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Autore: BillieJeanBJ    28/02/2017    4 recensioni
Il brillante sceriffo Rick Grimes si rivolge alla nota agenzia pubblicitaria -Greene Company- per inaugurare e sponsorizzare la nuova officina meccanica del suo migliore amico, Daryl Dixon.
La società è stata ereditata dalle sorelle Greene, Maggie e Beth, ma è soltanto la prima ad avere in mano le redini dell’impresa di famiglia. La seconda, invece, è la mente creativa.
E sarà proprio la piccola Beth ad occuparsi dei nuovi clienti, Rick e Daryl.
C’è solo un piccolo dettaglio: non ha assolutamente idea di quale sia il volto del signor Dixon e questo le causerà un imbarazzante, catastrofico problema.
Genere: Commedia, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Beth Greene, Daryl Dixon, Negan, Rick Grimes
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Oggi è lunedì.
In teoria dovrei essere nel mio ufficio a giocare a Tetris, subire le sfuriate di mia sorella, scambiare  quattro chiacchiere con i colleghi sorseggiando dell’ottimo caffè. In pratica mi trovo dentro il locale di Nick incappucciata e con la sciarpa fino al naso.
Sembrerebbe stia per commettere una rapina o qualcosa del genere (ho anche indossato la tuta rigorosamente nera) ma la verità è che non voglio correre il rischio di prendere una ricaduta. Quei tre giorni d’influenza sono stati una tortura. Ho dovuto subire l’assaggio del brodino di Mery; acqua bollita con un retro-gusto di sedano e carote.
So di essere difficilmente riconoscibile, ma, ahimè, me ne farò una ragione.
-Ciao Betty.-
Merda!
Ok, la verità è che voglio essere non identificabile. Sapevo che sarebbe stato opportuno indossare anche gli occhiali da sole. Peccato, però, sia una giornata nuvolosa.
-Ciao Charlie.-
L’uomo mi rivolge un sorriso radioso sollevando il pollicione all’insù. Lo imito strizzandogli l’occhio. Questo è il nostro saluto.
Ormai in questo locale siamo diventati tutti grandi amici!
Non lo credevo possibile, ma mi sento a casa qui. Molto più che a lavoro.
Coloro che reputavo rozzi maschiacci, sono invece delle persone fantastiche. Credo di essere diventata la loro mascotte, essendo sempre la sola, unica presenza femminile.
-Ehi, Eva Kant, hai intenzione di rimanere nascosta dietro l’attaccapanni ancora per molto?-
L’elemento da Nick citato è posto dinanzi la vetrina, dalla quale ho una perfetta visuale della… beh, sì.. dell’officina, insomma!
Oggi è il gran giorno e siccome ho lavorato duro affinché quel garage prendesse le giuste sembianze, ho il diritto di verificare di persona se tutto fila liscio, no?!
-Io non mi sto nascondendo!-
Lo dico con tono stizzito, seppur leggermente ovattato a causa del tessuto della sciarpa, e volto il capo verso il bancone dietro il quale Nick mi rifila un’ovvia occhiata scettica.
-Dal tuo stile, non si direbbe.-
-E’ solo una tuta!-
-Nera.-
-E allora? Non hai mai visto una ragazza indossare una tuta nera?-
-Certo che sì. Ma non ho mai visto una ragazza indossare una tuta nera, col cappuccio in testa, e la sciarpa rossa a coprirle il volto.-
Inarca un sopracciglio e incrocia le sue enormi braccia al petto.
-Se non ti conoscessi, penserei volessi compiere una rapina a mano armata, bambolina.-
Ecco, appunto.
-Cos’ha fatto stavolta?-
Non occorre che Nick specifichi chi. A lui basta osservare i comportamenti di entrambi, miei e dello stronzo, per capire.
-Mi ha rifiutata.-
-Cosa?-
-Ma pensa tu!-
-Bah!-
-E’ un idiota!-
Il coro dell’Antoniano.
Credevo che solo Nick potesse sentirmi, e invece ora tutti i presenti sanno di quanto sfigata sia in amore.
-E’ tutto ok, ragazzi!-
Rivolgo loro un sorriso, anche se non possono vederlo, e gesticolo con la mano per rimarcare un chiaro concetto: non ne vale la pena.
-Te lo ha detto lui stesso?-
Ripunto Nick, ancora immobile con le braccia conserte, e riavvolgo il nastro ritornando ad un momento in particolare di quel maledetto giovedì..
“Sei piccola.”
“Ho diciotto anni.”
“Sei vergine. E sei pulita.”

