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Autore: Starishadow    29/01/2017    0 recensioni
L’umano era decisamente giovane per la sua specie, di questo era ora piuttosto sicuro: il suo viso era liscio e privo di quella peluria scura che sembravano avere tutti quelli che aveva visto a corte fino a quel momento, e il suo corpo era piuttosto piccolo, anche se naturalmente - rispetto alle dimensioni comunemente tenute dalle fate in territori sconosciuti - abbastanza grande da costituire una minaccia. (Otayuri Fairy!AU in cui una giovane fata del ghiaccio, Yuri, decide di salvare un umano senza pensare alle possibili conseguenze a lungo termine).
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai | Personaggi: Otabek Altin, Un po' tutti, Victor Nikiforov, Yuri Plisetsky, Yuuri Katsuki
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Capitolo 1
- Promesse e partenze -

Tre anni dopo
 
«Coraggio, Yura! Fai come me».
La faceva facile, sua altezza reale: a lui volare veniva facile quanto respirare, e le sue ali erano luminose e forti, rese sicure da anni e anni di pratica, oltre che da una certa dose di puro talento naturale.
«Ci sto provando», sbuffò il minore, imbronciato, mentre si concentrava su quei nuovi muscoli che sentiva sulla sua schiena, collegati ad un paio di ali trasparenti e delicate che sembravano l’incarnazione della fragilità. «Non capisco cosa devo muovere», ammise infine, con un sospiro.
«Ok, vediamo un po’», replicò l’altro, atterrando delicatamente al suo fianco e facendolo girare in modo da poter osservare la sua schiena. Rimase in silenzio qualche secondo, poi toccò con decisione un punto in particolare, sorridendo divertito nel vedere l’ala più vicina a quel punto cominciare a fremere. «Esatto!».
«Che diamine stai facendo?? Victor, non so controllarla! Come faccio a farla smettere?», domandò impaurito il più piccolo, sgranando gli occhi a quella sensazione sconosciuta, e quando sentì la stessa sensazione sprigionarsi dall’altra ala dopo il tocco del suo “insegnante” non riuscì a trattenere un piccolo gemito di sorpresa, che si trasformò in esclamazione quando vide i suoi piedi staccarsi dal suolo. «Sto volando!», disse, illuminandosi, cominciando ad agitare braccia e gambe senza ben sapere che fare.
La risata del maggiore risuonò vicino al suo orecchio:
«Sai, Yuri, è più facile di quanto tu creda. Non stai nuotando, non hai bisogno di muovere braccia e gambe per restare in aria».
«Levati quell’espressione dalla faccia, Victor! Scommetto che tu hai fatto di peggio la prima volta», replicò Yuri fulminandolo con lo sguardo.
Le fate incaricate di monitorare quella loro lezione e assicurarsi che nessuno dei due si facesse male si accigliarono a sentirlo usare quel tono, ma in realtà nessuno ormai si sorprendeva più di quel rapporto informale fra la giovane fata e il loro principe: finchè sua altezza non riteneva offensivo tale atteggiamento, il giovane Yuri poteva fare ciò che voleva.
«Beh, effettivamente sono andato a sbattere su una finestra», ricordò Victor con tono leggero e una scrollata di spalle, «però non ho avuto bisogno che qualcuno mi attivasse dei riflessi incondizionati per muovere le ali», aggiunse con un ghigno.
«Vieni qui e ti faccio vedere io!», sbottò Yuri, tentando di colpirlo, ma il principe fu rapido a spostarsi, ridendo, e lui finì col perdere l’equilibrio che aveva a stento mantenuto fino a quel momento e si ritrovò presto a testa in giù, faccia a faccia con quella grande seccatrice di sua sorella maggiore, Mila, che lo osservava divertita da terra. «Credevo di essere più in alto», brontolò, accettando a malincuore il suo aiuto per tornare con i piedi bene a terra.
«Beh, è un buon inizio, comunque! Meglio di Georgi, almeno».
«Anche quando non avevo le ali e facevo un salto ero meglio di Georgi, Mila, non conta», sospirò il minore arricciando il naso, aggiungendo per buona misura un’occhiataccia a Victor, appena atterrato davanti a loro. «Perché non ho imparato nulla?», chiese, imbronciato.
«Perché nessuno impara in una volta sola!», replicò Mila con naturalezza, arruffandogli i capelli e ottenendo uno sguardo infuriato da parte del minore. «A parte Victor, forse», aggiunse, volutamente rigirando il dito nella piaga.
Il risultato fu una giovane fata irritata e una piccola bufera di neve nella grande sala del palazzo.
«Aww, non fare così, Yuratchka!», lo prese in giro il principe, annullando gli effetti della sua magia con un vago gesto della mano. «Prometto di continuare ad aiutarti finchè non avrai imparato a volare senza problemi, va bene?».
Il minore sapeva che non avrebbe dovuto reagire con tanto entusiasmo, ma non esitò a illuminarsi - letteralmente - e porgere la mano all’altra fata, con espressione seria e decisa.
Victor fece una risatina sorpresa ma bonaria, e restituì la stretta con altrettanta decisione.
«Promesso, allora!».
 
