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Autore: GReina    02/02/2017    1 recensioni
Percy decise che quello era un buon giorno per morire: il sole era alto; niente nuvole all'orizzonte e Annabeth accanto a lui era la ciliegina sulla torta. Quella mattina la prima cosa che fece fu scrivere il testamento, Annabeth era entrata nella cabina tre domandandosi come mai il suo ragazzo non fosse a colazione, goloso com'era, e lo trovò seduto alla scrivania che forse veniva usata per la prima volta
Genere: Angst, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Annabeth Chase, Paul Blofis, Percy Jackson, Sally Jackson
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Incompiuta
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CAPITOLO 3

C'era mancato davvero poco. Cosa avrebbe pensato Paul di lui? Tatuaggi, alcol, e ora anche sesso? Quando la porta si richiuse dietro il patrigno, i semidei scoppiarono in una sonora risata; Annabeth aveva i capelli scompigliati e nella fretta aveva indossato la maglietta alla rovescia. Invece di dirglielo, gliela sfilò una seconda volta e poi la aiutò a rimetterla
“Ho cercato di dirti che ci avrebbero sentito” iniziò il ragazzo
“chi dice che ci hanno sentito? Paul ha detto che ci sono ospiti”
“il che è anche peggio” risero entrambi
“Chi pensi che sarà?” chiese la semidea passando a Percy la prima maglietta che trovò nel cassetto
“Chiunque sia lo odio per principio.”

Quando si lasciarono la camera da letto alle spalle, Percy sperò di avere un aspetto decente. Seguirono il suono delle voci fino al salotto, dove il divano era ancora aperto a letto. Seduti su due sedie prese dal tavolo della cucina, c'erano Sally e Paul, mentre accomodati ai piedi del materasso trovarono l'occhialuto figlio di Giove e la sua ragazza.
“Bro!” Percy prese a correre verso l'amico, che si alzò una volta sentita la voce del figlio di Poseidone “Che ci fate qui?” si abbracciarono
“Veniamo dal Campo Giove” spiegò quello mentre salutava Annabeth, appena liberatasi dall'abbraccio di Piper, “abbiamo pensato di passare a salutare”
“avete fatto bene” rispose la bionda raggiante
“Com'è l'atmosfera lì? Frank se la cava bene come pretore?” si informò Percy
“Più di quanto mi aspettassi! Dovresti vederlo, bro, ci sa davvero fare!”

“Hazel, invece?” chiese Annabeth
“Le mancate molto” le rispose l'altra ragazza “vi manda un bacio, e spera di rivedervi presto”
“se ne pentirà quando andremo all'università a Nuova Roma. Si può sopportare Percy durante una guerra, ma…” lasciò la frase in sospeso
“la prendo come un'offesa, Ragazza Saggia” mise il broncio il semidio dando vita a un coro di risate.
Il figlio di Poseidone non si era neanche accorto che sua madre aveva lasciato la sedia fin quando non rientrò con un vassoio di meravigliosi e croccanti biscotti blu. Percy scostò Jason e Annabeth, facendosi spazio tra di loro, ormai solo un ostacolo tra lui e il suo mondo
“Oh, tesori miei, quanto mi siete mancati” disse con la bava che colava giù dalla bocca. Stava per prenderne uno quando la madre scostò il vassoio. Il ragazzo la guardò stralunato
“Che cos'hai intenzione di fare, tesoro? Sei in punizione, ricordi? Niente cibo blu.” a Percy cadde il mondo davanti
“Ma mamma” riuscì solo a dire “i biscotti...” altre risate
“Che cos'ha fatto, questa volta?” chiese Jason ridendo
“Guarda che è tutta colpa tua e del tuo Campo” si imbronciò – se possibile – ancora di più il figlio di Poseidone “mia madre non ha preso bene la faccenda del tatuaggio” spiegò di fronte agli sguardi interrogativi degli ospiti
“troverai un fantastico testamento ad attenderti, al Campo Mezzo-Sangue” raccontò Annabeth “Percy l'ha scritto in caso Sally l'avesse ucciso” risero ancora
“Sarebbe stato meglio che proibirmi il cibo blu” ribatté il semidio passando anche lui a ridere.

