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Autore: Alexa_Akane    09/01/2017    2 recensioni
Anno 1493.
L'America è appena stata scoperta.
Le navi sono sempre più utilizzate come mezzo di trasporto, non solo dai commercianti ma anche dai pirati...
Tra di loro, il più temuto fra tutti i sette mari, colui che aveva saccheggiato dozzine di navi da carico, colui che aveva rubato migliaia di tesori e colui che è conosciuto per la sua ricerca sfrenata del tesoro più grande di tutti… Atlantide.
Lo spagnolo Antonio Fernandez Carriedo.
Spietato, sanguinario e donnaiolo, questi erano gli aggettivi a lui affibbiati.
Solcava i mari insieme alla sua amata nave Dolores e la sua fidata ciurma… ma la storia che andremo a raccontare inizia dopo un incontro che cambiò letteralmente la vita del pirata...
Genere: Avventura, Erotico, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Spagna/Antonio Fernandez Carriedo, Sud Italia/Lovino Vargas
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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"Gil! Stiamo per arrivare!" urlò il capitano, avvertendo il suo braccio destro.                        

"Ricevuto, capitano!" Rispose l'altro, dando indicazioni al resto della ciurma per attraccare. Lovino arrivò sul ponte, andando verso Antonio e guardando nella sua stessa direzione. "Quindi… quello é un villaggio?" chiese curioso il piccolo sirenetto, mentre si teneva al parapetto della nave per non cadere.             

"Si… è una città portuale per l’esattezza" gli spiegò il maggiore, osservando la costa che si avvicinava sempre di più.                        

"Non vedo l'ora di visitarla" sorrise leggermente Lovi, appoggiandosi al bordo con gli avambracci e guardando le case che si affacciavano colorate sul mare.                        

"Ehhh~… ma non volevi tornare a casa tu?" sogghignò il pirata, osservando lo sguardo interessato del moro al suo fianco.             

"Sta zitto" gli diede un piccolo pugno sul fianco, gonfiando le guance. "Sono curioso, tutto qui!" Lo spagnolo ridacchiò, divertito dalla buffa espressione di Lovino.
 

Quando entrarono nel piccolo golfo dov’era situata la città, Antonio diede l’ordine di gettare l'ancora in mare.

"Fate calare le zattere!!" ordinò infine quando tutte le vele furono piegate, impedendo così di far muovere la nave.
"Si capitano!" risposero in coro alcuni marinai, calando le zattere per poter raggiungere la costa.

"Franny!" lo chiamò poi Antonio, avvicinandosi a lui.

"Si mi dica capitano" gli rispose Francis, intento a riordinare la cambusa in attesa delle nuove provviste per il prossimo viaggio.

"Tu resta sulla nave e controllala. Io andrò con il resto dell’equipaggio a fare rifornimento"

"Si Tony" gli disse l’amico, consegnandogli un foglio con praticamente l’elenco della spesa.

"Bene... affido Dolores nelle tue mani"                        

"Scendiamo?" Chiese Lovino, che si era intromesso nella discussione mentre cercava di trattenere l'entusiasmo e seguiva il capitano ovunque andasse, come un fedele cagnolino.                        

"Si" gli rispose lui, andando verso il parapetto, scavalcandolo e scendendo su una scaletta fatta di corda, fino ad una delle zattere, salendoci sopra. "Ora stai attento" lo avvisò, guardando in alto verso Lovino.                       

Il piccolo si morse le labbra ed esitò un attimo prima di scendere lentamente per la scaletta e salire anche lui sulla zattera. Quando mise un piede sulla piccola imbarcazione per poco non perdeva l’equilibrio e cadeva in acqua.                    

"Ti ho detto di fare attenzione" ridacchiò il pirata, tenendolo per un polso e aiutandolo a sedersi. "Gil! Manchi solo tu! " lo chiamò, vedendo che non si muoveva.                     

"Arrivo!" Esclamò l'albino, unendosi a loro, posizionandosi sulla prua della zattera e puntando il dito verso la città. "Andiamo!"                        

"Aaaaah..." sospirò Antonio, cominciando a remare mentre Gilbert non faceva nulla.                        

Lovino intanto si guardava attorno con occhi grandi e luccicanti di curiosità. Gil continuò a tenere le mani sui fianchi, testa alta e petto in fuori… manco fosse lui il capitano. Finalmente arrivarono alla riva.

