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Autore: Elenie87    05/02/2017    12 recensioni
Dopo la morte dei genitori di Kagome, a causa di un incidente, la famiglia NoTaisho accetta di prendersi cura della bambina e crescerla come figlia loro. Per Inuyasha essere il fratello maggiore acquisito di Kagome è motivo di orgoglio: lei è piccola, indifesa e cosa più importante vede in lui tutto il suo mondo. Il loro rapporto è profondo, speciale e sembra indistruttibile. Almeno sino a quando la piccola Kagome non cresce e.... il mondo idilliaco di Inuyasha non viene travolto da qualcosa di completamente inaspettato: l'amore.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: inu taisho, Inuyasha, izayoi, Kagome, Miroku | Coppie: Inuyasha/Kagome, Inuyasha/Kikyo
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 5 - FARE LA SCELTA GIUSTA
 
 
 



 
Gli incontri più importanti sono già combinati dalle anime prima ancora che i corpi si vedano
Paulo Coelho
 
 
 

-Svegliati, pigrone! Il gallo ha cantato da ben mezz’ora!- urlo, entrando nella sua camera con ben poca delicatezza.
-Mmmh, ti prego, non gridare in questo modo-mormora lui, portandosi la coperta pesante sopra la testa.
Ridacchio tra me e me. Che bambino!
Mi accosto al letto  e porto le mani ai fianchi fingendo un' aria minacciosa.
-Non sto affatto urlando- mento spudoratamente –ma dovresti alzarti. Tua madre ha già preparato la colazione da un pezzo- dico con voce più mesta.
Takumi abbassa la coperta, sbirciando da un occhio.
-Sei odiosa, Biancaneve- bisbiglia, la sua voce è dolce.
Mi abbasso un poco, troneggiando dall’alto.
-Non sono Biancaneve… ma la strega cattiva venuta a portarti nel mondo del duro lavoro- sibilo con finta cattiveria.
Lui inarca un sopracciglio, poi un ghigno si forma lento sul suo volto.
E’ un attimo che mi trovo sdraiata sul letto avvolta tra le sue braccia, mentre Takumi implacabile mi fa il solletico.
-S-smettila, scemo!- urlo tra le risa.
Lui pare accordarmi una pausa e mi guarda ridacchiando con uno sguardo che non gli ho mai visto prima.
Sembra… felice?
-Una strega incantevole-
Un sussurro quasi impercettibile. Che ha detto? Ho… capito bene?
Il cuore inizia a battermi come un tamburo.
-Come hai detto?- chiedo in un soffio, mentre le mie gote assumono un colorito acceso.
Takumi sobbalza, come colto in fallo, e devia lo sguardo alla porta.
-E chi ha parlato? Aaah, Kagome, hai le traveggole di prima mattina? Muoviti, dai!- dice, alzandosi veloce dal letto ed avviandosi verso la porta.
Gonfio le guance offesa. Ma che cavolo gli prende?
-Che diamine, e ora sono io quella che deve muoversi?- bofonchio, seguendolo imbronciata.
Eppure.. cos’è quel calore che ho provato quando Takumi mi ha guardato in quel modo?
Aveva uno sguardo così… intenso…
 
Apro gli occhi di scatto, la fronte sudata ed il cuore a mille. Oh, no, di nuovo?
Perché mai quella scena vissuta con Takumi mi torna spesso in sogno negli ultimi giorni?
Ho sempre avuto questo piccolo… come posso chiamarlo? .. problema?
Le scene che, nella vita quotidiana,  più mi colpiscono, emozionano o feriscono, mi si ripropongono spesso in sogno. Era molto tempo che non mi capitava, ed inoltre nemmeno capisco come mai quel momento con Takumi mi tormenti tanto.
-Tutto bene, Kagome?-
La sua voce mi fa sussultare e mi volto nervosa verso di lui.
-Scusa, mi sono appisolata. Manca molto?- chiedo con un sospiro.
Takumi nega con la testa.
-Siamo quasi arrivati, tra mezz’ora atterreremo a Tokyo- mi dice, indicando fuori dal finestrino, facendomi notare che l’aereo sta già abbassando la quota di volo.
La mie dita si intrecciano e giocano ansiose.
Sento il cuore accelerare. Tra poche ore, io,… rivedrò Inuyasha.
 
