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Autore: WibblyVale    11/02/2017    2 recensioni
Una neonata nell'ospedale di Konoha viene sottoposta ad un esperimento genetico e strappata alla sua innocenza. Crescendo diventerà un abile ninja solitaria, finchè un giorno non verrà inserita in un nuovo team. Il capitano della squadra è Kakashi Atake, un ninja con un passato triste alle spalle che fatica ad affezionarsi agli altri esseri umani. La giovane ninja sarà in grado di affrontare questa nuova sfida?
Genere: Azione, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kakashi Hatake, Nuovo Personaggio, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Shiori e Kakashi avevano raggiunto la riva di un fiume. Si guardarono intorno: una grande cascata ricadeva facendo un gran rumore all’interno del letto, comprendo ogni altro suono attorno a loro. La kunoichi sentiva la preoccupazione del suo compagno. Gli aveva spiegato che Yoharu non era lì, ma che sfidando i suoi uomini avrebbero di certo trovato un modo per raggiungerlo.
“Stanno arrivando” rivelò Shiori.
“Piano?” chiese il Copia-ninja.
Lei si mordicchiò un labbro. “Non ne sono sicura.”
“Quanti sono?”
“Una decina…”
“Cazzo!” esclamò Kakashi.
Una decina di uomini dai capelli rossi e i volti sfregiati apparvero davanti a loro. Il Copia-ninja liberò lo Sharingan e riempì la propria mano di fulmini, mentre Shiori infuocava il proprio braccio. Si guardarono per un millesimo di secondo e annuirono, lanciandosi nella ressa.
Nell’impeto del primo attacco riuscirono a farne fuori due a testa, ne mancavano solo sei. Shiori schivò una fiammata diretta verso di lei, facendo un salto all’indietro. Spinse i suoi poteri empatici oltre a sé e fece provare un dolore lancinante alla sua vittima. Ben presto fu attaccata da un compagno di quest’ultimo che combatteva con una catana intrisa di chakra. Il dolore lacerante alla spalla la fece gridare.
Kakashi, nel frattempo, combatteva con un abile utilizzatore dell’arte dell’acqua. Il suo Sharingan riusciva ad anticiparne le mosse, ma gli attacchi erano molto potenti. Un altro clone lo confondeva muovendosi ad una velocità incredibile e colpendolo nei punti di snodo del chakra. Il Copia-ninja cadde in ginocchio, cercando di riprendere fiato.
Shiori spinta dai nemici gli si affiancò e lo aiutò a rialzarsi.
“È ora” affermò Kakashi.
“Sono ancora troppi, non posso lasciarti da solo.”
I due si appoggiarono schiena contro schiena, cercando di coprire ogni possibile punto di attacco.
“Fallo, Nara. Una volta potevi controllarne nove per me, ti chiedo di controllarne un paio ora” cercò di convincerla lui.
“Sai che farò molto più di questo” sogghignò lei.
“Ed è per questo che mi sorprendi sempre.”
“Pronto?” chiese la donna.
“Ti copro le spalle!”
Shiori si abbassò, mentre Kakashi veniva attaccato da sei cloni in una volta.

 
Qualche giorno prima, i convenuti al consiglio di guerra, guardavano tutti Shiori pieni di curiosità e timore. Qualunque fosse l’annuncio che doveva fare sembrava essere importante.
Shikaku guardava la sorella curioso, cercando di capire che cosa gli avesse tenuto nascosto e preoccupandosi per lei. Aveva chiesto che lui portasse con sé Inoichi e Choza, ciò voleva dire che era una cosa che riguardava lei personalmente.
“Vi chiederete perché vi ho fatto venire qui. Stamattina avete rivelato dei timori sui miei poteri, timori a cui sono abituata sin dall’infanzia. Da allora i miei poteri sono aumentati e sono più forti, ma ci sono cose sui miei poteri che voi non sapete. Ho pensato che il modo migliore è essere sinceri. E per essere sinceri, devo ammettere di aver sviluppato in parte per dote naturale, in parte attraverso il duro allenamento, un potere nuovo. Non è un potere completamente affidabile, a causa dell’imprevedibilità dei sentimenti, ma potrebbe esserci utile.”