"Scendete e ormeggiate la zattera "                        

"Agli ordini!" L'albino aiutò Lovino a scendere dalla zattera e la ormeggiò, battendo le mani una volta finito. "Che lavoro stupendo che ho fatto"                        

"Si si, come vuoi. Ora mentre io e Lovi facciamo rifornimento tu puoi andare, sei libero" lo incitò, sapendo che l’amico aspettava questo momento da giorni.                       

Gli sorrise dandogli una pacca sulla spalla.                        

"Certo! Corro!" Esclamò, letteralmente correndo alla ricerca della sua amata.                        

"Ciao!" lo salutò Antonio, vedendolo poi sparire a gran velocità. "Bene ora… " prese un foglietto dalla tasca "... noi dobbiamo comprare la verdura" disse, cominciando a camminare verso il mercato situato al centro del paese.                        

Lovino lo seguì a ruota, continuando a guardarsi attorno per ammirare l'architettura e gli abiti degli abitanti. "La verdura qual'è? E dove la troviamo?" chiese, sbirciando ciò che c’era scritto sul foglietto di Antonio.                     

"Nel mercato della città e ci sono vari tipi di verdure… poi vedrai" disse, continuando a camminare per le strade della piccola cittadina e arrivando finalmente alla piazza del mercato.                        

Il piccolo fu un po' preso alla sprovvista da tutta la gente che c'era e si avvicinò di più al pirata, sia per non perdersi che per non essere colpito da qualcuno, vista la sua corporatura bassa e minuta.                     

"Stammi vicino altrimenti ti perdi con tutta questa gente"                        

"L-lo sapevo, bastardo!" Esclamò, arrossendo e gonfiando leggermente le guance.                        

Antonio continuò a camminare per il mercato, fermandosi ogni tanto a comprare il necessario.

"Mi servono una dozzina di casse di carote e… " guardò il foglietto "... e legumi misti 15 sacchi, tutto da consegnare al porto"

"Va bene. Fanno sette monete d'oro" Antonio consegnò il denaro per poi andare avanti.                        

Lovi era stupito dalla varietà di cose che ci fossero in quel mercato. Ad un certo punto la sua attenzione venne catturata da un, strano a parer suo, frutto rosso e tondo. Lo indicò, fermandosi e prendendo la mano di Antonio per attirare la sua attenzione. "Cos'è quello?" chiese con gli occhi pieni di curiosità.                       

"Pomodori… " gli rispose guardando la lista "... e sono l'ultima cosa che dobbiamo comprare"                        

"Pomodori?" Ripetè, continuando a guardarli. "E si mangiano?"                        

"Si..." si girò verso il venditore "... me ne servono 10 casse" disse, per poi pagare.                        "Ne vuoi uno?" gli chiese poi, notando come li fissava.

Lovino annuì velocemente, continuando a guardare quella palla rossa, come incantato dal suo colore e dalla sua buccia lucida.                        

Antonio sorrise e ne comprò un cestino "Tieni" disse, porgendoglielo.                       

Il moretto lo prese delicatamente tra le mani, portandone poi una su un pomodoro e avvicinandolo lentamente alle labbra prima di morderlo. I suoi occhi si illuminarono di nuovo e sorrise. "È delizioso!"                        

"Lo so, Sono il mio cibo preferito insieme alle olive" gli rivelò lo spagnolo, sorridendo.                        

Lovi diede un altro morso al pomodoro, finendolo in pochi minuti. "Wow… ora non so come farò ad Atlantide senza di questi"                        

"Ah… non lo so, ora però seguimi che voglio trovare qualche negozio di libri"                        

"Va bene" lo seguì a ruota, tenendo in una mano il manico del cestino e nell'altra la manica del pirata, avendo paura di perdersi.                       

Raggiunsero una vietta non troppo affollata trovando il tanto agognato negozio.

"Eccolaaa!!" Antonio corse dentro tutto entusiasta, cominciando a sfogliare libri su libri. I suoi occhi verdi sembravano brillare di luce propria e le sue labbra erano piegate in un leggero sorriso che esprimeva tutto l’entusiasmo che stava in qualche modo cercando di trattenere.                        

Lovi entrò più tranquillamente, guardandosi attorno curioso anche se ad Atlantide aveva visto biblioteche molto più grandi di quella. Seguì lo spagnolo, non essendo veramente interessato in qualche libro, solo a come appariva diversa la libreria rispetto a quelle a cui era abituato lui.                        

