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Autore: Padmini    20/02/2017    2 recensioni
Sono trascorsi diciannove anni dalla fine della guerra ... ma è davvero finita per tutti?
Dopo tutta la distruzione molti sono riusciti a rinascere dalle ceneri, altri sono rimasti ancorati al passato e, tra rabbia e risentimento, cercheranno di riportare le cose come un tempo, quando la paura regnava sovrana ed era legittimo odiare ...
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Una delle cose che la guerra aveva insegnato a Harry era che il pregiudizio era qualcosa di sbagliato, sempre, da qualsiasi parte provenisse.
Dopo la sconfitta definitiva di Tom Riddle tutti avevano reclamato un pezzetto dell'eroe, un po' della sua preziosa attenzione, un sorriso, un abbraccio, una pacca sulla spalla, anche solo uno sguardo, qualcosa che gli facesse sentire importanti e gli desse speranza per ripartire.
Lui aveva accolto tutti, non aveva potuto fare altrimenti, prigioniero di un ruolo che ormai gli stava stretto, perché nessuno sembrava aver capito che, prima di tutto, anche lui aveva bisogno di ricostruire la sua vita.
Tutti si avvicinavano a lui per chiedergli qualcosa … tutti tranne due persone.
Genere: Angst, Drammatico, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Draco Malfoy, Famiglia Malfoy, Famiglia Potter, Famiglia Weasley, Harry Potter | Coppie: Draco/Astoria, Harry/Ginny, Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Nuova generazione
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Grifone e Serpente'
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Ciao a tutti!

Sono tornata subito con una nuova storia e vi consiglio di tenere d'occhio l'account “Consulting Ravenclaw” perché presto arriveranno belle sorprese anche da lì, infatti pubblicherò una nuova fanfiction con Tovie, su James Sirius e un mio personaggio originale … perciò andate a leggerla! :D

Nel frattempo non potevo stare con le mani in mano e ho deciso di pubblicare anche questa. Ho pensato di ripartire dai famosi diciannove anni dopo e raccontare delle vicende nuove, senza tener conto degli avvenimenti del seguito “La maledizione dell'erede”. Si tratta di un giallo, un nuovo mistero per Harry e … stavolta un amico che dovrà aiutare e che lo aiuterà a scoprire la verità.

Spero che vi piaccia!!

Buona lettura

Mini

 

 

 

 

Partenze e nuovi arrivi

 

 

 

Una delle cose che la guerra aveva insegnato a Harry era che il pregiudizio era qualcosa di sbagliato, sempre, da qualsiasi parte provenisse.

Dopo la sconfitta definitiva di Tom Riddle tutti avevano reclamato un pezzetto dell'eroe, un po' della sua preziosa attenzione, un sorriso, un abbraccio, una pacca sulla spalla, anche solo uno sguardo, qualcosa che gli facesse sentire importanti e gli desse speranza per ripartire.

Lui aveva accolto tutti, non aveva potuto fare altrimenti, prigioniero di un ruolo che ormai gli stava stretto, perché nessuno sembrava aver capito che, prima di tutto, anche lui aveva bisogno di ricostruire la sua vita.

Tutti si avvicinavano a lui per chiedergli qualcosa … tutti tranne due persone.

Una di queste era Ginny.

La piccola ormai non tanto più piccola di casa Weasley aveva perso, come lui, molte cose in quella battaglia, ma esattamente come lui non aveva permesso a quei vuoti di farla crollare. Lei era l'unica persona a cui sentiva di voler dare qualcosa senza che questo gli venisse chiesto, l'unica che a sua volta non gli avrebbe mai chiesto nulla ma gli avrebbe dato tutto quello di cui aveva bisogno.

Non erano state necessarie parole inutili o stupide dichiarazioni. Ginny si era semplicemente presentata a Grimmauld Place, dove Harry soggiornava in quel periodo, e lo aveva abbracciato. Un abbraccio era stato sufficiente a colmare il silenzio che li aveva divisi fino a quel momento, i loro cuori, vicini finalmente, avevano battuto all'unisono, facendo capire ad entrambi che niente e nessuno avrebbe più potuto separarli.

Con la fine del terrore, dopo il giusto periodo di lutto per celebrare e onorare i caduti, era dunque arrivato anche il momento della gioia e dell'impegno per far rinascere, dalle ceneri di quell'orrore, una vita nuova per tutti.

