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Autore: _Trixie_    26/01/2017    3 recensioni
[Morrilla, Lana Pov]
Allungai il braccio attraverso il materasso, per cercarla, ma non trovai nessuno. Sul viso, sentivo una brezza leggera e il sole che mi scaldava la pelle. Avevo un lenzuolo leggero, bianco, gettato sulla pelle nuda.
Mugugnai.
Il cuscino sapeva di lei.
Dopotutto il letto era il suo.
Ogni cosa, in quella stanza, in quella casa, sapeva di lei.
Di quella sua delicata eleganza.
Era fatta di porcellana, Jennifer.
Genere: Angst, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Jennifer Morrison, Lana Parrilla
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Bittersweet
 
 
 
 
 
 
A Robs.
Mi dispiace aver attentato alla vita del tuo telefono.
È colpa di Jennifer.
E Lana.
 
 
 
 
 
 
 
 
A little light looks through her bedroom window.
She dances and I dream, she's not so far as she seems,
Of brighter meadows, melting sunsets,
Her hair blowing in the breeze.
And she can't see me watching.
And I'm thinking love...
Love...
Love...
Love...
 
 


Allungai il braccio attraverso il materasso, per cercarla, ma non trovai nessuno. Sul viso, sentivo una brezza leggera e il sole che mi scaldava la pelle. Avevo un lenzuolo leggero, bianco, gettato sulla pelle nuda.
Mugugnai.
Il cuscino sapeva di lei.
Dopotutto il letto era il suo.
Ogni cosa, in quella stanza, in quella casa, sapeva di lei.
Di quella sua delicata eleganza.
Era fatta di porcellana, Jennifer.
A pancia in giù, mi stirai lentamente, i muscoli appena indolenziti dalla notte prima. Doveva essere da poco sorta l’alba e non dovevano essere passate molte ore da quando ci eravamo addormentate.
O, almeno, da quando io mi ero addormentata, la mano di Jenny ad accarezzarmi la schiena, dalla base all’attaccatura dei capelli corti, dove talvolta lasciava vagare le dita. E, talvolta, scendevano anche, oltre la schiena, fino alla coscia.
Rabbrividivo.
Aveva dite leggere, Jennifer.
Non sapevo se lei avesse dormito.
Forse sì.
O forse no.
Era più da lei, non dormire.
Non voleva perdersi un soffio delle meraviglie del mondo, diceva.
E come avrei mai potuto farle capire che lei era l’unica meraviglia che valesse la pena guardare, a questo mondo?
Riuscii infine ad aprire gli occhi.
La vidi subito, vicino alla finestra.
Sedeva su una poltrona, anch’essa bianca, e certo non mi sarei stupita nello scoprire che ne cambiasse periodicamente la fodera per abbinarla alle lenzuola.
Amava i dettagli, Jennifer.
Per questo, diceva, adorava la mia cicatrice.
Indossava una vestaglia corta, d’argento, lasciata aperta.
Non portava nulla, sotto.
Sul basso tavolino di fronte a lei vidi una tazza e, anche se non riuscivo a scorgerne il contenuto, ero sicura si trattasse di caffè. Lei era Jennifer, perciò quello non poteva essere altro che caffè.
Non si accorse del fatto che mi fossi svegliata, immersa com’era nella lettura.
Scossi la testa.
No, non aveva dormito. Probabilmente aveva letto tutta la notte, smettendo solo il tempo necessario per ammirare l’alba.
Jennifer era come l’alba.
Fresca e misteriosa, nata dalle tenebre, promessa di un nuovo inizio.
Lei diceva che io non potevo essere che il tramonto, allora. Perché delle tenebre subivo troppo violentemente il fascino, perché il rosso era il colore della passione e il rosso mi donava.
In effetti avevo sempre pensato di preferire il tramonto.
Ma avevo imparato ad amare l’alba.
Jennifer voltò una pagina, silenziosa, per poi prendere la tazza di caffè e portarsela alle labbra. Reclinò appena la testa all’indietro, i capelli biondi scivolarono lungo le sue spalle, lasciandole scoperto il collo.
Vi riconobbi un segno rosso.
E pensai che il rosso - il rosso lasciato dai miei denti, dalla mia bocca - donasse anche a lei.
Appoggiò graziosamente la tazza e tornò a immergersi nella lettura.
Sorrisi, anche se non poteva vedermi.
Pensai di chiamarla e farla tornare a letto, così che potesse farmi addormentare di nuovo. In fondo era solo l’alba.
Ma lei era uno spettacolo troppo bello perché io potessi spezzarlo.
Danzava tra le pieghe dell’arte, Jennifer.
E io non chiedevo altro che di poterla guardare.
 
 
 
 
 
I'm older now.
I work in the city.
We live together.
But it's different than my dream.
Morning light fills the room. I rise.
She pretends she's sleeping.
Are we everything we wanted?
And I'm thinking love...
Love...
Love...
Love...
 
