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Autore: cicciottina    28/05/2009    6 recensioni
[-ohi teme!- la sua voce squillante e fastidiosa mi bloccò sulla porta: -torna per cena, altrimenti quella mi ammazza!- ghignò Naruto stravaccato sulla sua poltrona con una vecchia edizione della trilogia della pomiciata già in mano. Io mi limitai a fulminarlo con lo sguardo prima di dislocarmi con un jutsu veloce oltre le mura del villaggio. Quella missione dovevo finirla in fretta e tornare veramente per cena: non potevo mancare al compleanno di Seito altrimenti Sakura mi avrebbe lasciato sul divano per una settimana.] Nuova raccolta di one-shot sui personaggi principali dello shippuden, una famiglia in particolare! spoiler per chi non legge le scan fino al capitolo 446, più o meno.
prologo [sasuke pov]
1- smalto [team7 - naruto pov]
2- pentole e coperte [team7 - sakura pov]
3- di cavoli, api, fiori e cicogne
4- quattro giorni, sedici ore e quarantasette minuti
5- sharingan
6- regali di compleanno e mogli pericolose [naruto pov]
7- invasione [sasuke pov]
8- il Sensei
Genere: Romantico, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sakura Haruno, Sasuke Uchiha
Note: Raccolta | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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3c

Di cavoli, api, fiori e cicogne...

Le costruzioni erano il mio gioco preferito, insieme alle macchinine. Mi piaceva poter costruire un sacco di cose, poi smontarle e costruirne altre diverse.
Quando mamma e papà me le avevano regalate non capivo cosa servissero e non mi piaceva il fatto che si potessero disfare così facilmente: ma poi la mamma mi aveva fatto vedere che potevo fare e disfare qualsiasi cosa e che potevo rimediare ad ogni errore solo spostando un pezzo.
Ed erano diventati il mio gioco preferito, e quando costruivo qualcosa che mi piaceva molto la conservavo fino a sera per mostrarla a mio padre quando rientrava.
Un pomeriggio di marzo stavo giocando con i miei mattoncini colorati in camera mia, la mamma era all'ospedale, papà al quartiere generale a lavorare con Shikamaru-sama e gli ambu. Così io e i miei fratelli eravamo in casa soli con la nonna che cucinava al piano di sotto.
Minato, nostro cugino, era appena arrivato e stava nell'altra camera con Seito e Hiro. Si chiudevano sempre lì dentro se non erano fuori ad allenarsi e non mi facevano entrare perchè secondo loro ero troppo piccolo. Hito e Minato hanno la stessa età mentre Seito mio fratello maggiore ha un anno in più di loro, mentre io avevo solo cinque anni.
Sentivo le risate e gli urli che facevano mentre si accapigliavano in camera di Seito ed ero geloso, non mi andava di stare solo a giocare alle costruzioni. Così mi alzai e sistemai la maglietta bianca e blu, poi pian piano raggiunsi il corridoio e la stanza di fronte alla mia, accostai un orecchio alla porta per sentire che stavano facendo ma ascoltai qualcosa che forse non dovevo sentire.
-sapete che ho visto Sarutobi che si baciava con una ieri...ahahah...erano al parco sotto la montagna!- mio fratello Hito si stava sbellicando dalle risate: -dovevate vederli..sembravano due anguille!!- gli altri due si unirono alla sua risata.
-bene.. tra un po' ci sarà un piccolo Sarutobi in giro!!- Minato ridendo probabilmente era caduto perchè le sue parole erano state seguite da un tonfo sordo e un'altra risatina.
-perchè un altro Sarutobi?- questa volta era stato Hito a parlare ma sembrava serio
-come perchè? Non lo sai che quando due si baciano dopo un po' nasce un bambino!?!- Minato aveva esposto la sua teoria esclamando allibito, mentre io li spiavo da una fessura nella porta.
-non credo sia così..- mormorò Seito mentre invece Hito urlava saltando sul letto: -cOOOsA veramente!?!?! e tu come fai a saperlo...chi te l'ha detto!?!-
-lo so e basta! Perchè ho visto mio padre baciare mia madre un po' di tempo fa e ora mia madre aspetta un bambino! Non ci vuole molto a capirlo...- Minato sembrava sicurissimo delle sue parole, era uno dei migliori a scuola ma non riusciva a superare mai gli Uchiha e ora che si presentava l'occasione di dimostrarsi più bravo di loro probabilmente non voleva sprecarla.