“Perché.. perché mi dici queste cose?”
“Perché devo trovare una ragione valida per non toccati, ragazzina.”
“Queste non sono ragioni valide.”

“Tu non mi conosci.”
“Allora permettimi di farlo.”
“Non sai niente di me.”
“Perché non mi dai modo di scoprirti.”
“Altrimenti le ragioni sarebbero valide oltremodo.”
“Non ho paura, Daryl.”
“Tu non capisci.”
“No, sei tu che non vuoi farmi capire. E’ diverso! Cosa c’è che non va?”
“Sono l’uomo nero dei tuoi cartoon preferiti, principessina!”

Da lì ho subito capito che Daryl nasconde un passato difficile e forse anche pericoloso, ma ancora oggi posso ribadire non aver paura di lui. Non ho idea di chi fosse o cosa facesse prima, però so chi è il Daryl di adesso. E non sono così ingenua da perdere la testa per qualcuno davvero dannoso.
Perché, mie care amiche, oltre al fattore chimica di cui vi ho parlato la volta scorsa, ne è nato uno ancora più profondo, che va -appunto- al di là della forte attrazione fisica: le emozioni.
Con lui.. cavolo, quando sono con lui mi sento viva! E non percepivo questa sensazione dalla morte di mia madre.
E’ come se sinora abbia imprigionato quest’animo avventuriero, allegro e vitale. E l’unico ad essere stato capace di aprire le cancellate con la chiave di una personalità forte, decisa e selvaggia, è stato solo Daryl.
Sbatto le palpebre risvegliandomi da questo momento di trance e vedo in graduale rapidità di nuovo la figura di Nick.
Ci fissiamo ancora per qualche abbondante secondo prima che il mio capo si muova in segno di smentita.
Dixon non mi ha detto espressamente di non volermi.
-E allora cosa ci fai qui?-
Eh?
Corrugo la fronte non comprendendo la retorica.
-Dai, bambolina, credevo ormai lo avessi capito! E’ nel linguaggio del suo corpo sul quale devi fare affidamento.-
E con queste parole, tutto intorno si blocca sino a scomparire. Ci sono solo il mezzo sorriso saccente di Nick, e i miei occhi spalancati.
In quel casolare, Daryl mi ha baciato. Ok, per la precisione sono stata io a fare la prima mossa, ma lui ha ricambiato. Eccome se lo ha fatto!
E poi… il modo in cui mi guarda... così intensamente da far tremare le ginocchia, bloccare il respiro e alterare il battito cardiaco.
Nick annuisce confermando il mio pensiero.
Mai affidarsi allo scarso linguaggio verbale di Daryl Dixon.