Harry non aveva frequentato l'ultimo anno a Hogwarts, ma si era ugualmente iscritto all'accademia per Auror, per poi diplomarsi a pieni voti. Abbandonata la casa di Grimmauld Place, ormai diventata monumento storico, e ottenuta una stabilità economica e lavorativa, aveva deciso di fare il grande passo. Dopo aver comprato una casa a Gordic's Hollow, non troppo distante da quella dove aveva vissuto con i suoi genitori, e dopo una romantica proposta di matrimonio di fronte a tutta la famiglia Weasley, aveva sposato Ginny. Anche Ron si era finalmente dichiarato ufficialmente a Hermione e insieme erano andati a vivere in una collina vicina a quella dove sorgeva la Tana.

 

Erano trascorsi dodici anni da quando i signori Potter avevano varcato la soglia della loro casa stringendo tra le braccia il piccolo James Sirius appena nato, ma erano successe molte cose, così tante e così strane che nemmeno lui se le sarebbe aspettate.

Quella mattina Harry si sentiva felice e spensierato, una sensazione che aveva imparato ad accogliere come abituale. Ovviamente la sua vita non era priva di quei piccoli drammi che danno un po' di sale a giornate altrimenti noiose. Come capo del dipartimento Auror e soprattutto come padre di tre figli che avevano ereditato la follia dei Malandrini e la giocosità dei Weasley, non poteva aspettarsi niente di meno. Anche quella mattina, infatti, si era trovato a dover gestire i caratteri diametralmente opposti dei maggiori.

“Secondo me finirai in Serpeverde!” disse James, lanciando al fratello un'occhiata trionfante “Sarai una serp-”

“Non è vero!” protestò Albus, seccato, con le braccia incrociate al petto.

“Invece sì! Invece sì! Sarai una serpe strisciante!!” ribatté lui.

Albus, rosso in viso, spinse con più foga il suo carrello per allontanarsi dal fratello.

“Basta così James.” lo rimproverò Harry, voltandosi verso i due mentre raggiungevano con i loro carrelli la barriera tra i binari nove e dieci “Smettila di spaventare tuo fratello. Essere un Serpeverde non è un insulto o qualcosa di cui vergognarsi. Chi conosci bene, ti è simpatico ... ed è Serpeverde?”

James non rispose ma distolse lo sguardo e questo bastò a Harry per capire che si era pentito di quello che aveva detto. Lo vide raggiungere Albus e parlottare con lui per qualche istante e da come il minore si voltò e gli sorrise, capì che avevano fatto pace.

“Papà! Papà! Io voglio diventare Serpeverde!” gridò Lily, aggrappandosi disperatamente al suo braccio.

“Va benissimo” le rispose lui “Tra due anni però!” concluse, scoppiando a ridere.
“No!” protestò lei “Voglio andarci ora!!”

Ginny le si avvicinò e le sussurrò qualcosa che Harry non sentì, distratto dal comportamento di Albus. Mentre James aveva già attraversato la barriera, lui era ancora lì davanti, immobile.

Lo raggiunsero e, mentre Ginny arrivava al binario con Lily, lui restò indietro con Albus.

“Hai così tanta paura di diventare un Serpeverde?” gli chiese.

“No … sì ...” rispose Albus dopo un breve sospiro “Se diventerò Serpeverde zio Ron non mi vorrà più vedere e zio George ...”

“Non ti devi preoccupare di loro” lo rassicurò il padre “Se dovessero farti qualche problema, ci penserò io a tenerli buoni. Inoltre nella casa Serpeverde ci sarà quasi sicuramente Scorpius. Mi sembra un'ottima ragione per entrarci.”

“Sì … ma ...”

“Albus Severus Potter” lo chiamò Harry, scandendo ogni suo nome “Porti il nome di due presidi di Hogwarts e uno di loro era un Serpeverde e senza dubbio l'uomo più coraggioso che abbia avuto l'onore di incontrare.”

Albus si girò verso il padre e vide che il suo sguardo era sincero.

“Davvero?” chiese ugualmente.

“Davvero.” confermò Harry “Ma se davvero vuoi essere un Grifondoro, puoi chiederlo al Cappello Parlante, lui tiene conto della tua scelta … con me l'ha fatto.” concluse, vedendo che il figlio lo guardava dubbioso. Sembrò riflettere su quelle parole e infine, rassicurato, sorrise.

