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Autore: cicciottina    02/06/2009    4 recensioni
[-ohi teme!- la sua voce squillante e fastidiosa mi bloccò sulla porta: -torna per cena, altrimenti quella mi ammazza!- ghignò Naruto stravaccato sulla sua poltrona con una vecchia edizione della trilogia della pomiciata già in mano. Io mi limitai a fulminarlo con lo sguardo prima di dislocarmi con un jutsu veloce oltre le mura del villaggio. Quella missione dovevo finirla in fretta e tornare veramente per cena: non potevo mancare al compleanno di Seito altrimenti Sakura mi avrebbe lasciato sul divano per una settimana.] Nuova raccolta di one-shot sui personaggi principali dello shippuden, una famiglia in particolare! spoiler per chi non legge le scan fino al capitolo 446, più o meno.
prologo [sasuke pov]
1- smalto [team7 - naruto pov]
2- pentole e coperte [team7 - sakura pov]
3- di cavoli, api, fiori e cicogne
4- quattro giorni, sedici ore e quarantasette minuti
5- sharingan
6- regali di compleanno e mogli pericolose [naruto pov]
7- invasione [sasuke pov]
8- il Sensei
Genere: Romantico, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sakura Haruno, Sasuke Uchiha
Note: Raccolta | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Quattro giorni, sedici ore e quarantasette minuti





Quattro giorni, sedici ore e quarantasette minuti dopo il naso rotto di Sai.
E ancora non ci parlavamo.
Il danno l'avevo fatto, ora il più era sopravvivere alle conseguenze.
Quando gli avevo rifilato quel pugno dopo un apprezzamento un po' troppo esplicito alla scollatura di Sakura, il sociopatico non si era più fatto vedere in giro e tra i nostri coetanei si era già sparsa la voce di una relazione segreta tra me e Sakura.
"ehi Sakura-chan finalmente hai scoperto le tue belle tettine...allora non sei così piatta come sembrava.." questo le aveva detto, questo mi aveva fatto scattare il braccio verso il suo volto.
Quella sera Sakura aveva davvero sfoderato la sua scollatura, e tutti avevamo pensato quello che lui si era permesso di dire. Non che la scollatura di Sakura fosse così generosa o florida come quella di Tsunade o di Hinata, ma avevo già notato gli sguardi compiaciuti di Kiba e Lee sulle sue forme messe in risalto dal vestito rosso e Sai era stata la goccia fatale. Il vestito era simile a quello che aveva quando avevamo dodici anni, solo che a diciannove l'effetto era completamente diverso. Era diventato corto e attillato e lasciava ben poco all'immaginazione, forse per questo aveva smesso di portarlo in missione, le scopriva tutte le gambe (troppo lunghe e sensuali per essere lasciate così) ed era slacciato ad arte sul petto.
Nella mia stanza quel pomeriggio provai di ricordare il passaggio che mi ero perso: quando Sakura era diventata una donna così sexy e interessante?
Forse negli anni in cui ero stato lontano dal villaggio, eppure no, era stato dopo. Al mio reinserimento nei ranghi dei ninja di Konoha lei non era così: carina lo era sempre stata, ma non così...donna. Forse in quest'anno passato a stretto contatto il squadra insieme mi ero perso qualcosa, un istante un particolare. L'avevo sempre vista come Sakura, la compagna di squadra, meno pallosa e invadente di Karin, era diventata una kunoichi molto capace e un medico al pari di Tsunade; era cambiata molto da come me la ricordavo, ma il passaggio che cercavo ancora mi sfuggiva.
Magari ero io a vederla in modo diverso.
Forse era stato dopo che io e Naruto per sbaglio l'avevamo vista uscire dall'acqua del fiume, nuda, avevamo corso un bel pericolo, fortunatamente lei non si accorse che eravamo tornati indietro a prendere il portafoglio di Naruto; lui era corso via imbarazzato mentre io avevo indugiato qualche secondo in più su quelle forme, morbide e appena accennate, forse l'errore era stato quello. Non avrei dovuto guardarla.
Il problema vero e impellente che incombeva sulla mia testa era la prossima missione: una cavolata, dovevamo solo consegnare dei documenti e recuperarne altri, il problema era che eravamo soli. Il dobe si era preso l'influenza. In luglio. Quindi eravamo solo io e lei.
