Storie originali > Fantasy
Segui la storia  |       
Autore: Spensieratezza    02/02/2017    0 recensioni
Due gemelli. Una sorellastra. Vite passate. Legami e amori di altri tempi. Questo sono Alisea, Alan e Zaffiro.
sto riscrivendo la mia storia Legami di sangue, dall'inizio, scusate per il disagio!
ATTENZIONE: questa storia la metto come conclusa, fino a che non capirò come mandarla avanti.
Genere: Fantasy, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
“Alisea, Alisea, svegliati" disse una voce.
 
 Alisea si scrollò dal sonno ancora intontita. "Mmm."
 
 Quando vide quello che gli si parava davanti, cacciò un urlo. "Yiikes". 
 
 "Ehi, calmati, Alisea, non voglio farti alcun male" . 

 Ad aver parlato, era un bellissimo unicorno bianco con sfumature rosa e una coda scintillante. Alisea era terrorizzata e si raggomitolò sul lettino. Fino ad allora aveva creduto che esistessero solo nelle favole!

"Chi sei? cosa vuoi?" gli chiese.

"Perchè sei cosi spaventata, Alisea?  Hai atteso tanto la mia venuta qui" 

Era vero, quante volte Alisea aveva sognato che un unicorno  venisse a portarla via per farla fuggire nel mondo della fantasia, lontano dagli orrori della realtà? dieci- cinquanta volte? Di più? 

"Io...io...sei veramente....?" 

"Toccami, senti il mio pelo". Alisea avvicinò una mano tremante e gli vennero le lacrime agli occhi....

"Allora....esisti veramente....sei davvero qui..."
 
“certo che esisto, monta su, in groppa, ti porto in un posto bellissimo."
 

Alisea avverti un groppo allo stomaco, per tanto tempo aveva sperato una cosa del genere, e proprio adesso che era successa, si scopriva titubante.....

"Io...non posso lasciare i miei fratelli."
 
"Non pensare a loro adesso, monta su" 

Alisea si fece forza e montò su, ma poi strizzò gli occhi.

"Non posso, se mi cercano...."  
 
 "Senti, ti prometto che li rivedrai, ok?" disse l'unicorno con gentilezza. 

"Dici davvero? " chiese Alisea sollevata. 

"Certo".
 
 "Allora ok" disse Alisea, e  si abbandonò al collo dell'unicorno abbracciandolo come un gigantesco peluche. 

"Allora si partee" 
 

le finestre si spalancarono e volarono nella notte. Alisea era elettrizzata, ma spaventata, e si tenne stretta più che potè all'animale. 

"Vedi quella luce? quello è il mio pianeta" disse l’unicorno  e indicò una stella che raggiunsero alla velocità della luce, e ancora prima di averla raggiunta, si trovarono già DENTRO un bosco.
 
Rallentò gradualmente e si ritrovarono immersi nella vegetazione. Alisea si parò la testa e subito dopo si ritrovarono in uno spettacolo meraviglioso. 

Il sole sembrava pura energia, il cielo era più azzurro del mare, le nuvole passeggiavano soffici nel cielo, la luce illuminava tutto il paesaggio fatto di colline e montagne verdissime, e l'acqua di un laghetto sembrava uno specchio. Alle loro spalle fiori di tutti i colori facevano da cornice, mentre oche, papere, coccinelle, canguri, gazzelle e cerbiatti passeggiavano beati.
 
 L'unicorno sorpassò un piccolo pontile, mentre Alisea era stupefatta: 

"é bello da togliere il fiato qui" 

"Oh anche di più" disse l'unicorno.

"Farai venire qui anche Alan e Zaffiro?" chiese Alisea. 

"Oh, ma loro sono già qui" disse l'unicorno. 

Alisea guardò davanti a sè e li vide, distanti pochi metri che la salutavano allegramente con la mano e si illuminò.
 
Li salutò a sua volta. Era felice che anche loro fossero li con lei in quel mondo incantato. Per la prima volta tutto era cosi meravigliosamente perfetto. E poteva anche sentire le voci dei due fratelli. Zaffiro diceva: 

"Alisea è la parte più sognante di noi tre, vero? "
 
"Credi?" disse Alan

"Che cosa ne pensi dei sogni, Zaf?" 

"Penso che i sogni sono per i bambini, Al" 

e Alisea non capi quello che stavano dicendo. Avrebbe voluto chiederglielo, ma sembravano cosi lontani, doveva camminare ancora un pò per raggiungerli, anche se a ogni passo sembravano cosi sfocati.....
 
 
 

 
 
Alan e Zaffiro fecero  tutto il tragitto verso casa, facendo congetture su QUANTO avrebbero potuto prendere male i genitori il fatto che ANCORA UNA VOLTA erano stati ripresi da un insegnante. Zaffiro sostenne che non c'era alcun bisogno di dirlo per forza, in quel modo avrebbero evitato loro della rabbia inutile, facendo loro del bene.

Scoppiarono poi a ridere entrambi. Alan aggiunse convinto:

“Papà ci direbbe secondo me che abbiamo fatto bene, dicendosi orgoglioso. Anche lui ai suoi tempi faceva penare tutti gli insegnanti che avevano la sfiga di trovarselo davanti!”

“Al, io muoio di fame, passiamo da Alisea?” disse Zaffiro, cambiando discorso.
“Vuoi mangiartela?” rise Alan.  

  “No, ma le cose che ci sono a casa sua sì. Casa di Alisea è piena di merendine, cioccolati, e altre cose deliziose.” Disse Zaffiro.

“Prima o poi sua madre ci caccerà via e non ci farà più venire a trovarla!” disse Alan.

