Scritta anche questa in un
momento di tristezza. Spero vi piaccia. Per domande, chiarimenti o per dirmi che fa schifo, scrivetemi una recensinuccia
piccina picciò. Grazie mille!
I’ll Come Back
“Let me go home
I’m just too far
From where you are
I wanna coming home”
(Micheal Buble – Home)
La scopa sfreccia silenziosa
in quella fresca aria mattutina e i capelli neri di un giovane danzano delicatamente
sulla sua fronte. Ora alzandosi, ora abbassandosi secondo la direzione del
mutevole vento, scoprono ad intervalli irregolari, una cicatrice a forma di
saetta. Gli occhi verdi sono fissi in un punto dinanzi a lui: l’orizzonte
Sono quasi arrivato.
Mancheranno una decina di minuti e poi arriverò alla base. Questa
sarà adesso la mia nuova casa. Bè, non
sarà certo come la mia vera casa, quella in cui ho
vissuto gli ultimi due splendidi anni, ma cercherò di arrangiarmi,
dopotutto non sarà così male. Incontrerò di nuovo tutti i
miei compagni e al loro fianco combatterò la battaglia che ho aspettato
e desiderato tutta la vita: quella contro di te Voldemort.
Sì, oso pronunciare il tuo nome, te ne meravigli forse? Tu per me non
sei un grande mago, né uno spaventoso signore
oscuro: sei solo un assassino! Tu hai ucciso i miei genitori, tu mi hai privato
di una vera casa, tu mi hai costretto a vivere per 10 anni
tra disdegno indifferenza e mancanza d’affetto, tu mi hai reso la
vita difficile…tu mi hai allontanato da…da lei…
Quando ho ricevuto la lettera
di arruolamento, ho provato un senso di soddisfazione.
Finalmente tutto l’odio che nutro per te sarebbe potuto diventare
un’arma tra le mie mani. Da quanto aspettavo questo
momento. Quante volte ho sognato il momento in cui
avrei ricevuto quella lettera. Sarei corso in quello stesso istante
sulla prima scopa disponibile e mi sarei subito messo in viaggio per il campo, ma invece non è accaduto nulla di simile. Perché? Non mi sono bloccato certo per timore, per paura
o per disorientamento, ma mi sono bloccato per te, angelo mio. La mia vita
è sempre stata un po’ isolata e tu lo sai. Forse
perché gli altri non capivano cosa fossero stati i primi 11 anni della
mia vita, forse perché non capivano quanti orrori avessi vissuto e
quanto dolore c’era dietro al nome Harry Potter.
Chi è davvero Harry Potter? Non lo sanno in
molti. Quanto dolore ha nell’anima? Non lo sa nessuno. Chi lo capisce
veramente? Tu, amore mio. Come potevo dirti con aria
allegra e col sorriso sulle labbra:
<Sai,
sono stato reclutato per la battaglia finale contro Voldemort.
E’ da tutta la vita che aspetto di morire o vivere per questo. Ma stai tranquilla, tornerò perché io sono il
bambino sopravvissuto>.
Sarei stato crudele e ti
avrei causato del male che non ti meriti né ora né mai. Non
potevo mostrarmi soddisfatto di quella notizia, anche se in verità lo
ero, non sarebbe stato giusto nei tuoi confronti
calpestare il tuo amore, non sarebbe stato giusto calpestare il nostro
amore…
Recitare. Quello avrei dovuto fare. Era spregevole, lo so, ma era
l’unica soluzione, amore mio. Per un attimo mi sei
anche sembrata un ostacolo per la mia vendetta, quella vendetta che
dovevo compiere per me, per i miei genitori e per le persone che ho amato.
Sì, avevo deciso. Avrei recitato per nascondere i miei sentimenti. Ti ho aspettato in cucina per tutto il pomeriggio finchè
non ho sentito il rumore dei tuoi passi scricchiolare sulla ghiaia del
vialetto. Mi sono nascosto in salotto e ho aspettato. Mi sentivo un verme: avrei
dovuto parlartene la settimana scorsa, quando ho ricevuto la comunicazione.
Avrei dovuto dirti la verità e di quanto sia
stato importante questo momento della mia vita. Ma non ce
l’ho fatta e mi sono tenuto tutto dentro comportandomi come se
nulla fosse successo. Che razza di idiota! Ma avrei potuto farti soffrire e questo è
l’ultima cosa che voglio.
Fisso un punto del prato in giardino.
Tu entri e mi fai ritornare alla realtà con la tua armoniosa voce.
