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Autore: yachan    02/02/2017    1 recensioni
In un mondo dove le persone sono capaci di dominare gli elementi della natura, si creano continui conflitti tra persone di diverso elemento. In un clima teso, dove le persone diffidano uno dell'altro e dove l'elemento che predomina su tutti è il fuoco, un gruppo di ragazzi si ribellerà a questo destino. Questo è il Team Luce.
Genere: Azione, Guerra, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ash, Brock, Gary, Misty, Un po' tutti | Coppie: Ash/Misty
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Anime
Capitoli:
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Eccomi con un nuovo capitolo appena aggiornato e - spero - senza errori XD Buona lettura e lasciate un commento!
 

SINOPSI: Avrebbe perso il dominio, Ivy era stata chiara, se non avesse messo un freno alla sua ostinazione di andare avanti a ogni costo. Però Misty non era il tipo di ragazza che avrebbe permesso che un ostacolo la fermasse, anche rinunciando agli insegnamenti di Ivy, anche dovendo mentire ai suoi amici, anche se il costo della sua ostinazione sarebbe stata la perdita totale del dominio.
Nel frattempo durante il viaggio il Team Luce fa la conoscenza di un gruppo di viandanti, che altri non sono che dominatori dell'aria, guidati dalla signora Aghata, un tempo maestra di dominio di Melody. Sarà stato davvero lo Spirito Allegro ad aver voluto questo incontro inaspettato?

 

BLUE BIRD ILLUSION

 

Cap. 33

"Avevo smarrito la mia strada, e ti ho incontrata"

 

Aprì gli occhi. Da quanto stava navigando? Da quando aveva lasciato alle spalle la sua amata isola?Non c'era un filo di vento e le era quasi impossibile ricrearne a sufficienza per muovere la scialuppa.
Non sentiva un minimo rumore intorno a lei, fin dove si era spinta? Non lo sapeva ed era stanca di farsi domande.
Sete, aveva molta sete. Cercò di berne un po' dalla sua borraccia, ma scoprì che non ne era rimasta più. Il sole era lì sopra di lei a tormentarla, torturarla e farle venire le allucinazioni.
Ma non fece in tempo a lamentarsi, che in breve delle nuvole grigie coprirono la luce. Suo nonno le aveva raccontato di come il tempo era solito cambiare di continuo nei pressi della sua isola.
Il mare, dapprima piatto e limpido, si riempì di increspature e la scialuppa cominciò a oscillare.
Si alzò in piedi e approfittò del vento per allontanarsi da lì al più presto, ma continuava a perdere l'equilibrio.
Il mare non smetteva di sbatterla qua e là con le sue onde, ormai non riusciva a governare la scialuppa. Le braccia le facevano male a furia di muoverle. Un colpo d'onda la mandò a sbattere contro il bordo della scialuppa, si fece male alla spalla. Cercò di riprendersi, ma una serie di onde continuarono a renderle impossibile qualsiasi movimento.
Era in balia della tempesta. Non c'era nessuno intorno a lei, nessuno che l'avrebbe potuta salvare.
Sua sorella, suo nonno, il suo villaggio... si erano sacrificati per lei, e ora lei stava per morire.
Non voleva... non poteva... doveva salvarsi... doveva tornare per salvarli... loro contavano su di lei... e lei stava per tradirli.

  • Aiuto...- mormorò con voce tremante, mentre chinava la testa per proteggersi dall'acqua che stava entrando nella scialuppa.

Se solo fosse stata più attenta alle lezioni di dominio, se non avesse perso tempo a dedicarsi al divertimento... ora lei sarebbe nella sua isola a battersi con gli altri e non in una scialuppa che sarebbe affondata a momenti.

E il momento era arrivato, un onda traditrice la travolse e neanche il tempo per reagire, che era già in mare.

Sprofondava... sprofondava... era inutile ribellarsi, agitarsi la portava sempre più sul fondo.

Aiuto... che qualcuno mi salvi... sorella... nonno...”

E con le ultime immagini nella sua mente, perse i sensi poco prima di intravedere una figura avvicinarsi... un pokémon marino? No, sembrava... sembrava...

Il ricordo che ebbe dopo, fu di due figure accanto a lei.

Aprì gli occhi, frastornata e confusa.

  • Si è svegliata- fece la voce di un ragazzo- Come ti senti? Sei ferita?

La ragazza fece fatica a proferire parola, sentiva la gola che le bruciava e finì per tossire dell'acqua.

  • Aspetta, ti aiuto...- la ragazza che prima era in piedi con un asciugamano sulle spalle, si chinò e avvicinò la mano alla bocca di lei.

