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Autore: Signorina Granger    13/02/2017    5 recensioni
[Raccolta di One Shot dedicate ai protagonisti di "Magisterium"]
Si sono diplomati, la Guerra è finita, hanno superato i loro demoni e chiuso molte porte...
Ma si sa che quando se ne chiude una, si apre un portone al suo posto.
Genere: Malinconico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Maghi fanfiction interattive
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Magisterium '
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Lyanna      
    
  
“Scusami…” Le dita di Lyanna andarono di nuovo alla fede, ma per una volta non per rigirare l’anello d’oro…
Lentamente la donna se lo sfilò, appoggiandolo sul ripiano di legno della toeletta e guardandolo roteare
brevemente, mentre nella stanza calava il silenzio più completo
se non il rumore del metallo che ondeggiava circolarmente sul legno.
Sentì gli occhi inumidirsi e sbattè più volte le palpebre per ricacciare a forza le lacrime indietro,
posando di nuovo lo sguardo sulla foto:
“Scusami… ma non ci riesco più. Devo fare un passo avanti…”
Lyanna Goblets, Cap. 8 “Corvonero-Serpeverde”



Lyanna Goblets camminava a passo svelto lungo il corridoio, in bilico sui tacchi e zigzando tra le persone che camminavamo nella sua direzione opposta, cercando di non andare a sbattere contro nessuno. 

Quando si fermò davanti ad una porta chiusa la donna sorrise debolmente prima di alzare una mano e bussare, sentendo distintamente delle voci familiari all'interno della stanza.  

Bussò due volte e per un attimo nella stanza calò il silenzio, finché una voce piuttosto nota non parlò con il tono fermo che ormai conosceva molto bene: 

“Se è mio padre puoi anche dirgli che piuttosto che farmi accompagnare da lui ci vado strisciando.” 
 
“Tranquilla, vado io...” 

Lyanna si trattenne dal ridere mentre la porta si apriva, e la donna di ritrovò a sorridere a Stephanie Carsen, che ricambio prima di roteare gli occhi e accennare a qualcuno all'interno della stanza: 
 
“Tranquilla CeCe, non è tuo padre...”    
 
“Meno male... Ciao Lyanna!”  

Charlotte sorrise, improvvisamente sollevata mentre salutava l'amica, che entrò nella stanza per avvicinarlesi:

“Ciao CeCe... ti volevo salutare, dopo sarà tutto molto confusionario e ho preferito passare... Allora, come stai?” 

“A parte il fatto che mi sento terribilmente ridicola e vorrei togliermi subito questo vestito... bene, grazie.” 

“Non dire assurdità, sei bellissima!” 
 
"Sembro una bomboniera. Will mi prenderà in giro fino alla morte, me lo sento...” 

Charlotte Selwyn sbuffò appena, roteando gli occhi con aria esasperata mentre si chiedeva ancora una volta come si fosse fatta convincere a mettersi un vestito de genere... anzi, decise che non avrebbe più messo un vestito per parecchio tempo dopo quel giorno, anche se non aveva una gonna pesante e a trapezio come quella.   

Lyanna e Stephanie si scambiarono un sorrisetto, entrambe piuttosto divertite nel vedere l’Auror in quella situazione. Stephanie si avvicinò poi a suo figlio Andrew, che si era accomodato sul tappeto e stava cercando di togliersi la minuscola camicia che aveva dovuto indossare di controvoglia, ritrovandosi quasi a perdere l'equilibrio già precario avendo appena imparato a camminare, rotolando sul tappeto e lamentandosi perché nessuno andava ad aiutarlo. 

“Ok tesoro... devi portare questo fino alla zia CeCe dopo, ok? Mi raccomando, non scappare come hai fatto alle prove!”
 
Stephanie porse al figlio il cuscinetto con le fedi, che venne subito afferrato dal bambino con tanto di “oooh” ammirato. Fortunatamente la donna aveva già provveduto ad incantare gli anelli affinché non potessero staccarsi dal cuscino senza un tocco manuale, perché Andrew aveva già iniziato a sventolare allegramente il cuscinetto bianco. 
  
“Beh, almeno si diverte... piuttosto Stephanie, dov’è tuo marito? Lyanna, per caso hai visto Reg mentre venivi qui?”
   