-ne sei sicuro Minato?!?- mio fratello maggiore era scettico, non credeva del tutto alle parole dell'amico. Lui era il maggiore dei tre e non sapere nulla dell'argomento probabilmente lo indispettiva.
-tuo padre baciava tua madre!?!- intervenne scandalizzato Hito con la lingua fuori come se stesse per vomitare.
-certo! Non avete mai visto i vostri genitori baciarsi!?!- per lui sembrava una cosa normalissima invece per noi assurda: - mio padre bacia un sacco di volte mia madre e po come la bacia...la stringe tutta e secondo me la bacia anche con la lingua! guardate che se due si vogliono bene e vogliono dei figli si baciano!!! veramente non si baciano?- anche lui stava cominciando a dubitare che i suoi fossero normali probabilmente.
Mio padre non era certo tipo da smancerie, non mi prendeva mai in braccio e non giocava con me. L'unica cosa che faceva quando gli mostravo le costruzioni o un disegno oppure un nuovo sigillo che avevo imparato era scompigliarmi i capelli con la mano e accennare una smorfia contenta. Tantomeno con la mamma non si piegava mai a smancerie coccole o bacini. Non li avevamo mai visti abbracciarsi ne baciarsi, solo prima di partire per qualche missione lunga papà le dava un bacio sulla fronte magari ma nulla di più.
-che schifo!!! NO! Mio padre è un ninja fortissimo lui non fa queste cose da femmine!!- Hito era scandalizzato dalla domanda di nostro cugino e aveva una smorfia disgustata stampata in faccia.
-i ninja non devono lasciar trasparire i loro sentimenti- ripetè come un automa Seito mentre io continuavo a spiarli: -e poi non ce lo vedo mio padre: è una cosa disgustosa!?!- continuò lui.
A quel punto capii che forse era bene sloggiare prima che quei tre decidessero di uscire per allenarsi, se mi avessero beccato a spiarli mi avrebbero preso in giro e l'avrebbero detto a papà.
-beh comunque se la bacia così spesso dovresti avere un sacco di fratelli no?- Seito era molto intelligente, lo dicevano tutti, anche papà, e forse lui aveva colto il centro della questione.
Non riuscivo a vedere tutti e tre contemporaneamente ne che facce stessero facendo a il silenzio che era calato mi diceva che qualcosa non andava, così mi affrettai a tornare in camera mia in silenzio.
Feci appena in tempo a saltare al centro del tappeto e sedermi davanti alle costruzioni quando Hito balzò in camera mia di soppiatto.
-ci stavi spiando Keisuke??- mi chiese con un sopracciglio alzato e una faccia sospettosa.
-no- mormorai io fingendomi concentrato sul castello che avevo lasciato a metà, subito Hito venne raggiunto da Minato e Seito che sospettosi come lui mi accerchiarono sul tappeto della stanza mia e di Hitoshi.
-sei sicuro??- Seito mi faceva molta più paura di Hito, lui era più severo e simile a mio padre, mentre l'altro urlava e scherzava sempre anche se cercava di atteggiarsi da duro.
-nooo- brontolai di nuovo strappando il castello dalle mani di Hitoshi che stava tentando di aggiungerne dei pezzi.
-sarà meglio Kei..lo sai che non si origliano le conversazioni altrui?- continuò Seito chinato accanto a me mentre Minato al suo fianco rimaneva in silenzio con un sorrisone sulla faccia.
-io non origlio!- protestai io sebbene sapessi perfettamente di essere nel torto, ma coi miei fratelli bisognava imparare a difendersi in tutte le maniere dalle loro prese in giro.


Qualche ora più tardi la mamma era rientrata stanca morta e la nonna era tornata a casa sua.
Il pavimento dell'ingresso era il posto migliore della casa per giocare alle macchinine perchè il parquet aveva tante strisce verticali e così potevo usarle come corsie per le corse, la mamma non voleva che giocassimo nel corridoio ma io mi mettevo sempre nell'angolo della porta e li dalla cucina non riusciva a vedermi, così potevo stare lì fino all'ora di cena.