Due anni dopo
 
Il popolo delle fate era nel panico: dicerie si sovrapponevano ad altre dicerie, le opinioni di alcuni si sovrapponevano a quelle di altre, e presto la notizia si sparse per tutto il Paese Fatato.
«Il principe è scomparso?».
«Pare che sia scappato!».
«No, no! Sono stati gli umani, l’hanno rapito loro!».
«Io avevo sentito che erano stati gli orchi».
«Ma che dici! Sicuramente è tutta un’altra scusa per farci scatenare un’altra guerra...».
In mezzo a tutte quelle persone che parlavano per la strada, fra tutta quella confusione, una sagoma si spostava agilmente e rapidamente, diretta al palazzo reale; solo una volta raggiunto il ponte levatoio questa si alzò in volo e raggiunse una delle finestre della torre più bassa.
«Yurachka!», esclamò Mila vedendo il fratello fuori dal vetro che bussava per farsi aprire. «Che hanno le porte che non va?», chiese con un sospiro appena l’ebbe lasciato entrare.
«Troppa gente, troppa confusione», fu la rapida risposta del minore, mentre si spazzava via dalle spalle e dai capelli della polvere fatata. «Hai sentito?», chiese poi seriamente.
«Del principe? C’è qualche possibilità di non averlo fatto?», replicò l’altra con un sospiro, massaggiandosi la fronte. «Papà strilla ininterrottamente da ieri sera. Tu dove sei stato?».
Lo sguardo della ragazza si fece sottile e sospettoso, ormai abituata all’abitudine presa dal fratello minore di sgattaiolare fuori dal palazzo e andarsene chissà dove praticamente ogni notte, e l’altro le rivolse un’occhiata che stava a significare “non sono affari tuoi”. Con un sospiro, la maggiore lo afferrò e lo tirò a sé, tenendolo stretto, e per una volta non era un abbraccio soffocante o irritante, semplicemente… caldo, e come se fosse lei ad averne bisogno.
Che probabilmente era l’unico motivo per cui Yuri non si era ancora ritirato spingendola via con uno sbuffo infastidito.
«Mila?», chiese con una voce incerta.
«Scusami, scusami, è solo che… per favore, smettila di sparire così! Ho già abbastanza paura per Victor»¸ mormorò lei, «e tu sei il mio fratellino, non voglio nemmeno immaginare se-».
«Ok, ok, vecchiaccia! Non diventare sentimentale, ora!», la bloccò Yuri, staccandosi quel po’ che bastava a premerle le mani sulla bocca e zittirla.
 
