieme a Hisoka e Takeo. Hinata e Neji li fecero accomodare nel salone.
“Mio padre non può essere qui. Ha molti impegni in questi giorni, ma noi faremo in modo che sia tutto chiaro,” spiegò la ragazza, offrendo loro una tazza di tè.
Shikamaru si era seduto accanto a sua zia. Shiori sentiva la sua agitazione, quindi gli strinse la mano sotto il tavolo e sussurrò: “Va bene, tesoro.” Poi, alzò la testa verso la sua squadra e continuò: “Cosa sta succedendo?”
Hisoka si mosse agitato sulla sedia, ma cominciò a parlare. “Itachi è venuto da noi, dicendo che il metodo di eliminazione del potere che il Tricoda aveva insegnato a Kakashi era troppo pericoloso…”
“Ci ha spiegato che prevedeva la tua morte. E…” Takeo guardò Shisui, leggermente incerto.
“Itachi credeva che il mondo senza di te sarebbe stato in pericolo. Per lui salvare te significava… salvare il mondo” spiegò l’Uchiha. “In questo non posso che essere d’accordo con lui” terminò con un sorriso.
“D’accordo. Quindi ha mandato la squadra a cercare un metodo per salvare me nel caso avessi usato quel potere?” chiese Shiori.
“Sì” risposero in coro i gemelli.
“E cosa ci porta dagli Hyuga?” domandò la kunoichi confusa.
“Quello che loro hanno trovato ha che fare con la nostra famiglia” spiegò Hinata. “Erano manoscritti in codice che solo noi potevamo capire. Manoscritti redatti da Hamura in persona.”
“Quei manoscritti raccontano una storia diversa da quella che abbiamo studiato in questi anni” aggiunse Takeo.
Neji si alzò in piedi. “Raccontano la storia di come Hamura sia sopravvissuto all’estrazione del potere. Hagoromo non voleva perdere il fratello, quindi ha cercato una soluzione. E l’ha trovata. Però, Shiori, devi considerare che quei due erano dei semi-dei, quello che per loro è stato un successo, per noi potrebbe essere una strage. Tu potresti morire comunque, e chi si adopererà per salvarti potrebbe morire con te. Inoltre, anche se per Hamura la cosa ha funzionato, Hagoromo fu costretto ad esiliarlo. Lo ha spedito sulla luna, dove suo fratello ha passato il resto dei suoi giorni.”
Shiori cercò di raccogliere tutte le informazioni. Vide Kakashi, sapeva che lui avrebbe fatto di tutto per salvarla. Accanto a sé, suo nipote si torceva le mani. Per lui era persino più difficile.
“In cosa consiste la tecnica?” chiese la kunoichi. Doveva dare una chance a quella cosa. Era una madre, doveva cercare la possibilità di sopravvivere, non per sé, ma per i suoi bambini.
Hisoka spinse un foglio verso di lei e la donna lo lesse con attenzione. Quello che c’era scritto era totalmente assurdo. Quella tecnica era troppo pericolosa. Se mai avesse ceduto al potere, non poteva permettere che così tante persone rischiassero per salvare la sua vita. Alzò la testa dal foglio e guardò Shisui. Ora capiva qual era il problema dell’uomo: lui avrebbe voluto che Shikamaru e Kakashi imparassero quella tecnica, ma sapeva che lei non avrebbe mai voluto metterli in pericolo così. Dentro di sé combatteva con il desiderio di salvarla e realizzare i desideri di Itachi, e con la consapevolezza che la sua amica avrebbe preferito morire con onore, piuttosto che rischiare la vita di qualcuno.
“No” disse Shiori ad un tratto.
“No?” chiese il Copia-ninja.
“Non potete usarla. Non dovete impararla. Qui c’è scritto che le probabilità che voi moriate sono altissime. Inoltre, prevede un elemento che ci manca e anche se ce l’avessimo… No!”
Shikamaru abbassò la testa in segno di sconforto, mentre Kakashi scattò in piedi e sbatté le mani sul tavolo.