Anche le macchinine mi piacevano molto, me le aveva comprate la mamma un giorno che eravamo usciti a fare la spesa. Mi aveva spiegato che servivano a portare le persone nei posti lontani e che nel nostro villaggio nessuno le usava perchè i ninja possono correre velocissimi e non ne hanno bisogno. Avrei tanto voluto vederne una vera ma la mamma mi ha detto che forse da grande in missione la vedrò perchè le usano in tanti villaggi non ninja lontani da noi.
La mia mamma sa sempre un sacco di cose e a me piace un sacco farmi raccontare tutte le storie delle sue missioni di quando era piccola. Credo che quando sarò grande anche io vorrò fare il dottore come lei.
Facevo sgommare le macchinine intorno al mobiletto di legno dell'ingresso e poi passare davanti alla porta prima di finire il giro sulle mie ginocchia, ma tanto vinceva sempre quella blu perchè la guidavo io in persona. La mamma si affacciò improvvisamente dalla cucina e mi beccò mentre facevo saltare alla rossa una scarpa di mio padre.
-Kei!!- esclamò con le mani sui fianchi: -lo sai che non devi giocare con le macchinine qui! E poi è tardi tra un po' arriverà tu padre, vieni a darmi una mano ad apparecchiare..- a quel punto sapevo che dovevo ubbidirle perchè se mio padre fosse rientrato beccandomi a giocare invece che ad apparecchiare si sarebbe infuriato. Così mi alzai e cominciai a raccogliere le macchinine.
-oook arrivo!- borbottai verso mia madre che sorridendo ritornò in cucina.
Raccolsi tutto e poi le posai sul mobile dove papà e mamma lasciavano le chiavi e il coprifronte dopo essere entrati, ma proprio mentre mi voltavo per raggiungerla in cucina le porta si aprì dietro di me con uno scatto ovattato. Mio padre era rientrato.
Mi voltai di scatto con un mega sorriso sul volto, mio padre era il nostro mito: silenzioso e asociale ma era il migliore di tutti i padri, insegnava ai miei fratelli i jutsu più semplici e a lanciare i kunai, non giocava con me ma mi portava spesso con se in giro per il villaggio e io mi divertivo sempre un sacco dietro di lui.
-ciao papà!- esclamai balzando davanti a lui, ero alto come le sue gambe
Papà posò le chiavi e si slegò il coprifronte, poi mentre si chinava per togliersi le scarpe mi scompigliò i capelli con una manata delicata sulla testa.
-ciao Kei- mormorò tra se liberandosi degli stivali della divisa da jonin.
-KEI dove sei finito?? devi apparecchiare!!- gli urli delle mamma ci raggiunsero e strapparono un ghigno divertito a mio padre. Non l'aveva sentito rientrare e io sapevo benissimo cosa voleva fare.
Si alzò e con uno sguardo mi impose di seguirlo in silenzio, io obbedii camminando in punta di piedi dietro di lui. Guardavo le sue spalle larghe e muscolose sotto la maglia blu della divisa e il ventaglio rosso e bianco ricamato tra esse, simbolo della nostra famiglia.
Arrivò in cucina alle spalle della mamma agile e silenzioso superò il tavolo da pranzo e con un cenno della mano mi impose di fermarmi: lui era in piedi diritto come un fuso dietro alla mamma che continuava tranquilla a occuparsi della cena e non lo aveva sentito.
-Kei muoviti!! tuo padre tra poco torna!!- la mamma urlò pensando che io fossi ancora in corridoio, non riuscivo a non ridere, così mi tappai la bocca con la mano mentre aspettavo la risposta di papà.
Lui si sporse leggermente in avanti fin quasi al suo orecchio poi mormorò piano:
-guarda che sono già qua....- aveva parlato talmente piano che solo lei forse aveva capito bene le parole, ma bastò per spaventarla a morte.
La mamma urlò e fece un balzo indietro finendo contro il petto di papà che salvò al pelo la padella che lei stava per lanciare all'indietro.
-Sas'ke!?! volevi farmi prendere un colpo....questa volta ci sei andato vicino ad ammazzarmi!- disse la mamma dopo qualche secondo con una mano sul cuore e l'altra chiusa a pugno in direzione di papà, erano davvero buffi: lei tra le braccia di lui a minacciarlo mentre papà reggeva la padella e la mamma contemporaneamente.
