L’Erede del Male.
“Decidere se fidarsi o no di una
persona è come decidere se arrampicarsi o no su un albero,
poiché si potrebbe godere di una vista straordinaria
dal ramo più alto,
oppure ci si potrebbe semplicemente
riempire di resina.”
[Lemony Snicket]
Atto II, Parte III – Il
tradimento della sorella.
«Ciao Harry».
Il silenzio sembrava non essere destinato ad
interrompersi. Per dei minuti interminabili, dopo quella presentazione un po’
campata per aria, Harry Potter si limitò a fissare la sua migliore amica, ritenuta
morta per ben due anni. L’incredulità
nel suo viso era nascosta benissimo sotto un’espressione completamente vuota,
le sopracciglia allineate e lo sguardo di qualcuno che avesse appena subito il
bacio del Dissennatore.
Per un istante, Draco si preoccupò che avesse
tirato le cuoia e che il suo corpo fosse rimasto immobile perché pietrificato
all’istante. Era successo al suo prozio Hauser, sua
moglie l’aveva trovato il giorno dopo, immobilizzato sulla sua poltrona
preferita e, da quel giorno, era diventato una delle statue più belle di Malfoyburg di Colonia1.
«Non si preoccupi, il signor Potter non sta per
diventare una statua» lo rassicurò la giovane bionda seduta più vicino a lui,
lanciandogli un sorriso mozzafiato. Aveva un accento australiano leggerissimo e
Draco sospettava che, se l’avesse voluto, avrebbe potuto perderlo
completamente. Era piuttosto convinto di averla già incontrata, se doveva esser
sincero, ma non ci avrebbe scommesso molto, tutte le ragazze dell’alta società
si somigliavano fra loro. «Sì, posso perdere il mio accento. Così come posso
cambiarlo e somigliare ancora di più alle ragazze
dell’alta società» continuò a rispondergli, inizialmente parlando come il
vecchio professor Beans avrebbe voluto far parlare
lui da bambino2, poi prendendo un fortissimo accento inglese,
migliore di quello di molti madrelingua. «Oh, è solo perché ogni persona pensa
con il proprio accento, a forza di ascoltare io ho imparato ad imitare».
Il silenzio durò qualche altro istante, prima che
Draco sgranasse gli occhi. L’aveva davvero
conosciuta, perdendola di vista precisamente quattro anni prima, durante il
Processo. «Winter Vane? Winnie? Sei
davvero tu? Credevo…» esalò, fermandosi solo quando lei gli fece cenno di far
silenzio, occhieggiando al dramma silenzioso che stava ancora consumando Potter
e la Granger. Come se a lui potesse importare qualcosa di quei due! Lei,
invece, che era sparita dalla circolazione subito dopo che suo padre era stato
processato e spedito ad Azkaban grazie proprio alla sua testimonianza3, proprio in quel momento di totale era
tornata a farsi vedere, con la divisa delle Banshee ed intenzionata a fingere
di non conoscerlo!
«Non sto facendo finta di non conoscerti, volevo
solo assicurarmi che mi avessi riconosciuta» gli rispose, naturalmente
ascoltando i suoi pensieri. Era un vizio che aveva sempre avuto, fin da
bambina, e che le era costato tantissimo, anche se mai quanto chiunque altro
avrebbe perso. C’erano segreti che nessuno avrebbe mai dovuto poter conoscere. «Ti ringrazio, è piacevole sapere che
mi ritieni davvero così forte da non esser impazzita» gli disse un attimo dopo,
accennando un lieve sorriso. Poi, però, gli fece un altro cenno per intimargli
il silenzio. Che Potter fosse vicino alla svolta? Che qualcosa avesse iniziato
a funzionare nella sua bislacca testolina con cicatrice?