“Non vuoi nemmeno provare a salvarti?”
“Primo, io non userò quella tecnica. Secondo…”
“Non userai quella tecnica?” la interruppe il jonin. “Vedo che lo dici con grande sicurezza. Sai che non abbiamo questa sicurezza! Non sei stata abbastanza forte per distruggere quella cosa, potresti non essere abbastanza forte per contrastare quel desiderio! E un giorno finiresti per diventare una dea incontrollabile che farà ciò che più desidera della vita del resto degli esseri viventi!”
“A quel punto tu mi ucciderai!” gridò lei. “Se mai… se mai succederà resteremo al piano iniziale. Tu mi ucciderai” affermò più calma. “Non voglio essere esiliata sulla luna, o rischiare la vostra vita per una cosa del genere. Io… Isobu non ha accennato a questa eventualità per un motivo.” Era quasi dispiaciuta che l’amico non ne avesse parlato. Forse non voleva salvarla così tanto. Sapeva di essere ingiusta, ma era un essere umano come gli altri, dopotutto, poteva provare dispiacere.
“Shiori, davvero non vuoi nemmeno che ci provino?” chiese Tenzo calmo. “Insomma… se fosse per salvare te, tutti noi rischieremmo le nostre vite.”
La donna scosse la testa. “Ten, se commetterò l’errore di cadere in quel potere, non voglio che voi rischiate per me. So che mi capisci. Non potrei sopportare che Kakashi o Shikamaru muoiano per un mio errore.”
Il castano si diresse verso la sua amica e si inginocchiò accanto a lei. Le strinse la mano e le posò un leggero bacio sulle nocche.
“Non voglio perderti, ma… Se si decide di votare, io sto con Shiori.”
“Anche io!” esclamò Shisui. “Scusate, ma… so cosa vuol dire sentire di essere la causa della morte di qualcuno. Non lo auguro a nessuno.”
Kakashi sbatté un pugno sulla tavola. “Che vi prende? Non mi sottometterò alla votazione!”
“Invece, sì” ribatté Hinata con una determinazione, derivante dalla responsabilità che le era stata messa sulle spalle. “A seconda di cosa si deciderà qui, io e Neji agiremo. Non potete impararlo senza di noi. Detto ciò io voto per usarlo. Sei una brava persona e voglio salvarti,” disse infine rivolta a Shiori.
“Io voto per usarlo” disse determinato il Copia-ninja.
“Itachi sarebbe stato con loro. Merita il voto” commentò Shisui.
“Noi due siamo con Itachi” affermarono i gemelli.
“Io e Hiashi siamo con Shiori. È troppo pericoloso” continuò Neji.
“Quindi siamo cinque a cinque” fece i conti Shiori.
“Shikamaru?” chiese Kakashi, sapendo che il ragazzo era più incline ad essere dalla sua parte che da quella di sua zia in questo caso.
Il chunin si torse le mani. “C’è… c’è altra gente che avrebbe il diritto di votare.”
“Dobbiamo fare con quello che abbiamo qui” ribatté Shiori. “Su, Shika… Tu cosa vuoi?”
“Io… io…” Il ragazzo scosse la testa. “Io non ci capisco nulla!” scattò in piedi e corse via.
“SHIKA!” gridò Shiori, scattando in piedi.
Kakashi le si avvicinò e le posò una mano sulla spalla. “Lascialo pensare” sussurrò comprensivo. “Direi che finché non ci darà una risposta siamo in una situazione di stallo” disse poi a voce un po’ più alta.
Decisero così di riaggiornarsi più tardi e tutti se ne andarono per la propria strada.
 
Quando Shiori raggiunse casa Nara la trovò vuota, eccetto per Kurenai seduta sul divano. La donna sembrava piuttosto preoccupata, così Shiori le si sedette accanto con un’espressione gentile.