*******
 
Notte fonda, senza luna.
Io e la mia migliore compagnia: la birra.
Osservo il cielo seduto sulla staccionata, con la sinfonia dei muggiti in lontananza delle mucche.
La lieve e fredda brezza notturna solletica il mio viso, in parte coperto da una sciarpa pesante.
Sospiro frustrato, osservando la bottiglia semi vuota nella mia mano.
Il ranch alle mie spalle è illuminato dalle luci esterne. Sono qui fuori da più di un’ora.
Se Kagome fosse stata in casa, sarebbe già venuta a dirmi di entrare, perché, con questo freddo, potrei buscarmi un' influenza.
-Kagome..- mormoro al vento, prendendo consapevolezza che per l’ennesima volta, i miei pensieri sono corsi a lei.
-Dico che tu sei innamorato di lei! Tu l’ami! Ammettilo!-
Le parole di Kikyo mi colpiscono di nuovo in pieno petto.
-Merda!- urlo, lanciando la bottiglia di birra a terra, la quale si infrange in mille pezzi.
-Santo cielo!- grida una voce spaventata alle mie spalle.
Mi volto, sorpreso nel trovarmi di fronte proprio lei.
-Kikyo, ma cosa ci fai qui, a quest’ora?- chiedo con tono curioso e meravigliato. Sta tremando visibilmente dal freddo.
Riesco a scorgere nella flebile luce un sorriso triste sul suo volto, ed un leggero rossore sulle gote.
-Volevo vedere come stavi. E’ qualche giorno che non ci vediamo- dice mesta.
Le sorrido appena di rimando.
-Sto bene- la rassicuro, e lei si avvicina a me, poggiando la testa sulla mia spalla.
Restiamo un po’ così, in silenzio.
-Ti ricordi…- sussurra piano –quando ci siamo lasciati, perché mi ero innamorata di Naraku?-
Sussulto appena, e per la seconda volta mi trovo stupito dalla situazione.
Annuisco piano.
-Ero sciocca e facilmente impressionabile. Tu eri rozzo, impertinente, ma dannatamente bello e… stavo bene con te. Naraku era un giovane avvocato, mi aveva colpito con la sua avvenenza e le promesse di una vita agiata. Solo commettendo l’errore di lasciarti, ho capito cosa avevo trovato… ma anche cosa avevo perso- mormora le ultime parole, stringendo piano la mia mano.
La guardo, ed un sorriso spontaneo si forma sulle mie labbra. Kikyo è sempre stata bella, ma non l’ho mai trovata cosi tanto splendida come ora.
Le poso un bacio delicato sulla fronte.
-Grazie per avermelo detto- dico, e lei ricambia il mio sorriso, mentre una lacrima solitaria le scende sulla guancia.
-Tienimi con te finché non avrai preso una decisione. Ti prego- bisbiglia, posando lo sguardo a terra.
Stringo i pugni e sospiro.
-Ne abbiamo già parlato, Kikyo. Non voglio ferirti, non sarebbe corret-
-Sono io che te lo sto chiedendo!- urla, interrompendo la mia frase, abbracciandomi poi di slancio e  stringendomi come fossi la sua ancora di salvataggio.
-Per favore, Inuyasha… ho bisogno di te. Io… ti amo davvero- mormora, con la voce rotta dal pianto.
Mi guarda con un amore negli occhi che forse non le ho mai visto prima. Si alza sulle punte e posa la bocca sulla mia, mi accarezza le labbra con la lingua e senza nemmeno accorgermene mi ritrovo a rispondere al bacio.
La stringo a me, le accarezzo i capelli e la pelle morbida. Poi mi stacco piano, guardandola dritto nelle sue profondità nere.
-Non posso farti promesse… io… non so se riesco a togliermela dalla testa. Quello che mi hai detto l’altra sera.. è vero, io provo qualcosa e-
-Lo so!- mi interrompe ancora con veemenza. –Lo so..- ripete in un bisbiglio. -Finché dura…- dice, lasciandomi intendere la fine della frase.
Sospiro chiudendo gli occhi e la cingo di nuovo in un abbraccio.
Sono egoista, forse.
Sto sbagliando tutto, probabilmente.
Finirò per ferirla, questo è certo. Ma sento di aver bisogno di Kikyo, e lei ne ha di me.
Forse… grazie a lei dimenticherò Kagome, e smetterò di provare queste emozioni così sbagliate.
 
L’urlo di gioia di mia madre irrompe nella quiete della casa.
Mi sto rasando la barba, e poco ci manca che per lo spavento non mi squarto mezza guancia.
-Porca..- soffoco un’imprecazione, mentre mi sciacquo un rivolo di sangue che mi scende sulla pelle.
-Inuyasha, Inuyasha!- urla lei.
-Mamma! Si può sapere cosa diamine ti prende?!- sbotto, asciugandomi il viso con l’asciugamano.
La sento salire le scale trafelata, poi compare innanzi alla mia vista con un sorriso luminoso in volto.
- Tesoro, ho una notizia da darti. Kagome tornerà a casa per Natale! Non è fantastico?-
Sussulto internamente. Il cuore fa una capriola su se stesso, poi torna a battere ad una velocità superiore alla norma.
-Bene- mormoro, fingendo disinteresse.
- Ah, e non sarà sola! Verrà Takumi con lei, il figlio della proprietaria del ranch in cui lavora!-
I miei occhi si allargano appena.
Ho sentito parlare di lui da mia madre. E’ un tizio citato spesso nelle e-mail di Kagome, in quanto vive al suo ranch.
Addirittura lo porta con sé. Mille pensieri iniziano a formarsi nella mia mente, e tra tutti spicca una domanda. Questo Takumi… è importante per lei?
I miei pugni si stringono in una morsa ferrea. In che rapporti è, costui, con Kagome?
-Bene- ripeto in un ringhio soffocato.
Izayoi, da che era euforica, smorza improvvisamente il suo entusiasmo e mi guarda con un’espressione triste.
-Tesoro, tutto bene?- mi chiede.
Sussulto di nuovo, colto in fallo, ed accenno un sorriso tirato.
-Ma certo, mamma. Kagome torna a casa per Natale, sono molto contento- mastico la frase con una certa fatica.
Sospira piano e mi accarezza il volto delicatamente.
-I tuoi occhi sono oscurati da molto tempo, Inuyasha- sussurra, ed io indietreggio.
Ma che le prende, adesso?!
-Mamma, non dire idiozie. Sono solo stanco per la dura giornata di lavoro-
Lei mi sorride malinconica.
-D’accordo. Raggiungo tuo padre, la cena è quasi pronta- si volta e si avvia verso le scale, lasciandomi solo.
Non appena scompare alla mia vista borbotto un’altra imprecazione.
Perché, maledizione! Perché doveva tornare proprio adesso che stava uscendo dalla mia testa?!
Proprio ora che la mia relazione con Kikyo stava nuovamente decollando?
-Cazzo!- sbotto, scagliando un pugno sul mobile del bagno, il capo chino come se la vita ormai mi avesse sconfitto.
Cosa ho sbagliato, Kami, per ridurmi in questo stato?
Alzo gli occhi, osservando il mio volto riflesso nello specchio.
Mi guardo, vedo gli occhi spenti, privi di vita… proprio come ha detto mia madre poco fa.
So bene il perché.
Tutti i sentimenti che avevo nascosto sotto la sabbia tornano ad investirmi potenti e irrefrenabili.
Kagome. Lei, e la sua maledetta mancanza.
 