Capì che era una dominatrice, nel momento in cui dell'acqua fuoriuscì dalla sua bocca, come se la stesse attirando dall'alto con la mano. Con la gola libera dall'acqua, finalmente riuscì a pronunciare qualche parola.

  • chi siete? Dove mi trovo?- si accorse di essere stesa sul pavimento, con una coperta che la proteggeva dal freddo. Sentiva su di sé ancora i vestiti bagnati per quel tuffo imprevisto nel mare.

  • Sei su una nave merci- spiegò il ragazzo con un sorriso- Ti abbiamo avvistata in mare, poco prima di essere inghiottita dalle onde. Sei al sicuro ora. Il capitano ti ha accettato a bordo e appena raggiungeremo la terra, potrai scendere.

La ragazza guardò prima il ragazzo dalla carnagione scura e poi la ragazza col codino. Chi dei due l'aveva salvata?

  • Io... devo cercare... aiuto...- provò a formulare una frase, ma aveva ancora molta confusione nella testa.

  • Ne riparleremo più tardi, ora ti serve riposo- fece il ragazzo, sdraiandola su una brandina e coprendola bene con la coperta.

  • Devo... salvare...-continuò lei mentre piagnucolava impotente, e infine si addormentò.

Si risvegliò due ore dopo, in tempo per il pranzo. Il suo stomaco non aveva mai dovuto subire la fame, ammesso che non fosse intenzionale per perdere qualche chilo di troppo.

  • Un isola?- chiese il ragazzo dalla carnagione scura, mentre la superstite raccontava la sua disavventura- Che isola?

  • L'isola del Vento. Io faccio parte di un potente clan di dominatori dell'aria- spiegò la ragazza dai lunghi capelli castani. Era seduta su una sedia, con una tazza calda tra le mani e una soffice coperta sulle spalle- È da lì che sono scappata.

  • Dominatori del fuoco...?- chiese la ragazza che se ne stava in piedi, appoggiata sulla parete della stanza ad ascoltare attentamente.

La castana annuì e notò che lo sguardo dell'altra si era fatto più serio, con una smorfia di disprezzo, poi si voltò per guardare fuori dall'oblò. Si chiese il perché di quella reazione, ma lo avrebbe capito in seguito.

I particolari vestiti del suo villaggio e la borsetta era tutto ciò che le era rimasto da quella fuga precipitosa. E ora, in quella piccola stanza della nave, prendeva coscienza che tutto era reale.

I due ragazzi la osservarono in silenzio, lo sguardo della castana era smarrito e ansioso.

  • Devo tornare indietro e salvare la mia gente- disse con un peso nel cuore- Mi hanno messa su una scialuppa per salvarmi e cercare aiuto, ma ho finito per perdermi per colpa della marea. Non ho idea di quanto tempo sia passato dall'attacco dei dominatori del fuoco.

  • Aiutarti? A chi pensavi rivolgerti?- chiese il ragazzo.

  • Non lo so... io non...- scosse la testa- Mio nonno ha accennato ai Frontier Brains.

  • Loro non verranno in tuo aiuto- disse subito la ragazza con un'altra smorfia- E dubito che ci sia qualcuno che se la senta di affrontare un invasione di dominatori del fuoco.

  • Però io devo fare qualcosa per la mia gente!- si alzò in piedi, ma si sentì barcollare indietro. Il ragazzo prontamente la sorresse per le spalle, prima che cadesse. Non si era ripresa del tutto- Non posso restare qui senza far niente. Devo tornare sulla mia isola.

  • Che hai intenzione di fare da sola?- disse lui preoccupato- I dominatori del fuoco non sono gente che scherza. Devi restare qui al sicuro.

  • Non posso. Devo combattere anch'io insieme alla mia gente. Io...-strinse forte le mani, quasi tremando dalla tensione- Io a lungo non ho fatto che farmi proteggere... quando c'era da combattere, c'era sempre qualcuno disposto a farlo per me. Essere venerata e adorata, credevo che fosse normale e giusto, e mi sono rifiutata di allenarmi come mi diceva mio nonno. Solo ora mi rendo conto quanto avesse ragione, solo ora provo vergogna per il mio egoismo. Dovevo esserci io...- singhiozzò portandosi le mani al viso- Dovevo essere io a proteggere la mia gente... Ma ora che sono rimasta sola, non so proprio come fare, come salvarli...

  • Non sarai sola- intervenne la ragazza col codino- Ti accompagneremo noi.

Il bruno la guardò, poi annuì.

  • Sì, ha ragione. Non possiamo lasciarti andare da sola.

  • Voi?- li guardò un po' perplessa e delusa- Vi ringrazio per l'offerta e vi devo la vita, ma dubito che voi siate in grado di...