Antonio guardava i vari libri prendendo quelli che gli sembravano più interessanti, formando velocemente un’alta pila che teneva abilmente tra le mani. "Prendo questi" disse al proprietario per poi pagarli. Si notava che si stava trattenendo dal saltellare sul posto come un bambino impaziente mentre l’uomo di mezza età gli ripassò tutti quei preziosi manoscritti.                       

"Di che parlano?" Chiese Lovi, curioso di come mai lo spagnolo fosse tanto entusiasta.                      

"Alcuni sono di storia, altri geografia e questo!!" disse, prendendo un libro in mano "È una storia romantica!!" terminò con gli occhi che luccicavano mentre guardava la copertina decorata dettagliatamente con motivi floreali e delicati.                       

"Storia romantica? Sul serio?" Ridacchiò la sirena, inarcando un sopracciglio. "Non ti facevo tipo da queste cose"                        

"Che c'è? Ognuno può leggere quello che vuole" mugugnò lo spagnolo, corrucciando le sopracciglia scure mentre arrossiva un po’.                        

Lovino ridacchiò di nuovo, scuotendo la testa. "Certo, come vuoi tu capitano" rispose, dandogli una pacca sulla spalla.                        

"Bon… ora andiamo a portare le provviste e i libri alla nave" Disse il maggiore, prendendo i libri e uscendo finalmente da quello che per lui poteva benissimo essere il paradiso sceso in terra.                        

"Vaaa bene" la sirena lo seguì, continuando a guardarsi attorno incantato. Era molto bello lì, avrebbe voluto esplorare e imparare di più su tutto quello che lo circondava. Non solo Antonio era affamato di sapienza!

 

                       

Intanto nella villa vicino alla cittadina di mare, una ragazza, dai lunghi capelli castano chiaro e i bellissimi occhi verde smeraldo, stava passeggiando per il suo giardino, ammirando le meravigliose aiuole e gli alberi in fiore.  

               

"Psss!!" Disse una voce dietro ad un cespuglio, facendo sobbalzare la povera ragazza di nobile sangue. "Eh...?" si voltò leggermente verso l’arbusto, cercando di capire se si fosse solo immaginata tutto o avesse veramente sentito qualcosa.                       

Dal cespuglio spuntò la testa di Gil, che si guardò attorno prima di sorridere solarmente alla ragazza. "Hey. Ti sono mancato?" Sussurrò, non volendosi far sentire da qualche guardia.                        

La ragazza spalancò gli occhi e si avvicinò all’albino per poi abbasarsi alla sua altezza. "Cosa ci fai qui!?!?" disse/urlò, stupita di quella comparsa così improvvisa.                      

"Shhhhh!" Gilbert le posò un dito sulle labbra prima di prenderla per le braccia e portarla con se dietro il cespuglio. Fece risbucare la testa dalla parte opposta per controllare un’ultima volta prima di girarsi definitivamente verso l’ungherese. "Sono venuto a prenderti, tesoro" le disse felice, continuando a sorridere.                       

"Ehhhh!?!?" disse a bassa voce Elizabeta, sgranando gli occhi verdi.                        

Gil ridacchiò, prendendole il mento e baciandola improvvisamente sulle labbra. Quel ragazzo era tutto sorprese per la povera ragazza.

"Vieni con me, Liz… vivremo insieme e solcheremo i mari! Mille avventure ti aspettano là fuori, mia stupenda amata e voglio che tu le viva a pieno… con me" le disse dolcemente, passando delicatamente le dita sulla guancia mentre il suo sguardo trasmetteva tutto l’amore che provava. Il suo sorriso non nascondeva nessuna nota ironica o maliziosa. Era sincero… lo sarebbe sempre stato per la sua amata.                       

Liz arrossí. Quando Gilbert ci si metteva sapeva essere proprio romantico... "Ma… ma come faccio? Ti ricordo che sono la promessa sposa del principe d'Austria! Non posso andarmene come se niente fosse..." gli disse triste, abbracciandolo e affondando il viso nel suo collo pallido, leggermente arrossato per le ore che passava sotto il sole. Oh Dio… quanto gli era mancato...                        

"...certo che puoi!" Esclamò Gilbert, sempre a bassa voce, sorridendole e baciandole la punta del naso. "Sei Liz, la mia Liz, puoi fare tutto! Manda a fanculo il damerino e vieni con me!" La abbracciò di nuovo, accarezzandole i capelli castani. "...non gli permetterò di sposarti… non finchè sarò in vita."                        