“Non mi sembra, mi spiace... tesoro, mi dai un abbraccio?” 
 
Lyanna sorrise, chinandosi e allargando le braccia in direzione di Andrew, che trotterellò verso di lei dopo averle rivolto un sorriso allegro e lasciandosi prendere in braccio, lieto di avere finalmente attenzioni visto che quel giorno sembravano tutti concentrati su sua “zia” e non gli facevano le coccole.  

“Qui finirà che ad essere in ritardo più che la sposa sarà il suo accompagnatore... secondo me si sta sistemando i capelli.”  

“Potrebbe anche essere...” Stephanie e Charlotte si erano appena messe a ridacchiare quando la porta si spalancò, e sulla soglia spuntò proprio Regan con tanto di Rose in braccio, che sorrideva e sfoggiava il suo vestitino color Tiffany. 

“Mi è sembrato di udire il mio nome mentre ero nel corridoio... parlavate di quanto io sia meraviglioso?”  

“Naturalmente, è il nostro principale argomento di conversazione quotidiano... vero ragazze?” 

Charlotte inarcò un sopracciglio e si alzò, imprecando contro la gonna scomoda del vestito e chiedendo a se stessa cosa avesse avuto in testa quando aveva accettato di sposarsi. Stephanie invece rise ma si avvicinò comunque al marito per prendergli la figlia dalle mani: 
 
“Piantala di fare il cretino Reg... coraggio, dovete andare. Rosie, vai a sederti con Lyanna, va bene? Drew, non mangiare il cuscino!” 

Lyanna rise, strappando il cuscino dalle manine paffute del bambino, che le lanciò un’occhiata malinconica come se lo avesse fortemente deluso. Poi però la donna fece magicamente comparire un peluche e lo sostituì al cuscino, facendolo sorridere di nuovo mentre usciva dalla stanza insieme a tutto il gruppo.
  
"Tranquilla Stephanie, ci penso io... divertiti CeCe... e non inciampare!” 
 
“Stai tranquilla Lya... ora si che capisco questa trazione... serve a non far inciampare la sposa su queste gonne assurde! Ma chi è l'idiota che mette così tanto tulle? A vedersi non sembra così pesante...”  Charlotte sbuffò, prendendo al contempo Regan sottobraccio per usarlo come appoggio, mentre il Pozionista roteava gli occhi e sbuffava:    

“Per favore CeCe, fosse stato per te ti saresti spostata in stivali e pantaloni, probabilmente.” 

“Certo che l'avrei fatto! Sai quanto scomodi sono, i tacchi? Se non altro ora sembro più alta... ma bando alle ciance, andiamo, se lo faccio aspettare troppo Will si lamenterà fino a Natale. E poi non voglio correre il rischio di incrociare mia madre, filiamocela.” 
 
Senza tante cerimonie la sposa iniziò a spingere Regan lungo il corridoio, e a Stephanie non restò che seguirli per assicurarsi che non combinassero qualche danno, mentre alle loro spalle Lyanna teneva Andrew in braccio e Rose per mano: 

“Voglio un vestito come quello della zia anche io!”
 
“Magari tra una ventina d'anni, tesoro... ma vedrai, avrai un bellissimo matrimonio anche tu. Ma ora andiamo, Andrew deve portare le fedi e lo deve fare prima di strapparsi la camicia di dosso. Smettila tesoro, sei così carino!” 

Lyanna sbuffò, incamminandosi a sua volta e prendendo la manina del bambino per impedirgli di torturarsi la camicia. 
Fortunatamente riuscì a farlo arrivare alla navata con ancora i vestiti integri... ma tutti risero non poco quando il piccolino trotterellò fino a metà navata prima di girarsi e correre di nuovo indietro verso di lei, ridendo persino con aria divertita e costringendola a fare la strada insieme a lui. 
 
  
                                                                         *
 
  
Si passò stancamente una mano tra i capelli castani, senza curarsi minimamente del loro stato e continuando a tenere gli occhi fissi sul pavimento lucido e grigio della Sala d’attesa.
La mano della donna si spostò dai suoi capelli per sfiorarsi il viso pallido e stanco, asciugandosi in fretta la singola lacrima che aveva versato.  
 