****

-Contieni il tuo entusiasmo, eh?!.-
Lancio un’occhiataccia allo sceriffo che si è fermato al mio fianco, accompagnando la battuta con un sorrisetto da culo. Se mi trattengo dall’alzargli il dito medio è solo perché ha di nuovo girato la testa verso la marea di persone che hanno affollato la mia officina.
E menomale che avrebbe dovuto essere una fottuta inaugurazione semplice e veloce!
C’è gente ovunque. Sconosciuti che ridono e brindano come se fosse una ridicola festicciola di compleanno.
Mi domando distrattamente quanti di loro conoscano il festeggiato o se sono qui solo per ingozzarsi di stuzzichini che io non ho di certo ordinato!
Ho una mezza idea, invece, su chi possa essere l’artefice di questo banchetto.
Che l’abbia fatto per ripicca o per provocarmi non lo so, ma se dovessi ritrovarmela davanti, in questo istante, giuro che le farei ingoiare uno di quei cosi rotondi con della crema verde sopra.
-Non mi aspettavo venissero anche Negan e Dwight.-
Seguo lo sguardo di Grimes e li becco anch’io.
Peccato, però, non poter fare altro perché una mano si appoggia sulla mia spalla in una stretta che ha lo scopo di fermare una marcia altrimenti già spedita verso quelle teste di cazzo.
-Non oggi e, soprattutto, non qui, Daryl.-
Mi si rivolge non più nelle vesti di amico ma di sceriffo, vietandomi quindi di cacciare fuori a calci nel culo i due uomini.
Negan è il solito fighetto; giacca di pelle, fazzoletto rosso al collo, cintura borchiata ai fianchi e jeans scuri. Sulla sua faccia, quel sorriso che gli garantisce il titolo di playboy. Cambia più donne che mutante.
Dwight, invece, è il solito sfigato leccaculo. Capelli biondi di media lunghezza che mi ricordano le setole di una scopa e  guancia sinistra deturpata da una violenta bruciatura.
Abbiamo gareggiato in parecchie corse e, devo riconoscerlo, è abbastanza bravo ma non quanto il sottoscritto. Per questa ragione, mi riserva un rancore che troppo spesso lo ha portato a compiere azioni che non avrebbe dovuto neanche pensare. Come cercare di rubarmi moto e gilet, ad esempio.
Dvvero una pessima mossa tentare di fregarsi i due oggetti ai quali tengo di più.
-Cerca, piuttosto, di capire chi è quella.-
Ancor prima che Rick me la indichi, i miei occhi hanno già intercettato la figura di una femmina minuta e magra, avvolta da un leggins nero di pelle e da una giacchetta dello stesso tessuto ma rossa. Ai piedi un paio di stivaletti dal tacco alto e sottile. I capelli sono sciolti e le ricadono sulle spalle in morbide onde dorate.
Come diavolo si è conciata?
Neanche mi avesse sentito, la ragazzina si gira mostrandomi un viso che non sembra il suo.
Si è pitturata la faccia!
Il nero che le tratteggia le palpebre, appena sopra all’attaccatura delle ciglia -curvate rigidamente all’insù- le evidenzia il blu di due occhioni curiosi che danzano ovunque. Le sottili labbra, distese in quell’abituale sorriso gentile, sono state invece macchiate di rosso.
-Accidenti, è Beth.-
Già. Accidenti.
Ma è quando posa lo sguardo si di me che questo pacato accidenti diventa un febbrile porca puttana.
Mi sta fissando come se stesse sfidandomi a non so cosa!
Il suo continuo osservarmi mi provoca un contorcimento delle budella e, seppur le persone continuano a passarci davanti, né io né lei interrompiamo questo contatto visivo.
Si passa la lingua sulle labbra, che stanno stirandosi in un sorrisetto ambiguo, e con passo sicuro e deciso, marcia nella nostra direzione.
Nell’immediato, l’odore di olio di motore e pizzette è sostituito da quello più delicato di fragola e vaniglia, il profumo della ragazzina che sta rivolgendo una smorfia schifosamente ammaliata a Rick, come se fosse veramente felice di vederlo. Gli appoggia una mano sulla spalla per baciarlo sulla guancia e lasciandogli, così, il marchio delle sue labbra.
Fisso quel timbro sulla pelle ruvida dello sceriffo e qualcosa di legittimo mi scatta dentro, tanto da spingermi ad agire con impulsività.
-Che cazzo fai?-
Le afferro il polso ancora alzato su Grimes e la strattono obbligandola ad allontanarsi da lui e guardarmi.
-Prego?-
