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Autore: Cloe87    22/02/2017    2 recensioni
«Tu cosa ne pensi?» domandò sottovoce Eaco, osservando di sottecchi la neo Regina degli Inferi che sfoggiava una maglietta rosa confetto, con sopra stampato il segno della pace, mentre dava le ultime disposizioni a Radamante, a cui era stato affidato l’incarico di ripulire l’Europa e l’Africa dall’ondata di zombie.
«Che ha un bel culo»
«Sto parlando seriamente, Minosse!»
«Anche io!»
«Ehi, voi due, invece di stare lì a guardarmi il fondoschiena, che ne direste di darvi una mossa? I morti non ci tornano da soli nell’Ade!» la voce della diretta interessata li fece sobbalzare.
«Sì, signora. Subito signora!» si ritrovarono quindi a dire i due Giganti, presi in castagna, per poi affrettarsi a darsi da fare.
«Dannazione! Che sia telepate?» sfuggì di conseguenza ad Eaco, preoccupato per la figura barbina in cui era appena incappato, mentre sbraitava ordini a destra e a manca ai suoi sottoposti.
«E cosa vuoi che ne sappia io! Fino a ieri nemmeno sapevo che Ade avesse una figlia!» gli rispose di conseguenza Minosse, con un’alzata di spalle.
Genere: Comico, Guerra, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gemini Kanon, Nuovo Personaggio, Un po' tutti, Wyvern Rhadamanthys
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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I QUATTRO DELL’AVE MARIA.

(PARTE 3)


“Oggi è proprio una bella giornata!” pensò Chrysanthe stiracchiandosi al sole, su una delle panchine dell’area verde antistante l’Università. Il cielo era infatti sereno e la temperatura mite. In più l’esame orale di finanza internazionale era andato a meraviglia. Quindi cosa si poteva desiderare di più?

Eppure, nonostante stesse andando tutto liscio, Chrys, non riusciva a fare a meno di sentire una strana morsa infondo allo stomaco; come se ci fosse qualcosa di stonato in quella giornata così piacevole… qualcosa d’importante che doveva fare, ma che non riusciva a ricordare…

I pensieri della Regina degli Inferi vennero però presto dissipati dall’arrivo di sue due compagne di corso:

«Ciao Lucy! Stiamo organizzando un party per questo fine settimana, ci sarai vero?» le disse la bionda, mentre la mora gli porgeva un invito.

«Perché no? D'altronde non si rifiuta mai un invito ad una festa!» rispose quindi Chrys, facendo l’occhiolino alle amiche.

«Ci avremmo scommesso!» ridacchiarono le sue due compagne, per poi ammutolirsi nello scorgere la figura di un ragazzo venire nella loro direzione:

«Ma quello non è John? Il capitano della squadra di basket?» domandò eccitata la bionda.

«Sì e lui! E sta puntando dritto verso di noi! I capelli sono a posto vero?» intervenne la bruna, cercando di rassettarsi la chioma.

«Salve ragazze, tutto bene?» domandò il ragazzo non appena ebbe raggiunto il trio, sfoderando il suo sorriso più seducente.

«Una favola!» risposero le due compagne di Chrys, per poi affrettarsi a mettergli in mano un invito: «Stiamo organizzando una festa. Verrai vero?»

«Potete contarci, bambole!» rispose quindi lui, per poi rivolgersi a Chrysanthe: «Lucy, avrei bisogno di parlarti…»

«Dimmi pure» rispose quindi Chrys, decisamente sorpresa. John era infatti il ragazzo più bramato di tutta la facoltà e, nonostante lei avesse palesato più volte un certo interesse verso di lui, il ragazzo non aveva mai dato segni di ricambiare la sua infatuazione.

«Ehm… in privato!» sottolineò quindi il giovane, notando che le altre due fanciulle avevano iniziato a tirare troppo l’orecchio.

«D’accordo» acconsentì quindi la dea della morte, sempre più perplessa.

«Ottimo. Allora ci si vede fuori dalla palestra per le cinque. Così possiamo andare a prendere un aperitivo e fare due parole» e detto questo John salutò il trio per andare ad allenarsi.