*******
 
Vedo il ranch in lontananza, mentre il taxi si avvicina piano alla mia destinazione.
Sono rigida, i muscoli quasi mi dolgono per la tensione. Il battito del cuore mi rimbalza nelle orecchie, mentre la consapevolezza che tra pochi minuti rivedrò Inuyasha mi chiude lo stomaco in una morsa.
E’ passato quasi un anno e mezzo… mi troverà cambiata? Più carina? Più donna?
Le domande sfrecciano nella mia testa, ed al contempo mi do della sciocca. Perché mai dovrebbe notare i miei cambiamenti? Ai suoi occhi sono e sarò sempre la sorella minore.
Sospiro, e pochi istanti dopo la mano calda e rassicurante di Takumi copre la mia, sino a quel momento stretta a pugno sul ginocchio.
-Biancaneve, sei agitata- dice, e dal tono capisco bene che non lo sta domandando, ma bensì affermando.
Annuisco gravemente, ed intanto il taxi parcheggia di fronte all’ingresso del ranch, dove la scritta semplice ma curata compare sulla cancellata principale: Ranch No Taisho.
Takumi ridacchia sommessamente e mi fa l’occhiolino.
-Sciocca, perché mai sei così tesa? Stai per rivedere la tua famiglia, dovresti essere felice-
Oh, Takumi, posso immaginare quanto posso sembrarti assurda… ma se solo tu sapessi…
Sorrido ed apro la portiera, scendendo dalla macchina di fretta.
-Scemo! Certo che sono felice! Vieni! Mamma avrà certamente preparato la cena per il nostro arrivo- dico,
intanto il taxista scarica i bagagli.
Paghiamo rapidamente, poi ci avviamo all’ingresso di casa, trascinando dietro le valigie. O meglio, lo fa Takumi, che si è offerto di portare anche la mia.
-Ma quanto pesa? Kagome, ma cosa ci hai messo qui dentro?- chiede, prendendomi in giro come il suo solito.
-Sei il solito rompi scatole. Sono una donna, è normale che abbia portato tutto l’occorrente- borbotto.
-Ma quale donna? Io qui vedo solo un maschiaccio- mi beffeggia, ed io mi volto furente.
-Ma brutto sce..!- e mentre sto per sbraitargli contro la porta di casa si apre.
Due occhi profondi e pieni di lacrime incrociano i miei, e due braccia calde e dolci mi stringono di sorpresa, non dandomi nemmeno il tempo di respirare.
-Bambina mia!- urla mia madre.
-M-mamma… ciao!- sussurro, con le lacrime agli occhi dalla gioia.
Lei fa un passo indietro, squadrandomi dall’alto al basso con occhi allegri.
-Tesoro mio, guardati.. come sei cresciuta! Ma ti vedo dimagrita! Mangi abbastanza? Ti prendi cura di te?- chiede, ed io ridacchio.
-Sì, mamma- 
-Izayoi, vuoi almeno farli entrare prima di sommergerli di domande?- dice una voce profonda e rassicurante, ed un momento dopo la figura di mio padre fa capolino dietro quella di Izayoi.
-Papà!- esulto, buttandomi fra le sue braccia. Lui ricambia la stretta, posandomi poi un delicato bacio tra i capelli.
-Bentornata, Kagome- dice, ed io tiro su col naso commossa.
-Grazie papà- mormoro, ebbra di felicità. Quanto mi è mancata la mia famiglia.
Mi stacco piano dall’abbraccio ed automaticamente guardo alle spalle di Inu, cercando con lo sguardo mio fratello, tuttavia non vedendolo. Non che mi aspettassi il contrario…
Arrossisco e mi volto verso la mamma, la quale sta parlando con Takumi, felice di conoscere il ragazzo che mi ospita in Australia.
-Mamma… dov’è Inuyasha?- chiedo, sentendo le gote in fiamme, quasi vergognandomi di porre una domanda che dovrebbe essere spontanea, ma che invece mi esce tremula ed ansiosa della sua risposta.
-Sono qui-
 