La cosa non mi piaceva affatto ma Kakashi aveva deciso che aveva bisogno di quei documenti subito. E così l'indomani nel pomeriggio saremmo partiti.
Decisi seduta stante di lasciare il mio letto fresco e inoltrarmi nel caldo pomeriggio d'estate, attraversare il villaggio per andare a far visita al dobe, giusto per non dover pensare alla missione che mi aspettava.

Bussai quattro volte e alla fine il dobe raggiunse la porta avvolto da una coperta fin sopra la testa, trascinando i piedi per venire ad aprirmi.
-yo Sas'ke...- brontolò tirando su col naso, emanava microbi ma la speranza di prendermi anch'io l'influenza e dover saltare la missione mi spinse ad entrare spintonandolo leggermente.
-sei venuto a prenderti l'influenza per non dover andare in missione da solo con lei vero?-
beccato!! il dobe ultimamente ne sapeva una più del diavolo, da quando era così intelligente??  Forse aveva cominciato a frequentare troppo gli  Hyuga che avevano finito per migliorarlo, non poteva che essere così. In fondo era sempre il solito dobe.
-non dire stronzate, io non ho bisogno di scappare da lei!!- lo bloccai subito, non volevo che capisse di averci preso. Sarebbe stato troppo umiliante.
-nooo certo, tu non scappi mai dalle cose...- mi rispose sogghignando arrotolato in una coperta seduto sul letto. Lo guardai un momento confuso. Mi stava prendendo per il culo!?! Io Sasuke Uchiha preso per il culo dal dobe.
-non rompere!- fu la cosa più calma e sensata che riuscii a dirgli, se veramente avessi dato sfogo ai miei pensieri sarebbe finita a botte, e non era il caso nelle sue condizioni. Soprattutto se fosse morto Sakura se la sarebbe presa con me!
-allora che ci fai qui eh? ti avverto che se volevi allenarti non sono molto in forma...- continuò lanciando l'ennesimo fazzoletto di carta verso il cestino, ma non lo centrò e quello andò ad aggiungersi alla mucchietta che si era formata nell'angolo accanto alla spazzatura.
-lo vedo...- borbottai, quel posto era un lazzareto: -ma non sono qui per quello...- continuai spostando una massa informe e indecifrabile di tessuto bianco da una sedia per accomodarmi, stavo per proseguire ma lui, impaziente come sempre mi interruppe.
-quindi che vuoi??- non sopportavo quell'esuberanza, non riusciva mai a lasciar parlare una persona, doveva sempre interrompere con domande inutili, gli piaceva sprecare il fiato!?! Chiusi gli occhi un istante per calmarmi e trattenermi dal pugnalarlo alla gola con un kunai.
Riflettei poi un istante: perchè ero lì in effetti? Non certo per chiedergli consiglio, e non potevo ammettere che volevo distrarmi per non pensare alla missione con il nostro "capitano". Sospirai chiedendomi cosa potevo inventarmi e una brezza leggera mi solleticò il collo proprio in quel momento.
-niente...solo a casa tua è più fresco..- non feci nemmeno in tempo a finire che la sua replica arrivò tra uno starnuto e un naso soffiato: -si ceeerto...tanto lo so cosa vuoi..- prese un fazzoletto dalla scatola verde sul comodino si soffiò il naso producendo un suono disgustoso e tentò di nuovo di lanciare il residuo nel cestino, di nuovo fuori.
-...non sai come spiegare a Sakura che hai rotto il naso a Sai perchè lei ti piace e sei geloso dei suoi commentini!!! e non fare quella faccia teme, per me sei un libro aperto, non stupirti!- cancellai dal mio volto l'espressione sbigottita che avevo assunto involontariamente e ripresi la mia normale apatia. Certo che lo sapevo che per lui ero un libro aperto, non sarei stato lì altrimenti, ma non mi aspettavo un analisi così precisa e mirata, neppure io avevo capito bene cosa mi desse fastidio e ora lui me lo propinava in faccia come niente fosse. Naruto stava davvero diventando troppo perspicace, di questo passo sarebbe potuto diventare Hokage veramente!
