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Autore: Angel Of Fire    27/01/2017    8 recensioni
Piccolo missing moment, senza troppe pretese, collocato poco prima della partenza per l’ultima missione su Scarif, preludio ad una delle scene (a mio avviso) più significative del film.
Cassian e Kappa attendono le decisioni del Consiglio dell’Alleanza Ribelle e il droide, in modo più o meno (in)volontario, lo porterà ad una serie di profonde riflessioni sulla vera natura del suo rapporto con Jyn.
Ovviamente RebelCaptain ;)
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cassian Andor, Jyn Erso, K-2S0
Note: Missing Moments, Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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I'll be there for you


 

These five words I swear to you 
When you breathe I want to be the air for you 
I'll be there for you 
I'd live and I'd die for you 
Steal the sun from the sky for you 
Words can't say what a love can do 

I'll be there for you*



“Le probabilità che il Consiglio decida all’unanimità di inviare delle truppe su Scarif sono pari a zero.” La voce vagamente artificiale di Kappa risuonò nell'hangar stranamente troppo silenzioso.

Per una volta non me la sentii di contraddirlo, quella testa di latta aveva ragione. Ma non occorreva avere un calcolatore al posto del cervello per dedurlo: anche se Jyn fosse riuscita a convincerli della possibilità di distruggere l’arma, non avrebbero rischiato il meglio delle truppe per recuperare i piani in una missione pressoché suicida. Sapevo come sarebbe finita: qualunque cosa avesse detto non li avrebbe persuasi a mettere in gioco quel poco che avevamo dalla nostra parte per difenderci dall’Impero.

Ammirai comunque il suo coraggio e la determinazione a voler portare a destinazione il messaggio di suo padre, ad ogni costo. Ma avevo il dubbio che per lei fosse ancora una questione personale, e non era esattamente un bene nel bel mezzo di una guerra, lo avevo imparato fin troppo presto.

Incrociai le braccia al petto, mi appoggiai con le spalle ad una pila di casse e presi a fissare pavimento, senza però vederlo realmente.

“Strano che tu non abbia niente da dire al riguardo, Cassian.” Kappa insistette, mi voltai verso di lui un istante e gli riservai un mezzo sorriso amaro. Era solo questione di tempo e avremmo visto comparire Jyn con un’espressione delusa e scoraggiata in viso. Ed io non me la sarei persa per niente al mondo.

Quella piccola criminale aveva ancora molto da imparare sull’Alleanza. Aveva passato metà della vita fuggendo da tutto e da tutti, come se quello che le accadeva intorno non la riguardasse. Ad un tratto invece la ribellione era diventata reale per lei, aveva sbattuto contro la dura realtà e compreso che le cose non si cambiano continuando a scappare, o restando a guardare.

Nonostante il nostro primo incontro fosse stato piuttosto movimentato ed avessi faticato parecchio a fidarmi dei suoi modi un po’ rudi e ambigui, era riuscita a stupirmi, fin dal nostro primo sbarco su Jedha. Anche se mi risuonavano ancora nelle orecchie le infinite raccomandazioni di K2 sulle altissime probabilità che mi avrebbe sparato. O che se la sarebbe filata alla prima occasione. Difficilmente mi lasciavo coinvolgere durante una missione da chi mi stava accanto, meno ancora dalle questioni personali, ma la sua situazione, il suo passato, il suo subdolo legame con l'Impero, mi avevano inevitabilmente turbato. Ed alla fine ne ero stato risucchiato come in un vortice dal quale non si può sfuggire.

“Cassian, posso farti una domanda personale?” La capacità di Kappa di interrompere i miei pensieri nei momenti meno opportuni rasentava la perfezione.

Alzai il capo seccato e mi voltai di nuovo trovandomi di fronte la sua testa metallica lievemente inclinata e i suoi due piccoli occhi luminosi che mi scrutavano. Mi ritrovai genuinamente curioso e, dal mio silenzio, lui capì che aveva via libera.