“Di cosa si tratta?” domandò Shikaku curioso.
“Ho bisogno di volontari, non tra i miei amici è chiaro, gli altri potrebbero finire per non credermi.”
Darui fece qualche passo avanti e ammiccò verso di lei. “Mi offro volontario.”
Dall’altro lato della stanza si fece avanti Chojuro. “A… anche io.”
“No!” lo fermò la Mizukage.
“Mizukage-sama, gliel’ho detto, mi fido. Non credo che quella volta volesse farci del male.”
“Ragazzo sveglio, Mizukage, se lo tenga stretto” le disse Shiori.
“Che vuoi fare?” domandò brusco il Raikage.
La donna sospirò. “Ora lo vedrà.” Si avvicinò ai due shinobi con il suo sguardo più rassicurante. “Potrebbe fare leggermente male.” Poi, si rivolse al resto del gruppo. “Mi affatica enormemente, quindi non è una cosa che posso fare spesso.” Si torturò il ciuffo e disse: “Kakashi, potresti produrre una tua copia, nessuno si deve fare male.” Il Copia-ninja annuì e eseguì. Shiori si rivolse ai due uomini davanti a lei. “Ora, vi catturerò le ombre.”
La kunoichi unì le mani e attivò la tecnica del controllo dell’ombra e catturò quelle dei due shinobi davanti a lei.
“Non è niente di nuovo!” esclamò lo Tsuchikage.
“La prego di aspettare.” Shiori guardò i due shinobi. “Allora, quali sono le vostre tecniche più potenti?”
“Arte del fulmine: Patera Nera” disse Darui.
“La mia Hiramekarei” gli fece eco Chojuro.
“D’accordo.” La donna si concentrò scandagliando i sentimenti dei due shinobi, che cominciarono a sentire il desiderio di usare le loro tecniche. Darui cominciò a muovere le mani, mentre Chojuro tirò fuori la spada. “Non ribellatevi, farà più male a voi e farò più fatica io!” esclamò la donna che stava già sudando.
Dalle mani di Darui apparve un fulmine nero, mentre la spada di Chojuro cominciava a pulsare, entrambi pronti all’attacco. Tutti trattennero il fiato quando la Pantera Nera di Darui passò da Shiori per poi infondersi nell’Hiramekarei di Chojuro. A quel punto Shiori si mosse, controllando solo il giovane shinobi che colpì la copia di Kakashi con la sua spada intrisa del potere della Pantera Nera e la polverizzò.
La donna si sentì svenire e il Copia-ninja fu subito accanto a lei a sorreggerla.
“Come diavolo hai fatto?” chiese sbalordito.
“I… sentimenti… e il chakra… io… li percepisco… Ho imparato a usarli per rubare le tecniche…” disse con il fiatone. “Ma non mi riduco benissimo.”
Il resto della stanza era sbalordito.
“Quindi puoi usare le tecniche degli avversari?” domandò Chojuro.
 “Sì, ma solo se riesco a connettermi con loro fisicamente attraverso le ombre, che fanno da canale di trasporto per il potere.”
“Sbaglio o mi ricorda qualcosa?” chiese Kakashi con un sorrisetto.
“Non sbagli. Tu… mi hai… ispirato…”
“Le memorizzi come fa lui?” chiese la Mizukage.
La kunoichi scosse la testa. “Solo finché c’è un legame con l’utilizzatore.” Si scostò da Kakashi, cercando di rimanere in piedi.
“Be’ è sbalorditivo!” esclamò Darui.

 
Shiori si era inginocchiata a terra, mentre Kakashi e le sue due copie si destreggiavano tra i nemici. La kunoichi fece scattare la sua ombra e prese il controllo di due cloni. Quello superveloce e quello con la tecnica del fuoco.