-non inventarti le cose- risposi mantenendo un certo contegno, non volevo essere smascherato così alla svelta, non da lui.
-certo..come vuoi Sas'ke..però nel caso ci avessi preso il mio consiglio è: vai in missione e cogli l'attimo, parlale e dille la verità!- concluse con uno starnuto finale ad effetto. Peccato che avesse centrato in pieno il mio giubbotto.
-..ma quale verità?!? non dire cavolate io non devo dire proprio niente...- rimbrottai offeso, poi chinai leggermente il capo e in uno sbuffo continuai tra me e me, troppo piano perchè lui tutto preso dai suoi starnuti potesse sentirmi: -ho già fatto abbastanza io.- e ci credevo davvero, pensavo che ora fosse il suo turno di sistemare le cose, credevo che un naso rotto fosse abbastanza di essermi esposto a sufficienza. Ma evidentemente sbagliavo.
Quel pomeriggio rimasi un po' ad ascoltare le lamentele del dobe tra uno starnuto e una tazza di te bollente in pieno luglio nella vaga speranza di prendermi qualcosa di debilitante che mi costringesse a letto, non era propriamente in stile Uchiha, ma oramai mi ero fottuto con quel pugno. La mattina dopo la missione incombeva su di me ma mi presentai comunque all'appuntamento al solito posto davanti all'Ichiraku, ci trovavamo sempre lì per facilitare le cose al baka: se non era lì o con Hinata c'era da preoccuparsi.
Sakura era là che mi aspettava puntuale con la solita divisa da missione e l'aria serena, si stava legando i capelli in una coda alta per contrastare il caldo quando la raggiunsi. Ci salutammo senza troppe smancerie come sempre e partimmo alla volta di Taki, io e lei ci trovavamo spesso d'accordo in missione sulla logistica e l'organizzazione: prima si partiva prima si tornava, niente soste inutili ne ritardatari, ma chiaramente dovevamo sempre combattere contro il baka.
Il viaggio fu decisamente breve, il villaggio della cascata non era troppo lontano e alla nostra velocità in poche ore raggiungemmo l'obiettivo.
Parlammo poco, lo stretto indispensabile, più che altro fu lei a parlare come sempre, ma non ci fu una vera e propria conversazione. Quando arrivammo ci separammo i compiti, io andai a ritirare i documenti per l'Hokage lei a consegnare quelli in nostro possesso, pallosissima missione di scambio, andammo anche a risquotere pacificamente dei debiti che il Takigakage aveva con il nostro villaggio e poi decidemmo di passare la notte presso il palazzo del kage e ripartire la mattina dopo.
Tornati a Konoha, subito dopo aver varcato le porte del villaggio Sakura si sciolse i capelli con un gesto che a me apparve fin troppo sensuale e si voltò verso di me. Qualsiasi cosa mi avesse detto in quel momento le avrei dato ragione, decisamente poco Uchiha, ma quella gonna corta, il giacchetto rosso aperto per non soffocare nel sole del primo pomeriggio e i capelli sciolti e scomposti sulle spalle. Li aveva fatti ricrescere, non erano lunghi e curati come quando era una bambina però le stavano bene ugualmente,  in fondo a me erano sempre piaciute le ragazze con i capelli lunghi.
-uff finalmente a casa, muoviamoci...portiamo tutto a Kakashi perchè dopo devo passare dall'ospedale!- mi disse sorridendo con le mani sui fianchi e la testa inclinata da un lato. Per un secondo rimasi impassibile a guardarla, buffa e solare tutto il contrario della kunoichi esperta e potente che correva accanto a me fino a pochi minuti prima, eppure era sempre lei: il medico, la ninja, la ragazzina buffa e vivace, la donna sensuale col vestito rosso.
-dammi il rotolo, vado io da Kakashi! tu va, devo parlare con lui...- le dissi con una mano ancora in tasca e l'altra allungata verso di lei. Si avrei tanto voluto che lei avesse interpretato quella mano in altra maniera ma era solo tesa per prendere il rotolo da portare all'Hokage, forse anche lei avrebbe voluto prendere la mia mano per altri motivi ma non accadde e rompendo il contatto visivo con me prese il rotolo dalla sua borsa e me lo consegnò.