Si disse di non piangere e di non comportarsi come se fosse andato tutto per il peggio. 
Lyanna alzò lo sguardo dal pavimento per la prima volta dopo parecchi minuti, o forse ore, di silenzio per puntarli in quelli di Stephanie, che le stava porgendo una tazza di caffè.

“Grazie.” 

Lyanna si sforzò di sorriderle e prese la tazza con le dita quasi tremanti, mentre l’Auror la guardava con lieve compassione... era piuttosto preoccupata anche lei in realtà, ma si sforzò di non darlo a vedere davanti a lei.
 
“Tua cognata?”  

“È tornata momentaneamente a casa per vedere come stanno i ragazzi. Dovrebbe tornare presto.” 

Lo spero

Non aveva nessuna voglia di restare sola 
 
Stephanie sembrò intuire i suoi pensieri perché prese posto sulla sedia accanto a lei, fino a poco prima occupata dalla cognata della Pozionista. 
  
“Non preoccuparti Lyanna... lo conosco, è davvero in gamba. E Charlotte è andata a cercarlo, dubito tornerà finché non lo avrà trovato.”  
 
Stephanie le sorrise con gentilezza e Lyanna non riuscì a non ricambiare, annuendo con un debole cenno del capo mentre immaginava a sua volta CeCe rivoltare Londra con le sue mani per cercare il suo obbiettivo. 

“Lo so...” 

In effetti non la preoccupava il fatto che potessero non trovarlo... ma il come avrebbero potuto portarlo indietro.
 
Sbuffò debolmente e bevve un sorso di caffè mentre Stephanie parlava di nuovo, osservandola con aria critica:
 
“Ti ho già chiesto molto volte se non volessi andare a casa e la risposta mi è ormai chiara.... ma se vuoi posso chiamare Reg, sarebbe ben lieto di tenerti compagnia.” 

“Starà dormendo a quest’ora, preferisco non disturbarlo.” 
   
Stephanie aprì la bocca per replicare, dirle che le dispiaceva vederla così, ma venne interrotta dal rumore della porta a doppia anta che veniva spalancata con un gesto secco, ed entrambe finirono col voltarsi di scatto in quella direzione.

“Niente di grave, lì ho trovati a Portobello Road... ma ovviamente si sono scordati di informarci del ritardo e della complicazione visto che gli uomini devono sempre cavarmela da soli.”  

Sia Lyanna che Stephanie, nonché tutte le altre persone riunite nella stanza, si ritrovarono a sorridere al sentire le parole di Charlotte, che si sfilò il mantello senza neanche smettere di camminare verso le due amiche, con qualcuno che la seguiva pochi passi più indietro.  

Lyanna sorrise e immediatamente si alzò in piedi, superando l’Auror quasi di corsa per andare ad abbracciare suo fratello.
 
“Idiota! Ci siamo spaventate a morte!”  

Le parole erano in netto contrasto con il tono sollevato della donna e l'abbraccio con cui travolse il fratello, che dovette fare appello a tutto il suo equilibrio per non cadere visto che già di suo zoppicava. 
Sorrise e ricambiò la stretta di quella che era ancora e che probabilmente sarebbe sempre stata la sua sorellina, accarezzandole affettuosamente i capelli: 

“Le solite esagerate... hai sentito Charlotte, niente di grave. Ho la gamba un po' fuori uso in realtà, ma al San Mungo me la rimetteranno a posto in un attimo. La mia dolce metà?” 
 
“Tornerà presto, era andata a casa dai ragazzi... sarà felicissima di vederti. Ma sei comunque un idiota!” 
 
Lyanna sbuffò, sciogliendo l'abbraccio e dando al fratello una pacca sul retro del collo, facendolo sbuffare sommessamente mentre invece due certe donne alle loro spalle sghignazzavano, ben liete di vedere i colleghi che in genere giocavano a fare i maschi alfa messi in riga dai familiari: 
 
“Ahia! Lya, non ho più sei anni!”  

“Già, quel felice periodo in cui eravamo alti uguali... poi mi hai fregato e sei cresciuto di dieci centimetri in un anno.”  Lyanna sbuffò, sfoggiando una smorfia al ricordo mentre invece il fratello le sorrideva, allungando al contempo una mano per spettinarle i capelli, esattamente come faceva vent’anni prima.