A quel punto non potei più trattenere le mie risate e saltellando li raggiunsi sedendomi sul piano delle cucina, la mamma mi guardò un po' offesa, non le piaceva che noi dessimo man forte a papà nei suoi tentativi di omicidio, poi si concentrò sulle minacce verso di lui.
-molla la mia padella screanzato...altrimenti vi lascio tutti senza cena!!- borbottava mentre gliela strappava di mano: -e tu cosa ridi?? pidocchietto vai subito ad apparecchiare prima che me la prenda anche con te!!- ogni volta la mamma fingeva di arrabbiarsi e ci urlava provando di mascherare il suo sorriso senza riuscirci un granchè, anche perchè sapevo bene che non appena mi fossi girato avrebbero fatto quello sguardo.
Era un'occhiata che si lanciavano ogni volta che battibeccavano per qualcosa di stupido, per esempio dopo che papà si lamentava del riso insipido o degli onigiri troppo pressati, lei lo minacciava di non far più da mangiare si beccavano un po', poi lui faceva lo sguardo e lei anche. Papà sorrideva così solo la mamma: non proprio un sorriso in realtà, la guardava solo come se avesse voluto mangiarla o qualcosa del genere. Per me quello sguardo voleva dire che si volevano bene.
Presi i piatti i tovaglioli e la tovaglia poco per volta, non mi era permesso prendere i bicchieri perchè ne avevo già rotti troppi così quelli li prese la mamma e insieme preparammo la tavola per tutti e cinque.
-chiama i tuoi fratelli- mi disse papà con il suo solito tono privo di colore e io obbedii subito.
-onii-san onii-san onii-san!- blateravo correndo nel corridoio cercando i miei fratelli maggiori.
Tornammo in cucina tutti e tre assieme pochi secondi più tardi, io correvo dietro di loro, sembravano una mandria di mucche impazzite, corsero spintonandosi fino alla cucina per fiondarsi ognuno al suo posto. Papà però non amava tutto quel rumore inutile e nemmeno la maleducazione a tavola così lanciò loro l'altro sguardo: alzava il sopracciglio destro e li sgridava senza dire una parola. Magicamente Seito e Hito si calmarono prendendo posto silenziosamente uno accanto all'altro alla sua sinistra.

A tavola ci sedevamo sempre uguali: papà capotavola, la mamma a sinistra e io di fianco a lei, dall'altra parte i miei rumorosi fratelli. Quando tutti gli uomini Uchiha furono radunati attorno al tavolo la mamma entrò con la cena, posò le pietanze sul tavolo e si accomodò anche lei sorridendoci come sempre; nostro padre alzò le bacchette e le spezzò con un gesto secco e controllato per poi farsi passare la ciotola del riso con un cenno del capo, mentre io e i miei fratelli ci fiondavamo sul resto. La frittata di mia madre era speciale: ne faceva una grande, poi le divideva a metà e in una parte aggiungeva il curry, come piaceva a me e papà, nell'altra no per gli altri due, riusciva sempre a fare contenti tutti, nonostante avessimo gusti completamente diversi.
La cena era a metà e forse solo io avevo notato lo strano silenzio e gli sguardi concitati che si scambiavano i miei fratelli, sapevo che stavano confabulando qualcosa ma non capivo perchè si comportassero così davanti ai nostri genitori. Ma le mie domande trovarono presto riposta.
-Hito che hai?- chiese la mamma con l'aria preoccupata: -non hai mangiato neanche un po' di riso..- si giustificò lei mentre studiava le gomitate di suo figlio al maggiore di noi Uchiha.
-ehm niente ma'...solo..- una gomitata lo colpì più forte e si fecero beccare come due pivelli
-ma che avete voi due??- continuò lei sempre più vicina all'arrabbiatura.
Seito scroccò a Hito un occhiataccia e poi con la coda dell'occhio cercò papà.
-ehm, noi veramente volevamo...ehm..chiedervi, insomma, una cosa...- non l'avevo mai visto così imbarazzato, lui che era così espansivo ed esuberante in ogni situazione, mi sembrava impossibile ma era molto più interessante le mia porzione abbondante di frittata al curry e riso.