«Che invidia!» fu il conseguente commento delle due amiche, ma Chrys decise che era meglio non farsi illusioni, chiudendo l’argomento con un “Intanto sono sicura che vorrà solo chiedermi di dargli ripetizioni”.

L’idea di John però non era quella di prendere lezioni e quindi Chrys fu lieta di apprendere che l’intento del giovane era quello di riuscire a strapparle un appuntamento, con lo scopo di conoscersi meglio. Il resto della giornata passò quindi piacevolmente in compagnia del ragazzo dei suoi sogni. Eppure, nonostante questo, Chrysnthe non riusciva a non avvertite la sensazione che ci fosse qualcosa di sbagliato in tutto ciò. Questo fin quando la sua attenzione non fu catturata dalla leggiadra figura di una fanciulla dai capelli violetti, che sembrava intenta a cercare febbrilmente qualcuno, tra il brulicare di persone che affollavano le strade del centro di New York. Fu così che, quando i loro sguardi s’incrociarono, la sensazione di disagio che Chrys aveva provato fino a quel momento si trasformò in angoscia, mentre la ragazzina cercava disperatamente di raggiungerla facendosi largo a fatica tra la folla.

«Lucy, tutto bene? Sei sbiancata di botto!» le si rivolse quindi preoccupato John e Chrys gli afferrò la mano:

«Si, va tutto bene» lo rassicurò però la dea, per poi aggiungere mentalmente un “Mi spiace ma non permetterò più ai miei parenti di rovinare nuovamente la mia vita!”

«Vieni, voglio mostrati un posto!» gli sorrise quindi la Regina degli Inferi per poi darsi alla fuga insieme a John, mischiandosi nel caotico traffico della Grande Mela.

 

Nel frattempo, nella Morfia…

«YAAAAHHH!!!»

Lo scoppio di cosmo e l’urlo di Saori  mise in allarme Kanon, che si precipitò a soccorrerla.

«Grande Atena state bene?» domandò quindi il Gemini minore, ritrovandosi di fronte a Saori, visibilmente affaticata a causa dell’ingente sforzo mentale a cui si era dovuta sottoporre per penetrare all’interno del sogno di Chrys.

«Sì, è tutto a posto. Ma purtroppo non sono riuscita a raggiungerla. Mi sa che sarà più difficile del previsto risvegliarla» commentò infastidita Atena.

«Cosa è successo?» domandò quindi l’ex Marine, stupito dall’espressione alquanto irritata della sua dea.  

«Mi ha cacciato via di sua spontanea volontà. Come immaginavo Chrysanthe, nonostante le sue indubbie capacità, è una dea ancora immatura che non ha compreso che sacrifici comporta essere una divinità» commentò amaramente Atena.

«Fantastico. E quindi che facciamo?» domandò Kanon alquanto spiazzato.

«Dobbiamo portarla al Grande Tempio. Con un po’ di fortuna magari tra i vari papiri conservati nell’archivio c’è qualcosa per spezzare il sortilegio di Oniro» concluse quindi Atena, mentre a Kanon toccava l’onere di prendersi carico del dolce peso della bella addormentata.

“Dannazione! Da quando l’ho incontrata, la nuova Regina dell’Ade non fa altro che crearmi problemi! E la cosa assurda è che questo mi suona stranamente famigliare!” si ritrovò quindi a pensare Kanon mentre usciva dal portale con Chrysanthe in braccio, seguito da Saori.

 

 Intanto Radamante non se la stava passando proprio bene. Infatti, dopo il primo momento di vantaggio, dovuto alla distrazione di Morfeo, che aveva abbassato la guardia a causa di Kanon, la Viverna era presto finito vittima dei papaveri del Mondo dei Sogni.

“Dannazione, la mia mente si sta annebbiando, devo reagire prima che sia troppo tardi!” si ritrovò a pensare Radamante, cercando invano di liberasi.

«È inutile dimenarsi tanto. I miei fiori ti priveranno di ogni sentimento, fin quando di te non rimarrà che un guscio vuoto incapace di agire» lo informò quindi Morfeo senza scomporsi.

