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Autore: Imagine_Poison    15/01/2017    0 recensioni
«Se fossi un'alchimista proverei a capire da sola cosa sia realmente questa chimica dolceamara tra noi, questo legame - ionico - tanto sottile quanto indissolubile che cuce saldi i nostri corpi. Ma visto che di chimica non capisco un bel niente, meglio se rimane tutto così com'è, ché tanto nulla cambierebbe e io rimarrei in ogni caso legata a te in quel maledetto legame»
Copyright © 2016 Imagine_Poison / E' assolutamente vietata ogni riproduzione, anche parziale, di quest' opera.
Genere: Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Bittersweet Chemistry
HARRY E. STYLES


" Tout l’univers obéit à l’Amour – Aimez, aimez, tout le reste n’est rien."
- Jean de La Fontaine.

 
02. Legame Ionico (Epilogue)
Les Jour Tristes  – Yann Tiersen

 

Il letto è sfatto, i miei pensieri pure. E’ tutto così perso intorno a me, tutto così vuoto e silenzioso. L’aria è quasi viziata e la finestra chiusa. Sono le quattro del mattino, la stanchezza mi divora ma il sonno è lontano miglia da me. Vorrei raggiungerlo - il sonno, vorrei riuscire a prenderlo e dirgli di venire da me, di non lasciarmi da sola – almeno lui, ché di solitudine ne ho già un bel po’. Tu ti trastulli solitario in un angolo, in piedi accanto alla scrivania di ciliegio, battendo rapide pennellate di colore sulla tela ingiallita. Sei indifferente, sei così preso e perso nel dipinto. Ti estrani completamente dal mondo intorno a te. Ti estrani completamente pure da me che ti scruto sovente di soppiatto, ché vorrei poter trovare un senso a questa infinita pantomima.  Imbraccio la Taylor di mio padre, quella tutta consumata e graffiata, l’unica mia via di scampo da quest’assordante muro d’amore e d’odio tra noi. Le corde tremano sotto il mio tocco leggero, tremano come quando mi sfiori con le tue – di mani. Anche se forse usare un condizionale sarebbe meglio. Mi. Il suono è smorzato e sottile, quasi inesistente. Forse non quanto i tuoi baci – ché quelli veramente mancano da troppo tempo. Si. C’è una pura poesia nelle note sotto le mie dita, c’è tutta quella passione repressa in me e nel mio spirito, c’è quell’abbraccio che vorrei mi dessi tu, qualche volta. Sol. Quelle vibrazioni che toccano le pareti dell’animo, quelle armonie d’affinità infinite che tanto vorrei tu notassi. Re. E mi chiedo perché riaffiori sempre in ogni cosa che faccio, mi chiedo sempre perché la tua presenza costate riempia i miei pensieri quando non ne meriteresti nemmeno un briciolo. La. Mi chiedo pure perché questa chitarra un po’ vecchia e un po’ scordata ti assomigli così tanto. Ché se m’avvento troppo bramosamente sulla tastiera il suono esce stridente e così rimane, senza un rimedio per renderlo fluido, se non ricominciare. Ché se non usi la forza il suono non esce proprio. Ché sembra ripetermi “Se tanto tieni a me, se tanto mi vuoi, se tanto sei disposta ad abbracciarmi ancora, prendimi così come sono, perché mai cambierò per qualcun altro”. Mi. E tanto questo sussurro di note è violento che mi lacera la volontà di reagire. Ma forse non ce l’ho proprio la volontà di reagire. Perché io ci tengo a te, perché io ti voglio infinitamente, perché io voglio davvero prenderti per come sei, perché non mi vedrei con nessun altro. Vorrei semplicemente capire perché mi fai questo, è l’unica risposta che voglio. Anzi, mi sa che davvero non voglio saperlo, ché il responso potrebbe farmi più male del previsto. Hai smesso di dipingere, mi hai guardata per un istante, forse il più profondo tra noi. E forse ho visto una luce accendersi in quelle gemme, e forse sono solo un’illusa, ché mai le vedrò ardere per me. Togliamo il forse, va. Davvero m’hai rubato la facoltà di ragionare lucidamente, davvero m’hai reso una povera succube delle tue parole taglienti e della tua risata terribilmente bella. E credo che le mie lacrime non siano nulla in confronto al dolore lancinante che ogni tua indifferenza porta al mio cuore. Ché la cosa più brutta è proprio l’indifferenza. E non immagini quante volte abbia provato a smetterla con questa storia, quante volte abbia voluto abbandonarti, quante volte abbia cercato invano di fuggire dal tuo magnetismo, dalla tua presa avvinghiata al mio essere. Ma mai, mai sono riuscita a distruggere questa tua influenza così nociva e logorante su di me. Davvero non ho più speranze. Sai, se fossi un'alchimista proverei a capire da sola cosa sia realmente questa chimica dolceamara tra noi, questo legame - ionico - tanto sottile quanto indissolubile che cuce saldi i nostri corpi. Ma visto che di chimica non capisco un bel niente, meglio se rimane tutto così com'è, ché tanto nulla cambierebbe e io rimarrei in ogni caso unita a te in questo maledetto legame.
 
Eccomi qua. Allora. Questo è l'ultimo capitolo della storia, breve, nata un po' per caso, un po' per sfogo. Non ha un senso vero e proprio; è solo un confuso insieme di frasi dette da una persona sofferente per un amore fin troppo forte e fin troppo insano. Come detto anche in precedenza, è tutto un miscuglio eterogeneo - sì, la chimica m'ha davvero bruciato parte del cervello - senza capo nè coda. Un bacio grande grande e buona serata! xx P.S. Fatemi sapere se sono riuscita - da batterista - a descrivere a pieno le sensazioni provate nel suonare una chitarra ahaha!
-Nicola
 
  
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