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Autore: Chelibe    14/02/2017    5 recensioni
Facciamo un passo indietro, quando Harry firmava le ammiccanti fotografie di Allock nelle ore di punizione.
I lettori con una buona memoria ricorderanno come, quel 14 Febbraio, Ginevra Molly Weasley trovò il modo di farsi (rovinosamente) notare da lui e, accidenti!, dal resto della scuola.
[TRATTO DAL II LIBRO - LA CAMERA DEI SEGRETI]
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ginny Weasley, Harry Potter, Ron Weasley | Coppie: Harry/Ginny
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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Calderone pieno di forte amor bollente



Occhi verdi e lucenti di rospo in salamoia,
capelli neri e lucidi come di corvo in volo,
vorrei che fosse mio, quale divina gioia!
L'eroe che ha sgominato del Mago Oscuro il dolo.ˮ
 
Ginny sentì le gote incendiarsi.
Nel corridoio un gruppo di studenti attorniava Harry, imbarazzato, ed il nano travestito da Cupido che gli stava porgendo il suo San Valentino Musicale.
I ragazzi sorrisero, poi cominciarono a sghignazzare ed infine scoppiarono in una risata così chiassosa che Ginny avrebbe voluto staccarsi le orecchie con le mani.
Aveva ben undici anni, non era una stupida bambina! Come diavolo le era venuto in mente di scrivere al grandissimo Harry Potter, colui che era sopravvissuto all'Avada Kedavra del Signore Oscuro, “Occhi verdi e lucenti di rospo in salamoia”? E dire che mentre trascriveva le rime aveva pensato fosse proprio un bel verso!
Guardò Harry, talmente a disagio che per l'impaccio gli era scivolata la tracolla del borsone dalla spalla ed ora tutta l'inchiostro della boccetta si era riversato sui suoi libri finiti fuori dalla sacca.
Draco Malfoy, che mai si sarebbe perso una scena del genere, lanciò qualche perfida battuta tra gli schiamazzi. Ginny non lo ascoltò nemmeno, ma era quasi sicura che avesse fatto il suo nome. La ragazzina, che aveva gli occhi così bagnati da vedere sfocato, girò le spalle e scappò dagli studenti, correndo alla cieca.
Non erano passate molte ore, ma Ginny aveva già esaurito le lacrime.
Aveva la testa affondata nel cuscino e le guance rosse quasi quanto i capelli.
Il dormitorio femminile dei Grifondoro non le era mai sembrato così rincuorante. Si faceva cullare dal silenzio della sala vuota, dalle coperte del suo comodo letto, dalle ultime luci che l'accarezzavano prima di sparire.
«Ehi, Ginny. Posso entrare?».
Una voce familiare la fece sobbalzare dal giaciglio. Ecco suo fratello, il migliore amico della sua cotta, l'ultima persona che avrebbe voluto vedere! Ron.
«In realtà no» disse lei, scuotendo la testa «Non potresti».
Effettivamente, nessun uomo avrebbe potuto entrare nel dormitorio femminile: gli incantesimi glielo impedivano. Ron si guardò attorno, come se si aspettasse l'apparizione di una ragazza Grifondoro pronta a cacciarlo a calci nel didietro.
Restò quindi sull'uscio della porta e ricominciò a parlare: «So a cosa stai pensando...».
Ginny gli diede le spalle e si strofinò gli occhi stanchi «Come ha fatto Malfoy a capire che sono stata io? Come avete fatto a capirlo tutti?».
«Be', l'alternativa era Mirtilla Malcontenta».
«E tu come fai a conoscerla?».
Ron la zittì con la mano, improvvisamente evasivo: «Stavo dicendo... ehm, è stato... simpatico».
«Ronald...» bisbigliò lei, con la stessa espressione della loro mamma, Molly, quando si sentiva presa in giro.
«N-non fraintendermi. Riesco a capire quanto tu lo abbia trovato imbarazzante, figurati Harry. Ma stare qui in camera non ti aiuterà a dimenticare un bel niente».
«Mi basterebbe che lo dimenticasse il resto della scuola. Ci vorrebbe un bel Oblivion».
«Andiamo, Ginny! Sii realistica. Hai fatto una stupidaggine e ogni studente la ricorderà per i prossimi mesi. E allora? Vai avanti. Anzi, sei riuscita persino a dichiararti, seppur non direttamente. A me sarebbe mancato il coraggio».
«Sei innamorato di Harry?» gli chiese lei, con un mezzo sorrisetto furbo.
Ron levò gli occhi al cielo, trattenendo una risata «Parli dell'eroe che ha sgominato del Mago Oscuro il dolo? Oh, puoi tenertelo».
Ginny si voltò di nuovo verso di lui. Aveva le guance ancora rigate dalle vecchie lacrime e la criniera di capelli che le ricadeva in disordine sulle spalle.
«Comunque sia» disse, scendendo dal letto «Non riuscirò a guardare Harry negli occhi per un bel po'».
«È naturale. Pensa che lui non riuscirà più a guardare i suoi occhi allo specchio senza pensare ai rospi in salamoia».
«Tu non sai come consolare una ragazza, Ronald Weasley» rimbeccò Ginny, che però aveva l'aria più tranquilla. Si avvicinò al fratello e lo abbracciò, premendo la testa contro il suo petto.
«Non sporcarmi l'uniforme di moccio».
Per tutta risposta lei gli strofinò il nasino sul torace.
Dopo qualche secondo di silenzio, Ron sussurrò qualcosa.
«Che hai detto?» gli chiese Ginny.
«Nemmeno io avrò il coraggio di guardare Harry in faccia».
«Uhm? Perché?».
Lui si mordicchiò il labbro «
Prima ho pensato che per far dimenticare a qualcuno un originale San Valentino Musicale, basta comporne uno ancora più originale».
«Ron... Che vuoi dire?».
Le rose sono rosse,
Le viole sono blu,
la tua amicizia il cuor mi scosse,
rospetto del mio cuore sei tu”
- Ronald Bilius Weasley

 
Harry avrebbe voluto che una voragine l'avesse inghiottito sottoterra.
«Certo che tutti i Wealsey hanno un debole per te, Potter» disse sprezzante Draco, prima di unirsi alle risate degli altri alunni.
Persino la professore McGranitt nascondeva un sorriso dietro la mano.
Harry prese il San Valentino Musicale dallo stesso nano / Cupido di prima, che si congedò blaterando qualcosa a proposito del proprio stipendio.
Gli studenti intonarono la canzone romantica di Celestina Warbeck “Calderone pieno di forte amor bollente”, ondeggiando le braccia a ritmo di musica, come ad un concerto.
«Dieci punti a Grifondoro!» esclamò allegramente il preside Albus Silente, che sembrava aver bevuto molta Burrobirra alcolica.
«Ma perché non sono rimasto con Allock a firmare autografi?» rimpianse Harry, lo sguardo basso mentre s'incamminava verso Sala Comune.

 
   
 
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