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Autore: lightoftheday    11/04/2005    1 recensioni
Cosa succede ad un giovane attore affermato quando entrano all'improvviso a far parte della sua vita una vecchia amica e suo figlio di quattro anni? Se poi lei non è una qualsiasi, i lontani ricordi si riaffacciano alla memoria e fanno pensare.
Genere: Commedia, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Dominic Monaghan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Buona settimana a tutti!

Oggi sto mettendo su il capitolo con una fretta mostruosa addosso, quindi scusatemi se non faccio ringraziamenti come si deve! Recupererò al prossimo…

Buona lettura, Mandy

 

v       Capitolo Ventisettesimo - Non tutto è ciò che appare (…o quasi)

 

Dominic stava aspettando in centro davanti al ristorante dove aveva dato appuntamento a Madeleine quella mattina quando l’aveva chiamata. Lei aveva accettato l’orario che lui le aveva dato, ma era stata categorica nel dire che avrebbe potuto ritardare dato che aveva degli impegni di lavoro che non sapeva quanto tempo le avrebbero portato via.

In effetti Dominic cominciava a temere che non sarebbe arrivata più dopo una mezz’ora di attesa, quando finalmente un taxi si era fermato dall’altra parte della strada e, la prima cosa che era uscita dallo sportello giallo appena aperto, era stata una caviglia affusolata con un paio di sandali dal tacco a spillo, altissimo. Dominic non aveva avuto bisogno di aspettare che l’intera figura di Madeleine fosse ben visibile, aveva attraversato la strada velocemente, andandole incontro.

Lei, appena l’aveva scorto, gli aveva sorriso, quando era stato a metà strada aveva cominciato a tendere le braccia verso di lui. Come solitamente erano abituati a fare, incuranti di essere praticamente in mezzo alla strada, si erano salutati molto affettuosamente.

- Tesoro, tesoro, tesoro vieni qui!- gli aveva detto con un tono un po’ stridulo quando era stata certa che lui era abbastanza vicino da sentirla, Dominic si era avvicinato velocemente per abbracciarla.

- Se sei libero possiamo passare anche tutto il pomeriggio insieme, ho fatto tardi ma il resto della giornata è per me!- aveva detto allegramente dopo che si erano salutati a dovere.

- Sono liberissimo e non mi pare il vero che possiamo passare tutto questo tempo insieme.- le aveva risposto lui, che pure per quella giornata non aveva sperato in altro.

Mentre pranzavano avevano chiacchierato un po’ del loro lavoro, Madeleine era a Los Angeles perché aveva dei colloqui importanti con dei produttori che avevano in ballo dei progetti comuni con la casa di produzione indipendente del suo compagno, ma non sembrava essere molto soddisfatta.

- Il problema di questa città è che le buone idee, la gente che ha del vero talento, finiscono tutte nel cestino della cartastraccia perché qualcuno pensa che la gente sia più stupida della media. Insomma, è mai possibile che non ci riesca quasi mai di avere della collaborazione quando si tratta di dover spendere un po’ più di soldi?-

Dominic le aveva riempito il bicchiere di vino un’altra volta, le aveva sorriso.

- Che ti devo dire, lo sai che questo è un campo piuttosto, come dirlo in termini più gentili possibili… difficile e rischioso. Insomma, voi non vi occupate di film che sono proprio alla portata di tutti e invece qui i grossi produttori cercano solo le galline dalle uova d’oro. Poi se sono film che non hanno una trama intelligente non frega niente a nessuno. La gente hai ragione, non è tanto stupida, ma tanto riempie le sale solo per determinati titoli e se richiamata da determinata gente.-

- Mah…- aveva detto Madeleine con un tono che sapeva di rassegnazione. - Eppure non mi spiego il perché del fatto che nonostante che certe nostre produzioni sono andate decisamente bene ancora nessuno si decide ad investire più su questo genere di cinema. Non pretendiamo certo incassi record, ma sono certa che avremmo sempre e di sicuro la nostra piccola fetta, che, se qualcuno si decidesse a puntare di più su di noi, potrebbe anche non essere tanto piccola, cosa che ci permetterebbe di avere più capitali da investire. Tu non hai idea di quante sceneggiature e copioni siamo costretti a cestinare sebbene siano geniali. Prendi quello che mi sono letta in aereo stanotte, mi piange il cuore sapendo che non potremo assolutamente prenderlo in considerazione, almeno per ora.-

- Di che si tratta?- aveva chiesto Dominic dopo aver finito di masticare il boccone della sua insalata che aveva appena messo in bocca.

