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Autore: KikiWhiteFly    31/05/2009    5 recensioni
[Completa; Raccolta di One shot] [Shikamaru ~ Ino]
5. «Tu non ci crederesti, ma è zucchero filato. Tu, Shika, hai bisogno di toccare lo zucchero filato... assaggiarlo, forse. E, anche avendolo assaggiato e toccato, non è detto che tu ne sia pienamente convinto. Io... credo. So. Non è più bello così, il mondo?»
Genere: Erotico, Guerra, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ino Yamanaka, Shikamaru Nara
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Inside your heart








Prologo











Ad Aury -Globulo Rosso- , per farle
un augurio di buona guarigione... perché
è una Moschella con tutte le lettere maiuscole, e ovviamente
da tradizione noi lo siamo al cento percento,  nel corpo e nel cuore.
Mosche Bianche rulez!
Sperando che tu possa leggere questo mio piccolo
pensierino *-*.
Bacino tesoro!





Ino posò le ultime begonie all'interno della serra, asciugandosi un rivolo di sudore spuntato troppo repentinamente sulla fronte fredda. Asciugò le mani sul grembiule -ormai da buttare, pensò-, sospirando
stremata per il lavoro svolto a tempo pieno.
"Voglio un aumento di stipendio!", si trovò a protestare tra sé e sé nella buia notte, battendo un pugno sonoro sul bancone. Qualche oggetto parve barcollare,
si complimentò con la sua forza, lanciando distrattamente il grembiule pochi metri più in là. Sentì il tic tac monotono dell'orologio da parete ed inevitabilmente si voltò.
Ore 23:00.

Si morse un labbro, imprecando riguardo la propria lentezza. Avrebbe voluto andare a prendere un drink con gli amici, sentire i commenti piccanti di Kiba riguardo il suo look da “Ti scopo in un secondo”
-tradotto molto volgarmente- le frecciatine di Sasuke, quel suo umorismo nascosto, sepolto sotto tonnellate di ghiaccio.
E poi... poi c'era lui. Un dito si fermò sulle labbra, mentre rifletteva un po' troppo
e fantasticava come una bambina, perdendo il contatto con il suolo terrestre. Il suo amico, il suo migliore amico... l'indomani sarebbe partito e non avrebbe fatto più ritorno in patria natia, o almeno
non così spesso: causa una bionda troppo prorompente e troppo esigente; non poteva abitare a Konoha, nel tranquillo villaggio -beh a parte qualche pervertito e un Hokage baka... tutto sommato
andava tutto alla perfezione!- patria di suo marito.
Quella parola sfumò sulle labbra, sbriciolandosi in brandelli. Ancora si dovevano unire nel sacro vincolo del matrimonio ma ormai potevano venir
considerati una coppia ufficiale, con tanto di anelli di fidanzamento al dito. Stronzate.

Tutto. Il matrimonio, era solo una tattica per monopolizzare una persona, gli anelli erano giuramenti fatti di castelli di sabbia, l'abito bianco nient'altro che uno stipendio speso male.
"Stronzate"
Farfugliò la ragazza, infilandosi il leggero cappottino primaverile, poco audace per sfidare la fresca brezza che preannunciava l'arrivo di un imminente Primavera.

Batté i denti per il freddo, girò due volte la chiave nella toppa, tremando. Tanto fra pochi secondi ci avrebbe pensato la sua stufetta a riscaldarla, e ovviamente il caro vecchio metodo delle coperte,
infagottata come un pulcino pronto a rinchiudersi a vita nell'uovo.

Almeno fino al giorno dopo... la vita monotona di sempre, i soliti appuntamenti, gli amici e le loro sarcastiche battute, le loro beffe scherzose, i soliti sorrisi di cartapesta prefabbricati e marchiati
con uno stampo vecchio stile.

"In-Ino" le sembrò un sussurro, fievole.
Dapprima non ci fece caso, temendo per la sua sicurezza, aggrovigliandosi nel giubbottino come se quel semplice indumento avesse potuto proteggerla per ogni evenienza.
"Ehi Ino!" esclamò, prendendole bruscamente un braccio.

Stava per urlare quando una mano -terribilmente odorante di alcool – tappò la sua bocca, con agilità non indifferente; quando finalmente focalizzò l'immagine del ragazzo davanti i suoi occhi lasciò
andare il peso del cuore che nel frattempo le era arrivato in gola, per ritornare al proprio posto.

"Shikamaru... ma cosa ci fai qui?" domandò, squadrandolo da capo a piedi.
"Bella domanda" ghignò sardonico, passandosi velocemente una mano sulla zazzera scura. Piegò un sopracciglio Ino, pensando veramente che si fosse ubriacato e che quello era solo un delirio
post-sbronza, e lei era la povera vittima malcapitata all'angolo di un ciglio vuoto.