Sally dovette insistere fino a mettersi davanti l'ingresso per convincere i nuovi arrivati a rimanere per pranzo. Come condizione, Piper aveva imposto di aiutare in cucina e, sebbene ci fosse riuscita quando i due cercarono di andarsene prima di mangiare, la donna non poté nulla contro la lingua ammaliatrice. Annabeth decise di lasciare gli uomini ai loro momenti di amicizia virile, mentre apparecchiavano, e si unì alle donne.
Piper stava raccontando di quando per la prima volta temette che Percy e Jason si sarebbero ammazzati tra loro, a bordo dell'Argo II, quando entrambi stavano per sedersi a capotavola; di quando le sue paure furono a un passo dal realizzarsi al campo di grano e quando – invece – come una cosa sola avevano dominato vento e acqua, salvando tutto l'equipaggio.
Da quando la guerra era finita, quei due erano più uniti che mai, così come lo erano con Nico. I tre erano riusciti a convincere Chirone a farli mangiare insieme, d'altronde, magiare soli a tre tavoli diversi avrebbe fatto annoiare chiunque, per semidei iperattivi, poi…
Percy era stato fondamentale per non fare cadere Jason in depressione, quando erano ancora convinti della morte di Leo, e Jason continuava a tirare su di morale Percy quando aveva le sue crisi post-tartaro, come Piper faceva con lei.
Sally non si risparmiò, con l'aiuto delle ragazze, riuscì a cucinare ogni tipo di prelibatezza, alla quale ovviamente non mancò qualche accenno di colore blu.
Come era di consueto, a casa Jackson, il pasto fu consumato con aria di festa: Jason e Piper raccontarono delle novità a Nuova Roma; del nuovo augure, decisamente più simpatico del precedente (difficile non esserlo), che nonostante tutto era compianto come il resto delle vittime cadute in guerra. Dissero che in molti ancora non credevano del miracoloso ritorno di Leo e della sua nuova fiamma e di come, non appena misero piede al Campo, i due furono assaliti dai più scettici che li bombardarono di domande. Hazel stava velocemente salendo di rango, Piper disse che avrebbe potuto farlo ancora più in fretta, ma che lei si ostinava a rifiutare la promozione due volte su tre perché convinta di essere premiata grazie al grado del suo ragazzo. Frank – dal canto suo – se la cavava più che bene: se prima alcuni lo deridevano o erano contrari al suo titolo in quanto più giovane della maggior parte dei soldati, adesso era ammirato in ogni parte del Campo. La voce che Pegaso avesse nominato Reyna “amica dei cavalli” si era sparsa in un tutta America e ora erano migliaia i cavalli alati accorsi al suo fianco; erano state costruite stalle in quantità, tanto che Terminus fu costretto a spostare di qualche chilometro il confine, il che non gli fece molto piacere.
Annabeth vagò con la mente in quella città dove aveva purtroppo avuto poco tempo di stare; alle colonne, alle case, alle università. Quando Percy le disse del futuro che aveva pensato per loro in quel posto, lei si era sentita tradita: il Campo Mezzo-Sangue era la sua casa, come poteva il suo ragazzo dirle di trasferirsi in quello romano? Ora, però, rideva a quel pensiero: il Campo Giove era casa sua tanto quanto lo era quello Mezzo-Sangue.
Quando arrivò il dolce, a Percy fu concesso un assaggio di ciambella blu – tra i ringhi della madre – il che lo fece sorridere per il resto della giornata. Il figlio di Poseidone si accontentava con poco.
Quando sua madre si convinse a lasciargli prendere una piccolissima parte di dolce blu, Percy capì che quella era una buona giornata: Jason era passato a trovarlo, a differenza di Grover che impegnato com'era forse si dimenticava anche di mangiare. Anche Jace era impegnato però, no? Il semidio scacciò subito quel pensiero dalla testa: Grover era il suo migliore amico! O lo era il figlio di Giove? 
Annabeth sembrava trovarsi bene con i suoi genitori e, ora che c'era anche Piper, sembrava al settimo cielo. E poi, ovviamente, c'era stata quella mattina, in camera. Lui e la bionda non si erano mai spinti così oltre, avevano ancora solo diciassette anni e, tra la guerra, l'amnesia e tutto il resto, non avevano mai avuto un attimo di vera e propria privacy. Cercò di allontanare anche quel ricordo dalla mente, non voleva arrossire, o peggio. Pensò al matrimonio imminente: sua madre aveva insistito perché il figlio invitasse qualche amico: “i tuoi amici sono parte della famiglia” aveva detto. Riunire più di tre semidei era considerato pericoloso in occasioni normali, certo, loro erano abbastanza abili: potevano stare in cinque e non avere difficoltà contro i mostri, ma poteva davvero rischiare di rovinare le nozze dei sogni della madre per il fantastico profumo dei suoi amici?
Il semidio dovette aver scritto la parola “Matrimonio” in fronte, perché anche al patrigno venne in mente l'argomento:
“e ovviamente voi due dovete venire” stava dicendo. Percy quasi sputò l'acqua che stava ingoiando
“Sei sicuro, Paul? Quattro semidei sono-”
“Sicuro” rispose deciso
“Ma se i mostri-” tentò ancora Percy
“Sapremo affrontarli” gli fece l'occhiolino
“Saremo felicissimi di venire alle vostre nozze” rispose questa volta Piper “e che i mostri ci provino soltanto a rovinare i festeggiamenti” batté il pugno sul palmo dell'altra mano
“Anche Nico dovrebbe venire” disse a sorpresa Sally“tu, lui e Jason vi siete molto attaccati in questi ultimi mesi, da quanto mi raccontate.” continuò “Vorrei conoscerlo.”
“L'hai già visto una volta, tanto per la cronaca, e poi Will non lo lascerà andare” rispose tra il divertito e lo sconfitto
“che venga anche lui, allora” propose raggiante la madre
“sei semidei in spiaggia!?” Percy era stralunato “È troppo pericoloso! Ci sarà tutta la famiglia di Paul, e anche i vostri amici!”
“Non eravate in sette, sull'Argo II?” ricordò l'uomo
“Era diverso” si difese l'altro “lì eravamo per aria o per mare, gli elementi naturali di me e Jace, ma-”
“allora la spiaggia è perfetta!” concluse Paul, in un tono allegro, ma che chiudeva definitivamente la discussione.
Percy, Annabeth, Jason, Piper, Nico e Will a un matrimonio. Il solo pensare al figlio di Ade in smoking valeva il rischio: Percy non vedeva l'ora.