- Di una sceneggiatura basata sul libro di uno scrittore portoghese, non se se lo conosci, si chiama Josè Saramago.-

Dominic aveva scosso la testa, così Madeleine l’aveva informato su quanto ci fosse di preliminare da sapere. - Si intitola Cecità, parla di un uomo che improvvisamente, mentre sta guidando la sua auto, comincia a non vedere più nulla, viene avvolto come in una sorta di candore. Piano piano succede anche ad altre persone, come per esempio a sua moglie. Nessuno riesce a spiegarsi il perché di quest’improvvisa cecità che li ha colti, per paura che si tratti di un’epidemia il loro governo li fa chiudere in dei posti, come dei ghetti, dove sono quasi lasciati a se stessi. Non ti dico altro perché dovresti leggerlo, è un libro bellissimo. Anzi, ce l’ho dietro, ti regalo il mio se dopo mi accompagni in albergo. Già che ci sono ti lascio anche la mia copia della sceneggiatura, tanto in ufficio a New York posso farmene un’altra. Te la lascio così, tanto per fare, così ci dai un’occhiata e mi dici che ne pensi.-

Dominic le aveva sorriso e aveva inclinato la testa leggermente da una parte, guardandola interrogativamente. - Stai cercando di propormi qualcosa?- le aveva chiesto.

- No purtroppo, perché tanto non avremo mai i fondi per farlo, considerando che ci sarebbe anche la questione dei diritti d’autore da considerare. Anche se devo essere sincera, forse è perché pensavo a te durante il viaggio perché ti avevo appena telefonato, ma ti vedrei bene nella parte del protagonista, anche se sei troppo giovane. Avresti tutte le doti artistiche per interpretarlo. Certo sei un attore che ora come ora richiederebbe un budget troppo alto…- aveva osservato Madeleine.

Dominic le aveva sorriso con aria decisamente furbetta:- Lo sai che se me lo chiedi tu potrei accettare con la massima tranquillità di lavorare al minimo sindacale, se il progetto mi piace ovviamente, e questo ha tutta l’aria di essere interessante. E poi lo sai che non potrei mai dire di no a te.-

Madeleine gli aveva sorriso, rispondendo al suo di sorriso.- Lo sai che se non ti conoscessi bene potrei anche credere che ci stai provando spudoratamente?-

Per gioco Dominic le aveva dato un colpetto leggero con il piede da sotto il tavolo. - Magari è così…-

Madeleine aveva risposto al suo piedino senza un minimo d’incertezza. - Che bello, c’è ancora un uomo giovane e carino che mi corteggia, ti prego fingi di farlo sul serio, non sai quanto mi manchi!-

- Non ci credo che non ti succede più…- aveva commentato Dominic.

Madeleine aveva sorriso guardando ciò che rimaneva nel suo piatto, aveva appoggiato la forchetta su questo, manifestando l’intenzione di non svuotarlo del tutto.

- Dovresti crederci, non so più da quanto non mi capita di sedermi da sola al tavolino di un bar da sola senza avere qualcuno che mi ronza intorno. Fino a dieci, quindici anni fa mi succedeva puntualmente, molto raramente capitava che fossero anche tipi interessanti. Ovviamente, puoi immaginarti bene il perché, non ho mai approfondito nessuna conoscenza. Un po’ anche perché, ammettiamolo, sarebbe stato triste farmi abbordare dal primo uomo che cerca di offrirmi un caffé, certo.-

- Riesco solo ad immaginarmi quanto dovevi essere bella quindici anni fa, ammesso che tu sia cambiata poi molto da allora.- aveva osservato Dominic, certo che nessun altra persona che era in quel locale avrebbe mai potuto immaginare quello che lui sapeva di Madeleine, segreto del quale lui era a conoscenza solo ed esclusivamente per un’ammissione della bellissima donna che gli stava seduta in tutta la sua eleganza davanti. Non avrebbe mai potuto immaginarlo da solo.