  • Hai invece intenzione di andarci tu sola?- fece la ragazza con ironia- Credimi, noi siamo l'unico aiuto che potrai trovare al momento. E non ci tiriamo indietro, quando si tratta di combattere contro dominatori del fuoco- Il suo sguardo si fece deciso e combattivo.

La castana notò che fece un'altra smorfia al nominare i dominatori del fuoco, pareva nutrire molto disprezzo per loro. Non li conosceva, non sapeva neanche se erano persone di cui fidarsi, però la sola presenza di quei due ragazzi le dava una speranza. Si asciugò le lacrime. Era ancora incerta, ma doveva tentare.

  • La nave arriverà al porto tra meno di un ora- disse il castano- Da lì potremo cercare un imbarcazione che ci porti sulla tua isola- poi sorrise cordialmente- Ma non ci siamo ancora presentati... io sono Brock e lei Misty.

  • Io sono Melody- si presentò e li guardò con curiosità- Siete dominatori, giusto? Misty ha fatto fuoriuscire l'acqua dalla mia bocca...

  • Sì, sono una dominatrice dell'acqua e Brock della roccia.

  • Oh- guardò la ragazza ancora incerta- Allora non mi sbagliavo... però credevo che non... voglio dire...

  • Che non esistessero dominatrici d'acqua femmine?- fece la ragazza con una smorfia poco grata- Sì, è quello che credono tutti.

La castana la osservò nuovamente, mentre Misty si avvicinava alla porta.

  • Vado dal capitano a parlargli. A dopo- e uscì chiudendo la porta dietro di sé.

  • Si è offesa?- chiese poi rivolgendosi al ragazzo.

  • Non preoccuparti, fa sempre così quando si tocca questo argomento- disse Brock alzando le spalle.

  • Ma cosa ci fanno un dominatore della roccia e una dell'acqua in viaggio insieme?- chiese curiosa.

  • Be'... diciamo che siamo in missione.

Il ragazzo non aggiunse altro e lei lasciò perdere l'argomento. Era in pensiero per la sua gente, presto avrebbe saputo che fine avevano fatto. Forse cercare aiuto era stato inutile, forse lo scontro era terminato in parità, il nemico si era stancato e aveva abbandonato il campo di battaglia. Era ansiosa di tornare.

E quando il giorno dopo erano in prossimità della sua isola, sentiva che il cuore le batteva forte. Non vedeva fiamme, non sentiva grida, non si elevava una colonna di fumo dalla sua isola. Una speranza cresceva, cresceva... ma un sentimento dentro di lei le diceva che qualcosa non quadrava, ma non capiva cosa.

Non avevano trovato nessuna imbarcazione diretta all'isola, così avevano optato per noleggiarla una. La barca raggiunse la spiaggia e i tre ragazzi scesero a terra.

Melody avanzò per prima, mentre i due ragazzi si guardavano intorno con sospetto e in allerta.

Man mano che si addentravano nell'isola, il paesaggio che si presentava era di desolazione, cibo calpestato, oggetti frantumati, armi distrutte, case bruciate... ovunque cenere.

  • Dominatori del fuoco...- fece Misty con disprezzo, constatando l'ennesimo villaggio distrutto.

  • Dove sono gli abitanti?- chiese Brock alla castana, ma lei era presa a guardarsi intorno agitata.

  • Sorella! Nonno! Tutti...- la ragazza li chiamò spaventata. Poi si chinò, toccandosi le tempie- Oh no... no...

  • Cosa succede?- chiese preoccupato il ragazzo avvicinandosi a lei.

  • Ecco cosa non andava... quando ci stavamo avvicinando, io... non sentivo niente...

  • Che intendi dire?- chiese Misty perplessa.

Melody si voltò con una espressione stravolta.

  • che non c'è nessuno... l'isola è deserta. Nessun essere umano, neanche un pokèmon.

  • Saranno scappati?- ipotizzò Brock.

  • E dove?- Misty guardò il legno divorato dalle fiamme- I dominatori del fuoco si saranno assicurati di bruciare le barche, per non far scappare nessuno.

  • Sorella...- Melody si lasciò cadere per terra. Era come svegliarsi da un incubo e accorgersi di non avere mai sognato. Un rumore proveniente da un abitazione, attirò la loro attenzione- Sorella! Nonno!- balzò in piedi e corse all'interno.

  • Aspetta!- i due cercarono di fermarla- Può essere una trappola.

La castana vide una figura muoversi in una stanza e gettare le cose per terra, frugando nei cassetti dei mobili. Quando si rese conto di non essere solo, si spaventò e attaccò. Un colpo d'acqua fu più veloce e impedì che la ragazza venisse aggredita. La persona colpita cadde a terra.

  • Non muoverti, se non vuoi che un masso ti cada sullo stomaco!- avvisò la voce di Brock minacciosa.

