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Autore: SognoDiUnaNotteDiMezzaEstate    29/05/2009    6 recensioni
Niente organizzazione, solo Shinichi e Ran alle prese con i loro sentimenti e le avventure di due semplici ragazzi liceali che imparano a conoscersi e a fare chiarezza sui propri sentimenti.
Genere: Romantico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ran Mori, Shinichi Kudo/Conan Edogawa
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Le Stagioni Dell’Amore

Capitolo Due: Perdono

È pomeriggio inoltrato e cammino tranquilla per le strade di Beika. Nonostante sia solo marzo fa già molto caldo. Arrivata davanti ad una gelateria mi fermo a guardare il suo interno. Sorridendo entro nel piccolo locale e prendo un gelato. Fragola e cioccolato: i miei gusti preferiti. Soddisfatta esco dalla gelateria, gustandomi il cono.

Cammino ancora un po’ fino a giungere al parco. Mi inoltro tra il viale alberato, mentre il suono della ghiaia sotto i piedi mi rilassa. Arrivo fino al centro del parco, dove al centro di una piazzetta è collocata una grande fontana. Mentre mi sto avvicinando per rinfrescarmi noto una coppia di ragazzi abbracciata seduta dall’altra parte della fontana. Quando il ragazzo di volta verso la ragazza il mio cuore salta un battito. Shinichi. Ma chi è quella che è con lui?

Il colpo di grazia per il mio cuore arriva quando i volti dei due si avvicinano, unendosi in un bacio appassionato. Il cono che si sta sciogliendo mi scivola dalle mani, schiantandosi sul suolo ghiaioso.

Vorrei scappare ma resto immobile con il mio cuore a pezzi. Quando si staccano i suoi occhi incontrano i miei, pieni di lacrime. Mi volto dalla parte opposta alla loro, iniziando a correre.

Dietro di me sento una voce femminile sconosciuta: “Chi era quella?” Noto un velo di malizia nella sua voce.

“Nessuno. Solo una sciocca che sperava di competere con te.” Al suono quelle parole cado a terra, sbucciandomi i polsi e le ginocchia. Inizio a urlare in preda a un fitto dolore al petto. Intanto intorno a me tutto si fa sempre più scuro, finché il buio non mi inghiottisce.

Mi risveglio urlante, mentre due mani forti e sudate cercano di afferrarmi per le braccia. Urlo ancora di più.

“Lasciami! Lasciami stare!” La mia voce è roca per il pianto. Le mie palpebre sono serrate e non riesco a trovare la forza per sollevarle.

“Ran, sono io! Ti prego calmati!” Nella confusione riconosco la voce di mio padre. Piano, riapro gli occhi, e dopo alcuni secondi di offuscamento riesco a riconoscere il viso sconvolto di mio padre Kogoro.

“Tesoro, va tutto bene, ci sono io.” Sconvolta mi getto tra le sue braccia. Perché mi sto comportando così?

“Vuoi dirmi cosa c’è che non va?” Mi siedo sul letto e solo in quel momento noto i miei polsi arrossati. Devo averli sfregati contro il pavimento. Osservo il volto di mio padre. Sembra teso e questo mi induce a sospettare che sappia già qualcosa.

“Non penso sia il caso…” Sussurro imbarazzata. Mio padre odiava Shinichi già a causa del suo lavoro, se avesse anche saputo che mi stava facendo soffrire senza nemmeno rendersene conto la situazione sarebbe peggiorata ancor di più.

“Centra quell’idiota di mini detective, non è vero?!” Lo guardo interrogativa ma anche spaventata. Oddio. Come fa a saperlo? “Non facevi altro che urlare il suo nome! – mi lancia un’occhiata sprezzante – Se ti ha fatto qualcosa giuro che…” Lo fermo posando una mano sul suo braccio.

“No, non ha fatto niente, sono io che ho fatto solo un brutto incubo, niente di grave, non ti devi preoccupare!” Ci manca solo che mio padre peggiori la situazione…

Mi guarda di sbieco, poi si alza dal letto. “Hai bisogno di qualcosa? Io stavo per andare al bar, ma se vuoi posso rimanere qui con te…” Dalla sua espressione capisco che l’ultima cosa che vuole è restare con me a parlare dei miei problemi di cuore.

“Non ti preoccupare papà, vai pure al bar, adesso è tutto passato. Era solo un brutto sogno.” Gli rivolgo un sorriso abbastanza tirato, ma sembra convincersi.

“D’accordo, se hai bisogno di qualcosa basta che mi chiami sul telefonino.” Annuisco. Lo saluto cercando di essere il più possibile sorridente e appena la porta di richiude torno ai miei pensieri.