Di sicuro il suo sguardo non era rassicurante,
nessuno avrebbe osato dire il contrario. C’era stato un cambiamento, era
evidente anche a Malfoy, ma si trattava di un cambiamento minimo: aveva leggermente
stretto le palpebre, quasi i suoi occhiali si fossero appannati all’improvviso
impedendogli di vedere bene. Lentamente, poi, anche la sua fronte si era
aggrottata ed una vena aveva iniziato a pulsare sinistramente nella sua tempia
destra. La Granger era rimasta impassibile, era lei che all’improvviso sembrava
esser diventata una statua di sale, anche se le labbra erano rimaste
leggermente incurvate in un sorriso gentile, proprio come quando gli aveva
rivolto quel saluto totalmente fuori luogo.
Un attimo dopo, scoppiò un inferno fatto di urla
ed imprecazioni e Draco si ritrovò spinto contro una sedia libera dall’unico
uomo con la divisa Banshee, scattato in avanti una frazione di secondo prima
che Potter perdesse completamente la testa. Era riuscito ad agguantarlo per le
braccia e lo stava trattenendo come se fosse stato un qualche animale
selvaggio, nonostante difficilmente lui sarebbe ricorso a mezzi diversi dalle
urla per aggredire la sua migliore amica.
«Due anni!
Due anni in cui ti ho creduta morta e tu te ne esci con “Ciao Harry”?» le stava urlando, dimenandosi solo
per liberarsi dalla presa del mago, incurante del sinistro uncino a pochi
centimetri dalla carne morbida della gola. L’uomo che continuava a bloccarlo
stava sorridendo in modo quasi folle, come se non avesse atteso altro che quel
momento. «Sei impazzita, cazzo? Che ti
passa per quella fottuta testa di cazzo?» continuava a sproloquiare lui,
ringhiando come un lupo ferito, gli occhi spalancati e pericolosamente umidi in
una perfetta riproduzione di quello che un principiante di psicomagia
avrebbe definito “sguardo da serial killer”.
«Oh, Barry, lascialo andare» si intromise Winnie,
senza alzarsi dalla sua sedia e continuando a reggere la sua preziosa tazzina
come se tutto quel dramma non si fosse mai presentato e loro fossero stati
ancora intenti a godersi una deliziosa merenda in giardino. «Sai anche tu che
così lo stai solamente facendo agitare di più, il povero signor Potter non
attaccherebbe mai Hermione, è una sorella per lui» continuò, nonostante gli
improperi di Potter fossero peggiorati in gravità ed il suo atteggiamento
facesse pensare che fosse sul punto di staccare la testa a qualcuno.
L’uomo si limitò a sorridere per qualche istante,
prima di allentare finalmente la presa. «Una mossa azzardata, Potter, e ti
faccio fare la fine di un Ippogrifo indisciplinato» ammonì, mollando tutto d’un
colpo e facendosi indietro di un paio di passi, sorridendo allegramente in
direzione dell’altra donna presente, tutt’altro che divertita. Forse irritata sarebbe stata la giusta
descrizione, ma non era il momento di concentrarsi su di lei4.
Così com’era impazzito, Potter si svuotò
completamente, divenendo il fantasma di ciò che era stato fino a quell’istante.
Le spalle curve, il viso pallido e le occhiaie ben evidenti che l’avevano
accompagnato negli ultimi due anni tornarono a farsi vedere, la debolezza del
lutto ancora su di lui come uno spirito capace di possederlo e renderlo il suo
burattino. Era distrutto, ancora una
volta. Distrutto dalla sua migliore amica.
«Due anni, Hermione» le sussurrò a quel punto, la
voce ridotta al frusciare di una foglia al vento. «Per due anni ti ho creduta morta. Hai lasciato che affrontassi il
lutto, che piangessi sulla tua tomba.
Ti ho supplicato di non essere morta, ma tu non sei tornata5. Perché?».