"Gil… neanche io voglio sposarlo, ma non posso abbandonare tutto per i miei desideri egoisti. Il mio popolo ne risentirebbe." si strinse di più a lui, cercando di trattenere le lacrime. "P-Però… non voglio lasciarti di nuovo..."                        

"....allora ti rapirò!" Il pirata si mise in piedi, alzandola dalla vita e portandosela sulla spalla come un sacco di patate, continuando a sorridere.                        

"Gil!! Mettimi giù!"  Esclamò, coprendosi la bocca subito dopo mentre arrossí di botto.                                            

"Non se ne parla principessina! Tu verrai con me che tu lo voglia o no!" Iniziò ad incamminarsi verso il passaggio dal quale era entrato, stando sempre attento a non farsi scoprire.                        

"E se qualcuno ti scoprisse? Non voglio pensare a ciò che ti faranno!!"                        

"Ma figurati se il magnifico me si fa beccare!" Rise confidente, iniziando a scavalcare il muro con Liz sulla spalla. "Tieniti!"                        

"Okay" si aggrappò al ragazzo mentre questo scavalcava il recinto. Quando fu saltato giù e iniziò a camminare per le strade della città, Elizabeta gli diede una leggera pacca sulla schiena per attirare la sua attenzione. "Ora mi puoi mettere giù?"                        

"Noooo~" sorrise lui, dandole una pacca sul sedere e continuando a camminare verso il porto.                        

"Gilbert!" arrossí di botto, dandogli uno schiaffo più forte per ripicca. "Non il sedere!"                        

"Eh? Non so di cosa tu stia parlando" ridacchiò Gilbert e gli posò un bacino sullo stesso punto, finalmente intravedendo la nave.                        

"Gilbert!!" cominciò ad agitarsi, cercando di liberarsi dalla presa del pirata.                        

"Va bene, va bene ti metto giù" si arrese, posandola a terra e dandole un bacino sulle labbra.                      

Liz gonfiò un po’ le guanciotte rosse, incrociando le braccia. "E ora, mister rapitore? Che si fa? Non posso mica girare con questo vestito. Mi scoprirebbero subito." gli fece notare indicando il suo ingombrante vestito di tulle e raso.           

"Mmmm..." L’albino si portò una mano al mento e ci pensò su un attimo prima di schioccare le dita. "Ci sono! Vieni con me!" Le prese la mano e iniziò a correre verso un negozietto. Al suo interno c’erano vestiti di tutti i tipi e per tutti i sessi. "Provati qualsiasi cosa ti piaccia, pago io."                        

"Ne sei sicuro?" chiese insicura, entrando nel negozio insieme al ragazzo per iniziare a guardarsi attorno.                        

"Sisi, ora muoviti su!"                        

"Okay" cominciò a guardare i vari vestiti e abiti per poi sceglierne uno e andare a metterselo.

Quando uscì fuori dallo sgabuzzino in cui era entrata a cambiarsi indossava un semplice vestito dal corpetto nero che le fasciava perfettamente il seno e sotto ad esso una camicetta bianca a maniche corte a palloncino. A completare il tutto c’era una gonna rossa con qualche decorazione sull’orlo.

"Come mi sta?" chiese, girando su se stessa per dare una visuale più completa all’altro.                     

Gil aprì la bocca, rimanendo incantato nel guardarla.                        

"... stupenda… tesoro, solo tu puoi essere più figa del sottoscritto!"                        

"Non dire cose strane" arrossí, guardando dall’altra parte. "Paga il tipo e andiamocene prima che ci scoprano" gli sussuró all'orecchio.                        

"Agli ordini!" Il ragazzo pagò in fretta e portò la ragazza verso il porto. "Ora dobbiamo solo aspettare il capitano e Lovi per tornare sulla nave"

"Vaaaaa beneeee!" si avvicinò al braccio di Gilbert abbracciandolo.

“Gil?”

“Si?”

Elizabeta sorrise, chiudendo gli occhi e appoggiando la testa alla spalla del suo amato compagno.

"Sono felice che tu mi abbia rapita..."

 

Finalmente erano uniti.




 

P.S.

“Eh perchè si cavoli, chi non vorrebbe essere rapita dal magnifico me?! Kesesesese!”

Al prossimo capitolo!!
   
 
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