-certo...che cosa?- la mamma era tornata sorridente, magari aveva capito che dietro al poco appetito di Hito c'era solo quella domanda che lo imbarazzava tanto.
-ehm...- fece un'altra pausa, guardò Seito ancora mentre io incuriosito drizzavo le orecchie.
-mammacomenasconoibambini??- sbiascicò a denti stretti Hitoshi, aveva parlato talmente veloce e talmente piano che nessuno aveva capito nulla. Anzi forse papà aveva carpito qualche parole perchè alzò gli occhi dal rapporto che stava leggendo e inarcò di nuovo il pericoloso sopracciglio: quello era un pessimo segno.
-come?? Hito parla più forte non capisco nulla!- brontolò la mamma afferrando il piatto con le verdure al centro del tavolo per servirsi senza immaginare la domanda che avrebbe sconvolto la serata.
-sei tu il più grande dillo tu!- protestò lui rivolto al maggiore di noi che per ripicca gli mollò un pizzicotto sul fianco prima di decidersi a parlare: -volevamo sapere...come nascono i bambini!!- esclamò infine scocciato e imbarazzato anche se voleva nasconderlo sotto una maschera di finta indifferenza.
Quello che successe dopo quella domanda non mi fu molto chiaro, anche perchè non capivo come una cosa così semplice potesse scaldare così la mia famiglia.
Hito e Seito dopo la fatidica domanda alzarono entrambi il livello di attenzione simulando due facce da angeli buffissime, la mamma si bloccò un secondo poi venne invasa di un attacco violento di risatine, ma il migliore fu mio padre. Sasuke Uchiha, l'imperturbabile, si bloccò con le bacchette infilate in bocca ma il boccone gli andò gli andò di traverso e lo tossì violentemente fuori, poi deglutì scrutando Seito come se volesse fargli una radiografia nel bel mezzo della cucina.
Non avevo mai visto mio padre imbarazzato, ne arrossire, ma quella fu la cosa più simile all'imbarazzo che vidi mai dipinta sul suo volto.
La mamma ancora ridacchiava mentre io mi sempre più stupito scrutavo attentamente ogni membro della mia famiglia: non capivo il problema? Ma non erano le cicogne a portare i bambini alle loro mamme?
-Sas'ke credo che questa volta tocchi a te...è una cosa da chiacchierata tra uomini...- non so come ma l'espressione di mio padre peggiorò ancora! Passò dall'imbarazzo sottile all'odio profondo per lei e si capiva benissimo dallo sguardo, la stava fulminando letteralmente, sembrava sparare dei chidori degli occhi: -non ci sperare...Sakura...- riuscì a sibilare tra i denti, faceva invidia ad un cobra.
La mamma ricominciò a ridere sottovoce mentre papà deglutendo rivolse lo sguardo verso la parte destra del tavolo. Non ci capivo più niente, come facevano i miei fratelli a non sapere da dove venissero i bambini??
-perchè questa domanda?- chiese papà un po' titubante
-è colpa di Minato!- intervenne subito Hitoshi pronto a scaricarsi via la colpa, ma Seito non glielo permise intervenendo irritato: -ha detto che i bambini arrivano quando due si vogliono bene...- papà a quel punto fece una faccia strana e mormorò qualcosa che però sentì solo la mamma ma che gli fece guadagnare un pizzicotto sulla mano non troppo gentile.
-...e si baciano!- concluse Seito risentito per aver perso l'attenzione di mio padre.
Quell'ultima parte sortì l'effetto contrario, mia madre sbuffò brontolando qualcosa di incomprensibile mentre questa volta fu mio padre a divertirsi sfoderando un ghigno malefico.
-ah è proprio figlio del baka...-mormorò tra se prima di alzare il tono di voce: -non è del tutto falso ma Minato non ha dei gran modelli...- papà sembrava terribilmente divertito dalla situazione, ma tutti avevamo capito che stava solo ridendo alle spalle dello zio.
-ma i bambini escono dalla pancia delle femmine, che c'entrano i maschi!?!- Hito sbottò irritato, nessuno in effetti aveva ancora risposto alla loro domanda, così intervenne la mamma.