  • C-chi siete? Non fatemi del male! Non ho fatto niente, sono innocente!- gesticolò, proteggendosi la testa.

  • Lo dubito- fece Misty affiancandosi alla castana- Ti abbiamo colto in fragrante, mentre cercavi qualcosa. Melody, lo conosci?

  • No...- Melody scosse la testa, ancora turbata- Non è del mio villaggio.

  • E così abbiamo un ladro...- concluse Misty, fulminando con lo sguardo il furfante- Dì la verità, che stavi cercando? Dove sono gli altri? Sei complice dei dominatori del fuoco?!- lo afferrò per il colletto- Parla canaglia, o non ci faremo problemi ad eliminarti!

  • No, no... sono solo un povero uomo- fece timoroso per il masso che ancora lievitava sopra di lui- Cercavo solo qualche oggetto di valore... sono un ladro, ma non un assassino! Non c'entro niente con l'invasione. Ho solo sentito che erano passati qui e ho pensato che forse...

  • Che sarebbe stato più facile rubare, ora che non c'era nessuno a controllare- disse Misty sprezzante e lasciò andare il suo colletto- Conosco le persone come te: approfittate delle invasioni dei dominatori per fare razzia. Siete meschini e senza cuore.

  • No, vi prego... è quello che faccio per vivere, non faccio del male.

  • Tu eri qui quando i dominatori del fuoco se ne sono andati?- chiese Melody con un filo di speranza- Hai visto cos'è successo? Dove sono gli abitanti?

  • Quando sono arrivato non c'era nessuno nel villaggio. Ma ho visto una nave caricare delle persone e andarsene.

  • La mia gente...- Melody si lasciò cadere nuovamente al suolo- Tutti... si sono portati via tutta la mia famiglia... non li rivedrò più- pianse dalla disperazione- È tutta colpa mia.... mia!

Brock appoggiò il masso a terra e si avvicinò alla ragazza. Il ladro ne approfittò per dileguarsi, ma nessuno dei tre tentò di fermarlo.

  • Non è tutto perso- disse in tono ottimista il ragazzo e gli appoggiò una mano sulla spalla- Almeno ora sappiamo che sono ancora vivi, prigionieri sì, ma ancora vivi. Se non li hanno uccisi subito, non lo faranno ora.

  • Sì, ha ragione lui. E questo ti darà a disposizione del tempo prezioso- Misty incrociò le braccia- Ma anche se non sarà difficile rintracciare un intero villaggio, i dominatori del fuoco non fanno solitamente prigionieri, non puoi permetterti di perdere tempo.

  • Lo so, ma cosa posso fare? Non sono abbastanza forte per affrontarli.

  • Puoi allenarti, sei una dominatrice dell'aria... sono certa che capacità e volontà non ti mancheranno- disse Misty- E poi, non sarai sola- aggiunse alzando lo sguardo. Brock sorrise- Voglio dire... mhh... che potresti unirti a noi, visto che abbiamo degli obiettivi in comune...- cercò di dire un po' impacciata.

  • Come?- la guardò confusa.

  • Il nostro obiettivo è sconfiggere il Signore del fuoco- spiegò Brock.

  • Ehhh?- la castana era sconcertata- Ma come... perché? Voglio dire, siete solo due ragazzi... non potete mettervi contro un intera nazione. Vi faranno subito fuori. È da pazzi!

  • Non ho paura- disse Misty, con la stessa determinazione che aveva mostrato sulla nave- Io lo sconfiggerò e fermerò questa guerra. Ma non sarò da sola, con me ci sarà Brock e...- si bloccò come ricordandosi qualcosa di doloroso e lasciò morire la frase. Anche il castano sembrò ricordare la stessa cosa perché assunse la stessa espressione. Ma poi lei si riprese da quel momentaneo silenzio e guardò la castana- Ammetto che ci vorrà del tempo, ma raggiungeremo il nostro obiettivo- le sorrise per la prima volta, con una sicurezza e dolcezza che per qualche minuto sembrò rasserenarla- Il nostro team ha bisogno di una mano in più. Se verrai con noi, potrai allenarti e diventare forte. E man mano che ci avvicineremo al Signore del Fuoco, avremo più opportunità di incontrare la tua gente. Ma se non te la senti, non sei costretta a seguirci. Del resto, la nostra missione non è una passeggiata e di pericoli ne incontreremo tanti. Devi essere convinta della scelta che prenderai.

La castana era propensa a negarsi per quella assurda missione suicida. Ma poi le tornarono in mente le parole di suo nonno e le immagini dei dominatori che distruggevano l'isola, mentre lei si allontanava incolume sulla barca.