“Quando arrivai al nono mese,” cominciò, “capì quanto avessi bisogno di lui accanto a me. Temetti così tanto di non essere in grado, di non poter portare avanti nulla. Volevo la sua forza. Ma per me è stato più facile, ho scelto io quella situazione. Tu…”
Kurenai scoppiò a piangere e si coprì il volto con le mani. Shiori le cinse le spalle e le fece appoggiare la testa sulle proprie.
“Non… non vedo l’ora di conoscerla, e allo stesso tempo… mi chiedo se senza di lui sarò mai in grado di essere una buona madre. Come hai fatto? Come lo hai sopportato?”
“Non l’ho sopportato. Ho sofferto ogni giorno, ma ho resistito. Quando la terrai tra le braccia, scoprirai di avere una forza che mai avresti immaginato di avere.”
“Asuma… lui sarebbe stato terrorizzato a morte in questo momento. Quando ha scoperto che ero incinta mi ha preso in braccio e mi ha portata a letto. ‘Non ti muoverai più di qui’, mi disse. ‘Ora io mi prenderò cura di te.’ L’ha sempre fatto. Si è sempre preso cura di me, e si sarebbe preso cura di lei nel migliore dei modi.”
“E tu farai altrettanto.” Le asciugò delicatamente le lacrime. “Hai tutti noi. Ti prometto che non sarai mai sola.”
“Grazie, Shiori!”
In quel momento, qualcuno entrò nella stanza. Shiori alzò lo sguardo su Kakashi.
“È nella riserva. Nel giardino della casetta.”
“Kurenai… puoi perdonarmi? Mio nipote ha bisogno di me.”
“Ma certo.”
“Falle compagnia” ordinò al Copia-ninja e si diresse verso il retro.
Quando raggiunse la porta si sentì richiamare da Kakashi. La donna si voltò lentamente.
“Non credo che tu resisterai a quel potere. Hai perso troppo.”
“So che hai perso la fiducia in me, ma…”
“Lasciami parlare!” tuonò. “Nel momento in cui cederai, sei sicura di volere che ti uccida? Non rivedrai più le persone che ami. I nostri figli.”
“Lo so. Ma se io cederò, avranno bisogno di qualcuno accanto. Non posso rischiare la tua morte per salvare la mia vita. Loro avranno bisogno del loro papà. Inoltre… non voglio che tu muoia, lo capisci?”
“Sarebbe una delle possibilità…”
“La più probabile.”
Kakashi si passò una mano tra i capelli. “Quando pensavo all’eventualità che tu usassi quel potere, per me era abbastanza ovvio che dopo averti tolto di mezzo, sarei durato poco. Vivere in un mondo in cui tu non ci sei…” sospirò. “Ora mi stai chiedendo di resistere il più possibile per loro, e sai che lo farò, ma…” Una lacrima scese lungo la sua guancia. “Mi dispiace che sia finita così tra noi.”
“Anche a me.” Gli sorrise. “Comunque non disperare. Shikamaru non ha ancora deciso.”
“Lui ha deciso, e tu lo sai” ribatté il jonin, uscendo dalla stanza.
 
Shikamaru, dopo essere fuggito da villa Hyuga, aveva fatto l’unica cosa che riteneva sensata: era corso a casa di Ino, dove sapeva che lei e Choji lo stavano aspettando. Si fiondò nella camera della ragazza e saltò sul letto, nascondendo il viso tra i cuscini. I suoi amici, che stavano chiacchierando, non si scomposero per quell’entrata improvvisa, se l’aspettavano dopotutto.
Il Nara lanciò un urlo, attutito dal cuscino sotto di lui, poi si girò a pancia in su. I suoi amici gli si sdraiarono accanto in silenzio, attendendo che cominciasse a sfogarsi. Shikamaru, però guardava il soffitto, incapace di trovare le parole adatte per cominciare. Ino fu la prima a perdere la pazienza.
“È andata così male?” chiese.
Il chunin sospirò e raccontò tutto quello che era successo quella mattina. “Io sono l’ago della bilancia,” disse infine, “non so cosa fare! Come posso prendere una decisione così importante. Una decisione, che qualunque sia il risultato potrebbe portare alla morte delle persone a cui tengo?”