Quando Piper e Jason andarono via, la casa sembrò piombare nel silenzio. Alla semidea aveva fatto piacere rivedere l'amica, sembrava capire tutto! Era stato imbarazzante, infatti, quando rimaste sole le chiese se Percy aveva allungato le mani. Dire che aveva preso lei l'iniziativa fece scoppiare a ridere la figlia di Afrodite che, per tutta risposta, le batté il cinque. Sapere invece che erano stati interrotti dal loro arrivo la fece infuriare “è stato meglio così” l'aveva consolata “sinceramente non so quanto oltre ci saremmo spinti, e se Sally ci avesse sentito...” non riuscì a continuare, ma il colorito che aveva assunto riassumeva il suo pensiero.
Piper diceva sempre che odiava fare shopping, ed era così – come Annabeth –, ma quando venne a sapere che la donna e la semidea sarebbero andate a cercare un vestito da sposa a giorni, insistette per unirsi a loro. Sally accolse la ragazza con un largo sorriso, con la promessa di chiamarla via Iphone per quando sarebbero andate in centro.
Al momento dei saluti, Percy volle accompagnare gli amici al parco vicino al palazzo, dove due pegasi li aspettavano. Durante il tragitto, Annabeth e Piper si tennero in disparte rispetto ai ragazzi che camminavano qualche passo avanti a loro. La bionda non aveva idea di cosa stessero parlando, sembravano molto seri e la curiosità cresceva. Quale figlia di Atena la sua mente iniziò ad elaborare quante più teorie; quando Jason mise una mano sulla spalla del suo ragazzo capì che era Percy quello ad essere confortato: era sempre così, una volta uno, una l'altro, si tiravano su di morale, che fosse per un combattimento andato male, la perdita di un oggetto personale, fino a un lutto. Rimasero a distanza anche una volta raggiunti i due cavalli alati; i due ragazzi si salutarono con un abbraccio e qualche pacca sulla schiena. Prima di lasciare andare Percy, Jason strinse più forte la presa sul braccio dell'amico, come a ricordargli che era lì per lui. Le due semidee si avvicinarono solo una volta che quel momento di bromance finì
“Teniamoci in contatto, d'accordo?” l'abbracciò Piper
“Ti conviene” rispose lei “tu sarai figlia della dea della bellezza, ma mia madre è la dea della guerra” continuò senza sciogliere l'abbraccio “fatti sentire o te ne
pentirai” concluse passando a salutare Jason.