“Insieme?” gli chiese Harry, guardando la barriera.

Albsu si limitò a sorridergli e ad annuire e così, spingendo il carrello, oltrepassarono i mattoni per arrivare al binario nove e tre quarti.

Una volta arrivarono videro Ginny e Lily, in piedi accanto a Hermione, Ron, Rose e Hugo.

“James è già salito sul treno” gli comunicò Ginny, indicando il ragazzo che aveva già preso posto in uno scompartimento con i suoi amici.

“Ciao Harry!” lo salutò Hermione, andandogli incontro per abbracciarlo.

“Ciao Hermione, siete emozionati, eh?” le chiese, vedendo dal suo viso che stava trattenendo le lacrime.

“Be', è pur sempre la prima volta che vediamo nostra figlia partire per Hogwarts!” disse Ron, salutandolo con una pacca sulla spalla.

“Posso capire cosa provate” rispose Harry, ripensando all'anno precedente, quando aveva salutato un James ancor più spaventato di Albsu all'idea di finire nella casa sbagliata. Poco distante da loro, davanti al treno, c'era un'altra famiglia. Riconobbero subito Draco, con Astoria e il piccolo Scorpius. Harry gli sorrise e lui ricambiò il saluto.

“Hai visto chi c'è?” chiese Ron, dandogli una gomitata, per poi rivolgersi alla figlia “Mi raccomando, Rose” iniziò Ron, parlandole seriamente “Non fare amicizia con i Serpeverde, non parlare con il figlio di Malfoy e soprattutto battilo in tutte le materie, sono stato chiaro? Per fortuna hai ereditato l'intelligenza di tua madre! … e non osare non diventare una Grifondoro o ti diseredo!”

Tutti risero a quella che sembrava una battuta, ma Harry sentì Albus irrigidirsi accanto a lui. Il discorso di Ron aveva fatto riemergere le sue paure più profonde. Mentre Rose, salutata la madre e il padre si apprestava a salire a bordo del treno, Harry si avvicinò al figlio e gli sussurrò all'orecchio.

“Non ascoltare zio Ron, sono tutte stupidaggini. Tu pensa solo a stare tranquillo e a non metterti nei guai. Va bene?”

Albus si voltò e lo abbracciò di slancio.

“Grazie papà!”

Harry lo baciò sulla testa e sciolse l'abbraccio per aiutarlo a caricare il baule sul treno.

“Ci vediamo a Natale!” gridò Albus, affacciandosi per poterli salutare un'ultima volta “Scrivetemi!”

La porta si chiuse e mentre il treno cominciava a muoversi tutti i ragazzi continuarono a salutare i genitori, alcuni dei quali restarono con le braccia sollevate fino a quando non videro sparire anche l'ultimo sbuffo di fumo.

Fu allora che Draco, accompagnato da Astoria, si avvicinò a Harry.

“Hey, Harry!” lo salutò allegramente.

“Draco! Speravo proprio di trovarti qui! Ciao Astoria.”

“Astoria!” esclamò Ginny.

“Ciao Harry! Ginny! Ti vedo in gran forma!”

“Zia Astoria!” gridò Lily, andandole incontro per salutarla “Quando vieni a trovarci?”

Astoria prese in braccio la piccola per poterla coccolare.

“Presto spero.” rispose lei, facendole il solletico per farla ridere.

“Davvero mi aspettavi, Sfregiato?” chiese Draco a Harry, fingendosi ostile.
“Sì, Furetto” ripose lui, senza trattenere una risata “Ti ho portato un nuovo libro, sempre che tu sia riuscito a finire quello che ti avevo prestato ...”

“Oh! Sì!”

Il biondo tese la mano verso Astoria, la quale, posata Lily a terra, tirò fuori il volume dalla borsetta.

“Simpatico quel Dorian Gray” disse, restituendogli il libro “Peccato che alla fine gli sia andata male. È stato sciocco, avrebbe potuto cavarsela senza problemi, invece si è fatto fregare!”

Harry scoppiò a ridere.

“Non hai capito niente di quello che hai letto, eh?” gli chiese per provocarlo “Magari con questo avrai più fortuna!”

