Anime & Manga > Saint Seiya
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Autore: Francine    08/02/2017    5 recensioni
Spagna, Febbraio 1979.
In un paese che si sta risvegliando dalla dittatura franchista, un giovane Shura si rifugia alle pendici dei Pirenei - lì dove è diventato Santo di Athena e dove inizia il Cammino di Santiago - per ritrovare se stesso e placare la mente dagli incubi e dai dubbi che lo tormentano dalla Notte degli Inganni.
Ma esiste davvero un angolo di pace per colui che ospita Excalibur nel proprio braccio?
Pre Episode G
Prima pubblicazione: 12.01.2006
Versione riveduta e corretta.
Genere: Drammatico, Horror, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Capricorn Shura
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Scripta Manent'
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Nella biblioteca del Sacerdote
 

 
La morte di un uomo è meno affar suo che di chi gli sopravvive.
Thomas Mann





Il soffio del vento gli scompiglia leggermente i capelli, che porta legati sulla nuca in una coda morbida, fermata da un paio di matite. Sta leggendo dei vecchi documenti, le mani che sorreggono la testa affaticata e accaldata. Il bracciale, una fascia d'oro con un decoro che incornicia un rubino grosso quanto una noce, gli scivola lungo il polso; è lo stesso che ha rischiato più volte di perdere quand’era piccolo. Il suo maestro gli ha spiegato che quel monile è molto, molto prezioso. È un cimelio che apparteneva ad una sua antenata, l’ultima erede di un’importante clan del Jamir e l’ultima guerriera a vestire l’Armatura della Gru; ma oltre a questo e al suo nome – Yuzuriha – lui non sa molto altro. Quando chiedeva al suo maestro qualche dettaglio in più – se fosse bella, se fosse forte, e che fine avesse fatto – il sommo Mu sorrideva e cambiava argomento.
«Anche la tua antenata aveva il dono della telecinesi. Perché non ti alleni per diventare come lei?», gli diceva, e lui si ritrovava a far fluttuare chili di rocce ad un paio di metri d’altezza e ancor più su.
Per questo si è offerto volontario nell’impresa disperata di sistemare le carte dello studio del Sommo Sacerdote, un lavoro ingrato e polveroso che in molti hanno scansato adducendo varie scuse. Non lui; vuole trovare un dettaglio, una pista che lo conducano da lei. Attraverso i secoli e quelle pagine polverose, vergate di fretta, su carta ingiallita e inspessita dall'umidità.
«Sion dell’Ariete la conosceva molto bene», gli ha confidato una volta, tanti anni fa, il venerabile Libra.
Lui s’era fermato ai Cinque Picchi per accudire Shiryu durante la malattia, e perché Shunrei gli piaceva. Odorava di buono, di tè verde e di curry. Odorava di mamma. E un giorno, andando a portare il pranzo al vecchio Doko in meditazione davanti alla cascata del Drago, s’era fermato ad ascoltare il racconto di un altro tempo, di un altro Pegaso, di un'altra Athena e del Santo della Gru.