In quel momento un tuono ruppe l'aria, alzammo gli occhi entrambi, stava arrivando un acquazzone notevole a giudicare dai nuvoloni grigi che incombevano su Konoha.
-sarà meglio sbrigarsi prima di bagnarci...- commentò Sakura sbuffando irritata, non aveva ancora superato il suo odio per le precipitazioni dalla missione di qualche settimana prima nel villaggio della pioggia, ne era uscita malissimo. Quel pensiero mi strappò quasi un sorriso, ma mi riportò anche alla mente la notte che avevamo dormito abbracciati nell'umidità che impregnava quei muri, così la mia reazione fu sempre la stessa incontrollata irritazione.
-mmh- fu l'unico suono di assenso che riuscii a produrre, la salutai con un cenno del capo e mi ficcai in tasca il rotolo sigillato che mi aveva consegnato.
Non ero rassegnato ne incazzato, non sapevo che cazzo mi stesse succedendo, mi sentivo in quella maniera dalla sera della festa, avrei voluto prenderla per le spalle e baciarla e trascinarla a casa mia, solo questo e non capivo come mai i miei ormoni fossero così incontrollabili davanti a lei. Avevo vissuto a stretto contatto anche con Karin ma le cose non erano andate così, non l'avevo desiderata in quel modo.
Ci separammo ognuno diretto da un capo opposto del villaggio, ma dopo pochi passi mi bloccai sentivo che qualcosa non andava: e mi voltai, lei era ancora lì stava frugando nella sua borsa chissà per quale motivo.
-Sakura...- la chiamai, ma la mia voce uscì particolarmente bassa e roca e la cosa non mi piacque affatto anche perchè non sapevo bene cosa dirle.
Lei alzò gli occhi e notai subito la sua espressione, stava sperando che io le dicessi tutto quello che aveva atteso per anni; ma fu proprio quello a bloccarmi non sapevo che dirle ne cosa volevo esattamente, così rinunciai, come Naruto aveva predetto stavo scappando!
-..niente- conclusi prima di voltarmi di nuovo con le mani ficcate in tasca, troppo lento per non notare la sua espressione afflitta subito mascherata da un sorriso cordiale: -oh..ok allora ci vediamo Sas'ke!-
Di nuovo ognuno per la sua strada.
Andai diretto da Kakashi e sbrigai tutte le faccende burocratiche prima di raggiungere il suo studio. Mi chiese della missione "a due" e di come andassero le cose a Taki, discorsi inutili e privi di consistenza, solo poco prima di uscire mi chiese una cosa che forse col senno di poi avrei dovuto rivalutare. Me lo aveva già domandato dopo l'esame da jonin e io avevo rifiutato, ma ora la mia prospettiva stava cambiando di nuovo.
-il tuo posto negli ambu è ancora vacante, hai ancora tempo due giorni per ripensarci!- lui sapeva e Naruto sapeva, non che gliel'avessi detto io, ma entrambi sostenevano di conoscermi abbastanza da notare un cambiamento. Qualcosa in Sakura mi attirava e avevo deciso di risolvere la faccenda (in qualsiasi modo) prima di decidere del mio futuro. Volevo liberarmi la testa da tutto quel rosa il prima possibile.
Non risposi a Kakashi, me ne andai e basta.
Fuori pioveva a dirotto, da tempo a Konoha non si vedeva un tempesta del genere. Dopo settimane di caldo asfissiante finalmente un cambiamento.
Corsi a casa mia, quella nuova, senza ricordi ne macchie di sangue indelebili sul pavimento. Quattro stanze in croce, perfette per chi vive solo e passa la maggior parte dell'anno fuori dal villaggio: non avevo foto ne nulla che parlasse di me lì dentro. Appartamento piccolo e insignificante all'ultimo piano di uno stabile vicino al quartier generale che però avevo imparato a chiamare casa, all'inizio Naruto mi aveva proposto una convivenza per ottimizzare l'affitto, ma avevo rifiutato con gli occhi fuori dalle orbite, avrei preferito non mangiare per un mese più che dividere casa mia con lui!