-è vero Hito ma sono i papà a metterli lì...- la voce della mia mamma era dolce e amorevole ma quello che aveva detto mi fece trasalire: i bambini escono dalle pance delle mamme?!?
Così contrariato e arrabbiato scattai in piedi ribaltando la sedia furioso contro mio fratello che aveva osato dire una cosa del genere.
-non è vero!!! i bambini non escono dalle pance delle mamme!! io voglio bene alla mamma e non le farei mai male!! SEI UN BUGIARDO HITO!!!- la mia sfuriata stupì tutti lasciando pochi secondi di silenzio. Papà mi guardò stranito con le bacchette di nuovo a mezz'aria, invece lei mi afferrò il polso con delicatezza e mi sorrise come faceva quando tornava a casa la sera tardi o non mi vedeva da qualche giorno.
-stai tranquillo Kei, rimetti a posto la sedia e stai composto...- mormorò vicino al mio orecchio (che arrivava alla sua spalla nonostante lei fosse seduta) e io istintivamente obbedii calmato dal suo tono dolce e accondiscendente, raccolsi la sedia rovesciata alle mie spalle e mi sistemai di nuovo con le mani strette in grembo, mi sentivo in imbarazzo per i miei urli, poi la mamma ricominciò a parlare mentre mangiava il riso divertita.
-tuo fratello non è un bugiardo: quando due persone si vogliono molto bene, si baciano e si abbracciano e possono decidere di avere un bambino...che esce dalla pancia della mamma! Ma non è una cosa brutta..-
Il brontolio di papà lo sentirono tutti anche se non copriva la voce della mamma -questo lo dici tu..- mormorava a bassa voce rivolto alla mamma o forse a se stesso, ma lei continuò
-..o che fa male alle mamme, sono i dottori a far uscire il bambino che è cresciuto nella pancia protetto dalla sua mamma!- rimasi shockato da quella spiegazione, era una cosa schifosa. Riepilogando: i papà mettevano un bambino piccolo nella pance delle mamme che poi cresce e i dottori lo fanno uscire. La prima cosa che pensai fu che non era la cosa più disgustosa che mi avessero mai detto e probabilmente la mia espressione riproduceva esattamente il mio stao d'animo perchè la mamma si affrettò a precisare alcune cose.
-non è una cosa brutta! E poi anche tu e i tuoi fratelli siete nati così!-
Rettifica: questa era la cosa più disgustosa del mondo, non poteva essere vero. Cercai lo sguardo di mio padre per vedere le sua reazione all'orribile rivelazione della mamma, ma trovai solo un uomo che impassibile continuava a mangiare il suo riso ignorando la discussione intorno a lui.
-che schifo!?!- commentai a bassa voce, nemmeno la mamma sentì, e Seito ne approfitto per continuare con le sue domande incentivato dai commenti di Hito: -ma baciarsi è da femmine!!-
-si ma noi questo lo sappiamo già...vogliamo sapere come fa il bambino a finire nella pancia della mamma!!??!!- in effetti quel punto non era chiaro nemmeno a me, ma ero ancora troppo sconvolto per concentrarmi sulle modalità, dovevo prima superare il trauma della vista di me dentro la pancia della mamma. Non riuscivo a staccare gli occhi dal suo ventre: mi sembrava impossibile che un bambino fosse stato li dentro. Anzi, tre.
La domanda di mio fratello provocò però un silenzio pesante che attirò la mia attenzione: la mamma era arrossita e fissava il piatto provando di spiegare qualcosa su delle api a Hito.
-ehm..vedi Hito, hai presente le api? Ecco cioè...in pratica...- prese un respiro profondo prima di continuare, ma papà intervenne prima che lei potesse finire: -quando un uomo e una donna si amano si baciano e a volte decidono di avere dei figli! Non date ascolto alle cavolate di Uzumachi, non ci sarà un piccolo Sarutobi tanto presto, come mai..lo scoprirete quando sarete più grandi!- sentenziò alzando lo sguardo severo su di loro chiudendo così ogni spiegazione.
Hito e Seito non osarono dire nulla ne controbattere, ma sbuffarono sonoramente e la mamma scroccò uno sguardo allibito a papà che nonostante tutto continuava a mangiare tranquillo.