“Da quando hai preso l’abitudine di disobbedire agli ordini?”

Mi scossi leggermente. Capii subito a cosa si stesse riferendo e mi misi sulla difensiva. Avevo l’ordine di uccidere Galen Erso non appena lo avessi trovato. Lo tenevo sotto tiro, mi sarebbe bastato premere il grilletto per fargli un buco in testa, eppure… qualcosa mi aveva fermato.

“Da quando li ritengo sbagliati” lo liquidai sbrigativo e monocorde, augurandomi che non facesse altre questioni. Non avevo ancora ben chiaro dove volesse andare a parare con quella insinuazione, ma la piega che stava prendendo la conversazione non mi piaceva per niente.

“Uccidere l’ideatore dell’arma era la soluzione più logica, non c’era niente di sbagliato. C’è qualcos’altro che ti ha fermato. Ti conosco bene, Cassian.”

Corrugai la fronte e distolsi lo sguardo da lui, ma ebbi come l’impressione che se avesse potuto passarmi allo scanner il cervello non avrebbe esitato.

“Mi stai prendendo per un idiota?” Lo ripresi infastidito, ma con poca convinzione e lui ovviamente non accusò il colpo.

“Lo hai detto tu, non io.” Era inutile tentare di ribattere, in K2 era praticamente innata la capacità di fregarmi. Abbassai la testa e tornai a fissare il pavimento. Sospirai lasciando morire la conversazione (e la sua fastidiosa curiosità) nel silenzio, ma inaspettatamente quell’ammasso di ferraglia cigolante mi aveva posto davanti all’interrogativo che più mi tormentava da quando eravamo tornati da Eadu.

Cosa mi aveva spinto davvero a disobbedire?

La risposta la cercai da solo, o almeno provai a convincermi che fosse quella giusta. Non lo avevo ucciso perché Jyn non vedeva il padre da anni e desideravo che si ritrovassero? Sarebbe stato patetico. Non ero mai stato troppo incline ai sentimentalismi.

Avevo esitato perché Galen era la prova vivente che anche nell’Impero c’era chi odiava la guerra e voleva cambiare le cose? Forse questa era la meno penosa e la presi per buona, ma non riuscii comunque a placare il senso di inquietudine che quei ragionamenti mi stavano provocando.

Cosa mi stava succedendo? Non avevo l’abitudine di rimuginare e soprattutto di giustificare le mie scelte, le seguivo a seconda della situazione che mi si parava di fronte, senza pormi troppi problemi. Esitare il più delle volte poteva rivelarsi fatale. Ed io ero andato vicino alla morte troppe volte per non fare tesoro di certi insegnamenti.

“Vuoi sapere cosa penso al riguardo?” L’insistenza di Kappa aggravò il mio già crescente nervosismo.

“Da quando hai preso l’abitudine di pensare?” Lo ripagai con la stessa moneta, ma lui si guardò bene dal demordere.

“PENSO” scandì bene le sillabe per ribattere al mio sarcasmo, “che è da quando hai conosciuto Jyn che ti stai comportando in modo strano. Ergo lei c’entra qualcosa.”

Scossi la testa e ridacchiai lisciandomi la barba sottile. Sarebbe stato bello poter ragionare come un droide, in maniera semplice e lineare, ma la mente umana purtroppo è un tantino più complessa.

In quel momento però qualcosa mi scosse e tornai serio. Inaspettatamente fui pervaso da una strana consapevolezza: nella sua breve esistenza Jyn aveva conosciuto solo solitudine e abbandono, non aveva avuto una famiglia, nessuno di cui fidarsi, ed io… semplicemente non avevo voluto essere la sua ennesima delusione. Era assurdo che uno come me si facesse degli scrupoli di fronte alla figlia di un imperiale, eppure lei era riuscita a farmi vacillare.