Accidenti. Due episodi a dir poco imbarazzanti nel giro di un solo giorno. Se passo un’altra giornata così prima o poi mi rinchiuderanno nel reparto psichiatrico dell’ospedale, o peggio ancora al manicomio.

Allungo il braccio verso il comodino, afferrando il cellulare. Le cinque del pomeriggio. Cavoli, questa sera sarà davvero dura addormentarsi. Un messaggio è da parte di Sonoko: mi chiede come sto e se mi va di fare un giro in centro. Deve consegnarmi una cosa molto importante per la gita della settimana prossima.

Le rispondo, chiedendole se è davvero necessario vederci proprio oggi. In fondo quella cosa può anche darmela domani, cosa cambia?

Nel giro di poco più di un minuto mi ha già risposto.

A quanto pare è un avviso da consegnare entro domani assolutamente e che deve essere firmato da un genitore. Sbuffo. Controvoglia accetto di uscire per un’oretta e ci diamo appuntamento al parco di Beika. Quando leggo il luogo dell’incontro un brivido mi percorre la schiena. Anche nel mio sogno andavo al parco ed era sempre pomeriggio inoltrato. Basta, non devo pensarci: è stato solo un incubo. Punto. Così se vado ho l’opportunità di dimostrare a me stessa che non è assolutamente la realtà. E poi Shinichi a quest’ora sarà rintanato nella sua biblioteca a leggere per l’ennesima volta un libro di Conan Doyle.

Cercando di auto-convincermi apro l’armadio e indosso il primo paio di jeans e maglietta che trovo. Effettivamente fa molto caldo. Proprio come nel mio sogno… Alt! Non devo ricominciare.

Esco di casa e passo senza fermarmi davanti alla gelateria sulla strada, tirando dritta per il parco.

Probabilmente Sonoko non è ancora arrivata ma almeno non ho la tentazione di fermarmi a prendere un gelato.

Dopo pochi minuti arrivo al parco. Rallentando il passo cammino sulla ghiaia del vialetto, mentre il cuore mi batte all’impazzata per la paura. Devo stare tranquilla, è stato solo in incubo.

Arrivo alla piazzetta con la fontana. Come immaginavo non c’era nessuna coppia seduta sul muretto della pozza d’acqua. Sospirando vado a sedermi dove avevo sognato i due ragazzi. Prima che Sonoko arrivi passeranno parecchi minuti, lo so bene. Sovrappensiero non avverto alcuni passi avvicinarsi a me e all’improvviso uno schizzo d’acqua mi fa chiudere gli occhi.

Li riapro spaventata.

“Cosa…?” Non faccio in tempo a formulare la domanda che il sorriso di Shinichi mi fa accelerare il battito cardiaco. Un sorriso di fa strada sul mio viso, ma subito quella momentanea felicità viene scacciata dalla rabbia e la frustrazione.

Shinichi sghignazza divertito, mentre io metto il broncio.

“Cosa ci fai qui?” Il tono mi esce acido. Bene, meglio farlo sentire in colpa, non è giusto che le passi tutte lisce.

“Potrei farti la stessa domanda…” Ancora quell’odioso sorrisetto.

“Beh, se non ti è gradita la mia presenza non preoccuparti, me ne vado immediatamente, almeno non dovrai scusarti con qualche tua ammiratrice per esserti intrattenuto con me!” Possibile che quando c’è lui nei paraggi il mio comportamento cambi all’improvviso? Mi sento tremendamente stupida a volte…

Mi alzo dal muretto e mi incammino verso l’uscita del parco. Una mano mi afferra il polso, tirandomi indietro.

“Ehi, Ran, scherzavo!” Mi guarda, evidentemente dispiaciuto. Perché mi fa così tanta tenerezza? “Mi dici cosa ti sta succedendo? Ti comporti in modo strano ultimamente…” Oh no, quindi se n’è accorto!

Non lo so, vorrei rispondergli, ma non è il caso…

“Niente, solo che sai benissimo quanto mi dà fastidio questo tuo lato arrogante…” Abbasso lo sguardo a terra. È vero, ho sempre saputo che Shinichi ha due personalità: una dolce e generosa, l’altra arrogante e viziata.

“Lo so, solo che non sono abituato a comportarmi in un certo modo con tutti, dovresti saperlo…” Sembra anche lui rattristarsi.

“Mi dispiace per lo schiaffo…” Ammetto imbarazzata. Mi guarda sorpreso. “Però te lo sei meritato!”

Mi sorride ridendo. “Mi sembrava troppo strano che ti scusassi e basta!” Prima inarco un sopracciglio, ma subito dopo scoppio a ridere insieme a lui.