Non voleva... non voleva essere una codarda e deludere la sua gente. Li avrebbe ritrovati, con l'aiuto dei due ragazzi.

  • D'accordo- annuì.

  • Benvenuta in squadra...- dissero Brock e Misty in coro sorridendo.

  • Grazie- sorrise con una ritrovata speranza e con al fianco nuovi compagni di viaggio- … amici.

.

.

E riaprì gli occhi, però questa volta non c'era il cielo e il sole sopra di lei e non era sperduta nel mare.

Si mise in piedi e diede un occhiata alle sue compagne di viaggio. Tutte loro erano immerse in un sonno profondo, avevano passato una serata divertente e spensierata insieme a quei viandanti incontrati solo il giorno prima. Una leggera luce del mattino entrò dalla finestra. Presto avrebbe fatto giorno.

Con calma e in silenzio aiutata da una ventata di aria, si alzò dal letto e uscì dalla stanza.

Chiuse la porta con cautela e il suo sguardo si soffermò sulla porta accanto, dove gli altri due compagni stavano dormendo.
Rimase in silenzio in quella leggera oscurità e poi si allontanò. Uscì dall'albergo e camminò per qualche minuto, finché non raggiunse la sua meta. La nebbiolina si stava diradando, lasciando intravedere una figura in lontananza.

Questa si mosse e la nebbia fu spazzata via.

  • Ti stavo aspettando- disse la signora.

  • Sapevi che sarei venuta- disse Melody, con un sorriso malinconico- Non posso sfuggire al destino, eh?

  • Cara, dimentichi che sono stata la tua insegnante per parecchi anni- la signora abbozzò un sorriso- E sì, il destino ti ha dato un dono che prima o poi avresti sviluppato. Lo Spirito Allegro sa' che sarà oggi.

  • Io ci ho pensato a lungo... forse anche troppo. I miei amici... ognuno di loro ha dato del suo meglio per cambiare e migliorarsi. Io che ho fatto invece in questo tempo? Non sono cambiata dalla ragazzina che è scappata dalla sua isola... faccio ancora troppo affidamento sulle persone e sulle mie capacità. Non mi sono mai allenata seriamente- chinò la testa- Misty lo diceva che prendevo le battaglie troppo superficialmente, ma ciononostante non mi ha mai abbandonato e non ha smesso di credere che avremmo trovato la mia gente. Sono io che ho smesso di cercarli- si strinse le mani- Invece lei ricorda ancora la promessa che mi ha fatto, non ha dimenticato ognuna delle promesse che ha fatto ai suoi compagni. Per questo io... sono qui- la guardò determinata- Voglio dare il mio contributo.

La signora annuì.

  • Nobile motivazione... così lontano dai tuoi propositi di quando ti ho lasciata. Me ne compiaccio. Perché sarà la tua determinazione ritrovata ad aiutarti. Una volta che avrai appreso a sfruttare il tuo dono, i tuoi amici saranno contenti di te.

  • Sì- annuì Melody felice. Ecco, ora sapeva come poter fare la differenza nella loro lotta contro il Signore del Fuoco. Se persino un ex-membro del Team Magma aveva dimostrato di poter migliorare, lei poteva farcela. Anche se non sapeva in cosa si stava addentrando.

  • Be', che fai ancora lì immobile?- fece la signora, tornando seria.

  • Come?

  • Quando avevi iniziare gli allenamenti? Dopo un thè e pasticcini?- ironizzò.

  • Veramente... mi sembra ancora presto e mi devo vestire con abiti e trucco adatti all'allenamento...

  • Vanno benissimo quello che indossi! E ora in marcia!- esclamò spazientita. In questo, la sua allieva non era cambiata in assoluto.

  • Uhh...- la ragazza retrocesse, un po' pentita della sua decisione. La sua allenatrice non era come Ivy, ma anche lei quando si imponeva poteva fare paura. Chi diceva che i dominatori dell'aria erano tutti dei bonaccioni? Sicuramente uno che non conosceva Agatha.

 

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  • Sei davvero forte, sai? Mai visto niente di simile! E quei attacchi...- gesticolò con le mani- zum... zum! Bam! Li hai fatti volare in pochi minuti!

Il ragazzo dai capelli verdi si mise seduto sul sacco a pelo, mentre fissava con sonnolenza il bambino che tutto pimpante raccontava gli avvenimenti del giorno prima. Con lentezza il ragazzo scaldò l'acqua e ci aggiunse delle erbe aromatiche.

  • Sì, sì, davvero grandioso! E poi, con che stile! Neanche un capello fuori posto! E non hai avuto bisogno di sforzarti- gli occhi del bambino luccicavano attraverso le grandi lenti- Quei due furfanti hanno avuto il ben servito!