Il toc toc della porta lo richiama al presente. 
«Ancora al lavoro?»
Shaina è una gatta scontrosa che il tempo ha reso più malleabile. Entra sfiorando con le dita i cumuli cartacei ammonticchiati l'uno sull'altro sul pavimento, sui mobili ed i ripiani della grande libreria di noce che corre lungo tutto il perimetro dello studio del Sacerdote, occupato un tempo da Saga. Non porta più la maschera, se non in battaglia. Athena ha sciolto le sue seguaci da quel voto gravoso e, ora come ora, tutti i Saint sopravvissuti ad Ade conoscono il suo viso. Che senso avrebbe?
«Lois ti sta mettendo sotto per bene, eh?»
«Puoi dirlo. Qui dentro c'è una vera e propria bolgia!» Sbuffa, si asciuga il sudore e si sistema il bracciale. «Ma da qualche parte bisogna pur ricominciare, no? E fare ordine tra queste vecchie pratiche è pur sempre un punto di partenza.»
Lui la osserva prendere in mano un quaderno dalla copertina di pelle in cima ad una pila più stabile delle altre, e sfogliarlo velocemente.
«E vorresti passare al setaccio tutti questi documenti?», chiede alzando la testa nella sua direzione.
«Beh, sì. In parte. Piano piano, ma l'idea sarebbe quella. Per ora, sto ispezionando i documenti redatti durante la reggenza di Saga.»
«Perché proprio quelli?»
Si stringe nelle spalle. «È stato il periodo in cui si è scritto di più.» Non le confessa che se si è offerto volontario è perché vuole trovare qualcosa scritto di proprio pugno dal Sommo Sion, magari su Yuzuriha. «Dai un'occhiata», le dice invece, passandole un libro poco più grosso di un quaderno, scritto fitto fitto da una grafia spigolosa.
«Un resoconto di una missione», chiosa lei dopo aver sfogliato qualche pagina. 
«Da quel che ho potuto capire, Saga e tutti i suoi predecessori ordinavano due versioni. La prima doveva essere scritta nella lingua madre del Santo e poi tradotta in greco sulla pagina a fronte.»
«Il miglior modo per imparare una lingua è di tradurvi qualcosa partendo dalla propria lingua madre.» Shaina fa scorrere sotto il pollice destro le pagine ingiallite e porge il volume a Kiki. «È la soluzione più difficile, ma anche quella più efficace. Anche noi Santi d’Argento riportavamo le nostre missioni con il testo in greco a fronte.» Sorride. «Era un rapporto di Mask, non è vero?»
«Esatto! Parla di una missione assegnatagli più di vent'anni fa. Qualcosa legato ad una serie di omicidi avvenuti durante le notti di Luna piena, se non ho capito male.»
«Caspita!», commenta lei fissando la copertina lisa. «Quasi, quasi gli darei una sbirciatina…»
«Magari! Io faccio ancora a pugni col greco moderno. Anzi, se lo leggi e me lo riassumi, mi faresti un gran favore. Te ne sarei grato finché campo!»
«Non so come la prenderebbe Lois», ribatte Shaina, le mani sui fianchi e lo sguardo a vagare su quelle colonne instabili. «Tra noi non corre buon sangue, lo sai...»
«Prometto di essere muto come un pesce.»
«E?»
Sospira. «E di avvisarti non appena Seiya metterà piede qui al Santuario.»
«No, no, no», risponde lei, sventagliando l'indice davanti al naso di lui. «Non mi devi avvisare. Lo devi trattenere, anche colle maniere forti, fino a quando io non sarò arrivata. Intesi?»
«Intesi...»
Lei sorride e riprende in mano il libretto. «Affare fatto! Così, forse, la smetterai di restartene chiuso qui dentro come un topo di biblioteca! Che stai leggendo, ora?»
Le mostra un vero e proprio diario, bello corposo e ricco di annotazioni, segni e schizzi che il tempo ha conservato integro. Più o meno.
«È un diario di Shura di Capricornus.»
«Shura, hai detto?» Un brivido increspa le braccia di Shaina. «Te li ha dati Lois?»
«Sì, perché?», le domanda lui. «Qualcosa non va?»
La ragazza scuote la testa. «L’ultima volta che uno di questi affari è saltato fuori, è successo un casino niente male…»
Kiki si stringe nelle spalle, come a dire: normale amministrazione. «Me l'ha dato proprio lei. Dice che va catalogato con tutto il resto.»
«Di quand'è?», domanda Shaina.
«Fammi vedere… le ultime annotazioni risalgono all'Anno Sacro 232… era il 1979.»
«Io ero qui da poco più di due anni», commenta lei sbirciando la grafia nitida dell' ex Saint del Capricorno. Shaina libera una sedia da una serie di carte sparpagliate e la sistema accanto a Kiki, che le ha fatto posto mettendo in mezzo il diario. «Dai, leggilo che sono curiosa!»
Kiki si schiarisce la voce e riprende la lettura.


16 febbraio 1979
Più ci penso e più impazzisco.
Parlo di Aiolos. Ancora oggi, a sei anni di distanza, mi chiedo perché abbia deciso di rapire Athena. C'è qualcosa di strano in quello che è successo quella sera sciagurata. Qualcosa di assolutamente
folle. Il sacerdote dice che un daimon si è impossessato del cuore di Aiolos, e che lo ha spinto ad agire a quel modo. “E pensare che solo poche ore prima l'avevo nominato mio successore e tutore di Athena!”, ripete spesso il Sommo Sion e capisco bene perché non riesca a darsi pace. Gli altri Santi d’Oro erano troppo piccoli allora per poter fare qualcosa. Io stesso non ho potuto far altro che rallentare la corsa dissennata di Aiolos verso la morte. Solo Saga dei Gemelli è riuscito a combinare qualcosa di concreto. Lo trovò morto dissanguato con la bambina tra le braccia; non ebbe neanche bisogno di combattere: prese la neonata e la riconsegnò al Sacerdote, prima di tornare a monitorare i movimenti di Poseidone a capo Sunio. La delusione è talmente cocente che… che  non lo so nemmeno io. 
¡Mierda!
Ho chiesto licenza al Sacerdote, ma non me l'ha concessa. Ade può svegliarsi da un momento all'altro, e c'è sempre da considerare un eventuale ritorno di Poseidone, che grava sulle nostre teste come una spada di Damocle. Dobbiamo essere presenti al Santuario. Il Sommo Sion ne ha già concesse due deleghe: una a Mu dell'Ariete, che ripara corazze sui picchi dell'Himalaya, e l'altra a Doko di Libra, che ha ricevuto un compito importantissimo dalla dea Athena in persona, onere che non gli consente di allontanarsi dal Monte Ro in Cina.
Per me restare qui è motivo di grande insofferenza. A volte, vorrei avere anche io degli allievi da istruire, ma il Sacerdote non me ne ha ancora affidato nessuno.
Sarò troppo giovane? O, più probabilmente, il Sacerdote vorrà tenermi presso di sé? Se da un lato la cosa mi inorgoglisce, dall'altro mi secca che situazioni delicate siano affidate ad Aiolia, il fratello del traditore. Traditore… Ma si può parlare di tradimento quando si è un burattino nelle mani di un demone? Non riesco ancora a crederci, eppure, ho visto con i miei stessi occhi Aiolos fronteggiare i soldati semplici con la bambina tra le braccia, per poi scappare nel buio della notte. E adesso, Aiolia tenta di riscattare il buon nome del fratello cimentandosi in imprese disparate.