Sia lei che Rick mi lanciano un’occhiata dubbiosa, e posso capire perché.  Sembrerebbe che il mio gesto sia stato provocato dallo scambio di smancerie tra i due, domanda a seguire compresa.
-Qui. Che ci fai qui.-
-Mi prendo il merito di ciò che in parte è mio, Mr Dixon.-
Spiccata e arrogante.
Che fine ha fatto quell’insicura ragazzina rompipalle dalle guance rosse?
Sfila il polso dalla mia mano e si porta i capelli dietro l’orecchio mostrando un orecchino a teschio.
Dal cappellino che mi ha fottuto e dalle t-shirt che spesso mi ha visto addosso, è evidente che abbia compreso la mia passione per i teschi.
Cazzo, mi viene quasi da ridacchiare!
E lei lo sa.
Riesce a cogliere l’angolo della mia bocca appena sollevato in un ghigno, che non so se essere più incazzato o compiaciuto, rivolgendomene uno soddisfatto.
-Congratulazioni.-
Sottotitoli: incassa, Dixon.
-Rick.-
Ci saluta e ritorna verso l’uscita lasciandomi imbambolato come un coglione.
Seguirla con lo sguardo mi è inevitabile, così come abbassarlo sul culo piccolo e ancheggiante, ma raggiungerla fisicamente è matematicamente certo poiché Negan l’ha fermata e adesso le sta rivolgendo un sorriso che nasconde un solo obiettivo: scoparsela.
-Davvero? A me piacciono le moto!-
-Si?! Potrei farti fare un giro sulla mia. Cosa ne pensi?-
-Penso sia-
-Un’idea del cazzo.-
Sento gli occhi della ragazzina addosso mentre mi piazzo al suo fianco, probabilmente irritata dal mio fastidiosissimo vizio di completare le sue frasi, ma è sullo stronzo che concentro la totale attenzione.
Corruga la fronte e mi guarda come se fosse confuso. Trascorre solo mezzo secondo prima di riacquistare il suo perenne ghigno bastardo e, insieme al battito di ciglia, il sorriso si espande.
-Daryl! E’ un piacere vederti.-
-Il godimento non è reciproco.-
-Oh, mi ferisci.-
-Con così poco.-
Entrambi stiamo fremendo dalla voglia di prenderci a cazzotti ma ci limitiamo solo a scontrarci con un’occhiata carica d’odio perché alle mie spalle la sola presenza dello sceriffo è già un chiaro avvertimento.
-Non volevo importunare il tuo meraviglioso zuccherino.-
Dedica una smorfia affettuosa alla ragazzina e prima ch’io possa trascinarla via, questa muove la lingua in una precisazione che ha appena messo tutti nella merda. Lei stessa compresa.
-Non lo sono. Lui è solo un mio ex cliente.-
Ed ecco che lo scintillio eccitato sfiora le iridi nere di Negan mentre si lecca le labbra con la punta della lingua in una minacciosa pregustazione.
-Dunque… la ragazza è libera.-
-Non lo è.-
-Sì che lo sono.-
La fulmino con lo sguardo intimandole di chiudere questa cazzo di bocca. Lei non lo sa, ma ha appena stuzzicato un pericoloso predatore.
-Hmm!-
Negan porta una mano sotto il mento, abbassandolo in un’espressione pensierosa.
-Mi pare di capire che esiste dunque un solo modo.-
Nello stomaco mi ribolle una rabbia che a stento sto riuscendo a controllare perché sì, esiste un solo modo per toglierle definitivamente dalle palle questo stronzo.
-A meno che…-
Si raddrizza solo per incurvare appena la schiena all’indietro e indicare la ragazzina con un dito.
-Lei non decida di sua spontanea volontà di-
-Dove e quando.-
Lo interrompo e il sorriso lento che gli tratteggia le labbra conferma che aspettava questo momento da parecchio.
-La mia piccola è già pronta. E la tua?-
Mi ha provocato presentandosi nella mia officina.
Ha ucciso mio fratello.
Mi ha stuzzicato verbalmente dal giorno della sua morte.
E adesso ha messo gli occhi sulla ragazzina.
Credo sia arrivato il momento di sistemare le cose.
-Aspettami fuori.-
Stringe le labbra e solleva le sopracciglia in una smorfia sorpresa  prima di scoppiare in una risatina sfottente.
Crede di avere la vittoria in pugno.
Dedica un occhiolino alla biondina e, fischiettando, esce dall’officina.
E non sa quanto si sbaglia!
Mi volto e trovo lo sceriffo proprio dove l’ho lasciato; sapeva che fermarmi anche stavolta dal raggiungere Negan, non sarebbe servito a niente.
Ci fissiamo per un lungo istante, attimi in cui gli trasmetto un solo messaggio: gli avevo chiesto di tenermi lontana la ragazzina, altrimenti ci sarebbero state delle conseguenze.
E questa, è la prima di tante.