Non stava piangendo, nonostante l’orrore nel suo tono fosse evidente. C’era un
desolato contegno nel suo modo di guardarla e Draco poteva solo ammirarlo,
nonostante non avesse la minima intenzione di farlo sapere al suo vecchio
nemico. Nel momento in cui la consapevolezza del lutto lo avesse colpito, lui
avrebbe perso tutta la dignità che per secoli i Malfoy avevano mantenuto, ne
era assolutamente convinto.
Quando parlò, la Granger sembrò improvvisamente la
stessa ragazzina che al secondo anno aveva incassato per la prima volta
l’accusa d’esser solo una banale Sanguesporco, non
c’era traccia della donna risoluta che solo un’ora prima lo aveva sorpreso
nell’intimità di casa e gli aveva rivelato la più terribile delle verità. «Dovevo farlo, Harry. Non avrei mai
potuto superare l’addestramento, altrimenti» provò a dirgli, tenendo lo sguardo
basso, in preda alla vergogna più desolata. «Non puoi credere davvero che ti
avrei inflitto questo dolore, se avessi avuto una scelta».
Potter scosse il capo, alzando gli occhi al cielo
ed allargando leggermente le braccia, in un gesto esasperato. «Non hai avuto
una scelta? Le Banshee ti hanno rapito e costretta a seguire l’addestramento?
Devono aver usato delle minacce belle pesanti per far leva su un’eroina di
guerra» le fece notare, trattenendo a stento una risata colma di sarcasmo.
Un mugugno arrivò dal Ministro della Magia, che
stava assistendo a quella scena con l’espressione di qualcuno che, pur volendo
farsi piccolo piccolo, era costretto a dimostrare una
forza totalmente fittizia. Naturalmente, lui doveva essere stato messo a
conoscenza della carriera che la Granger aveva intrapreso, tenendola a sua
volta nascosta al povero disgraziato che in quel momento stava riversando la
sua rabbia esclusivamente sulla donna. Kingsley, uno dei pochi di cui Potter
aveva sempre ritenuto di potersi fidare, aveva collaborato a spingerlo
sull’orlo del baratro, danneggiando le sue ricerche dall’interno, strisciando e
calcolando come una serpe.
In silenzio religioso, Winnie si voltò verso
Draco, allungandogli un biscottino che sembrava apparso dal nulla proprio
nell’istante in cui lui aveva iniziato a rendersi conto della necessità di
mangiare qualcosa per tenere attiva la pozione contro la sbronza. C’erano
momenti in cui quella sua capacità era disturbante, altri in cui, invece, era
particolarmente utile. Il sorrisino che lei gli dedicò fu l’unico
ringraziamento che ricevette.
«Non possiamo rivelare nulla della nostra
posizione, nulla dell’addestramento. Dovevo scegliere fra fingermi morta e
cancellare la memoria di chiunque mi avesse mai incontrata, così da far in modo
che non restasse traccia della mia esistenza finché non si fosse concluso
tutto, per poi restituire ciò che avevo tolto» provò a spiegargli ancora lei,
la voce ridotta ad un pigolio. «Ho perso i miei genitori, usando questa
tecnica. Non ero disposta a rischiare ancora».
Perdere i
genitori? Draco guardò con curiosità la vecchia compagna di scuola,
sperando in un’ulteriore spiegazione che tuttavia non arrivò. Era piuttosto
certo che i Granger non fossero morti, ma, in effetti, non li aveva visti al
funerale che era stato organizzato per lei circa un anno prima, su insistenza
dei Weasley che avrebbero voluto poter piangere lei come Ronald.
Quell’affermazione, oltre che su Malfoy, sembrò
far effetto anche su Potter, che si irrigidì. «Perché hai accettato questo
lavoro? Perché ci hai abbandonati tutti?» le chiese, dopo qualche istante di
silenzio, gli occhi verdi ancora fissati su di lei come se fosse stata il più
disgustoso degli insetti. «Perché?».
«Perché stavo morendo, Harry, e solo questo lavoro
mi ha ridato la vita».
