Prologo
Non ero mai stato niente di eccezionale, nè avevo mai fatto niente di eccezionale nella mia vita. Ero solito rimbalzare da un locale all'altro, da una cella all'altra. Niente di troppo complicato, soltanto qualche notte in gattabuia per aver spaccato il naso ad uno dei tanti stronzi. Mi annoiavo, questo è il motivo. O almeno era la spiegazione che davo a quei pochi che si interessavano di me. Non avevo ancora trovato un vero e soddisfacente lavoro, un qualcosa che mi tenesse occupato per molte ore. Da quando Merle si era fatto arrestare per spaccio, avevo deciso di smetterla con quel giro. Era stata dura, ma mi ero ripulito. A quei tempi, avevo un impiego saltuario. Ovvero, lavoravo come e quando mi pareva. La paga era fin troppo alta, per quel poco che facevo, ma Carol aveva sempre visto qualcosa in me. Non saprei dirvi cosa, ma a lei bastava questo dettaglio per viziarmi. Andavo di rado alla sua tavola calda, ma quando ero presente, la aiutavo facendo da cameriere o sguattero. Odiavo quei grembiulini e la rete per i capelli in cucina, ma era il minimo che potessi fare per ricambiare tutte le sue premure nei miei confronti. Ero ormai entrato in un circolo vizioso della mia esistenza, piatta ed insignificante. Ogni giorno mi alzavo dal letto con la consapevolezza che niente sarebbe cambiato, che niente mi avrebbe restituito un briciolo di spensieratezza. Ma una notte, il mio banale mondo prese una diversa piega.
Fu spinto, fu fatto roteare vorticosamente. Fu scosso, fu fatto a pezzi e ricostruito. Fu preso a calci, lanciato in aria, e poi afferrato al volo.
Da quel giorno, la mia vita divenne un inferno.
E fu tutta colpa dei suoi occhi.
*angolino*
Prologo brevissimo, ma spero vi abbia incuriositi. Fatemi sapere qualche piccola impressione, anche se è presto.
Chissà cosa vi state immaginando :P