Solo in quell'umidissimo pomeriggio di luglio notai come quella casa fosse spoglia, le uniche cose veramente mie erano le armi, un paio di libri e una foto incorniciata di recente da Naruto scattata di Ino Yamanaka il giorno degli esami per diventare Jonin: il nuovo team 7. Nemmeno i pochi vestiti che possedevo parlavano di me o del mio passato, niente lì dentro mi ricordava Oto o l'hebi avevo cancellato tutto tornando a Konoha.
Lanciai il giubbotto su una sedia della cucina e mi levai tutti i vestiti bagnati gettandoli sul pavimento del bagno, entrai nella doccia e chiusi ogni canale con l'esterno.

Incessante e fastidioso.
Qualcuno stava bussando alla porta con insistenza. Mentre io stavo dormendo.
Provai di ignorarlo, ma funzionò solo per i primi venti secondi, poi la mia ira si riversò su chiunque mi stesse rompendo le palle.
Le opzioni non erano poi molte, non avevo molte persone che mi venissero a trovare a casa: Naruto era ammalato, Sakura all'ospedale, Shikamaru a Suna, c'era una remota possibilità che fosse Neji o Kiba (cosa che poteva portarlo a morte certa) o al massimo la vicina rompicoglioni che mi perseguitava col suo stupido gatto che finiva nel mio balcone.
Lasciai il letto stappando quasi il lenzuolo nel scostarlo ma non appena fui a un metro dalla porta il bussare cessò.
Il mio primo pensiero fu: "bene posso tornare a letto", poi però l'ira per lo sconosciuto disturbatore prevalse, dovevo sfogarmi su qualcosa che fosse picchiabile prima di tornare a dormire, così continuai il mio percorso e aprii la porta di slancio.
Lei era lì.
Bagnata da capo a piedi, con i capelli arruffati e il fiatone. Aveva una mano sul corrimano della scala e un piede già sui gradini, stava per andarsene e abbandonare l'impresa, ma ero giunto in tempo per bloccarla.
Ci fissammo un istante, io ero sorpreso: che cavolo ci faceva Sakura sul mio pianerottolo bagnata e affannata? magari Naruto era morto di influenza e lei era corsa a cercarmi? O magari Kakashi l'aveva mandata? Non le chiesi niente a voce, aggrottai solo le sopracciglia, era abbastanza sveglia per capire la mia tacita richiesta di informazioni.
-Sas'ke scusa...volevo solo...- non so come ma mi sembrava...imbarazzata!?! Eppure era abituata ai miei modi sgarbati e al mio sguardo fisso su di lei, non mi sembrava una situazione diversa dal solito: -ecco.. Naruto è guarito e ci ha invitati a cena!- disse accennando un sorriso di circostanza, mi sembrava fasulla però. Avevo come la sensazione che quella fosse una scusa, un ripiego dell'ultimo momento.
Alzai gli occhi al cielo ignorando quel presentimento, Naruto non era ancora morto affogato nel suo catarro...ma in compenso saremmo morti noi per la sua cucina. Bella consolazione. Aprii di più la porta per farla entrare ma lei si limitò ad avvicinarsi allo zerbino tutta grondante d'acqua.
-e ti sei inzuppata così solo per dirmi questo!?!- chiesi più ironico che sorpreso, ma anche a questo lei era abituata, di solito sapeva gestire il mio sarcasmo.
-no..ehm veramente no...-balbettò ancora più in imbarazzo: continuava a stirarsi l'orlo della giacchetta rossa che, tutta bagnata, le aderiva al corpo come una seconda pelle. Aveva ancora la sua tenuta da missione ma la cosa non mi stupì, l'ospedale era sempre la sua priorità e non c'era da meravigliarsi se non era ancora passata da casa a cambiarsi.
-...Sas'ke- mi chiamò poi si bloccò un istante trattenendo il fiato senza guardarmi negli occhi: -perchè hai colpito Sai?-
OhOh eravamo finalmente arrivati al momento delle spiegazioni, e lei continuava a non guardarmi negli occhi.
Un rumore sulle scale attirò la mia attenzione ricordandomi di tutte le pettegole che vivevano in quel condominio e del fatto che noi fossimo sul pianerottolo, così la guardai un momento e le afferrai l'avambraccio per trascinarla in casa, non mi andava che quella conversazione diventasse di dominio pubblico.