Il copia-ninja nel frattempo aveva eliminato un nemico, ma stava per essere sopraffatto. Shiori si concentrò sui due cloni e prese il loro potere. Deviò il potere del clone veloce a quello con la potenza di fuoco, alimentando in questo modo le fiamme da lui prodotte attraverso la spinta della velocità.
“Abbassati!” urlò a Kakashi, che si scostò mentre i cloni che lo stavano attaccando vennero colpiti. Una fiammata invase il campo. Kakashi si difese con un muro d’acqua da quell’attacco indiscriminato, mentre i nemici venivano spazzati via dalle fiamme, senza emettere alcun gemito di dolore. Era proprio vero che quelle creature non provavano nulla.
A quel punto Shiori si sentì svenire e rilasciò la tecnica. Per Kakashi fu semplice colpire con il Raikiri il ninja con il chakra di fuoco, ma non fu abbastanza veloce per prendere l’altro clone, che si fiondò su Shiori puntandole un kunai alla gola.
“Kasumi-sama, che bello rivederti.” Era evidente che fosse Yoharu a parlare. Kakashi fece per raggiungerlo, ma il clone urlò. “Non ti azzardare, Copia-ninja! O ci metto meno di un secondo a eliminarla.”
“Che vuoi, Yoharu? Perché non mi uccidi?” chiese lei.
Il clone passò il kunai lascivamente sul corpo della donna, mentre le sue dita tiravano i capelli, scoprendo il collo bianco. Kakashi ringhiò, ma Shiori gli inviò le sue sensazioni: stai fermo.
“Che bravo, cagnolino che è” ridacchiò il clone. “Sai cosa mi ricorda questo?” domandò, avvicinando la bocca all’orecchio della donna. “Quando c’eravamo solo noi due, ricordo la paura nei tuoi occhi…”
Kakashi strinse i pugni, voleva uccidere quel bastardo, ma quali che fossero i piani di Shiori, ancora non era previsto. La donna pareva volerlo lasciare parlare.
“Vuoi sapere cosa sa fare questo clone?” le chiese.
Il corpo del clone cominciò a vibrare ad una velocità sbalordiva. Il rosso pose il suo affusolato dito indice contro la spalla della donna, che cominciò ad urlare sentendosi perforare. Fu a quel punto che il clone si fermò, scoppiando in una risata malvagia.
Shiori ansimante per il dolore e con il sangue che le colava dalla spalla, continuava a trasmettere le sue sensazioni a Kakashi perché restasse calmo. Non doveva ancora entrare in azione.
“Quindi… vuoi uccidermi, Yoharu?”
Il clone fece un sorriso malefico. “Voglio che tu soffra.”
Kakashi sentì dentro di sé una scossa, guardò verso Shiori, che nonostante avesse lo sguardo rivolto verso il nemico, annuì. Il Copia-ninja sapeva che era per lui.
“Credo che tu abbia fatto il massimo che si potesse fare per farmi soffrire.”
La mano del clone, libera dal kunai, percorse il corpo della donna, che sentì la nausea risalirle la bocca dello stomaco. Le sensazioni di Kakashi la invasero, era pieno di puro e semplice odio.
“Quello era solo l’inizio” sussurrò il mostro al suo orecchio. “Ti farò perdere tutto ciò che ami, ucciderò lui davanti ai tuoi occhi, mentre un mio contingente sta andando a Konoha, dove eliminerà il resto della tua famiglia. Non vedo l’ora di sapere che la piccola Amaya ha lasciato questo mondo, così come avrebbe voluto Tanoshiji-sama. Ovviamente tuo figlio, resterà vivo. Voglio usarlo per aumentare il mio esercito.” Il mostro le leccò una guancia. “Poi, quando avrai capito che hai perso su tutti i fronti, ti spezzerò completamente. Solo a quel punto, Shiori, ti ucciderò.”