****

-Vieni con me.-
Passandomi di fianco, Rick mi ordina di seguirlo. Con o senza imposizione, lo avrei fatto comunque.
Dopo aver recuperato il gilet, Daryl è uscito frettolosamente per raggiungere la sua moto e accodare in una sgommata la coppia di uomini, anch’essi in sella alle rispettive due ruote.
Emanava collera da ogni poro. L’ho visto irritato in molte occasioni, ma mai così furioso.
Forse è stato sciocco da parte mia contraddirlo davanti a quello psicopatico, ma credevo che provocarlo bonariamente lo avrebbe spinto ad ammettere che probabilmente anche lui prova qualcosa nei miei confronti. Che si tratti solo di attrazione o di affetto. Decidere se starmi alla larga o no, insomma. Altrimenti io rischio di uscire pazza!
Rick mi indica una Mercedes grigia e mi affretto a salire dalla parte del passeggero ignorando il dolore che inizia a torturarmi i piedi a causa di questi maledetti tacchi.
-Che succede?-
Gli domando non appena si accomoda anche lui. Ma non mi risponde. Si limita a lanciarmi una rapida occhiata indifferente, mettere in moto e sfrecciare via.
Allaccio subito la cintura, non perché in compagnia di un uomo di legge, ma per la sua guida da pilota di Ferrari, e cioè spietata e pericolosa.
Cavolo, non avessi la mente così occupata da pensieri relativi a Daryl, inizierei a recitare tutte le preghiere che mio padre mi ha insegnato!
Non ho idea di dove stiamo andando, ma mi rendo conto che -chilometro dopo chilometro- le strade diventano sempre più isolate e campagnole.
Lo stomaco, seppur vuoto, è in subbuglio e prima che vomiti sul serio, Rick inchioda all’improvviso da calamitarmi bruscamente il busto in avanti.
Visto quant’è importante indossare la cintura?! Se non lo avessi fatto, sarei volata via dal finestrino alla velocità di un razzo.
-Maledizione!-
Sbatte con violenza le mani sul volante e, con la mascella indurita, mantiene lo sguardo sulla strada.
Mi giro anch’io, scostandomi i capelli da viso, e capisco perché.
Ci troviamo davanti ad un bivio.

