La notte rabbuiava ogni angolo dell'abitazione, lasciando che nel silenzio delle sue stanze potesse essere udito il lieve rumore di lenzuola e molle.
Yuri Plisetsky si rigirava nel letto, apriva gli occhi, sbatteva le palpebre, li richiudeva e si girava su un lato e poi sull'altro.
La luna era coperta e il cielo senza stelle, fuori dalla finestra di camera sua, privando il giovane della possibilità di trovare compagnia in quella infinita notte di veglia.
Erano tre settimane che suo nonno si trovava su uno scomodo letto d'ospedale, e almeno due da quando gli aveva comunicato la sua decisione -avrebbe potuto regalargli una sorpresa, ma non era sicuro che il povero cuore del vecchio avrebbe retto l'emozione.
Non c'era più nessuno in casa, da allora.
Nessuno che gli facesse trovare, tornato dai suoi allenamenti, i pirozhki sulla tavola apparecchiata; nessuno che lo aspettasse fuori dall'accademia con le braccia aperte, pronto ad accogliere gli abbracci del nipote che, nonostante fosse stato sollevato dalle sue braccia per quattordici anni, non era quasi cambiato di peso, minuto com'era.
E domani, domani avrebbe dovuto tener fede alle sue promesse. Anche se non ci sarebbe stato nessuno ad incoraggiarlo, anche se non avrebbe potuto vedere la fierezza negli occhi di suo nonno, anche se al Municipio nessuno sarebbe andato a salutarlo per l'ultima volta.
Era stato allenato per questo. Era uno dei migliori dell'accademia, considerando che a dodici anni già si allenava con ragazzi addirittura di diciotto. Eppure, non si era offerto volontario, nei due anni prima. Non ne aveva sentito la necessità fino ad allora; non aveva motivo per partecipare.
Sapeva poco o niente sugli Hunger Games, a dire il vero, e forse era per questo che il suo corpo era scosso da tremiti nonostante la notte calda.
Al di là degli addestramenti militari, non aveva mai capito nulla, sugli Hunger Games. Capiva che erano iniziati solo quando la piazza si riempiva di occhi puntati contro i teleschermi e non aveva idea di quando terminassero. Tutto quello che aveva erano immagini sconnesse di gente tremante, sporca, affaticata, con il cranio spaccato e quant'altro; i vincitori non condividevano mai le loro memorie.
Chiuse gli occhi ancor prima di riuscire ad avvertire stanchezza, lasciandosi finalmente alle spalle quella triste giornata, l'ultima che avrebbe passato a casa.



Note d'Autrice:
Buongiorno.
Ho preferito considerare questo primo testo come un prologo, visto che vorrei che i capitoli veri e propri iniziassero dal momento della Mietitura.
Chiarificando un paio di cose: Yuri ha quattordici anni per esigenze della trama e risiede nel Distretto 2 di Panem. Suo nonno si è recentemente ammalato di una malattia mortale e Yuri, per renderlo fiero, ha scelto di offrirsi volontario.
Potrei spiegarvi meglio il tutto collegandomi con i modi di fare e la cultura del loro distretto, ma desidero queste cose emergano in seguito.
Il pairing principale sarà la OtaYuri, nonostante Otabek arriverà in seguito nella storia.
Non ho ancora un banner per la fanfiction; se qualcuno volesse offrirsi, sappia che accetto di buon grado. Ad ogni modo, in seguito potrei provvedere.
Per questa fanfiction ho in mente due diversi finali, di cui uno canonico e uno alternativo.
Tenterò di soddisfare le richieste dei lettori, ma non intendo modificare le decisioni già prese riguardo a questa storia.
È la prima long in cui mi cimento; siate clementi!
Ringrazio le mie beta-readers.~
Buona giornata di nuovo.
-Lucy;