Non avevo sparato a suo padre perché avrei perso la sua fiducia… per sempre. Improvvisamente mi ero ritrovato impreparato ad affrontare l’odio che mi avrebbe riservato.

A quella insensata constatazione sorrisi tra me. Non ero il tipo da temere qualcosa, avevo sempre votato la mia vita alla ribellione e lo avevo fatto senza rimpianti, compiendo le azioni più infime quando si era dimostrato necessario, senza mai guardarmi indietro… Ma in quel momento mi ero sentito vulnerabile.

Lei aveva il dannato potere di farmi sentire vulnerabile.

Avrei potuto lasciarla su Eadu, ai fini della missione non avevo più bisogno di lei. Avrei potuto giustificare la sua perdita in mille modi, come avevo fatto tante volte. Ma scoprirla su quella piattaforma presa di mira dal fuoco della squadriglia ribelle mi aveva lacerato fino al punto di rischiare la pelle per andarla a recuperare.

Che diavolo mi stava succedendo? Possibile che Jyn avesse il potere di sconvolgermi e farmi ricredere sulle mie più radicate convinzioni? Come potevo pretendere che i circuiti sfasati di Kappa potessero comprendere quello che persino io stentavo ad accettare?

In quel momento mi diedi dell’idiota. Sapevo che il consiglio l’avrebbe lasciata sola e che il suo messaggio di speranza sarebbe rimasto inascoltato ma sapevo anche che non si sarebbe arresa, che avrebbe tentato di portare a termine la sua missione anche da sola a costo di farsi ammazzare. Chirrut, Baze e Bodhi le sarebbero andati dietro, perché ormai non avevano più niente da perdere.

Ed io? Che stavo facendo, fermo ed immobile, lì in quell’hangar trafficato ad annaspare tra i miei stessi pensieri, ad aspettare la sua sconfitta? La nostra sconfitta. Non potevo restare a guardare. Non me lo sarei mai perdonato, avrei vanificato tutti gli anni dedicati alla ribellione, tutti gli anni passati a sperare.

“Per te ci sarò sempre…” quel pensiero mi sfuggì a voce alta mentre fissavo qualcosa di indefinito oltre le paratie aperte dell'hangar e, stranamente, mi sentii come se mi fossi tolto un peso dal cuore, finalmente in pace con me stesso.

“Ti ringrazio. Ma sono io che sono stato programmato per starti sempre appresso. Ma apprezzo il tuo interessamento.” Kappa mi riportò brutalmente alla realtà spezzando le ali dei miei voli pindarici.

“Non mi stavo riferendo a te ma a Jyn” lo ripresi con enfasi, aspettandomi la solita carrellata di recriminazioni.

Kappa invece non reagì, ma il suo (misericordioso) silenzio era più esaustivo di mille parole. Se persino uno sgangherato droide protocollare si era accorto che qualcosa dentro di me stava cambiando, la faccenda era più seria del previsto.

“Devi essere proprio sconvolto per esserti ammutolito. Non hai nessun pronostico nefasto da elargirmi per allietarmi la giornata?” Lo punzecchiai, ma a quel punto avevo davvero un bisogno disperato di esternare i miei pensieri.

“Vuoi proprio che ti dica che perseverare in questo tuo strano atteggiamento ci causerà un sacco di guai?”

Scossi la testa divertito. D’accordo, me l’ero andata a cercare, non potevo certo biasimare la sua inevitabile sincerità. Mi scostai dalla cassa e mi voltai verso di lui fissandolo a pugni stretti. “Apri bene i microfoni: quello che ho detto poco fa deve valere anche per te. Consideralo un ordine!”

D’impulso lui alzò la testa e le sue giunture cigolarono sinistramente. “Come desideri, ma per assolvere al meglio al mio compito mi servirà un blaster.”