*******
 
Dal chiasso che vi è nel porticato capisco subito che è arrivata.
Era da un’ora che mamma non faceva che camminare avanti ed indietro, apparecchiando la tavola in decine di modi diversi, nemmeno dovesse arrivare per cena il membro di una famiglia reale.
Invece è solo Kagome.
Solo.
Izayoi apre la porta di corsa, mentre io mi nascondo dietro al muro accanto all’ingresso. Ho bisogno di ancora qualche secondo, prima di affrontare la colpevole della mia pazzia.
Feh. Dannata lei, dannato il Natale, e dannato quell’idiota che si porta dietro.
Ho finto indifferenza, tuttavia ho macinato chilometri camminando avanti e indietro tra la finestra ed il camino, sentendomi un leone in gabbia. E mentre i giorni passavano ed il suo ritorno era imminente quel sentimento che avevo nascosto è tornato potente e pericoloso come un coltello puntato al cuore.
-Bambina mia!- urla Izayoi.
Diamine.
-M-mamma… ciao!- sussurra, ed il mio cuore sobbalza in petto. Kami, la sua voce… dolce come la ricordavo.
-Tesoro mio, guardati.. come sei cresciuta! Ma ti vedo dimagrita! Mangi abbastanza? Ti prendi cura di te?-
Dio, ma non la smetterà mai di essere così petulante? Nemmeno fosse ancora una bambina!
-Sì, mamma- 
-Izayoi, vuoi almeno farli entrare prima di sommergerli di domande?- dice papà, raggiungendo il gruppo.
Io tuttavia resto ancora fermo, immobile, la testa appoggiata al muro.
-Papà!- grida felice. Sarà altrettanto felice di vedere me?
-Bentornata, Kagome-
-Grazie papà- mormora.
Perché è così difficile?
Sento la mamma rivolgersi a quello che è ovviamente l’amico di Kagome, ed i miei pugni si serrano di istinto, mossi da un sentimento che non riesco ad identificare.
-Mamma… dov’è Inuyasha?- la sento chiedere, e sussulto violentemente.
Lei mi cerca, ed io sono attirato dal suono della sua voce come dal canto di una sirena.
-Sono qui- dico deciso, uscendo dal mio nascondiglio.
La prima cosa che noto sono i suoi occhi: appena mi vedono, si allargano un poco, stupiti, poi li vedo brillare. L’azzurro delle sue iridi è intenso, come mai prima d’ora.
Poi noto i suoi capelli. Ancora lunghi, come l’ultima volta che l’ho vista, sciolti e ribelli. Mi sembrano seta.
E poi vedo il suo corpo. Avvolto da quello che deve essere un abitino nero (sopra porta un cappotto pesante), le sue lunghe gambe risaltano snelle e femminili, ornate da un paio di decolleté con un piccolo tacco.
Deglutisco a vuoto, non riuscendo a staccare gli occhi da lei. Da dove arriva questa Kagome tanto femminile?
-C-ciao- balbetta, incerta.
Cala il silenzio, mentre i nostri sguardi restano incatenati.  Sento il cuore scoppiarmi nel petto, mentre il dolore per la sua lontananza, che tanto mi ha ucciso in questo anno e mezzo, scompare innanzi alla donna che ho davanti.
La mia Kagome.
Accenna un sorriso ed i miei occhi sono calamitati sulle sue labbra. Morbide, piene… perfette.
E non riesco a resisterle. Sopprimendo un’ imprecazione cancello la distanza che ci separa e la attiro tra le mie braccia, unendo le nostre labbra in un bacio di fuoco.
O almeno questo è ciò che ho immaginato di fare. In realtà lei è ancora li, che mi guarda quasi stranita per il mio continuo silenzio.
-A-ah.. che sbadata… l-lui è Takumi- dice, ed è qui che mi risveglio completamente dal torpore.
Mi volto di scatto, in direzione del tizio accanto a mia madre, e ne resto basito.
Biondo, alto, occhi verdi, fisico niente male.
Inutile. Automaticamente lo reputo assolutamente insopportabile, il piccolo Lord delle fattorie australiane.
-Inuyasha- ringhio una presentazione che non può definirsi tale.
Lui si avvicina con un sorriso amichevole e mi porge la mano.
-Sei il fratello di Kagome, vero? Mi ha parlato molto di te- dice, ed io vorrei piantargli un pugno fra i denti per cancellare quel sorriso.
-Mmmh- mugugno una risposta, afferrando la sua mano, e stringendo la presa più forte di quanto ne avessi intenzione.
-Bene! Ora che le presentazioni sono fatte rientriamo, si gela! E la cena è pronta! Vieni tesoro…- dice mamma, abbracciando le spalle di Kagome -.. Kaede sta mettendo in tavola. Non vedeva l’ora di rivederti!-
Mia sorella sorride a Izayoi, poi, per un istante, i nostri occhi si incontrano e lei devia nervosamente lo sguardo.
-Tsk!- bofonchio, seguendo tutti all’interno.
Mentre mi chiudo la porta alle spalle, la vibrazione del cellulare nella tasca attira la mia attenzione.
Lo afferro e noto il messaggio in arrivo.
--Da Kikyo:
E’ arrivata?--
I miei occhi si socchiudono tristi e amareggiati; con un sospiro le rispondo velocemente.
--Sì.--
 