Passarono ancora pochi minuti di silenzio e poi Hito intervenne di nuovo, compromettendo la stabilità dell'intera casa: -..ma voi vi baciate!?!- chiese orripilato guardando papà.
Le reazioni dei nostri genitori furono sconvolgenti: papà divenne prima pallidissimo, poi rosso sulle guance e deglutì il boccone che stava ancora masticando, a fatica. Ma la mamma fu davvero spassosissima, sparò una specie di starnuto sconvolgente contro Seito che si ritrovò in faccia qualche chicco di riso.
-che schifo mamma!- brontolò afferrando il tovagliolo per pulirsi mentre lei rassettava il tavolo scusandosi con lui.
La reazione era una risposta lampante alla domanda, anche loro si baciavano! Ma noi non li avevamo mai visti, ed era impensabile immaginarsi nostro padre in dolci effusioni con la mamma.
-Hito io e papà siamo sposati, questo vuol dire ci vogliamo bene e...- ma la voce roca e austera di nostro padre la interruppe: -..il fatto che non ci abbiate mai visti non vuol dire che non lo facciamo...- papà ora sembrava molto più rilassato, dal suo ghigno sembrava quasi che si stesse divertendo. E poi si scambiarono di nuovo quello sguardo. Papà la guardò come se nella stanza ci fosse solo lei, serio come sempre ma sembrava volerle dire qualcosa solo con gli occhi, e non come guardava noi per sgridarci quando facevamo casino. Non riuscivo a vedere la faccia della mamma, ma potevo immaginarla benissimo, era la stessa di papà.
Hito e Seito brillavano rossi come due peperoni, mentre io che ancora non avevo capito bene cosa stava succedendo continuavo a fissare la pancia della mamma e la mia.
-ma baciarsi è da femmine!- continuò a brontolare Hito imperterrito a voce bassissima per paura che papà lo sentisse.
Tutti e tre sapevamo che era impossibile che papà e mamma non si baciassero, però per noi lui era un eroe, un ninja fortissimo che non temeva nessuno, e l'immagine di un bacio con la mamma minava un po' la sua credibilità di eroe. E poi nessuno di noi li aveva mai visti scambiarsi qualcosa più di un abbraccio velato quando lui le passava la mano dietro la schiena quando d'estate rimanevamo in giardino fino a sera a giocare.

La cena continuò molto più tranquilla, Seito raccontava a papà la sua giornata e le nuove tecniche imparate con Iruka-sensei all'accademia e io e Hito cercavamo di nascondere alla mamma la porzione di verdure lesse che non volevamo mangiare.


Dopo cena la mamma aveva sparecchiato e lavato i piatti, poi ci aveva spedito a letto con un bacio a testa dopo averci accompagnato ognuno nella propria stanza. Ma faceva freddo quella sera e io avevo ancora paura di quel demone di cui mi avevano raccontato i miei fratelli, mi sembrava sempre di vederlo sbucare da sotto la scrivania di Hito.
Così dopo neanche mezz'ora dal bacio della mamma sgusciai fuori dalle coperte in silenzio e in punta di piedi raggiunsi il corridoio; prima sbirciai la camera di Seito, ma dormiva anche lui, poi provai da mamma e papà, ma anche lì trovai tutto buio e il letto vuoto.
Decisi di scendere al piano di sotto per cercare mio padre, era sempre lui che veniva a controllare sotto scrivania e sotto il letto che non ci fosse nessun demone, era l'unico di cui mi fidassi davvero.
Pian piano raggiunsi il piano di sotto, tutte le luci erano ancora accese, ma sentii la voce di mio padre provenire dalla cucina anche se non distinguevo le parole. Mi avvicinai alla porta e la risata soffocata della mamma mi raggiunse, mi chiesi cosa stessero dicendo così prima di entrare rimasi a guardarli dalla porta.
Papà era ancora in divisa, scalzo e senza le bendature che portava sempre attorno agli avambracci e stava di fronte alla mamma, non riuscivo a vederlo in faccia però, invece lei era bella come sempre. Ino-san diceva sempre che la mia mamma era la kunoichi più bella di tutta la Foglia prima di sposarsi, ma per me lo era ancora: ridacchiava tutta sorridente, forse perchè papà la stava abbracciando.