Ero sicuro che ci avrebbe provato, gli riservai un’occhiataccia eloquente puntando le mani ai fianchi e lui si ingobbì deluso. “D’accordo, lasciamo perdere il blaster. Ma credo che dovresti dirglielo.”

Lo fissai interdetto alzando un sopracciglio.

“Che per lei ci sarai sempre…” Precisò, e giurai di aver captato un pizzico di sadica soddisfazione nel tono della sua voce.

Sorrisi sottilmente. “Non ricordi? Non riuscirei a convincerla a chiacchiere…”

“Lo ricordo perfettamente.”

Passarono pochi istanti in cui mi studiò in silenzio. “Stai per disobbedire ad un altro ordine, vero Cassian?”

Sorrisi compiaciuto. Gli mollai una pacca amichevole sul petto metallico e mi allontanai, il Consiglio poteva finire da un momento all’altro e dovevo far presto.

“Ho un gran brutto presentimento.” Lo sentii protestare da lontano.


* * *


Ammirare l’espressione delusa di Jyn tramutarsi in puro stupore fu come veder sorgere il sole, il buio cedere il posto alla luce. Ero sicuro che, dopo il nostro ultimo scontro verbale, non si sarebbe mai aspettata che mi presentassi da lei con un nutrito gruppo di volontari pronti a seguirla su Scarif. L’averla sorpresa inaspettatamente mi riempì il cuore di una sensazione nuova, appagante, risvegliando sentimenti che avevo smesso di provare da molto tempo. O che forse non avevo mai provato.

“Jyn, per te ci sarò sempre... Me lo ha ordinato Cassian.” Kappa irruppe disintegrando la beatitudine di quell’istante. Ma non gli fu mai grato abbastanza per aver avuto quel coraggio che io ancora non riuscivo a dimostrare.

Mi avvicinai a lei e il mio sguardo si infranse sul suo bel viso, sui suoi occhi trasparenti, sulle sue labbra carnose arricciate in un accenno di sorriso.

“Non sono abituata a quelli che restano quando si mette male.”

Sorrisi anch’io, non ero abituato a certi apprezzamenti. Non avevo idea di quello che le stesse passando per la mente, e quali fossero i suoi reali sentimenti verso di me, ma ero immensamente felice di essere riuscito a convincerla che non l’avrei mai abbandonata.

“Benvenuta a casa” le sussurrai, cercando di non tradire il tornado di emozioni che mi vorticava dentro ed i pensieri che stavano già volando oltre quella inevitabile missione:


Quando tutto sarà finito, Jyn… sarò costretto a fare i conti con quello che davvero provo nei tuoi confronti… Ed allora, forse…


* * *



Angolo dell’autrice:

Ok, rieccomi.. la lingua batte dove Rogue One duole XD Questa si può considerare come il prequel di Silent Heroes < . < Sì perché nel mio personale universo, Jyn e Cassian non sono morti e mai moriranno… Cioè, non prima di aver fatto tante belle cosucce e di aver chiarito la situazione tra loro. Ci sto rimuginando sopra e vedremo cosa ne verrà fuori, per ora so solo che sarà abbastanza complicata ^ ^’. Intanto però mi piaceva l’idea di captare nel film il momento in cui Cassian si rende conto che Jyn rappresenta ben più di una delinquente qualunque smuovendogli poi l’impulso di salvare capra e cavoli… disobbedendo ad un altro ordine… Ormai è irrecuperabile!!!! *facepalm di K2* (d'obbligo) XD

E poi provare a far interagire Cassian e Kappa mi attirava da pazzi, quei due insieme sono una potenza… e niente, ce li vedevo troppo a punzecchiarsi tra loro per questioni di donne. Dovrò trovare il modo di far resuscitare il droide in qualche modo *mumble mumble*

Grazie a chiunque passerà di qua, anche solo per curiosità ;)


Besos a todos e… che la forza sia con voi!


*La canzone citata all’inizio è I’ll be there for you, di Bon Jovi ;)


  
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