Ino e Choji si guardarono dai due lati del letto e annuirono.
“Amico,” disse il castano, “tu puoi farlo. So che è una grande responsabilità, ma è quello per cui ti sei preparato tutta la vita. So che ci sono vite in gioco, vite di persone che ami, ma se qualcuno qui può prendere la decisione giusta, sappiamo tutti quanti che quel qualcuno sei tu.”
Ino gli strinse la mano. “Nessuno ti incolperà per la decisione che prenderai. Nessuno. La tua scelta è determinante, ma tu sei in grado di scegliere al meglio. Ti ricordi che persino Asuma-sensei prima di dare il via a un piano ti chiedeva se poteva andare? Ed eri solo uno stupido ragazzino pigro allora.”
“Non è cambiato molto” ribatté Choji facendo scoppiare a ridere i suoi amici.
Shikamaru scattò a sedere. “Prima di avallare un piano però, io chiedevo la vostra opinione. L’ho sempre fatto. È così che dovrebbe lavorare una squadra. O per lo meno, è così che lavora la nostra.”
I suoi amici gli sedettero accanto.
“Questa è più una scelta personale, Shika” gli ricordò Ino.
“Noi non possiamo intrometterci” continuò Choji.
“Non è intromettersi. Noi siamo una famiglia. E io ho bisogno di voi, ora più che mai!”
I due ragazzi sorrisero. “Allora esponi le tue teorie” affermò il castano.
“Noi siamo qui per te” terminò la bionda.
 
Quando Shiori raggiunse suo nipote nella riserva, lui era sdraiato a guardare le nuvole e la decisione era presa. La donna gli si sdraiò accanto e cominciò a torturare il suo ciuffo rosso. Dopo qualche minuto di silenzio, in cui studiò il vorticare di emozioni del nipote, decise di parlare.
“Shika, so che la mia scelta ti sembra stupida, ma…”
“Ho capito le tue motivazioni, zia, davvero. Solo… non riesco ad accettare che si potrebbe fare qualcosa per salvarti e ci si rinunci così.”
“Hai letto il testo, no? Prevede una cosa che non abbiamo, e comunque se funzionasse, qualcuno dovrebbe perdere qualcosa.”
“Con Hamura nessuno ha perso niente!” esclamò Shikamaru.
“Hamura era un dio, Hagoromo era un dio. Hai visto i calcoli fatti dai gemelli. Neji li ha ricontrollati attentamente, Hinata pure. Questa tecnica, nel migliore dei casi, ossia se sia io che chi avrà il compito di fare il sigillo non moriremo, prevedrà comunque un sacrificio. Un sacrificio che io non sono disposta ad accettare.”
“Non sta a te deciderlo!”
“Invece sì, tesoro mio. Non chiedermi di vivere con quel peso sulle spalle.”
Shikamaru sospirò e lacrime cominciarono a scendere dai suoi occhi. “Non lo farò. Il mio voto è contro l’idea di Itachi. Ho già avvertito gli Hyuga e parlerò con Kakashi personalmente. Nessuno dovrà imparare quella tecnica.”
“Shikamaru…”
“Non ringraziarmi. Non è una scelta che ho fatto volentieri.”
Shiori lo abbracciò e gli accarezzò dolcemente i capelli.
“Lo so. E mi dispiace averti costretto a fare questa scelta. Ma ti assicuro che non userò quel potere. Non dovrete sopportare questa cosa.”
“Lo spero, ma Kakashi ha ragione, io stesso sarei tentato di usarlo solo per riportare indietro Asuma-sensei. Tu che hai perso così tante persone care…”
“Resisterò.”
Il Nara scosse la testa, ma accettò. A quel punto Shiori sentì qualcosa di strano, fu in quel momento che Shikamaru cambiò argomento.
“Perché tu e Kakashi non ci riprovate?”
“Shika… Per favore…” disse lei esasperata.