“Ehy! I miei capelli sono già abbastanza disastrosi, credo... ok, basta fare i bambini.” 
V
Lyanna sorrise prima di spingere il fratello verso una sedia affinché si riposasse un po’ e per le due ore che seguirono, che passò ad assicurarsi che stesse completamente bene, non gli disse neanche una volta che era felicissima e sollevata di vederlo. Probabilmente non ce ne era bisogno, probabilmente già lo sapeva... ma Lyanna si ritrovò a sorridere di continuo mentre gli stava vicino,  sicura che non avrebbe proprio sopportato di perdere anche lui.  
 

                                                                                      *
 

“Scusate... permesso...” 

Lyanna Goblets si districò tra la ressa che affollava il corridoio, camminando a passo svelto e guardandosi intorno, chiedendosi perché un vecchio amico l'avesse chiamata dicendole di raggiungerlo subito.  

Che cosa poteva essere successo di tanti grave? Ovviamente Lyanna non aveva esitato neanche per attimo e si era affrettata a seguire quell’indicazione, iniziando già ad immaginare il peggio...
  
Nell’arrivare al Ministero si era già fatta un milione di film mentali, e quasi tutto avevano come protagonisti sul fratello, Stephanie o CeCe in un mare di guai o in brutte condizioni... Perché non le aveva specificato niente di niente?  
 
Non le restava che sperare per Regan Carsen che non l'avesse chiamata con tanta urgenza per chiederle una cretinata, perché in quel caso avrebbe dovuto affrontare una delle poche arrabbiature della donna... insomma, per buttarla giù dal letto e farla andare così di corsa doveva esserci un valido motivo.
 
“Regan? Dove ti sei nascosto?” 

“Era ora! Perché ci hai messo tanto?”  

La voce familiare dell’amico giunse alle sue spalle e in men che non si dica Lyanna si sentì prendere sottobraccio, ritrovandosi a camminare a passo svelto verso una stanza senza neanche volerlo:

“Ma... dove stiamo andando? E poi ho fatto più in fretta possibile Reg, ma non vorrai pretendere che mi precipiti al Ministero con la faccia di una che è stata appena buttata giù dal letto dal gufo di un collega. Che cosa c'è?” 
 
“Non fare la pigrona... oggi sono arrivati gli stagisti, te n’eri dimenticata?”  
 
“No. È da una settimana che ti lamenti perché te ne dovrai occupare tu... lo sanno anche i muri ormai.” 

“Si, beh, comunque... non indovinerai mai chi c'è! Coraggio, entra.” 

Lyanna guardò prima la porta davanti alla quale si era fermata e poi Regan, chiedendosi per un attimo se non fosse tutto uno scherzo... beh, in quel caso avrebbe rovesciato una pozione perdi-capelli in testa a Regan Carsen. 
 
“Ok...” Con leggera titubanza la Pozionista aprì la porta, certa che si sarebbe beccata una torta in faccia et similia... 
Sorrise con sollievo quando si rese conto che era ancora tutta intera e che non le era caduto in testa qualcosa... ma poi si concentrò sulla figura che si era voltata verso di loro, esitando con aria stupita prima di sfoggiare un sorriso allegro:  

“Prof! Anzi... come vi dovrei chiamare adesso?” 
  
In effetti sarebbe stata quasi inconfondibile vista anche da dietro, con la chioma di capelli rossi che non era cambiata di una virgola. 
Regan si accigliò, rivolgendosi a Lyanna con aria confusa, come se non lo sapesse neanche lui:

“Già. Come ci deve chiamare? Per nome?” 
 
“Credo di si... Come stai? È bello vederti.”  Lyanna sorrise, avvicinandosi alla ragazza mentre Regan continuava a gongolare, già pianificando di suggerire alla collega che “avrebbe potuto aiutarlo a pensare agli stagista visto che tra loro c'era una loro ex allieva che un paio d'anni prima le era stata parecchio simpatica”. 

“Bene, grazie... Non pensavo che avrei incontrato proprio voi. Il Professor C- Regan, credo che abbia in mente di passare il lavoro a lei, se mi è permesso dirlo.” 
 
“Tranquilla cara, lo so dal momento in cui l’ho incontrato e mi ha sorriso in quel modo losco... credo che un Serpeverde debba fare molta strada prima di fregarci.” 
 