Disgraziata sfortuna.
Imprecò più volte contro i dei, poi si rese conto che forse era meglio riconcentrarsi su quel poveretto che aveva perso di botto il proprio quoziente intellettivo, riducendolo in poltiglia.
"Perché faccio questo?"

Chiese, aprendo le braccia con un ché di teatrale. La bionda si sentiva ancora più confusa e prima che potesse sibilare una semplice vocale un altra domanda, sparata a raffica come un fulmine,
piombò nella sua mente, impedendole di rispondere di dovere.
"Perché mi sposo? Che senso ha? Voglio dire... non è una gigantesca cazzata?"


Oh sì. Eccome.
Era maledettamente tentata di rispondergli in quel modo, ma la parte dell'amica razionale e affettuosa, nonché responsabile -quest'ultimo ruolo le conveniva poco- superò di gran lunga la parte
acida e menefreghista, probabilmente ora che era adulta, la visione del mondo le appariva tutt'altro che perfetta, anzi erano più i buchi che le toppe sulla Terra... l'aveva imparato a sue spese.
"Shika, ragiona" gli cinse le spalle, ormai aveva dimenticato persino il freddo glaciale che le distruggeva le ossa. "Tu la... ami", faticò, il groppo in gola si faceva pesante "Tu la ami. Tanto" si convinse. Cosa
poteva farci se la Sabaku non le era mai andata tanto a genio?
"Ripetilo"

"Io...", barcollò, era la riprova del fatto che l'alcool aveva sortito il suo effetto... ora che veniva a mancare anche a Nara ci si poteva giocare anche l'intera Konoha. Lo tenne stretto, con una pazienza
fino a quel momento estranea. "La amo" annuì.

Qualche macchina passò, sfrecciando ai limiti del massimo, la radio accesa a tutto volume su qualche nuova hit mondiale, che vendeva sul mercato qualche centinaia di migliaia di copie... la musica
sovrastava tutto, le parole, i respiri, i sospiri malcelati. "Purtroppo" ripeté meccanicamente Ino, ma questo sfuggì al raziocinio del giovane che ora era preso da tutt'altri pensieri.

"Ti sembrerà un discorso stupido...", iniziò, sapendo perfettamente di non poter dire nulla di sciocco, quelle labbra non bestemmiavano idiozie. "...ma ci si può accorgere di aver sbagliato... totalmente?"
marcò l'ultima parola, avvicinandosi con una strana e pericolosa distanza alla ragazza.

Razionalità. Razionalità. Razionalità.

Si ripeteva come un ritornello, ignorando il battito del cuore accelerato, l'iperventilazione che sembrava volerla soccombere da un momento all'altro e le ginocchia che tremavano, e non per il freddo.
"No", lo allontanò, spingendolo prontamente indietro. "Non si può tornare indietro, anche se fosse così"

Non osò guardarlo negli occhi, non voleva affogare.
"E se volessi premere il tasto per accelerare i tempi?" poggiò un dito sul suo mento, avvicinandolo bruscamente al proprio, fino a sentirlo sfiorare.
"Shika sei ubriaco" comunicò, tentando d'allontanarsi.
Ma la forza del suo petto era misera in confronto a quella del ragazzo che adesso stava lentamente confessandole un amore -poteva definirlo tale?- pudico e violento, casto e letale, sacro e profano.
Il migliore dei mali era sicuramente la lussuria... lo sapeva, alla tentazione si poteva solo cedere.

"Mai stato così lucido" affermò, sfiorandole le guance di marmo.
Fremette Ino, il candore della sua pelle divenne color oca, il turbinio d'emozioni che lottavano nel suo cuore erano una battaglia doverosa, da vincere ad ogni costo. Eppure queste non volevano saperne
di battersi... si limitavano ad appendersi a specchi di finta indifferenza, finendo inevitabilmente per scontrarsi con la realtà. "Te ne pentirai . Me ne pentirò"

Sospirarono, all'unisono.
"Lo so" ancora insieme, come risvegliati e condannati ad una favola destinata a morire sul nascere.
Conveniente però, pensò Ino, sentendo due braccia avvolgerle la schiena in modo tutt'altro che amichevole, la bocca essere spezzata in due da dolenti baci dal nome sofferenza. E non poterono che
sfuggirle due stille d'acciaio, che tentò di nascondere in tutti i modi.




Quello era un suicidio.
Ma le sembrava bello che non fosse la sola a compierlo...
anzi, accanto a lei c'era il genio di Konoha.
Allora anche i geni commettono follie, passi falsi, diventano preda di qualcosa.
O, per dirla in termini più comuni,
Si innamorano.





   
 
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