Kiki fissa Shaina perplesso. «È successo davvero
«A-ah!», annuisce lei. «Ero qui da poco e ricordo che tutte le rogne erano affidate ad Aiolia, che accettava volentieri gli incarichi più assurdi pur di allontanarsi dal Tempio. E Aiolos era nel giusto. Oltre al danno, la beffa!»
Kiki scuote la testa. Saga è stato molto scaltro ad agire in quel modo; con i Santi d’Oro poco più che bambini aveva le porte spalancate. Gli è bastato eliminare Sion, sostituirsi a lui e mettere tutti gli altri contro Aiolos. Un piano molto astuto e rischioso, ma come si dice? Fortuna audaces iuvat.
«A che pensi?», gli chiede Shaina osservando la carta ingiallita e segnata dalla grafia pesante del Capricorno.
«A che faccia avrà fatto Shura scoprendo la reale identità del Sacerdote che si era impegnato a difendere fino all'ultimo...»
«Probabilmente gli avrà dato una bella ripassata una volta arrivati dall'altra parte…»
«Dici? In effetti…»
«Io l’avrei fatto. E da quello che leggo qui, credo che Shura l’abbia pensata come me.»
Kiki annota mentalmente quella frase e riprende la lettura, gli occhi di Shaina che lo imitano subito, fermandosi qualche giorno più avanti.


25 Febbraio 1979. 
Ho ottenuto una licenza breve per tornarmene in Spagna. Sei giorni. Meglio che un calcio in bocca; speriamo che non capitino rogne.

26 Febbraio 1979
Qui tutto è come al solito. La tranquilla e rassicurante calma dei Pirenei mi fa bene. Se penso che questo mondo potrebbe crollare da un momento all'altro, mi sento spinto ad impegnarmi sempre di più. Non ricordavo quanto potesse essere morbido il mio letto dal materasso di lana. Qui mi sento a casa. Il grigio delle rocce della montagna e l'azzurro del cielo dall'abbaino sopra il letto: non c'è risveglio migliore, almeno per me! Ad Atene ho un sontuoso letto a due piazze (come se potessi portarci delle donne!)…


… e Kiki scoppia a ridere.
«Uomini…», commenta Shaina facendo spallucce.

…sotto un baldacchino foderato di stoffe pregiate. Ho cuscini di piuma d'oca, lenzuola di lino d'estate e coperte di pura lana vergine d'inverno. Ana, la mia Attendente, mi tratta come se fossi suo figlio. Eppure, la baita abbarbicata sui Pirenei e quel brontolone di Javier mi trasmettono calore di casa.
Javier, come suo solito, ha mugugnato qualcosa nel suo cantilenare madrileno: in fondo, lo so che gli fa piacere avere qualcuno con cui scambiare due parole adesso che un metro buono di neve ha ricoperto tutto quanto. Sì, certo, lui insiste nel dire che gli piace la solitudine, che nel silenzio riesce a meditare in pace, che… tutte balle! Si vede lontano un miglio che, sotto sotto, è contento che io sia qui.
Il passo è stato chiuso ad Ottobre. Adesso i Pirenei sono meta di tutti i rocciatori del versante spagnolo, ma nessuno osa avvicinarsi a questo posto. Il Picco dello Stambecco incute reverenza e un prudente senso di timore. È tuttora considerato una vetta accessibile alle aquile, tanto che non si conosce la sua altezza precisa. Fortunatamente per noi, il vicino monte Aneto calamita su di sé tutta l'attenzione dei rocciatori, lasciandoci vivere in una relativa calma. Certo, abbiamo anche noi bisogno del contatto con la 'civiltà', ed infatti scendiamo al villaggio di Orreaga-Roncesvalles una volta al mese.
Orreaga è un piccolo borgo addormentato all'ombra del picco dello Stambecco, brulicante di vita in primavera ed estate, quando le scuole di Iruña portano i ragazzi in gita sul passo di Roncisvalle e i pellegrini iniziano il Cammino di Santiago con gli zaini in spalla e le capesante che ondeggiano ad ogni passo, ma che cade letteralmente in letargo non appena scende la prima neve. La frontiera con la Francia è vicina. Mezz'ora e siamo in Aquitania. Il più vicino villaggio dall'altra parte dei Pirenei è Saint Étienne, e anche lì la vita scorre identica alla nostra, sebbene le lingue siano diverse, nonostante loro non abbiano avuto una dittatura per quarant'anni come noi, nonostante entrambi i villaggi siano animati da uno spirito di forte attaccamento alle tradizioni. La vita nelle comunità montane è questa, altro che le rivalità tra Rodrio e Sarixas! Non ci si possono permettere ripicche di sorta; quando la neve scende per metri e metri sul terreno, si deve dare per assodato l'aiuto di un altro villaggio. La rivalità è un lusso che la montagna non perdona, e anzi, fa pagare molto, molto caro.
Javier brontola dabbasso. Forse è il caso di andare a vedere che vuole!