La avvicinai a me prima di chiudere la porta ma quel gesto fu frainteso.
Sakura poggiò le mani sul mio petto spaesata mentre io le stringevo il braccio e non appena i nostri sguardi si intrecciarono lei si spinse sulle punte dei piedi e mi baciò. Decisamente aveva frainteso.
Fu un bacio leggero, un semplice contatto tra le nostre labbra. Le sue morbide e fredde posate sulle mie con una dolcezza disarmante fecero crollare ogni mio proposito ogni mia difesa, ma il maledetto orgoglio Uchiha era una brutta gatta da pelare. Le afferrai entrambe le braccia con forza e la allontanai di poco da me, non avrei mai dovuto farlo perchè in quel momento lessi troppe cose nei suoi occhi.
Era confusa, dispiaciuta, imbarazzata e spaventata. E aveva quegli occhi verdi così puliti e sinceri che non riuscivi a non leggerle dentro.
Si riabbassò con la suola degli stivali piantata a terra e non riuscì più a sostenere il mio sguardo severo, chinò il capo leggermente per nascondere lo sguardo dietro alla frangetta. In quel momento non riuscivo a pensare coerentemente, l'unico particolare che raggiunse la mia mente fu la sua statura.Io superavo il metro e ottantacinque mentre lei stretta tra le mie braccia mi appariva piccolissima nel suo metro e settanta scarso, ed era così carina.Con in nastro rosso del coprifronte tutto scomposto tra i capelli arruffati e la gonna corta che gocciolava sul mio pavimento e sui miei piedi.
Fu un momento, un impulso una scarica che mi chiuse lo stomaco, irrazionale, e terribilmente poco Uchiha, ma la presi stretta e questa volta fui io a baciarla.
Un bacio vero intenso a cui non riuscì a sottrarsi.

Quella sera...quelle mani così contraddittorie, strette prima sullo stipite della porta poi intorno al mio polso forti e decise.
Poi in un attimo delicate sulla mia schiena e contro la mia pelle nuda.
Mani grandi bianche e poco curate, mani di un guerriero, dell'ex nukenin riabilitato, mani che si erano macchiate di sangue  più volte, ora sulla pelle nuda del mio ventre a esplorare il mio corpo sotto la maglia. Poi
Ci fu quell'attimo, dopo la passione che ci travolse in quel bacio ci guardammo un secondo increduli entrambi, con il cuore a mille e le mani fredde.
E cadde ogni esitazione insieme a noi sul pavimento del salotto.
La mia prima volta consumata sul parquet di un salotto spoglio e impolverato, con lui.
La contraddizione nei suoi gesti e nei miei respiri: le mani di lui esitanti in quel maldestro tentativo di spogliarmi, ma poi sicure sulla mia pelle e sulle mie cosce magre.
Facevamo pena come amanti: incerti, disattenti ai particolari, frettolosi e impacciati.
Era lampante come lui fosse ad un livello superiore al mio, ma non ebbi il coraggio di dirglielo. Se ne accorse da solo quando scivolò con la mano tra le mie gambe. In quel momento mi guardò in maniera strana, era contento e stupito e anche sospettoso. Non riuscii a sostenere il suo sguardo per molto arrossendo e concentrandomi su un punto indistinto tra i suoi pettorali.
Non sapevo come avrebbe potuto reagire ma tutto immaginava tranne quello che fece.
Si piegò sul mio collo baciandomi dietro all'orecchio poi scese con un scia di baci fino alla clavicola e con le labbra contro la mia pelle mormorò:
-non ti farò male, prometto..-
E in effetti fu così, provai una marea di sensazioni intense, ma il dolore non era tra queste.
Sasuke sorrideva impercettibilmente con gli occhi con le mani affondate nei miei capelli sulla nuca ed io ero serena.


Il pavimento era scomodo, faceva male alle ginocchia ed era bagnato di pioggia per colpa sua.
Ma non eravamo riusciti ad andare oltre.
Non ci fu amore, ne sesso quella sera, ne passione ne dolcezza, ne paura ne felicità, solo bruciante desiderio tra noi.
Finimmo a terra in salotto, a due metri dal divano e tre dalla camera da letto, al quarto bacio io ero senza maglia e stavo combattendo con la cerniera della sua giacca rossa.