Detto ciò si alzò in piedi e, a grande velocità raggiunse Kakashi. Lo prese da dietro e puntò il kunai sul suo collo.
“Vuoi dirgli addio?” domandò rivoltò a Shiori.
La donna si mise a sedere a fatica. “Non posso…” balbettò.
“Tu, Copia-ninja, vuoi dire qualcosa?” chiese.
“Addio” disse la voce di Kakashi dietro il clone che sbarrò gli occhi. La copia tra le mani del nemico sparì, mentre l’Hatake mollò un pugno in faccia al suo avversario facendolo cadere a terra. Il jonin si mise a cavalcioni su di lui, sferzando pugni a non finire, facendogli sanguinare il volto. Dopodiché attivò il Raikiri e con un ringhio si preparò a dare l’ultimo colpo.
“NO!” gridò Shiori.
“Non mi impedire di farlo…” La sua voce aveva un che di animalesco.
La donna gli si inginocchiò accanto. “Voglio solo dire una cosa a Yoharu” spiegò. “Quanto mi credi stupida? Credi che non sapessi che avresti mandato qualcuno da mio figlio? Piccolo idiota. Hai passato il limite, Yoharu. Non ti avrei perdonato, ma ti avrei potuto risparmiare per quello che hai fatto a me. Ora…” si piegò sul clone e avvicinò la bocca al suo orecchio. “Hai minacciato la mia famiglia. Io ti ucciderò per questo.”
Si rialzò e annuì verso il Copia-ninja, che con un colpo deciso trapassò il corpo del clone, uccidendolo. A quel punto Shiori tremò e si rannicchiò su sé stessa. Kakashi riacquistato il controllo su di sé, si affiancò a lei e la strinse a sé. Le accarezzò dolcemente i capelli, cercando di tenerla al sicuro.
“Va tutto bene” le sussurrò dolcemente. “Ci sono qui io.”
“Dobbiamo… dobbiamo sentire casa!” esclamò lei, senza però mai staccarsi da quell’abbraccio.
“Così lontano, l’unico che possiamo sentire è Hikaru e da solo non ce la può fare. Ora loro staranno…” Kakashi era preoccupato tanto quanto lei, ma cercava di mantenere la calma. “Dobbiamo fidarci, Shiori.”
La donna nascose il viso nel petto del compagno. Aveva poche forze in quel momento anche solo per muoversi, ma usava il suo potere per scandagliare il campo di battaglia, avrebbe voluto essere in grado di arrivare fino a Konoha.
“Devo trovare Yoharu.”
Kakashi continuava cercare di calmarla con le sue carezze. “Certo, ma ora riprenditi. Mi servi in forze.”
“Sei arrabbiato?” chiese, conoscendo quella sensazione in lui.
Lui guardò la ferita sulla spalla della donna. “Ti ha ferito.”
Shiori si abbassò il collo della maglietta e pose la mano del compagno sulla ferita. “Produci chakra per favore, io ti guiderò.”
“Come sempre” le sorrise lui, ed eseguì.
Dopo che la ferita fu guarita, la kunoichi si rannicchiò contro il suo compagno, che cercava di calmare i suoi brividi di freddo. “Dormiamo un po’” disse lui, “domani mattina presto ripartiamo!”
 
A qualche chilometro di distanza, Raido parlava animatamente con la Mizukage.
“Signora, capisco la necessità di muoversi, ma non può mettersi nei guai. Lei è importante!”
La donna fulminò il jonin con lo sguardo, portandosi a pochi centimetri da lui, pronta a scagliarlo dall’altra parte della stanza se fosse stato necessario.
“Ai e Tsunade sono usciti, io non sono da meno!” gridò.
“Sta proteggendo i signori feudali, non si sta girando i pollici!” urlò lui furioso.
“A me sembra la stessa cosa!”