Kiki si massaggia gli occhi. Ha passato tutto il pomeriggio tra i libri ed inizia a sentire la stanchezza. E la fame, che il suo stomaco gli ricorda con un sordo brontolio.
«Aspettami qui!», e quando Shaina ritorna, ha tra le mani un vassoio pieno di cibo: formaggio, salame da affettare e una bottiglia di vino rosso. «E pane caldo fatto in casa!», gli annuncia svelando un fagotto sotto un tovagliolo bianco.
Kiki sgombra appena la scrivania invasa da carte e libri ammonticchiati in pile instabili, e lei si siede, curiosa di sapere come prosegua il diario di Shura. È inusuale che un ragazzo di sedici anni ne abbia scritto uno; lei stessa, a quell'età, non ha mai pensato di affidare i suoi pensieri alla carta per fare chiarezza, nemmeno quando ha patito le pene dell'inferno per Seiya, indecisa se ucciderlo o amarlo. Shura, invece, ha riempito un diario con estrema frequenza, almeno a giudicare dalle date trascritte.

8 Gennaio
9 Gennaio
10 Gennaio
12 Gennaio

Toh! Era il suo compleanno!

14 Gennaio
16 Gennaio
17 Gennaio

La precisione del precedente Santo del Capricorno è sconcertante: ha annotato tutto quello che ha visto e ha fatto giorno per giorno, filtrandolo attraverso i suoi pensieri e le sue emozioni. Al punto che, se Shaina e Kiki chiudono gli occhi, sembra loro di vivere quegli avvenimenti lontani nel tempo e nello spazio insieme a Shura. Come se fossero lì. 
 

 









Note: Questa storia era già presente in archivio, ma questo storia è anche il mio personale Odi et Amo, con buona pace di Catullo.
Non riesco a rigirarla come vorrei. C'è sempre qualcosa che non gira nel verso giusto, ossia come vorrei io.
Ho provato a rigirarla, per l'ennesima volta, nella speranza che sia l'ultima. Siete autorizzati a passarmi a fil di spada, qualora io dovessi dire una tonteria tipo "Mah, questa storia non mi convince, mi sa che le rinfresco il trucco...".
Fatemi male. Malissimo.

Okada in Episode G - Assassin ci dice che il maestro di Shura è Izo, lo stesso Santo che appare in Next Dimension (e dovrà spiegarmi pure come caspita abbia fatto, ma il Okada-san gode di un credito illimitato presso la sottoscritta). Saint Seiya Omega ci dice che il suo maestro è, invece, l'improbabile Ionia.
La sottoscritta, lostcanvasiana di ferro, propende perché Shura altro non sia che la reincarnazione di El Cid del Capricorno. Da ciò, ne segue che il suo maestro non sarà né Izo, né Ionia, ma un modesto personaggio creato oramai nel 2006. Non ce la faccio a tirare un colpo di spugna, desolata.
Spero vi piaccia quanto piace a me.

Me ne frego bellamente che Shura si sia allenato sul Monte Perdido, in Navarra. Per me il suo maestro abita sempre in Navarra, ma alle pendici del Picco dello Stambecco, a due passi dal Valico di Roncisvalle, lì dove inizia il Cammino di Santiago. Non me ne voglia Okada, ma ubi maior, eccetera eccetera.

Lois è la bibliotecaria del Santuario. O meglio, è la responsabile della Biblioteca del Sacerdote. È apparsa in Quando piangono le stelle e lei e Shaina hanno avuto uno scambio di opinioni, diciamo così...  
   
 
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