Davvero non capiva come il figlio di Giove riuscisse a farlo. Percy non era un ragazzo chiuso, anzi, tendeva ad aprirsi facilmente. Eppure, dopo quell'estate, stentava a confidarsi con qualcuno. Annabeth riusciva bene a tirarlo su di morale, lo ascoltava e per un momento gli faceva davvero credere che la morte di Bob e di tutti gli altri, non fosse colpa sua. Poi, però, lei andava via – per la notte, qualche allenamento, o anche solo per mangiare – e il senso di colpa tornava. Con Jason era diverso. Mentre con la sua ragazza parlava di sua spontanea volontà, quando vedeva l'amico era sempre deciso a non deprimersi e soprattutto non deprimere lui con i suoi problemi; alla fine di ogni conversazione, però, non poteva far altro che chiedersi come il figlio di Giove riuscisse a farlo. Come riusciva a farlo parlare? Come si ritrovavano sempre a parlare della guerra, delle morti e del tartaro? Durante quei momenti, il figlio di Poseidone entrava come in ipnosi, neanche fosse la lingua ammaliatrice o un figlio di Ipno a farlo. Quando – di tanto in tanto – Annabeth gli chiedeva di cosa avessero parlato lui e Jason, non sapeva rispondere, in qualche modo non ricordava le parole che l'amico usava per tirarlo su, eppure funzionava e, per qualche tempo, Percy non si sentiva tutto il peso del mondo sulle spalle.

Vederlo andare via, come ormai era solito fare, lo straziava ogni volta. Non era solo un buon confidente, stare con lui lo divertiva e, cosa più importante, trovava un degno avversario. Da mesi, ormai, al Campo Mezzo-Sangue non trovava semidei capaci di tenergli testa con la spada. Il figlio di Poseidone e quello di Giove, invece, passavano intere giornate nell'arena, in cerca di un vincitore. Purtroppo la maggior parte dei combattimenti finiva in parità: si puntavano le armi alla gola nello stesso istante, si disarmavano a vicenda o – più frequentemente – crollavano a terra stremati per la lunghezza del duello. Tutti, nel campo greco come in quello romano, chiedevano a gran voce quegli scontri, arrivando a scommettere sull'esito. Purtroppo per Dakota, che puntava sempre su Jason, le vittorie di Percy ammontavano 11-3 e il semidio non perdeva occasione di vantarsene.
“Che c'è?” chiese Annabeth felice notando il sorriso del ragazzo