Quindici minuti dopo sono seduto al tavolo apparecchiato, mentre Kaede porta in tavola le pietanze cucinate per l’occasione.
Seduti dritto di fronte a me, Kagome e Takumi raccontano della loro convivenza al Ranch Usui.
-E così sei per metà giapponese- dice mio padre, addentando un boccone.
Il piccolo Lord annuisce.
-Mia madre è australiana, mio padre giapponese-
-Che meraviglia!- esordisce con aria romantica mia madre, che ovviamente vuole farsi raccontare dell’incontro romantico tra i suoi genitori.
E tra un sospiro ed una risata, Kaede porta in tavola i secondi.
Kagome addenta le patate con fare vorace.
Ghigno divertito. Le patate sono una delle pietanze che più lei adorava da bambina, e noto dalla foga con cui le mangia che è ancora così.
Poi l’idiota afferra la forchetta e la punta al piatto di Kagome.
-Ehi!- lo frena lei –Non ci provare!-
Lui inarca un sopracciglio e sorride.
-Eddai, tu ne hai qualcuna in più di me!- si lamenta fintamente triste, indicando le patate nel piatto di Kagome.
Lei ridacchia e sposta di pochi millimetri il piatto lontana da Takumi.
-Mi spiace, ma non mi intenerisci-
Papà e mamma ridacchiano divertiti. Io invece sento salire una furia omicida.
-Suvvia, Biancaneve..- mormora lui, e senza rendermene conto la forchetta mi cade di mano.
-Biancaneve?- ringhio, puntando i miei occhi in quelli di Kagome, la quale noto si irrigidisce di colpo.
Lei arrossisce, grattandosi distrattamente la guancia.
-E’.. è solo un stupido soprannome che usa Takumi- si giustifica, tenendo lo sguardo fisso nel piatto.
-Ehi, come sarebbe stupido? È perfettamente indicato per te!- interviene lui -Devi sapere Inuyasha, che la prima volta che l’ho vista, mi è parsa proprio come una principessa: i capelli neri al vento, gli occhi chiari e lucenti… - continua Takumi, ed un groppo improvviso mi chiude la gola.
Lui la guarda… in un modo che conosco bene. Profondo, sincero e…
Maledizione!, penso, alzandomi improvvisamente dalla sedia.
-Inuyasha, ma dove vai?-chiede mia madre preoccupata.
-Ho caldo, ho bisogno di una boccata d’aria- rispondo secco, afferrando la giacca e dirigendomi verso la cucina, dove vi è una uscita secondaria che dà sul retro della casa.
Mi allontano irato, confuso, e con la voglia di infilare un coltello nel collo di quel Takumi, e…. dannazione!, sento lo sguardo fisso di Kagome sulla schiena.
 
*******
 
Lo seguo con lo sguardo. Ho il cuore in tumulto e le mani sudate.
Da quando i miei occhi hanno incrociato i suoi, rivedendolo per la prima volta, quel dannato organo nel petto non ha fatto altro che battere impazzito. E questo mi ha fatto capire che nonostante la lontananza, nulla è cambiato dentro di me.
Ho rinchiuso quel sentimento in uno scrigno, illudendomi che, una volta sigillato, il contenuto della scatolina sarebbe scomparso. Ed invece è bastato rivedere i suoi occhi perché tutto tornasse alla luce, forse persino più forte di prima: lui,  così bello, magnetico, con quel carattere fiero che ho sempre adorato.
Sospiro pesantemente, e scorgo lo sguardo di tutti i presenti su di me.
Arrossisco, e vedo mamma sorridere debolmente.
-Perché non vai a vedere se Inuyasha sta bene?- dice, ed io mi irrigidisco ancora.
-C-certo- balbetto, invece avrei voluto risponderle che piuttosto che restare sola con lui preferirei impiccarmi al patibolo.
Mi avvio con cautela verso l’uscita sul retro delle cucine, quasi con la paura che dietro il muro possa sbucare uno zombie pronto a divorarmi.
Ed invece vedo solo lui, di schiena, i lunghi capelli che ricadono ribelli su quelle spalle ampie e muscolose che… (arrossisco) ho sognato tante volte di accarezzare.
Ha un’ aria distratta ed uno sguardo perso nel vuoto che definirei quasi malinconico.
Mi schiarisco piano la voce. Lo vedo sussultare appena e poi voltarsi verso di me.
Le sue pozze scure incrociano le mie, e so per certo, dal calore che sento, che devo essere nuovamente arrossita.
-V-volevo accertarmi che stessi bene- balbetto, giustificando la mia presenza li.
Lui inarca il sopracciglio ed un ghigno canzonatore compare sulle sue labbra.
-Ma certo che sto bene… Biancaneve- dice, e quel nomignolo non mi è mai sembrato tanto orribile come ora. Detto da lui pare… odioso, ironico. Nulla a che fare con la dolcezza con cui lo pronuncia Takumi.
-Beh, poco fa non pareva. Sei scappato via da tavola come se avessi avuto il diavolo alle calcagna- dico, ed il mio tono esce più adirato di quanto avrei voluto. Lui mi innervosisce, come sempre.
-E di chi è la colpa?- ringhia, fulminandomi sul posto, ed io arretro di un passo. Kami, ma perché mi sento così? Perché ha tutto questo potere su di me?
-C-che cavolo vorresti dire?- borbotto, tentando di apparire sicura di me, quando invece mi sento come una pecorella che scappa da un lupo.
Inuyasha socchiude gli occhi, avvicinandosi a me come una furia.
-Ah, non lo sai?!- sibila, afferrandomi per le braccia, scuotendomi appena –Torni qui con un imbecille che ti chiama Biancaneve …e poi, cosa diavolo è lui per te? State insieme?- chiede, il tono di voce brusco e alto.
Sento l’aria mancarmi e tento di allontanarmi da lui. No, sei troppo vicino, troppo…! Il suo profumo mi stordisce ed io vorrei buttargli le braccia al collo, ma quelle domande mi impietriscono.
-N-no! Takumi è un amico- mormoro, ed una vocina nella mia testa sussurra uno strano "ma davvero?".
Le sue mani stringono la presa sulle braccia, e lo stomaco mi si contorce.
-Lui non la pensa così- ringhia, avvicinandomi al suo petto.
Oh, Dio, aiutami…
-Che vuoi dire?- sussurro, socchiudendo appena gli occhi, appoggiando le mani al suo addome. Come vorrei che mi baciasse…
Inuyasha pare riscuotersi. Mi guarda per un attimo in silenzio, ed i suoi occhi neri iniziano a brillare. La presa si allenta, ed una mano sale ad accarezzarmi piano una guancia.
Sussulto, appena quelle dita mi sfiorano.
-Kagome…- sussurra con voce roca – a volte mi chiedo se sei davvero così innocente-
Le palpebre si chiudono in preda ad emozioni meravigliose, incontrollabili. Perché mi sta accarezzando?
Perché sento il suo alito caldo sulle mie labbra?
-Kagome!-
La voce tonante di papà irrompe nel silenzio. Entrambi sussultiamo allontanandoci l’un l’altro spaesati e ci guardiamo negli occhi un istante. Cosa stavamo facendo?
-P-papà- balbetto. –mi cercavi?-
Lui mi sorride… un sorriso strano, che mi appare triste, poi annuisce.
-Potresti tornare in salotto? Mamma sta intrattenendo Takumi da un po’, e credo che il giovanotto abbia bisogno di un’ ancora di salvezza-
Io ridacchio, poi mi avvio dentro casa, non prima di lanciare un’ultima occhiata ad Inuyasha.
Ma quando i nostri occhi si incontrano di nuovo sento una stretta al cuore: il suo sguardo è tornato freddo, glaciale.
Ed io scappo il più possibile lontano da lui.
 