Non li avevo mai visti così, non erano abbracciati stretti stretti perchè la mamma stava con dei rotoli in mano ma papà aveva le mani sulla sua schiena e rideva con lei.
Mio padre..rideva.
Era una visione sconvolgente, però nonostante tutto ero felice, perchè avevo dubitato spesso che papà volesse davvero bene alla mamma proprio perchè non la abbracciava mai come lei faceva con noi quando ci portava a scuola. Ora avevo la prova che papà voleva davvero bene alla mamma anche se non la abbracciava mai (davanti a noi) ed ero pronto a tornare a letto quando le loro risatine finirono e papà la strinse di più con le braccia e si baciarono.
Da come papà stringeva la mamma capii subito che era il caso di levare le tende e tornare in camera, mi aveva già sgridato una volta perchè non dovevo origliare le persone e non volevo che accadesse di nuovo, così lanciai loro un ultimo sguardo mentre si facevano di nuovo lo sguardo e mi voltai verso le scale.
-Kei!- la voce di papà mi bloccò proprio dietro alla porta. Ero nei pasticci fino al collo, avevo spiato mio padre che baciava mia madre dopo esser stato sgridato già una volta: in casa Uchiha rifare una cosa per cui lui ci aveva già rimproverato era una colpa decisamente grave.
Mi voltai piano piano a testa bassa in attesa del suo rimprovero severo, che però non arrivò.
-vieni qui- mi disse solo lasciando cadere parte dell'abbraccio con la mamma, mi stava facendo segno con la mano di raggiungerli. Mi affrettai ad obbedire, tutto in quel momento poteva migliorare la mia posizione di origliatore e farmi evitare una punizione.
La mamma si chinò sulle ginocchia a mi passò una mano sotto le ginocchia prendendomi in braccio, non sembrava arrabbiata però, sorrideva e poi mi scroccò un bacio sula guancia.
-papi..non volevo spiare, ma nella mia camera c'è il demone e...- volevo giustificarmi ma lui non me ne diede il tempo, mi poggiò una mano sulla testa e mi arruffò tutti i capelli con un espressione un po' vuota, sembrava che pensasse ad altro.
-lo so, ora vengo a controllare sotto la scrivania...- il mio papà rimaneva sempre il migliore, lui sapeva sempre tutto, non ci sgridava mai senza motivo e tutte le volte ci ascoltava prima di prendere una decisione sulla punizione: -..dai un bacio alla mamma anche tu e vai a letto!-
Obbedii velocemente scroccando una bacino sulla guancia della mamma, poi corsi di sopra fino al mio letto e mi tirai le coperte fin sotto il mento aspettando papà. Ma non lo vidi mai arrivare, mi addormentai subito.

Spazio Autrice:
Ehm scusate il ritardo ma problemi di Lavoro+computer+tempo
mi hanno impedito di postare prima
chiedo umilmente perdono!!
Sinceramente a me questa shot non piace un gran chè
credo che non mi sie venuta bene
ma la posto comunque perchè 
una buon anima mi ha contattata via mail per sapere quale sarebbe stato il prossimo argomento
e, visto che è stata l'unica,
(e che io sono immensamente buona)
ho lasciato scegliere a lei l'argomento tra due già prestabiliti.
Non ho avuto tempo per rileggere e controllare gli errori
quindi mi scuso per i castroni grammaticali che sicuramente ci saranno
li correggerò quando avrò tempo.
Vorrei tanto sapere la vostra opinione
perchè è stato difficilissimo scrivere dalla parte di un bambino che racconta un episodio del passato
Ho tentato di usare un linguaggio consono
ma forse mi è uscita solo un cosa schifosa!!!
Attendo trepidante le recensioni perchè lo scorso capitolo non ne ho ricevute
e stavo per piangere...
Abbiate pietà dei miei nervi: recensite!
scrivetemi anche solo: -fa schifo!-
ma almeno così saprò regolarmi!
grazie mille a tutti i lettori
in particolare a Piccola992 che mi ha dato nuove ispirazioni
e la speranza che a qualcuno piaccia la raccolta

L'invito è ancora valido: se volete sapere qualcosa del prossimo capitolo
scrivetemi: vale.mak@libero.it
oppure, vale.mak@hotmail.it
(che fantasia eeeh!!)
1bacio.Vale
  
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