“Comunque cosa ci fai al parco a quest’ora?” Mi chiede subito dopo, sedendosi sul muretto e facendomi segno di accomodarmi vicino a lui.

“Sto aspettando Sonoko… Ha detto che deve darmi un foglio per la gita che vi hanno dato oggi in classe…” Lo vedo inarcare un sopracciglio. “Un foglio?” Mi chiede perplesso. Annuisco.

“Veramente non ci hanno consegnato niente oggi…” Aggrotto le sopracciglia. Sonoko le escogitava davvero tutte pur di farmi stare un po’ con Shinichi, ma devo verificare che sia davvero come penso.

“Tu perché sei qui?” Aggrotta anche lui le sopracciglia.

“Perché Sonoko mi ha detto che ha bisogno del mio aiuto per un nuovo caso accaduto nella sua famiglia…” Possibile che abbia creduto a una simile bugia?

“Ma a quanto pare l’ha fatto solo per darti l’opportunità di chiedere scusa al sottoscritto!” Sorride a trentadue denti, togliendomi il fiato per alcuni secondi. Possibile che mi debba sempre stuzzicare?

Assottiglio gli occhi e mentre ride gli schizzo un po’ d’acqua addosso. Si volta guardandomi minaccioso. Sorrido furba.

“Vuoi la guerra Mori?” Si avvicina pericolosamente a me con il viso. Possibile che tutta questa vicinanza non gli faccia il minimo effetto?

“Tanto sai che perderai!” Mi riprendo, ricambiando lo sguardo di sfida.

“Ah sì?” Approfittando di un mio piccolo tentennamento mi cinge il busto con un braccio e facendo pressione con esso inizia a spingermi verso la pozza della fontana. Rido mentre afferro la sua camicia bianca tentando di reggermi. Appena la pressione sul mio corpo si allenta inizio a spingerlo io. Non so se perché non se l’aspetta o perché non ha alcuna intenzione di opporre resistenza, fatto sta che prima ancora che me ne renda conto mi ritrovo con la testa sott’acqua. Quando riemergo tossendo capisco di trovarmi a cavalcioni su Shinichi immersa nell’acqua fino alla vita, data la mia posizione. Shinichi invece ride tranquillo, mentre il mio viso assume una colorazione simile a quella dei pomodori maturi. Quando tento di rialzarmi le sue mani me lo impediscono afferrandomi per la vita. Tra i due il più bagnato è senz’altro lui. Tiene le braccia all’indietro e facendo leva sui polsi cerca di lasciare il busto fuori dall’acqua, ma dal ventre in giù è completamente sommerso nella pozza, grazie anche al mio dolce peso che lo atterra sul fondo della fontana.

Mi guardo intorno e ringrazio il cielo per il fatto che il parco sia completamente vuoto.

Tossisco a causa del’acqua che ho bevuto alla caduta, mentre lui smette di ridere evidentemente preoccupato.

“Stai bene Ran?” Cerca con lo sguardo i miei occhi per accertarsi di come ho preso questo piccolo scherzetto.

“Sì, ma non credi sia meglio uscire, prima che ci vedano?” Sono rossa di vergogna. Possibile che lui nemmeno in questa posizione provi un minimo di imbarazzo? Diamine, sono a cavalcioni su di lui!

Quando questa volta tento di rialzarmi non oppone resistenza, e mi aiuta tendendomi la mano quando usciamo dalla vasca della fontana.

“Oddio, cosa penseranno vedendomi per strada completamente bagnata?” Mi chiedo terrorizzata dai commenti che tutti potrebbero fare su di me.

“Casa mia è più vicina, potresti venire da me e aspettare che si asciughino i vestiti, oppure chiamiamo tuo padre per fartene portare altri, anche se non penso sia una buona idea…” Imbarazzata decido di seguirlo, anche se mi pongo alcune domande. Cosa avrei fatto una volta arrivata a casa sua? Mi sarei dovuta spogliare?! E cosa mi avrebbe dato da vestire? Oddio, ma quanti problemi mi sto ponendo?! Sospiro rassegnata.

“Se torno a casa conciata così mio padre mi ammazza, forse è meglio se vengo da te…” Mi sorride e insieme ci dirigiamo verso villa Kudo.

 

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Tratto dal Capitolo Tre: Imbarazzo

Solo quando abbasso lo sguardo imbarazzata noto la sua camicia sbottonata. Il petto muscoloso si mostra in tutta la sua magnificenza sotto i miei occhi, facendomi avvampare pericolosamente. Di questo passo rischio il collasso! Chiudo gli occhi tenendo il viso verso il basso. Oddio, oddio, oddio! Respira, Ran, respira…

   
 
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