“Non deve saperlo per forza! Nascondiamo tutto nelle giacche, fratello!” disse Zaffiro, accendendo la sua moto e aspettando che Alan salga dietro.

Alan lo guardò con aria di rimprovero, mentre si siedeva dietro di lui.

“Quello sguardo è per la frase o il casco?” gli chiese Zaffiro ridendo.

“Lo sai benissimo, incosciente! Prima o poi ci fermerà un poliziotto e..”

“Sai che finchè sei con me non può accaderti nulla!” lo riprese sorridendo Zaffiro.

“Ma loro non lo sanno!” disse Alan, cingendolo per la vita e appoggiando la guancia sulla sua spalla.

Zaffiro sentì un’ondata di calore avvolgerlo. Era bello come suo fratello si fidasse di lui, ma soprattutto si affidasse a lui.

“La prossima volta lo prenderemo entrambi.” Disse sorridendo. La verità era che senza casco poteva sentire la testa di suo fratello appoggiarsi a lui e questo lo riscaldava di affetto e amore.
 

 


 
 
*
Sembrava non esserci nessuno in casa e la porta era aperta, quindi entrarono. Era un’abitudine piuttosto comune. Da quelle parti non giravano ladri, anche loro tenevano sempre la porta aperta.

Una volta  entrati in camera, videro che Alisea stava ancora dormendo. 

Si fermarono un pò a guardarla dormire e si accorsero subito che c'era qualcosa di strano.
 

"Guarda Al, sorride" 

"Dici? a me sembrava stesse piangendo" disse Alan vagamente preoccupato. 

"Piange e ride insieme"

"Dici che sta..?" 

"Si" disse Zaffiro. "Probabilmente sta sognando e dalla sua espressione sembra che sia qualcosa di piacevole, che deve averla commossa molto" 

"Non mi stupisce, è una ragazza cosi sensibile" disse Alan facendogli una delicata carezza per non svegliarla.

Rimasero cosi immobili per qualche istante, a guardare Alisea che dormiva. 
 
D'un tratto Zaffiro disse: 

"Alisea è la parte più sognante di noi tre, vero?”

Alan rispose: "Credi?" 

“Si, ne straborda da tutti i pori. credo che se lo volesse potrebbe mantenerci eternamente giovani, è come se fosse una piccola stella sognante"

"E noi i satelliti che gli giriamo intorno"  disse Alan con un sorriso.

Zaffiro sorrise a sua volta.
 
 
 
 


" Tu Che cosa ne pensi dei sogni, Zaf?"  chiese  Alan voltandosi verso di lui, mentre in salotto, facevano merenda con pane e nutella.

Zaffiro fece un sorriso amaro: “Posso citarti Stephen King?”
“Vai.” Lo incoraggiò Alan.
 
 " I sogni invecchiano prima dei sognatori, ma gli ultimi sogni sono duri a morire e se ne vanno con rauchi gridi strazianti in un recesso del cervello.”

“L’acchiappasogni.” Fischiò Alan ricordando il libro. “Libro stupefacente. Altra citazione?”

Zaffiro si concentrò, poi snocciolò:

“Sei cresciuto, sei diventato uomo, ti sei dovuto rassegnare ad ottenere meno di quanto avessi sperato, hai scoperto che sulla macchina dei sogni c’era un cartello con la scritta FUORI SERVIZIO. I sogni sono per i bambini.”

 Ad Alan dispiacque sentire Zaffiro parlare in quel modo, sentire il suono triste della sua voce.

“E tu..non pensi di essere un sognatore?” gli chiese.

“Cosa? No. Non sono come…Alisea..” disse Zaffiro, stringendosi nelle spalle.

“Perché? Com’è lei?”

 “Una ragazza dolce e sognante come ce ne sono tante. Chissà perché la gente sogna..in fondo la vita è quello che ti succede mentre tu stai a sognare un’altra vita.”

“Forse cerca di evadere nel mondo dei sogni per non vedere gli orrori che ci sono qua.” Disse Alan.


“I sogni sono per i bambini.” disse Zaffiro.

Alan si morse il labbro e uscì dal salone per non far vedere a suo fratello le lacrime che gli stavano per insorgere. Zaffiro rimase sconcertato e lo seguì.

“Alan, aspetta, cos’hai?”
 
Alan si era fermato in giardino, lottando per calmarsi.

“Alan, se c’è qualcosa che io ho detto che ti ha offeso, mi…”

“Zaffiro, Zaffiro, parli tanto di Alisea, ma anche tu sei un sognatore, un poeta anzi, uno che sogna e immagina!..”
“Cosa?”
“Ti ricordi quando eravamo piccoli? Creavi dei mondi fantastici per me e Alisea..immaginavi che esplorassimo mondi fantastici, magari insieme a una fanciulla innamorata..e ancora, di trasformare il fango in ambrosia, l’odio in amore..e ridare la vita ai morenti..me lo ricordo, Zaf..e ci credevo anche io..”

Alan non si aspettava il dolce abbraccio che arrivò da parte di Zaffiro, a cingerlo da dietro.

Ne rimase sorpreso, ma dopo pochi attimi, si abbandonò a quell'abbraccio. Zaffiro poteva sentire il corpo di Alan tremare leggermente, e pensò che di Alisea aveva sempre saputo di quanto fosse fragile, e di quanto fosse infelice....ma Alan? 
 
 
 
“Hai ragione, Al. Mi dispiace.”

“Anche io credevo che potessimo farlo, Zaf..” disse Alan.

“Lo so.” Rispose lui.

Zaffiro avrebbe voluto aggiungere che per lui il SOGNo era il legame con Alan, e quello con Alisea, ma era imbarazzante da dire ad alta voce, quindi rimase zitto. 
 
   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantasy / Vai alla pagina dell'autore: Spensieratezza