Gli pose un altro libro, più grosso, che Draco afferrò dubbioso. Lo soppesò, impressionato dalla mole.

“Un bel mattone, eh?” disse “Guida galattica per gli autostoppisti … Trilogia in cinque parti? Cosa vorrebbe dire? Chi l'ha scritto era ubriaco?”

“È intenzionale … e tutto il libro è abbastanza assurdo, ma devi leggerlo. Ti piacerà.”

“Be' … fin'ora mi hai consigliato bene … Mi fido, in fondo sembra interessante. Grazie.”

“Figurati. Avevamo intenzione di andare a mangiare fuori per pranzo. Venite con noi?” annunciò Harry, abbracciando la figlia che, stanca di quel viaggio e annoiata, si era appoggiata a lui.

Tutta la conversazione fu ascoltata da Hermione e Ron, che li fissavano con la bocca spalancata per lo stupore.
“Harry …” iniziò Ron, afferrandolo per una spalla e scuotendo forte “Di cosa state parlando?”

Harry si voltò e gli sorrise.

“Di libri, mi sembra ovvio.” rispose lui, mostrando la copia de Il ritratto di Dorian Gray che Draco gli aveva restituito.

“ … e del pranzo.” aggiunse Ginny ridendo.

“Ho letto quel libro.” disse Hermione, leggermente a disagio ma intenzionata a unirsi alla conversazione “Molti anni fa.” aggiunse, guardando Draco “Strano che uno come te voglia leggere certe cose ...”

Il biondo si strinse nelle spalle.
“Voglio farmi una cultura sui babbani” disse semplicemente “Harry mi sta aiutando e un po' alla volta riuscirò perfino a vedere uno di quei … come si chiamano?”

“Film” lo aiutò Harry “Vedrai, ti piaceranno.”

Ron non gli permise quasi di terminare la frase e lo trascinò lontano.

“Harry, sai che ti voglio bene, sei mio amico e anche mio cognato … ma cosa stai combinando con Malfoy?!”

Harry lanciò un'occhiata a Draco, che ricambiò lo sguardo e continuò a parlare con Ginny ed Hermione.
“Siamo diventati amici” rispose Harry, come se fosse la cosa più normale del mondo “Questo ti crea problemi?”

“Me lo domandi? È ovvio che mi crea problemi! Lui è un Malfoy! Un ex Mangiamorte! Un nemico!”

Harry prese un profondo respiro ed espirò, sbuffando.

“Ron, la guerra contro Voldemort e i Mangiamorte mi ha insegnato molte cose e forse la più importante è che i pregiudizi sono il male, non le persone. Draco non è mai stato davvero un Mangiamorte, lui ...”

“Ha il marchio nero!” protestò Ron, guardandolo con disprezzo “Ha cercato di uccidere Silente! Era dalla parte di tu-sai-chi!”

Un altro sbuffo, Harry odiava essere interrotto e disprezzava chi usava quel modo per chiamare Tom Riddle.

“Non sai nulla di lui, perciò non giudicarlo in base alle apparenze. Io l'ho fatto anni fa e ho giudicato altre persone in base a ciò che mostravano superficialmente e me ne sono pentito. Piton poteva sembrare un traditore e si è rivelato un uomo coraggioso e fedele, non a caso ho dato a mio figlio il suo nome.”

“Cosa che continuo a disapprovare ...” mormorò Ron, incrociando le braccia al petto.
“Come se avessi bisogno del tuo permesso!” esclamò Harry, che ormai stava perdendo la pazienza “In ogni caso stavo parlando di Draco. Lui ha avuto la sfortuna di nascere in una famiglia che non gli ha dato scampo. Non ha avuto scelta, era solo, spaventato ed è stato vittima delle circostanze, tanto quanto lo sono stato io.”

“Ma ...” cercò di ribattere Ron, rosso in viso per la rabbia.

“Non mi interessa cosa pensi, Ron. Sei sempre stato pieno di pregiudizi e rabbia. Io ho deciso di lasciar perdere il rancore e di andare avanti, per essere felice. Dovresti farlo anche tu.”

“Tu non hai perso nessuno in questa guerra!” protestò lui “Io ho perso mio fratello!” continuò, quasi accusandolo della morte di Fred.

“Ah sì?” chiese Harry, stringendo i pugni per l'ira. Gli sembrò di essere tornato indietro nel tempo, a quel giorno nella tenda, quando Ron gli aveva sputato addosso tutto quel veleno prima di fuggire.