«Ba… bastardo!» inveì il Gigante Infernale, mentre il suo sguardo ricadeva su Atena e Kanon che uscivano dal portale con Chrys in braccio; cosa che fece tirare un sospiro di sollievo allo Spettro. La Regina degli Inferi era infatti incolume, anche se ancora addormentata. Peccato che quello che vide di lì a poco, lo fece andare su tutte le furie.

«Uhmmmm …. John….» mugugnò infatti Chrys nel sonno, prima di avvinghiarsi a Kanon e iniziare a baciarlo sul collo con fare voluttuoso.

«Ehmmm…  Somma Atena… potrei sapere che cosa stava sognando Lady Chrisanthe?» domandò quindi l’ex Marine decisamente in difficoltà, dato che la Regina degli Inferi non ne voleva sapere di mollare la presa.

«Stava facendo shopping in compagnia di un ragazzo, ma poi li ho persi di vista e sono stata sbalzata fuori dal suo sogno» rispose di conseguenza Saori, senza riuscire a nascondere un certo imbarazzo di fronte alle effusioni che la dea della morte stava riservando al Gemini minore.

«Beh… almeno ora capisco perché l’ha respinta. D'altronde chi vorrebbe degli spettatori se si passa dallo shopping alla camera da letto!» commentò quindi Kanon, cercando invano d’impedire che Chrys gli sbottonasse la camicia di fronte a tutti, per poi aggiungere un “Ma tutte a me devono capitare!?”, soprattutto perché le attenzioni non richieste della dea infernale stavano iniziando a sortire un certo effetto. Chrys infatti lo stava inconsapevolmente eccitando, e non poco! Ma d'altronde non capitava mica tutti i giorni di ritrovarsi fra le braccia una gnocca del genere, tra l’altro mezza nuda e piuttosto focosa!

«LURIDO PORCO DI UN SAINT! LEVA SUBITO LE MANI DALLA REGINA DEGLI INFERI!» l’urlo di Radamante lo riscosse però dai suoi pensieri poco casti.

«Ehi! Guarda che sta facendo tutto da sola!» si discolpò di conseguenza Kanon, ma senza successo, per poi ritrovarsi a pensare un “Merda!”, mentre Chrys prendeva d’assalto le sue labbra con un rovente bacio alla francese.

Quella fu la goccia che fece traboccare il vaso. Radamante infatti perse completamente le staffe. Quel dannato Saint non solo lo aveva umiliato in combattimento, ma ora si prendeva palesemente gioco di lui approfittando della sua momentanea situazione di difficoltà, per allungare le mani sulla sua dea! Se pensava di poter compiere una tale azione così riprovevole di fronte ai suoi occhi si sbagliava di grosso!

«KANON! MALEDETTO! IO TI AMMAZZO!!!!»  Inveì infatti la Viverna, mentre esplodeva tutta la furia del suo Cosmo Infernale.

 

Intanto Chrys si stava godendo il suo sogno d’amore, quando una scossa percosse la terra.

«Che succede!?» domandò Chrysanthe spiazzata.

«Non è nulla di cui preoccuparsi. È soltanto un piccolo terremoto» le rispose però John, per poi tornare a baciarla, ma la dea degli Inferi lo scostò bruscamente da lei.

«No. Questo non è un banale terremoto!» affermò infatti Chrys, che insieme alle scosse aveva avvertito anche un cosmo famigliare espandersi e, anche se lo percepiva ovattato e distante, lo riconobbe subito:

«RADAMANTE!» esclamò infatti Chrys scattando in piedi. Ecco che cos’era quella sensazione di disagio che aveva avvertito: il senso del dovere che cercava di ricordarle le responsabilità che si era assunta nel momento in cui aveva accettato il Trono degli Inferi. Ma la nostalgia e il rimpianto per la vita che aveva dovuto abbandonare le avevano annebbiato la mente, facendole cercare conforto nel sogno in cui Oniro l’aveva rinchiusa.

«Maledetti figli di puttana! Sta volta l’avete fatta grossa!» ringhiò quindi Chrysanthe, mentre una sfera di luce nera si andava formando nelle sue mani per poi essere scagliata con rabbia su un terrorizzato John.