*******
 
La osservo tornare in casa, mentre i miei pugni si chiudono in una morsa ferrea.
Dannazione, ancora quell’idiota di Takumi… e lei che corre da lui.
Rilascio piano l’aria nei polmoni, che mi accorgo di aver trattenuto.
Cosa stavo per fare, pochi attimi fa? Volevo baciarla… Dio, se lo volevo!
E’ un istinto più forte di me, irrefrenabile. La voglio per me, la sento mia come fosse una parte di me di cui non posso fare a meno.
Se non fosse arrivato mio padre, adesso starei assaporando il suo sapore, aspirando il suo profumo dolce, toccando ancora la sua pelle morbida.
Mi riscuoto dai miei pensieri, incontrando lo sguardo severo di Inu.
-Figliolo…- dice, il tono duro. –io spero che tu stia ben riflettendo prima di fare qualsiasi passo definitivo-
Sobbalzo, colto alla sprovvista.
-D-di che parli?- mi trovo a chiedere con voce tremante. Che abbia visto qualcosa?
Papà sospira e addolcisce i lineamenti.
-Credo tu lo sappia bene. Ma ti chiedo di essere certo di fare la scelta giusta, prima di portare scompiglio nella famiglia. Se dovesse accadere qualcosa di spiacevole,  tua madre ne uscirebbe distrutta- dice, ed il mio cuore manca un battito. Lui sa.
-Papà, io non… - biascico, ma le parole muoiono sulle mie labbra. Cosa posso dire? "Non voglio fare del male a nessuno? Non voglio darvi pensieri?".
Lui mi posa una mano sulla spalla e la stringe appena.
-Sei un uomo adesso, ma credo tu debba riflettere bene su cosa vuoi dalla vita. Ti ricordo che hai una compagna.. Kikyo. State insieme, eppure sai bene che non è la donna con cui vuoi costruirti un futuro. Non ti sembra che sia una situazione da risolvere, prima di innescare un cambiamento?- chiede, ed io mi sento un emerito idiota.
Come cazzo ho fatto a incasinarmi così la vita?
-Sono certo che saprai fare la scelta giusta, dopo aver riflettuto- commenta, dandomi una piccola pacca sulla spalla.  poi senza darmi il tempo di rispondere si volta, facendo per rientrare in casa.
Ed io resto lì, solo, a fissare il vuoto, con una sola domanda ad assillarmi: qual è la scelta giusta?
 