“Fred era come un fratello per me. Tu lo sei, lo è George, così come lo sono Percy, Bill e Charlie. Quel giorno ho perso lui, Tonks, Remus e tutti gli studenti che si sono battuti per difendere chi amavano. Tutti hanno perso qualcosa, ma abbiamo anche guadagnato la pace … e forse dovresti imparare a viverla appieno invece di continuare a crogiolarti nel dolore e nel rancore!”

Non gli diede il tempo di ribattere, tornò da Ginny, le sorrise e, presa in braccio Lily, si rivolse a Draco e Astoria.

“Andiamo a mangiare?” chiese, riuscendo a malapena a celare la fretta che aveva di andare via di lì, lontano da Ron.

“Certo.” rispose Draco “Dove?”

“C'è un ristorante italiano di fronte a Leicester Square Garden. Lì a fianco c'è anche il cinema Odeon e forse potreste rompere il ghiaccio e guardarvi un film con noi, che ne dite?”

Draco e Astoria si guardarono e annuirono.

“Certo, per noi va bene ...” rispose Draco “Granger, venite anche voi tre?” chiese, rivolgendosi a lei.

Hermione era a disagio. Da una parte avrebbe voluto andare con loro, le piaceva l'atmosfera d'amicizia che Harry aveva creato con Draco e Astoria, ma Ron non sembrava della stessa idea. Lo cercò con lo sguardo nella direzione verso la quale si era allontanato con Harry e vide che era sparito.

“Verrei volentieri, ma ...” iniziò, arrossendo, facendogli capire che sarebbe stato meglio per lei seguire il marito.

“Capisco ...” mormorò Harry “Non ti preoccupare, ci saranno altre occasioni.”

Si sentiva in colpa per averla messa in quella situazione, ma non era stato intenzionale. Vedere Draco e parlare con lui era stato più che naturale dal momento che erano diventati buoni amici. Avrebbe dovuto parlare a Ron di quella nuova amicizia molto tempo prima, quando era nata, ma dal momento che ogni volta che cercava di introdurre l'argomento Malfoy lui sembrava chiudersi a riccio, aveva rinunciato, preferendo godersela senza dover spiegare niente a nessuno o, peggio giustificarsi per la sua scelta.

“Ciao zia Mione!” gridò saltellando Lily “Ciao Hugo!”

Hermione salutò tutti con un sorriso e si avviò a passo rapido verso l'uscita, tenendo il piccolo Hugo per la mano.

Harry tornò a guardare Draco e Astoria, che ricambiarono il suo sguardo con leggero disagio.
“Va tutto bene? Ron sembrava … arrabbiato …”iniziò Draco “Posso immaginare che non abbia preso bene la nostra amicizia.”

“No, infatti.” confermò Harry, scuotendo la testa “È sempre stato pieno di rancore.”

Per un istante ripensò a come aveva reagito entrando in contatto con l'Horcrux, a quali sentimenti l'anima di Voldemort gli aveva tirato fuori. Erano amplificati e inquinati dalla malvagità del medaglione, era vero, ma ciò non toglieva che erano pensieri che già esistevano nella sua mente. Il senso di inferiorità, il rancore, l'invidia … facevano già parte di lui, e ora stavano tornando fuori.

“Lascialo perdere, va bene?” lo pregò Harry “Non voglio che le sue idiozie ci rovinino la giornata. Ha già detto un sacco di stupidaggini a sua figlia e ha spaventato Albus con le sue teorie da puro Grifondoro ...” disse, non riuscendo a nascondere il disgusto per quei pensieri “Piuttosto, andiamo a mangiare?” chiese infine, sorridendo.

“Direi che è un'ottima idea!” esclamò Ginny, prendendo a braccetto Astoria “Vedrai, quel ristorante è speciale! Mi pregherai di portartici almeno una volta al mese!”

Le due donne risero e si incamminarono, seguite dai mariti. Harry, camminando al fianco di Draco, non poté fare a meno di sorridere, ripensando a cosa era successo qualche anno prima.

Tra tutte le persone che si recavano da lui, solo due non lo avevano avvicinato per domandargli qualcosa ma per donarglielo …

Una di queste era Ginny.

L'altra era Draco.

   
 
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