-Cavolo, corse clandestine.-
Rick ed io siamo scesi dall’auto potendo godere del venticello freddo sulla pelle accaldata del viso. Il senso di nausea è finalmente sparito.
Lui ha appoggiato il sedere contro la fiancata, incrociando le caviglie e stringendo le braccia al petto, io sono seduta sul ciglio della strada.
Dopo essersi calmato, lo sceriffo mi ha rivelato chi è Negan, lo psicopatico dal foulard rosso, e perché Daryl l’abbia tanto con lui.
A quanto mi ha raccontato, Dixon faceva parte di un gruppo di motociclisti, i TWD (nome alquanto azzeccato, direi, poiché chi decide di parteciparvi, rischia di diventare solo un morto che cammina) i quali gareggiano ancora oggi con la fazione nemica, i Saviors di cui Negan ne è il boss. Ed è proprio quest’ultimo ad aver barato durante una gara, mandando volutamente fuori strada, Merle, il fratello deceduto di Daryl.
Secondo la loro e unica regola, chi vince ha il diritto d’impossessarsi di ciò che appartiene o desidera l’avversario, proclamandolo come suo senza possibilità di patteggiamento.
In quel caso, Negan ha vinto la moto di Merle.
E adesso mi è finalmente chiaro il perché, la prima volta che l’ho incontrato, Daryl mi abbia presentata con il suo cognome.
Il perché l’abbia fatto, e cioè reclamarmi come sua, resta -per ora- un punto di domanda.
Ma ancor più irresoluta è la ragione di questa competizione, e cioè io.
Sospiro e alterno uno sguardo perso verso l’incrocio; Rick è sicuro abbiano preso la strada principale percorsa prima, ma da qui non ha assolutamente idea se si siano diretti a est o a ovest.
E’ anche certo, però, che ripercorreranno la stessa via.
-Daryl… Daryl sta bene?-
Lo domando senza chiedere un parere. Esigo una risposta concreta e so che Rick è in grado di darmela.
Mi rifiuto di prendere in considerazione la terribile possibilità che possa fare la stessa fine del maggiore dei Dixon.
-E’ un professionista. Puoi stare tranquilla, Beth.-
Il tono di Rick è rassicurante, così come il sorriso che mi rivolge. Cerco di ricambiare ma le mie labbra non ce la fanno a distendersi; tremano e gli angoli tendono a piegarsi all’ingiù.
Cazzarola, non devo piangere.
Ingoio con l’intento di sciogliere questo fastidiosissimo nodo in gola e mi schiarisco silenziosamente la voce.
-E sarà lui a vincere.-
Stavolta non articolo nessun quesito.
Sarà così e basta.
Per quanto la loro mente malata li porti ad agire come se io fossi un oggetto di cui appropriarsi, l’idea di ‘appartenere’ a Negan mi ripugna. Rick mi ha spiegato che per uno come lui, non bastano le denunce.  Semplicemente prende ciò che vuole, e lo fa in maniera così astuta da non dare alcuna scusante alla legge per sbatterlo dentro.
Inizio a sentire l’ansia crescermi dentro, ma il cuore si blocca non appena avverto il rombo di una moto in lontananza.
Sia io che Rick ci raddrizziamo, entrambi tesi.
Il cuore ha ripreso a battere con più forza e quando un puntino scuro diventa una chiara figura, temo possa rompermi la gabbia toracica.
Daryl frena davanti all’auto, dove Rick ed io ci siamo piazzati e, senza spegnere la moto, appoggia un piede a terra per sostenerla.
Le punte della frangetta sudata gli sfiorano le ciglia e le labbra sono dischiuse.
Fissa lo sceriffo per un istante che mi sembra interminabile e poi abbassa la mira su di me.
Se il loro sguardo mi è parso interminabile, questo è eterno.
Nelle sue iridi l’azzurro di un mare in tempesta mi travolge e mi annega con la stessa intensità di una potente onda, privandomi di ogni particella d’ossigeno.
-Sali.-
Me lo dice con tono roco, viscerale e indiscutibile.
Continuo ad osservarlo mentre il calore che ho percepito al petto si espande rapidamente ovunque, e finalmente la bocca riesce a distendersi in un sorriso aperto e radioso.
Ha vinto.


Nda:
Ciao a tutte!!!
Eccomi con un nuovo capitolo! :D
(Claudia, l’inevitabile avverrà nel prossimo, tranquilla!)
Spero vi sia piaciuto.

Nella precedente AU 'I was made for lovin' you', che per varie ragioni ho eliminato, avevo nominato il locale The walking dead. Ho deciso, quindi, di riportarlo anche in questa sfruttando il titolo della serie! :D

Per una quindicina di giorni non ci sarà, per cui non so quando potrò aggiornare.

Come sempre, ringrazio tutte voi che seguite e leggete la mia storia e, ovviamente, voi che mi permettete di conoscere il vostro parere!

Un abbraccio.
   
 
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