L'altro soffiò sull'infuso caldo appena preparato. E il bambino non smetteva di parlare.

  • Sì, sì... l'ho sempre detto che i dominatori della foglia sono sottovalutati- annuì il bambino e poi si chinò davanti a lui- Ho deciso! Prendimi come tuo discepolo! Posso esserti d'aiuto, conosco molti attacchi degli altri elementi, ho un ottima memoria e apprendo velocemente!

Il bambino rimase a fissarlo con determinazione e una luce che gli brillava negli occhi. Quello sguardo gli ricordava un'altra persona... una certa ragazza...

  • Mhh...- il ragazzo bevve un sorso con una tranquillità snervante per il bambino, che però non demordeva. Poi finalmente sembrò aver attirato l'attenzione del ragazzo, che lo guardò con sguardo confuso- … E tu chi sei?

  • Eh??- quasi il bambino cadde per terra per la sorpresa- Ho parlato per tutto questo tempo e non ricordi di me?

  • Sì, hai parlato molto...- confermò alzando lo sguardo- ma quando mi alzo non riesco veramente a svegliarmi se non bevo un energico infuso. Comunque...- prese il pentolino dove aveva preparato il suo infuso e ne versò in un'altra tazza per porgerla al bambino- Il tuo nome è Xam, giusto?

  • Sì...- il bambino accettò con gusto la bevanda.

  • Un nome particolare...- disse l'altro fissandolo un po' scettico- I tuoi genitori sono tipi creativi.

  • S-sì... nel mio paesino ci chiamiamo tutti con nomi come Xonia, Yuka...- il ragazzo continuò a fissare il bambino che nascose il volto bevendo nella tazza- Allora, adesso posso diventare tuo discepolo?- fece un enorme sorriso.

  • No.

 

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  • Mhh, pensi che l'abbiano rapita gli alieni?- ipotizzò Dawn.

  • No, sono propensa a dire un mostro a tre teste- disse May- Solo questo spiegherebbe il fenomeno di Melody che si alza così presto- entrambe le ragazze stavano fissando il letto vuoto di Melody.

  • Avete intenzione di evitare gli allenamenti con queste assurde storie?- disse Misty dietro di loro- Ash e Brock sono già pronti.

  • Sicuri che non si tratta di un sosia di Ash? Lui non si alza cosi presto.

  • Ahh, smettetela di perdere tempo- sospirò Misty- Ash è sempre lui, purtroppo, e Melody sarà qui in giro.

  • Oh- fece May. Poi guardò Misty- Cosa si mangia?- l'altra la guardò spazientita- Ok, ok... vado. Andiamo Dawn.

Misty le guardò uscire dalla stanza e osservò poi il letto vuoto di Melody con aria assorta.

.

.

Si strofinò l'asciugamano tra i capelli e camminò verso il lavandino. Guardò lo specchio leggermente appannato e ci appoggiò la mano per riuscire vedersi.

Lo sguardo serio e quasi freddo mostrava il suo stato d'animo per niente sereno, ma non voleva che questo impedisse ai suoi amici di divertirsi quella sera. Erano una delle poche serate in cui potevano pensare ad altre cose, invece che alla guerra. E poi, l'incontro di quei viandanti, era stato tempestivo per alleggerire l'atmosfera nel gruppo.
Girò la manopola del lavandino e l'acqua sgorgò. Agitò le dita e l'acqua non scese più in verticale, ma galleggiò come fosse un lungo nastro che si piegava nell'aria.
La verità era che tanti pensieri affollavano la sua testa. Per quanto si obbligasse a non pensare alle parole di Ivy, non poteva evitare di sentirsi agitata. Quanto la sua assurda decisione le sarebbe costata?
L'acqua toccò nuovamente le sue dita, ma invece di lasciarsi cadere sul lavandino, il liquido avvolse prima le dita e poi la sua mano.
Capì che qualcosa non andava bene, nel momento stesso che l'acqua prese a ghiacciarsi contro il suo volere. Spalancò gli occhi in un momentaneo smarrimento e terrore.

  • Misty, sei tu?- la ragazza sussultò e si voltò in fretta, dando le spalle allo specchio e nascondendo la mano ghiacciata.

  • E-ehilà...- fece Misty titubante, sforzandosi di sorridere quando Melody entrò nel bagno- Hai bisogno? È libera ora la doccia.

  • Mh... sì, grazie- annuì Melody, anche lei incerta nel suo sorriso- E... oh, che hai dietro?

  • Eh??- Misty si agitò di più, quando Melody si avvicinò incuriosita- Niente, niente!

Melody non l'ascoltò e le afferrò il braccio.