Raido alzò gli occhi al cielo. “Io non posso impedirle nulla, Mizukage-sama, ma…”
“Ma cosa?”
“Se accetto di portarla sul campo di battaglia, mi promette di non morire?”
La donna si scostò il ciuffo castano dal volto. “Che diavolo di richiesta è questa?”
“Mi è stata data responsabilità su di lei, non voglio fallire.”
La donna sorrise a quello strano shinobi. “Te lo prometto.”
In quel momento una voce si insinuò nella mente del ninja con la cicatrice. “Raido-san!” Era un giovane ragazzo del clan Yamanaka che si trovava al quartier generale. Raido e Genma gli avevano promesso un posto nella loro squadra Anbu se avesse fatto loro un favore. “L’ho trovato! Posso tenerlo segreto ancora per poco, si deve sbrigare.”
“Grazie, ragazzo. Ti sono debitore!” esclamò lo shinobi.
“Signora, devo chiamare Genma. Lasci a Chojuro il comando.”
“Voi dove andate?” chiese la donna.
“La portiamo dai Kage, poi andiamo a regolare dei conti.”
 
In una stanza all’interno dello stesso palazzo, Genma guardava il soffitto bianco, mentre accarezzava distrattamente i lunghi capelli neri di Akemi, che teneva la testa appoggiata sul suo petto.
“A cosa pensi?” chiese lei.
“Niente di importante.” Le pose un bacio sulla fronte.
Lei si puntellò sui gomiti e lo guardò severa. “Gen!”
“Sai di essere estremamente sexy, quando fai la voce da principessa?” Lei non si lasciò addolcire. “Sto aspettando un’informazione e quando l’avrò ricevuta… dovrò andare.”
“Mi lascerai qui?”
“Aki…”
Lei lo accarezzò, nel suo volto era leggibile la preoccupazione. “Devi stare attento.”
“Lo sarò.” Genma portò la donna verso di sé e la baciò dolcemente.
“Ci ho fatto l’abitudine, ma… non mi piace quando sei lontano da me.”
Il jonin le portò una ciocca di capelli dietro le orecchie. “So che è difficile e mi disp…”
“Shhhh… Fra quanto hai il turno?”
Lui sorrise. “Ancora un paio d’ore.”
Lei lo baciò. “Dovresti dormire?”
Genma la fece sdraiare sui cuscini e si mise sopra di lei. “Principessa, sapete che non ne ho affatto bisogno…”
“Ah no?”
“No” sussurrò lui a fior di labbra prima di baciarla.
In quel momento qualcuno bussò insistentemente alla porta. “Genma!” gridava Raido dall’esterno.
“Vai al diavolo! Ancora due ore!” rispose il jonin, tornando a concentrare le sue attenzioni sulla sua compagna.
“L’ha trovato! Abbiamo poco tempo prima che lo scopra Inoichi” insistette il ninja fuori dalla porta.
“Cazzo!” Genma scese dal letto e cominciò a rivestirsi in fretta.
“Che succede?”
“Vado a fare il mio dovere.”
“Che significa?” chiese Akemi preoccupata.
Il jonin la strinse fra le braccia e la baciò. “Tornerò, promesso.”
“Gen…” la voce di lei tremava per la preoccupazione.
“Ti amo, principessa” disse, per poi prendere la via della porta e raggiungere il suo amico.
“Anch’io ti amo, mio eroe” sussurrò lei, vedendolo sparire nella notte.
 
Shiori si risvegliò ancora tra le braccia di Kakashi, che la osservava in silenzio.
“Non dirmi che mi hai fatto la guardia per tutto il tempo?”
“Ti agitavi nel sonno.”
“Ho degli incubi… la prigione, Yoharu…”
“Mi dispiace.”
“Va tutto bene. Lo supererò” cercò di rassicurarlo lei.
“Certo. Se c’è qualcuno che può farlo, sei tu.” Le sorrise e i due rimasero per quelli che parvero interminabili minuti in silenzio, solo a guardarsi. Poi, la voce di Shikaku proruppe nelle loro teste.