Madeleine ci aveva pensato un po’. - Rispetto a quindici anni fa certo che sono cambiata, ma avresti dovuto vedermi trent’anni fa. Ecco, lì sì che saresti rimasto di sasso. Probabilmente avresti cercato di offrirmi un caffé.-

Dominic aveva riso insieme a lei per la sua battuta. - La vedo difficile, trent’anni fa ero sempre dentro la pancia di mia madre!- aveva commentato.

- Beato te, io trent’anni fa ne avevo diciannove, a quell’età ero andata via di casa da un anno e mi arrabattavo per arrivare in fondo al mese per mantenermi agli studi mentre lavoravo, cercando di trovare lavori dignitosi per tirare avanti.-

Si era bloccata per un momento, il suo sguardo era diventato triste all’improvviso e Dominic aveva desiderato ardentemente di non aver mai toccato quel tasto. Forse la sua battuta era stata del tutto fuori luogo. Madeleine aveva alzato lo sguardo sul suo, notando che era preoccupato gli aveva sorriso tranquillizzandolo.

- Non mi ha detto ancora niente di Owen, lui e quella splendida ragazza che è sua mamma stanno sempre da te?- gli aveva chiesto Madeleine cambiando abilmente discorso. Peccato che ne avesse toccato uno un po’ meno simpatico per Dominic.

- Sì, per pochi giorni ancora. Domenica Irene ha deciso di prendere baracca e burattini e trasferirsi finalmente nel suo appartamento. Finalmente per lei ovviamente, io le ho detto di fare con tutta calma ma sembra che non veda proprio l’ora.- le aveva detto facendo trasparire il suo malumore, del resto con Madeleine sapeva di non doversi censurare.

- Sembravate andare tanto d’accordo, è successo qualcosa?- aveva chiesto Madeleine mentre un cameriere si era avvicinato chiedendo se poteva sparecchiare. Entrambi si erano presi una pausa dai loro discorsi e avevano risposto positivamente. Dominic aveva aspettato che fossero nuovamente soli per continuare.

- Successo qualcosa? Non lo so con esattezza in verità, so solo che dopo che è arrivato Christopher, l’ex marito di Irene, è cambiato qualcosa e nonostante i nostri sforzi non siamo riusciti a risolverlo.-

Avevano ordinato un dolce mentre Dominic le aveva raccontato sommariamente ciò che era successo. Non imputava certo la colpa a Christopher anche se dall’inizio del suo discorso poteva sembrare, Madeleine lo aveva potuto capire mentre Dominic andava avanti con il suo racconto.

Le aveva detto che si era sentito come se Irene, di punto in bianco, avesse deciso di non voler più diventare una sua amica come prima era sembrato che fosse, che non le andasse più bene il fatto che cercava di aiutarla e di starle accanto in un momento in cui aveva davvero bisogno dell’appoggio di qualcuno. Dominic cominciava a temere che, oltre al fatto di aver parlato con Christopher, cosa di cui poi avevano avuto modo di discutere chiarendosi, ci fosse qualche altro motivo che però lui non riusciva a capire. - Un’altra cosa di cui mi dispiace da morire è che forse ho fatto qualcosa di sbagliato con Owen, e non era mia intenzione. Prima Irene, se aveva bisogno, mi chiedeva di aiutarla, adesso che c’è stato questo problema dell’asilo mi aspettavo che mi chiedesse di badare a lui per qualche ora ogni tanto, o di aiutarla a fare qualche cosa in proposito, invece niente. Io non ho mai avuto a che fare con un bambino come ho avuto a che fare con Owen, non sono mica un genitore, se faccio qualcosa di sbagliato me lo potrebbe dire in tutta franchezza invece di tenerci lontani. Come quella volta che mi ha detto di non permettergli di dormire con me. In ogni modo non è più successo che lui me lo abbia chiesto, quindi il problema non si è posto. Ti dirò che non mi stupirebbe se lui l’avesse sentita chiedermelo, quel bambino sente e vede tutto, è incredibile.-