Lyanna sorrise, parlando a bassa voce per non farsi sentire e rivolgendo alla rossa una strizzatina d’occhio prima di voltarsi, sorridendo dolcemente in direzione dell’amico: 

“Solo due parole... scordatelo, Carsen. È stato un piacere Isabella, passami a trovare quando vuoi... scusate, ma il letto mi ri-aspetta, è la mia giornata libera.” 

“Dai, Lya... non lo fai un favore ad un tuo caro amico?” Regan sfoggiò gli occhioni da cucciolo ma Lyanna lo superò senza battere ciglio, suggerendogli di cambiare strategia mentre Isabella si sforzava di non scoppiare rovinosamente a ridere... ma era un’ardua sfida. Chissà perché, ma già intuiva che il tempo trascorso lì con i suoi ex insegnanti sarebbe stato piuttosto divertente.
 

                                                                             *
 
 
Mentre la porta si chiudeva lentamente alle sue spalle gli occhi di Lyanna stavano già passando in rassegna tutta la sala, finendo col sorridere d’istinto quando riuscì ad individuare chi stava cercando. 
 
Si avvicinò in fretta al suddetto tavolo, scorgendo i due uomini già seduti intenti a confabulare mentre la donna seduta a capotavola continuava a tamburellare le dita sul tavolo con visibile impazienza, guardandosi intorno come se fosse in attesa.
 
Charlotte fu infatti la prima a vederla, rivolgendole un sorriso e un cenno con la mano prima di assestare una sonora e forse dolorosa gomitata al marito, che la guardò male prima di rendersi conto che era arrivata. 

“Scusate il ritardo... ma alla fine ce l'ho fatta.” 
 
“Non ti preoccupare, come stai?” 
 
Stephanie le sorrise con gentilezza, sporgendosi per darle un bacio su una guancia mentre Lyanna sorrideva leggermente, guardando Charlotte circondata da Regan e Will, tutti e tre con gli occhi fissi su di lei.

“Bene... ma so che morite dalla voglia di chiedermi qualcos’altro.” 

“Ma che dic-“ 

“Non prendiamoci in giro Stephanie, è vero e lo sanno tutti i presenti... allora... dov’è?” 

“CHARLOTTE!” 
  
Regan, Will e Stephanie si voltarono in perfetta sincronia verso di lei, parlando con un tono esasperato mentre Lyanna sorrideva, trattenendosi dal ridere mentre l’Auror sbuffava, come se non capisse il loro sconcerto mentre si stringeva nelle spalle e parlava con nonchalance:
 
“Non fate i drammatici, non sono brava con i giri di parole...” 
   
“Su questo non possiamo ribattere. La prima volta in cui mi hai detto che mi amavi credo che tu te ne sia uscita con una frase come “si sì ti amo anche io, non farla tanto lunga”. E quando ha accettato di sposarmi ha detto “perché quella faccia? Ho detto si, se hai cambiato idea peggio per te!” 

“Will, piantala di tessere lodi nei miei confronti, stavamo parlando di Lyanna!” 

CeCe sbuffò, liquidando il discorso con un gesto della mano e tornando a rivolgersi all’amica, sorridendole dolcemente come a dire “sputa il rospo-voglio sapere”. Ovviamente a quelle parole si voltarono di nuovo tutti verso di lei e Lyanna si ritrovò a roteare gli occhi, provando a fingersi seccata mentre in realtà si stava divertendo già parecchio:
 
“Mi dispiace, ma non è potuto venire... temo che dovrete accontentarvi della mia compagnia stasera.”  

Lyanna sfoggiò un sorriso angelico mentre sia Regan che CeCe sbuffavano, con Stephanie che fulminò entrambi con lo sguardo per ammonirli, ma ottenendo scarsi risultati. 

“Che barba. È da un mese che cerco di immaginarmi che faccia abbia, volevo togliermi la curiosità!”  

“Sei sempre così delicata, CeCe...” 
 
“Grazie Will, lo so, me lo diceva spesso anche mia madre.” 

“Poco male, anche se non ti ostini a non presentarcelo prima o poi conosceremo il fortunato e misterioso Jack... non sarà che ti vergogni di noi, vero Lya?”  

“Reg, cosa vai dicendo...” 
 