“Abbiamo delle informazioni!” esclamò il capoclan.
“Che succede?” chiese Shiori percependo la sua preoccupazione.
“Un ragazzo del mio clan è stato convinto da Raido e Genma di avvertirli senza dire nulla a nessuno se…” Inoichi sembrava preoccupato e mortificato insieme.
Shiori e Kakashi si guardarono terrorizzati. “L’uomo mascherato!”
“Come diavolo…?” chiese Shikaku.
“È una lunga storia” spiegò Shiori. “Dove?”
“A sud, verso le colline, ma c’è un altro problema…” Shikaku esitò.
“Ovviamente.”
“Non riusciamo a contattare casa…”
Shiori tremò e Kakashi strinse i pugni. “Avevamo detto che dovevano mandare qualcuno. Hikaru non poteva farcela a contattarci di nuovo,” tentò di rassicurarli e rassicurarsi il Copia-ninja.
“Se c’è una cosa di cui sono certa è che i miei figli stanno bene” disse Shiori, ora di nuovo in forze dopo qualche ora di riposo. “Lo sentirei se...”
“Ora noi penseremo a Gen e Rai. Vedrete che andrà tutto bene” la sostenne Kakashi.
“I cloni sono molti” l’avvertì Inoichi.
“State attenti,” rincarò Shikaku.
I due shinobi annuirono.
“Inoichi, ti devo chiedere un favore” cominciò Shiori.
“Certo, peste.”
“Mi metteresti in contatto con gli Uchiha?” Fino a quel momento aveva sperato di poter raggiungere Itachi e Shisui, ma ora le risultava impossibile. Kakashi accanto a lei stava raccogliendo le loro cose in tutta fretta. Era pronto per affrontare Obito.
“Subito” rispose lui.
 
I due shinobi correvano nella direzione verso la quale avrebbero dovuto trovare l’uomo mascherato. Kakashi stava ribollendo, troppe sensazioni si muovevano dentro di lui. Shiori gli correva accanto sperando di poter fare qualcosa, di poterlo proteggere dal dolore che provava, ma nulla di tutto quello era possibile.
Immagini della morte di Obito e Rin popolavano la mente del Copia-ninja e la parola colpa risuonava nelle sue orecchie. Sentiva l’odio verso sé stesso risorgere in lui, molto più forte di come era stato in tutti quegli anni.
“Kakashi, non è colpa tua” cercò di consolarlo lei.
Lui le lanciò un’occhiataccia, ma non rispose. A quel punto, la donna si scagliò su di lui e lo atterrò, bloccandolo con il suo corpo.
“Che diavolo stai facendo? Sei impazzita?” chiese lui, cercando di divincolarsi.
Lei lo tenne ancora più stretto, cercando di tenerlo fermo il più possibile.
“Ora devi ascoltarmi molto bene, d’accordo?” Il Copia-ninja sbarrò gli occhi a quell’urlo inaspettato. “Non ti azzardare a fare cazzate solo perché ti ritieni responsabile di qualcosa. Io non sono così incline a riappacificarmi con Obito, ha minacciato i miei figli, e ha minacciato te. Tu lo scusi perché ti senti in colpa per ciò che è diventato, bene! Ma non ti fare distrarre da questa cosa! Se la scelta è tra te e lui, devi scegliere te stesso. Promettimi che sceglierai te stesso! Non… non posso perderti per questo.”
“Shiori…” Kakashi si mise a sedere. Lei rimase aggrappata al colletto della sua giacca, con le nocche delle mani che si facevano sempre più bianche. Il jonin le accarezzò dolcemente la guancia. “Tu non mi…” Uno scoppio li fece voltare di scatto.
“Obito!” esclamò la donna, scattando in piedi.
Si voltò verso il Copia-ninja che annuì determinato. “Andiamo.”
  
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