  • Mh? Misty, hai nuovamente le mani fredde!- notò Melody preoccupata. Misty osservò la sua mano e vide che il ghiaccio si era sciolto prima che la castana l'afferrasse- Anche se sei una dominatrice d'acqua, dovresti trovare il modo di tenerle al caldo- sorrise e le fece un occhiolino- Potresti chiedere consiglio a Ash.

  • Ah...sì, sì. Farò così- annuì Misty sollevata e grata che Melody non si fosse accorta di niente. Allontanò il suo braccio e si avviò verso l'uscita del bagno.

La castana per un momento la guardò perplessa e con sospetto, Misty non aveva ribattuto a quel suo commento su Ash. Minimo si sarebbe arrabbiata o agitata. Anzi, sembrava ansiosa di svignarsela.

  • Misty...

  • Sì?- si bloccò davanti alla porta.

  • Volevo chiederti... com'è stato? Quando hai sperimentato la tecnica del ghiaccio? Avevi paura di cosa sarebbe potuto accadere?

La ragazza dai capelli arancioni la guardò un po' spiazzata.

  • Uh... non saprei. Non mi ci sono soffermata a lungo a pensarci. Benché non sapessi esattamente cosa aspettarmi da quella tecnica, sapevo solo che volevo apprenderla a qualsiasi costo.

  • E... ti sei pentita? Per quello che ti ha fatto subire quella tecnica, vorresti non averla mai appresa?

  • Io... ecco...- si strinse nelle braccia- Non è questione di fare la cosa giusta o sbagliata, era inevitabile che l'apprendessi. È ciò che un dominatore che abbia il desiderio di diventare forte, debba affrontare nel suo percorso. Nessuna tecnica è facile, ma neanche la nostra missione lo è. Forse è la volontà di rischiare, a darmi la forza per affrontare anche l'ignoto.

  • Forse hai ragione. Ma non tutto può portare a esperienze piacevoli. Ivy aveva detto che la tecnica del ghiaccio era terribile, perché poteva influire sui sentimenti di chi la utilizzava. Cosa sarebbe successo se questa tecnica ti avesse veramente danneggiato?

  • Io sto bene Melody- disse Misty guardando la castana, con un tono che sembrasse convincente- E ti stai agitando per qualcosa che non puoi sapere in anticipo- la guardò triste- So cosa ti preoccupa ora... rivedere dei dominatori dell'aria, la tua insegnante... dev'essere stato duro da affrontare.

  • Forse sì...- ammise la castana- È che questo incontro mi ha fatto pensare a molte cose... a delle decisioni che ho rimandato a lungo. Non voglio trovarmi impreparata per la guerra che si avvicina e non voglio scappare.

  • Sta tranquilla Melody, nessuno di noi ti mette fretta. Ciascuno apprende con il suo ritmo, saprai tu quando sarà il momento giusto per avanzare. Per ora allenati quanto puoi. E se non te la sentirai di proseguire per questo cammino, non angosciarti. La mia promessa rimane la stessa, troveremo la tua gente, viva. Puoi confidare in me- detto questo, Misty uscì dal bagno, lasciando Melody ai suoi pensieri.

Misty non aveva dimenticato ciò che si erano dette quando si erano conosciute. Nonostante le battaglie e l'ostinazione di non fermarsi, Misty non metteva da un lato le promesse fatte.

Era questo suo lato di lei così sicuro, a farla sentire protetta. Forse si era agitata troppo, le parole di Agatha le avevano solo messo fretta su decisioni che non voleva ancora prendere.

Melody sorrise risollevata e si voltò verso il lavandino, per darsi una rinfrescata.

La sua mano si fermò a mezz'aria nell'atto di toccare il rubinetto.

  • Misty...- sussurrò.

Il suo sguardo si perse nel resto del lavandino e della parete. Una spessa lastra di ghiaccio li ricopriva come una macchia che si espandeva.

Il corpo si irrigidì a quella visione impressionante. Il ghiaccio rispendeva nella luce del bagno.

No... non poteva rilassarsi proprio ora...

.

.

  • A cosa stai pensando?- la voce la riportò a dov'era in quel momento. La signora Agatha seduta per terra come lei a gambe incrociate, la fissava seria.

  • … niente- scosse la testa.

  • Non mentire. Se hai la testa affollata di pensieri, non potrai concentrarti. È necessario che in questo momento tu sia rilassata e che pensi solo ad ascoltare la natura intorno a te.

  • Lo sto già facendo- sbuffò lei.

Cos'era quell'impazienza che la pervadeva? Era come se volesse aver già appreso la tecnica o forse... non era abbastanza sicura della sua scelta?

.

Ciascuno apprende con il suo ritmo, saprai tu quando sarà il momento giusto di avanzare.