***
Avere Harry al suo fianco era la sensazione
migliore che Hermione avesse provato negli ultimi quattro anni. Sentiva ancora
di avere parecchie faccende in sospeso con lui e con tutti gli altri, ma non
aveva più paura. Il suo migliore amico avrebbe capito e non l’avrebbe lasciata
sola. Il suo migliore amico sarebbe rimasto al suo fianco in quell’avventura
terrificante che si stava presentando davanti a loro. Avrebbe voluto voltarsi
per osservarlo in viso, ma si trattenne per paura di perdere quel po’ di
contegno che era riuscita a guadagnare nel momento in cui il loro piccolo
dramma si era assopito. L’attimo di silenzioso orrore che era seguito alla sua
ultima confessione aveva aleggiato su tutti loro finché il Ministro non aveva
attirato l’attenzione schiarendosi la voce e pregandoli di riprendere la
discussione che i nuovi arrivati avevano interrotto.
«Non conosciamo il nostro nemico e non conosciamo
le sue intenzioni, tuttavia abbiamo delle evidenti prove del coinvolgimento di
più persone» stava spiegando Ophelia, estraendo dalla sua valigetta diversi
plichi, che consegnò a Shacklebolt, Harry ed a Malfoy. «Esaminando i corpi, abbiamo
avuto modo di constatare l’uso di magia antica, così oscura da non essere
utilizzata dai tempi di Grindelwald» continuò, lanciando un solo sguardo in
direzione di Malfoy, che aveva cambiato colore già alla prima pagina del
rapporto. Doveva aver individuato il nome dei suoi genitori, nessuno avrebbe
potuto accusarlo di essere un debole. «Abbiamo riscontrato movimenti sospetti
in diversi bassifondi sia a Londra che all’estero, sembra quasi che la terra
abbia iniziato a tremare sotto i piedi della peggiore feccia del mondo. La
conferma è arrivata quando abbiamo perso i contatti con Igor Polyavich e con Pablo Santiago, oltre che con molti dei
loro scagnozzi».
Hermione conosceva bene i due soggetti in
questione, durante l’addestramento aveva dovuto studiare ogni minimo dettaglio
delle loro malefatte, oltre che imparare a memoria il loro profilo psicomagico per non rischiare di incappare in trappole. Il
primo era russo, originario di Volgodrad e con alle
spalle almeno una settantina di omicidi a sangue freddo, necessari per
completare un vecchio rituale di sangue che avrebbe potuto renderlo invincibile. Il secondo, invece, era uno
dei peggiori contrabbandieri di algabranchia potenziata
di tutto l’Ecuador, l’unico che era riuscito a crearsi un personale esercito di
dissennatori scagnozzi. Il fatto che entrambi fossero scomparsi – la loro
evasione era avvenuta pochissimo tempo dopo la cattura, ma le Banshee non li
avevano mai persi di vista - era altamente
preoccupante, oltre che indicativo di capacità magiche superiori a quelle delle
migliori squadre di sorveglianza.
«Come potete collegare tutte le informazioni?»
chiese Harry, accigliato, sfogliando con attenzione le pagine che Hermione
stessa aveva compilato prima di ritornare in Inghilterra. «La morte dei
Mangiamorte potrebbe essere stata l’azione di un gruppo di maniaci intenzionati
a vendicare Voldemort, magari anche incredibilmente pericolosi, ma come potete
collegare tutto questo alla scomparsa di quei due ricercati?». Il suo tono di
voce era totalmente mutato: dall’amico distrutto per la perdita era tornato ad
essere il miglior candidato per la carica di Capo Auror.
«Non le stiamo nascondendo informazioni importanti,
signor Potter» intervenne Winnie, con un leggero sorriso. «Come Ophelia stava
per dirle, ci sono dei dati che per motivi di sicurezza non abbiamo potuto
inserire nel plico, così da limitare le possibilità di una fuga di notizie. Noi
sappiamo con assoluta certezza che le sparizioni siano collegate perché sono
stati ritrovati morti anche loro, due giorni prima dell’epurazione» disse,
allungando la mano libera per posarla sul braccio di Malfoy, che aveva
totalmente ignorato la loro discussione per concentrarsi sulla lettura.