Qualche tempo dopo, quando fu solo nella sua stanza, Yuri si lasciò cadere sul suo letto con un sospiro irritato. Non credeva molto alle teorie di rapimenti e guerre imminenti, se doveva essere sincero, era piuttosto propenso a credere che si trattasse di una delle follie del loro principe. A dire il vero, tutta quella sorpresa da parte del popolo non riusciva proprio a capirla: Victor sembrava determinato a stupire tutti in ogni maniera possibile immaginabile, magari presentandosi senza alcun preavviso alla porta di una famiglia in difficoltà per aiutarla come poteva, o magari facendo organizzare a palazzo il matrimonio di una coppia che non avrebbe potuto permettersi alcun festeggiamento altrimenti, quindi perché sorprendersi ora che di punto in bianco aveva preso e se n’era andato?
«Yuri!».
La fata sbuffò irritata prima di andare ad aprire la porta a suo padre, nonché tutore di corte che si era curato di crescere ed educare il principe fino alla sua maggiore età, ma anche dopo aveva continuato a vegliare su di lui, seppur fingendo di non tollerare i suoi atteggiamenti.
«Che c’è?», chiese incrociando le braccia e lanciandogli uno sguardo seccato. Era Victor che era scomparso, perché tutti sembravano intenzionati a controllare lui ora?
«Non sparire così!».
Ecco, come volevasi dimostrare.
«Non sono sparito, ero solo in camera mia. Al contrario di qualcun altro, non ho poi così tanta intenzione di andarmene in giro senza lasciare un biglietto».
Si preparò a ricevere una sfuriata da parte dell’uomo, invece tutto quello che ottenne fu una specie di grugnito esasperato e una frase che per poco non riuscì a sentire:
«Ha lasciato un biglietto».
La sorpresa di Yuri causò una piccola pioggia di cristalli di ghiaccio intorno alle loro teste, ma sparì in fretta:
«Quindi avevo ragione io? Non l’ha rapito nessuno? Anche perché, siamo onesti, chi lo sopporterebbe».
«Yurachka», lo ammonì il padre, lanciandogli un’occhiata laterale prima di accomodarsi nella poltrona su cui normalmente il minore era solito appollaiarsi e divorare libri di incantesimi che non avrebbe dovuto conoscere.
«Ok, chi oltre a te lo sopporterebbe? Se l’avessero rapito, dopo due minuti invece di un riscatto ci avrebbero dato soldi per riprendercelo…».
Non ottenne risposta stavolta, piuttosto l’uomo gli porse un bigliettino, che molto probabilmente era proprio il biglietto incriminato.
Yuri lo prese e per poco non lo incenerì fra le sue dita.
«È uscito di senno?», chiese spalancando gli occhi.
«O vuole farne uscire me!», sbraitò l’altro scattando in piedi, paonazzo in volto.
Se fosse stato una fata, Yuri avrebbe temuto per l’incolumità della propria stanza, ma Yakov, tale era il nome del tutore di corte, era semplicemente un umano, che da bambino era stato portato via dalla propria famiglia umana e scambiato con un bambino del regno delle fate.
Perché alcune fate si ostinassero a compiere simili scambi, era un mistero: forse per noia, o magari per puro divertimento, fatto sta che quei bambini sottratti alle famiglie umane venivano poi cresciuti insieme alle altre fate, nutriti con lo stesso nettare e imbevuti della stessa magia, la differenza era che non avrebbero mai sviluppato le proprie ali e sarebbero stati in grado di compiere solo piccole magie, per lo più semplici incantesimi curativi.
Inoltre sarebbero diventati immortali, pur continuando a crescere, il che non era proprio allettante per un umano, che era quindi costretto a legarsi ad una fata che ne potesse garantire l’eterna giovinezza che caratterizzava il loro popolo.
«Ok, sì, forse vuole farti impazzire, ma perché sei venuto qui?», si informò Yuri volando fino al caminetto e sedendovisi sopra mentre osservava il pare con aria curiosa.