Poi venne la gonna, gli stivali, i pantaloncini, la maglia a rete protettiva e il reggiseno. E finalmente la sua pelle.
Non riuscivo a pensare il mio cervello era rimasto due metri più indietro sul pianerottolo.
Le sue dita correvano sulla mia schiena, sul marchio soffermandosi con le unghie su tutte le cicatrici, correvano ansiose e inesperte accarezzando i muscoli con le gambe strette attorno alle mie.
Era fresca e sapeva di pioggia la sua pelle sulla mia lingua.
Poi scoprii la verità e il mio stomaco ebbe una contrazione di piacere: era vergine, mia solo e soltanto mia. Orgoglio Uchiha.
Non usammo precauzioni non ce ne fu il tempo, e il pensiero non mi lambì nemmeno.
Aveva paura Sakura, lo sentivo da come si stringeva a me ad ogni gemito, così le promisi che non le avrei fatto male. Esplorai il suo corpo con foga stringendole le cosce  e le mani sul seno piccolo e morbido, senza indugiare sulle sue cicatrici. Poi non riuscii più a resistere, doveva essere mia, non potevo più aspettare.
Le mani tra i suoi capelli e l'orecchio teso verso il suo respiro affannato. Ascoltavo le sue preghiere e i suoi gemiti, sorridendo della sua ingenuità.
In quel momento decisi di rifiutare la proposta di Kakashi.
Sakura mormorò il mio nome e da lì in poi i miei ricordi si offuscano in un mare verde come i prati della terra del Fuoco.




L'odore del mare, la sabbia. Accanto a me Shikamaru parlava di cose insensate e in lontananza Sakura camminava a piedi scalzi insieme a Naruto sul bagnasciuga. Gli alberi erano blu però e il mare di un rosso chiaro, quasi rosato.
Poi un rumore eterno, intruso.
Una donna sgridava suo figlio per qualche marachella, giù in strada. E mi resi conto che era mattina.
Aprii gli occhi e la luce bianca del sole attraverso le tende mi colpì. Forse era mattina inoltrata.
Mi voltai verso il comodino, erano le undici passate e dalla strada arrivava un vociare fastidioso, odiavo il rumore appena sveglio per questo goni sera chiudevo tende e finestre, mi sembrava strano che fossero aperte entrambe. Tornai alla sera prima con la mente per ricordare come mai non avevo chiuso la finestra. E tutto venne a galla.
Mi voltai istintivamente verso il peso che sentivo a livello del tronco e scoprii che non era stato un sogno ne un mio viaggio mentale, un braccio esile e pallido ciondolava inerte attorno al mio costato. Risalii fino alla spalla ma il resto era coperto da lenzuolo bianco come la sua pelle. Assonnato e con un lato intorpidito poggiai le mani sul materasso e mi issai a sedere con la schiena contro la spalliera del letto, mi sembrava di aver dormito dieci minuti ma i miei ricordi confermavano che eravamo lì almeno dalla sera precedente. Mi passai una mano sul viso stropicciandomi gli occhi, poi riportai l'attenzione sull'altro lato del letto: afferrai il lenzuolo tra due dita e lo tirai leggermente per scoprire il resto del corpo della donna accanto a me.
Sakura.
Dormiva con un braccio abbandonato ora sulle mie gambe e l'altro sotto al cuscino, la luce le illuminava le gambe fino all'ombelico, il resto rimaneva in ombra, solo i capelli rosa spiccavano contro il cuscino bianco. Quindi era vero, eravamo stati insieme la notte precedente?
Mi sembrava impossibile però la consapevolezza di ciò che era successo mi strappò un ghigno, Sasuke Uchiha non falliva nessuna missione.
Poteva essere il risveglio più rilassante e appagante della mia vita, se non fosse arrivata lei a rovinare tutto, con una parola.
-Naruto...- sbiascicò Sakura nel sonno.
 Non potevo crederci, aveva veramente chiamato il nostro migliore amico nel sonno? dopo essere stata con me!?! Altrochè noiosa e petulante era una grandissima stronza, non riuscivo a capacitarmi del fatto che stesse sognando lui quando parlò di nuovo con la voce impastata dal sonno.