*******
 
Kaede sparecchia la tavola, mentre ci accingiamo a sederci tutti di fronte al camino.
Non posso essere più felice di essere a casa per questi brevi giorni di vacanze Natalizie. Ho solo una settimana da passare con loro e vorrei godermela appieno, eppure la tensione non mi abbandona un secondo.
Nel giro di pochi istanti mi ritrovo sommersa di regali. Mamma e papà mi donano una splendida collana in oro bianco, Kaede un maglione nero ed elegante.
In quel frangente Inuyasha riappare, osservando la scena con occhio critico, ed io sento ancora mille brividi attraversarmi, mentre le labbra mi pizzicano, immaginando di ricevere quel bacio mancato. Kami, fa caldo..
-A-anche io ho dei regali per voi- balbetto, muovendomi lesta verso la valigia, dalla quale estraggo tutti i pensierini fatti.
Mamma e papà mi abbracciano di slancio nello scartare un biglietto per andare a vedere a teatro un balletto a Tokyo. So che era un loro desiderio da sempre, e vedere i loro occhi commossi mi riempie di gioia.
Anche Kaede si emoziona nello scartare il suo regalo: un fermaglio colorato per raccogliere i suoi lunghi capelli grigi, ornato da minuscole pietruzze argentee.
Mi mordo il labbro. Avrei anche il suo regalo. Che, mi rendo conto, proprio un regalo non è, quanto un messaggio sottostante che vorrei lanciargli.
Lo stringo forte tra le mani, le dita mi tremano, poi mi volto piano verso Inuyasha.
-Questo è… per te- sussurro, porgendogli il pacchetto.
Lui assottiglia lo sguardo. Lo afferra, e grazie a Dio le nostre dita non si sfiorano. Ho paura di ogni minimo contatto, perché ogni emozione che mi suscita mi si legge in faccia.
-Grazie- dice con voce profonda, scartando lento l'involucro.
Il mio cuore batte frenetico, il respiro è mozzato per la tensione. Finalmente il regalo appare ai suoi occhi, e quando le sue dita sfiorano la cornice, la stessa che lui mi aveva regalato, i nostri sguardi si incrociano. Nero contro azzurro.
Un lieve sorriso gli increspa la bocca ed io sento le gambe diventare gelatina.
-Hai cambiato la foto- dice, ed io annuisco rigida come un tronco.
Lo vedo osservarla, ma non comprendo che emozione gli si scatena dentro. I suoi lineamenti sono indecifrabili.
-Carina- si limita a dire.
La foto ritrae me e Inuyasha in età più adulta, pochi giorni prima del mio diciottesimo compleanno. Ho sostituito quella che lui aveva messo nella cornice (la conservo con cura in Australia), ed ora vorrei che lui ci vedesse così. Non più il fratello maggiore con la sorellina, ma una ragazza ed un ragazzo uniti da un legame speciale. O almeno.. così eravamo.
Socchiudo gli occhi affranta, mentre mamma e papà ridono felici osservando quella foto, lieti per il regalo che gli ho fatto.
Takumi mi si avvicina.
-Va tutto bene? Ti vedo assente- sussurra piano al mio orecchio.
Gli sorrido, grata per la sua preoccupazione. Riesce sempre a capirmi, ed averlo vicino allevia in parte le mie ansie.
-Certo, sono solo un po' stanca- rispondo, e lui mi passa un braccio attorno alle spalle stringendomi un poco a sé.
Pam!
Sussulto violentemente, mentre ci voltiamo tutti verso la fonte di quel rumore improvviso.
E' Inuyasha, con il braccio semi alzato, che stringe in mano un bicchiere… o quel che ne è rimasto.
Il bicchiere è in mille pezzi, gran parte dei frammenti di vetro sono sparsi ai suoi piedi, altri in giro per la stanza.
-Tesoro, stai bene? Ma come ha fatto a rompersi?- chiede mia madre preoccupata, prendendo un fazzoletto e tamponando la sua mano per asciugare dei piccoli rivoli di sangue che scorrono sulla sua pelle.
-Non saprei- risponde lui in un sibilo, puntando gli occhi neri sul mio viso.
Trattengo l'aria, e non so per quale motivo, ma sento di essere io la causa del suo astio.
-Va tutto bene, mamma. Vado a sciacquarmi- dice, scostando leggermente Izayoi da sé, scomparendo dietro la porta dell'atrio.
Vedo la mamma scambiarsi uno sguardo preoccupato con papà.
Poi entrambi si voltano sconfortati verso di me.
Ed il mio cuore quasi si arresta. Che diavolo sta succedendo?
 
La settimana è passata in un lampo. Così come sono arrivata, ora me ne sto andando, e di nuovo sono in piedi innanzi l'ingresso di casa, le valigie poggiate al pavimento del porticato, con mamma, papà e Kaede a guardarmi con occhi colmi di lacrime.
Inuyasha… Inuyasha è scomparso dalla sera del mio arrivo, dopo aver rotto il bicchiere. E' tornato in salotto dopo un'ora, annunciando un improvviso impegno di lavoro che richiedeva la sua presenza per qualche giorno fuori città.
Ma io non gli ho creduto nemmeno per un istante.
Sono affranta, distrutta, perché in qualche modo sento che è colpa mia. Mi odia, è chiaro. Non so come, né perché, ma il nostro rapporto è definitivamente andato a rotoli.
Gli ho lasciato un biglietto nella sua camera, poche righe, ma dovevo scrivergliele:
"Mi dispiace per tutto.
Spero che un giorno riusciremo di nuovo ad avere il rapporto speciale che vi era tra noi.
Buon anno nuovo.
Kagome"
-Fa' buon viaggio, Kagome- dice Izayoi fra le lacrime. Mi abbraccia forte, ed io aspiro il suo profumo dolce e buono.
-Sì, tranquilla- rispondo, posandole un piccolo bacio sulla guancia.
Takumi si inchina cordialmente davanti alla mia famiglia, poi afferra le nostre due valigie e mi sorride rassicurante.
-Andiamo, Biancaneve, il taxi ci aspetta- mi esorta, ed io annuisco tirando su col naso come una bambina.
-Tornerò appena possibile!- dico con voce commossa, mentre mi allontano di qualche passo da loro.
Papà sorride radioso, mamma si stringe un poco a lui.
Quest'immagine resterà impressa nel mio cuore durante la lontananza: i miei adorati genitori.
 