Nel frattempo, nella Morfia…

«Assurdo! I Papaveri sono stati inceneriti!»  esclamò Morfeo, trovandosi incredulo di fronte alla figura minacciosa di Radamante, il cui cosmo furibondo aveva polverizzato i rampicanti che l’avevano imprigionato.

«Ovvio. Non avrai mica pensato che dei miseri fiori avrebbero potuto estirpare tutto l’odio e il disprezzo che provo per quest’uomo, così come non sarebbero mai riusciti ad estirpare dalla mia anima la mia dedizione per il Regno dei Morti» gli sputò quindi in faccia la Viverna.

«Che tu sia dannato Radamante! In onore al tuo impegno nei confronti di Ade, avevo voluto concederti una morte indolore, ma dato che la metti su questo piano mi costringi ad eliminarti di persona!» commentò di conseguenza Morfeo, ricevendo però in risposta solo un’espressione dura dello Spettro:

«Sempre che tu ci riesca» fu infatti la replica del Gigante Infernale, per poi partire all’attacco.

Morfeo se lo ritrovò così alle spalle senza avere nemmeno il tempo di contrattaccare.

«Maledizione, ma da quando sei diventato così veloce?» non poté quindi fare a meno di costatare il dio dei sogni, ricevendo però solo in risposta uno sguardo duro dello Spettro che, dopo aver concentrato tutto il suo cosmo nella sua mano, gli scagliò il Great Caution in piena faccia, disintegrandogli la testa e buona parte del busto.   

Lo sguardo furente dello spettro si posò quindi su Kanon, che ebbe appena il tempo di scaricare Chrys a Saori, prima di venire investito dalla rabbia della Viverna.

«Minchia che male! Ma si può sapere che avete combinato mentre ero incosciente a causa di quello stronzo di Oniro?» imprecò quindi Chrys risvegliandosi alquanto alterata, dopo essere rovinata a terra insieme a Saori, che non era riuscita a reggerne il peso, per poi aggiungere un incredulo: «Ehi! Atena! Ma che ci fai con il sedere a terra!?»

Cosa alla quale la Kido rispose con un piccato: «Sai com’è, non sei una piuma! Comunque meglio tardi che mai! Fortunatamente almeno il cosmo del tuo Spectre è riuscito a farti tornare alla ragione!»

«Scusa se in generale la vista degli Olimpici per me è più un deterrente che un incentivo!» le rispose quindi Chrys, mentre si rimetteva in piedi e spostava lo sguardo su Radamante e Kanon:

«Ehmm, perché quei due si stanno pestando? E perché Kanon ha il segno di un succhiotto sul collo?» domandò quindi spiazzata la dea della morte, e Atena emise un lungo sospiro rassegnato:

«Fidati di me, è meglio che tu non ti faccia troppe domande!»

Intanto Radamante alla vista di Chrys nuovamente sveglia e pimpante, aveva smesso di cercare di assassinare l’ex Generale degli Abissi per sincerarsi delle condizioni di salute della sua dea, cosa che fece tirare un sospiro di sollievo a Kanon, che per quel giorno di situazioni assurde ne aveva già vissute abbastanza per i suoi gusti.

«Mia signora state bene?»

Chrys diede assenso positivo con il capo, mentre il suo sguardo ricadeva su ciò che rimaneva di Morfeo.

«È opera tua Radamante?»

«Sì, mia signora»

«Hai fatto un ottimo lavoro» gli riconobbe quindi Chrys, posandogli una mano sulla spalla, non riuscendo però a non sentirsi in colpa per i danni che il suo Gigante Infernale aveva subito a causa della sua debolezza. Si voltò quindi truce nella direzione in cui avvertiva i cosmi di Oniro, Fantaso, Icelo, Garnet e Aiolos, che stavano ancora combattendo.

«Andiamo, è ora di mettere la parola fine a questa storia ed elargire agli Oneiroi la punizione che meritano» e detto questo Chrysanthe partì all’attacco, dando l’ibero sfogo al suo Cosmo mortifero.

  
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