“Lo trovo stupido tutto qui. Insomma, se vi amate, non dovreste stare insieme?”
“Ci sono amori fatti per distruggere tutto ciò che hanno intorno. Inoltre, ci sono troppe recriminazioni tra noi. Non funzionerebbe.”
Il chunin si grattò il mento, proprio come era solito fare suo padre. “Più studio i vari tipi d’amore, più confusione mi viene in testa. Sembra che nemmeno chi ha provato quel sentimento in maniera forte e viscerale sappia definirlo.”
Shiori si mordicchiò il labbro incuriosita. “Com’è che stai studiando l’amore?”
Il giovane ninja arrossì. “Pura curiosità… scientifica…”
“Non ho mai sentito una bugia peggiore!” esclamò la donna scoppiando a ridere. “Chi è la fortunata? Ho sentito che tu e Ino…”
“No ti prego, non anche tu!” disse il ragazzo esasperato. “Io e Ino siamo solo amici. Quello è stato un piccolo inciampo.”
“Chiamalo inciampo” ridacchiò lei.
“ZIA!”
“Scusa. Allora di chi si tratta? Non costringermi a fare ricerche” minacciò.
Shiakamaru guardò verso il basso, evitando il contatto con gli occhi di sua zia.
“I ragazzi mi hanno fatto notare che Temari si potrebbe essere fatta due giorni di cammino da Suna solo per assicurarsi che stessi bene.” Lanciò uno sguardo a sua zia, che tratteneva a stento un sorriso, e proseguì: “E che volesse assicurarsi che stessi bene perché… io potrei piacerle. Così ho iniziato a pensare e a ragionare. Noi litighiamo spesso e lei mi fa saltare i nervi, però… in effetti è anche gentile. Insomma, ha passato molto tempo a Konoha e io ho cominciato a… considerarla un’amica. E se lei avesse qualche sentimento in più?”
“Mmmmm… Quindi temi che lei provi qualcosa di più dell’amicizia perché tu non provi lo stesso?” domandò Shiori, cercando di far arrivare il nipote alla conclusione tanto agognata.
“Esatto” rispose lui sicuro nella voce, ma un po’ più insicuro dentro di sé.
“Come ti sei sentito quando è venuta qui?”
“Sorpreso, avevo capito che Gaara non avrebbe mandato nessuno. Poi, felice, sentivo di aver bisogno di parlare con lei. Non me n’ero neanche accorto finché non l’ho vista. Ma che c’entra con…”
“Quindi non sei attratto da lei?”
“Chi io? Ma no no no no no no no…” Arrossì ripensando alla mattina in cui si erano svegliati l’uno accanto all’altra. Sapeva che su zia poteva percepire i suoi sentimenti, e si sentì un perfetto idiota. “È carina, lo ammetto.” Si accorse che il termine carina gli sembrava riduttivo.
“Tua madre mi ha detto anche che vi scrivete con regolarità.”
“Amici! Siamo amici!”
“Ammettilo, Shika. Non è che ti prenderesti la briga di scrivere una lettera a chiunque.”
“No, ma mi piace parlare con lei.” Il ragazzo rimase in silenzio qualche minuto. “Comunque sono arrivato alla conclusione che quello che ha detto Ino è una sciocchezza. Le stanno combinando un matrimonio con il capo villaggio della Cascata, e lei lo trova simpatico. Quindi non credo che pensi a me in quel senso, giusto? Risolverebbe il problema di doverla rifiutare in un futuro e di rischiare di perdere la sua amicizia.”
Shiori cercò di non scoppiare a ridere, suo nipote non aveva mai parlato così velocemente, nessun Nara, nemmeno lei che era per metà Uzumaki, parlava così velocemente. Era innaturale, un inutile spreco di energie.
“Quindi a te non crea nessun problema la cosa?”