Hermione sapeva bene cos’avrebbe trovato: il corpo di sua madre era stato forse
il più maltrattato in assoluto.
La donna
che aveva mentito sulle sorti del Bambino Sopravvissuto.
«Le modalità dell’omicidio sono identiche a quelle
degli altri» si intromise Barry, pulendo il suo uncino nell’angolo della giacca
di pelle. Era toccato a lui aiutare Ophelia nelle autopsie, per accertare che
non ci fosse stato lo zampino animale. «Riteniamo che questo soggetto o questo gruppo sia in possesso
di conoscenze oscure capaci di consentire loro lo sfruttamento di bestie rare,
oltre che estremamente pericolose. Oltretutto abbiamo rilevato, in entrambe le
situazioni, delle sostanze obscuriali piuttosto importanti» continuò, infilando la mano
in tasca per estrarne un’ampollina con dentro una sostanza fumosa nera che
nessuno, tranne lui, poteva avvicinare.
Quando Shacklebolt ed Harry capirono di cosa si
stesse trattando, impallidirono.
«Un Obscurus6,
quindi», uscendo dalla sua momentanea disperazione, Malfoy risollevò gli occhi
su di loro, puntandoli soprattutto sull’ampollina. «Dalla reazione di Potterino e del Ministro devo dedurre che non se ne vedessero
da parecchio tempo in giro, ma solo perché non hanno saputo cercare bene»
sbottò, con lo stesso tono tagliente che era solito usare ai tempi della
scuola. «Non è la prima volta che vengono utilizzati, mio padre mi ha
raccontato dei tentativi del Signore Oscuro di crearne alcuni da utilizzare in
guerra. Il loro potenziale magico è nettamente superiore a quello di qualunque
mago adulto».
Quello era un
dettaglio interessante.
«Stavano cercando di sviluppare degli Oscuriales?» si intromise Hermione, estraendo velocemente
la sua penna d’aquila ed il taccuino, che iniziarono immediatamente a
trascrivere. «Per quale ragione quest’informazione non è mai risultata in un
interrogatorio? Abbiamo assistito a tutti gli incontri con i Mangiamorte,
alcuni di noi si sono addirittura confusi con i membri del Ministero per
assicurare la perfetta conoscenza dei fatti» a quelle sue parole vide
chiaramente Kingsley accigliarsi, ma non gli prestò attenzione. «Perché non
l’avete mai detto prima? Gli Obscuriales sono stati
catalogati come Armi letali di massa7,
qualsiasi avvistamento dovrebbe essere segnalato a pena di incarcerazione».
Malfoy le lanciò una lunga occhiata e poi le
sorrise, facendole venire la pelle d’oca. Era
lo stesso sguardo di Bellatrix. «Granger, avete
mai chiesto se fossimo in possesso di
qualche Obscurus? Non credo, altrimenti non ci
saremmo certo rifiutati di parlare, non sotto Veritaserum,
comunque» le disse, dimostrando una macabra allegria che fino a quel momento
non era mai stata notata in lui. «Fino alla morte del Signore Oscuro eravamo
tutti bloccati da un Voto Infrangibile, mentre dopo… beh, le abitudini sono
dure a morire. E comunque non c’erano mai stati buoni risultati, le cavie non superavano mai i sei anni e,
generalmente, non potevano controllare gli scoppi d’energia».
Un moto d’orrore fece stringere lo stomaco di
Hermione.
«Cavie?
Malfoy, ti riferisci a dei bambini!
Come puoi parlarne in questo modo?» scattò Harry, rosso quasi quanto poco prima
era stato pallido, fissando il giovane al suo fianco come se avesse avuto sei
teste e lingue biforcute. Ginny era incinta.