«Perché sei la mia miglior speranza», ammise l’altro. «Ho provato a chiedere a Georgi, ma è impegnato a rincorrere quella ninfa con cui è fissato da anni e non mi dà ascolto», sbuffò.
«Certo, quando una fata si innamora, è per sempre», fece spallucce l’altro. «Se è così stupida da innamorarsi di una figlia dei fiumi che non accetta costrizioni, peggio per lei».
«E Mila deve restare qui a finire il suo addestramento».
«Uhm, anche io devo finire il mio addestramento… Aspetta. Non vorrai forse che vada a cercare quel deficiente!», d’un tratto tutto il motivo di quella discussione apparve chiaro davanti agli occhi del minore, che fissò in cagnesco l’altro mentre un vento minaccioso cominciava a soffiare all’interno della stanza.
«Yuri, non credere che non sappia che ti sei portato avanti da solo con il tuo addestramento, ho visto i libri che sparivano dalla biblioteca reale».
“Ops”.
«Ma sicuramente ci sarà qualcuno più qualificato di me… non voglio andare fuori a fare da babysitter al principe, quello è il tuo lavoro».
«Pensavo avessi dichiarato tu stesso di essere “meglio di chiunque altro in questo gelido regno”».
Ok, sì, l’aveva fatto… ma non pensava certo a quello mentre ne parlava!
«Abbiamo delle guardie che possono farlo!».
«Non darebbe retta ad una guardia, lo sai. E comunque, di quel biglietto nessuno sa nulla tranne me e te».
Ecco dov’era la fregatura.
«Se mi rifiutassi?».
«Il regno cadrebbe nel caos, dato che Vitya era l’ultimo erede legittimo, si scatenerebbero lotte per il trono, spargimenti di sangue, morti… diventeremmo come gli umani, in poche parole».
«Buffo che sia proprio tu a dire una cosa del genere», sogghignò Yuri, lasciandosi cadere a terra e atterrando senza il minimo rumore. «Se vado a cercare Victor, cosa ci guadagno?», si informò con tono fintamente disinteressato mentre si avvicinava al baule che conteneva i suoi vestiti da viaggio e un paio di incantesimi che aveva preparato per un’evenienza simile - dato che forse non era del tutto vero che non aveva intenzione di prendere e andarsene da quel posto - e iniziava a frugarvi dentro.
Probabilmente Yakov non aspettava altro che quella domanda:
«Mi pare che Vitya ti avesse fatto una promessa, anni fa, e che non l’abbia più mantenuta…».
Touchè.
Yuri smise di frugare nel baule e si voltò a guardare suo padre con un’espressione affilata, la postura rigida e determinata:
«Va bene. Lo troverò e lo riporterò qui, a costo di trascinarlo con la forza».
Yakov annuì con un sorriso compiaciuto e si alzò, uscendo dalla porta e lasciando Yuri ai preparativi della sua nuova - nonché prima - missione, sperando intimamente di non aver appena commesso l’errore più grande della sua vita.
 
**********************
Nota dell'autrice: ed ecco qua il secondo (in realtà primo ma shhh) capitolo! Un po' più lungo dell'altro perchè finalmente posso far partire la storia, yeah!
Ed ecco che compare anche un certo qualcun altro, che mi è piaciuto parecchio da scrivere, a dire il vero ^///^"
Piccola informazione di servizio: ho messo Yuri, Mila e Georgi come fratelli e figli di Yakov, ma prendete questa informazione un po' con le pinze perchè non è del tutto esatta, ma spiegherò meglio la dinamica nei prossimi capitoli (che spero continuiate a leggere xD).
In più ero indecisa fra scrivere "Victor" o "Viktor", ma dato che solitamente uso la C - e a lezione di russo mi hanno insegnato a trascrivere la K in C - alla fine ho optato per quel modo... Spero non sia un problema :) 
Mi auguro che anche questo capitolo vi sia piaciuto, e grazie mille a chi ha recensito/messo nelle preferite/ricordate/seguite! Non mi aspettavo tanto supporto OwO
Fatemi sapere che ne pensate,
a presto!

- Starishadow
   
 
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