“Perché dovrebbe. Se lei è felice! Sono fatti suoi, giusto?” Shiori rimase in silenzio. “Mi dà fastidio. Ma forse perché tocca il mio orgoglio maschile, giusto? Non può esserci un’altra… Merda!” Nascose il viso tra le mani, mentre Shiori gli dava leggeri colpetti sulla schiena. Poi, si gettarono entrambi sull’erba e guardarono le nuvole.
“Che problemi credi che abbia?” chiese il Nara. “Seriamente, sono masochista? Inconsciamente mi odio? Lei… Lei non è il genere di persona che mi renderebbe la vita facile! E io… Sicuramente passerà. Qualche giorno. Sarà questione di ormoni. In fondo, sono in un’età in cui prima o poi doveva succedere che mi rincretinissi, giusto? Passerà. Lei è… è mia madre. Non puoi non aver notato le somiglianze! È una cosa tremenda. Io non posso avere una cotta o quello che è per una ragazza del genere. No no. Io voglio vivere tranquillo. Passerà. Passerà di sicuro. Poi, in fondo, lei è intelligente. Di certo io non le piaccio in quel senso. Sono elucubrazioni di Ino che vede la malizia ovunque. Tutta colpa di Ino e la sua boccaccia. Io non le posso piacere. Mi insulta in continuazione. Credi che le piaccia?” Shiori non rispose. “Hai perso la parola?” domandò spazientito.
“Scusa, credevo che continuassi a parlare a vanvera” ridacchiò. “Non so se le piaci. Di certo mi sono accorta che ci tiene a te.”
“Non importa, mi porterò questa cosa nella tomba se necessario.”
La kunoichi allungò la mano verso il nipote. “Tesoro, se vuoi esserne sicuro prima di dirglielo va bene, ma non rinunciare perché hai paura che ti rifiuti, o peggio ancora perché credi che non ti renderà la vita facile. Ti meriti il meglio. E se vuoi un consiglio spassionato, l’unica volta che ho cercato di convincermi che la mia cotta sarebbe passata, che era dovuta alla situazione, agli ormoni e alla mia scoperta del mondo, parlavo di quello che è diventato l’amore della mia vita.”
Il ragazzo sbarrò gli occhi. “Ehi ehi, non esagerare. Ho una cotta non… normalmente sono passeggere!”
“Uomini! Così stupidi alle volte! Ma è comunque bello vedere che sei diventato uno di loro.” La donna si appoggiò sui gomiti e gli posò un bacio sulla fronte, poi tornò a sdraiarsi. “Allora dimmi: cosa vedi nelle nuvole oggi?”
 
Quella sera, dove prima sorgeva il palazzo del Fuoco, e dove ora c’erano lavori di ricostruzione, ci fu una piccola festa per l’Hokage. Erano invitati tutti e c’era molta confusione, ma era bello sentire così tanta allegria. Kakashi vide in un angolo Shizune in braccio a Tenzo che si facevano le coccole e fece loro un leggero segno con la mano. Dall’altra parte della tenda Shiori e Shikamaru cercavano di insegnare gli shogi ad Amaya e Hikaru, che però preferivano andare in cerca di Naruto per giocare con lui.
Il Copia-ninja trovò Gai intento a chiacchierare con Inoichi.
“Te lo devo rubare un attimo” disse allo Yamanaka e fece in modo che il suo amico lo seguisse.
“Che succede?” chiese il verde preoccupato.
“Non posso accompagnare Tenzo, non ora. Aoba va con lui, ma si tratta di Naruto… se Obito… Io non posso permettere che gli faccia del male.”
Gai posò una mano sulla spalla all’amico e gli sorrise. “Ho chiesto stamattina a Lady Tsunade se potevo andare con loro per maggiore supporto. In fondo, il ragazzino è irrequieto, una mano in più nel caso scopra di non essere in missione, servirà.”
Kakashi sentì l’impulso di abbracciare l’uomo davanti a sé, ma si trattenne.
“Grazie. A volte mi dimentico che…”
“Che cosa?”
“Che la scenetta del tonto è solo una facciata” completò il ninja dai capelli argentati ridendo.