 

≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈

 

  • Perché no???- la vocina ripeté il ritornello una e più volte.

Il ragazzo alzò gli occhi esasperato. Per quanto sarebbe andato avanti il bambino? Da quando lo aveva salvato, non aveva smesso di seguirlo.

  • Dimmi Xam, ma non hai niente di meglio da fare? Tipo, andare dai tuoi amici, dalla tua famiglia...

Il bambino chinò la testa e il ragazzo capì di aver colpito un tasto dolente.

  • … sei in viaggio da tanto?- cercò di rimediare, cambiando discorso.

L'altro scosse la testa, mogio.

  • Perché non mi dici il vero motivo?- insistette il ragazzo- Perché sei così desideroso di apprendere a combattere? Non sei ancora un bambino?

  • Neanche tu sei così grande!- rispose l'altro, ma poi si pentì di aver alzato la voce- Siamo in tempi di guerra...- cercò di giustificarsi- chi non vorrebbe saper combattere?

  • Hai ragione, ma prima di provocare due tizi del Team Rocket, dovresti sapere almeno difenderti. Sei stato fortunato che non sappiano dominare nessun elemento. Se fossero stati dominatori del fuoco...

Xam chinò di più la testa. Il ragazzo sospirò, aveva intuito cos'era accaduto al bambino, ma preferì accertarsene.

  • Combattere non è una cosa che si impara da un giorno all'altro. Ci vuole tempo e sacrificio. Non hai un posto dove andare, dove ci sia un insegnante che si possa dedicare a te? Forse nel tuo villaggio...

  • Non posso tornare indietro- spiegò il bambino stringendo le mani- Non potevo attendere che qualcuno si prendesse cura di me e quindi sono dovuto scappare. Se tornassi, mi impedirebbero di mettermi in viaggio. Ma so bene che non sono ancora in grado di difendermi. Per questo quando ti ho visto in azione, ho pensato che tu...

  • Se ti sei spinto così lontano, deve essere molto importante per te ciò che stai cercando...- il bambino guardò sorpreso il ragazzo. L'altro sorrise- È così, no?

  • È una sconsiderata, imbranata e poco intelligente...- elencò il bambino sbuffando- ma aveva promesso che sarebbe venuta a prendermi. Se fossi stato qualche anno più grande, non ci saremmo dovuti separare. Mi sarei preso io cura di lei.

  • E così hai deciso di disobbedirla e seguirla...- sospirò- Ascolta, io solitamente preferisco viaggiare solo... ma se prometti che ti comporterai bene, potrai venire con me...- gli occhi di Xam si illuminarono dall'emozione- Almeno finché non saprò a chi affidarti- chiarì il ragazzo.

  • Per me va bene- annuì il bambino- … Drew.

 

≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈

 

Ash si buttò sul prato, prendendosi qualche minuto di respiro dopo aver eseguito i suoi quotidiani esercizi. Sentiva che lentamente stava riprendendo il suo precedente ritmo di combattimento.

Aveva passato anni ad allenarsi senza sosta per sconfiggere Gary, ma da quando non doveva più competere con lui, forse si era lasciato andare con gli allenamenti.

Gary...

 

Per un momento ho creduto che volessi tradire il Signore del Fuoco. Ma nessuno è così pazzo da farlo.

 

stai tradendo il Team Magma. Questa è buona. Ash ha deciso di allearsi ad una banda di perdenti.

 

Come pensi che la prenderà il Signore del Fuoco il tuo tradimento?

 

Per più che cercasse di non pensarci, le parole di Gary continuavano a ripetersi nella sua mente. Una dopo l'altra, come una sorta di minaccia.

E lo erano.

Da quando aveva voltato le spalle al Team Magma, erano accadute molte cose. Forse non aveva veramente pensato alle conseguenze del suo gesto ed era andato avanti, quasi volendo dimenticare.

Ivy aveva accennato a un membro del Team Magma che aveva preso la sua stessa decisione e se n'era andato. Sì, ma che fine aveva fatto poi? Era ancora vivo?

Eppure doveva saperlo, non era permesso a nessuno di abbandonare il Team Magma, a nessuno era permesso di tradire il proprio Paese e il Signore del Fuoco.

Così come sapeva che presto o tardi, lui avrebbe dovuti affrontarli. Certo, sarebbe più semplice, nascondersi per sempre e sperare di continuare a vivere. Ma aveva promesso a Misty che insieme avrebbero affrontato il Signore del Fuoco.

Però... lei non era veramente a conoscenza che questa decisione lo avrebbe sicuramente portato alla morte.

Là, sopra il monte oscuro nella nazione del fuoco, oltre i cancelli d'oro... si nascondeva la più grande minaccia per il mondo... e lui lo conosceva bene.

   
 
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