 

Un raggio di sole riuscì a scivolare nella stanza attraverso le imposte chiuse, colpendomi in viso.
Pensai di svegliare Fred, che dormiva accanto a me, per fargli tirare le tende, ma lo sapevo che non sarei più riuscita a dormire in ogni caso, perciò scivolai fuori dalle coperte, spostando il suo braccio, appoggiato sul mio fianco.
Indossai la vestaglia - il fresco di quella mattina d’estate bastava a farmi venire la pelle d’oca - prima di tirare le tende perché il sole non svegliasse Fred.
In punta di piedi, uscii dalla stanza e raggiunsi il salotto, solo per uscire sul terrazzo.
Era l’alba.
Sorrisi.
L’alba mi ricordava Jennifer.
Mi ricordava i risvegli con lei accanto.
E la sua pelle diafana, sempre inaspettatamente calda, premuta contro la mia.
Mi ricordava le sue labbra che sapevano sempre di caffè, a qualsiasi ora.
E mi ricordava il verde dei suoi occhi, che avevo scambiato per speranza.
E quelle promesse che credevo mi avesse fatto nel silenzio, nel silenzio erano state spezzate.
Presi il cellulare, composi il suo numero.
L’alba le apparteneva.
Ascoltai gli squilli susseguirsi l’un l’altro.
Non rispondeva, Jennifer.
Forse stava ancora dormendo.
Forse era appena andata a dormire.
Chiusi la telefonata non appena scattò la segreteria telefonica.
Era come l’alba, Jennifer.
Non aveva importanza quanto il tramonto del giorno precedente fosse stato disastroso, lei sarebbe sorta comunque.
 
 
 
 
I know we don't talk about it.
We don't tell each other.
All the little things that we need.
We work our way around each other.
As we tremble and we
As we tremble and we bleed.
As we tremble and we
As we tremble and we bleed.
 
 
Mi passò accanto, sfiorandomi appena.
Come quelle brezze, di prima mattina, che ti solleticano la pelle.
Mi voltai e colsi il suo sguardo.
Le sorrisi, anche se era già a qualche metro di distanza.
Lei esitò.
Sorrise, infine, Jennifer.
Si sistemò i capelli dietro le orecchie.
Io lo facevo in continuazione.
Le sistemavo sempre i capelli, anche se non ne avevano bisogno.
Mi piacevano, i suoi capelli.
Mi piacevano ancora di più la mattina, dopo aver passato la notte con le mie mani tra i suoi capelli, ed erano spettinati e disordinati, ricadendole sul viso scompostamente.
Io ero la punta di caos nella sua vita.
Ormai Jenny aveva sempre i capelli in ordine.
Mai una ciocca fuori posto.
Feci un passo verso di lei e vidi la sua espressione scurirsi.
Respirò a fondo, Jennifer.
Rimasi ferma.
Volevo raggiungerla.
Ma non potevo.
Eravamo due corde troppo tese e, insieme, sapevamo produrre la più bella melodia dell’universo, note ancestrali che raccontavano di come alba e tramonto si inseguissero in continuazione, cercandosi, senza mai trovarsi.
Eravamo due corde troppo tese e, se ci fossimo avvicinante ancora, avremmo iniziato a sanguinare, finché una di noi non si fosse spezzata.
Forse entrambe.
Sì, ci saremmo spezzate entrambe.
Era come l’alba, Jennifer.
Ed io ero il suo tramonto.
Potevamo esistere entrambe, nello stesso momento, ma in posti diversi oppure nello stesso posto, ma in tempi diversi, secondo le leggi della natura.
Insieme, mai.
 
 
 
 
***
 
 
 
 
 
 
It's bittersweet
More sweet than bitter,
Bitter than sweet.
It's a bittersweet surrender.
 
 
«Non dovremmo».
«No?»
«Perché no?»
«Perché dalla prossima settimana saremo colleghe, Jenny».
«Jenny. Mi piace, quando mi chiami Jenny».
«Mi piace chiamarti Jenny».
«Sei arrossita. Hai il colore del tramonto».
«Oh, Dio».
«Sono seria, Lana».
«Allontanati, prima che succeda qualcosa di cui ci pentiremo presto».
«Allontanati tu, se non vuoi».
«Non voglio allontanarmi».
«Lo so».
«Solo un bacio?»
«Uno solo».
 
 
 
 
 
 
 
Nda
Ehi!
La canzone è Bittersweet dei Big Head Todd And The Monsters (che è anche nella top 100 di Lana).
Questa shot risale ormai a più di un mese fa, scusate per l’angst.
Grazie, Isarainbow (non mi sono dimenticata dell’altra shot. Abbi fede).
Nel caso in cui leggiate “Sull’amore” ci vediamo venerdì prossimo ;D e vi ricordo twitterfacebookcuriouscattumblr.
A presto,
T.



 
   
 
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