-la cena da Naruto..Sas'ke ci siamo scordati...- ero allibito, la prima cosa che mi diceva il mattino dopo che si erano avverati tutti i suoi sogni da che era bambina era a proposito di una cena con Naruto, forse era peggio della prospettiva che lo stesse sognando...Alzai un sopracciglio incrociando le braccia contro il petto. Forse l'avevo sempre sopravvalutata.
Mugugnò ancora per qualche secondo, poi si decise ad aprire gli occhi e a incontrare la mia espressione truce, ridacchiò sotto i baffi e si stiracchiò il braccio che teneva sotto al cuscino, poi aspettando la mia risposta recuperò il lenzuolo che le avevo rubato e si coprì fino al seno. Sembrava incredibilmente serena e tranquilla, ignara di ciò tutti gli improperi che le stavano arrivando dalla mia mente.
Improvvisamente la sua espressione mutò e il colorito delle sue guance mi fece capire che aveva messo insieme tutti i pezzi e i ricordi della sera prima anche lei. Questa volta era il mio turno di ridere sotto i baffi: era nuda nel mio letto e si era appena ricordata di aver fatto sesso con me sul parquet del salotto. E in quel letto matrimoniale tutto disfatto.
-Sakura!- la chiamai con tono deciso e sicuro, e lei lentamente si voltò trovandomi seduto con le braccia e le gambe incrociate coperto solo dai boxer neri, arrossì ma si riprese subito e ancora avvolta nel lenzuolo gattono sul letto fino a sedersi sulle mie gambe. Si accomodò scoprendosi solo i polpacci a mi abbracciò affondando la faccia nel mio petto.
Rimasi spiazzato da quella vicinanza, alla luce del sole le cose sembrano tutte più reali e mi trovai imbarazzato anch'io. Lottai un istante con l'istinto di scacciarla dicendole che non ero il suo orsacchiotto, poi lentamente mi decisi a posare le mie mani sui suoi fianchi con attenzione. Mi sentivo parecchio idiota.
-oggi è sabato!?!- Sakura interruppe il silenzio per prima e fregando la guancia sulla mia spalla mi guardava il mento: -possiamo poltrire un altro po'...- mugugnò soddisfatta lasciando scivolare il lenzuolo che la copriva sul materasso.
-sono d'accordo..- asserii semplicemente io annusando l'odore dei suoi capelli.











Spazio Autrice:
Ma io vi aaaaaamo!
Quante recensioni che bello!!
Non deludetemi però stavolta EH ?!?!
Continuate a fare i bravi, pleaseeee
Beeene bene parliamo di questa nuova shot:
è il momento fatidico
Ed è suuuper SasuSaku
Mi avevate detto che via piacciono tanto così ho esaudito i vostri desideri!!
La parte centrale è forse un po' incasinata:
(quella in corsivo)
ma volevo mostrare tutti e due i punti di vista della cosa.
Forse una Sakura vergine non è poi così credibile a diciannove anni
però non vedetela come un'attesa di Sasuke,
solo un non aver trovato nessuno "degno"....
Bene passiamo ai ringraziamenti:
ringrazio Kri333, Juls18, SaphiraLearqueen e fede8701
mi fa piacere che apprezziate la fic e che la troviate dolce e tenera
o forse dovrei dire pucciosa...
Grazie a RBAA...hehehe la scena dell'abbraccio ammetto che è stata
un colpo da maestra, troppo carini SasuSaku..
Gabrychan volevo piangere: giuro!!
La tua recensione mi ha resa troppo felice
Hai capito tutti i miei crucci e i miei problemi... e poi
volevo che Sasuke apparisse proprio così,
quindi spero che tu abbia apprezzato questa ennesima pucciosata
Per quanto riguarda il linguaggio Piccola992, all'inizio l'avevo scritta
davvero come se parlasse un bambino,
ma rileggendola mi dava sui nervi,
così l'ho completamente riscritta cercando di tenere un livello basso,
come se fosse raccontata da un bambino un po' più grandicello!
E' stata una faticaccia..
Ora vi congedo un bacio a tutti Vale.



Prossimo capitolo: "Sharingan!"





  
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