«Cosa c’è di sbagliato nella vostra testa deviata? Avete ucciso dei bambini e nessuno ha pensato di dirlo?
Nessuno ha pensato di comunicarlo alle autorità?».
Prima che Draco potesse parlare, qualcuno lo
anticipò, sorprendendo tutti. «Eravamo anche noi dei bambini, signor Potter»
disse Winnie, con l’espressione svuotata di qualunque emozione. Alcune volte
era facile dimenticare l’educazione che la collega aveva ricevuto. «Abbiamo
conosciuto realtà terribili e nessuno di noi
è mai sopravvissuto ad un Anatema. Non avevamo una scelta, mi auguro che prima
o poi anche voi riusciate a capirlo».
Gli puntò gli occhi chiarissimi addosso, impedendogli di rispondere nonostante
– Hermione ne era ben certa – la discussione si fosse spostata sul piano
mentale. «Siamo più simili di quello che crede, signor Potter. La sua strada è
stata scelta dai suoi genitori, esattamente come i nostri hanno scelto per noi.
Se siamo qui, però, è perché noi alla fine abbiamo trovato il modo di
ribellarci. Non faccia in modo che vecchi rancori oscurino i pericoli che
stiamo correndo adesso. Non è
accusandoci per un passato di cui non abbiamo colpe che potremo risolvere i
nostri problemi».
Malfoy si voltò a guardarla con espressione vuota
quasi quanto quella che lei aveva avuto poco prima. C’erano segreti che non potevano essere rivelati. «Comunque il
progetto Oscurus
non ha mai raggiunto un punto d’arrivo. Il Signore Oscuro ha semplicemente
smesso di voler provare, probabilmente per concentrarsi sui Doni della Morte»
spiegò, stringendosi nelle spalle. «Credete che qualcuno abbia ripreso i suoi
progetti? Deve aver continuato a provare per anni, difficilmente sarebbe passato inosservato, soprattutto in
Inghilterra».
«Metteremo a verbale queste nuove informazioni»
gli comunicò Hermione, osservando ciò che la sua piuma era riuscita a
riscrivere. Avrebbe dovuto passare almeno una notte intera ad esaminare vecchi
rapporti per individuare possibili collegamenti e mezze verità che erano state
trascurate negli anni passati. «Potresti dover essere interrogato di nuovo,
Malfoy, ma niente di formale. Sono sicura che Winnie potrà risolvere i
possibili dubbi in pochissimo tempo. Nel frattempo, ritengo sia opportuno
continuare ad aggiornare i nostri nuovi collaboratori».
«La signorina Granger» si intromise il Ministro,
gli occhi puntati su un vagamente accigliato Harry, «è l’esperta in Magisprudenza e Lingue Arcaiche della squadra. Sta a lei
gestire l’aspetto burocratico delle missioni» specificò, con un sorriso che
lasciava bene intendere quanto fosse fiero di quel traguardo che lei aveva
raggiunto. Dopotutto, era stata la sua
segnalazione a consentirle di far parte della squadra speciale più elitaria
dell’intero mondo magico.
«In poche parole le tocca coprire i nostri guai»
scherzò Katie, rimasta in silenzio fino a quel momento, gli occhi puntati alla
loro destra come se avesse voluto fissare intensamente qualcuno di invisibile,
possibilità che Hermione non se la sentì di scartare. «Tagliamo corto, ragazzi,
abbiamo degli impegni fra circa sei minuti. Dite loro cosa sappiamo e
mettiamoci in cammino, cominciano ad
agitarsi i morti».
Quell’affermazione venne accolta con una serie di
mugugni da parte della squadra e da delle occhiate
confuse da parte di Harry e del Ministro. Malfoy, al contrario, sembrava molto
interessato alla stessa ragazza che, cinque anni prima, aveva quasi ucciso. Che
sapesse qualcosa? Che avesse capito?