La stessa voce che ha pronunciato innumerevoli volte “ti amo”, la
stessa che davanti ad un prete ha detto “sì, lo voglio”. Mi
sono voltato, ma sarebbe meglio per me che non lo
avessi mai fatto. Mi è bastato un attimo per analizzare ogni particolare
del tuo aspetto: eufonici ricci castani ti incorniciano
il viso e gli occhi color nocciola, la pelle bianca, le labbra perfette…
Ad un tratto mi è passata ogni voglia di combattere contro un nemico che
mi perseguita dalla nascita, non volevo più andare via da quel paradiso
dove ogni giorno mi accoglie un angelo bello come te. Istintivamente prendo la
lettera dalla tasca, voglio farla in mille pezzi e dirti
che starò per sempre con te perché solo guardandoti ho capito che
quello che voglio è l’amore e non l’odio feroce.
Ma tu interpreti male quel mio gesto e prendi la lettera
dalle mie mani iniziando a leggerla. Un segno del destino? Il destino ha deciso
che DEVO combattere questa guerra contro me stesso e
contro Voldemort? E’ questo quello
che devo fare? Bene, allora lo farò. Mi siedo rassegnato sul divano. Mi
è tornata la voglia di andare ad ammazzare quel essere immondo.
Sì lo farò, non posso cambiare idea proprio adesso, non posso fermarmi adesso che sono così vicino.
Perdonami, amore mio, ma per la seconda volta mi sono dimenticato di te e il
mio rancore ti ha del tutto eclissata.
Sei scoppiata a piangere. No,
non voglio che tu pianga, non voglio che tu stia male
per colpa mia. Mi abbracci, mi stringi, mi supplichi
di non andare, piangi ancora più forte. Mi sento del tutto impotente
davanti al tuo dolore. Come posso spiegarti quello che
provo? Dovrei incolparti? Dovrei dirti che è
solo colpa tua se adesso stai soffrendo perché hai sposato un uomo che
sapevi ti avrebbe lasciato per andare a combattere?
Era abbastanza ovvio che un
giorno sarei dovuto andare, non trovi? Perdonami,
amore mio se adesso penso queste cose. Ti chiedo di perdonarmi se addosso la colpa del dolore che stai provando a te, ma non
penso di poter sopportare questa responsabilità da solo. Tu, Hermione Granger, stai soffrendo
a causa mia, per colpa mia, del mio egoismo e della
mia sete di vendetta. Potrai mai perdonarmi?
Ad un tratto ti sei calmata e
ti sei addormentata sul mio petto. E’stato
allora che le lacrime sono comparse sul mio di volto. Calde lacrime hanno
rigato le mie guance e qualcuna ti ha anche bagnato qualche ciocca di capelli,
mi dispiace. Ti stringo a me e ti parlo. Ti dico tutto ciò che penso, la
mia voglia di andare a farla pagare a quel bastardo che ha rovinato la vita a
me e ai miei cari. Ti dico tutti i miei pensieri, la mia idea di recitare, come
essa sia fallita quando mi sono tuffato nei tuoi
occhi, l’angoscia che provo quando penso a quanto ti farò stare
male, il mio sfrenato egoismo…Mi perdonerai se non sono riuscito a dirti
queste cose? Lo farai, mio angelo del paradiso, mio
astro, mia stella del mattino?
La notte non riuscivo a dormirti accanto, mi sentivo troppo in colpa per
non averti rivelato tutto, per aver aperto la mia anima alla carezza del tuo
cuore. I’m sorry. I’m so sorry…
La mattina ti porto la
colazione a letto. So che di certo non ti ridarà la gioia che ti ho
tolto né sanerà le ferite che ti ho provocato, ma ci tenevo a farlo.
Mi accompagni
fuori casa, non proferiamo parola. Il muro che ci separa è netto,
ma io voglio abbatterlo. Salgo sulla scopa e ripenso a tutto ciò che
è avvenuto nelle ultime ore. Decido di pensare anche al futuro e
considero anche un’idea a cui non mi ero mai avvicinato:
morire e non rivederti mai più. Perché
non avevo ancora considerato questa possibilità? Mi fermo. Devo fare
qualcosa, qualcosa che valga più di mille
parole e più di cento spiegazioni. Lascio cadere la scopa e corro verso
di te. Ci abbracciamo e iniziamo a piangere a dirotto entrambi. Finalmente sono
riuscita ad esternare il mio dispiacere per averti fatto soffrire, per il dolore,
il rammarico, la sofferenza e l’odio che non sono mai riuscito a
comunicarti. Prima di baciarmi mi fissi e sembri aver
capito tutto il significato del mio gesto. E’ per
questo che ti amo tanto.
Sotto di me c’è
la base MK8, quella in cui starò per pochi
giorni prima dello scontro .E tu sarai il mio unico pensiero durante questo
periodo. L’immagine del tuo volto mi accompagnerà sempre come un
angelo custode. Il tuo pensiero sarà sempre rivolto a te e ti manderò ogni istante il mio amore anche se siamo
lontani. Tornerò, amore mio, tornerò a
casa, tornerò da te.
Scendo dalla scopa e i miei
piedi toccano la terra. Guardo il cielo e ti dico:
“I
promise…”
Ringrazio
immensamente:
Donnasole
marco
emma
Merewen
Samy
Paddy