“Ti dovevi fermare a grazie, sarebbe stato meglio!” borbottò l’amico, ma con un sorriso. “E con la tua famiglia come va?”
Il jonin si passò una mano nel ciuffo scompigliato. “Stiamo cercando di adattarci.”
“Credevo avresti già ceduto e che sareste tornati insieme.”
“No. Abbiamo altri problemi ora. C’è una guerra.”
“A proposito di questo,” disse Gai. “Baderai ai miei ragazzi, mentre sono via?”
Kakashi gli sorrise. “Certo.”
 
Più tardi Kakashi, Shiori, Shisui e i bambini, tornarono nella piccola baita nella riserva. Era molto meglio per loro dormire là. In questo modo Hikaru aveva meno bisogno di controllarsi. Ormai sua madre raramente gli faceva da scudo, poiché lui cominciava a contrastarla. Certo, non era forte abbastanza per averla vinta, ma Shiori riteneva che non aveva senso obbligarlo a non sentire.
Dopo che i piccoli furono stati messi a letto, i tre adulti si riunirono in salotto. Shisui portò il tè e si sedette sulla poltrona, costringendo i due a sedersi sul divano insieme, e ricevendo un’occhiataccia da Shiori.
“Allora, quando si parte per la guerra?” chiese l’Uchiha diretto.
“Due settimane” rispose il Copia-ninja. “Il Raikage ci ha dato il suo villaggio come base. Da lì ci organizzeremo.”
“E i bambini?” Shisui sapeva già la risposta alla sua domanda ed era pronto a controbattere.
“Pensavo che tu potessi stare qui con loro” rispose Shiori, evitando il suo sguardo.
“Certo.” Alla donna non serviva sentire i suoi sentimenti, il sarcasmo era già evidente dalla sua voce. “Poi cosa volete che faccia, pulisca i pavimenti, spolveri, faccia la calza, cucini…”
“Sono cose che fai già” gli ricordò la kunoichi.
“Divertente!” ribatté lui con una smorfia. “Saranno al sicuro con chi lascerete qui, perché io vengo. Vi sono più utile in battaglia e comunque…” Si mise in piedi. “Lui mi ha ridato questo occhio per un motivo. Io combatterò per onorarlo.” A quel punto uscì dalla stanza, lasciandoli soli.
Shiori nascose il viso tra le mani.
“Ehi?” L’Hatake le strinse le spalle.
“Dice che vuole vivere per noi, ma… A volte lo sento in lui, questo forte desiderio di riposare per sempre, di tornare da Itachi.”
Kakashi lasciò che appoggiasse la testa sulla sua spalla e l’accarezzò dolcemente.
“Farò in modo che sia protetto.”
Lei alzò la testa e i loro sguardi si incrociarono.
“Lo faresti davvero?”
“Certo. Tu gli vuoi bene, i bambini gli vogliono bene, e be’… anche io mi sono affezionato. Inoltre gli sono debitore. Non posso certo chiedere a qualcuno di sacrificarsi per lui, ma gli parlerò. Cercherò di ricordargli che combattiamo questa guerra per vivere in un mondo migliore.”
“Grazie.”
“Ho parlato con Shikamaru” disse lui, cambiando argomento.
“Ti ha detto…”
“Sì” la interruppe lui.
“E?”
“E accetto la sua scelta.”
Shiori allungò una mano verso il suo viso, poi la ritirò. Infine decise di accarezzarlo.
“So che per te può sembrare incomprensibile, ma lo faccio per voi.”
“Lo so.” Kakashi alzò lo sguardo su di lei, ora i loro volti erano un po’ più vicini. “Shiori, devi sapere che io…”
“Shiori!!!” La porta di ingresso si spalancò e Shikaku si fiondò nel salotto. Guardò un attimo confuso i due seduti sul divano, poi li ignorò: aveva cose più importanti da dire. “Kurenai è entrata in travaglio.”
 
 
  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Naruto / Vai alla pagina dell'autore: WibblyVale