“Pensavo ai duelli tra me e Jace” lei rise
“A quanto ammonta il punteggio?”
“11 a 3 per me… credo. Non che io tenga il conto” mentì
“oh, sono sicura che non lo fai.” lo baciò sulla guancia “Come ti senti, oggi?” cercò di chiederlo con disinvoltura, ma si capiva che era preoccupata. Sapeva che il momento migliore per chiederglielo era quello subito dopo la conversazione con Jason.
“Bene, penso” rispose incerto “Jason sa come prendermi” abbozzò un sorriso. Annabeth sembrò voler parlare, ma – forse per la paura di rovinare i progressi fatti dal figlio di Giove – decise di tacere. “Non dormo bene da un po'” continuò Percy, sentendosi un po' in colpa a dare più confidenza all'amico che alla ragazza che amava “mi vengono in mente tutte le persone che non ho salvato, e tutti i modi in cui invece avrei potuto farlo” si passò una mano tra capelli
“Percy” gli mise una mano sulla spalla “io… non so più come dirtelo.” era esasperata, arrabbiata con se stessa per non trovare le parole giuste, parole che un figlio di Giove riusciva a trovare “Se non ci fossi stato tu avremmo perso la guerra” disse poi
“Questo non puoi saperlo”
“lo so, invece” si mise davanti a lui costringendolo a guardarla negli occhi “sei il miglior semidio che io abbia mai conosciuto” continuò “il tuo difetto fatale è pensare troppo agli altri. Sei talmente altruista che questo è il tuo peggior difetto” fece una pausa “e l'essere altruista è un pregio” concluse. Percy sorrise
“Stai forse cercando di dire che sono perfetto?” si mise in una posa teatrale. Lei non rispose subito, si prese un momento per guardarlo, sorridendo
“Sto dicendo che sei il migliore di tutti noi. E non lo dico solo perché ti amo, puoi chiederlo a chiunque, in entrambi i Campi. Ti risponderebbe così persino Clarisse.” il figlio di Poseidone alzò le spalle
“Clarisse si è addolcita grazie a Chris”
“Clarisse si è addolcita quando ha capito di che stoffa sei fatto” gli diede un leggero pugno sul braccio “Sono seria, Percy. Non pensare nemmeno di sentirti in colpa. L'ha detto anche mia madre, ricordi? Non è colpa tua se ti ha sanguinato il naso.”
“È colpa mia se Bob è rimasto lì sotto” si buttò seduto sull'erba sospirando; Annabeth rimase in piedi
“Vogliamo davvero metterla così?” aveva le mani sui fianchi “Se Bob è stato risucchiato da Tartaro è solo colpa mia” Percy alzò di scatto la testa, arrabbiato “sarei morta nella caduta, se tu non mi avessi seguita. Bob non sarebbe mai accorso in nostro soccorso e-”
“Non dirlo neanche per scherzo!” il semidio scattò in piedi, sguardo furente e pugni serrati
“Neanche tu, allora” rispose l'altra, calma “non dire neanche per scherzo che la morte di Bob e Damaseno è colpa tua; che gli anni di prigionia di Calipso sono colpa tua; che tutti i semidei caduti in battaglia l'hanno fatto solo per te.” aveva il tono duro, ma lo sguardo dolce, il che fece addolcire anche Percy
“Se fossi stato più-”
nessuno avrebbe fatto meglio di te, Percy!” non lo lasciò finire “La prima grande profezia diceva che un semidio figlio di uno dei Tre Pezzi Grossi avrebbe dovuto salvare o distruggere l'Olimpo. Thalia ha lasciato tutta la responsabilità su di te, entrando a far parte delle Cacciatrici. E indovina un po'? Hai salvato il mondo! La seconda invece recitava che sette mezzosangue dovevano sconfiggere Gea, e l'abbiamo fatto! Tutti insieme. Sei un essere umano anche tu, cos'altro avresti potuto fare?” il ragazzo tornò a sedersi, e lei lo seguì
“è solo che” iniziò Percy “non faccio altro che pensare che io sono qui, mentre loro...” non riuscì a finire la frase
“va tutto bene” lo abbracciò la bionda “va tutto bene” ripeté sentendo stringere la presa dal ragazzo.
 

Nota autrice:

Ok, urgono delle spiegazioni: 
1.-il rapporto Percy/Jason
sì, lo so, nel canon i personaggi non sono tipi da usare l'espressione "bro", ma il fatto è che Grover non si vede praticamente più, e Percy ha troppe cose e problemi per la testa per non avere un migliore amico. In molti diranno che - insomma - Percy ha Grover e Jason ha Leo, ma - come ho già detto - Grover non si vede per niente, e Leo è in giro per il mondo con Calipso. In questo capitolo si vede Percy un po' in lotta con sé stesso ad ammettere che Jace (sì, un soprannome usato solo da lui ci stava) ha surclassato Grover e - devo ammettere - in questo ci ho messo un po' di mio. Per 14 anni ho avuto la stessa migliore amica, poi ci siamo allontanate e ho conosciuto due ragazze stupende che sicuramente l'hanno superata. Ci ho messo davvero molto ad ammettermelo e a perdonarmi.

2.-il fatto che Percy riesca a parlare meglio con Jason che con Annabeth

di nuovo colpevole. Sono del parere che gli amici vengano prima di qualsiasi cosa. I bro vengono prima della ragazza e le sis prima del ragazzo. Però c'è da dire che Annabeth non è solo la ragazza di Percy: è anche la sua migliore amica! Sono stati nella friendzone per quattro libri prima di diventare canon. Quindi ho accennato al fatto che Percy ami parlare con Jason, ma Annabeth per lui non la batte nessuno.

Bene, è tutto. Per pubblicare oggi me la sono vista con le stelle. Tra una settimana ho due esami quindi non mi dedicherò per nulla alla scrittura. Spero che per giorno 16 avrò scritto un altro paio di capitoli per non ridurmi a dover scrivere e pubblicare immediatamente.

A presto!!
xxx
GReina

   
 
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