Madeleine l’aveva guardato dolcemente e gli aveva sorriso. - Forse Irene è soltanto in un periodo troppo difficile, credo che sia immensamente critico accettare quello che è successo al suo matrimonio. Sai, di un tradimento te ne fai una ragione: è uno stronzo, lo lascio. Ma di un uomo tanto onesto da lasciarti mettendosi nei casini come ha fatto suo marito solo per una questione di lealtà verso di lei e se stesso, beh, credo sia molto più complicato. Probabilmente Owen, che a quanto pare è un bambino tanto intuitivo, preferisce non rompere troppo le scatole a sua madre e cerca appoggio in te e lei forse non riesce ad accettarlo. Credo che questo la faccia stare male sai? Per questo, sebbene sia puerile, credo anche che ce l’abbia un po’ con te. E’ stupido ma umano, cerca di comprenderla.- aveva detto Madeleine, non riuscendo nemmeno ad immaginare quanto fosse andata vicina al nocciolo della questione. In ogni modo c’era arrivata meglio di Dominic che l’eventualità che si stesse verificando qualcosa di simile non l’aveva presa minimamente in considerazione.

- No, non credo che Irene possa cadere in trappole simili, è una donna troppo intelligente.- aveva detto Dominic impossessandosi del conto che uno dei camerieri aveva appena posato sul tavolo.

- Ti ho invitato io!- aveva osservato Madeleine, lamentandosi.

- Non se ne parla nemmeno!- aveva ribattuto Dominic per poi alzarsi e andare a pagare alla cassa.

Si era avvicinato, Dominic aveva teso la sua carta di credito alla cassiera. Accanto a lui, in coda per pagare probabilmente, aveva appena notato un altro signore molto distinto, che ad occhio e croce pareva essere sulla cinquantina. Quando aveva teso la ricevuta a Dominic la signorina lo aveva ringraziato, poi, probabilmente perché aveva indugiato per qualche secondo rimettendo a posto nel suo portafogli la carta di credito, quell’uomo gli aveva parlato.

- Mi scusi tanto se mi permetto, so che potrei risultare indiscreto, ma sa che sua madre è una donna bellissima?- gli aveva detto.

Dominic aveva alzato la testa stupito. Non avrebbe mai immaginato che quel tipo che appariva tanto sulle sue avrebbe avuto l’ardire di fare un commento simile.

- Veramente non è mia madre.- gli aveva risposto di getto.

Adesso era l’altro che sembrava leggermente stupito. - Allora mi permetta di dirle che gode di tutta la mia invidia in questo momento.-

Dominic stava per dirgli che non era nemmeno la sua donna come quel tipo evidentemente aveva immaginato, ma qualcosa l’aveva bloccato, forse un sano istinto maschile che in quel momento gli avrebbe fatto fare la ruota come un pavone. Essere invidiato per la donna con cui si è, in genere dava una gran soddisfazione, ed anche se era solo un fraintendimento Dominic non aveva potuto fare a meno di godersi quel sottile piacere.

- Mi creda, la sua invidia è del tutto meritata.- gli aveva risposto per poi sorridergli e tornare al tavolo dove Madeleine lo stava aspettando. Conscio del fatto che molto probabilmente quell’uomo li stava ancora guardando, non appena era stato davanti a lei si era chinato leggermente e prima di dirle di andare via, le aveva dato un bacio su una guancia. Del resto per loro non era un fatto strano.

- Che voleva quel tipo?- aveva chiesto curiosa Madeleine, alzandosi e recuperando la borsa, per poi prendere il braccio di Dominic.

- Niente, mi ha solo detto che sei bellissima.- gli aveva risposto lui.

Madeleine lo aveva guardato di sotto in su. - Ma non prendermi in giro!- aveva risposto ridendo, poi si erano avviati all’uscita.

   
 
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