*******
 
Sbatto la porta entrando in casa come una furia. I muri parlano, così come il silenzio assordante che accompagna il mio ingresso in casa.
Kagome se ne è andata questa mattina, ed io torno al ranch oggi, sapendo bene che lei non è più qui.
Sono stato un codardo, forse, ma dopo la conversazione con mio padre, e dopo aver visto il suo regalo, stare lontano da lei mi è parsa la scelta più giusta.  Ma più di tutto.. quel Takumi… il suo braccio che la stringe, lei che lo guarda adorante e sorride….. al diavolo!!
Entro in camera mugugnano una serie di imprecazioni, poi i miei occhi cadono su un foglietto poggiato sul letto:
"Mi dispiace per tutto.
Spero che un giorno riusciremo di nuovo ad avere il rapporto speciale che vi era tra noi.
Buon anno nuovo.
Kagome"
-Fanculo, Kagome. Sta lontano da me- sussurro, passando una mano tra i capelli e lasciando cadere il biglietto.
Sbatto un pugno sulla scrivania, proprio mentre mamma compare sulla soglia della stanza.
-Ben tornato, Inuyasha- mi dice freddamente.
-Ciao mamma. Tutto bene a casa?- gli chiedo fingendo indifferenza, e lei socchiude gli occhi minacciosa.
Kami se quell'espressione fa paura! Deglutisco a vuoto, in attesa della sua risposta.
-Lo sai che Kagome è già andata via, vero?- brontola, avvicinandosi a me, poi una sberla arriva dritta sul retro del capo. Ma cazzo, che male!
-Mamma, ma sei impazz!- inizio, ma lei mi interrompe furiosa.
-Sei uno scellerato! Come hai potuto sparire così, proprio durante le feste e quando Kagome era tornata a casa con noi! Cosa ti dice il cervello, Inuyasha?!- grida con gli occhi lucidi, facendomi sentire terribilmente in colpa.
Accuso il colpo, sono perfettamente consapevole di essere in errore.
-Mi dispiace. Davvero- dico dopo qualche attimo di silenzio, dandole le spalle.
-Cosa farai, Inuyasha?- chiede. Io mi volto e rabbrividisco. Il suo sguardo è severo, determinato.
-Cosa.. cosa vuoi dire?- biascico, non capendo il senso della domanda.
-Cosa farai quando Kagome capirà che l'ami?-
 
*******
 
L'aria fresca della notte australiana colpisce il mio viso, facendomi avvertire i brividi lungo tutto il corpo.
-Accidenti, che freddo- balbetto, poggiando la mia valigia all'ingresso del ranch Usui.
Takumi ridacchia, facendomi un buffetto sulla guancia.
-Guarda che a Tokyo non faceva affatto più caldo- asserisce, ed io sbuffo.
-Puntiglioso- mormoro, fintamente offesa.
Lui ride ancora, poi mi afferra le mani.
-Sono davvero contento di essere venuto con te. La tua famiglia è davvero splendida. Beh, fatta eccezione per tuo fratello… sai.. mi dava un po' i brividi con quel modo di fare burbero..!- dice, ed il mio sguardo si offusca all 'istante. Inuyasha… chissà se è tornato a casa.
Una mano calda tocca lievemente il mio mento, facendomi alzare il viso verso due occhi verdi smeraldo splendidi.
Il suo sguardo è così caldo, profondo…
-Kagome, senti..- mormora con voce roca, ed il mio cuore accelera istantaneamente.
-S-sì..?- biascico. Sbaglio o vi è improvvisamente un clima diverso tra noi?
Takumi sposta la mano, carezzando piano la mia guancia. Arrossisco, ma non mi scosto. Mi piace il suo tocco.
-Credi che… sarebbe tanto strano.. se io fossi innamorato di te?-
L'aria si blocca in gola, ed io non riesco più a respirare. Oh, Kami, ma che sta dicendo..?
Lui si abbassa piano, le labbra baciano la punta del mio naso.
Annaspo, appoggiando le mani sul suo petto.
-Ta-takumi..-  sussurro in preda alla confusione.
-E pensi che… potresti mai innamorarti di me?- chiede ancora, le labbra si spostano, baciandomi l'angolo della bocca.
Gli occhi mi si chiudono, e mi chiedo se sia tanto sbagliato lasciarmi andare e provare qualcosa per qualcuno che non sia Inuyasha.
-Perché io, Kagome, lo sono, pazzamente… e questo sentimento… non riesco più a tenerlo per me- dice, e poi le sento.
La sua bocca si posa sulla mia, le sue labbra di schiudono così come le mie.
La mia testa si ottenebra, il cuore è un tamburo nel petto e senza rendermene conto inizio a ricambiare quel bacio, lasciando che le sue mani si infilino tra i miei capelli, lasciando che il suo corpo aderisca al mio.
Takumi.. io e Takumi…
Forse… forse può davvero accadere.
Forse Takumi potrebbe davvero… farmi dimenticare Inuyasha.
 
 
 
 
 




*****ANGOLO AUTRICE*****
Buonasera ^^
E così sono riuscita ad aggiornare anche UL :-) Oddio che ansia... spero che il capitolo vi sia piaciuto e che sia valso l'attesa.
Che ne pensate della piega in cui si mettono le cose? Credete che lo sbalzo temporale sia finito? ed invece no! Nel prossimo capitolo vi sarà l'ultimo super passo avanti nel tempo.
Non so se si sia compresa fino il fondo il tipo di schema impostato in questa storia, spero che la delusione provata nella fine dello scorso capitolo sia stata sanata in questo. Insomma, i salti temporali sono voluti per lascarvi i punti interrogativi su cosa è successo nel frattempo e farvi trovare le risposte nel "dopo".
Lasciatemi le vostre impressioni, positive e non!
Vi aspetto nel prossimo aggiornamento!
Un bacione e grazie a tutti per il vostro entusiasmo!
Manu






 
  
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