Quello di certo non era il momento opportuno per preoccuparsene.
«Il signor Potter ha chiesto come abbiamo potuto
collegare l’epurazione agli altri omicidi, ma la risposta di Barry non è stata
l’unica» aggiunse allora Hermione, con una smorfia. «Abbiamo un testimone, diciamo,
che ha deciso di parlare soltanto ad una, intrattabile, condizione, che è anche
uno dei motivi per cui siamo qui».
«Cioè?».
«Parlerà solo in presenza del Bambino Sopravvissuto»
fu Katie a parlare, il tono di voce strano che Hermione aveva sentito fin
troppe volte negli ultimi due anni. «Parlerà solo grazie al Bambino Sopravvissuto».
Un silenzio apparentemente infinito calò sulla
stanza, la tensione della squadra Banshee ben evidente dal fatto che nessuno di
loro sembrasse intenzionato a guardare la compagna o Harry negli occhi.
«Chi è questo Testimone?» esalò proprio lui, gli
occhi sgranati.
«È Lord Voldemort».
»Marnie’s Corner
Bentrovati e
bentornati, cari amici di EFP!
Prima di tutto, ho una pagina facebook!
Seguitemi per futuri aggiornamenti!
Il tradimento è
duro da digerire ed Harry ne ha subiti davvero tanti nella sua vita. Questa volta, però, potrebbe riuscire ad
andare avanti, sempre che un avanti
possa davvero esserci.
Punti importanti:
» 1
– La morte per trasfigurazione in statua non è mai stata accennata nella
saga, tuttavia se per noi babbani esistono fenomeni di imbalsamazione spontanea
dei cadaveri, magari i maghi possono diventare immediatamente statue. Lo zio
tedesco di Draco adesso è un grazioso ornamento da giardino.
» 2
– Il professor Beans è il precettore di Draco dei
tempi precedenti ad Hogwarts, lui ovviamente
non ha frequentato una scuola pubblica. L’ossessione di questo Beans era di far parlare il suo protetto senza il minimo
accento, cosa che tuttavia non gli riuscì mai.
» 3
– Cominciamo a scoprire qualcosa in più su Winter Vane. Suo padre era un
mangiamorte, uno piuttosto importante, che è stato nuovamente arrestato alla
fine della Battaglia e che è stato nuovamente condannato grazie alla
testimonianza di Winnie, che all’epoca era già una Banshee seppur in fase di
addestramento.
» 4
- Draco si riferisce ad Ophelia, che naturalmente ancora non conosce e
che è molto irritata dal comportamento di Barry.
» 5
– Citazione più o meno fedele della serie tv Sherloch,
serie 3, puntata 1. Harry come John Watson mi è sembrato appropriato.
» 6
– Obscurus, ciò che accade ai bambini che reprimono
la loro magia fino a perderne il controllo. Compaiono ufficialmente nel film
Animali Fantastici, ma, come è stato poi confermato, anche Ariana Silente era
uno di questi. Sono potentissimi ma, sfortunatamente, incontrollabili, di
solito perdono ogni freno prima degli undici anni (in questo caso non
arrivavano ai sei). Voldemort, come Grindelwald, voleva utilizzarli come armi.
» 7
– Armi letali di massa, possiamo
considerarla il livello successivo ad XXXXX, praticamente mai utilizzata poiché
nessuno ha mai potuto avvicinarsi tanto da studiare dette creature. Non c’è
arma contro di loro.
Ta-daaaan, Lord Voldemort.
Io non dico nulla, mi
dispiace.
Grazie mille a tutti
coloro che hanno letto, spero davvero di aver stuzzicato la vostra attenzione e
che continuerete a seguirmi!
A lunedì prossimo con
l’aggiornamento!
Per altre
comunicazioni/anticipazioni/esaurimenti nervosi, vi aspetto su facebook!
Grazie ancora a chiunque leggerà,
-Marnie