“Ah ecco.”  Regan sorrise, sollevando le spalle con aria sollevata a quasi soddisfatta... ma prima che Lyanna completasse la frase, inclinando leggermente il capo mentre spezzava un grissino e lo guardava con gli occhi carichi di divertimento: 
  
“Non mi vergogno affatto di TUTTI voi, Stephanie è una persona così carina e gentile!” 

 
                                                                            *


“Ciao.” 

Sorrise debolmente, lo sguardo fisso sulla lapide che aveva visitato ormai molte volte... Ma con il passare degli anni l'aveva fatto sempre meno, riuscendo a fermarsi lì davanti solo al suo compleanno, al loro anniversario... e in quello della sua morte, come quel giorno.  
  
Strano. Erano già passati sei anni... da una parte le sembrava fossero volati, dall’altra era come se quei 12 anni passati insieme appartenessero ad un’altra vita, ad un’altra persona.

In effetti forse era così che stavano le cose... un’altra vita, un'altra persona. 
Erano cambiate moltissime cose, talmente tante che avrebbe dovuto stare lì un giorno intero per raccontargliele... però era perfettamente consapevole che una fosse rimasta perfettamente intatta, anche col passare degli anni, anche se ormai era andata avanti ed era davvero, sinceramente di nuovo felice.  

Lyanna inclinò le labbra in un debole sorriso, gli occhi fissi sulla fotografia di forma ovale che sembrava ricambiarla... le piaceva immaginare che volesse dirle che era felice per lei. 
Che per lui andava bene così.  

“È passato tanto, sono successe tante cose... ma non preoccuparti. Ogni anno sarò sempre qui, te lo prometto.” 

Quello no, non sarebbe mai cambiato. 
Gli occhi avevano smesso di inumidirsi col tempo, ma infondo avrebbe sempre provato la stessa cosa. 
 
Lyanna restò in silenzio per qualche istante, continuando ad osservare la lapide liscia e fredda prima di chinarsi, sistemandoci sopra dei fiori.  
Quando si rialzò sorrise, rendendosi conto che portava gli stessi fiori ogni volta... ma non poteva farci nulla, era una persona abbastanza abitudinaria, lui del resto lo sapeva... non per niente aveva passato anni a chiederle perché mettesse sempre lo stesso rossetto.  
 
La donna rivolse uno sguardo all’orologio allacciato al polso sinistro, consapevole che Jack la stesse aspettando appena fuori dal cimitero come faceva sempre. 

“Devo andare... mi aspetta.” 

Ma sei sempre con me comunque 
 
Sorrise un’ultima volta e poi si costrinse a voltarsi, allontanandosi camminando sulla ghiaia senza voltarsi neanche una volta, gli occhi fissi davanti a sè. 


I fiori rimasero lì, sulla lapide, o almeno finché Lyanna non tornò per sostituirli, ancora e ancora... ma erano sempre gli stessi. 

Garofano bianco: amore eterno.





 
 
 





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Angolo Autrice:

Buonasera! Scusate se ci ho messo un po’ ad aggiornare, ma per qualche giorno l’ispirazione è un po' scemata... 
Ad ogni modo eccomi qua, e temo di dovervi dire che con questo capitolo chiudo la Raccolta.
Si, credo che prima o poi scriverò una specie di approfondimento sociologico su queste dinamiche... intitolerò il testo “Gli autori di OC: cosa porta alla sparizione?” 
Ironia a parte,  mi dispiace ovviamente, anche perché Bella era tra i miei preferiti... insomma, ormai la solfa è sempre la stessa e non mi dilungo, anche se mi domando cosa spinga gli autori a sparire alla fine di una storia, che non nego è una cosa che mi dà da sempre non poco fastidio... mah, misteri che non risolveremo mai.


Ancora una volta grazie per avermi mandato questi OC che in quasi sei mesi mi hanno tenuto compagnia e mi hanno fatto divertire parecchio... spero che la Raccolta vi sia piaciuta così come la storia vera e propria, grazie alle poche che l'hanno seguita fino alla fine: Phebe Junivers, HadleyTheImpossibleGirl, Nene_92, Shiori Lily Chiara, Coco, Amilcara95 e Sesilia.

In effetti praticamente tutte partecipate già ad altre mie storie, quindi immagino che ci sentiremo molto presto... 

Un bacio,

Signorina Granger 
   
 
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